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LETTERE in REDAZIONE<br />
Anche il ministro Scajola<br />
per affrontare la crisi<br />
L’impegno concreto del Ministro<br />
Scajola con iniziative<br />
e incontri, non ultimo quello<br />
programmato per il 16<br />
marzo con il gruppo cinese<br />
interessato alla A. Merloni.<br />
Da un’attenta analisi della<br />
situazione di crisi delle aree<br />
colpite scaturisce l’imminente<br />
firma dell’Accordo di<br />
Programma, che rappresenta<br />
la sostanza reale della qualità<br />
del lavoro del Ministro,<br />
che ha varato provvedimenti<br />
conseguenti che stanziano<br />
complessivi 35 milioni di<br />
euro destinati al programma<br />
di cessione degli stabilimenti<br />
e bonus per ogni lavoratore<br />
della A. Merloni, più benefici<br />
a fondo perduto per investimenti,<br />
ristrutturazione,<br />
riconversione. Tutto ciò necessita<br />
da parte delle istituzioni<br />
locali, in primis la Regione,<br />
la massima collaborazione<br />
(eliminando gli slogan<br />
politici negativi nei riguardi<br />
del Ministro gettonati<br />
di recente dal Governatore<br />
forse per nascondere proprie<br />
carenze). Consapevoli<br />
che grandi responsabilità incombono<br />
sugli amministratori<br />
regionali per impegni da<br />
assumere in linea con le esigenze<br />
del nostro sistema produttivo<br />
che debbono contenere<br />
il più possibile i costi<br />
che gravano sulle imprese e<br />
sul lavoro, senza trascurare<br />
le politiche a favore delle<br />
famiglie. Con rinnovata volontà<br />
riteniamo che tutte le<br />
componenti sociali coinvolte<br />
debbano sostenere le misure<br />
proposte dal Ministro<br />
Scajola.<br />
Negli ultimi anni la nostra è<br />
stata una storia di produttività<br />
prevalentemente stagnante,<br />
bassi investimenti,<br />
bassi salari. Una storia industriale<br />
segnata da pochissima<br />
ricerca innovativa e<br />
dall’attesa di interventi assistenziali<br />
a favore dei soliti<br />
noti, in cui la difesa del<br />
lavoro diventava un alibi<br />
per un imprenditore e un<br />
sindacato che non sapevano<br />
o volevano rischiare<br />
nulla. Dal governo regionale<br />
è mancata una vera politica<br />
industriale necessaria a<br />
far crescere un nuovo modello,<br />
in cui l’attaccamento<br />
al lavoro si potesse sposare<br />
con la disponibilità a cambiare<br />
e accettare la sfida del<br />
mercato. E’ rischioso e sbrigativo<br />
lasciarsi andare all’idillio<br />
di una nuova lotta<br />
di classe senza conflitti, una<br />
storia di rivoluzione di velluto<br />
dove il governo regionale<br />
con la maggioranza di<br />
estrema sinistra, scaricando<br />
sul Governo Nazionale, crede<br />
d’incanto di risolvere la<br />
crisi e le relazioni industria-<br />
li. Ad una certa sinistra, forse,<br />
piace sognare che possa<br />
essere così. Ma la realtà è<br />
meno scontata, occorre tornare<br />
al tavolo delle decisioni<br />
dure e impegnative dove<br />
trovi posto una concreta<br />
azione di riconversione, pun-<br />
tando su produzioni sostenibili,<br />
sviluppando prodotti altamente<br />
innovativi, e di qualità,<br />
valorizzando l’efficienza<br />
energetica e il risparmio,<br />
in sostanza un sano progetto<br />
sostenuto e favorito da un<br />
solido e coeso Governo regionale,<br />
in caso contrario per<br />
molti lavoratori il 2010 potrebbe<br />
essere alquanto difficile.<br />
Sul fronte lavoro, la coesione<br />
sociale è stata garantita<br />
all’80% dagli ammortizzatori<br />
sociali erogati dal Ministro<br />
Sacconi sono stati imponenti,<br />
i più rilevanti dal<br />
dopoguerra ad oggi, e han-<br />
no permesso di salvare migliaia<br />
di posti di lavoro, forse<br />
più di 300mila. Si pensi<br />
alla cassa integrazione in deroga,<br />
al sostegno alle Pmi,<br />
al raddoppio della Cig ordinaria,<br />
alla modifica dei contratti<br />
di solidarietà, con la<br />
copertura passata all’80%.<br />
Provvedimenti che hanno<br />
impegnato tante risorse.<br />
Il Governo Berlusconi non<br />
farà mancare alle Marche<br />
una politica di sviluppo. Si<br />
può oggi affermare che una<br />
nuova maggioranza dalle<br />
prossime elezioni regionali<br />
potrà certamente avviare una<br />
stagione di rilancio economico<br />
e di buon governo al<br />
pari di quanto viene fatto dal<br />
Governo centrale.<br />
Il 2010 deve essere l’anno<br />
delle riforme, della lotta agli<br />
sprechi, dell’eliminazione<br />
dei tanti privilegi che hanno<br />
sclerotizzato e ingessato tanta<br />
parte della nostra società,<br />
impedendo ai giovani e all’intero<br />
Paese di esaltare in<br />
maniera meritocratica le proprie<br />
risorse e di destinare le<br />
giuste attenzioni a chi è in<br />
condizioni di difficoltà. Questa<br />
è la sfida che ognuno di<br />
noi è chiamato ad affrontare:<br />
un’Italia migliore ed una<br />
Regione più forte si costruiscono<br />
con il contributo di<br />
coloro che hanno buonsenso,<br />
amore per la propria terra<br />
e la voglia di lasciare ai<br />
nostri figli un mondo migliore<br />
in cui vivere.<br />
Giacomo Bugaro,<br />
Capolista Pdl Provincia di Ancona<br />
elezioni regionali<br />
Valori cristiani al centro di tutto<br />
Lo svolgimento della campagna elettorale mi ha indotto a<br />
fare alcune riflessioni. Usciti dalle amare esperienze della<br />
guerra e della dittatura fascista, ci siamo subito abituati agli<br />
scontri politici. Ricordo che, ancora ragazzo ma già militante<br />
nell’Azione Cattolica da più anni, ho trovato spazio e<br />
possibilità di lavoro (volontario ed entusiasmante) negli ormai<br />
famosi comitati civici. Erano in lizza: da un lato la<br />
democrazia cristiana, dall’altro il fronte popolare (comunisti<br />
e socialisti) e piccoli, ma pochi altri, schieramenti politici.<br />
Essere democristiani significava, soprattutto, non aderire<br />
alla ideologia della sinistra marxista, impregnata di antireligiosità<br />
e anticlericalismo. Il susseguirsi delle tornate elettorali,<br />
nel corso dei decenni successivi, hanno mutato lo stile e<br />
l’atteggiamento dei politici e dei partiti da essi rappresentati:<br />
i socialisti hanno trovato la loro autonomia nei confronti<br />
dei comunisti e la sinistra, in genere, non riuscendo a conquistare<br />
l’elettorato cattolico - presentando il Cristo come<br />
primo socialista della storia -, ha progressivamente tentato<br />
un accostamento al clero italiano. E così siamo arrivati all’oggi<br />
in cui il Vaticano, nei suoi organi, riceve più applausi<br />
da esponenti della sinistra che non dai cattolici impegnati.<br />
Quei cattolici, cioè, che sono convinti che non ci si salva<br />
solo dichiarando e dimostrando di essere paladini dei valori<br />
cristiani, promuovendo “crociate” perché venga rifiutato<br />
il divorzio e l’aborto o aprendo incondizionatamente le porte<br />
d’ingresso in Italia agli extracomunitari o agli immigrati<br />
in genere, ma attraverso un comportamento è orientato a<br />
vivere, in <strong>prima</strong> persona, quei valori ispirati dalla lettura e<br />
dalla meditazione del Vangelo. Diversamente tutto diventa<br />
facile e, il più delle volte, ciò è causa di un’autentica ipocrisia<br />
finalizzata a trarre un vantaggio politico, provocando<br />
un'azione distruttrice dei rapporti sociali, politici ed economici.<br />
Credo di non sbagliarmi, ma nel Vangelo non si trova un<br />
minimo invito a qualsiasi autorità ad imporre il rispetto dei<br />
cosiddetti valori cristiani, ma solo al rispetto degli stessi<br />
come scelta personale (non chiunque mi dice: Signore, Signore,<br />
entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà<br />
del Padre mio che è nei cieli).<br />
Quanti hanno autorità, quindi, saranno giudicati sul come<br />
l’avranno esercitata al servizio della persona e senza lasciarsi<br />
trascinare dalla tentazione del prestigio e del potere.<br />
Porto ad esempio un problema di attualità: secondo il mio<br />
modesto parere, è molto più onesto e coraggioso dichiarare<br />
di voler regolamentare l’afflusso degli stranieri in Italia - e<br />
ciò nei loro stessi interessi, in quanto avranno così la certezza<br />
di una vita dignitosa - anziché accettare tutti, indiscriminatamente,<br />
con la conseguenza di un loro massiccio sfruttamento<br />
che può assumere<br />
quelle forme disumane di cui<br />
lo scandalo di Rosarno è solo<br />
un esempio, forse più emblematico<br />
di altri. Come ho detto<br />
<strong>prima</strong>, è troppo facile e a<br />
volte frutto di autentica ipocrisia,<br />
invocare leggi o provvedimenti<br />
miranti a risolvere<br />
problemi sociali, quando<br />
in realtà quegli stessi provvedimenti,<br />
a parte la speculazione<br />
politica, non sono<br />
espressione di vero vissuto<br />
cristiano ma soltanto un<br />
modo inaccettabile di adeguarsi<br />
allo spirito dei tempi.<br />
Luigi Setaro<br />
Si è parlato, specie nell’ultimo<br />
mese, della nostra regione<br />
come il “laboratorio Marche”<br />
per l’alleanza che la sinistra<br />
moderata del Pd ha<br />
stretto con l’Udc (con conseguente<br />
separazione dai<br />
partiti della Rifondazione<br />
Comunista, dei Comunisti<br />
Italiani e di Sinistra Ecologia<br />
e Libertà), in virtù di<br />
quella politica delle “alleanze<br />
larghe” che il segretario<br />
nazionale dei democratici<br />
Bersani sostiene da tempo<br />
come misura necessaria per<br />
sconfiggere la destra berlusconiana.<br />
È stato lo stesso<br />
leader nazionale dei cattolici<br />
di centro Casini a dare<br />
grande rilievo all’accordo<br />
firmato per lui nella nostra<br />
regione dal segretario Cesa,<br />
specie dopo che in Puglia la<br />
vittoria nelle <strong>prima</strong>rie di Nichi<br />
Vendola non aveva reso<br />
possibile proprio il patto tra<br />
centristi e progressisti. In<br />
secondo luogo, per le voci<br />
(o più che voci, dato che già<br />
in dicembre ne parlava il<br />
quotidiano Libero) che volevano<br />
il sottosegretario e<br />
capo della protezione civile,<br />
Guido Bertolaso come il<br />
candidato del centrodestra,<br />
su indicazione e volontà diretta<br />
di Silvio Berlusconi.<br />
Come sappiamo poi, Bertolaso<br />
è rimasto alla guida della<br />
Protezione Civile,<br />
aprendo le<br />
porte alla candidatura<br />
per la candidatura<br />
a presidente<br />
di Erminio<br />
Marinelli, piorachese<br />
d’origine<br />
ma civitanovese<br />
d’adozione (e di<br />
carriera politica).<br />
Quando mancano<br />
pochi giorni alle elezioni,<br />
tre sono le coalizioni in<br />
lizza con tre rispettivi candidati<br />
presidenti: il Governatore<br />
uscente Gian Mario<br />
Spacca per il Pd, Idv, Udc,<br />
Api (Rutelli), Verdi, Liste<br />
civiche ed Alleanza Riformista;<br />
Erminio Marinelli per il<br />
Pdl, Lega Nord, Lista Insieme<br />
per Marinelli e La Destra;<br />
Massimo Rossi per Rifondazione<br />
comunista, Comunisti<br />
italiani, Sinistra ecologia<br />
e libertà.<br />
Esclusi, ad oggi, il candida-<br />
<strong>L'Azione</strong> 20 MARZO 2010<br />
Matelica non ha<br />
un suo candidato<br />
Una zoomata sulle elezioni<br />
to di Forza Nuova Marco<br />
Gladi e quello dei Radicali<br />
Marco Perduca (che aveva<br />
dichiarato perplessità anche<br />
per le firme di presentazione<br />
delle altre liste); firme, il<br />
cui numero minimo non è<br />
invece riuscito a raggiungere<br />
Youri Marinelli, operaio<br />
cassaintegrato dell’Ardo del<br />
Partito Comunista dei Lavoratori.<br />
Grande attenzione e curiosità<br />
c’è in particolare per la<br />
nostra provincia, che nelle<br />
scorse consultazioni ha visto<br />
prevalere il centrodestra<br />
di Franco Capponi sul presidente<br />
uscente Giulio Silenzi,<br />
sconfitto anche per i tanti<br />
voti dell’ex sindaco Patrizio<br />
Gagliardi, ma soprattutto per<br />
l’appoggio determinante<br />
proprio di quell’ Udc (11.2<br />
%) che ora appoggia Spacca<br />
e la sua coalizione. Va registrato<br />
che Matelica non<br />
esprime nessun candidato<br />
proprio, e un consigliere regionale<br />
della nostra città<br />
manca dal lontano 1986. A<br />
lungo si era parlato in città<br />
di una potenziale candidatura<br />
del prof. Igino Colonnelli<br />
che ha poi spiegato pubblicamente<br />
le ragioni della sua<br />
scelta e dell’attuale assessore<br />
provinciale alle attività<br />
produttive, Patrizio Gagliardi.<br />
L’entroterra spera così di<br />
Panorama di Matelica<br />
essere rappresentato dai candidati<br />
territorialmente a noi<br />
più vicini (e con maggiore<br />
probabilità di essere eletti)<br />
come Francesco Comi (Pd –<br />
Tolentino), Angelo Sciapichetti<br />
(Pd – San Severino<br />
Marche), Claudio Mazzalupi<br />
(Pd – Fiuminata), Francesco<br />
Massi (Pdl – Tolentino),<br />
Gianluca Pasqui (Pdl – Camerino),<br />
oltre che dai due<br />
candidati presidenti (Spacca<br />
è di Fabriano, Marinelli,<br />
come già detto, di Pioraco).<br />
Gabriele Spitoni<br />
Dobbiamo guardare più ai campanili<br />
Leggendo le pagine dei giornali ho appreso con qualche perplessità che Urbano Urbani,<br />
candidato Pdl al consiglio regionale intervenendo a Jesi ad un incontro organizzato per<br />
parlare delle problematiche della città ha sostenuto, riguardo alla sanità, questa posizione:<br />
”La polarizzazione degli ospedali ad Ancona e Fabriano rischia di lasciare la città (Jesi)<br />
priva di strutture adeguate, prevedendo la realizzazione di un progetto ormai vecchio di 40<br />
anni”. Vorrei capire ed insieme a me i cittadini di Fabriano della zona montana e credo di<br />
tutta la regione se il candidato della destra indossi la maschera di pirandelliana memoria in<br />
ogni luogo: made in Fabriano a Fabriano, made in Jesi a Jesi e così via. Il progetto della<br />
sanità parla di area Vasta ed in questa le realtà di Fabriano, Jesi ed Ancona sono parte<br />
costituente di un sistema integrato che riserva ad ognuno la propria peculiarità ed il proprio<br />
riferimento territoriale. La regione ha bisogno di chi sa guardare ai campanili e non di chi<br />
guarda dai campanili.<br />
Maurizio Fini, Candidato Pd al consiglio regionale