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La corruzione nella Chiesa - Gesù e Maria

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LA CORRUZIONE NELLA CHIESA<br />

ne <strong>nella</strong> Basilica di San Pietro, l’11 settembre 2009, in cui ha ordinato cinque<br />

nuovi Vescovi, tutti uomini provenienti da incarichi di Curia e dalla<br />

Segreteria di Stato della Santa Sede.<br />

Il Papa Benedetto XVI ha ricordato che “<strong>Gesù</strong> è venuto nel mondo per<br />

servire” ed ha dunque esortato i Vescovi ad essere “servi” fedeli, prudenti<br />

e buoni. “Sappiamo come le cose <strong>nella</strong> società civile e, non di rado, anche<br />

<strong>nella</strong> <strong>Chiesa</strong> soffrono per il fatto che molti di coloro, ai quali è stata<br />

conferita una responsabilità, lavorano per se stessi e non per la comunità”<br />

ha detto il Papa, ricordando a sostegno delle sue parole due parabole<br />

del Vangelo.<br />

Una è quella del servo malvagio che si mette a “gozzovigliare e percuotere<br />

i dipendenti”; l’altra è quella del servo che sotterra le monete del<br />

padrone, per potersi dedicare “esclusivamente ai propri affari”.<br />

In pratica, può esserci un Vescovo che ignora la carità del Vangelo e<br />

percuote a proprio piacimento quei Sacerdoti che seguono <strong>Gesù</strong> e non sono<br />

modernisti. Inoltre, questo Vescovo si dedica “esclusivamente ai propri<br />

affari”, cioè, distaccandosi da Dio e pensa al potere, alla carriera, al<br />

denaro e a favorire quelli che vogliono modernizzare la <strong>Chiesa</strong> con teorie<br />

false ed eretiche.<br />

Perciò, ha sottolineato il Papa Benedetto XVI, la “prima caratteristica,<br />

che il Signore richiede dal Vescovo, è la fedeltà”. Al servo “è stato<br />

affidato un grande bene, che non gli appartiene. <strong>La</strong> <strong>Chiesa</strong> non è la<br />

<strong>Chiesa</strong> nostra, ma la sua <strong>Chiesa</strong>, la <strong>Chiesa</strong> di Dio. Il servo deve rendere<br />

conto di come ha gestito il bene che gli è stato affidato. Non leghiamo gli<br />

uomini a noi; non cerchiamo potere, prestigio, stima per noi stessi”, ha<br />

continuato Benedetto XVI.<br />

<strong>La</strong> seconda caratteristica di un Vescovo, ha aggiunto, deve essere la<br />

“prudenza”, non intesa come astuzia, ma come capacità di giudicare in<br />

base all’insieme “e non a partire da dettagli casuali”.<br />

Infine, l’uomo di <strong>Chiesa</strong> deve essere “buono”, nel senso del dialogo<br />

costante con Dio.<br />

Non dimentichiamo inoltre la forte denuncia di Papa Benedetto XVI<br />

durante la solennità dei Santi Pietro e Paolo a San Pietro:<br />

“Il male è <strong>nella</strong> <strong>Chiesa</strong>”.<br />

“Il pericolo peggiore è l’infedeltà dei suoi membri” (29 giugno 2010).<br />

“IL MALE È NELLA CHIESA” (PAPA BENEDETTO XVI)<br />

Ricominciare il cammino spirituale<br />

Per salvare la società e vincere la profonda crisi all’interno della <strong>Chiesa</strong>,<br />

bisogna ripartire dalla vera conversione di quei Prelati, Sacerdoti e Religiosi,<br />

immersi nelle vicende umane e non solo per affiliazioni segrete.<br />

Lontani e oppositori di <strong>Gesù</strong> Cristo, tradiscono e calpestano il Vangelo.<br />

Occorre una nuova Pentecoste in Italia e nel mondo. E arriverà. Ma se<br />

crolla adesso la <strong>Chiesa</strong> italiana ci sarà un effetto valanga nel mondo. Questo<br />

è il piano dei Prelati massoni che agiscono dall’alto.<br />

Il Prelato massone non crede a nulla se non alla necessità di massacrare<br />

quel che ritiene essere d’ostacolo alla sua vita apparentemente felice.<br />

“Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene” (Rom<br />

8,9).<br />

Per questo ci sono Cardinali e i Vescovi che rimangono chiusi nelle<br />

Curie e non vanno in mezzo al popolo a parlare di <strong>Gesù</strong> Cristo e della<br />

salvezza eterna! Non vanno ad accrescere la Fede nelle parrocchie!<br />

Decine di milioni di cattolici in Italia vogliono vedere le parrocchie<br />

con le porte spalancate tutto il giorno, dalla mattina alla sera. Vogliono vedere<br />

i Sacerdoti che pregano in <strong>Chiesa</strong> davanti al Tabernacolo, li vogliono<br />

vedere in <strong>Chiesa</strong> disponibili per le Confessioni almeno due ore ogni giorno;<br />

con la possibilità di avvicinarli ogni giorno anche per semplici consigli;<br />

di partecipare ogni giorno ad alcune ore di Adorazione del Santissimo<br />

Sacramento, nel silenzio e <strong>nella</strong> preghiera adorante.<br />

Se è l’Eucaristia a santificare tutti, come non si dedicano ogni giorno<br />

alcune ore alla sua adorazione? Come mai i Prelati non visitano ogni settimana<br />

una parrocchia diversa della diocesi, rimanendo in umile adorazione<br />

silenziosa davanti al Santissimo Sacramento, per dare il buon esempio?<br />

Se il Cardinale o il Vescovo della diocesi non compie questo percorso<br />

settimanale per incentivare la frequenza all’adorazione eucaristica, mostra<br />

chiaramente di non credere sinceramente <strong>nella</strong> presenza vera, reale e sostanziale<br />

di <strong>Gesù</strong> Cristo nell’Eucaristia. E i cattolici non si sentono coinvolti.<br />

E se non ci crede il proprio Vescovo, crolla tutto!<br />

Crolla anche la Fede del Parroco, scoraggiato e frenato nel voler organizzare<br />

l’adorazione di <strong>Gesù</strong>. Non vuole fare molto per non inquietare...<br />

I Cardinali e i Vescovi devono ridare nuovo vigore alla <strong>Chiesa</strong> con<br />

l’istituzione dell’adorazione eucaristica giornaliera in ogni città e paese<br />

delle loro diocesi. Ogni parrocchia di ogni diocesi dovrebbe dedicare un<br />

giorno della settimana all’adorazione eucaristica dalla mattina presto fino<br />

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