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Equilibrio macroeconomico neoclassico

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<strong>Equilibrio</strong> <strong>macroeconomico</strong><br />

<strong>neoclassico</strong>


La teoria neoclassica (TN)<br />

Rappresentò il paradigma teorico di<br />

riferimento fino alla crisi del 1929 e prima<br />

di Keynes<br />

Ancora oggi alcune scuole di pensiero più<br />

recenti riprendono elementi essenziali della<br />

teoria neoclassica (vedi lezione sulle scuole<br />

di pensiero)


Le ipotesi della TN<br />

I mercati:<br />

– Mercati reali, ovvero i mercati dei beni e il mercato del lavoro<br />

– Mercato monetario<br />

I prezzi si aggiustano istantaneamente agli eccessi di<br />

domanda (aumentando) o di offerta (diminuendo)<br />

Questo aggiustamento vale per tutti i prezzi relativi dei<br />

mercati reali: prezzi relativi dei beni e salario (reale) sul<br />

mercato del lavoro<br />

Il livello generale dei prezzi non è un prezzo relativo e<br />

viene determinato dalle condizioni monetarie


Principali conseguenze delle ipotesi della TN<br />

Al contrario della teoria keynesiana, ogni quantità<br />

prodotta “genera” la domanda corrispondente attraverso<br />

il meccanismo di aggiustamento dei prezzi (legge di Say)<br />

L’economia si trova sempre al pieno impiego e la<br />

produzione dipenderà esclusivamente da fattori di offerta<br />

aggregata (quantità dei fattori produttivi e cambiamento<br />

tecnologico)<br />

Non esiste mai un problema di carenza di domanda<br />

aggregata<br />

Dicotomia (ovvero “separazione”) tra mercati reali e<br />

mercato monetario


Funzione di produzione F<br />

Y=F(K0 , N)<br />

Ci dice come si combinano i fattori produttivi<br />

capitale (K) e lavoro (N) per ottenere il livello di<br />

produzione (Y)<br />

Nel breve periodo si assume che lo stock di<br />

capitale non varia (dato e pari a K0) La produzione dipende esclusivamente<br />

dall’occupazione, determinata nel mercato del<br />

lavoro


Mercato del lavoro<br />

Il “prezzo” è il salario reale (W/P), ovvero il<br />

potere di acquisto del salario nominale W.<br />

Offerta di lavoro: proviene dai lavoratori e<br />

aumenta all’aumentare del salario reale,<br />

N N S<br />

S =<br />

( W / P)<br />

Domanda di lavoro: proviene dalle imprese e<br />

aumenta al diminuire del salario reale,<br />

N =<br />

N ( W / P)<br />

D D<br />

E’ un mercato concorrenziale e il salario reale<br />

si aggiusta immediatamente a squilibri tra<br />

domanda e offerta di lavoro


Rappresentazione grafica<br />

W/P<br />

N S = N S(W/P)<br />

N S


W/P<br />

Rappresentazione grafica<br />

Le imprese aumentano il<br />

numero dei lavoratori<br />

impiegati solo se W/P↓<br />

N D= N D(W/P)<br />

N D


(W/P)*<br />

<strong>Equilibrio</strong> nel mercato del lavoro<br />

0<br />

N*<br />

N<br />

N S =N(W/P)<br />

N D =N(W/P)


<strong>Equilibrio</strong> nel mercato del lavoro<br />

Il livello del salario (W/P)* garantisce l’equilibrio<br />

nel mercato del lavoro<br />

A quel salario il numero degli occupati N*<br />

domandato dalle imprese è esattamente uguale al<br />

numero di lavoratori che desiderano avere un lavoro.<br />

Situazione di pieno impiego: a quel tasso di salario<br />

vi sono dei lavoratori che fanno parte della forza<br />

lavoro ma che hanno deciso a quel salario di non<br />

offrire i propri servizi lavorativi.<br />

Descriviamo questi disoccupati come disoccupati<br />

volontari


Processo di aggiustamento<br />

Se c’è un eccesso di domanda di lavoro, W/P<br />

aumenta per la concorrenza tra le imprese<br />

Se c’è un eccesso di offerta la concorrenza tra<br />

lavoratori porterà a una riduzione di W/P<br />

W/P varierà istantaneamente fino a quando la<br />

domanda non sarà uguale all’offerta<br />

I prezzi e i salari sono perfettamente flessibili,<br />

quindi anche i salari reali sono perfettamente<br />

flessibili. Secondo gli economisti classici questo<br />

significa che il mercato del lavoro è sempre in<br />

equilibrio.


Processo di aggiustamento<br />

Assumiamo:<br />

– un raddoppio del livello generale dei prezzi dei beni P<br />

– che non si spostino né la domanda né l’offerta di lavoro.<br />

A parità di salario nominale, il salario reale si dimezza e nel<br />

mercato del lavoro ci sarebbe un eccesso di domanda di<br />

lavoro.<br />

L’aumento della domanda di lavoro porterà a un aumento del<br />

salario nominale e quindi anche di quello reale<br />

Solo quando il salario nominale sarà raddoppiato (al pari dei<br />

prezzi) il salario reale sarà ritornato al livello precedente e il<br />

mercato sarà di nuovo in equilibrio.<br />

Quindi, il livello dei prezzi quindi non ha effetti sui salari<br />

reali e sull’occupazione


Offerta Aggregata<br />

Stabilita l’occupazione di equilibrio N*,<br />

sostituendo nella funzione di produzione<br />

otteniamo la produzione di equilibrio<br />

Y*=F(K 0 , N*)<br />

Poiché N* è l’occupazione di equilibrio e non<br />

c’è disoccupazione (a parte la dis. “naturale”),<br />

Y* è la produzione di pieno impiego


Offerta aggregata<br />

La funzione di offerta aggregata mostra la quantità di<br />

prodotto che le imprese desiderano offrire ai diversi<br />

valori del livello generale dei prezzi (P).<br />

Stabilito N* nel mercato del lavoro e quindi la<br />

produzione Y*, la quantità di prodotto offerto è<br />

sempre pari al prodotto di piena occupazione ed è<br />

indipendente dal livello dei prezzi<br />

Nel modello <strong>neoclassico</strong>, quindi, la curva di offerta<br />

aggregata sarà rappresentata da una retta<br />

perpendicolare all’asse delle ascisse


Offerta aggregata e prodotto reale<br />

P<br />

P 1<br />

P 2<br />

Y*<br />

AS<br />

Una diminuzione<br />

dei prezzi non modifica<br />

il livello dell’output<br />

Y


Perché una riduzione di P non<br />

diminuisce Y?<br />

Perché una riduzione di P aumenta il salario reale<br />

Si determina un eccesso di offerta di lavoro<br />

Se i salari nominali sono pienamente flessibili si<br />

dovrà avere una riduzione di W tale da riportare il<br />

salario reale al livello precedente<br />

In questo modo l’eccesso di offerta è eliminato e<br />

l’occupazione (e la produzione) ritorna al suo<br />

livello precedente


Quando si sposta la curva di offerta aggregata?<br />

La curva di offerta aggregata rappresenta il livello<br />

naturale dell’output, ossia ciò che l’economia può<br />

produrre se la disoccupazione è al suo tasso naturale o<br />

normale.<br />

La curva di offerta subisce spostamenti verso destra<br />

(aumento) quando:<br />

– aumenta la forza lavoro<br />

– aumenta lo stock di capitale<br />

– c’è introduzione di nuove tecnologie


Domanda aggregata<br />

La curva di domanda aggregata mostra la<br />

relazione tra quantità di beni e servizi che<br />

famiglie , imprese (e pubblica<br />

amministrazione) desiderano acquistare al<br />

livello aggregato dei prezzi.<br />

Nella teoria neoclassica si può costruire la<br />

curva di domanda aggregata utilizzando la<br />

teoria quantitativa della moneta


Teoria Quantitativa della Moneta (TQM)<br />

Equazione degli scambi:<br />

M • V ≡ P • Y<br />

M = offerta di moneta<br />

V = velocità di circolazione<br />

P = livello generale dei prezzi<br />

Y = la quantità di output<br />

Secondo la TQM la velocità V (= P • Y/M) è costante<br />

(pari a V0 )<br />

Questa relazione è alla base della curva di domanda<br />

aggregata


Domanda Aggregata<br />

M • V 0 = P • Y<br />

Allora la quantità di moneta M determina il<br />

valore nominale del prodotto (P • Y)<br />

Ipotesi: Le famiglie domandano Y a seconda<br />

della quantità di moneta a loro disposizione<br />

Per ogni valore di M si stabilisce una<br />

relazione inversa tra P e Y che rappresenta<br />

la Domanda Aggregata


Livello dei<br />

prezzi P<br />

Rappresentazione grafica<br />

Domanda<br />

aggregata AD<br />

Reddito o prodotto, Y


Perché la AD è negativamente inclinata?<br />

Si ricorda che la velocità di circolazione è<br />

costante e pari a V 0<br />

Si assume che la quantità di moneta sia data<br />

ed esogena<br />

allora per soddisfare l’equazione<br />

quantitativa (MV=PY) ad ogni aumento di<br />

P si deve accompagnare una diminuzione di<br />

Y.


Spostamenti della AD<br />

La curva AD subisce trasposizioni in conseguenza di<br />

cambiamenti nell’offerta di moneta:<br />

Un aumento dell’offerta di moneta M fa spostare la curva<br />

di domanda verso destra.<br />

– Spiegazione: gli operatori si trovano ad avere una maggiore<br />

quantità di scorte monetarie (rispetto a quelle desiderate) e<br />

aumenteranno la loro domanda di beni e servizi per liberarsene<br />

Una riduzione di M fa spostare la domanda verso sinistra<br />

– Spiegazione: gli operatori si trovano una quantità di moneta<br />

inferiore a quella desiderata e comprimono quindi la domanda<br />

di beni


Spostamenti della AD<br />

P<br />

Un aumento nell’offerta di moneta<br />

sposta la AD verso destra<br />

AD 1<br />

Y<br />

AD 2


L’equilibrio <strong>macroeconomico</strong><br />

<strong>neoclassico</strong><br />

P*<br />

AS<br />

Y*<br />

Un aumento dell’offerta di<br />

moneta genera solo un aumento<br />

di P<br />

AD 1<br />

AD 2


Neutralità della moneta<br />

Le variazioni dell’offerta di moneta non influenzano<br />

le variabili reali.<br />

Ovvero, le condizioni di equilibrio e le scelte degli<br />

operatori rimangono inalterate quando i prezzi<br />

variano nella stessa percentuale (i prezzi relativi<br />

rimangono invariati)<br />

Esempio: la Banca Centrale raddoppia l’offerta di<br />

moneta, allora P raddoppia e i salari monetari<br />

raddoppiano; tuttavia le variabili reali (come la<br />

produzione reale, i salari reali) rimangono invariati.


CONCLUSIONI<br />

Nel modello <strong>neoclassico</strong> la produzione reale dipende<br />

dai fattori di offerta (lavoro, stock di capitale e<br />

tecnologia).<br />

Il sistema realizza sempre il pieno impiego attraverso<br />

la piena flessibilità dei salari nominali sul mercato<br />

del lavoro e dei prezzi sul mercato dei beni<br />

Non c’è mai carenza di domanda aggregata<br />

la moneta è neutrale perché variazioni dell’offerta di<br />

moneta non incidono su Y ma solo su P (e sul reddito<br />

nominale P•Y)<br />

Esiste dicotomia tra settore monetario e reale

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