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il circolo s. pietro

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Per prima cosa, Pericoli organizzò i “Ritiri Minimi”. “L’azione<br />

- disse <strong>il</strong> Presidente ai Soci - dev’essere sostenuta, avvalorata e<br />

diretta dalla meditazione e dalla preghiera, ed è per questa indiscutib<strong>il</strong>e<br />

necessità dello spirito che la Presidenza ha quest’anno disposto<br />

che in tutti i primi venerdì del mese siano predicati dei Ritiri<br />

Minimi”.<br />

Mentre le bombe piovevano per la prima volta su due città italiane,<br />

Genova e Torino, <strong>il</strong> Presidente intensificava l’impegno religioso.<br />

“Voglio che durante <strong>il</strong> mese di maggio, ogni sera alle 19,30, si reciti<br />

<strong>il</strong> rosario”.<br />

L’Italia - dopo gli applausi di piazza - si era resa conto della gravità<br />

della situazione: scattava la precettazione, arrivavano agli italiani in<br />

età le cartoline gialle che li richiamavano al servizio m<strong>il</strong>itare.<br />

Bastimenti carichi di soldati partivano per l’Africa, per la Grecia,<br />

per l’Albania. Partivano anche i Soci del Circolo e la sera si ritrovavano<br />

nelle sale o ragazzi imberbi o pensionati. “Preghiamo sempre<br />

- disse una sera Paolo Pericoli - per i nostri Soci in guerra e per le<br />

loro famiglie”. E organizzò una corrispondenza epistolare fra <strong>il</strong><br />

Sodalizio e gli iscritti che combattevano sui vari fronti per dare loro<br />

coraggio e per comunicare una parola di conforto.<br />

Ogni sera, prima di recitare “l’oremus pro Pontifice” Paolo Pericoli<br />

pregava, con i Soci presenti, per tutti i soldati sparsi sui vari fronti e<br />

lontani dalla Patria, tanti dei quali non avrebbero più fatto ritorno.<br />

I tedeschi avanzavano su tutti i fronti. Un’avanzata così fulminea<br />

che aveva sorpreso <strong>il</strong> mondo intero e aveva convinto Mussolini a<br />

entrare in guerra, sicuro di sedersi al tavolo dei vincitori. Ma già nel<br />

‘42 le truppe dell’Asse incontravano resistenza, la campagna<br />

d’Africa segnava <strong>il</strong> passo, i carri armati di Rommel si insabbiavano<br />

nel deserto. In Russia, malgrado i mezzi corazzati dei tedeschi di<br />

ultima generazione, i generali di Hitler non riuscivano a sfondare e<br />

Leningrado aveva opposto una disperata resistenza: un assedio che<br />

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