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il circolo s. pietro

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Da quando Pio IX era tornato dall’es<strong>il</strong>io di Gaeta nel 1850, si erano<br />

succeduti atti che oggi definiremmo di terrorismo: bombe fatte<br />

esplodere, uccisione di zuavi, caserme saltate in aria, attentati. Nel<br />

1868 erano finiti davanti al tribunale nove giovani accusati di insurrezione<br />

al quartiere Trastevere e per aver fatto esplodere una mina<br />

che aveva ucciso alcuni soldati papalini.<br />

L’ideologia liberale e l’ardore patriottico avevano fatto breccia in<br />

alcuni sudditi dello Stato pontificio che avevano varcato i confini<br />

per correre come soldati sotto le bandiere italiane. Più di cinquem<strong>il</strong>a<br />

volontari erano partiti per la seconda guerra di indipendenza, e<br />

dopo Mentana altri giovani si erano dati alla macchia per formare<br />

bande irregolari, pronte a m<strong>il</strong>itare nell’esercito regio appena ce ne<br />

fosse stata l’occasione.<br />

Di fronte a questi tumulti, Pio IX, asceso al Soglio nel 1846, aveva<br />

scelto la via della moderazione e compiuto un gesto di clemenza<br />

proprio all’inizio del suo Pontificato. Un bando affisso nelle strade<br />

annunciava l’amnistia per i delitti politici: “Volgemmo uno sguardo<br />

compassionevole a molta inesperta gioventù, la quale sebbene trascinata<br />

da fallaci lusinghe in mezzo ai tumulti politici ci pareva piuttosto<br />

sedotta che seduttrice. Perlocchè fin d’allora meditammo di<br />

stendere la mano e di offrire la pace del cuore a quei traviati figlioli”.<br />

E concludeva “Siano soppresse e troncate le procedure criminali<br />

per delitti meramente politici”.<br />

In superficie, la vita a Roma sembrava calma. Gli stranieri continuavano<br />

a riempire gli alberghi e le centinaia di stanze in affitto.<br />

Vivevano fra Piazza di Spagna e via dell’Orso scrittori e musicisti,<br />

scultori e pittori come Liszt, <strong>il</strong> Gregorovius, Gounod, Tolstoi, <strong>il</strong><br />

novelliere Andersen e lo storico Mommsen. Ma sotto la quiete apparente,<br />

già si avvertivano i segni di disagio e di incertezza. Scriveva<br />

<strong>il</strong> Gregorovius nei suoi diari nei primi mesi del 1864: “I ripetuti<br />

scoppi di bombe hanno sparso timor panico tra gli stranieri” E anco-<br />

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