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A1 prima.pmd - L'Azione

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26<br />

LETTERE in REDAZIONE<br />

Anche il ministro Scajola<br />

per affrontare la crisi<br />

L’impegno concreto del Ministro<br />

Scajola con iniziative<br />

e incontri, non ultimo quello<br />

programmato per il 16<br />

marzo con il gruppo cinese<br />

interessato alla A. Merloni.<br />

Da un’attenta analisi della<br />

situazione di crisi delle aree<br />

colpite scaturisce l’imminente<br />

firma dell’Accordo di<br />

Programma, che rappresenta<br />

la sostanza reale della qualità<br />

del lavoro del Ministro,<br />

che ha varato provvedimenti<br />

conseguenti che stanziano<br />

complessivi 35 milioni di<br />

euro destinati al programma<br />

di cessione degli stabilimenti<br />

e bonus per ogni lavoratore<br />

della A. Merloni, più benefici<br />

a fondo perduto per investimenti,<br />

ristrutturazione,<br />

riconversione. Tutto ciò necessita<br />

da parte delle istituzioni<br />

locali, in primis la Regione,<br />

la massima collaborazione<br />

(eliminando gli slogan<br />

politici negativi nei riguardi<br />

del Ministro gettonati<br />

di recente dal Governatore<br />

forse per nascondere proprie<br />

carenze). Consapevoli<br />

che grandi responsabilità incombono<br />

sugli amministratori<br />

regionali per impegni da<br />

assumere in linea con le esigenze<br />

del nostro sistema produttivo<br />

che debbono contenere<br />

il più possibile i costi<br />

che gravano sulle imprese e<br />

sul lavoro, senza trascurare<br />

le politiche a favore delle<br />

famiglie. Con rinnovata volontà<br />

riteniamo che tutte le<br />

componenti sociali coinvolte<br />

debbano sostenere le misure<br />

proposte dal Ministro<br />

Scajola.<br />

Negli ultimi anni la nostra è<br />

stata una storia di produttività<br />

prevalentemente stagnante,<br />

bassi investimenti,<br />

bassi salari. Una storia industriale<br />

segnata da pochissima<br />

ricerca innovativa e<br />

dall’attesa di interventi assistenziali<br />

a favore dei soliti<br />

noti, in cui la difesa del<br />

lavoro diventava un alibi<br />

per un imprenditore e un<br />

sindacato che non sapevano<br />

o volevano rischiare<br />

nulla. Dal governo regionale<br />

è mancata una vera politica<br />

industriale necessaria a<br />

far crescere un nuovo modello,<br />

in cui l’attaccamento<br />

al lavoro si potesse sposare<br />

con la disponibilità a cambiare<br />

e accettare la sfida del<br />

mercato. E’ rischioso e sbrigativo<br />

lasciarsi andare all’idillio<br />

di una nuova lotta<br />

di classe senza conflitti, una<br />

storia di rivoluzione di velluto<br />

dove il governo regionale<br />

con la maggioranza di<br />

estrema sinistra, scaricando<br />

sul Governo Nazionale, crede<br />

d’incanto di risolvere la<br />

crisi e le relazioni industria-<br />

li. Ad una certa sinistra, forse,<br />

piace sognare che possa<br />

essere così. Ma la realtà è<br />

meno scontata, occorre tornare<br />

al tavolo delle decisioni<br />

dure e impegnative dove<br />

trovi posto una concreta<br />

azione di riconversione, pun-<br />

tando su produzioni sostenibili,<br />

sviluppando prodotti altamente<br />

innovativi, e di qualità,<br />

valorizzando l’efficienza<br />

energetica e il risparmio,<br />

in sostanza un sano progetto<br />

sostenuto e favorito da un<br />

solido e coeso Governo regionale,<br />

in caso contrario per<br />

molti lavoratori il 2010 potrebbe<br />

essere alquanto difficile.<br />

Sul fronte lavoro, la coesione<br />

sociale è stata garantita<br />

all’80% dagli ammortizzatori<br />

sociali erogati dal Ministro<br />

Sacconi sono stati imponenti,<br />

i più rilevanti dal<br />

dopoguerra ad oggi, e han-<br />

no permesso di salvare migliaia<br />

di posti di lavoro, forse<br />

più di 300mila. Si pensi<br />

alla cassa integrazione in deroga,<br />

al sostegno alle Pmi,<br />

al raddoppio della Cig ordinaria,<br />

alla modifica dei contratti<br />

di solidarietà, con la<br />

copertura passata all’80%.<br />

Provvedimenti che hanno<br />

impegnato tante risorse.<br />

Il Governo Berlusconi non<br />

farà mancare alle Marche<br />

una politica di sviluppo. Si<br />

può oggi affermare che una<br />

nuova maggioranza dalle<br />

prossime elezioni regionali<br />

potrà certamente avviare una<br />

stagione di rilancio economico<br />

e di buon governo al<br />

pari di quanto viene fatto dal<br />

Governo centrale.<br />

Il 2010 deve essere l’anno<br />

delle riforme, della lotta agli<br />

sprechi, dell’eliminazione<br />

dei tanti privilegi che hanno<br />

sclerotizzato e ingessato tanta<br />

parte della nostra società,<br />

impedendo ai giovani e all’intero<br />

Paese di esaltare in<br />

maniera meritocratica le proprie<br />

risorse e di destinare le<br />

giuste attenzioni a chi è in<br />

condizioni di difficoltà. Questa<br />

è la sfida che ognuno di<br />

noi è chiamato ad affrontare:<br />

un’Italia migliore ed una<br />

Regione più forte si costruiscono<br />

con il contributo di<br />

coloro che hanno buonsenso,<br />

amore per la propria terra<br />

e la voglia di lasciare ai<br />

nostri figli un mondo migliore<br />

in cui vivere.<br />

Giacomo Bugaro,<br />

Capolista Pdl Provincia di Ancona<br />

elezioni regionali<br />

Valori cristiani al centro di tutto<br />

Lo svolgimento della campagna elettorale mi ha indotto a<br />

fare alcune riflessioni. Usciti dalle amare esperienze della<br />

guerra e della dittatura fascista, ci siamo subito abituati agli<br />

scontri politici. Ricordo che, ancora ragazzo ma già militante<br />

nell’Azione Cattolica da più anni, ho trovato spazio e<br />

possibilità di lavoro (volontario ed entusiasmante) negli ormai<br />

famosi comitati civici. Erano in lizza: da un lato la<br />

democrazia cristiana, dall’altro il fronte popolare (comunisti<br />

e socialisti) e piccoli, ma pochi altri, schieramenti politici.<br />

Essere democristiani significava, soprattutto, non aderire<br />

alla ideologia della sinistra marxista, impregnata di antireligiosità<br />

e anticlericalismo. Il susseguirsi delle tornate elettorali,<br />

nel corso dei decenni successivi, hanno mutato lo stile e<br />

l’atteggiamento dei politici e dei partiti da essi rappresentati:<br />

i socialisti hanno trovato la loro autonomia nei confronti<br />

dei comunisti e la sinistra, in genere, non riuscendo a conquistare<br />

l’elettorato cattolico - presentando il Cristo come<br />

primo socialista della storia -, ha progressivamente tentato<br />

un accostamento al clero italiano. E così siamo arrivati all’oggi<br />

in cui il Vaticano, nei suoi organi, riceve più applausi<br />

da esponenti della sinistra che non dai cattolici impegnati.<br />

Quei cattolici, cioè, che sono convinti che non ci si salva<br />

solo dichiarando e dimostrando di essere paladini dei valori<br />

cristiani, promuovendo “crociate” perché venga rifiutato<br />

il divorzio e l’aborto o aprendo incondizionatamente le porte<br />

d’ingresso in Italia agli extracomunitari o agli immigrati<br />

in genere, ma attraverso un comportamento è orientato a<br />

vivere, in <strong>prima</strong> persona, quei valori ispirati dalla lettura e<br />

dalla meditazione del Vangelo. Diversamente tutto diventa<br />

facile e, il più delle volte, ciò è causa di un’autentica ipocrisia<br />

finalizzata a trarre un vantaggio politico, provocando<br />

un'azione distruttrice dei rapporti sociali, politici ed economici.<br />

Credo di non sbagliarmi, ma nel Vangelo non si trova un<br />

minimo invito a qualsiasi autorità ad imporre il rispetto dei<br />

cosiddetti valori cristiani, ma solo al rispetto degli stessi<br />

come scelta personale (non chiunque mi dice: Signore, Signore,<br />

entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà<br />

del Padre mio che è nei cieli).<br />

Quanti hanno autorità, quindi, saranno giudicati sul come<br />

l’avranno esercitata al servizio della persona e senza lasciarsi<br />

trascinare dalla tentazione del prestigio e del potere.<br />

Porto ad esempio un problema di attualità: secondo il mio<br />

modesto parere, è molto più onesto e coraggioso dichiarare<br />

di voler regolamentare l’afflusso degli stranieri in Italia - e<br />

ciò nei loro stessi interessi, in quanto avranno così la certezza<br />

di una vita dignitosa - anziché accettare tutti, indiscriminatamente,<br />

con la conseguenza di un loro massiccio sfruttamento<br />

che può assumere<br />

quelle forme disumane di cui<br />

lo scandalo di Rosarno è solo<br />

un esempio, forse più emblematico<br />

di altri. Come ho detto<br />

<strong>prima</strong>, è troppo facile e a<br />

volte frutto di autentica ipocrisia,<br />

invocare leggi o provvedimenti<br />

miranti a risolvere<br />

problemi sociali, quando<br />

in realtà quegli stessi provvedimenti,<br />

a parte la speculazione<br />

politica, non sono<br />

espressione di vero vissuto<br />

cristiano ma soltanto un<br />

modo inaccettabile di adeguarsi<br />

allo spirito dei tempi.<br />

Luigi Setaro<br />

Si è parlato, specie nell’ultimo<br />

mese, della nostra regione<br />

come il “laboratorio Marche”<br />

per l’alleanza che la sinistra<br />

moderata del Pd ha<br />

stretto con l’Udc (con conseguente<br />

separazione dai<br />

partiti della Rifondazione<br />

Comunista, dei Comunisti<br />

Italiani e di Sinistra Ecologia<br />

e Libertà), in virtù di<br />

quella politica delle “alleanze<br />

larghe” che il segretario<br />

nazionale dei democratici<br />

Bersani sostiene da tempo<br />

come misura necessaria per<br />

sconfiggere la destra berlusconiana.<br />

È stato lo stesso<br />

leader nazionale dei cattolici<br />

di centro Casini a dare<br />

grande rilievo all’accordo<br />

firmato per lui nella nostra<br />

regione dal segretario Cesa,<br />

specie dopo che in Puglia la<br />

vittoria nelle <strong>prima</strong>rie di Nichi<br />

Vendola non aveva reso<br />

possibile proprio il patto tra<br />

centristi e progressisti. In<br />

secondo luogo, per le voci<br />

(o più che voci, dato che già<br />

in dicembre ne parlava il<br />

quotidiano Libero) che volevano<br />

il sottosegretario e<br />

capo della protezione civile,<br />

Guido Bertolaso come il<br />

candidato del centrodestra,<br />

su indicazione e volontà diretta<br />

di Silvio Berlusconi.<br />

Come sappiamo poi, Bertolaso<br />

è rimasto alla guida della<br />

Protezione Civile,<br />

aprendo le<br />

porte alla candidatura<br />

per la candidatura<br />

a presidente<br />

di Erminio<br />

Marinelli, piorachese<br />

d’origine<br />

ma civitanovese<br />

d’adozione (e di<br />

carriera politica).<br />

Quando mancano<br />

pochi giorni alle elezioni,<br />

tre sono le coalizioni in<br />

lizza con tre rispettivi candidati<br />

presidenti: il Governatore<br />

uscente Gian Mario<br />

Spacca per il Pd, Idv, Udc,<br />

Api (Rutelli), Verdi, Liste<br />

civiche ed Alleanza Riformista;<br />

Erminio Marinelli per il<br />

Pdl, Lega Nord, Lista Insieme<br />

per Marinelli e La Destra;<br />

Massimo Rossi per Rifondazione<br />

comunista, Comunisti<br />

italiani, Sinistra ecologia<br />

e libertà.<br />

Esclusi, ad oggi, il candida-<br />

<strong>L'Azione</strong> 20 MARZO 2010<br />

Matelica non ha<br />

un suo candidato<br />

Una zoomata sulle elezioni<br />

to di Forza Nuova Marco<br />

Gladi e quello dei Radicali<br />

Marco Perduca (che aveva<br />

dichiarato perplessità anche<br />

per le firme di presentazione<br />

delle altre liste); firme, il<br />

cui numero minimo non è<br />

invece riuscito a raggiungere<br />

Youri Marinelli, operaio<br />

cassaintegrato dell’Ardo del<br />

Partito Comunista dei Lavoratori.<br />

Grande attenzione e curiosità<br />

c’è in particolare per la<br />

nostra provincia, che nelle<br />

scorse consultazioni ha visto<br />

prevalere il centrodestra<br />

di Franco Capponi sul presidente<br />

uscente Giulio Silenzi,<br />

sconfitto anche per i tanti<br />

voti dell’ex sindaco Patrizio<br />

Gagliardi, ma soprattutto per<br />

l’appoggio determinante<br />

proprio di quell’ Udc (11.2<br />

%) che ora appoggia Spacca<br />

e la sua coalizione. Va registrato<br />

che Matelica non<br />

esprime nessun candidato<br />

proprio, e un consigliere regionale<br />

della nostra città<br />

manca dal lontano 1986. A<br />

lungo si era parlato in città<br />

di una potenziale candidatura<br />

del prof. Igino Colonnelli<br />

che ha poi spiegato pubblicamente<br />

le ragioni della sua<br />

scelta e dell’attuale assessore<br />

provinciale alle attività<br />

produttive, Patrizio Gagliardi.<br />

L’entroterra spera così di<br />

Panorama di Matelica<br />

essere rappresentato dai candidati<br />

territorialmente a noi<br />

più vicini (e con maggiore<br />

probabilità di essere eletti)<br />

come Francesco Comi (Pd –<br />

Tolentino), Angelo Sciapichetti<br />

(Pd – San Severino<br />

Marche), Claudio Mazzalupi<br />

(Pd – Fiuminata), Francesco<br />

Massi (Pdl – Tolentino),<br />

Gianluca Pasqui (Pdl – Camerino),<br />

oltre che dai due<br />

candidati presidenti (Spacca<br />

è di Fabriano, Marinelli,<br />

come già detto, di Pioraco).<br />

Gabriele Spitoni<br />

Dobbiamo guardare più ai campanili<br />

Leggendo le pagine dei giornali ho appreso con qualche perplessità che Urbano Urbani,<br />

candidato Pdl al consiglio regionale intervenendo a Jesi ad un incontro organizzato per<br />

parlare delle problematiche della città ha sostenuto, riguardo alla sanità, questa posizione:<br />

”La polarizzazione degli ospedali ad Ancona e Fabriano rischia di lasciare la città (Jesi)<br />

priva di strutture adeguate, prevedendo la realizzazione di un progetto ormai vecchio di 40<br />

anni”. Vorrei capire ed insieme a me i cittadini di Fabriano della zona montana e credo di<br />

tutta la regione se il candidato della destra indossi la maschera di pirandelliana memoria in<br />

ogni luogo: made in Fabriano a Fabriano, made in Jesi a Jesi e così via. Il progetto della<br />

sanità parla di area Vasta ed in questa le realtà di Fabriano, Jesi ed Ancona sono parte<br />

costituente di un sistema integrato che riserva ad ognuno la propria peculiarità ed il proprio<br />

riferimento territoriale. La regione ha bisogno di chi sa guardare ai campanili e non di chi<br />

guarda dai campanili.<br />

Maurizio Fini, Candidato Pd al consiglio regionale

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