IL CRONOVISORE - Runabianca.it
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Fabio Garuti e Vincenzo Di Gregorio<br />
re nel punto di partenza (anche se con qualche<br />
eccezione voluta nei modelli da “guerra”).<br />
Quindi è da oltre 20.000 anni che si sono scoperte<br />
le proprietà aereodinamiche delle ali degli<br />
aereoplani e le si sono sfruttate per realizzare degli<br />
strumenti da caccia. Se a questo aggiungiamo<br />
la compless<strong>it</strong>à realizzativa di un boomerang<br />
australiano da parte di un aborigeno (oltre 3 settimane<br />
di lavoro) possiamo forse timidamente<br />
supporre che questo tipo di invenzione non può<br />
essere etichettata come “utilizzi simili = forme simili<br />
“. Sono dunque da prendere in seria considerazione<br />
due altre ipotesi che possono spiegare<br />
come si possano trovare medesime costruzioni<br />
(boomerang o piramidi ) in parti opposte nel<br />
mondo:<br />
1. Vi è stata una civiltà preesistente alla nostra<br />
in cui si sono sviluppate certe conoscenze<br />
scientifiche / astronomiche / matematiche,<br />
ecc. Questa civiltà, a causa di un evento<br />
ignoto (cataclisma?) si è diffusa in tutto<br />
il resto del mondo, lasciando con questi<br />
“manufatti” il segno della sua esistenza.<br />
A questo tipo di ipotesi si devono ascrivere<br />
le leggende di Atlantide o di un periodo<br />
d’oro precedente la nostra civiltà, noto nella<br />
m<strong>it</strong>ologia greca col nome di epoca d’oro<br />
(aurea aetas), a cui sono succedute altre<br />
epoche (dell’argento, del bronzo, degli eroi<br />
e del ferro). Troviamo questa distinzione in<br />
quasi tutte le culture. Dal paradiso terrestre<br />
di biblica memoria, alle 5 epoche descr<strong>it</strong>-<br />
Piramidi e boomerang<br />
te dai calendari Maya. Quasi tutti i popoli<br />
sostengono che ”...una volta” l’uomo aveva<br />
vissuto una condizione di v<strong>it</strong>a migliore della<br />
nostra attuale.<br />
2. La seconda ipotesi che può spiegare la diffusione<br />
in tutto il mondo di manufatti simili<br />
è quella di una capac<strong>it</strong>à di comunicazione<br />
(evidentemente via mare) tale da ipotizzare<br />
traffici intensi e duraturi dall’Australia<br />
all’America, dalla Cina all’Europa.<br />
Entrambe le teorie sono osteggiate da quella<br />
che si definisce la “scienza ortodossa”.<br />
Noi non ci possiamo definire “uomini di scienza”,<br />
ma semplicemente “ricercatori”.<br />
Una delle doti di un bravo ricercatore è quella<br />
di “fiutare una pista”. Capire da piccoli indizi<br />
che c’è qualcosa che stona in quello che ci viene<br />
raccontato sui banchi di scuola. Che alcune cose<br />
“stridono” come le unghie su una lavagna.<br />
Nel 1998, un certo Bauval ipotizza che le tre<br />
famose piramidi della piana di Giza non siano<br />
posizionate per caso, ma che fossero la raffigurazione<br />
in terra delle tre stelle della Cintura di<br />
Orione. Sappiamo tutti che questa ipotesi non<br />
ha convinto molti e che da allora Bauval non ha<br />
libero accesso alla piana di Giza (non avendo più<br />
avuto da Zahi Hawass le autorizzazioni necessarie).<br />
Eppure la teoria non sembrerebbe così “peregrina”,<br />
in quanto per gli egiziani Orione era la<br />
loro principale divin<strong>it</strong>à e voler rappresentare la<br />
costellazione del loro Dio in terra non era altro<br />
che realizzare la famosa frase “come in cielo, cosi<br />
FOTO: ALLINEAMENTI DELLE PIRAMIDI SPARSE PER <strong>IL</strong> GLOBO<br />
Runa Bianca Marzo 2012 | n.8