IL CRONOVISORE - Runabianca.it
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LUDOVICO POLASTRI<br />
Quid est homo (II)<br />
“Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi e il<br />
figlio dell’uomo perché te ne curi?” (Sal. 8)<br />
Soggettivismo ed oggettivismo<br />
C’è da chiedersi se sia più reale quello che<br />
viene osservato come dato sensibile, il mondo<br />
esterno che è chiamato oggettivo o invece sia<br />
più reale ciò che viene colto come dato interiore<br />
di coscienza illuminata dello spir<strong>it</strong>o che emerge,<br />
detto soggettivo. Entrambe le realtà hanno la<br />
stessa valid<strong>it</strong>à senza prevalenze in più o in meno.<br />
Certo è che il dato dei sensi offre un denominatore<br />
che, essendo percep<strong>it</strong>o come comune dalla<br />
stragrande maggioranza degli osservatori, riscuote<br />
un coro imponente di consensi, cosicché<br />
è sent<strong>it</strong>o come indiscutibile realtà, per quanto<br />
sotto il profilo prettamente scientifico e reale<br />
tale esperienza sia del tutto errata. Mentre il<br />
dato soggettivo non susc<strong>it</strong>a un coro unanime di<br />
consensi, anzi determina discussioni inconciliabili,<br />
infin<strong>it</strong>e, tuttavia non toglie niente alla realtà<br />
del dato soggettivo, non essendo la quant<strong>it</strong>à dei<br />
consensi a determinare la ver<strong>it</strong>à di tale evidenza.<br />
E’ evidente che là ove maggiore è il consenso,<br />
più grande appare l’oggettiv<strong>it</strong>à e l’attendibil<strong>it</strong>à;<br />
ma ciò avviene perché è proprio la maggior parte<br />
degli osservatori che, aggrappati al sensibile e<br />
continuamente protesi in esso, hanno una esperienza<br />
più evidente dello stesso, cosicché tutti lo<br />
affermano. E’ infatti questa l’esperienza più facile,<br />
più generale, e più scendiamo nella scala della<br />
coscienza, dagli uomini, ad esempio, agli animali,<br />
più troviamo che tale esperienza sensibile<br />
obiettiva diviene evidente e corposa. E’ tipico<br />
nell’uomo della preistoria l’assenza di sviluppo<br />
del senso dell’io, della mancanza della coscienza<br />
del sé, come appunto appare dalla mancanza di<br />
bisogno di rappresentare, ed una coscienza in-<br />
Runa Bianca Marzo 2012 | n.8<br />
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