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Isolamento ed identificazione degli agenti eziologici virali in un ...

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<strong>Isolamento</strong> <strong>ed</strong> <strong>identificazione</strong> <strong>degli</strong> <strong>agenti</strong> <strong>eziologici</strong> <strong>virali</strong><br />

<strong>in</strong> <strong>un</strong> episodio di mortalità <strong>in</strong>fantile verificatosi a Napoli<br />

dall'ottobre 1978 all'aprile 1979<br />

G. VECCHIO (a). A. FUSCO (a), M. FERRENTINO (a), G. MANCINI (b), P. VERANI (b),<br />

M. RAPICETTA (b), G. ARANGIO-RUIZ (b), M. C. LOPES (b), M. G. CIUFOLINI (6).<br />

1. DONATELLI (b), G. MORACE (b), L. NICOLETTI (b) e C. ROZERA (b),<br />

(o) Catt<strong>ed</strong>ra di Virologia Ornologica, Iscituto di Patologia Generale, IF Facoltà di M<strong>ed</strong>ic<strong>in</strong>o<br />

e Chirurgia, Univeraith di Napoli.<br />

(b) Laboratorio di .Malattie Batteriche e Virali, Istituto Superiore di Sonitd.<br />

Negli ultimi mesi del 1978 si è verificato, neUa prov<strong>in</strong>cia di Napoli,<br />

<strong>un</strong> alto numero di decessi di bamb<strong>in</strong>i al disotto di due anni, con <strong>un</strong>a s<strong>in</strong>tomatologia<br />

apparentemente simile e con <strong>un</strong> decorso brevissimo. La diagnosi<br />

<strong>in</strong>iziale formulata dai cl<strong>in</strong>ici del reparto di rianimazione, dove questi bamb<strong>in</strong>i<br />

venivano ricoverati, fu di sospetta encefdite o encefalopatia di probabile eziologia<br />

virale <strong>in</strong> concomitanza con <strong>un</strong> « distress » respiratorio. I1 decorso rapido<br />

della malattia non permetteva però il rilevamento dei segni cl<strong>in</strong>ici caratteristici<br />

di processi <strong>in</strong>fiammatori del sistema nervoso centrale (SNC), né l'esame<br />

del liquor (quando disponibile) rivelava alterazioni tipiche di <strong>in</strong>fezioni <strong>virali</strong>.<br />

Questo orientamento diagnostico cl<strong>in</strong>ico, la scarsità dei risultati deUe analisi<br />

di laboratorio e la mancanza di dati anatomo-patologici, <strong>in</strong>dirizzavano<br />

di conseguenza le ricerche verso i virus maggiormente implicati nelle affezioni<br />

acute del SNC. Infatti le notizie epidemiologiche disponibili e la s<strong>in</strong>tomatologia<br />

non facevano <strong>in</strong>quadrare i casi <strong>in</strong> <strong>un</strong>a s<strong>in</strong>drome riportabile ad<br />

<strong>un</strong> s<strong>in</strong>golo agente eziologico. Si <strong>in</strong>dirizzavano perciò i tentativi di isolamento<br />

virale, per quanto riguardava sia il tipo di materiale da analizzare che il tipo<br />

di colture cellulari e di animali da <strong>in</strong>oculare verso gli enterovirus, i virus<br />

herpe~,,e gli arbovirus. La ristretta classe di età colpita, l'alto <strong>in</strong>dice di mortalità,<br />

la distribuzione sporadica dei casi, che sembrava escludere il contagio<br />

<strong>in</strong>terumano, erano tutti elementi non completamente cnmpatibili con<br />

le varie ipotesi <strong>virali</strong> prospettate. Infatti i risultati <strong>degli</strong> esami istologici,


quando si resero disponibili, non confermarono la diagnosi di affezione acuta<br />

del SNC, ma evidenziarono, <strong>in</strong> molti casi, chiare lesioni a li\-cllo del paren-<br />

chima polmonare.<br />

Inoltre, dalla f<strong>in</strong>e del dicembre 1978, dopo <strong>un</strong> periodo di 20 giorni <strong>in</strong><br />

cui l'episodio sembrava risolto' <strong>in</strong>iziarono nuove e sempre più numerose W-<br />

gnalazioni di morti <strong>in</strong>fantili, che apparivano conseguenti ad <strong>un</strong>a affezione<br />

di tipo respiratorio, ipotesi diagnostica suffragata rapidamente da reperto<br />

istopatologico. Le ricerche virologiche si <strong>in</strong>dirizzarono allora verso l'isola-<br />

mento di <strong>agenti</strong> responsabili di <strong>in</strong>fezioni acute respiratorie.<br />

Sono descritti <strong>in</strong> questo lavoro i risultati delle ricerche virologiche<br />

effettuate su campioni prelevati da bamb<strong>in</strong>i ricoverati al reparto di riani-<br />

mazione dell'osp<strong>ed</strong>ale Santohono di Napoli e su campioni prelevati da bam-<br />

b<strong>in</strong>i ricoverati per malattie respiratorie acute <strong>in</strong> reparti p<strong>ed</strong>iatrici di alc<strong>un</strong>i<br />

osp<strong>ed</strong>ali napoletani, durante il periodo di massima <strong>in</strong>cidenza della morta-<br />

lità.<br />

MATERIALI E METODI<br />

Popolazione esam<strong>in</strong>ata<br />

Sono stati esam<strong>in</strong>ati 123 bamb<strong>in</strong>i di età compresa, per la maggior parte,<br />

fra O e 24 mesi: 91 provenienti dal reparto di rianimazione dell'0sp<strong>ed</strong>ale<br />

Santobono di Napoli (RIA) fra l'ottobre 1978 e l'aprile 1979 e 32 ricove-<br />

rati per affezioni acute a carico dell'apparato respiratorio fra il gennaio<br />

<strong>ed</strong> il marzo 1979 <strong>in</strong> vari osp<strong>ed</strong>ali p<strong>ed</strong>iatrici napoletani.<br />

Campioni<br />

Per ciasc<strong>un</strong> caso esam<strong>in</strong>ato tamponi far<strong>in</strong>gei e/o aspirati hronchiali<br />

sono stati prelevati all'atto del ricovero; frammenti autoptici di tessuto<br />

polmonare, di bulbo e di corteccia cerehrale sono stati prelevati entro 3 6<br />

ore dal decesso (per quanto riguarda i casi esam<strong>in</strong>ati prima del 22 gennaio<br />

1979 entro le 24-36 ore dal decesso).<br />

I campioni esam<strong>in</strong>ati a Roma presso l'Istituto Superiore di Sanità<br />

sono stati trasportati <strong>in</strong> ghiaccio secco e conservati alla temperatura di<br />

-80 oC f<strong>in</strong>o al momento dell'<strong>in</strong>ocuIo. A partire dal mese di gennaio 1979<br />

la maggior parte dei campioni è stata esam<strong>in</strong>ata <strong>in</strong> doppio (a Roma <strong>ed</strong> allo<br />

Istituto di Patologia Generale dell'Università di Napoli). I campioni esa-<br />

m<strong>in</strong>ati a Napoli sono stati <strong>in</strong>oculati imm<strong>ed</strong>iatamente senza prec<strong>ed</strong>ente con-<br />

gelamento.<br />

I tamponi far<strong>in</strong>gei, al momento dell'<strong>in</strong>oculo, sono stati stemperati<br />

<strong>in</strong> eoluzione fisiologica tamponata (PBS) contenente <strong>un</strong>a concentrazione<br />

,, ,. e,


tripla di antibiotici (300 U/ml di penicill<strong>in</strong>a, 300 pg/ml di streptomic<strong>in</strong>a,<br />

6 I~g/ml di f<strong>un</strong>gizone) <strong>ed</strong> il 5 % di siero <strong>in</strong>attivato di pollo. Gli aspirati<br />

bronchiali sono stati <strong>in</strong>oculati direttamente previa aggi<strong>un</strong>ta di anti-<br />

biotici.<br />

I campioni autoptici, dopo lavaggio <strong>in</strong> soluzione sal<strong>in</strong>a di Hank's con-<br />

tenente <strong>un</strong>a concentrazione tripla di antibiotici, sono stati pestati <strong>in</strong> <strong>un</strong> mor-<br />

taio refrigerato e risospesi al 10 % (peso/volume) <strong>in</strong> soluzione sal<strong>in</strong>a di<br />

Hank's con il 5 % di siero <strong>in</strong>attivato di pollo. La sospensione è stata centri-<br />

fugata a 3000 xg per 20' <strong>in</strong> centrifuga refrigerata <strong>ed</strong> il sopranatante è stato<br />

usato per l'<strong>in</strong>oculazione nei sistemi <strong>in</strong> vivo <strong>ed</strong> <strong>in</strong> vitro.<br />

Sistemi di isolamento<br />

1) Colture cellulan tutti i campioni sono stati <strong>in</strong>oculati simultanea-<br />

mente <strong>in</strong> tre tipi di colture di tessuto:<br />

a) colture primarie di rene di scimmia (Cercopithecus aethiops e/o<br />

lacaca mulatta);<br />

b) colture di l<strong>in</strong>ea HEp-2, ottenute dall'Amencan Type Culture<br />

Cullection;<br />

C) colture di fibroblasti diploidi di orig<strong>in</strong>e umana.<br />

11 terreno di crescita impiegato è stato per tutte le colture Eagle rn<strong>in</strong>i-<br />

mal essential m<strong>ed</strong>ium (MEM) con O,11 % di bicarbonato, 10 % di siero vi-<br />

tello fetale (SVF), 100 U/ml di penicill<strong>in</strong>a, 100 pg/ml di streptomic<strong>in</strong>a e<br />

2 pg/d di f<strong>un</strong>gizone. 11 terreno di mantenimento è stato MEM con 0,22 44<br />

di bicarbonato, 0,5-1 % di SVF, 100 U/ml di penicill<strong>in</strong>a, 100 pg/ml di strep-<br />

tumic<strong>in</strong>a e 2 pg/ml di f<strong>un</strong>gizone.<br />

Ciasc<strong>un</strong> campione, preparato come prec<strong>ed</strong>entemente descritto, è stato<br />

<strong>in</strong>oculato, nella quantità di 0,l m1 per tubo, <strong>in</strong> 4 tubi di ogni coltura cellu-<br />

lare impiegata. Dopo 1 ora di assorbimento a 35 OC, 2 m1 di terreno di mante-<br />

nimento venivano aggi<strong>un</strong>ti ad ogni tubo. Le culture venivano <strong>in</strong>cubate a<br />

35 0C e l'osservazione era protratta per 20-25 giorni, anche m<strong>ed</strong>iante pas-<br />

saggio <strong>in</strong> colture nuovamente allestite.<br />

Al 70 e 150 giorno dall'<strong>in</strong>oculazione, sulle colture di rene di scimmia<br />

è stata effettuata la prova di emoadsorhimento con emazie di cavia sospese<br />

allo 0,4 % <strong>in</strong> soluzione fisiologica.<br />

2) Uova embrionate di pollo: ciasc<strong>un</strong> campione è stato <strong>in</strong>oculato nella<br />

caviti3 amniotica di uova <strong>in</strong> 128 giornata di <strong>in</strong>cubazione nella quantità di<br />

a h<br />

0.1 ml/uo,o. Le uova <strong>in</strong>oculate sono state <strong>in</strong>cubate 72 ore a 33 "C <strong>ed</strong> i liquidi<br />

amniotici prrlevati sono stati saggiati per la presenza di >irus emoagglut<strong>in</strong>anti<br />

con emazie di pollo sospese allo 0,5 q/, <strong>in</strong> soluzione fisiologica. Per tutti


i campioni è stato eseguito <strong>un</strong> secondo passaggi


lili . . . . . ')l 211 ,i ! I.<br />

l 2.0) (7,) (i. i) ' (L; I)<br />

gnwi a n n t i ;ilfvzionc rvcpiratoria (l>ro~icopolrnoriitr, Iirnn


n.<br />

Adenovirus


o<br />

16<br />

R.I.A.<br />

.C l L Reparti<br />

12<br />

U<br />

l o .-<br />

W<br />

C 6<br />

.- 0<br />

N 6<br />

o<br />

a L<br />

= 2<br />

-<br />

7 i<br />

O 5 10 15 20 24 > 2L<br />

R.S.<br />

0 Adenovirus<br />

5 2<br />

.- i<br />

C 8 /H*<br />

E o - 2<br />

.- ?,<br />

Herpes<br />

n<br />

0<br />

z<br />

2 A<br />

m<br />

B Intluenza<br />

n<br />

A A<br />

I&+--<br />

2<br />

L3<br />

I 1 ,A*<br />

Poro<strong>in</strong>fluenzo<br />

, 1<br />

/*+T-<br />

2 M. C.Aw P. 3 C.A9<br />

-n+-<br />

O 5 1 O 15 2 O 2 26<br />

eta I n mesi<br />

Fig. 2. - Distribuzione per età <strong>degli</strong> isolamenti <strong>virali</strong> da 123 panienti esam<strong>in</strong>ati.<br />

NeUa Tab. 2 sono riportati il numero <strong>ed</strong> il tipo dei campioni, relativi<br />

a 123 pazienti, esam<strong>in</strong>ati per l'isolamento di virus <strong>ed</strong> il numero <strong>ed</strong> il tipo<br />

deiceppi <strong>virali</strong> da essi isolati. Alc<strong>un</strong>i campioni, relativi allo stesso soggetto,<br />

sono stati esam<strong>in</strong>ati <strong>in</strong> doppio a Napoli <strong>ed</strong> a Roma, dando luogo, <strong>in</strong> alc<strong>un</strong>i<br />

casi, a due isolamenti dello stesso virus. Solo <strong>in</strong> due casi si è ottenuto l'isolamento<br />

di 2 virus diversi da campioni dello stesso soggetto (virus h~rpes<br />

simplex <strong>ed</strong> <strong>in</strong>fluenzale HINI da tampone far<strong>in</strong>geo di <strong>un</strong> paziente \muto a<br />

guarigione; ~irus RS da tampone far<strong>in</strong>geo e adenovirus dal polmone di


796 ECCESSO 01 MORTALIT* INFANTILE NAPOLI NELL'AUTL'VNO-~\\ERIU 1978-79<br />

TABELLA 2<br />

Isolamenti <strong>virali</strong> da 288 campioni esam<strong>in</strong>ati provenienti da 123 pazienti<br />

CAMPIONE<br />

Tampone far<strong>in</strong>geo . .<br />

Aspirato bmnchiale .<br />

Polmone . . . . , ,<br />

Liquor . . . . . . .<br />

Bulbo . . , . , . .<br />

Corteccia cerebrale . ,<br />

<strong>un</strong> paziente dec<strong>ed</strong>uto al RIA). In tre soggetti è stato isolato lo stesso virus<br />

dal tampone far<strong>in</strong>geo e dal polmone (rispettivamente <strong>un</strong> adenovirus di<br />

tipo 2, <strong>un</strong> adenovirus di tipo 7, <strong>ed</strong> <strong>un</strong> virus herpes simplex). l? da sotto-<br />

l<strong>in</strong>eare che 7 ceppi di adenovirus (da campioni di 5 soggetti), due ceppi di<br />

virus RS e due ceppi di vims herpes simplex sono stati isolati da materiale<br />

autoptico polmonare. Tutti gli altri isoiamenti di vims respiratori sono Stati<br />

ottenuti da tampone far<strong>in</strong>geo.<br />

Due virus coxsackie, tipo A9 e A10, sono stati isolati da vari campioni<br />

di due soggetti. Tranne che <strong>in</strong> questi due casi, non si sono ottenuti altri<br />

isolamenti dal liquor e da segmenti del SNC.<br />

Se si mettono <strong>in</strong> relazione i Wus isolati con l'esito della malattia, si<br />

nota che si è avuto lo stesso numero di isolamenti dai dec<strong>ed</strong>uti e dai guariti,<br />

anche se questi ultimi sono <strong>in</strong> numero m<strong>in</strong>ore (Tab. 3).<br />

Si nota <strong>in</strong>oltre che gli isolamenti di adenovirus sono stati ottenuti <strong>in</strong><br />

maggioranza nei casi di decesso, che gli isolamenti di virus RS e di virus<br />

herpes simplex sono stati ottenuti circa <strong>in</strong> egual numero sia nei dec<strong>ed</strong>uti,<br />

sia nei sopravvissuti, e che i virus <strong>in</strong>flenzali e para<strong>in</strong>fluenzali sono <strong>in</strong>vece<br />

stati isolati nei soggetti venuti a guarigione, tranne <strong>in</strong> <strong>un</strong> caso.


NeUa Tab. 4 vengono riportati gli isolamenti <strong>virali</strong> <strong>in</strong> rapporto ai aiste-<br />

mi celiulari o <strong>in</strong> uivo utiiizzati. I tibroblasti diploidi umani hanno rappresen-<br />

tato il sistema di Lohmento pih adatto per tutti i virus respiratori. E <strong>in</strong>re-<br />

ressante considerare che questo sistema, neUa nostra esperienza, ai C rile-<br />

vato ancora pi& utile delle celiule HEp-2 per quanto concerne i'isolamento<br />

del virus RS.<br />

Reiszionc fra isoiamenti vidi e mito delia malattia<br />

SISTEYA DI ISOLAYENTO<br />

Tonu<br />

Rmc primono di scimmia , . . 13<br />

HEp2 ............ 10<br />

Fibmblpiti diploidi -ani ... 11<br />

Uova ernbrionste di pob ...<br />

1 4<br />

Topo neonato ....... 1


Nella Fig. 3 viene mostrato il tipico effetto citopatico provocato dal<br />

virus RS <strong>in</strong> cellule HEp-2, vale a dire la formazione di s<strong>in</strong>cizi. Nella Fig.<br />

4 viene mostrato l'effetto citopatico provocato dallo stesso virus su fibro-<br />

blasti diploidi umani, In questo sistema cellulare l'effetto è molto netto e<br />

caratteristico, e consiste <strong>in</strong> <strong>un</strong>a degenerazione massiva del monostrato cel.<br />

lnlare caratterizzata dalla rarefazione dei fibroblasti tra i cui prol<strong>un</strong>gamenti<br />

compaiono raggruppamenti di cellule arrotondate e detriti cellulari. , *,<br />

DISCUSSIONE<br />

Nel presente lavoro sono stati esam<strong>in</strong>ati due differenti campioni di<br />

pazienti <strong>in</strong> età p<strong>ed</strong>iatrica. I1 primo è costituito da bamb<strong>in</strong>i ricoverati nel<br />

reparto di rianimazione dell'Osp<strong>ed</strong>ale Santobono di Napoli nel periodo<br />

ottobre 1978-apri& 1979 con <strong>un</strong>a s<strong>in</strong>tomatologia prevalentemente neuro-<br />

logica, conseguente spesso ad <strong>un</strong> improvviso aggravamento di <strong>un</strong>a banale<br />

affezione respiratoria, culm<strong>in</strong>ante rapidamente, nell'80 % dei casi circa, <strong>in</strong><br />

coma e morte. I1 secondo gmppo è costituito da pazienti ricoverati <strong>in</strong> vari<br />

osp<strong>ed</strong>ali p<strong>ed</strong>iatrici napoletani per affezioni respiratorie acute durante il<br />

periodo gennaio-mano 1979, la maggior parte dei quali è stata dimessa<br />

con guarigione completa.<br />

In questi due gruppi di pazienti sono state effettuate <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i rivolte<br />

au'isolamento di virus allo scopo di accertare l'eziologia di queste affezioni<br />

e di verificare se gli <strong>agenti</strong> <strong>virali</strong> eventualmente isolati dai pazienti dec<strong>ed</strong>uti<br />

nel reparto di rianimazione dell'Osp<strong>ed</strong>ale Santobono fossero gli stessi respon-<br />

sabili delle s<strong>in</strong>dromi chiaramente respiratorie dei bamb<strong>in</strong>i ricoverati nei<br />

reparti p<strong>ed</strong>iatrici. Dall'analisi riportata nella Tab. 1 risulta che tutti i piì~<br />

com<strong>un</strong>i <strong>agenti</strong> <strong>virali</strong> respiratori dell'<strong>in</strong>fanzia (adenovirus, virus RS, virus<br />

herpes simplex) sono stati isolati sia da pazienti ricoverati <strong>in</strong> rianimazione<br />

sia da quelli dei reparti p<strong>ed</strong>iatnci. Vims <strong>in</strong>fluenzali e para<strong>in</strong>fluenzali sono stati<br />

isolati <strong>in</strong>vece soltanto dai pazienti ricoverati nei reparti p<strong>ed</strong>iatrici, ad ecce-<br />

zione di <strong>un</strong> ceppo di virus <strong>in</strong>fluenzale di tipo B isolato da <strong>un</strong> bamb<strong>in</strong>o <strong>in</strong><br />

cui l'esame autoptico polmonare ha riievato importanti segni di pneumo-<br />

patia <strong>in</strong>terstiziale [2]. Inoltre sono stati isolati da pazienti del reparto di<br />

nanimaeione <strong>agenti</strong> <strong>virali</strong> meno com<strong>un</strong>emente implicati <strong>in</strong> affezioni respira-<br />

torie <strong>in</strong>fantili, quali i virus coxsackie A9 e A10. Va ricordato che, <strong>in</strong> questi<br />

due casi, l'isolamento del virus è stato ottenuto sia dal tessuto nervoso (e<br />

liquor) sia dal polmone, denotando cioè <strong>un</strong>a <strong>in</strong>fezione generalizzata. Fattori<br />

concomitanti (dehienze imm<strong>un</strong>ologiche, terapia cortisonica, ecc.) possono<br />

avere contributo alla generalizzazione dell'<strong>in</strong>fezione.<br />

Benché il campione esam<strong>in</strong>ato, relativo ai reparti di p<strong>ed</strong>iatria, sia<br />

relativamente piccolo, sembra lecito concludere che più di <strong>un</strong> agente virale


VECCHIO, PVSCO, YEBBENTINO. UAXClW ED ILTPI 799<br />

responsabile di <strong>in</strong>fezioni respiratorie sia circolato nel periodo gennaio-marzo<br />

1979 nel com<strong>un</strong>e e nella prov<strong>in</strong>cia di Napoli.<br />

Per quanto riguarda i bamb<strong>in</strong>i ricoverati nel reparto di rianimazione<br />

è opport<strong>un</strong>o considerare che questo gruppo di pazienti è più eterogeneo<br />

rispetto a quello dei pazienti ricoverati <strong>in</strong> osp<strong>ed</strong>ali p<strong>ed</strong>iatrici, sia per quanto<br />

riguarda la s<strong>in</strong>tomatologia con cui questi bamb<strong>in</strong>i si sono presentati, sia<br />

per il più l<strong>un</strong>go arco di tempo (ottobre 1978-aprile 1979) durante il quale<br />

si sono verificati i ricoveri. Anche <strong>in</strong> questo gruppo di pazienti si è rilevata<br />

<strong>un</strong>a pluralità di isolamenti <strong>virali</strong> con <strong>un</strong>a maggiore frequenza del virus<br />

RS rispetto agli alt& virus.<br />

Tra i vari virus respiratori, il virus RS è ritenuto, <strong>in</strong> effetti, l'agente<br />

patogeno più frequente di bronchioliti fatali nei bamb<strong>in</strong>i[3]. Tuttavia è<br />

<strong>in</strong>teressante notare che nei soggetti esam<strong>in</strong>ati, la maggioranza <strong>degli</strong> isola-<br />

menti da materiale autoptico polmonare è stata di adenovirus piiì che<br />

di vim RS. E noto, d'altra parte, che alc<strong>un</strong>i adenovirus possono provocare<br />

pneumopatie mortali nei bamb<strong>in</strong>i alla stessa stregua del virus RS [4-61.<br />

E <strong>in</strong>teressante, a questo proposito, sottol<strong>in</strong>eare come da alc<strong>un</strong>e recenti<br />

ricerche è risultato che tanto I'adenovirus di tipo 3 quanto il vims RS sono<br />

capaci di replicarsi attivamente <strong>in</strong> colture di pneumociti umani di tipo I1<br />

che sono le cellule responsabili della produzione del u surfactant m. E possi-<br />

bile pertanto che l'<strong>in</strong>fezione prodotta da questi virus, che pub evolvere <strong>in</strong><br />

<strong>un</strong>a polmonite o <strong>in</strong> <strong>un</strong>a bronchiolite, comporti <strong>un</strong>a distmzione selettiva<br />

o <strong>un</strong> danno grave proprio di queste cellule [q.<br />

Anche il vims herpes simplex è stato isolato da materiale autoptico<br />

polmonare di due casi di bamb<strong>in</strong>i dec<strong>ed</strong>uti nel repatro di rianimazione.<br />

Questo tipo di v<strong>in</strong>is, che è certamente responsabile di affezioni respiratorie<br />

acute dell'età adulta [8,9], viene frequentemente riscontrato anche nelle<br />

affezioni respiratorie acute <strong>in</strong>fantili[lO]. Tanto nel caso dei ricoverati nei<br />

reparti p<strong>ed</strong>iatnci, quanto <strong>in</strong> quello dei bamb<strong>in</strong>i ricoverati <strong>in</strong> rianimazione,<br />

le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i sugli isolamenti <strong>virali</strong> sono state completate con <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i siero-<br />

logiche effettuate m<strong>ed</strong>iante la tecnica delta fissazione del complemento.<br />

La bassa frequenza di sieroconversioni ottenute, spiegabile <strong>in</strong> parte con la<br />

specifica età dei bamb<strong>in</strong>i colpiti, età nella quale è raro poter dimostrare <strong>un</strong><br />

aumento del titolo di anticorpi fissanti il complemento [11] <strong>ed</strong> <strong>in</strong> parte<br />

con I'impossibilità, <strong>in</strong> molti casi, di ottenere i due sieri <strong>in</strong>dispensabili per<br />

effettuare questa ricerca, rende poco significativo questo tipo di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i<br />

qb* pertanto non sono state qui riportate.<br />

Poiché è stato sottol<strong>in</strong>eato che durante l'<strong>in</strong>verno 1978-1979 si è regi-<br />

strato <strong>un</strong> notevole aumento dei ricoveri osp<strong>ed</strong>alieri per bronchioliti e polmo-<br />

niti dell'<strong>in</strong>fanzia nella città di Napoli (Relazione del Consiglio Superiore di<br />

Sanità) e poiché è noto che questo segno rappresenta <strong>un</strong>a chiara <strong>in</strong>dicazione<br />

epidemiologica di <strong>un</strong>a recrudescenza di virus RS [12], è lecito domandarsi


se la scarsa preponderanza di questo virus da noi rilevata sia stata determi-<br />

nata dalla <strong>in</strong>sensibilità dei sistemi cellulari utilizzati. <strong>in</strong>fatti noto che le<br />

cellulr HEp-2. che rappresentano <strong>un</strong>o dei sistemi cellulari d'elezione<br />

per I'isolaniento del virus RS, a volte possono risultare scarsamente sensi-<br />

hili all'<strong>in</strong>fezione di questo agente virale [l3]. Tuttavia, come è evidente dai<br />

risiiltati presentati nella Tal. 4, noi abbiamo utilizzato più sistemi c&M-<br />

lari, <strong>un</strong>o dei quali si è rivelato anche più idoneo delle cellule HEp-2 per<br />

l'isolam~nto del virus RS. L'efl'etto citopatico prodotto da questo virus su<br />

fibroblasti diploidi umani è stato nettamente evidente <strong>ed</strong> analogo a quello<br />

riportato <strong>in</strong> studi effettuati prec<strong>ed</strong>entemente <strong>in</strong> altri laboratori [l4]. Inoltre<br />

la scarsa frequenza relativa di isolamento di virus RS non può essere attri-<br />

buita all'<strong>in</strong>attivazione di questo virus, poichè, a partire dal gennaio 1979<br />

le <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i virologiche qui descritte sono state condotte <strong>in</strong> parallelo all9Isti-<br />

tuto Superiore di Sanità <strong>ed</strong> all'Istituto di Patologia Generale di Napoli,<br />

dove il tempo <strong>in</strong>tercorrente tra il prelievo del materiale (tampone far<strong>in</strong>ge0<br />

o autopsia polmonare) e <strong>in</strong>oculo delle colture cellulari è stato brevissimo<br />

(dell'ord<strong>in</strong>e di qualche ora). D'altra parte l'idoneità delle metodiche ado-<br />

perate è testimoniata dall'alta percentuale complessiva di isolamenti effet-<br />

tuati, <strong>ed</strong> <strong>in</strong> particolare dal materiale autoptico polmonare, soprattutto se<br />

confrontata con la percentuale di isolamenti <strong>virali</strong> che si ottengono normal-<br />

mente a partire da tale materiale.<br />

Dai dati riportati e sulla base di quanto detto sopra sembra pertanto<br />

lecito escludere che <strong>un</strong> <strong>un</strong>ico agente viralr sia stato responsabile delle affezioni<br />

respiratorie culm<strong>in</strong>ate nei decessi riscontrati nel com<strong>un</strong>e e nella prov<strong>in</strong>cia<br />

di Napoli nel periodo aut<strong>un</strong>no-<strong>in</strong>verno 1978-1979. Questa conclusione<br />

è <strong>in</strong> accordo con l'osservazione della pluralità <strong>degli</strong> <strong>agenti</strong> respiratori riscontrata<br />

nei reparti p<strong>ed</strong>iatrici di alc<strong>un</strong>i osp<strong>ed</strong>ali cittad<strong>in</strong>i nel periodo <strong>in</strong>vernal~<br />

dello stesso anno.<br />

Una pluralità di <strong>agenti</strong> <strong>virali</strong> responsabili di affezioni respiratorie acute<br />

nella popolazion~ <strong>in</strong>fantile italiana si rileva anche dai dati disponibili <strong>in</strong><br />

letteratura, basati sia sull'isolamento virale sia su dati sierologici [15-181.<br />

Una preponderanza del virus RS si riscontra pr<strong>in</strong>cipalmente nei bamb<strong>in</strong>i<br />

al disotto dei sei mesi nelle hroncopneumopatie, specialmente bronchioliti,<br />

con <strong>un</strong>a variazione nei diversi anni. Va però rilevato che queste casistiche<br />

non fanno riferimento <strong>in</strong> genere a episodi di mortalità; <strong>in</strong> particolare si può<br />

citare <strong>un</strong>o studio condotto su <strong>un</strong> campione di popolazione <strong>in</strong>fantile <strong>in</strong> Umbria<br />

nei primi mesi del 1979, contemporaneo all'episodio oggetto di questo studio,<br />

che ha evidenziato <strong>un</strong>a <strong>in</strong>cidenza particolarmente elevata di <strong>in</strong>fezioni da<br />

virus RS <strong>in</strong> casi di bronc~pneumo~atie, ma <strong>in</strong> cui non si sono verificati casi<br />

mortali, nonostante la presenza di forme gravi, specie nei soggetti della prima<br />

<strong>in</strong>fanzia [19].<br />

Ani, Ixi. Siiprr. Sanilci (1951) 11, 789%0"


Alio scopo di accertare meglio i rapporti tra isolamento virale e causa<br />

di morte sarebbe necessario effettuare <strong>un</strong>o studio più approfondito per sta-<br />

bilire <strong>un</strong>a più stretta correiazione tra aspetti auatomo-patologici e isto-<br />

logici del polmone (pr<strong>in</strong>cipale organo <strong>in</strong> cui si sono riscontrate alterazioni<br />

di rilievo nei bamb<strong>in</strong>i dec<strong>ed</strong>uti [2], e tipi di vims isolati. Allo stato attuale,<br />

mentre gli isolamenti <strong>virali</strong> effettuati (soprattutto dal materiale autoptico<br />

polmonare) possono costituire l'<strong>in</strong>dicazione di <strong>un</strong> sicuro momento eziologico<br />

<strong>in</strong>iziale delle s<strong>in</strong>dromi respiratorie acute verificatesi a Napoli, l'evento morte<br />

deve considerarsi ancora per buona parte difficilmente <strong>in</strong>terpretabile, anche<br />

se è possibile che altri fattori patogenetici abbiano avuto <strong>un</strong> molo importante<br />

nel determ<strong>in</strong>arlo, quale ad esempio <strong>un</strong> deficit imm<strong>un</strong>itario, come suggerito<br />

dalle ricerche condotte su alc<strong>un</strong>i dei bamb<strong>in</strong>i oggetto di questo studio [%l].<br />

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Le <strong>in</strong>fezioni respiratorie <strong>virali</strong> <strong>in</strong> età p<strong>ed</strong>iatrica<br />

(o) Lohorii/"iri quattro div


egistrati negli ultimi anni <strong>in</strong> diversi Paesi [9-111. I tassi di letaliti, calcolati<br />

<strong>in</strong> occasioni epidemiche chr hanno <strong>in</strong>teressato <strong>in</strong> forma particolarmente.<br />

grave gruppi di popolazione <strong>in</strong>fantile, risultano solitamente dell'ord<strong>in</strong>e del<br />

7-10 y0 [12]. E da notare tuttavia come non sia sempre agevole valutare,<br />

sulla base dei dati riportati, quali siano stati i ruoli giocati di volta <strong>in</strong> volta<br />

dai diversi tipi <strong>virali</strong>, sia per alc<strong>un</strong>e persistenti difficoltà di tipizzazione sia<br />

per la eventuale concomitanza di fattori che possono <strong>in</strong>fluenzare anche<br />

drasticamente il decorso cl<strong>in</strong>ico della malattia. Basterà ricordare a f%fè ri-<br />

guardo i casi di <strong>in</strong>fezioni respiratorie acute ad esito letale, da adenovirus<br />

dei tipi 34 e 35 (non noti <strong>in</strong> prec<strong>ed</strong>enza come <strong>agenti</strong> <strong>eziologici</strong>), osservati<br />

recentemente <strong>in</strong> soggetti sottoposti a trattamenti terapeutici imm<strong>un</strong>osop-<br />

pressivi [13-141; o ancora il riconoscimento: quali <strong>agenti</strong> causali di morte<br />

<strong>in</strong> bamb<strong>in</strong>i di pochi mesi, dei tipi 2 e 22 mai associati <strong>in</strong> prec<strong>ed</strong>enza a forme<br />

respiratorie gravi [13-161. Per quanto concerne poi le difficoltà di siero-<br />

tipizzazione presentate da alc<strong>un</strong>e'varianti antigeniche per le quali l'applica-<br />

zione delle tecniche di neutralizzazione e di <strong>in</strong>ibizione dell'emoagglut<strong>in</strong>azione<br />

fornisce risposte discordanti, queste appaiono ancora irrisolte e meritano<br />

certo rapida attenzione. In <strong>un</strong>a recente com<strong>un</strong>icazione, ad esempio, ricerca-<br />

tori dei CDC e della Vanderbilt University hanno descritto dieci casi di <strong>in</strong>fe-<br />

zione da adenovirus, con co<strong>in</strong>volgimento delle basse e alte n e respiratorie,<br />

<strong>in</strong> soggetti (sette maschi e tre femm<strong>in</strong>e) di età compresa tra 5 mesi e 39<br />

anni: mentre m<strong>ed</strong>iante siero-neutralizzazione tutti i virus isolati risulta-<br />

vano appartenere al tipo 21, con le prove di <strong>in</strong>ibizione dell'emoagglut<strong>in</strong>a-<br />

zione con antisieri di riferimento di coniglio e di cavallo gli stessi virus ve-<br />

nivano attribuiti ai tipi 21, 34 e 35, Viceversa, gli antisieri di coniglio rela-<br />

tivi ai ceppi isolati dai pazienti avevano titoli elevati di anticorpi neutra-<br />

lizzanti il tipo 21 <strong>ed</strong> elevati titoli di anticorpi <strong>in</strong>ibenti l'emoagglut<strong>in</strong>azione<br />

rispondenti ai tipi 21 e 35 [17].<br />

Sotto il profilo della prevenzione, la maggior parte dello sforzo di ri-<br />

cerca è stata rivolta allo sviluppo di vacc<strong>in</strong>i capaci di ridurre i'<strong>in</strong>cidenza<br />

delle affezioni respiratorie acute da adenovirus. I tentativi <strong>in</strong> tale direzione<br />

sono stati resi assai difficoltosi sia dal riconoscimento <strong>degli</strong> adenovirus<br />

quali <strong>agenti</strong> oncogeni <strong>in</strong> diverse specie animali, sia dalla scoperta deUa loro<br />

capacità di formare ibridi di elevata oncogenicità con virus della scimmia<br />

SV40. Indag<strong>in</strong>i retrospettive hanno <strong>in</strong> effetti dimostrato, come vacc<strong>in</strong>i<br />

sperimentali usati <strong>in</strong> passato per prove sul campo fossero talvolta conta-<br />

m<strong>in</strong>ati da tali ibridi. Un vacc<strong>in</strong>o per i sierotipi 4 e 7 è attualmente di uso<br />

corrente per l'imm<strong>un</strong>izzazione deUe reclute [l81 negli Stati Uniti, ove viene<br />

impiegato con discreto successo.<br />

Per quanto attiene al discusso ruolo eziologico dei virus erpetici nelle<br />

affezioni respiratorie, questo è stato dimostrato attraverso <strong>un</strong>o studio epi-<br />

demiologico della durata di 6 anni che ha <strong>in</strong>teressato <strong>un</strong>a vasta popolazione


di studenti: neU'11,5 % dei casi <strong>un</strong>a <strong>in</strong>fezione da Herpes simplez 1 è stata<br />

associata a tonsillite e far<strong>in</strong>gite [lY]. E <strong>in</strong>oltre ben noto che, <strong>in</strong> soggetti<br />

imm<strong>un</strong>odepressi, l'<strong>in</strong>fezione da virus erpetici puti <strong>in</strong>teressare anche le basse<br />

vie respiratorie con esito spesso letale, come dimostrano i casi di polmonite<br />

frequentemente riportati <strong>in</strong> letteratura relativamente ad <strong>in</strong>dividui con<br />

compromissioni del sistema imm<strong>un</strong>itario successive a trapianti d'organo<br />

[20-211, ustioni gravi [22] o <strong>in</strong>fezioni multiple [23].<br />

Tra i virus a RNA, <strong>agenti</strong> <strong>eziologici</strong> di affezioni respiratorie acute <strong>in</strong><br />

soggetti non imm<strong>un</strong>odepressi sono compresi nei gruppi dei picornavirus,<br />

dei coronavirus e <strong>degli</strong> orto e paramixovuus.<br />

L'elenco dei picornavirus responsabili di <strong>in</strong>fezioni dell'apparato respi-<br />

ratorio comprende diversi enterov<strong>in</strong>is, oltre ovviamente i r<strong>in</strong>ovims. Con<br />

<strong>un</strong> periodo di <strong>in</strong>cubazione che varia da 2 a 35 giorni, gli enterov<strong>in</strong>is sono<br />

noti per la loro alta <strong>in</strong>fettività: com<strong>un</strong>e è la loro diffusione <strong>in</strong>trafamiliare<br />

con <strong>un</strong> tasso di attacco che nei bamb<strong>in</strong>i raggi<strong>un</strong>ge il 50 %. L'<strong>in</strong>fezione è<br />

seguita da <strong>un</strong>a fase viremica che prec<strong>ed</strong>e di molti giorni l'<strong>in</strong>izio dei s<strong>in</strong>tomi<br />

nel caso di malattia apparente; sia nelle manifestazioni cl<strong>in</strong>iche che sub-<br />

cl<strong>in</strong>iche si ha com<strong>un</strong>que la permanenza dei virus nel far<strong>in</strong>ge per 10-15 giorni<br />

<strong>ed</strong> il loro rilascio con le feci per alc<strong>un</strong>e settimane dopo l'<strong>in</strong>fezione. La defi-<br />

nizione del ruolo eziologico <strong>degli</strong> enterovirus neUe affezioni respiratorie<br />

acute è stata ostacolata, come nel caso di altre s<strong>in</strong>dromi entero<strong>virali</strong>, sia<br />

dalla necessità di ricorrere al top<strong>in</strong>o per l'isolamento primario deUa maggior<br />

parte dei tipi <strong>virali</strong>, sia dal numero <strong>degli</strong> imm<strong>un</strong>otipi, tanto elevato da ren-<br />

dere pressoché impraticabile, <strong>in</strong> assenza di <strong>un</strong> isolamento virale, <strong>un</strong>a dia-<br />

gnosi eziologica su base serologica. Le manisfestazioni più com<strong>un</strong>i di <strong>un</strong>a<br />

affezione respiratoria da enterov<strong>in</strong>is sono tosse, far<strong>in</strong>gite e r<strong>in</strong>ite <strong>in</strong> associa-<br />

zione varie con <strong>un</strong>o stato febbrile; s<strong>in</strong>dromi assai più gravi e diversificate.<br />

con compromissione non solo polmonare ma anche di altri organi e sistemi<br />

(SNC, cuore, ecc.) sono state talvolta osservate soprattutto <strong>in</strong> neonati ("4-<br />

271. Particolarmente ben studiato è stato il ruolo dei virus coxsackie <strong>ed</strong><br />

echo neUa patologia respiratoria [28]: numerosi sono i casi descritti <strong>in</strong> lette-<br />

ratura di affezioni respiratorie acute sostenute da virus coxsaekie di gruppo<br />

A (specie dei tipi 9, 16, 21 e 24) e B (specie dei tipi 3, 4 e 5). Nei bamb<strong>in</strong>i<br />

<strong>in</strong> particolare, virus coxsackie di gruppo B sono stati associati sia a casi<br />

ili croup che di <strong>in</strong>fezione delle basse vie respiratorie, mentre virus echo.<br />

specie di tipo 11, sono stati osservati sia <strong>in</strong> <strong>in</strong>fezioni delle vie aeree superiori<br />

chejxpcora <strong>in</strong> casi di cronp [29].<br />

Da soggetti <strong>in</strong> età <strong>in</strong>fantile, ricoverati per brouchiolite e<br />

i. stato <strong>in</strong>oltre isolato l'euterovirus 69, <strong>un</strong>o <strong>degli</strong> enterovirus di più recente<br />

descrizione [30]. In alc<strong>un</strong>i recenti casi di SIDS (Sudden Infant Death Svu-<br />

rlrome) sono stati <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e isolati virus echo dei tipi 7 e Il da parenchima pol-<br />

monare [31].<br />

.,n>,. I*,. .supe, ..,


I r<strong>in</strong>ovirus, con oltre 100 imm<strong>un</strong>otipi noti uelFuomo, rappresentano<br />

i più importanti <strong>agenti</strong> <strong>eziologici</strong> del com<strong>un</strong>e raiFr<strong>ed</strong>dor sierodiagnostico sostanzialmtmte<br />

, , e,<br />

<strong>in</strong>applicabile all* <strong>in</strong>fezioni naturali da r<strong>in</strong>ovirus [3'2]. Nonostante la loro<br />

importanza nell'epidemiologia della r<strong>in</strong>itc, i r<strong>in</strong>ovirus sono del tutto <strong>in</strong>significanti<br />

quali patogeni delle basse vie respiratorie. Una buona spiegazione<br />

sembrerebbe essere fornita dal fatto che la temperatura ottimale per la replicazione<br />

dei r<strong>in</strong>ovirus cade nell'<strong>in</strong>tervallo 33-35 OC; temperature pari o superiori<br />

a 37 OC esercitano <strong>un</strong> effetto di <strong>in</strong>ibizione sulla replicazione di questi<br />

virus <strong>ed</strong> ostacolerebbero qu<strong>in</strong>di lo sviluppo di <strong>in</strong>fezioni polmonari e l'<strong>in</strong>staiirarsi<br />

di <strong>un</strong>a fase viremica. Nei climi temperati le <strong>in</strong>fezioni da r<strong>in</strong>ovirus<br />

mostrano la massima <strong>in</strong>cidenza nel periodo aut<strong>un</strong>uale per ricomparirr<br />

poi <strong>in</strong> primavera <strong>in</strong> m<strong>in</strong>ore entità. Lo studio della distribuzione dei casi<br />

per imm<strong>un</strong>otipo rivela <strong>un</strong>a graduale tendenza alla sostituzione nel tempo<br />

<strong>degli</strong> imm<strong>un</strong>otipi circolanti <strong>in</strong> <strong>un</strong>a determ<strong>in</strong>ata area geografica con altri<br />

ceppi.<br />

Tipicamente apiretiche, le <strong>in</strong>fezioni da r<strong>in</strong>ovirus producono congestionr<br />

nasale, starnuti e r<strong>in</strong>orrea, frequentemente accompagnati da cefalra, far<strong>in</strong>gite<br />

e meno com<strong>un</strong>emente da tosse e rauc<strong>ed</strong><strong>in</strong>e. Tra le complicanze vanno<br />

annoverate la s<strong>in</strong>usite e I'otite m<strong>ed</strong>ia, spesso <strong>in</strong> concomitanza con <strong>un</strong>a <strong>in</strong>fezione<br />

secondaria da batteri patogeni. Si pensa che la più importante via<br />

di trasmissione sia rappresentata dal contatto tra le mani di persone <strong>in</strong>fettp<br />

e non, con successiva <strong>in</strong>oculazione delle mucose nasali o congi<strong>un</strong>tivali. Comv<br />

per altre malattie da virus, le scuole agiscono da importanti centri di diffusione<br />

dell'<strong>in</strong>fezione e gli scolari f<strong>un</strong>gono spesso da portatori nelle famiglie,<br />

con <strong>un</strong>a alta <strong>in</strong>cidenza di casi secondari <strong>in</strong>trafamiliari [33].<br />

Vacc<strong>in</strong>i sperimentali hanno mostrato <strong>un</strong>a buona capacità nel ridurre<br />

il tasso di attacco delle forme s<strong>in</strong>tomatiche nelle <strong>in</strong>fezioni da r<strong>in</strong>ovirus <strong>ed</strong><br />

<strong>in</strong>duttori topici di <strong>in</strong>terferon potrebbero avere anch'essi analoga efficacia:<br />

resta qu<strong>in</strong>di il solo problema della valutazione, <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di sanità puhblica<br />

della priorità che andrà assegnata a questi possibili strumenti di <strong>in</strong>imnnizzazione<br />

e chemioprofilassi.<br />

La comprensione del ruolo giocato dai coronavirus quali <strong>agenti</strong> <strong>eziologici</strong><br />

di affezioni respiratorie acute è stata ritardata, più che per qualaiasi<br />

altro agente virale, dalle limitazioni imposte dalle tecniche virologiehe<br />

correntemente disponibili. Si tratta <strong>in</strong>nanzitutto di virus il cui isolamento<br />

da campioni cl<strong>in</strong>ici risulta particolarmente difficoltoso. Dal p<strong>un</strong>to<br />

di vista serologico, l'impiego delle tecniche disponibili, tra l'altro non ancora<br />

applicate a tutti i ceppi noti: è poi complicato dall'esistenza di com-


plesse reazioni antigeniche crociate tra coronavirus diversi. Nonostante<br />

tali limiti metodologici, diversi aspetti del ruolo giocato da questi virus<br />

nella patologia respiratoria umana com<strong>in</strong>ciano a del<strong>in</strong>earsi con <strong>un</strong>a certa<br />

chiarezza[34]. I s<strong>in</strong>tomi con i quali la malattia si manifesta di solito nel-<br />

l'adulto sono quelli di <strong>un</strong> com<strong>un</strong>e raffr<strong>ed</strong>dore, cui si accompagna la febbre<br />

<strong>in</strong> <strong>un</strong>a m<strong>in</strong>oranza apprezzabile di casi [35]. Studi sieroepidemiologici rela-<br />

tivi ad <strong>un</strong>a popolazione <strong>in</strong>fantile hanno <strong>in</strong>dicato, <strong>in</strong> associazione con <strong>in</strong>fe-<br />

zioni da corouavirus OC43, la seguente s<strong>in</strong>tomatologia: mal di gola e tosse<br />

nel 30 7; dei casi, far<strong>in</strong>gite nel 72 q/,, febbre (2 390C) nel JO % e rantoli<br />

o congestione polmona're nel 5 o/, [36]. Le <strong>in</strong>fezioni da coronavirus possono<br />

com<strong>un</strong>que <strong>in</strong>teressare anche le basse vie respiratorie, come dimostrano i<br />

casi di polmonite osservati tra le reclute militari [37] e di affezioni acute<br />

<strong>in</strong> bamb<strong>in</strong>i [38]. Si ha tuttavia la consapevolezza di essere ancora ben lon-<br />

tani dall'aver def<strong>in</strong>ito l'effettiva rilevanza eziologiea di questi virus: <strong>un</strong>a<br />

?levata priorità dovrà essere qu<strong>in</strong>di assegnata a tutte quelle ricerche che<br />

possano portare allo sviluppo di nuovi metodi diagnostici, ricerche di cui<br />

è <strong>un</strong> eccellente i.sempio la recente messa a p<strong>un</strong>to del test di emoaggluti-<br />

iiazione per imm<strong>un</strong>oaderenza che permette <strong>un</strong>a rapida e accurata determi-<br />

nazione di anticorpi per coronavirus 229E (391.<br />

Gli ortomixovirus comprendono i virus <strong>in</strong>fluenzali che si ilifferenziano,<br />

per le loro rihonueleoprote<strong>in</strong>e antigenicamente diverse, nei tipi A, B e C,<br />

tutti e tre noti quali <strong>agenti</strong> causali di <strong>in</strong>fezioni respiratorie. Mentre tuttavia<br />

il tipo C è solo sporadicamente associato ad affezioni delle alte vie respira-<br />

torie, gli altri due tipi giocano amb<strong>ed</strong>ue importanti e abbastanza ben de-<br />

f<strong>in</strong>iti ruoli nelle forme respiratorie acute sia dell'adulto che del bamb<strong>in</strong>o.<br />

I1 carattere non pandemico della malattia associata all'<strong>in</strong>fezione da virus<br />

<strong>in</strong>fluenzale di tipo B ha tuttavia <strong>in</strong>dotto a dirottare sull'<strong>in</strong>fluenza A la<br />

maggior parte <strong>degli</strong> sforzi di ricerca e spesso a trascurare <strong>in</strong>giustificatamente<br />

il peso dell'<strong>in</strong>fluenza B [40].<br />

Studi recenti dimostrano la variabilità, <strong>in</strong> f<strong>un</strong>zione dell'età, del quadro<br />

cl<strong>in</strong>ico dell'<strong>in</strong>fluenza B: nel neonato si osserva febbre elevata aecompa-<br />

gnata da s<strong>in</strong>tomatologia respiratoria, talvolta complicata da otite m<strong>ed</strong>ia,<br />

mentre nel bamb<strong>in</strong>o e nell'adulto prevalgono disturbi gastro<strong>in</strong>test<strong>in</strong>ali e<br />

sistemici [41].<br />

Va <strong>in</strong>oltre ricordato come il virus di tipo B sia stato ripetutamente<br />

associato a casi di s<strong>in</strong>drome di Reye osservati nel corso di epidemie <strong>in</strong>fluen-<br />

zali prevalentemente circoscritte all'età <strong>in</strong>fantile [4244].<br />

'h; le <strong>in</strong>fezioni respiratorie di natura virale che colpiscono l'uomo,<br />

l'<strong>in</strong>fluenza di tipo A è al tempo stesso la più studiata e la più imprev<strong>ed</strong>i-<br />

bile perlomeno sotto l'aspetto epidemiologico. Per comprendere l'essenza<br />


RNA segmentato, che facilita la ricomhiuazione genetica nell'ambito della<br />

progenie virale risultante da <strong>in</strong>fezioni miste, dovute a ceppi diversi appar-<br />

tenenti allo stesso tipo; i due diversi peplomeri glicoproteici, ad attività<br />

rispettivamente emoagglut<strong>in</strong>ante e neuroam<strong>in</strong>idasica, le cui caratteristicht<br />

antigeniche determ<strong>in</strong>ano i vari sottotipi del virus <strong>in</strong>fluenzale di tipo A.<br />

I1 rapporto tra caratteristiche strutturali e profilo epidemiolopico dellt<br />

<strong>in</strong>fezioni è <strong>in</strong>dividuabile nelle seguenti osservazioni: v,. e8<br />

1) gli anticorpi per I'emoagglut<strong>in</strong><strong>in</strong>a e la neuroam<strong>in</strong>idasi di <strong>un</strong> dato<br />

ceppo risultano protettivi nei riguardi di <strong>in</strong>fezioni dovute ad <strong>un</strong> ceppo omo-<br />

logo o a ceppi strettamente correlati dello stesso sottotipo [4546], mentrr<br />

non conferiscono alc<strong>un</strong>a protezione nei riguardi di <strong>in</strong>fezioni da ceppi di<br />

sottotipi eterologhi;<br />

2) le maggiori pandemie di <strong>in</strong>fluenza A si sono f<strong>in</strong>ora susseguite ad<br />

<strong>in</strong>tervalli di più di dieci anni, con periodi <strong>in</strong>terpandemici caratterizzati<br />

ogni pochi anni da limitati fenomeni epidemici: ogni s<strong>in</strong>gola pandemia<br />

o epidemia ha com<strong>un</strong>que registrato f<strong>in</strong>ora, ov<strong>un</strong>que avvenuta nel mondo,<br />

la prevalenza di ceppi appartenenti allo stesso sottotipo;<br />

3) le caratteristiche antigeniche dei ceppi prevalenti nell'amhito<br />

di <strong>un</strong> determ<strong>in</strong>ato sottotipo si modificano gradualmente, nel corso <strong>degli</strong><br />

anni, secondo <strong>un</strong> processo noto come deriva antigenica;<br />

4) <strong>in</strong> contrasto con questo fenomeno di graduale modificazione anti-<br />

genica, ad <strong>in</strong>tervalli di molti anni i sottotipi esistenti vengono all'improv-<br />

viso soppiantati da nuovi sottotipi;<br />

5) evidenze serologiche <strong>in</strong>dicano che, almeno per quanto riguarda<br />

I'antigene emoagglut<strong>in</strong><strong>in</strong>a, queste più importanti modifiche antigeniche<br />

non sono avvenute a caso ma secondo <strong>un</strong> modello ciclico basato su <strong>un</strong> nu-<br />

mero f<strong>in</strong>ito di possibilità.<br />

Le caratteristiche dei virus <strong>in</strong>fluenzali di tipo A qui succ<strong>in</strong>tamentt-<br />

riass<strong>un</strong>te <strong>in</strong>dicano con chiarezza, quale obbiettivo prioritario di questi<br />

anni, la messa a p<strong>un</strong>to di metodi migliori e più rapidi di quelli attualmentr<br />

disponibili per saggiare la capacità di nuovi ceppi <strong>virali</strong> di diffondersi tra<br />

la popolazione e di causare <strong>in</strong>fezioni gravi. Un .saggio di lahoratorio per<br />

la valutazione del grado di virulenza di ceppi diversi di <strong>in</strong>fluenza A è stato<br />

recentemente descritto da ricercatori stat<strong>un</strong>itensi [47]: esso è basato sul<br />

monitoraggio, <strong>in</strong> colture di anelli tracheali di furetto <strong>in</strong>fettate con i ceppi<br />

<strong>virali</strong> da saggiare, della replicazione virale e dell'attività ciliare delle cel-<br />

lule epiteliali della trachea. Gli autori affermano di aver osser\.ato <strong>un</strong>a ra-<br />

pida riduzione relativa dell'attività ciliare nel caso di due ceppi <strong>virali</strong> as-<br />

sociati ad eccesso di mortalità, mentre non si è riscontrato <strong>un</strong> effetto para-


gonabile saggiando tre ceppi non associati ad eccessiva mortalità. Ove fosse<br />

dimostrata l'estendibilità del test e confermata ulteriormente Iaysua sensibilità,<br />

esso potrebbe rappresentare <strong>un</strong> buon mezzo di rapida valutazione<br />

del prev<strong>ed</strong>ibile impatto di nuovi ceppi <strong>virali</strong>, oltreché fornire <strong>un</strong> <strong>in</strong>teressante<br />

strumento per <strong>un</strong>a migliore comprensione dei meccanismi patogenetici<br />

della malattia <strong>in</strong>fluenzale.<br />

Dal p<strong>un</strong>to di vista cl<strong>in</strong>ico, <strong>un</strong>o dei maggiori problemi che si presenta<br />

durante <strong>un</strong>a epidemia <strong>in</strong>fluenzale è rappresentato dall'<strong>in</strong>sorgenza <strong>in</strong> molti<br />

rasi di <strong>in</strong>fezioni batteriche secondarie. Tra i meccanismi patogenetici che<br />

favoriscono l'<strong>in</strong>sorgere di polmoniti post-<strong>in</strong>fluenzali da Streptococcus pneumoniae,<br />

~ta~h~lococc& aureus <strong>ed</strong> Haemophilus <strong>in</strong>fluennae sono stati da tempo<br />

chiamati <strong>in</strong> causa i danni causati dall'<strong>in</strong>fezione virale all'epitelio respiratorio<br />

e l'<strong>in</strong>terferenza con la f<strong>un</strong>zione dei macrofagi a livello alveolare:<br />

negli ultimi anni vi è stata crescente attenzione per <strong>un</strong> possibile meccanismo<br />

addizionale che v<strong>ed</strong>rebbe l'aderenza batterica come fattore determ<strong>in</strong>ante<br />

per l'avvio del processo <strong>in</strong>fettivo. In pazienti con <strong>in</strong>fezioni respiratorie<br />

acute a pres<strong>un</strong>ta eziologia virale, <strong>ed</strong> <strong>in</strong> soggetti vacc<strong>in</strong>ati sperimentalmente<br />

con vacc<strong>in</strong>o vivo attenuato per l'<strong>in</strong>fluenza A/USSR/'I'I(HlNl),<br />

è stata proprio di recente osservata <strong>un</strong>a aumentata aderenza alle cellule<br />

epiteliali del far<strong>in</strong>ge rispettivamente di S. aureus, di S. pneumoniae tipo I<br />

<strong>ed</strong> H. <strong>in</strong>fluenzae [48].<br />

Sul piano preventivo, l'efficacia dell'uso di vacc<strong>in</strong>i <strong>in</strong>fluenzali <strong>in</strong>attii-ati<br />

risulta tuttora limitata per tre ord<strong>in</strong>i di problemi. Innanzitutto, poiché<br />

non b facile ottenere soddisfacenti risposte anticorpali nemmeno per <strong>un</strong><br />

solo ceppo di <strong>un</strong> dato sottotipo senza ricorrere alla somm<strong>in</strong>istrazione di<br />

dosi di antigene eccessivamente reattogene, ancor meno fattibile è la vacc<strong>in</strong>azione<br />

contro tutti i sottotipi noti, anche ammesso di non voler prendere<br />

<strong>in</strong> considerazione le differenze antigeniche esistenti tra i diversi ceppi<br />

di ogni sottotipo. In secondo luogo i tempi richiesti per la realizzazione,<br />

la produzione e la distribuzione di <strong>un</strong> vacc<strong>in</strong>o contro <strong>un</strong> ceppo <strong>in</strong>fluenzale<br />

di nuovo isolamento sono oggi solitamente tali da non consentire L'impiego<br />

del nuovo vacc<strong>in</strong>o prima della stagione successiva a quelia <strong>in</strong> cui è comparsu<br />

il nuovo ceppo, eiob quando si sarà ormai registrata gran parte della<br />

morbidità e mortalità ad esso associate. Inf<strong>in</strong>e va tenuto conto che le più<br />

gravi epidemie <strong>in</strong>fluenzali sono avvenute <strong>in</strong> anni <strong>in</strong> cui B comparso <strong>un</strong> sottotipo<br />

del tutto nuovo, contro il quale sono risultati del tutto <strong>in</strong>utili i vacc<strong>in</strong>i<br />

di volta <strong>in</strong> volta disponibili, <strong>in</strong> quanto diretti contro i sottotipi pre-<br />

\,&+!ti nelle annate prec<strong>ed</strong>enti. Va tra l'altro ricordato come <strong>un</strong> piano di<br />

vacc<strong>in</strong>azione di massa attivato negli Stati Uniti per l'<strong>in</strong>fluenza su<strong>in</strong>a sia<br />

qtato <strong>in</strong>terrotto <strong>in</strong> seguito alla dimostrazione, ottenuta attraverso <strong>un</strong> appo-<br />

Gto programma di sorv~glianza <strong>degli</strong> effetti collaterali, di <strong>un</strong>a associazione<br />

tra vacc<strong>in</strong>azione e casi con s<strong>in</strong>drome di Guilla<strong>in</strong>-Barré.


Particolare attenzione è stata rivolta negli ult<strong>in</strong>ii anni alli> sviluppo<br />

di vacc<strong>in</strong>i vivi attenuati pm l'<strong>in</strong>fluenza A basati snll'utilizzazionr di mu-<br />

tanti temperatura-sensibili che, <strong>in</strong>cal~aci di replicarsi a temprratura cor-<br />

porea. <strong>in</strong>durrebbero la produzioni a livello nasale di anticorpi secretivi:<br />

dati <strong>in</strong>teressanti sul livello di protezione, conferito da qursto tipo di vai-<br />

c<strong>in</strong>i, anchi <strong>in</strong> confronto a corrispondenti vacc<strong>in</strong>i del tipo <strong>in</strong>attivatu, sono<br />

stati oggrtto di recenti pubblicazioni[49-N]. L'entusiasmo <strong>in</strong>izi& per<br />

tale nuovo tipo di vacc<strong>in</strong>o è stato tuttavia attenuato sia dalla consapr-<br />

volezza dei rischi associati alla possihile <strong>in</strong>corporazione di materiale ge-<br />

netico virale nel penoma delle cellule ospiti, sia dai risultati di <strong>un</strong> recenti,<br />

studio longitud<strong>in</strong>alr effettuato su <strong>un</strong>a popolazione <strong>in</strong>fantile che ha mo-<br />

strato il trascurabile grado di imm<strong>un</strong>izzazione conferito dallr stesse. <strong>in</strong>fe-<br />

zioni naturali da virus <strong>in</strong>fluenzali di tipo A nei riguardi di ceppi <strong>virali</strong> omo-<br />

loghi o ad essi strettamente correlati [51].<br />

Risultati <strong>in</strong>coraggianti sono stati ottenuti recentemente nella terapia<br />

dell'<strong>in</strong>fluenza acuta m<strong>ed</strong>iante trattamento con amantid<strong>in</strong>a, sia per aerosol<br />

che per somm<strong>in</strong>istrazione orale; mentre nel primu caso tuttavia si sono<br />

osservati solo lievi effetti collaterali locali [52], nell'altro <strong>un</strong>i) studio con-<br />

trollato a doppio cieco ha mostrato <strong>un</strong> aumento significativo, tra i soggetti<br />

trattati, di disturbi quali <strong>in</strong>sonnia, stato di agitazioni i vertig<strong>in</strong>i [53]. I?<br />

stato <strong>in</strong>oltre appena descritto <strong>un</strong> metodo rapido <strong>ed</strong> eficientt. per saggiare<br />

<strong>in</strong> uitro l'attività di sostanze anti<strong>virali</strong> nei riguardi dei virus <strong>in</strong>fluenzali<br />

di tipo A e B [54].<br />

Tra gli altri numerosi problemi di ricerca tuttora apprti nel campo<br />

dei virus <strong>in</strong>fluenzali. meritano <strong>in</strong>f<strong>in</strong>


nei casi più gravi, a croup. Studi epidemiologici condotti <strong>in</strong> Inghilterra<br />

e negli Stati Uniti, <strong>in</strong>dicano la tendenza di tali <strong>in</strong>fezioni a manifestarsi<br />

<strong>in</strong> forma di focolai epidemici durante i mesi aut<strong>un</strong>nali e <strong>in</strong>vernali, con <strong>un</strong>a<br />

prevalenza del sierotipo 1 negli anni pari e del sierotipo 2 <strong>in</strong> quelli dispari:<br />

tale fenomeno di <strong>in</strong>terferenza può di volta <strong>in</strong> volta operare f<strong>in</strong>o ad esclu-<br />

dere del tutto la trasmissione di <strong>un</strong>o dei due sierotipi. Gli anticorpi ma-<br />

temi passivamente acquisiti non proteggono <strong>in</strong>vece il neonato daUe <strong>in</strong>fe-<br />

zioni para<strong>in</strong>fluenzali di tipo 3; studi epidemiologici su popolazioni <strong>in</strong>fan-<br />

tili osp<strong>ed</strong>alizzate hanno anzi dimostrato come tale agente risulti secondo<br />

al solo virus respiratorio s<strong>in</strong>ciziale quale causa di bronchiolite e polmo-<br />

nite nei primi mesi di vita [55-571. Al tipo 4 sono <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e associate affezioni<br />

delle alte vie respiratorie di lieve entità [SI.<br />

Nonostante la rilevanza di tali <strong>in</strong>fezioni nella patologia respiratoria<br />

acuta della prima <strong>in</strong>fanzia e l'esistenza di tre soli sierotipi cl<strong>in</strong>icamente<br />

importanti, scarsi passi <strong>in</strong> avanti sono stati f<strong>in</strong>ora fatti per prevenire la<br />

morbilità e la mortalità associate a questi <strong>agenti</strong> <strong>virali</strong>. Come era prev<strong>ed</strong>i-<br />

bile data la facilità di re<strong>in</strong>fezione tipica di queati virus, i vacc<strong>in</strong>i sperimentali<br />

<strong>in</strong>attivati, capaci di <strong>in</strong>durre solo anticorpi circolanti, hanno fornito risul-<br />

tati <strong>in</strong>soddisfacenti; la direzione giusta per le ricerche <strong>in</strong> questo campo<br />

sembra qu<strong>in</strong>di essere, di nuovo, quella deUa realizzazione di vacc<strong>in</strong>i vivi<br />

attenuati <strong>in</strong> grado di evocare <strong>un</strong>a sufficiente risposta anticorpale secre-<br />

toria a livello nasale.<br />

F<strong>in</strong> dal suo primo isolamento nell'uomo avvenuto circa 25 anni fa [58-591,<br />

il virus respiratorio s<strong>in</strong>ciziale si è subito dimostrato il più importante agente<br />

zologico deUe affezioni respiratorie dell'età <strong>in</strong>fantile.<br />

- Viene oggi com<strong>un</strong>emente accettato che praticamente tutti i bamb<strong>in</strong>i<br />

subiscono entro i primissimi anni di vita perlomeno <strong>un</strong>a <strong>in</strong>fezione dovuta<br />

a questo virus, la cui epidemiologia è caratterizzata da frequenti re<strong>in</strong>-<br />

fezioni [60].<br />

I1 virus respiratorio s<strong>in</strong>ciziale, oltre ad affezioni delle alte vie respi-<br />

ratorie e a tracheobronchiti, viene associato con maggior frequenza alle<br />

bronchioliti <strong>ed</strong> alle polmoniti dei primi mesi di vita; studi epidemiologic!<br />

di qualche anno fa ne riportano l'isolamento da1 27 O/, di piccoli pazienti rico-<br />

verati con diagnosi cl<strong>in</strong>ica di bronchiolite, dal 9 % di quelli ricoverati con<br />

polmonite, da113 % di non ricoverati ma affetti da malattia respiratoria<br />

acuta e soltanto daUo 0,3 % di soggetti di controllo [6l]. La presenza di<br />

a+$jprpi neutralizzanti, presumibilmente di orig<strong>in</strong>e materna, nel siero<br />

di tutti i soggetti studiati nell'ambito di <strong>un</strong>a vasta casistica di neonati col-<br />

piti da Lronchiolite o polmonite da virus RS durante i primi tre mesi di<br />

vita [62], congi<strong>un</strong>tamente all'osservata maggiore gravità dell'<strong>in</strong>fezione da<br />

questo virus nei neonati [63], suggeriscono <strong>un</strong> possibile ruolo del sistema<br />

imm<strong>un</strong>itario nella patogenesi della malattia respiratoria.


Dal p<strong>un</strong>to di vista epidemiologico. il virup ri.spiratorio s<strong>in</strong>ciziale, diversamente<br />

dagli altri virus respiratori chi causano epidemi~ ad <strong>in</strong>tervalli<br />

irregolari o mostrano <strong>un</strong> quadro misto endemicn-cIiidemic«. è il solo eli

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