Scarica il NUMERO 4 – Dicembre 2011-Marzo ... - Banca Don Rizzo
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Anno 2 - N. 1 - <strong>Dicembre</strong> <strong>2011</strong> - <strong>Marzo</strong> 2012 - Registrazione n. 336 del 20 <strong>Dicembre</strong> 2010. Distribuzione gratuita<br />
Quadrimestrale di Cultura, Finanza, Economia, Identità e Valori<br />
La galassia<br />
del credito<br />
cooperativo<br />
BCC<br />
un futuro<br />
da scrivere
Periodico QUAdriMeSTrALe<br />
di iNForMAZioNe deLLA<br />
BANcA doN riZZo<br />
Anno 2, n. 1, <strong>Dicembre</strong> <strong>2011</strong> - <strong>Marzo</strong> 2012<br />
DIRETTORE RESPONSABILE<br />
Antonio prof. Fundarò<br />
COMITATO DI DIREZIONE<br />
Giuseppe dott. Mistretta Presidente <strong>Banca</strong> don rizzo<br />
Carmelo dott. Guido direttore Generale <strong>Banca</strong> don rizzo<br />
Enzo dott. Nuzzo Vice Presidente <strong>Banca</strong> don rizzo<br />
Antonio prof. Fundarò direttore responsab<strong>il</strong>e<br />
Pasquale prof. Hamel responsab<strong>il</strong>e comitato Scientifico<br />
Salvatore dott. Cartuccio Ufficio marketing <strong>Banca</strong> don rizzo<br />
REDAZIONE<br />
Ufficio marketing e comunicazione<br />
Via Stefano Polizzi, 13, 91011 Alcamo (Tp)<br />
PROGETTO GRAFICO E REALIZZAZIONE EDITORIALE<br />
Stampa<br />
Stampato in Italia presso Arti Grafiche Campo S.r.l, Alcamo.<br />
Fotografie, testi e <strong>il</strong>lustrazioni<br />
La rivista pubblica solo gli articoli commissionati.<br />
Eventuali proposte di contributi vanno inoltrate al Comitato<br />
Editoriale alla seguente ema<strong>il</strong>: proposteecontributi@donrizzo.it<br />
Grafica ed impaginazione<br />
ADA Comunicazione, Antonio Fundarò, Salvatore Cartuccio.<br />
L’editore si dichiara disponib<strong>il</strong>e a regolare eventuali spettanze<br />
per quelle immagini di cui non sia stato possib<strong>il</strong>e reperire la<br />
fonte.<br />
I dati relativi ai destinatari della Rivista vengono ut<strong>il</strong>izzati<br />
esclusivamente per l’invio della pubblicazione e non vengono<br />
ceduti a terzi per nessun motivo.<br />
Resta ferma la possib<strong>il</strong>ità per l’interessato di esercitare i diritti di<br />
cui all’articolo 13 della legge 675/96.<br />
Pubblicazione quadrimestrale.
4 LETTERA APERTA<br />
DEL PRESIDENTE CARINI CRESCE CoN Co.P.A.L. 20<br />
LETTERA APERTA<br />
DEL DIRETToRE GENERALE<br />
LA GALASSIA DEL CREDITo<br />
CooPERATIvo: IDENTITà<br />
E vALoRI. INTERvISTA<br />
AD ALESSANDRo mESSINA<br />
BCC: uN fuTuRo<br />
DA SCRIvERE<br />
RITA BARBERA NEL BENE E NEL<br />
mALE DI quESTA TERRA DI SICILIA<br />
vITo ASTA, uN ARTIGIANo<br />
PRESTATo ALLA fINANzA,<br />
ALL’ECoNomIA E ALLA PoLITICA<br />
34 42<br />
LA BARuNISSA DI CARINI L’ASSoCIAzIoNE SoCI GIovANI<br />
DELLA BANCA DoN RIzzo<br />
“PER uN fuTuRo DA SCRIvERE”<br />
5 24<br />
I CoLoRI E LE foRmE DELL’oLIvo<br />
PER uN oLIo DA AmARE<br />
E GuSTARE<br />
6 26<br />
3S, ImPRESA DI AuToDEmoLIzIoNI<br />
8 28<br />
SAPoRI E CoLoRI<br />
DA GuSTARE E GuARDARE<br />
EDELwEISS<br />
10 30<br />
GouT S.R.L.<br />
LEADER NEL SETToRE<br />
DELLA CommERCIALIzzAzIoNE<br />
E DELLA DISTRIBuzIoNE<br />
11 31<br />
CEDI SISA SICILIA<br />
LEADER DEL SETToRE<br />
ALImENTARE E DELLA<br />
DISTRIBuzIoNE IN SICILIA<br />
12 33<br />
CARINI LA SuA SToRIA IL CuoRE DEL NoSTRo LAvoRo<br />
NTERvISTA AL SoCIo DELLA BANCA<br />
DoN RIzzo ING. LoRENzo GENovA<br />
LE TRADIzIoNI PoPoLARI<br />
A CARINI<br />
CARINI CITTà D’ARTIGIANATo,<br />
DI CommERCIo, D’INDuSTRIA,<br />
D’ISTRuzIoNE<br />
16 34<br />
LA BARuNISSA DI CARINI<br />
18 35<br />
ALLA SCoPERTA<br />
DI uN ANTICo PoETA CARINESE<br />
“PAoLo GAmBINo”
27 GENNAIo 2012<br />
GIoRNo DELLA mEmoRIA<br />
IL PENSIERo DI ChI NoN C’ERA…<br />
36 CERImoNIA DI PRESENTAzIoNE<br />
DEI NuovI SoCI<br />
E DEL BILANCIo SoCIALE 2010<br />
ADozIoNI A DISTANzA 37<br />
LE AGENzIE DI RATING.<br />
BuRATTINAI DEI<br />
mERCATI fINANzIARI?<br />
SOMMARIO<br />
48 52<br />
“SCuoLA PER GENIToRI”<br />
uN PRoGETTo PER LE NuovE<br />
GENERAzIoNI CoN LA DIREzIoNE<br />
DI PAoLo CREPET<br />
LE GIoRNATE DELLA PREvENzIoNE<br />
E LA muTuALITà<br />
DI BANCA DoN RIzzo<br />
CooPERATIvA ARTISTICA<br />
“ComPAGNIA PICCoLo TEATRo”<br />
27 GENNAIo 2012<br />
GIoRNo DELLA mEmoRIA<br />
IL PENSIERo DI ChI NoN C’ERA…<br />
46<br />
47<br />
38 48<br />
39 49<br />
IL PRoGETTo SALES foRCE GIuSEPPE TRovATo fIRmA<br />
L’ADESIoNE ALL’AIDo NEL GIoRNo<br />
DEL Suo 18 ComPLEANNo<br />
L’AGENzIA DI CARINI<br />
NEL TERRIToRIo<br />
40 50<br />
IL CoNCoRSo foToGRAfICo<br />
BANCA DoN RIzzo<br />
“I LuoGhI INToRNo A NoI”<br />
41 52<br />
BCC SAN mARzANo “SCuoLA PER GENIToRI”<br />
uN PRoGETTo PER LE NuovE<br />
GENERAzIoNI CoN LA DIREzIoNE<br />
DI PAoLo CREPET<br />
L’ASSoCIAzIoNE SoCI GIovANI<br />
DELLA BANCA DoN RIzzo<br />
“PER uN fuTuRo DA SCRIvERE” 42 GLI AuToRI DI quESTo NumERo 54<br />
IL PuNTo DI vISTA<br />
DI uN GIovANE DIPENDENTE<br />
DELLA BCC “DoN RIzzo”<br />
IL RuoLo E L’ESIGENzA<br />
DEL SILENzIo<br />
NELLA NoSTRA SoCIETà<br />
44<br />
45
Lettera aperta del<br />
Presidente<br />
Nell’anno appena trascorso, abbiamo adeguato la<br />
nostra struttura organizzativa e le nostre modalità<br />
operative alle sfide che le recenti tecnologie<br />
dell’informazione ed i mercati sempre più globali<br />
e competitivi hanno posto a tutti noi, alle nostre<br />
imprese e ai nostri giovani.<br />
In questo periodo di crisi profonda, <strong>il</strong> nostro<br />
rinnovamento non ha, però, modificato i valori di<br />
riferimento che erano e sono tutt’oggi punti distintivi<br />
di una BCC. Abbiamo concepito l’attività creditizia e<br />
finanziaria, incentrandola sulla creazione del valore a<br />
beneficio dei nostri soci e dei nostri clienti, mirata ad<br />
incentivare la coesione sociale, la promozione della<br />
cooperazione e a svolgere una funzione di sostegno<br />
per lo sv<strong>il</strong>uppo del territorio.<br />
Valori che continuano e continueranno ad orientare<br />
l’operato della nostra <strong>Banca</strong>, che ha sempre dedicato<br />
particolare attenzione alla qualità della vita della<br />
propria comunità, al valore sociale dell’attività<br />
creditizia ed alla responsab<strong>il</strong>ità sociale d’impresa che<br />
essa implica.<br />
La crisi che stiamo vivendo, comunque, non è soltanto<br />
quella del capitalismo e dei mercati in senso stretto, ma è una crisi di valori che ruotano intorno al sistema<br />
finanziario e la cui mancanza pregiudica l’attendib<strong>il</strong>ità e la fiducia esternate nei confronti delle comunità, i veri<br />
e propri anelli deboli di tale recessione.<br />
In questo contesto, la nostra <strong>Banca</strong> e, più in generale, <strong>il</strong> movimento del Credito Cooperativo, pur subendone le<br />
conseguenze indirette, è riuscito a non rimanere direttamente e pesantemente coinvolto dalla crisi.<br />
Il nostro modo di essere “Banche differenti” ci ha consentito di svolgere a pieno <strong>il</strong> ruolo di Banche del territorio,<br />
rivolte agli uomini e non ai capitali, vicini all’economia reale dei luoghi in cui siamo storicamente radicati.<br />
Solo un’istituzione credib<strong>il</strong>e e coesa, che gode della fiducia e della considerazione dei propri interlocutori,<br />
può, pertano, mettere radici salde e durature ed essere in grado di resistere alle “intemperie economiche” di<br />
momenti diffic<strong>il</strong>i come questo.<br />
Da 110 anni, infatti, è proprio tale spirito che ci ha permesso di crescere e far crescere la nostra collettività e <strong>il</strong><br />
nostro territorio e, anche per l’anno appena trascorso, abbiamo ritenuto di avere <strong>il</strong> dovere morale e sociale di<br />
raccontarvi un altro spaccato di vita vissuto assieme nel più puro e profondo st<strong>il</strong>e Cooperativo.<br />
4<br />
Giuseppe Mistretta<br />
Presidente <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Carmelo Guido<br />
Direttore Generale <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />
Lettera aperta del<br />
Direttore Generale<br />
Ci siamo lasciati alle spalle <strong>il</strong> <strong>2011</strong> con l’ennesima grande<br />
manovra economica di fine anno, indispensab<strong>il</strong>e per<br />
evitare di cadere in quel baratro nel quale eravamo ormai<br />
sul punto di precipitare. Quattro o cinque provvedimenti<br />
che hanno rappresentato - e rappresenteranno - una prova<br />
durissima per un Paese che è apparso, in alcuni momenti,<br />
come un vascello alla deriva in un mare in tempesta.<br />
Il 2012 non sembra essere iniziato sotto auspici migliori,<br />
specialmente se consideriamo alcuni misuratori di quella<br />
che sembrerebbe la “febbre” incurab<strong>il</strong>e di questo Paese: <strong>il</strong><br />
famoso spread tarda a scendere e la borsa italiana non dà<br />
segnali migliori. Nuvoloni neri appaiono sul versante della<br />
vita quotidiana delle famiglie ed i consumi languono.<br />
Insomma, uno scenario da depressione…<br />
Ma se prestassimo un po’ più di attenzione ad altri segnali<br />
che emergono in f<strong>il</strong>igrana - e, dunque, in maniera meno<br />
evidente - nel tessuto socio-economico del nostro Paese,<br />
forse potremmo renderci conto che la situazione in cui<br />
versa l’Italia non coincide esattamente con quella che i<br />
media spesso ci presentano, e che la realtà, se guardata<br />
con acume e obiettività, mostra con chiarezza la verità<br />
sottesa agli avvenimenti.<br />
Infatti, proprio partendo dallo spread, ci accorgiamo che i tassi d’interesse sui titoli di Stato a breve termine - fino a due<br />
anni, in particolar modo - nelle ultime aste si sono dimezzati. Segnale, dicono gli esperti, che in seguito alla manovra<br />
l’ipotesi di un default dell’Italia, nel breve periodo, appare fortunatamente più lontana, ma non tanto da escludersi,<br />
purtroppo, nel lungo. Speculazione a parte, ciò fa ben sperare, perché sta a significare che le misure adottate vengono<br />
giudicate, dagli “addetti ai lavori”, ut<strong>il</strong>i ed adeguate ad affrontare seriamente i problemi che affliggono <strong>il</strong> nostro Paese.<br />
Significa, dunque, che i mercati hanno apprezzato la decisione di creare un governo tecnico, composto da persone<br />
capaci e responsab<strong>il</strong>i, e che la nostra classe politica - resasi conto del gravissimo pericolo che l’Italia correva a causa<br />
del clima esasperato e del conseguente stallo che si era creato - ha saputo mettere in secondo ordine i propri interessi<br />
particolari ed ha anteposto a quelli l’interesse generale ed <strong>il</strong> bene comune. Per scelta o per necessità.<br />
Provvedimenti notati ed apprezzati nel consesso internazionale, che hanno ripagato, in termini di riconoscimento,<br />
un Paese che per differenti motivi - e senza volersi addentrare nel merito delle singole responsab<strong>il</strong>ità - aveva perso<br />
pesantemente credib<strong>il</strong>ità.<br />
Serietà, capacità, responsab<strong>il</strong>ità, bene comune, interesse generale sono termini che erano quasi del tutto scomparsi dal<br />
nostro lessico o - nel migliore dei casi - depotenziati del loro significato, quasi che se ne potesse fare a meno o si potesse<br />
continuare a vivere spensieratamente in un mondo che - per la sua strutturale “interconnessione”, generata e alimentata<br />
dai mezzi di comunicazione - consente a qualsiasi essere umano, in qualsiasi parte del globo, di “osservare” e valutare gli<br />
atteggiamenti dell’altro.<br />
Il mondo globale, unico, interconnesso, popolato da sette m<strong>il</strong>iardi di individui che vivono virtualmente “a contatto”<br />
gli uni con gli altri, e che dunque si “guardano” e giudicano vicendevolmente, impone dei limiti e dei vincoli ai nostri<br />
comportamenti ai quali non è possib<strong>il</strong>e sottrarsi. Altro che tornare a mettere le frontiere o alzare barricate per non fare<br />
entrare lo straniero!<br />
La globalizzazione nel campo della comunicazione non costituisce, tuttavia, uno strumento di soppressione della<br />
libertà personale, bensì ci invita al rispetto di quella buona norma del vivere civ<strong>il</strong>e, onesto e morigerato alla quale ci<br />
siamo attenuti per tanto tempo ma che forse noi italiani, sopite le antiche virtù e risvegliati gli atavici vizi, avevamo<br />
dimenticato. Ma sono convinto che la forte presa di coscienza alla quale siamo stati sottoposti negli ultimi anni ci farà<br />
ritrovare le capacità perdute e ci farà tornare a vivere secondo modelli e comportamenti meno egoistici e più attenti<br />
a mettere sempre in pratica, ovunque ci troviamo ed in qualunque circostanza della vita, uno spirito di servizio, di<br />
collaborazione e di cooperazione, ricordandoci che ciò che possediamo non va sperperato, ma custodito come un<br />
tesoro da tramandare alle nuove generazioni, affinché ne facciano un uso altrettanto cosciente e responsab<strong>il</strong>e.<br />
N. 1 2012<br />
5
LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />
Intervista<br />
6<br />
La Il progetto galassia legalità del credito cooperativo<br />
La galassia del credito<br />
cooperativo: identità e valori.<br />
Intervista ad Alessandro Messina<br />
di Antonio Fundarò<br />
Il Santo Padre Giovanni Paolo II, in una<br />
udienza ai membri dell’Istituto Centrale per<br />
le Banche di Credito Cooperativo (ICCREA), <strong>il</strong><br />
26 Giugno 1998, affermava “ […] La struttura<br />
stessa delle Banche di Credito Cooperativo,<br />
che si fonda su società di persone e non<br />
di capitali, lascia intendere che obiettivo<br />
primario non è <strong>il</strong> lucro, ma <strong>il</strong> soddisfacimento di esigenze di ut<strong>il</strong>ità sociale. Il<br />
cap<strong>il</strong>lare radicamento nel territorio, poi, permette ai soci di conoscere le reciproche<br />
possib<strong>il</strong>ità e capacità, come anche di intervenire efficacemente nell’ambito della<br />
realtà locale. Un significativo servizio viene così reso all’armonia e al benessere<br />
dell’intera società che può avvalersi di qualità e risorse personali, altrimenti esposte<br />
ad essere trascurate. […]”. Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Messina responsab<strong>il</strong>e<br />
per le r ni qualitative (soft information) nella valutazione del merito di credito, di<br />
capacità di risposta alle esigenze di famiglie e piccole imprese. Senza dimenticare<br />
la potente attualità della forma cooperativa, che non a caso è celebrata quest’anno<br />
dalle Nazioni Unite».<br />
«Qual è la qualità la mission che contraddistingue <strong>il</strong> credito cooperativo?»<br />
«Certamente la sintesi più efficace è nell’articolo 2 del nostro Statuto tipo, che<br />
finalizza l’attività bancaria allo sv<strong>il</strong>uppo delle comunità di riferimento, enfatizzando<br />
la funzione educativa al risparmio e alla previdenza. Sono temi quanto mai attuali e<br />
r<strong>il</strong>evanti in un Paese in cui ancora è esclusa dai servizi bancari una fetta di popolazione<br />
importante, che la Commissione europea quantifica al 16%. Inclusione finanziaria,<br />
ut<strong>il</strong>izzo dei risparmi per <strong>il</strong> sostegno all’economia dei territori, pratica concreta ed<br />
efficace di democrazia economica. Tutto questo oggi qualifica l’azione delle BCC».<br />
«Quali sono i fondamenti identitari della BCC?»<br />
«Per rispondere a questa domanda servono almeno tre diversi paia d’occhiali. Quello<br />
della «buona banca», che è tale se garantisce l’attenta gestione dei risparmi che<br />
riceve e concede credito con la giusta saggezza. Quello della «buona cooperativa»,<br />
che deve sempre mettere al primo posto i soci, deve preoccuparsi di come gli<br />
strumenti di governance siano adeguati a rappresentare le istanze del territorio,<br />
deve trovare strade di effettività nelle forme di coagulazione del consenso,<br />
dall’assemblea alle consulte, passando per l’ormai ineludib<strong>il</strong>e ut<strong>il</strong>izzo delle nuove<br />
tecnologie. Infine, ma niente affatto ultimi, vi sono gli occhiali di quella «buona<br />
impresa» che una BCC deve comunque essere, fondamentali oggi, tra tempeste<br />
finanziarie globali e crisi dei modelli produttivi. L’efficienza è la strada maestra per<br />
praticare una solidarietà concreta e sostenib<strong>il</strong>e. Tenere insieme queste prospettive<br />
non è sempre semplice. Il rischio è di perdersi nel mare aperto delle emergenze e<br />
delle singole angolazioni, già abbastanza complesse prese una per una. Per aiutare<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
a «tenere la rotta» oggi abbiamo uno strumento in più,<br />
un cruscotto gestionale a più dimensioni che, a partire<br />
dalla misurazione di indici sintetici della “Metrica<br />
mutualistica” può aiutare la singola BCC ad individuare<br />
punti di forza e di debolezza, dunque anche gli spazi di<br />
miglioramento e le opportunità di sv<strong>il</strong>uppo. Senza mai<br />
perdere di vista l’identità».<br />
«La struttura organizzativa della banca di credito<br />
cooperativo sembra improntata ai più moderni<br />
princìpi di sussidiarietà…»<br />
«Sono in Federcasse relativamente da poco (apr<strong>il</strong>e<br />
<strong>2011</strong>). Ma studio <strong>il</strong> Credito Cooperativo da diversi anni.<br />
Ciò che ancora mi stupisce positivamente è l’efficacia<br />
e la modernità del modello sussidiario che è stato<br />
costruito in questi ultimi 20 anni, diciamo dalla riforma<br />
del Tub in poi. Il delicato, ma solido, equ<strong>il</strong>ibrio tra istanze<br />
locali e strategia generale è oggi una grande ricchezza,<br />
tanto più di valore se confrontata con lo sgretolarsi<br />
di quasi ogni forma coesa di istituzione nel Paese. Il<br />
Credito Cooperativo è un vero modello sussidiario,<br />
tra i più concreti in Italia. Un’altra responsab<strong>il</strong>ità nei<br />
confronti delle generazioni future».<br />
«Quali sono le nuove linee di piano strategico per i<br />
prossimi anni?»<br />
«Fare finanza nel 2012 è una sfida grande. Che<br />
mette alla prova la tenuta dell’identità, le capacità<br />
manageriali, la continuazione di quel percorso<br />
impetuoso di crescita degli ultimi anni. Proprio la<br />
sussidiarietà deve costituire la chiave di accesso alla<br />
soluzione. Va rideclinata per consentire al «sistema»<br />
di affrontare al meglio i mercati. Occorre perseguire<br />
le massime sinergie e l’efficienza complessiva interna<br />
al «sistema»: tra BCC e Federazioni Locali, tra esse e le<br />
società di servizi, con le banche di secondo livello e la<br />
Federazione nazionale. Il Congresso tenutosi a Roma<br />
in dicembre ha senza dubbio segnato un notevole<br />
passo avanti rispetto alla consapevolezza di alcune<br />
di queste scelte e alla individuazione delle soluzioni.<br />
Starà a tutti noi ora contribuire a realizzarle».<br />
N. 1 2012<br />
7<br />
AlessAndro MessinA nasce a Roma<br />
nel 1969, dove si laurea, in Economia e<br />
commercio, all’Università La Sapienza (con<br />
lode), specializzandosi in Finanza alla Luiss-<br />
Scuola di management.<br />
Oggi lavora per <strong>il</strong> Credito Cooperativo di<br />
cui, a livello della Federazione nazionale, è<br />
responsab<strong>il</strong>e per le Relazioni con le imprese.<br />
È stato:<br />
• responsab<strong>il</strong>e del settore crediti presso<br />
l’Associazione bancaria italiana (2008-<strong>2011</strong>)<br />
• responsab<strong>il</strong>e del controllo strategico, come<br />
dirigente generale del Secin, del Ministero<br />
della solidarietà sociale (2007-2008);<br />
• responsab<strong>il</strong>e del programma di sostegno<br />
alle piccole imprese del Comune di Roma,<br />
come dirigente dell’ufficio Autopromozione<br />
sociale (2004-2007);<br />
• presidente dell’Associazione finanza<br />
etica, che raggruppava tutti gli operatori<br />
nazionali del settore (2001-2003);<br />
• direttore di Lunaria, associazione attiva<br />
nella promozione del terzo settore e del<br />
volontariato internazionale, con la quale<br />
- tra l’altro - ha contribuito all’ideazione<br />
e lancio della campagna Sb<strong>il</strong>anciamoci!,<br />
per la riforma della spesa pubblica, e alla<br />
costruzione del Quars, indice di misurazione<br />
della qualità dello sv<strong>il</strong>uppo regionale<br />
(1997-2003).<br />
Incarichi di studio e ricerca:<br />
Insegna all’Università di Tor Vergata di Roma<br />
Economia del nonprofit, materia che ha<br />
insegnato anche nelle università di Urbino e<br />
Ferrara.<br />
È stato ricercatore economista presso l’Istat<br />
(contab<strong>il</strong>ità nazionale) e l’Università La<br />
Sapienza (dipartimento di economia pubblica).
LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />
BCC: un futuro da scrivere<br />
di Claudia Benedetti<br />
2.230 congressisti, 400 accompagnatori, 70 ospiti, 20<br />
relatori (rappresentanti del mondo delle istituzioni, di<br />
quello accademico, politico e culturale) e 50 giovani<br />
soci che hanno prolungato la loro presenza rispetto ai<br />
220 che hanno partecipato al 2° Forum Giovani Soci<br />
dell’8 dicembre: i “numeri” del XIV Congresso Nazionale<br />
del Credito Cooperativo svoltosi a Roma dall’8 all’11<br />
dicembre scorso sono stati certamente importanti.<br />
Ma ancora più di r<strong>il</strong>ievo sono state le tesi e le proposte<br />
emerse attorno al tema Futuro da scrivere. Sguardi,<br />
strategie, strumenti delle BCC per accompagnare l’Italia.<br />
Molte erano in effetti le attese rispetto ad un evento che<br />
si teneva a sei anni dall’ultima assise di Parma, chiamato<br />
a fare <strong>il</strong> punto sullo stato di salute della cooperazione<br />
mutualistica di credito nel nostro Paese e sulle sue<br />
strategie di sv<strong>il</strong>uppo.<br />
Come ha sottolineato <strong>il</strong> presidente di Federcasse<br />
Alessandro Azzi nella sua relazione di apertura, in tempi<br />
di “inquietudini e timori” la cooperazione di credito<br />
italiana ha voluto, da un lato riaffermare con orgoglio<br />
l’importanza del proprio ruolo di sostegno all’economia<br />
reale, dall’altro, dire con chiarezza che <strong>il</strong> modello delle<br />
BCC ha ora bisogno, per riuscire a disegnare un futuro<br />
a beneficio del sistema Paese, di nuovi strumenti<br />
organizzativi come anche di una rinnovata attenzione<br />
da parte dei regolatori, anche per salvaguardare quella<br />
“biodiversità bancaria” che rappresenta un valore<br />
per lo stesso mercato. Non a caso, <strong>il</strong> Presidente della<br />
Repubblica Giorgio Napolitano, nel suo messaggio<br />
augurale ai congressisti, ha ribadito come “<strong>il</strong> modello<br />
del Credito Cooperativo, basato sui principi della<br />
8<br />
La galassia del credito cooperativo<br />
democrazia economica, ha contribuito fortemente alla<br />
crescita sociale e civ<strong>il</strong>e” dell’intera nazione.<br />
Momento particolarmente significativo del Congresso<br />
è stato l’annuncio dato dal Vice Direttore Generale della<br />
<strong>Banca</strong> d’Italia, Anna Maria Tarantola, della approvazione -<br />
avvenuta nei giorni precedenti - dello Statuto del Fondo<br />
di Garanzia Istituzionale del Credito Cooperativo (FGI) da<br />
parte dell’autorità di Vig<strong>il</strong>anza. Un progetto che rafforzerà<br />
la garanzia di stab<strong>il</strong>ità e solidità del sistema BCC nei<br />
confronti dei soci e dei clienti, con importanti vantaggi<br />
nell’accesso ai mercati ed in prospettiva regolamentari.<br />
Concludendo i lavori, <strong>il</strong> presidente Azzi ha sottolineato<br />
i risultati del Congresso, in termini di sguardi nuovi,<br />
strategie, strumenti. I convegnisti portano a casa la<br />
consapevolezza che i problemi si risolvono insieme;<br />
la coscienza che i problemi sono comuni, anche<br />
all’interno dell’industria bancaria; <strong>il</strong> dato non scontato<br />
dell’approvazione dello statuto del FGI; la determinazione<br />
di agire rapidamente per dare concrete risposte ai temi<br />
chiave posti dal dibattito.<br />
Il primo di questi temi è l’innovazione. Ed <strong>il</strong> FGI<br />
rappresenta certamente uno strumento strategico<br />
dell’innovazione nel Credito Cooperativo. Come ha<br />
affermato Anna Maria Tarantola, “<strong>il</strong> Fondo di Garanzia<br />
Istituzionale può rappresentare un’importante<br />
opportunità anche per riorganizzare l’intera rete, non va<br />
sprecata”.<br />
Proprio la rete è un’altra questione-chiave. Occorre<br />
superare, come sostenuto dal prof. Carretta nel suo<br />
intervento, <strong>il</strong> modello della rete come “ragnatela senza<br />
ragno”: perfino i ragni sanno essere cooperativi nel<br />
tessere la loro ragnatela! E ognuno nella rete del Credito<br />
Cooperativo ha un proprio ruolo. Vanno allora coltivati<br />
tutti gli spazi di maggiore efficienza, per realizzare<br />
economie di scala e di scopo, nonché di specializzazione<br />
per accrescere la qualità dei servizi e razionalizzare i costi.<br />
In questa direzione, la delibera approvata nella seconda<br />
giornata dei lavori dal Consiglio Nazionale ha posto<br />
all’ordine del giorno dei lavori <strong>il</strong> riassetto del versante<br />
associativo, la necessità di procedere alla razionalizzazione<br />
nel comparto dei centri servizi e dell’informatica, le<br />
sinergie tra le banche di secondo livello.<br />
Occorre poi investire nelle competenze, nella<br />
cultura, nella qualità delle persone. Dobbiamo<br />
costruire competenza tecnica, coscienza e uno spread<br />
anche spirituale, come lo ha definito <strong>il</strong> prof. Magatti<br />
nel suo intervento. E <strong>il</strong> cardinale Ravasi lo ha a sua<br />
volta rimarcato, incoraggiando <strong>il</strong> Credito Cooperativo<br />
a non impoverire, non inaridire <strong>il</strong> suo fare banca.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Anche <strong>il</strong> rinnovo del contratto collettivo nazionale di<br />
lavoro dovrà considerare poi le esigenze sobrietà e<br />
flessib<strong>il</strong>ità che <strong>il</strong> contesto impone.<br />
Costante attenzione merita <strong>il</strong> tema della coerenza:<br />
la BCC è un’impresa. Cooperativa. Mutualistica. Tutto<br />
insieme. Mentre si fa banca, si fa cooperativa mutualistica.<br />
Altrimenti si è un altro tipo di banca. Ed <strong>il</strong> tema delle<br />
generazioni, in particolare dell’attenzione concreta ai<br />
giovani, lavorando per suscitare la loro adesione.<br />
Le altre parole scritte nel simbolo del Congresso (la rosa<br />
dei venti) erano:<br />
• mutualità. E la crisi ha rafforzato l’esigenza della<br />
mutualità interna (ad esempio nella gestione della<br />
liquidità);<br />
• qualità. E le BCC hanno sottolineato la volontà di<br />
ripensare <strong>il</strong> proprio modello di business, sv<strong>il</strong>uppando,<br />
insieme alla tradizionale attività di assistenza a<br />
famiglie, agricoltori, artigiani, piccoli commercianti e<br />
imprenditori, anche la capacità di assistere le persone<br />
nei bisogni finanziari di lungo periodo che la fine del<br />
welfare impone: previdenza integrativa, risparmio di<br />
lungo termine, inclusione finanziaria;<br />
• autonomia. A questo riguardo va sottolineato quanto<br />
affermato dal Vice Direttore della <strong>Banca</strong> d’Italia, la dr.ssa<br />
Tarantola, la quale ha riconosciuto che esiste un “nutrito<br />
gruppo di BCC che possono affrontare le difficoltà<br />
contingenti e le sfide future in posizione di forza”.<br />
Ci sono state anche parole-chiave che non erano scritte,<br />
ma sono state ugualmente fortemente sottolineate,<br />
come la proporzionalità e la semplificazione, che<br />
N. 1 2012<br />
9<br />
rappresentano un fronte di costante impegno per<br />
Federcasse.<br />
Nella seconda giornata dei lavori, momento significativo<br />
è stata la partecipazione in San Pietro alla celebrazione<br />
officiata dal segretario di Stato Vaticano, Cardinale<br />
Tarcisio Bertone, in occasione dei 120 anni della Enciclica<br />
Rerum Novarum di Papa Leone XIII, che diede origine<br />
all’esperienza della cooperazione cattolica di credito. Un<br />
modo per affermare che i valori alla base dell’attività delle<br />
BCC non sono un generico riferimento “culturale”, ma una<br />
costante e reale fonte di ispirazione.
LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />
10<br />
Il progetto legalità<br />
Rita Barbera nel bene e nel<br />
male di questa terra di Sic<strong>il</strong>ia<br />
di Antonio Fundarò<br />
Anni duri, anni di “trincea”, quelli trascorsi dalla dottoressa Rita Barbera nelle carceri, quale direttore dell’Ucciardone<br />
di Palermo. Una struttura storica che al contempo fa la storia di questa Sic<strong>il</strong>ia martoriata dalla mafia, dalla criminalità<br />
organizzata, dalla lotta alle ingiustizie e alla secolari sopraffazioni dei potenti territoriali.<br />
Rita Barbera non è una di quelle donne che hanno la pretesa di essere perfette. Ma sta tra coloro che hanno deciso di non<br />
essere “tappezzeria” in questa Sic<strong>il</strong>ia dei parolai di professione. E alla fine hanno una storia da enunciare, loro “ci sono stati”,<br />
nel bene e nel male di questa terra che cerca di riscattarsi nonostante i tanti gattopardeschi signori che poco hanno di<br />
paladini del bene e del giusto. Non vegeta, non si risparmia.<br />
Cosa significa esattamente essere direttore di<br />
un carcere… quali le mansioni e quali sono le<br />
responsab<strong>il</strong>ità nei confronti dei detenuti?<br />
Questa è una risposta assolutamente relativa rispetto alla<br />
visione soggettiva che ogni direttore ha del carcere. Mi rendo<br />
conto di dire una cosa strana, perché essendo <strong>il</strong> direttore<br />
un dirigente della Pubblica Amministrazione non dovrebbe<br />
essere diversa la modalità di conduzione della struttura<br />
che amministrano, ma invece così non è. Il perché sta nel<br />
fatto che un direttore dispone della vita, o meglio della<br />
qualità della vita, di tante persone che dipendono per una<br />
stragrande di cose dai tuoi “si” e dai tuoi “no”. Anche questa<br />
è una contraddizione perché esistono leggi, regolamenti<br />
e disposizioni che regolano l’azione dei direttori, ma<br />
l’interpretazione è importante e quando si ha una visione più<br />
o meno “punitiva” piuttosto che “risocializzante” del carcere,<br />
le decisioni del direttore cambiano la detenzione. Io penso<br />
che <strong>il</strong> carcere sia una punizione, forse neanche necessaria in<br />
tutti i casi, ma sicuramente anche un’opportunità per tentare<br />
<strong>il</strong> cambiamento dell’uomo-detenuto. L’attuale situazione di<br />
emergenza del carcere non è sicuramente di quelle che<br />
favoriscono <strong>il</strong> raggiungimento di questo obbiettivo: quando<br />
c’è povertà e assenza delle condizioni minime per garantire<br />
una detenzione dignitosa, non si può credib<strong>il</strong>mente parlare<br />
di concetti come riab<strong>il</strong>itazione e recupero.<br />
Perché ha scelto questa professione? Come è arrivata<br />
ad essere direttore e perché?<br />
Come tutte le cose importanti della vita non ho scelto io<br />
ma sono stata scelta. è stato un caso, un concorso che<br />
ho tentato solo per farmi un’esperienza visto che stavo<br />
studiando per fare <strong>il</strong> concorso di magistratura. L’ho vinto<br />
e sono stata “rapita” da questa professione, che è diventata<br />
una passione. Non ho più pensato che potessi fare altro!<br />
I detenuti cosa pensavano di lei, come la definivano,<br />
che impressione avevano?<br />
è una domanda alla quale viene diffic<strong>il</strong>e dare una risposta…<br />
non lo so, posso solo dire che non ho mai ricevuto minacce,<br />
né mai ci sono stati detenuti irrispettosi nei miei confronti.<br />
Perché le persone si suicidano in carcere?<br />
Perché sono disperati e non hanno speranza. Vedono<br />
davanti a loro solo buio e <strong>il</strong> carcere non gli ha dato alcuna<br />
speranza di un futuro accettab<strong>il</strong>e. La nostra organizzazione<br />
nel tempo si è molto impegnata a cercare di evitare questo<br />
fenomeno e sono stati applicati dei protocollo operativi<br />
anche molto impegnativi rispetto alle risorse disponib<strong>il</strong>i ma<br />
la verità è che <strong>il</strong> carcere è un luogo di molta sofferenza ed è<br />
pensato come mezzo di difesa sociale anche per persone<br />
che hanno commesso reati di basso livello di pericolosità…<br />
abbiamo detenuti che hanno reati di contraffazione di cd<br />
o di mancata assistenza alla famiglia… per carità sono<br />
reati continuati, c’è una significativa recidività, ma sono<br />
pur sempre reati <strong>il</strong> cui allarme sociale è bassissimo e che a<br />
mio parere non dovrebbero trovare come risposta sociale<br />
<strong>il</strong> carcere, ma piuttosto una misura alternativa che preveda<br />
una riparazione diversa. Lo stesso discorso vale per i<br />
tossicodipendenti, per gli immigrati clandestini.<br />
Che ne pensa dei bambini in carcere con le loro mamme?<br />
Dico che è una condizione di basso livello di civ<strong>il</strong>tà.<br />
Cosa pensa del 41 bis?<br />
Sopra ho parlato di inadeguatezza del carcere rispetto a<br />
certi tipi di reato perché troppo duro come punizione, per<br />
i 41bis le dico che <strong>il</strong> carcere dovrebbe essere duro perché i<br />
reati di mafia sono reati che tolgono la vita e la dignità delle<br />
vittime e della società che li subisce. Deve essere un carcere<br />
che sollecita un cambiamento radicale della persona e<br />
della cultura che possiede. Questo cambiamento reale è<br />
molto diffic<strong>il</strong>e da raggiungere e, pur non escludendolo<br />
aprioristicamente, tuttavia ho molte perplessità sul suo<br />
raggiungimento e sono pessimista in tal senso, proprio per<br />
questo ritengo che sia necessario che gli autori di questi<br />
reati sino meno offensivi se stanno in carcere.<br />
ritA BArBerA. Direttore dal 1984. Ha diretto<br />
come vice, Parma e Ucciardone, nel 1986 al<br />
tempo del maxi-processo; poi come direttore<br />
Marsala, Termini Imerese, Palermo “Pagliarelli”,<br />
San Gimignano. E ora l’Ucciardone. Ha due figlie,<br />
ormai grandi, che sono autonome e lavorano.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Rubrica: Conosciamo <strong>il</strong> CDA della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />
11<br />
LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />
Vito Asta, un artigiano<br />
prestato alla finanza,<br />
all’economia e alla politica<br />
«Individuare l’obiettivo e poi raggiungerlo con impegno senza<br />
mai tornare indietro»<br />
di Antonio Fundarò<br />
Vito Asta, 59 anni, alcamese, imprenditore-artigiano<br />
del settore metallurgico, esercita la sua professione,<br />
in proprio, con impegno e determinazione, sin dal<br />
1972. è dallo scorso anno componente <strong>il</strong> Consiglio di<br />
Amministrazione di <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>.<br />
«Io provengo dalla scuola professionale industriale. Erano<br />
quelli gli anni in cui ciascuno cercava, disperatamente,<br />
un impiego pubblico. In quegli anni apriva, in Sic<strong>il</strong>ia, la<br />
Sic<strong>il</strong>FIAT di Termini Imerese, ed <strong>il</strong> preside Vinicio Messana,<br />
mi auguro apprezzando le mie qualità, mi propose<br />
quella che allora era, di certo, la migliore scelta. Firmai,<br />
dunque, avevo solo 19 anni, <strong>il</strong> contratto di Caposervizio<br />
tornitore; ma, trascorsi pochi giorni, rifiutai. Avevo la<br />
voglia di provare a farmi, a costruirmi, a realizzarmi,<br />
anche con una mia attività artigianale e cominciai, così,<br />
a fissare obiettivi e priorità da raggiungere nella mia<br />
vita».<br />
Iniziava, così, lo si intuisce dalle stesse parole di Vito<br />
Asta, una lunga, articolata e<br />
fortunata carriera lavorativa<br />
per l’imprenditore, un<br />
artigiano prestato alla finanza,<br />
all’economia e alla politica.<br />
Da quel momento in poi, <strong>il</strong><br />
motto per Vito Asta diventa<br />
«Individuare l’obiettivo<br />
e poi raggiungerlo con<br />
impegno senza mai tornare<br />
indietro». E per la verità, in<br />
questi decenni, Vito Asta<br />
non è mai tornato indietro.<br />
Nel 1973 (risale al 1974<br />
l’iscrizione all’Albo degli<br />
artigiani) iniziava la carriera<br />
del consigliere Vito Asta.<br />
Un impegno durato 37 anni<br />
conclusosi, solo nel 2010,<br />
ma per raggiunti limiti d’età<br />
ed uno sguardo, attento,<br />
all’attività imprenditoriale<br />
N. 1 2012<br />
dei figli Nicola, di 32 anni, e Daniele di 21 anni,<br />
diplomatosi, due anni addietro, all’ITC per geometri di<br />
Alcamo.<br />
«La mia esperienza lavorativa è stata sempre positiva.<br />
Non posso dire di avere brutti ricordi. E ciò grazie anche<br />
ai miei due soci Giuseppe M<strong>il</strong>ana e Francesco Messana,<br />
due grandi lavoratori che ringrazio per la serietà<br />
professionale, la costanza, l’amicizia, la perseveranza,<br />
l’onestà: qualità davvero eccezionali e, talvolta, uniche».<br />
Ad oggi, Vito Asta, è tornato a fare <strong>il</strong> padre-impenditore, a<br />
fianco dei due figli che hanno iniziato la costruzione del<br />
nuovo laboratorio, in contrada Gammara, partecipando<br />
anche a bandi regionali per finanziamenti europei<br />
all’imprenditoria e all’artigianato.<br />
«Ho iniziato, con loro, questa nuova avventura.<br />
Hanno capacità, giusta determinazione, coraggio, e,<br />
principalmente, hanno ereditato la passione per <strong>il</strong><br />
lavoro e, principalmente, per quello in grado di dar vita<br />
a prodotti di alta qualità e perfezione».<br />
Ma Vito Asta è anche un uomo che, negli anni, non si<br />
è mai tirato indietro quando gli hanno chiesto di farsi<br />
interprete dei bisogni della città e dei suoi cittadini, e di<br />
rappresentarli nelle sedi opportune.<br />
Nel 1997, <strong>il</strong> secondo mandato di Massimo Ferrara,<br />
è eletto consigliere comunale ad Alcamo. Di lui,<br />
colleghi consiglieri ed impiegati comunali, ricordano la<br />
puntualità ed <strong>il</strong> senso di responsab<strong>il</strong>ità nella gestione<br />
della cosa pubblica.<br />
Ed, infine, lo scorso anno, è eletto consigliere nel CdA<br />
della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> di Alcamo.<br />
«Ho scelto di accettare la candidatura ed, adesso, di<br />
impegnarmi seriamente e con passione, perché credo,<br />
fermamente, che <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o d’identità delle BCC, inteso<br />
come banca cooperativa con uno scopo mutualistico<br />
e con la caratteristica di essere locali, è stato sempre<br />
un elemento caratterizzante della <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>; le piccole<br />
dimensioni, <strong>il</strong> rapporto continuo e quotidiano con i<br />
soci, ci hanno permesso di rispettare tale prof<strong>il</strong>o. Ed <strong>il</strong><br />
mio impegno va e andrà in tal senso: rafforzare questo<br />
percorso identitario davvero unico».
LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />
Carini la sua storia<br />
Copertina del volume con<br />
stampa settecentesca della<br />
piazza Duomo di Carini<br />
12<br />
Il territorio: la nostra storia, le nostre città, i personaggi<br />
di Vincenzo Buzzetta<br />
A piè del monte ove la terra inclina<br />
D’ameni prati cinta e d’erbe rare<br />
Siede Carini <strong>il</strong>lustre e secolare,<br />
e <strong>il</strong> suo castel di sopra la collina<br />
staglia superbo l’ombra su la china,<br />
e cielo e campi sembra dominare<br />
in sino là dove <strong>il</strong> ceruleo mare<br />
d’Iccara lambe la fatal ruina.<br />
O forestier che passi per Carini,<br />
volgi lo sguardo su verso l’ostello<br />
ove giunge fragranza dei giardini;<br />
giammai saprai trovar luogo più bello:<br />
ci sentirai cantare gli augellini<br />
d’una leggenda <strong>il</strong> triste ritornello.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Questo sonetto scritto dal poeta carinese Cesco Fraianello<br />
pseudonimo di Francesco Aiello nato nel 1855 riesce in<br />
pochi versi a sintetizzare la grandezza di un territorio ricco<br />
di storia e di leggende che la natura ha voluto ingraziarsi<br />
regalandole una pianura fert<strong>il</strong>issima, acque in abbondanza<br />
e una corona di monti da cui ammirarne la sfrontata<br />
bellezza. Nulla di strano quindi che questo territorio,<br />
abitato sin dai tempi più antichi, dove si trovano vestigia<br />
risalenti alla preistoria, abbia destato l’ammirazione di<br />
tanti viaggiatori antichi e moderni. Edrisi, geografo arabo,<br />
nella sua opera chiamata “Il libro di Ruggero” nel secolo<br />
XII ce la descrive come “terra graziosa, bella e abbondante,<br />
produce gran copia di frutti… ed ha un vasto mercato e<br />
la più parte dei comodi che si trovano nelle grandi città…<br />
Si esporta da Carini gran copia di mandorle, fichi secchi…<br />
N. 1 2012<br />
13<br />
copiose acque sgorgano d’ogni canto nel territorio…”.<br />
Carini, la Carini odierna, sorge sulle pendici del monte<br />
Cerasea a 181 metri s.l.m. e scende dolcemente in una<br />
alternanza di tessuto urbano, campi coltivati ad agrumeti,<br />
frutteti, oliveti fino al mare. Nonostante però l’incuria<br />
dell’uomo, Carini si mostra ancora al viandante in tutta<br />
la sua bellezza e le sue numerose testimonianze storicoartistiche<br />
ed archeologiche ci narrano le sue vicissitudini<br />
nel corso dei m<strong>il</strong>lenni. Nelle grotte presenti nel territorio<br />
carinese (Garbulangeli, Maccagnone, Puntali, Za Minica) si<br />
sono rinvenuti reperti collegati alla presenza umana (armi<br />
di selce, bulini) e a quella animale (ossa di cervus, hyena,<br />
hursus, elephans antiquus). Dallo studio delle grotte e del<br />
materiale ritrovatovi, fatto soprattutto nell’ottocento ed<br />
inizi del novecento dal Gemmellaro, dal Falconer, dal<br />
Fabiani ed altri, si è desunta la presenza dell’uomo già<br />
nel Paleolitico superiore. Altre notevoli testimonianze ci<br />
vengono date dalla necropoli di contrada Ciachea, che<br />
stupiva <strong>il</strong> Gemmellaro nel 1877 dai reperti provenienti<br />
dall’insediamento di contrada Moscala, e dalle contrade<br />
di M<strong>il</strong>ioti, Cupolone e Serri.<br />
Hyccara<br />
La storia di Carini inizia con Hyccara, città sicana collocata<br />
da alcuni storici nelle vicinanze del mare probab<strong>il</strong>mente<br />
in c.da Garbulangeli, da altri come <strong>il</strong> Giustolisi, alle falde<br />
del monte Colubrino.<br />
Timeo, storico greco siceliota vissuto nel secolo III a.C.,<br />
asserisce che <strong>il</strong> toponimo di Hyccara derivi da Hyccas,<br />
un tipo di pesci. Altri lo legano alla leggenda di Dedalo<br />
che avrebbe costruito, su ordine di Cocalo, rei dei Sicani,<br />
la città alla quale avrebbe dato <strong>il</strong> nome del proprio figlio<br />
Icaro.<br />
Di Hyccara ci parla per la prima volta Tucidite nel sesto<br />
libro della “guerra del peloponneso”. La sua distruzione<br />
avviene nel 415 a.C. ad opera degli Ateniesi comandati<br />
da Nicia che venendo in aiuto di Segesta si presentano<br />
davanti alle spiagge di Hyccara con circa 150 navi e<br />
distruggono dopo furiosi combattimenti <strong>il</strong> fiorente<br />
centro. Tra gli schiavi catturati, Laide, bambina di sette<br />
anni che diventerà la più bella etèra del mondo antico,<br />
capace di fare impazzire i più importanti uomini del suo<br />
tempo.<br />
Seconda Hyccara<br />
Dalle ceneri della prima sorgerà la seconda Hyccara che,<br />
dai reperti ritrovati, viene collocata in c.da San Nicola<br />
e nel Baglio di Carini, approdo naturale per i Fenici<br />
che, subentrati agli Ateniesi nel controllo del territorio,<br />
permisero ai superstiti Hyccaresi, di ricostruire le proprie<br />
case e <strong>il</strong> “muro di Carini” citato da diversi storici antichi.<br />
Dal famoso “Itinerario di Antonino” (una sorta di stradario
dei tempi di Caracalla - 217 d.C.) veniamo a conoscenza<br />
che nel periodo romano Hyccara è una località situata<br />
tra Palermo e Partinico attraversata dalla via “Pompeia” o<br />
“Valeria”, strada che costeggia la Sic<strong>il</strong>ia settentrionale da<br />
Messina sino a Trapani. Dallo stesso “itinerario” possiamo<br />
anche dedurre che Hyccara aveva un porto molto<br />
trafficato perché esisteva anche un itinerario marittimo<br />
tra Hyccara e drepanum. Certo quindi, questa seconda<br />
Hyccara si sarà sv<strong>il</strong>uppata tantissimo e sarà diventata nel<br />
tempo un notevole centro cristiano come testimoniano<br />
i reperti provenienti dalla c.da San Nicola come <strong>il</strong><br />
magnifico mosaico bas<strong>il</strong>icale e le catacombe ritrovate in<br />
c.da Grazia con la sua estensione di 3500 metri quadrati.<br />
Queste catacombe certamente tra le più importanti<br />
della Sic<strong>il</strong>ia, assieme ai documenti storici (soprattutto<br />
le lettere del papa Gregorio Magno scritte durante <strong>il</strong><br />
suo pontificato) permettono di potere affermare che la<br />
seconda Hyccara fu certamente sede vescov<strong>il</strong>e. Ma altri<br />
secoli bui attendono la nostra Hyccara della quale non si<br />
hanno notizie storiche fino alla conquista da parte degli<br />
Arabi della Sic<strong>il</strong>ia occidentale.avvenuta dal 830 al 841.Da<br />
questa conquista, dalle scorrerie degli stessi conquistatori<br />
che l’avevano preceduta e dalle guerre combattute tra le<br />
varie fazioni arabe, Hyccara non ne usci certo indenne.<br />
La tradizione della distruzione della seconda Hyccara da<br />
parte del terrib<strong>il</strong>e Ibrahim II nel 902 attestata da Pietro<br />
Diacono, risulta contraddittoria in tanti punti che è stata<br />
considerata falsa da Michele Amari ed altri storici. Se<br />
non distrutta però certamente la città subì un tracollo<br />
finanziario ed una arabizzazione notevole, evidente anche<br />
nei tantissimi toponimi e parole di origine araba ancora<br />
esistenti nel nostro territorio, arabizzazione che portò<br />
anche alla scomparsa della sede vescov<strong>il</strong>e. Ben presto i<br />
dominatori Arabi risollevano le condizioni economiche<br />
delle popolazioni sottomesse, incoraggiando l’agricoltura,<br />
importando nuove coltivazioni, ristrutturando l’assetto<br />
amministrativo della Sic<strong>il</strong>ia divisa in Tre valli (Val Demone,<br />
Val di Noto, Val di Mazara), favorendo <strong>il</strong> commercio e<br />
tollerando <strong>il</strong> culto cristiano pur imponendo un tributo<br />
per <strong>il</strong> suo esercizio.<br />
Alla dominazione Araba nel 1072 subentra quella<br />
Normanna. Infatti nel 1072 <strong>il</strong> conte Ruggero conquista<br />
Palermo e scaccia dalla Sic<strong>il</strong>ia gli Arabi che ancora fino<br />
al 1091 tenteranno inut<strong>il</strong>mente di resistere. Carini, cosi<br />
ben descritta dall’Edrisi nel 1154, “avvi una fortezza nuova,<br />
fabbricata sopra un colle che domina la terra. Il mare a<br />
tramontana alla distanza di un miglio circa.” Nel 1178 Yaqut,<br />
geografo di origine greca, definisce Carini, “città marittima<br />
di Sic<strong>il</strong>ia”<br />
In questo periodo dunque della dominazione Normanna,<br />
Carini continua ad essere considerata una città di mare,<br />
dal terreno rigoglioso e fert<strong>il</strong>e e con una nuova fortezza<br />
nel colle da cui <strong>il</strong> nuovo signore Rodolfo Bonello, investito<br />
feudatario di Carini dal conte Ruggero dominerà <strong>il</strong><br />
territorio circostante. Carini, con diploma di fondazione<br />
della diocesi di Mazara del 1093 dello stesso Ruggero<br />
14<br />
cadrà nella giurisdizione di questa nuova diocesi. Si tratta<br />
però di una Carini, con nucleo centrale in c.da San Nicola,<br />
con una popolazione fortemente arabizzata che sotto<br />
Federico II di Svevia nel 1223 viene distrutta in seguito ad<br />
una ribellione dei Saraceni.<br />
La terza Hyccara - Carini<br />
Dopo la distruzione della seconda Hyccara di c.da san<br />
Nicola, <strong>il</strong> castello diviene <strong>il</strong> centro della popolazione<br />
rimasta e attorno ad esso si costruisce la cinta muraria<br />
ed opere di fortificazione come la Torre di Vita. Ai Bonello,<br />
subentrarono gli Abbate. Con Palmerio Abbate,braccio<br />
destro di Giovanni da Procida, i Carinesi parteciparono ai<br />
Vespri sic<strong>il</strong>iani.<br />
La famiglia Abbate perde <strong>il</strong> feudo di Carini con la venuta<br />
in Sic<strong>il</strong>ia di re Martino che confiscando i beni degli Abbate<br />
per fellonia li assegnerà nel 1397 ad Ubertino La Grua.<br />
I La Grua, d’origine pisana, rimarranno i signori di Carini<br />
ininterrottamente fino alla cacciata dei Borboni nel 1860.<br />
La figlia di Ubertino La Grua, Ilaria, sposa G<strong>il</strong>berto<br />
Talamanca che adotta <strong>il</strong> nome e lo stemma dei La Grua<br />
per succedere al suocero che non ha figli maschi. La<br />
vita nel castello procede tranqu<strong>il</strong>la e <strong>il</strong> tessuto urbano si<br />
allarga attorno ad esso. Lo dimostrano le strette vie della<br />
Terravecchia con i ricordi della chiesa di San Giuliano,<br />
l’antica chiesa di san Lorenzo ricostruita nel XVII secolo,<br />
la chiesa di san Vito fondata nel 1400, quella di santa<br />
Caterina intorno al 1500, la chiesa Madre i cui lavori di<br />
costruzione vengono datati a partire dal 1492.<br />
La vita dei carinesi si svolge quindi tranqu<strong>il</strong>la e<br />
prosperosa sino al 4 dicembre del 1563 quando un grido<br />
si leva dal castello: “aiutu carinisi… aiutu, aiutu… mi voli<br />
ammazzari…” Quel giorno infatti si compie la tragedia<br />
per cui Carini è famosa nel mondo. Il barone Cesare Lanza<br />
di Trabia uccide la propria figlia Laura e <strong>il</strong> suo amante<br />
Ludovico Vernagallo con l’aiuto del genero Vincenzo<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
II La Grua che Laura aveva sposato all’età di 14 anni nel<br />
1543. La vicenda riportata dai cantastorie diviene un<br />
capolavoro letterario della lingua sic<strong>il</strong>iana che tramanderà<br />
<strong>il</strong> fatto. Messa a tacere ben presto la cosa, Vincenzo II si<br />
risposerà prima con Ninfa Ruiz nel 1564 e morta questa<br />
con Paola Sabia nel 1566. Da questi matrimoni non avrà<br />
figli. Nonostante questo episodio <strong>il</strong> casato dei La Grua<br />
diventerà sempre più importante ed influente nella realtà<br />
sic<strong>il</strong>iana e nel 1622 Vincenzo III compra <strong>il</strong> titolo di principe<br />
da F<strong>il</strong>ippo II.<br />
Intanto nasce la borghesia e la terra data in enfiteusi<br />
produce ricchezza e lavoro. Sorgono a Carini in tutto<br />
<strong>il</strong> territorio v<strong>il</strong>le e masserie con nuove coltivazioni o<br />
ampliamenti di quelli già esistenti come quelle della<br />
cannamele, o dei vitigni ed oliveti. Anche <strong>il</strong> porto di<br />
Carini è in attività con una tonnara di cui si ha sentore<br />
sin dal 1531. Carini continua a crescere anche dopo <strong>il</strong><br />
trasferimento a Palermo dei La Grua che useranno <strong>il</strong><br />
castello solo come residenza estiva. In questo rinnovato<br />
vigore si costruiscono ex novo o si arricchiscono le<br />
chiese e i palazzi esistenti. L’oratorio del SS.Sacramento<br />
sorto nella metà del cinquecento viene arricchito con<br />
magnifici stucchi di scuola serpottiana, la chiesa dell’Itria<br />
fondata negli anni 1583-84 con quadri del Zoppo di<br />
Ganci, nella chiesa del Rosario (1566-1570) si trova una<br />
madonna del Gagini. Iniziano i lavori della nuova chiesa<br />
del Carmine con annesso convento nel 1572 (oggi sede<br />
della biblioteca comunale), la chiesa degli Agonizzanti<br />
edificata dopo <strong>il</strong> 1539 viene arricchita da stucchi di scuola<br />
serpottiana e affreschi del Tancredi e Randazzo. Viene<br />
costruito un nuovo ospedale nella via Passo d’Acqua e<br />
sorge per lascito di un certo Amato Domenico nel 1611<br />
un monte di pietà con scopi caritativi.<br />
Nel 1775 viene fondata dall’allora arciprete Francesco<br />
Scavo la biblioteca comunale e dotata di un legato che<br />
N. 1 2012<br />
15<br />
le permettesse di funzionare. Adesso la biblioteca dopo<br />
alterne vicende, si trova allocata presso l’ex convento del<br />
Carmine in locali adeguati.<br />
Il trasferimento dei La Grua a Palermo porta a poco a<br />
poco ad un distacco del legame esistente col popolo<br />
carinese di cui la prima manifestazione si avrà nel 1773<br />
con tumulti creati per non pagare <strong>il</strong> censo al principe o<br />
quando fu incendiato <strong>il</strong> bosco della Cerasea fino ad allora<br />
vietato al popolo per “legnare”.<br />
Anche l’emanazione della costituzione sic<strong>il</strong>iana del 1812<br />
con la quale si abolirono i priv<strong>il</strong>egi e i diritti feudali non<br />
risolse i gravi problemi e gli avvenimenti successivi<br />
maturarono nel popolo un grave malcontento che portò<br />
nel 1821 al saccheggio di alcune case e all’incendio dei<br />
registri anagrafici del municipio e degli archivi dei notai<br />
defunti.<br />
Durante <strong>il</strong> risorgimento anche Carini fu interessata dei<br />
moti rivoluzionari e scrisse una notevole pagina di storia<br />
dando <strong>il</strong> proprio tributo di sangue all’unità d’Italia.<br />
I moti del 1848 trovano tutti i carinesi pronti ed uniti in un<br />
comitato che aderisce alla rivoluzione e partecipa con le<br />
proprie squadre alla cacciata da Palermo dei Borboni che<br />
rientreranno l’anno successivo.<br />
Ma nel decennio che segue Carini diviene centro di<br />
cospirazione e <strong>il</strong> convento dei Carmelitani un luogo di<br />
riunione dei rivoluzionari. Cosi <strong>il</strong> 3 apr<strong>il</strong>e del 1860, con<br />
un giorno di anticipo sulla data fissata, a Carini iniziò la<br />
rivolta al grido di “viva L’Italia, viva la libertà”. I vari A.Curreri,<br />
Calderone, Messeri a capo dei circa 400 insorti si avviarono<br />
verso Palermo e si scontrarono con le forze borboniche.<br />
Fallito <strong>il</strong> tentativo insurrezionale a Palermo i rivoltosi <strong>il</strong> 18<br />
apr<strong>il</strong>e forti di circa 2000 uomini si concentrano a Carini<br />
ma qui vengono dispersi dalle ingenti forze borboniche.<br />
Carini viene invasa dai soldati borbonici che saccheggiano<br />
e fanno stragi di uomini e cose. L’eco delle efferate gesta<br />
arrivano a Garibaldi che accelera le operazioni della<br />
spedizione dei m<strong>il</strong>le.<br />
Quando questi sbarca a Marsala i carinesi si uniscono a<br />
lui arringati nella piazza da R. P<strong>il</strong>o e lo seguiranno fino a<br />
Napoli.<br />
Oggi Carini si è trasformata con uno sv<strong>il</strong>uppo ed<strong>il</strong>izio<br />
disordinato e irrispettoso della sua storia e del suo<br />
territorio. Ha perso la propria vocazione agricola e non<br />
ha acquisito quella industriale nonostante i tentativi<br />
fatti negli anni cinquanta e successivi di creare una<br />
zona industriale. La maggior parte delle industrie sorte<br />
erano figlie della corruzione e dell’arraffamento per cui<br />
in poco tempo sono scomparse. Il settore economico<br />
più r<strong>il</strong>evante è rimasto <strong>il</strong> terziario e Carini fagocitata dalla<br />
metropoli Palermo si ritrova alla fine del 2010 con una<br />
popolazione di circa 37000 abitanti con un incremento<br />
in dieci anni di più di 10000 persone. Carini rischia ormai<br />
di perdere la propria identità, la propria cultura, la propria<br />
storia salvab<strong>il</strong>e forse soltanto da una vocazione turistica<br />
più sentita e che potrebbe avere valido supporto nella<br />
sua grande storia.
LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />
Le tradizioni popolari a Carini<br />
Un popolo si valuta dalla la sua storia ma anche dalle sue<br />
tradizioni ed a ragione <strong>il</strong> Badalamenti nella prefazione<br />
al libro “Carini nelle tradizioni popolari” afferma che le<br />
tradizioni carinesi ”rivelano <strong>il</strong> complesso carattere carinese,<br />
nonché <strong>il</strong> possesso di una cultura che ha le sue radici in tempi<br />
assai remoti”.<br />
Certamente Carini è un territorio in continua evoluzione<br />
ed anche le tradizioni risentono di questo continuo<br />
divenire per cui scompaiono tradizioni antiche e ne<br />
nascono di nuove; vengono dimenticati modi di dire o<br />
di fare ormai desueti ma se ne creano di nuovi che col<br />
tempo diventano tradizione.<br />
Tante sono le tradizioni carinesi che ancora si tramandano<br />
ed hanno grande vitalità; tra queste le feste popolari<br />
legate alla religione hanno una grande importanza.<br />
Ancora nelle nostre chiese durante le festività natalizie si<br />
canta la novena dell’Annuleri con le musiche tradizionali<br />
popolari e <strong>il</strong> testo del settecento; a questa si è affiancata<br />
in questi anni l’iniziativa “Carini paese dei presepi” con<br />
la preparazione, da parte della Pro loco, del presepe<br />
vivente per le vie del borgo medievale e la costruzione di<br />
innumerevoli presepi collocati in diverse parti della città.<br />
Anche per <strong>il</strong> periodo pasquale le tradizioni rimangono<br />
vive soprattutto <strong>il</strong> giovedì santo con la visita dei sepolcri,<br />
16<br />
Il territorio: la nostra storia, le nostre città, i personaggi<br />
di Francesco Buzzetta<br />
la processione del Venerdì santo a cui partecipano le<br />
confraternite del paese e in particolare quella dello “Spirito<br />
Santo” e quella dei “Trentatre”, che ancora dopo trecento<br />
anni (la congregazione è sorta con atto notar<strong>il</strong>e del 4<br />
febbraio 1712) esegue i riti tramandati per secoli. Anche<br />
per la domenica delle palme in questi ultimi anni è stata<br />
riproposta una antica tradizione carinese: “la via Crucis<br />
“realizzata per le vie della città con figuranti in costume<br />
d’epoca e su testi del 1741 di Luigi Sarmiento, scrittore<br />
carinese. Naturalmente non si possono dimenticare i tre<br />
giorni della festa patronale del paese (12-14 settembre)<br />
e cioè quella del SS. Crocifisso che come tutte le feste<br />
paesane è piena di luci, musiche, bancarelle e religiosità.<br />
Tante altre sono le tradizioni che si sono conservate anche<br />
collegate con la grande tradizione culinaria del popolo<br />
carinese. Venire a visitare una “Tavolata” (un grande<br />
pranzo preparato con tantissimi variegati piatti per la<br />
sacra famiglia) per la festività di San Giuseppe è come<br />
venire a confronto con una cucina prelibata che lascia<br />
l’acquolina in bocca. E come può un nonno rinunciare<br />
a regalare ai propri nipotini, per la festa dei morti, un<br />
cestello ripieno di frutta martorana con un bel pupo di<br />
zucchero nel mezzo per vedere la felicità nei loro occhi?<br />
I carinesi non rinunciano a queste tradizioni.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
N. 1 2012<br />
Frutta di martorana e pupazzi di zucchero<br />
(foto tratta da Carini nelle tradizioni popolari di Badalamenti)<br />
17
LA TRADIZIONE E L’INNOVAZIONE<br />
18<br />
Il territorio: la nostra storia, le nostre città, i personaggi<br />
Carini città d’artigianato,<br />
di commercio, d’industria,<br />
d’istruzione<br />
di Francesco Gianno<br />
L’artigianato a Carini è ancora molto fiorente, anche se alcune forme si sono ormai estinte.<br />
Molto rinomati e apprezzati sono i lavori in legno e ferro battuto.<br />
Particolare riguardo merita invece, l’artigianato femmin<strong>il</strong>e: i ricami, i merletti, i lavori in tessitura.<br />
Nell’ambito della conservazione e del restauro, operano artigiani di eccelsa levatura ed in continua crescita è anche <strong>il</strong><br />
settore dell’antiquariato.<br />
Tra i prodotti tipici artigianali quelli dolciari sono molto apprezzati anche all’estero.<br />
Si possono gustare colombe e uova pasquali decorate a mano, panettoni, prodotti di mandorla, biscotti di varie forme<br />
e tipologie ed un gustosissimo pane casereccio.<br />
R<strong>il</strong>evanti sono ormai da anni l’affermazione ed <strong>il</strong> prestigio raggiunti da alcune aziende vinicole ed olearie i cui prodotti,<br />
di altissima qualità, vengono esportati in tutto <strong>il</strong> mondo.<br />
Accanto a questo artigianato abbiamo quello legato al COPAL ed un r<strong>il</strong>evante indotto commerciale ed industriale che<br />
fanno di Carini un punto di riferimento per l’economia del comprensorio.<br />
Si lavora, da decenni, a consolidare una Marca Territoriale che caratterizzi e faccia riconoscere <strong>il</strong> territorio.<br />
è questo un compito che va affidato ad ogni singolo imprenditore con l’aus<strong>il</strong>io e <strong>il</strong> sostegno dell’Amministrazione<br />
comunale che miri al miglioramento e al consolidamento della crescita dell’imprenditoria locale.<br />
R<strong>il</strong>evante, ad esempio, è <strong>il</strong> segmento di mercato<br />
conquistato dalla Pasticceria, rosticceria Prano di<br />
Salvatore con sede in Corso Italia, 15, a Carini, telefono<br />
0918661805.<br />
La pasticceria Prano è una delle più rinomate pasticcerie<br />
di Carini, nasce dalla volontà e dalla tenacia di Salvatore<br />
Prano. Dalla sua nascita sino ad oggi la sua fama si è<br />
sempre più affermata, grazie alla costante attenzione<br />
per la qualità delle materie prime ut<strong>il</strong>izzate, per la fedeltà<br />
nella produzione dei più conosciuti dolci sic<strong>il</strong>iani e, non<br />
meno, per l’inventiva dello stesso Salvatore e dei suoi<br />
pasticceri, capaci di creare nuovi sapori e nuovi dolci,<br />
divenuti ormai mito.<br />
Ma <strong>il</strong> successo di Prano Pasticceria sta anche<br />
nell’approccio con <strong>il</strong> pubblico, in quel senso di fam<strong>il</strong>iarità<br />
e benessere che ha saputo infondere all’ambiente di<br />
lavoro e che, immancab<strong>il</strong>mente, prende ogni cliente,<br />
accolto con cordialità ed ammaliato dalle paste, dalle<br />
torte e da tutte le leccornie che riempiono le vetrine del<br />
locale.<br />
La produzione dolciaria si contraddistingue per<br />
l’indiscussa qualità delle materie prime ut<strong>il</strong>izzate. Ogni<br />
ingrediente viene scelto e selezionato personalmente<br />
dallo stesso Salvatore che ne garantisce la genuinità e<br />
bontà.<br />
Gli alimenti, le farine, i frutti… vengono poi elaborati<br />
secondo le tecniche tradizionali della pasticceria sic<strong>il</strong>iana,<br />
con le più moderne attrezzature, ma soprattutto dalle<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
mani esperte ed insostituib<strong>il</strong>i dei pasticceri e lavoranti<br />
che, sotto la guida di Salvatore, sfornano i dolci più<br />
impensab<strong>il</strong>i e sopraffini.<br />
Ma accanto alla tradizione dolciaria, immancab<strong>il</strong>e<br />
nella nostra Sic<strong>il</strong>ia, impreziosisce Carini la Termojolly<br />
<strong>il</strong>luminazione, situata a Carini, a pochi ch<strong>il</strong>ometri da<br />
Palermo, sulla statale 113. Un’azienda che ha oltre 20<br />
anni di esperienza nel settore dell’<strong>il</strong>luminazione, con la<br />
vendita al dettaglio e all’ingrosso con una esposizione<br />
di 1300 mq soddisfa le esigenze di luci per l’arredo di<br />
interni ed esterni. Le creazioni nei diversi st<strong>il</strong>i dal classico<br />
al più attuale sono realizzate con i più svariati materiali<br />
dal vetro di murano, al ferro battuto agli scint<strong>il</strong>lanti<br />
cristalli svarovski e boemia. L’azienda è specializzata in<br />
due tipi diversi di fornitura: da un lato, si occupa della<br />
realizzazione su misura di lampadari per alberghi chiese<br />
e studi professionali; dall’altro lo scaldino elettrico<br />
Termojolly, esportato in tutta l’Italia, rappresenta<br />
l’elemento originario e <strong>il</strong> punto di forza della produzione<br />
dell’azienda. Lo scaldino elettrico è calore portat<strong>il</strong>e,<br />
può essere ut<strong>il</strong>izzato, viste le sue ridotte dimensioni, in<br />
diversi modi: come scaldaletto, scalda-culla, poggiato<br />
dolcemente sui punti doloranti può lenire i fastidi della<br />
artrite, della digestione diffic<strong>il</strong>e perfino i dolori muscolari.<br />
Le parti che lo compongono realizzate in materiali<br />
controllati e provvisti di marchio IMQ.<br />
Ma per diventare competitiva, una città, un territorio,<br />
necessitano di percorsi formativi adeguati, sia pubblici,<br />
naturalmente, a Carini tuti di elevata qualità e serietà,<br />
che privati. Ne vogliamo ricordare uno, l’Istituto Paritario<br />
ad indirizzo tecnico Alessandro Volta della società “La<br />
Vincente Soc.coop. A.R.L.” con sede in Corso Italia, 168,<br />
N. 1 2012<br />
19<br />
telefono 091 8668790. La missione dell’istituto è svolgere<br />
un ruolo attivo nel contesto locale, proponendosi come<br />
centro di formazione culturale, civ<strong>il</strong>e e professionale<br />
aperto ai giovani e agli adulti. L’obiettivo è far proprio<br />
<strong>il</strong> principio di ”cittadinanza attiva” per formare cittadini<br />
Europei consapevoli e responsab<strong>il</strong>i, tutelando e<br />
garantendo <strong>il</strong> rispetto dei principi di uguaglianza e<br />
legalità, nell’ottica dell’integrazione scuola-territorio e<br />
scuola-famiglia.<br />
Sulla base degli obiettivi del Piano nazionale di<br />
orientamento per gli istituti superiori si è assunto un<br />
approccio che mette al centro gli allievi con le loro<br />
specificità (età, genere, appartenenza sociale e culturale,<br />
valori e aspirazioni personali) attribuendo massima<br />
importanza al collegamento diretto con <strong>il</strong> loro contesto<br />
di vita.<br />
A tal fine l’istituto ha intrapreso in questi ultimi anni un<br />
percorso formativo-educativo, finalizzato ad accogliere<br />
le istanze del territorio, attraverso azioni che mirano ad<br />
incoraggiare l’integrazione scolastica e l’inclusione.<br />
L’Istituto, inoltre, ha inteso, ancor di più, aprirsi all’Europa,<br />
incentivando la partecipazione dei discenti e dei docenti<br />
alle iniziative promosse dall’Unione Europea, per vivere<br />
esperienze culturali e didattiche con gli altri paesi<br />
comunitari.<br />
Una vera br<strong>il</strong>lante realtà scolastica per cittadini del<br />
domani, preparati e consapevoli.<br />
La scuola deve re-inventare se stessa in funzione della<br />
contemporaneità e dell’apertura, per promuovere un<br />
cambiamento attraverso l’innovazione, potenziando e<br />
stimolando le competenze professionali in funzione del<br />
miglioramento dei risultati per gli studenti.
IL NOSTRO IMPEGNO<br />
Carini cresce con CO.P.A.L.<br />
Il progetto per lo sv<strong>il</strong>uppo dell’economia locale a cui hanno<br />
aderito numerosi artigiani del territorio. <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />
scommette sul Consorzio<br />
Prosegue, a Carini, in provincia di Palermo, <strong>il</strong> progetto<br />
avviato dal CO.P.A.L., <strong>il</strong> consorzio polifunzionale<br />
dell’artigianato locale costituito su iniziativa della Cna<br />
che associando operatori dei vari settori dell’artigianato e<br />
della piccola e media impresa del territorio, promuove e<br />
da un futuro allo sv<strong>il</strong>uppo economico locale.<br />
Il consorzio CO.P.A.L. (Consorzio polifunzionale artigianato<br />
locale) è stato costituito nel marzo del 2006, per iniziativa<br />
del responsab<strong>il</strong>e della sezione locale della C.N.A di Carini<br />
e da un gruppo di artigiani di Carini.<br />
Lo scopo principale è quello di ut<strong>il</strong>izzare l’area artigianale<br />
del Consorzio A.S.I. (Area Sv<strong>il</strong>uppo Industriale) di Palermo,<br />
nell’agglomerato di Carini, per trasferire le proprie attività<br />
allocate, attualmente, nel centro abitato di Carini.<br />
L’area interessata dove troverà collocazione la “Cittadella<br />
dell’artigianato” ha un’estensione di circa 18 ettari in zona.<br />
In quest’area sorgeranno circa trentasette lotti, di diversa<br />
quadratura, per coperture superiori a 43 m<strong>il</strong>a metri<br />
quadrati ed un volume insediab<strong>il</strong>e di 270 m<strong>il</strong>a metri cubi,<br />
3 m<strong>il</strong>a e 200 metri quadrati di spazi verdi, 7 m<strong>il</strong>a e 500<br />
metri quadri di parcheggi, quasi 2 ch<strong>il</strong>ometri di viab<strong>il</strong>ità<br />
interna.<br />
Il piano di lottizzazione è stato già approvato dal Consiglio<br />
Generale dell’A.S.I. che ne ha dichiarato la pubblica ut<strong>il</strong>ità.<br />
Il progetto esecutivo delle opere di urbanizzazione<br />
prevede la realizzazione di tutte le infrastrutture primarie<br />
quali strade, fognature, impianti d’<strong>il</strong>luminazione e altro,<br />
<strong>il</strong> tutto a servizio degli opifici artigianali che saranno<br />
realizzati.<br />
Per l’acquisizione dell’area si è proceduto all’esproprio,<br />
impegnando risorse per circa un m<strong>il</strong>ione e 700 m<strong>il</strong>a euro<br />
finanziato prevalentemente con fondi degli artigiani<br />
mediante <strong>il</strong> ricorso al mercato del credito.<br />
Il CO.P.A.L. ha ottenuto, infatti, un mutuo di un m<strong>il</strong>ione<br />
e 400 m<strong>il</strong>a euro dalla sede locale della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />
di Alcamo con la garanzia dell’Unifidi Sic<strong>il</strong>ia, già ut<strong>il</strong>izzato<br />
per l’acquisto dell’intera area, mediante esproprio per<br />
pubblica ut<strong>il</strong>ità.<br />
Tutti i Soci del Consorzio hanno eseguito conferimenti,<br />
per circa 500 m<strong>il</strong>a euro sia per la progettazione che per<br />
l’acquisto dell’area.<br />
I Soci del Consorzio sono in atto trentadue.<br />
«Si tratta di un gruppo di artigiani - ha affermato <strong>il</strong><br />
presidente Gaspare Sciarrino - che svolgono la loro<br />
attività nel centro storico della città e che hanno deciso<br />
20<br />
Storie d’aziende<br />
di Antonio Fundarò<br />
di mettersi assieme, pur con notevoli difficoltà legate alla<br />
congiuntura economica nazionale ed internazionale, e<br />
di scommettere sullo sv<strong>il</strong>uppo di un settore che può e<br />
deve diventare trainante nel sistema produttivo dell’area<br />
di riferimento».<br />
Il CO.P.A.L. è amministrato da un Consiglio di<br />
Amministrazione composto dal Presidente, da un<br />
vice Presidente da quattro Consiglieri e da un Direttore<br />
(responsab<strong>il</strong>e della C.N.A. di Carini) nominato con delibera<br />
del CDA, tutti a titolo Gratuito.<br />
Non a caso <strong>il</strong> direttore è proprio <strong>il</strong> responsab<strong>il</strong>e della CNA.<br />
è stato lui, infatti, ad avere l’intuizione e a lavorare in tal<br />
senso con <strong>il</strong> conforto e l’aiuto di quanti credono ancora<br />
che Carini deve scommettere sul settore artigianale.<br />
«Gli artigiani sono fondamentali» ha affermato Epifanio<br />
Troia. «Il Consorzio nasce per caso. Ho aperto la CNA nel<br />
2005. C’era, allora, la volontà di trovare uno spazio diverso<br />
dove fare impresa. Il comune non disponeva di una sua<br />
area artigianale e la legge regionale 20 del 2005 apriva<br />
le porte alla possib<strong>il</strong>ità di realizzarne una» puntualizza<br />
Epifanio Troìa - Direttore COPAL<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Troia, manifestando tutto <strong>il</strong> suo disappunto per una<br />
amministrazione comunale, in quegli anni, non ora,<br />
naturalmente, assente, o quasi del tutto disinteressata<br />
all’iniziativa.<br />
«Certo, ci aspettavamo, almeno inizialmente, una<br />
maggiore adesione al progetto CO.P.A.L. ma non tutti gli<br />
artigiani hanno creduto all’iniziativa. Però, nonostante<br />
tutto, siamo riusciti a creare una rete tra i consociati. è<br />
importante l’unione quando <strong>il</strong> progetto è ambizioso<br />
ed impone grossi sacrifici economici, e non solo quelli»<br />
continua Sciarrino.<br />
Il C.d.A. del CO.P.A.L. sin dalla nascita ha adottato tutte<br />
le misure necessarie atte a garantire la legalità e la<br />
trasparenza in tutti gli atti sottoponendo all’assemblea<br />
dei Soci le decisioni più importanti e, comunque,<br />
dotandosi della certificazione prevista dalle norme di<br />
legge antimafia.<br />
Al fine di dare continuità al progetto per la seconda<br />
fase, cioè l’urbanizzazione dell’area <strong>il</strong> cui costo è pari<br />
a un m<strong>il</strong>ione e 600 m<strong>il</strong>a euro non essendo i soci del<br />
Consorzio in condizione di potere finanziare l’opera, si<br />
rende necessario ut<strong>il</strong>izzare, ove possib<strong>il</strong>e o i fondi del<br />
POR 2007/2013, ricorrendo a una procedura a sportello<br />
riservata ai Consorzi Artigiani, per realizzare l’area<br />
attrezzata, o attraverso dei finanziamenti specifici per i<br />
consorzi degli artigiani che consentirebbero di realizzare<br />
le opere di urbanizzazione, qualora fossero emessi i<br />
relativi decreti da parte dell’Assessorato competente.<br />
«Credo che la Regione debba individuare le risorse<br />
comunitarie per finanziare le opere di urbanizzazione<br />
N. 1 2012<br />
21<br />
per consentire l’insediamento della area artigianale per<br />
ospitare gli artigiani che si sono costituiti in consorzio che<br />
hanno già proceduto all’esproprio impegnando risorse<br />
per oltre 1.700.000 euro» ha continuato <strong>il</strong> presidente<br />
Gaspare Sciarrino.<br />
L’intenzione dei soci del Consorzio, inoltre, quella di<br />
realizzare l’intera opera costruendo anche gli opifici<br />
necessari alle attività dei singoli artigiani, prevedendo<br />
di ut<strong>il</strong>izzare i tetti dei capannoni ove piazzare pannelli<br />
fotovoltaici, che consentirebbero un ritorno economico<br />
attraverso la cessione dell’energia elettrica prodotta.<br />
«Abbiamo fatto grossi passi avanti, in tutti i campi, anche<br />
in quelli della sostenib<strong>il</strong>ità ambientale» ha commentato<br />
Francesco Sanf<strong>il</strong>ippo, consigliere di amministrazione del<br />
CO.P.A.L. e tra quelli che crede che, se tutto ciò è stato<br />
possib<strong>il</strong>e, lo si «deve a <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> che ha creduto<br />
e crede nel progetto. è stata l’unica banca a farsi garante<br />
dei principi del credito cooperativo che, a volte vengono<br />
solo sbandierati, e che in questo caso, <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />
ha, con fermezza, sposato».<br />
«Ad oggi sono in atto la realizzazione delle opere di<br />
urbanizzazione primaria e solo adesso siamo nelle<br />
condizioni di veder dar corpo alle nostre idee. Idee sulle<br />
quali abbiamo investito tempo, aspettative e denaro» ha<br />
commentato <strong>il</strong> direttore generale Troia.<br />
«Ora tocca alla politica dare un contributo in termini di<br />
vicinanza ed in termini di investimenti. è singolare - riferisce<br />
l’ex assessore alle Attività Produttive, Vincenzo Alamia, che<br />
qualche anno fa, una certa politica fosse latitante e solo io<br />
ho creduto in questo ambizioso progetto».
«Quando decine di imprese artigiane decidono di<br />
consorziarsi per investire in un territorio da sempre<br />
condizionato dai boss mafiosi, creando in un contesto<br />
di legalità iniziative concrete per lo sv<strong>il</strong>uppo economico,<br />
la Regione deve dimostrare attenzione e vicinanza. Il<br />
consorzio Copal sta dimostrando grande attenzione<br />
al territorio. Serve individuare un percorso legislativo<br />
a sostegno degli artigiani di Carini» ha commentato <strong>il</strong><br />
presidente Gaspare Sciarrino ricordando a se stesso e<br />
alla politica che i tempi devono essere rispettati e che<br />
<strong>il</strong> pubblico deve, è un obbligo morale, darci una mano,<br />
perché solo quando nascono consorzi come <strong>il</strong> nostro,<br />
voluto mettendo le mani nelle nostre tasche, viene fuori<br />
<strong>il</strong> senso e l’importanza della vera, sana imprenditoria».<br />
Sempre maggiore importanza occupa, dunque,<br />
ELENCO SOCI COPAL<br />
22<br />
la programmazione della produzione che CO.P.A.L<br />
garantirà in un sistema virtuoso di imprese operanti nel<br />
consorzio; l’elaborazione di un sistema di pianificazione<br />
condivisa delle produzioni artigiane in funzione della<br />
domanda reale e potenziale, permetterà di favorire la<br />
vendita dell’intera produzione offrendo ai propri clienti<br />
prodotti sempre di elevata qualità.<br />
Il vantaggio per i clienti del nascituro CO.P.A.L. sarà<br />
rappresentato dalla possib<strong>il</strong>ità di interagire con un gran<br />
numero di produttori mediante un unico interlocutore<br />
qualificato, <strong>il</strong> consorzio, appunto, evitando ulteriori<br />
intermediari la cui presenza inciderebbe sul prezzo<br />
finale, che rimarrà, invece, altamente competitivo.<br />
CO.P.A.L. è la scommessa economica di un territorio<br />
vocato all’economia di mercato.<br />
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CUTIETTA CARLO PROD. PANNELLI DIVISORI DI CARINI<br />
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GIARDINA GIUSEPPE AUTORIPARAZIONE MECCANICA MOTORI DI CAPACI<br />
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TAORMINA FRANCESCO* AUTORIPARAZIONE CARROZZERIA DI CARINI<br />
TAORMINA ONOFRIO LAVANDERIA DI CARINI<br />
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TROIA LILIANA ELABORAZIONE ELETTRONICA DATI DI CARINI<br />
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<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
N. 1 2012<br />
23<br />
IL NOSTRO IMPEGNO
IL NOSTRO IMPEGNO<br />
I colori e le forme dell’olivo<br />
per un olio da amare e gustare<br />
“Al Mulino” di Capaci tre generazioni per un prodotto verde,<br />
fruttato intenso ed equ<strong>il</strong>ibrato<br />
di F<strong>il</strong>ippo Nob<strong>il</strong>e<br />
L’Oleificio “Al Mulino” è un’azienda a conduzione<br />
fam<strong>il</strong>iare, la cui storia è lunga tre generazioni, che fa della<br />
passione per gli ulivi e la produzione di olio extravergine<br />
di oliva <strong>il</strong> punto cardine della propria attività.<br />
Ci troviamo nel cuore della Sic<strong>il</strong>ia, sul mar Tirreno, in un<br />
territorio da sempre vocato alla coltivazione dell’olivo e<br />
della vite.<br />
Il clima caldo e secco conferiscono all’olio quella forza e<br />
quel vigore che solo la Terra di Sic<strong>il</strong>ia può dare.<br />
L’azienda è attiva in tutta la f<strong>il</strong>iera olearia, dall’attività agricola<br />
di coltivazione degli oliveti alla trasformazione delle olive<br />
in eccellente olio extravergine, dall’imbottigliamento del<br />
prodotto fino alla sua commercializzazione.<br />
L’azienda “Al Mulino” dispone di un modernissimo<br />
oleificio con processo di estrazione che garantisce un<br />
eccellente extravergine lasciando inalterate tutte le sue<br />
qualità organolettiche.<br />
Le olive raccolte alla prima invaiatura e rigorosamente<br />
24<br />
Medaglie<br />
a mano, in modo da assicurare l’integrità dell’oliva,<br />
vengono stoccate in ampie ceste areate e molite entro<br />
le 12 ore successive dalla raccolta.<br />
L’oleificio dispone della migliore tecnologia attualmente<br />
presente per la molitura, garantendo cicli di produzione<br />
veloci ed igienicamente controllati.<br />
La conservazione dell’olio avviene in cisterne di acciao<br />
inox, al riparo da luce e aria, in ambiente controllato.<br />
Precedentemente ad ogni fase di confezionamento,<br />
ogni prodotto viene analizzato al fine di offrire un<br />
extravergine di indubbia qualità.<br />
Nel gusto e nell’immagine, Fragranza nostrana, Fragranza<br />
novella e Baglio Torre Puccio, racchiudono l’essenza<br />
stessa della nostra preziosa isola in cui i colori e le forme<br />
dell’olivo, da sempre amati e rappresentati nella poetica<br />
sic<strong>il</strong>iana, furono descritti anche da Luigi Pirandello.<br />
L’oliva, qui, Al Mulino, è amata quale frutto della passione,<br />
dell’entusiasmo e dell’amore verso la nostra Isola.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
L’alta qualità del prodotto è testimoniata dall’Autorizzazione<br />
r<strong>il</strong>asciata dall’Assessorato Agricoltura e Foreste della<br />
Regione Sic<strong>il</strong>ia ad imbottigliare esclusivamente Olio<br />
Extra Vergine di Oliva con Designazione di Origine Italiana,<br />
garantendo, così, un prodotto al “100% italiano” sia<br />
per quanto riguarda le olive frante sia in relazione agli<br />
impianti di produzione.<br />
L’olio extravergine di oliva è ottenuto dalle migliori olive,<br />
risultato di un perfetto blend tra le cultivar più vocate<br />
nel nostro territorio: Nocellara del Belice, Cerasuola,<br />
Biancol<strong>il</strong>la.<br />
Si contraddistingue per le sue elevate caratteristiche<br />
organolettiche, presentando un fruttato intenso con<br />
leggere note di amaro e piccante sul finale.<br />
Le olive sono uno degli alimenti più benefici e alla base<br />
della dieta mediterranea. L’olio extra vergine d’oliva<br />
è necessario in tante pietanze. Questo, contenendo<br />
N. 1 2012<br />
25<br />
vitamine E e polifenoli riesce a frenare i radicali liberi, a<br />
combattere <strong>il</strong> colesterolo, a ritardare l’invecchiamento.<br />
Lo stab<strong>il</strong>imento di produzione, ubicato a Capaci (vicino<br />
Palermo) è fornito di modernissime attrezzature di<br />
stoccaggio ed imbottigliamento. L’azienda ha la capacità<br />
di immagazzinare circa 2 m<strong>il</strong>a quintali di olio in s<strong>il</strong>os di<br />
acciaio perfettamente rispettosi delle norme igieniche.<br />
Per quanto concerne l’imbottigliamento ha luogo in<br />
due linee di produzione complete ed automatiche con<br />
una capacità di riempimento di circa 1000 bottiglie l’ora<br />
ciascuna.<br />
L’olio extra vergine d’oliva prodotta “Al Mulino” si fa<br />
apprezzare, dunque, per <strong>il</strong> suo eccellente sapore<br />
corposo e rotondo di oliva verde, fruttato intenso ed<br />
equ<strong>il</strong>ibrato, con sentore di mandorle.<br />
Un olio da amare e da gustare.
IL NOSTRO IMPEGNO<br />
3S, impresa di autodemolizioni<br />
L’innovazione tecnologica, la scommessa ambientale<br />
Francesco Sanf<strong>il</strong>ippo nasce<br />
nel 1974, diventa titolare della<br />
3S, centro di rottamazione<br />
ecologico, nel 1994.<br />
La ditta è sita ad Isola delle Femmine, in viale delle<br />
Industrie, al civico 155. Sanf<strong>il</strong>ippo, dopo essersi diplomato<br />
in economia aziendale, presso l’istituto <strong>Don</strong> bosco<br />
Ranchib<strong>il</strong>e di Palermo, decide di dare <strong>il</strong> suo contributo nel<br />
settore aziendale, ideando, fondando e gestendo una delle<br />
principali icone nell’ambito dell’autodemolizione; impresa<br />
che ha recepito <strong>il</strong> Dlgs 209/2003 (decreto di riferimento<br />
gestione veicoli fuori uso) e la direttiva europea 2000/53<br />
inerente lo stoccaggio delle parti da recuperare e da<br />
riciclare pari al 95% del peso del veicolo.<br />
«Credo molto in questa attività. Penso che sia una delle<br />
poche aziende che tratta rifiuti, ove <strong>il</strong> riciclaggio, <strong>il</strong> recupero<br />
ed <strong>il</strong> reimpiego siano i punti di forza per i quali continuo ad<br />
investire in innovazione e tecnologie. Per queste ragioni<br />
e per mettere a disposizione anche la mia esperienza ho<br />
deciso di sposare l’idea del consorzio CO.P.A.L. di Carini,<br />
del quale sono anche consigliere di amministrazione,<br />
che mi darà l’opportunità di finalizzare un progetto<br />
innovativo al quale speravo da tempo cioè “un impianto<br />
di autodemolizione ecosostenib<strong>il</strong>e ad impatto zero”. Credo<br />
l’unico in Sic<strong>il</strong>ia nel suo genere con queste caratteristiche<br />
ambientali» ha commentato Francesco Sanf<strong>il</strong>ippo.<br />
Oggi l’azienda opera sul territorio di Isola delle femmine<br />
su di uno spazio limitato per le sue prospettive aziendali,<br />
ed è «per questa ragione che puntiamo tantissimo alla<br />
26<br />
Medaglie<br />
di Vincenzo Labruzzo<br />
realizzazione del nuovo impianto» ha continuato Sanf<strong>il</strong>ippo.<br />
«Credo molto nell’innovazione, nelle tecnologie ecocompatib<strong>il</strong>i<br />
e nella formazione, oggi punto di forza per ogni<br />
impresa che ha a che fare con l’ambiente» ha precisato<br />
l’imprenditore Francesco Sanf<strong>il</strong>ippo.<br />
L’imprenditore Sanf<strong>il</strong>ippo è un tipo dinamico, innovativo,<br />
capace di cogliere le opportunità e le sfide tecnologiche.<br />
«In questi anni di carriera da imprenditore mi sono subito<br />
messo in discussione facendo parte del consiglio di<br />
amministrazione della confederazione Autodemolitori<br />
Riuniti, con sede a Roma, con delega a partecipare al<br />
tavolo tecnico sull’accordo quadro gestione veicoli fuori<br />
uso presso <strong>il</strong> ministero dell’Ambiente» ha ricordato.<br />
«Sono stato eletto, nel 2008, presidente del Consorzio<br />
Autodemolitori Sic<strong>il</strong>ia anche questa una scommessa che<br />
ha messo in luce, in me, una grandissima voglia di fare.<br />
Voglia e tenacia che trasferirò nel consorzio di cui mi sento<br />
parte integrante». Imprenditori della sua levatura vanno<br />
presi ad esempio ed imitati.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
N. 1 2012<br />
27<br />
IL NOSTRO IMPEGNO
IL NOSTRO IMPEGNO<br />
28<br />
Medaglie<br />
Sapori e colori<br />
da gustare e guardare<br />
Edelweiss, un matrimonio di pietanze in cui i pesci<br />
ed i crostacei diventano protagonisti<br />
di Antonio Fundarò<br />
Sapori e colori mescolati con la storia, ricette pensate<br />
per gustare <strong>il</strong> Tirreno, le sue fragranze, <strong>il</strong> suo spirito, la<br />
sua essenza.<br />
Da Edelweiss si possono ascoltare le “storie” della Sic<strong>il</strong>ia,<br />
un’isola che nel tempo ha saputo trarre vantaggio dal<br />
proprio isolamento.<br />
Chi vuole, potrà addentrarsi in un percorso gastronomico<br />
per scoprire di ogni pietanza l’origine del nome e la<br />
ricorrenza per cui è preparata.<br />
Piatti che hanno non solo un forte legame con <strong>il</strong><br />
territorio ma che, addirittura, lo rappresentano.<br />
è la Sic<strong>il</strong>ia, dove i sapori genuini sono tramandati da<br />
generazioni, oralmente, da madre a figlia, dove le dosi<br />
spesso non esistono e gli ingredienti sono quantificati<br />
in pugni, cucchiai e pizzichi.<br />
Nel Ristorante Edelweis sarete testimoni di quel<br />
patrimonio di pietanze e sapori in cui i pesci e i crostacei<br />
sono indiscussi protagonisti…<br />
Ad accogliervi troverete un locale dall’atmosfera sobria<br />
ed elegante, <strong>il</strong> cui st<strong>il</strong>e esalta al massimo le forme e<br />
l’architettura dell’ambiente, arredamento essenziale e<br />
colori minimalisti.<br />
Giovanni e Pietro Bua vi presentano l’Edelweiss,<br />
Ristorante, Pizzeria, Sala Trattenimenti, situato sulla<br />
strada statale 113, al ch<strong>il</strong>ometro 280.60 a Carini, telefono<br />
091 8690552.<br />
Edelweiss è <strong>il</strong> luogo ideale per matrimoni, cerimonie,<br />
riunioni e meeting.<br />
Qui troverete uno staff professionale, preparato e<br />
gent<strong>il</strong>e, che saprà accogliervi e servirvi con cortesia e<br />
cordialità nei momenti felici che decidere di trascorrere<br />
con noi.<br />
I sapori del cucina, tipici delle zone mediterranee,<br />
sapranno coniugarsi alla perfezione con le etichette di<br />
vini pregiati.<br />
Per inebriarti di sapori ed odori basta recarsi al locale<br />
e, per chi non potesse, immediatamente, visitare <strong>il</strong> sito<br />
www.edelweissricevimenti.com.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Centro intrattenimenti, ricevimenti, banchetti, ristorante<br />
e pizzeria, l’Edelweiss, è un’oasi perfetta per rinfreschi,<br />
party, cockta<strong>il</strong>, meeting, def<strong>il</strong>è o, semplicemente, per<br />
una cena tra amici od una pizza tra compagni o colleghi.<br />
Una splendida cornice dove <strong>il</strong> mare, <strong>il</strong> vento, la salsedine<br />
si propagano e si diffondono dalla cucina fino ai tavoli.<br />
Il “mare nostrum” è <strong>il</strong> grande protagonista, dato che<br />
<strong>il</strong> pesce, i crostacei, i molluschi sono di provenienza<br />
rigorosamente mediterranea e tirrenica, con pescato<br />
giornaliero.<br />
Appena giunta a destinazione, nelle cucine del<br />
ristorante Edelweiss, la materia prima passa tra le mani<br />
dello chef, per diventare, in breve tempo, un ventaglio<br />
ricco e gustoso di antipasti originali, primi e secondi<br />
piatti all’insegna della tradizione e, anche, di una<br />
sperimentazione ambiziosa pur mantenendosi - sempre<br />
- tra i binari del buon gusto.<br />
Il tutto è ovviamente accompagnato da vini preziosi,<br />
numerose prestigiose etichette selezionate per<br />
accontentare tutti i palati.<br />
Edelweiss è un vero e proprio ambasciatore del gusto<br />
e della tradizione culinaria sic<strong>il</strong>iana, o forse è meglio<br />
definirlo “timoniere”, termine che gli calza a pennello<br />
visto che Edelweiss è un ristorante in cui si respira <strong>il</strong> mare<br />
e si sentono in lontananza i richiami dei pescherecci con<br />
<strong>il</strong> loro carico di sapori intensi.<br />
Immergetevi in questo caleidoscopio di sapori e di<br />
odori, di colori e di storie, e rimarrete astatici ad ascoltare<br />
<strong>il</strong> mare tra i piatti ed la salsedine tra le pietanze che<br />
gusterete.<br />
L’ambiente caldo ed accogliente fa, inoltre, della<br />
struttura <strong>il</strong> posto ideale per celebrare cerimonie di ogni<br />
genere fra le quali le festività più importanti dell’anno,<br />
nozze, lauree, comunioni, meeting e congressi.<br />
Il locale Dispone di due sale, una interna e una all’esterno,<br />
con ingresso autonomo.<br />
Posto esclusivo e raffinato, dunque, si pone come punto<br />
di riferimento per gli amanti della buona cucina, dove<br />
professionisti del gusto hanno unito piatti tradizionali<br />
Sic<strong>il</strong>iani con invenzioni di nouvelle cuisine.<br />
Inoltre, è possib<strong>il</strong>e gustare un’ottima pizza cotta nel<br />
forno a legna.<br />
Il servizio impeccab<strong>il</strong>e nasce da un’esperienza cresciuta<br />
negli anni con persone preparate ed altamente<br />
qualificate.<br />
è una sensazione appagante quella che si vive alla sala<br />
Edelweiss, oltre che per le specialità indiscutib<strong>il</strong>i, per la<br />
qualità del servizio e per la professionalità degli addetti:<br />
nelle cerimonie più gioiose, nei matrimoni, nelle<br />
cresime, nei battesimi, nelle feste di laurea o nell’intimità<br />
di una serata tra amici, troverete la cordialità e la cortesia<br />
tipiche di chi fa questo mestiere con passione e sincerità<br />
da tanti anni.<br />
Una passione che dura decenni.<br />
N. 1 2012<br />
29
IL NOSTRO IMPEGNO<br />
30<br />
Medaglie<br />
Gout S.r.l.<br />
leader nel settore<br />
della commercializzazione<br />
e della distribuzione<br />
Prodotti per la ristorazione di alto livello in tempi certi e di alta qualità<br />
La Gout S.R.L è un’azienda leader operante nel settore<br />
della commercializzazione e della distribuzione di prodotti<br />
per la ristorazione di alto livello; è partner priv<strong>il</strong>egiato ed<br />
esclusivo per le più importanti società italiane ed estere del<br />
settore alimentare.<br />
Ecco i «punti di forza»:<br />
• Partner ideale per la distribuzione alimentare moderna;<br />
• Risposta efficace alle esigenze del mercato tradizionale;<br />
• Logistica integrata nel rispetto della catena del freddo;<br />
• Cap<strong>il</strong>lare presenza sul territorio con propria rete di vendita;<br />
• Piattaforma distributiva per l’industria alimentare;<br />
• Innovazione di prodotto e di servizio.<br />
La Gout S.R.L è un’azienda che da cinque anni si occupa di<br />
forniture di prodotti per la ristorazione di alto livello.<br />
Il bacino di utenza, ad oggi, ricopre le province di Palermo,<br />
Trapani, Enna e Caltanissetta.<br />
L’azienda è stata costituita da quattro ragazzi che, dopo<br />
un’esperienza decennale presso una grande ditta sic<strong>il</strong>iana,<br />
hanno deciso di unire le proprie capacità per creare<br />
un’azienda che abbia come obiettivo la soddisfazione<br />
delle esigenze dei clienti certi che, ad oggi, questa sia<br />
l’unica arma vincente per potere contrastare le grandi<br />
aziende nazionali e multinazionali presenti sul territorio. A<br />
dimostrazione di ciò uno dei nostri punti di forza consiste<br />
nella possib<strong>il</strong>ità di effettuare più consegne settimanali,<br />
in modo da evitare al cliente inut<strong>il</strong>i scorte di magazzino,<br />
nonostante l’esorbitante costo del gasolio indurrebbe a<br />
fare <strong>il</strong> contrario. Inoltre le consegne vengono effettuate con<br />
furgoni refrigerati con doppie temperature per garantire la<br />
perfetta integrità dei prodotti trasportati.<br />
L’azienda effettua le consegne con mezzi e personale<br />
proprio evitando gli spiacevoli disservizi di un trasporto<br />
con corriere.<br />
Ognuno dei soci all’interno dell’azienda ricopre una<br />
mansione specifica.<br />
Luciano Vivona, responsab<strong>il</strong>e degli acquisti, effettua una<br />
costante ricerca dei migliori prezzi sul mercato.<br />
Giacomo Mannino, responsab<strong>il</strong>e controllo qualità, effettua<br />
un accurato monitoraggio degli standard qualitativi.<br />
di Federico Alesi<br />
Maurizio C<strong>il</strong>luffo e Francesco Mannino coordinano la forza<br />
vendite e curano direttamente <strong>il</strong> rapporto con la clientela.<br />
La GOUT, infine, offe alla propria clientela un efficiente<br />
ufficio ordini al quale rivolgersi per la trasmissione degli<br />
ordini e per qualunque altra necessità.<br />
Nel corso degli anni l’azienda ha subito numerose ed<br />
importanti trasformazioni volte a migliorare <strong>il</strong> servizio e <strong>il</strong><br />
rapporto forniti alla clientela.<br />
Il consenso riscontrato è stato molto importante e<br />
fondamentale. Tutto questo, insieme all’ampia gamma<br />
degli altri prodotti, all’esperienza ed alla professionalità,<br />
fanno si che oggi Gout Srl sia una realtà molto importante<br />
del nostro territorio.<br />
Oggi l’azienda, mantenendo ben salde le origini e<br />
l’esperienza formatasi nel corso degli anni, si trova ad<br />
affrontare un importante impegno: quello di valorizzare<br />
ancora di più l’immagine, <strong>il</strong> servizio e la professionalità,<br />
elementi che sono sempre fondamentali nella politica<br />
aziendale. La Gout Srl si propone come fornitore di una<br />
ampia gamma di prodotti sulle varie tipologie assicurando<br />
un servizio accurato e professionale, intento a rispondere<br />
alle più svariate esigenze della clientela.<br />
Per informazioni: via Crispi Francesco, 56, 90044 Carini (PA),<br />
Tel. 0918632264, Fax 0918694356, ma<strong>il</strong> gout.lv@libero.it.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Medaglie<br />
31<br />
IL NOSTRO IMPEGNO<br />
CEDI Sisa Sic<strong>il</strong>ia<br />
leader del settore alimentare<br />
e della distribuzione in Sic<strong>il</strong>ia<br />
SISA è una società<br />
presente in Italia da<br />
diverse decine di anni; i<br />
suoi supermercati sono<br />
CEDI SICIlIa migliaia e <strong>il</strong> suo giro<br />
d’affari ha toccato i diversi centinaia di m<strong>il</strong>ioni di euro. Il<br />
Gruppo è leader in quasi tutta Italia.<br />
In questi anni <strong>il</strong> Gruppo Sisa ha affrontato di volta in volta,<br />
le sfide che <strong>il</strong> mercato ha lanciato con coraggio e scelte<br />
spesso in controtendenza, ma vincenti.<br />
In coerenza con quanto raggiunto nel passato, oggi <strong>il</strong><br />
Gruppo Sisa vuole sv<strong>il</strong>uppare ulteriormente <strong>il</strong> proprio<br />
fatturato e potenziare l’aggregazione tra Soci, strategie<br />
che si sono dimostrate carte vincenti per <strong>il</strong> Gruppo.<br />
Sisa ha fatto propri alcuni aspetti della grande<br />
distribuzione introducendoli nella D.O., raggiungendo<br />
anzitempo molti degli obiettivi preposti grazie alla<br />
coerenza e alla coesione dei Soci.<br />
Basta dare uno sguardo ai fatturati, e in generale ai<br />
“numeri SISA”, in progressiva crescita, per capire come<br />
N. 1 2012<br />
di Antonio Fundarò<br />
SISA rappresenti una squadra ben affiatata dove gli scopi<br />
sono condivisi e perseguiti da tutti.<br />
In terra sic<strong>il</strong>iana <strong>il</strong> CEDI SISA, presieduto con grande<br />
competenza e professionalità da Vito Petitto (60 anni<br />
di Marsala, consigliere di amministrazione nazionale<br />
di Sisa Spa, è stato direttore dei prodotti a marchio e<br />
direttore commerciale di Sisa), è un egregio esempio di<br />
imprenditorialità di spicco, espressione concreta delle<br />
risorse e delle capacità professionali della regione.<br />
L’obiettivo strategico di fondo che ne ha orientato le<br />
mosse è sempre stato l’accrescimento della visib<strong>il</strong>ità e del<br />
peso sul mercato locale.<br />
Il Cedi Sisa Sic<strong>il</strong>ia è una delle realtà più dinamiche dell’area,<br />
con un fatturato di centinaia di m<strong>il</strong>ioni di euro generato<br />
da una rete di oltre 200 pdv con insegna Sisa.<br />
Obiettivo strategico per <strong>il</strong> prossimo futuro è quello di<br />
raggiungere <strong>il</strong> tetto dei 300 m<strong>il</strong>ioni di euro, grazie ad<br />
un processo di sv<strong>il</strong>uppo territoriale volto alla continua<br />
acquisizione di nuovi soci e di un ampliamento strutturale<br />
della piattaforma logistica.
L’importanza data allo sv<strong>il</strong>uppo della piattaforma<br />
distributiva è dovuta all’obiettivo di assicurare un<br />
approvvigionamento costante e giornaliero dei prodotti<br />
ai punti vendita, in modo da garantire una varietà e una<br />
freschezza ogni giorno sulla tavola dei consumatori.<br />
Sulla scia delle nuove tendenze di consumo e in<br />
controtendenza con lo sv<strong>il</strong>uppo di grandi superfici di<br />
vendita avvenuto negli anni scorsi, la nostra attenzione<br />
si focalizza sulla rivalutazione del concetto di negozio<br />
di vicinato. Il consenso sempre maggiore da parte dei<br />
consumatori verso l’elevato contenuto di servizio e<br />
<strong>il</strong> rapporto umano conferma la volontà di sv<strong>il</strong>uppare<br />
negozi di piccole superfici.<br />
SISA è anche una grande marca commerciale, un vero e<br />
proprio brand con oltre 650 prodotti nelle varie categorie<br />
merceologiche.<br />
Nella politica adottata in materia di private label, SISA<br />
percorre la strada della massima qualità in tutti i settori,<br />
dall’alimentare al non food. La f<strong>il</strong>osofia dei prodotti a<br />
marca privata è stata sv<strong>il</strong>uppata dal Gruppo nei primi<br />
anni novanta: è nel 1991, infatti, che sugli scaffali dei<br />
supermercati SISA appaiono le prime 38 referenze, uno<br />
sv<strong>il</strong>uppo e una crescita continui fino ad arrivare all’attuale<br />
assortimento.<br />
La scelta di SISA di investire sempre più nella marca privata<br />
e la consapevolezza che essa rappresenta per <strong>il</strong> cliente lo<br />
specchio dell’affidab<strong>il</strong>ità del supermercato, ha indotto <strong>il</strong><br />
Gruppo a stipulare contratti con fornitori accreditati in<br />
ambito nazionale ed internazionale, noti per l’alto livello<br />
dei loro standard qualitativi. Il Gruppo, con i prodotti a<br />
marca privata, vuole offrire ai suoi acquirenti l’opportunità<br />
di avere la dispensa sempre ben fornita, e di trovare sugli<br />
scaffali tante referenze in grado di rispondere e soddisfare<br />
tutte le esigenze.<br />
Tutti i prodotti a marchio SISA riportano una “Q” apposta<br />
sul packaging a garanzia di qualità.<br />
Fiore all’occhiello della D.O. in Sic<strong>il</strong>ia ed obiettivo<br />
condiviso fin da subito, che ne ha orientato le mosse, è<br />
stato l’accrescimento del peso dell’insegna sul mercato<br />
locale e della sua visib<strong>il</strong>ità.<br />
Oggi <strong>il</strong> CEDI SISA SICILIA, grazie alla sua struttura, unica per<br />
aver saputo sfruttare al meglio la forza imprenditoriale e i<br />
localismi, rappresenta l’espressione tangib<strong>il</strong>e delle risorse<br />
e delle capacità professionali della regione.<br />
Obiettivo strategico per <strong>il</strong> prossimo futuro è quello di<br />
continuare nel processo di sv<strong>il</strong>uppo territoriale intrapreso,<br />
non solo in termini di crescita quantitativa, ma soprattutto<br />
qualitativa.<br />
Indiscusse sono le opportunità del programma di<br />
fidelizzazione, che premia concretamente i clienti per la<br />
loro fedeltà/preferenza creando offerte personalizzate. Il<br />
CEDI SISA SICILIA ha attuato una politica ad integrazione<br />
del concetto di “customer satisfaction” per poter migliorare<br />
qualitativamente le aspettative dei consumatori.<br />
Attività di micromarketing e cooperazione con l’industria<br />
sono poi le leve trainanti del Cedi.<br />
32<br />
Ulteriore traguardo del CEDI SISA SICILIA è promuovere<br />
<strong>il</strong> migliore servizio e <strong>il</strong> migliore rapporto con <strong>il</strong> cliente. Il<br />
customer relationship management è un fattore chiave<br />
nel successo aziendale; per questo, in un momento in<br />
cui vengono richieste relazioni adeguate ai ritmi della<br />
società, è importante assicurare notevoli competenza e<br />
preparazione del personale, oltre a disponib<strong>il</strong>ità e cortesia.<br />
Destinatario di ogni progetto e iniziativa è <strong>il</strong> consumatore<br />
finale, che rappresenta <strong>il</strong> riflesso della politica aziendale<br />
perseguita dal CEDI SISA SICILIA.<br />
Oggi più che mai, grazie agli strumenti tecnologici e<br />
di analisi a disposizione, i reta<strong>il</strong>er devono essere i reali<br />
interpreti dei comportamenti d’acquisto dei propri<br />
consumer.<br />
La soddisfazione del cliente risulta essere <strong>il</strong> principale<br />
valore aziendale.<br />
Per mantenere fede a questo principio SISA SICILIA è<br />
sempre stata attenta all’evoluzione dei consumi e ai<br />
cambiamenti del gusto e del mercato, riuscendo sempre<br />
a coniugare PRODOTTI DI QUALITÀ A PREZZI COMPETITIVI.<br />
Qualità, convenienza e cortesia sono la risposta distintiva<br />
alla clientela dei pdv SISA in Sic<strong>il</strong>ia.<br />
Ce.Di SISA SICILIA è sito in Via <strong>Don</strong> M<strong>il</strong>ani 41, 90044 Z.I.<br />
Carini (PA). Tel. +39.091.8814211, Fax. +39.091.8814220,<br />
ma<strong>il</strong> address info@sisasic<strong>il</strong>ia.it.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
La <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>,<br />
come abbiamo avuto<br />
modo di evidenziare, nei<br />
primi numeri della Rivista,<br />
sempre in questa rubrica,<br />
ha sempre proposto<br />
e propone un modo<br />
“differente” di fare <strong>Banca</strong>.<br />
Il territorio, le persone, <strong>il</strong><br />
senso di appartenenza ad<br />
una terra, la nostra.<br />
I principi sanciti dallo Statuto Sociale e dalla Carta dei Valori<br />
sono la base del nostro operato, che è rimasto coerente<br />
nel tempo, affermando anno dopo anno la vera forza del<br />
valore della cooperazione che ci contraddistingue dai<br />
primissimi anni del 1900.<br />
Abbiamo, stavolta, voluto che fosse <strong>il</strong> socio Lorenzo<br />
Genova, 36 anni in Enel, 12 dei quali trascorsi da direttore<br />
centrale (settore riorganizzazione commerciale), ideatore<br />
del Call Center di Enel, carinese, socio e cliente della <strong>Banca</strong><br />
<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, a raccontare “perché scegliere questa <strong>Banca</strong>, la<br />
Nostra <strong>Banca</strong>”.<br />
Lorenzo Genova, sposato da 40 anni, 3 figli Massimo (a<br />
capo di una società di consulenza aziendale), Alessio<br />
(fondatore e proprietario Wish Net) e di Enrico (consulente<br />
del lavoro) sceglie di diventare socio della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong><br />
<strong>Rizzo</strong>, nel momento dell’apertura dello sportello a Carini,<br />
perché conosceva «la <strong>Banca</strong>, la sua storia, la sua idea, la sua<br />
mission. Perché apprezzavo ed apprezzo che gli istituti di<br />
credito ritornino a curare, con maggiore attenzione e con<br />
maggiore efficacia, <strong>il</strong> rapporto tra banca e cliente».<br />
La sua è una storia legata al credito cooperativo, essendo<br />
stato amministratore della <strong>Banca</strong> Popolare a Carini ed<br />
avendone condiviso la storia e la tradizionale prossimità<br />
a chi ha bisogno e cerca, nella <strong>Banca</strong> di riferimento, la Sua<br />
banca; la persona di fiducia a cui raccontare i suoi progetti,<br />
le sue difficoltà.<br />
«Mi ricordo che <strong>il</strong> rapporto del cliente con la banca era<br />
improntato alla tolleranza dei piccoli ritardi e sulla fiducia.<br />
Molti dei soci erano agricoltori ed <strong>il</strong> ritardo dei pagamenti<br />
era legato, nella maggior parte dei casi, al raccolto. Era<br />
necessario, allora, tollerare. In ragione di ciò <strong>il</strong> rapporto<br />
con i soci e la clientela era solido. I rapporti erano spesso<br />
improntati all’amicizia, alla comprensione, nulla togliendo,<br />
naturalmente, all’efficacia della presenza della banca sul<br />
territorio» continua l’ing. Genova.<br />
«Chi come me è entrato, come socio, ed ha scelto come<br />
cliente, <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, lo ha fatto proprio perché ha<br />
33<br />
IL NOSTRO IMPEGNO<br />
Il cuore del Nostro lavoro<br />
La sostenib<strong>il</strong>ità sociale come strumento di benessere<br />
Intervista al socio della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> Ing. Lorenzo Genova<br />
N. 1 2012<br />
La parola ai soci<br />
di F<strong>il</strong>ippo Nob<strong>il</strong>e<br />
trovato questo rapporto umano. E la <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> è diventata<br />
la Nostra <strong>Banca</strong>. Quasi una prosecuzione ideale che lega<br />
la città ad un altro istituto di credito cooperativo. Il mio<br />
riferimento va alla Cassa Rurale “L’Assunzione”, fondata da un<br />
gruppo di preti, di cui facevano parte Padre Abate, Padre Lo<br />
Duca, Padre Finazzo e da un gruppo di “galantuomini” che<br />
determinarono e favorirono, così, lo sv<strong>il</strong>uppo del territorio.<br />
Quell’istituto si inseriva, storicamente ed idealmente, sul<br />
solco tracciato dall’enciclica di Leone XIII e rispondeva ai<br />
dettami della dottrina sociale della Chiesa».<br />
La sollecitazione, infatti, giungeva, in tutta Italia, a Carini,<br />
come anche ad Alcamo, con <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, e derivava dal<br />
Magistero della Chiesa, ed in particolar modo dall’enciclica<br />
Rerum Novarum di papa Leone XIII, che, pur non parlando<br />
espressamente di cooperazione, invitava i cattolici a<br />
dare vita a forme di solidarietà ed associazionismo tese a<br />
favorire lo sv<strong>il</strong>uppo dei ceti rurali e del proletariato urbano.<br />
Nei primi quindici anni del XX secolo la cooperazione<br />
continua a crescere, al pari di tutta l’economia italiana,<br />
dimostrando di essere un fenomeno destinato a<br />
consolidarsi.<br />
E sopravvive sia alla crisi economica che segue la prima<br />
guerra mondiale che alla politica del regime fascista.<br />
«Per tanti anni “L’Assunzione” rappresentò <strong>il</strong> punto<br />
di riferimento per tanti agricoltori, artigiani, piccoli<br />
imprenditori. Nel 1941 diventa <strong>Banca</strong> Popolare che opera<br />
fino agli inizi degli anni ’90 quando si conclude, a Carini,<br />
una tradizione secolare di prossimità del credito a chi<br />
lavora».<br />
«Ed ora la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> che con la sua f<strong>il</strong>osofia di<br />
sostegno alla realtà locale ha permesso di agire con la<br />
consapevolezza di creare con serietà e trasparenza stretti<br />
legami con <strong>il</strong> territorio. Le persone apprezzano <strong>il</strong> rapporto<br />
diretto e umano tipico del modo di operare da “<strong>Banca</strong><br />
locale”».<br />
«La nostra agenzia di Carini si è sempre dimostrata<br />
una preziosa collaboratrice, per quanti professionisti,<br />
famiglie, imprenditori, artigiani e agricoltori necessitano<br />
di suggerimenti economico-finanziari. Con gli anni la<br />
f<strong>il</strong>iale si è ben integrata nella realtà locale ed è sempre<br />
rimasta fedele al territorio ed al tessuto locale diventando<br />
un punto di riferimento per le famiglie e le aziende che<br />
vivono ed operano nel comune e negli altri paesi limitrofi.<br />
Questa particolare attenzione si è tradotta, ad esempio, in<br />
convenzioni con le associazioni di categoria a sostegno<br />
delle piccole e medie imprese locali sia nel settore del<br />
commercio che in quello dell’artigianato» ha concluso<br />
l’ing. Lorenzo Genova.
IL NOSTRO IMPEGNO<br />
34<br />
Gli autori da leggere<br />
La barunissa di Carini di Vincenzo Buzzetta<br />
“ET NOVA SINT OMNIA”. Con questa epigrafe riportata<br />
sulla trabeazione della porta d’ingresso alla foresteria del<br />
castello di Carini, Vincenzo II la Grua-Talamanca barone<br />
di Carini, marito tradito dell’infelice Laura Lanza, pensava<br />
forse di seppellire oltre alla moglie, anche <strong>il</strong> ricordo di un<br />
matrimonio che, pur avendo portato lustro e denaro al<br />
suo casato, aveva anche portato <strong>il</strong> disonore e la morte.<br />
Ma nonostante tutte le opere ed<strong>il</strong>i fatte al castello <strong>il</strong><br />
fantasma della baronessa uccisa continuò ad aleggiare tra<br />
quelle mura. Non poterono nemmeno recedere le cose<br />
vecchie come auspicava un’altra epigrafe “RECEDANT<br />
VETERA”, riportata in un altro portale del castello, anche<br />
perché ormai “la mala nova allura batti l’ali” e <strong>il</strong> fatto diventa<br />
leggenda; la mano insanguinata di Laura comparirà ad<br />
ogni anniversario della sua morte tra le mura del castello<br />
e, se non nella realtà, certamente l’immagine del sangue<br />
della moglie sparso per le stanze del castello rimase<br />
profondamente inciso nell’animo del barone Vincenzo.<br />
Uomo mediocre e v<strong>il</strong>e viene in genere considerato<br />
dagli storici <strong>il</strong> barone Vincenzo II e probab<strong>il</strong>mente lo<br />
sarà veramente stato, ma dalle vicissitudini di un uomo<br />
mediocre viene fuori una storia che oltrepassa i secoli,<br />
che diventa poesia, che suscita sentimenti immortali:<br />
amore, paura, vergogna, rabbia. Sono i sentimenti della<br />
vita nel suo perenne divenire che vengono travasati in un<br />
poemetto nato dal sentimento popolare e trasmessoci da<br />
quegli aedi che sono stati i nostri cantastorie.<br />
Di quanti miracoli è capace la poesia popolare! Trasforma<br />
una storia di tradimenti e di amore, di onore e potere,<br />
tutto sommato abbastanza frequenti nel cinquecento,<br />
in un canto unico di ribellione alla morte; in un inno alla<br />
vita e all’amore che trascende <strong>il</strong> fatto in sé con una catarsi<br />
purificatrice che rende universale e fuori dal tempo l’evento<br />
e proietta la passione di due amanti e la spaventosa<br />
barbarie di un padre padrone nell’apogeo della poesia.<br />
Stu ciuriddu nasciu cu l’autri ciuri<br />
spampanava di marzu a pocu a pocu<br />
apr<strong>il</strong>i e maju nni godiu l’oduri<br />
cu lu suli di giugnu pigghiau focu<br />
è la metafora della baronessa<br />
e del suo amore che nasce<br />
e cresce nel tempo fino a<br />
diventare fuoco tanto da<br />
bruciare tutto e travolgere<br />
nel suo turbinio i colpevoli<br />
amanti e le famiglie, le leggi<br />
del decoro e dell’onore<br />
che bisogna a tutti i costi<br />
ripristinare anche con <strong>il</strong> più<br />
atroce dei delitti, <strong>il</strong> parricidio.<br />
LA BARUNISSA DI CARINI<br />
Canto popolare del sec. XVII<br />
raccolto da Salamone-Marino<br />
Edizione del 1872<br />
Chianci Pale rmu, chianci Siragusa,<br />
Carini cc’è lu luttu ad ogni casa<br />
Cu’ la purtau sta nova dulurusa<br />
Mai paci pozz’aviri a la so casa.<br />
Haju la menti mia tantu cunfusa,<br />
di Vincenzo Buzzetta<br />
Lu cori abbunna, lu sangu stravasa;<br />
Vurria ‘na canzunedda rispittusa,<br />
Chiancissi la culonna a la mè casa:<br />
La mégghiu stidda chi rideva ‘ncelu,<br />
Arma senza cappottu e senza velu;<br />
La,mégghiu stidda di li serafini,<br />
Povira Barunissa di Carini!<br />
Ucchiuzzi beddi di vermi manciati,<br />
Ca sutta terra vurvicati siti,<br />
tutti l’amici cchiù nun vi truvati,<br />
vui sulu lu mé amuri canusciti.<br />
Pinsati a Diu, e cchiù nun la turbati,<br />
Ca un jornu comuè idda vui sariti<br />
Limosina faciti e caritati,<br />
ca un jornu ‘nparadisu la truvati.<br />
Ciumi, muntagni, arvuli, chianciti;<br />
Suli cu luna cchù nun affacciati;<br />
La bella Barunissa chi pirditi<br />
Vi li dava li rai ‘nnamurati:<br />
Acidduzzi di l’aria, chi vuliti?<br />
Lu vostru amuri a ‘mmatula circati:<br />
Varcuzzi chi a sti praj lenti viniti,<br />
Li v<strong>il</strong>iddi spincìt<strong>il</strong>i alluttati!<br />
Ed alluttati cu li lutti scuri<br />
Ca morsi la Signura di l’amuri.<br />
Amuri, amuri, chianciti la sditta,<br />
Ddu gran curuzzu cchù nun t’arrisetta;<br />
Dd’ucchiuzzi, dda vuccuzza biniditta,<br />
Oh Diu! Ca mancu l’ùmmira nniresta!<br />
Ma cc’è lu sangu chi grida vinnitta<br />
Russu a lu muru, e vinnitta nn’aspetta:<br />
E c’è cu’ veni cu pedi di chiummu,<br />
Chiddu chi sulu guverna lu munnu;<br />
E cc’è cu’ veni cu lentu caminu,<br />
Ti junci sempri, arma di Caiunu!<br />
Attornu a lu casteddu di Carini<br />
Ci passa e spassa un bellu Cavaleri,<br />
Lu Vernagallu di sangu gint<strong>il</strong>i<br />
Chi di la giovintù l’onuri teni;<br />
Giria comu l’apuzza di l’apr<strong>il</strong>i<br />
‘Ntornu a li ciuri a sùrbiri lu meli;<br />
Ed ora pri lu chianu vi cumpari<br />
Supra d’un baju chi vola senz’ali;<br />
ora di notti cu lu minnulinu<br />
sintiti la so vuci a lu jardinu.<br />
Lu gigghiu finu, chi l’oduri spanni,<br />
ammugghiateddu a li so stessi frunni<br />
voli cansari l’amurusi affanni<br />
e a tutti sti primuri nu’ rispunni;<br />
ma dintra adduma di putenti ciammi.<br />
Va trasannata e tutta si confunni<br />
E sempri chi lu sensiu ‘un’ha valuri,<br />
Ca tutti cosi domina l’amuri.<br />
Stu ciuriddu nascìu cu l’àutri ciuri,<br />
Spampinava di marzu a pocu a pocu;<br />
Apr<strong>il</strong>i e maju nni gudiu l’oduri,<br />
Cu lu suli di giugnu pigghia focu;<br />
E di tutt’uri stu gran focu adduma,<br />
Adduma di tutt’uri e nun cunsuma;<br />
Stu gran focu a du’ cori duna vita,<br />
Li tira appressu comu calamita.<br />
Chi vita duci, ca nuddu la vinci,<br />
Gudìr<strong>il</strong>a a lu culmu di la rota!<br />
Lu suli di lu celu passa e ’mpinci,<br />
Li raji a li du’ amanti fannu rota:<br />
‘Na catinedda li curuzzi strinci,<br />
Battinu tutti dui supra ’na mota;<br />
E la f<strong>il</strong>icità chi li dipinci<br />
Attornu attornu di oru e di rosa.<br />
Ma l’oru fa la ’nvidia di centu,<br />
La rosa è bella e frisca pr’un mumentu,<br />
Lu Baruni di caccia avia turnatu:<br />
-Mi sentu stancu, vugghiu arripusari.-<br />
Quannu a la porta si cci ha prisintatu<br />
Un munacheddu, e cci voli parrari.<br />
Tutta la notti ’nsemmula hannu statu;<br />
La cunfidenza, longa l’hanno a fari…<br />
Gesù-Maria!chi ariu nfruscatu!<br />
Chistu di la tempesta è lu signali…<br />
Lu munacheddu nisceva e ridia,<br />
E lu Baruni susu sd<strong>il</strong>linìa.<br />
Di nuvuli la luna s’ammugghiau,<br />
Lu jacobu scantatu sbulazzau.<br />
Afferra lu Baruni spata ed elmu;<br />
-Vola cavaddu fora di Palermu!<br />
Prestu, fid<strong>il</strong>i, binchi notti sia,<br />
Viniti a la me spadda ‘n cumpagnia.-<br />
‘Ncarnatedda calava la chiarìa<br />
Supra la schina d’Ustrica a lu mari:<br />
La rininedda vola e ciuciulìa,<br />
E s’ausa pi lu suli salutari;<br />
Ma lu spriveri cci rumpi la via,<br />
L’ugnidda si li voli p<strong>il</strong>liccari!<br />
Timida a lu sò nidu s’agnunìa,<br />
A mala pena ca si pò sarvari.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Sìm<strong>il</strong>i scantu e sim<strong>il</strong>i tirruri<br />
appi la Barunissa di Carini:<br />
Era affacciata nni lu sò barcuni<br />
Chi si piggiava li spassi e piaciri;<br />
-Viu viniri ‘na cavallaria;<br />
Chistu è mè patri chi veni pri mia!<br />
Viu viniri ‘na cavallarizza;<br />
Forsi è mè patri chi mi veni ammazza!<br />
-Signuri patri, chi vinistu a fari?-<br />
-Signuri figghia, vi vegnu a ‘mmazzari<br />
-Signuri patri, accurdatimi un pocu<br />
Quantu mi chiamu lu mè cunfissuri.-<br />
-Havi tant’anni chi la pigghi a jocu<br />
Ed ora vai circannu cunfissuri?!<br />
Chista ‘un è ura di cunfissioni<br />
E mancu di ricìviri Signuri-<br />
E, comu dici st’amari paroli,<br />
Tira la spata e càssacci lu cori.<br />
-Lu primu corpu la donna cadìu,<br />
L’appressu corpu la donna murìu;<br />
Oh chi scunfortu pri dd’arma ‘nf<strong>il</strong>ici<br />
Quann’ ’un si vitti di nuddu ajutari!<br />
Era abbattuta e circava l’amici,<br />
Di sala in sala si vulia sarvari:<br />
Gridava forti: - Ajuti, Carinisi!<br />
Ajutu, ajutu! mi voli ammazzari!-<br />
Dissi arraggiata: - Cani Carinisi!-<br />
L’ultima vuci chi putissi dari.<br />
L’ultima vuci e l’ultimu duluri,<br />
Ca già persi lu sangu e lu culuri.<br />
Curriti tutti genti di Carini,<br />
Ora ch’è morta la vostra Signura,<br />
Mortu lu gigghiu chi ciurìu a Carini,<br />
Nn’havi curpanza un cani tradituri.<br />
Curriti tutti mònaci e parrini,<br />
Purtativ<strong>il</strong>la ‘nsemi in sepultura:<br />
Curriti tutti, paisaneddi boni,<br />
Purtativ<strong>il</strong>la in gran pricissioni,<br />
La nova allura a lu palazzu ju<br />
La nunna cadiu ‘nterra e strangusciau:<br />
li so suruzzi capiddi ‘un avianu,<br />
la so matruzza di l’occhia annuiva<br />
Siccaru li garofani a li grasti,<br />
e sulu c’arristaru li finestri.<br />
Lu gaddu chi cantava ‘un cantò cchiui<br />
Va sbattennu l’aluzzi e si nni fui.<br />
N. 1 2012<br />
A dui, a tri s’arròtanu la genti,<br />
Fannu cuncùmiu cu pettu trimanti;<br />
Pri la citati un lapuni si senti<br />
Ammiscatu di rùcculi e di chianti.<br />
«Chi mala morti!-Chi morti dulenti!-<br />
Luntana di la madre e di l’amanti!-<br />
La v urvicaru di notti a lu scuru;<br />
Lu beccamortu si scantava puru!-<br />
Iu nun ti potti di ciuri parari,<br />
iu nun la vitti cchiù la tò fazzuni;<br />
Mi nesci l’arma, nun pozzu ciatari,<br />
Supra la tò balata addinucchiuni.<br />
Poviru ‘ncegnu miu, mèttiti l’ali,<br />
Dispìncimi stu nìuru duluri;<br />
Pri li me larmi scriviri e nutari<br />
Vurrìa la menti di re Salamuni.<br />
La mè varcuzza fora portu resta<br />
Senza p<strong>il</strong>otu ‘mmenzu la timpesta;<br />
………………………<br />
Alla scoperta di un<br />
antico poeta carinese<br />
“Paolo Gambino”<br />
35<br />
di Vincenzo Buzzetta<br />
Tanti sono gli uomini <strong>il</strong>lustri di Carini che nel corso dei secoli hanno dato lustro<br />
alla città. Tra i più famosi ricordiamo Matteo Orlando (1610-1695), vescovo di<br />
Cefalù, generale dell’ordine carmelitano, i matematici G.B. Pagano (1700), G. Lo<br />
Cicero (1800-1873), e Pasquale Calapso (1872-1934) che è stato uno dei massimi<br />
esponenti della geometria differenziale nel mondo. La figura che però mi ha più<br />
incuriosito è quella di Paolo Gambino.<br />
“Paolo Gambino” chi è costui? Mi chiesi qualche tempo fa, parafrasando una<br />
famosa domanda di don Abbondio a proposito di Carneade.<br />
Chi è questo poeta che, mentre “spulcio” alcuni manoscritti della biblioteca<br />
comunale di Carini, mi si para davanti e sollecita la mia curiosità definendosi:“hai<br />
da sapiri ca sugnu ignuranti, poviru jurnateri, zappaturi.”.<br />
“Haiu da sapiri di più”, mi sono detto e cosi via alla ricerca di notizie su Paolo<br />
Gambino poeta carinese autore di un poemetto sulla Primavera.<br />
Dal Badalamenti in “Carini nella cultura” vengo a conoscenza di un epigramma<br />
a lui attribuito.<br />
Da una nota del Di <strong>Marzo</strong> nella sua traduzione del “Dizionario topografico della<br />
Sic<strong>il</strong>ia” di V.Amico apprendo che “<strong>il</strong> v<strong>il</strong>lano Paolo Gambino (è) nato nel 1731 e morto<br />
nel 1803 (ed è ) autore di varie sic<strong>il</strong>iane poesie dove ammirasi lo splendore di un genio<br />
autore”.<br />
L’Abbate mi offre maggiori ragguagli sulla sua vita ma tutti i nostri storici<br />
concittadini, dallo stesso Abbate al Buffa-Armetta, davano per dispersa la sua<br />
opera poetica più osannata: <strong>il</strong> poemetto “La Primavera” di cui si conosceva una<br />
copia manoscritta conservata nella nostra biblioteca poi andata dispersa.<br />
A questo punto non è possib<strong>il</strong>e passare sotto s<strong>il</strong>enzio la riscoperta di questo<br />
poemetto in terzine (313 versi) ricordato da tanti <strong>il</strong>lustri nostri concittadini che,<br />
tra l’altro, presenta qualità poetiche non indifferenti.<br />
Cosi l’idea di proporre all’Amministrazione comunale la pubblicazione del<br />
poemetto affidandone la cura a Gaetano Pecoraro che, per i suoi interessi<br />
culturali legati alla nostra terra e alla nostra lingua sic<strong>il</strong>iana, rappresenta un sicuro<br />
porto per studi cosi “procellosi”.<br />
Il lavoro che ne è venuto fuori è un volumetto di 144 pagine, molto elegante,<br />
nel quale Gaetano Pecoraro ci conduce per mano ad assaporare i frutti prelibati<br />
di una terra, Carini, e di uno dei suoi figli, Paolo Gambino, che ci travolge con<br />
echi di tradizioni scomparse, versi che odorano di zagara, rime che cantano<br />
di usignoli. “La primavera” del Gambino è un viaggio attraverso la natura che<br />
si risveglia dove si trovano “ntra li nida aciduzzi tanti fini, nicissitusi d’ajutu e<br />
ristoru” e dove “ si vidi gioja e festa pri ogni ‘ntornu”.<br />
Pecoraro, con raro equ<strong>il</strong>ibrio e maestria, ha saputo cogliere poi, nella sua<br />
traduzione e commento, la vera voce del Poeta, l’onda sonora del verso che si<br />
trasforma in musica.<br />
La dotta presentazione del libro fatta dal prof. Giovanni Ruffino dell’Università di<br />
Palermo, arricchisce ancora di più <strong>il</strong> lavoro inserendolo in un più ampio contesto<br />
letterario e offrendo spunti interessantissimi di analisi linguistica del poemetto<br />
del Gambino.
LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />
Cerimonia di presentazione<br />
dei nuovi Soci<br />
e del B<strong>il</strong>ancio Sociale 2010<br />
La <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> offre ai propri soci una serie di attività<br />
e di servizi che esulano dal carattere strettamente<br />
bancario, andando a costituire tutti quei vantaggi che<br />
possono essere definiti extra-bancari.<br />
Tra questi, rientrano le cerimonie di ammissione e di<br />
presentazione dei nuovi soci, nelle quali viene data<br />
l’opportunità ai nuovi associati di prendere parte ad un<br />
aperitivo, permettendo loro di incontrarsi e avere i primi<br />
contatti con gli organi istituzionali della <strong>Banca</strong>, con lo<br />
scopo di evidenziare e conoscere le caratteristiche<br />
distintive del Credito Cooperativo.<br />
Nello specifico, Venerdì 29 Settembre la <strong>Banca</strong> ha<br />
realizzato presso <strong>il</strong> Palazzo Sambuca di Palermo l’ultima<br />
cerimonia di benvenuto dell’anno per circa 100 nuovi<br />
Soci, ai quali è stata anche presentata l’ottava edizione<br />
del B<strong>il</strong>ancio Sociale e di Missione della <strong>Banca</strong>.<br />
Il Presidente Giuseppe Mistretta ha dato inizio alla<br />
cerimonia sottolineando l’importanza della redazione<br />
del B<strong>il</strong>ancio Sociale, “in quanto occasione di verifica del<br />
Valore Aggiunto generato dalla <strong>Banca</strong> nel 2010”.<br />
Il Direttore Generale, Carmelo Guido, ha commentato<br />
36<br />
Le comunicazioni istituzionali<br />
di Salvo Cartuccio<br />
e <strong>il</strong>lustrato le slide di presentazione del B<strong>il</strong>ancio,<br />
mettendo in evidenza le attività sostenute nell’anno<br />
passato dalla <strong>Banca</strong> in campo culturale, economico e<br />
sociale.<br />
Alla presentazione, sono seguiti i saluti da parte del<br />
presidente della Fondazione Sambuca e gli interventi<br />
da parte del Dott. Alessandro Messina responsab<strong>il</strong>e<br />
dell’Ufficio Rapporti con le Imprese e progetti speciali<br />
di Federcasse e del Prof. Salvatore La Francesca Docente<br />
di Economia Applicata presso l’Università di Palermo.<br />
Nel corso della cerimonia di benvenuto, ad ogni Socio<br />
è stato, inoltre, consegnato un kit contenente un<br />
certificato azionario, una guida all’identità delle BCC<br />
“Conoscere <strong>il</strong> Credito Cooperativo”, una sp<strong>il</strong>la in argento<br />
con lo stemma del Credito Cooperativo e del materiale<br />
informativo-promozionale sul valore di essere Soci.<br />
Al termine della presentazione realizzata nella sala<br />
convegni della struttura, i Soci e le loro famiglie<br />
hanno potuto prendere parte all’aperitivo che si è<br />
tenuto presso un cort<strong>il</strong>e situato in uno degli atri dello<br />
splendido Palazzo Sambuca.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Adozioni a distanza<br />
37<br />
LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />
La <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> “prima” in Italia per costruire <strong>il</strong> futuro<br />
del popolo ecuadoregno<br />
è successo poco prima di Natale… e non poteva che<br />
essere <strong>il</strong> periodo migliore per… diventare genitori di<br />
47 bambini ecuadoriani. E già, noi soci della <strong>Banca</strong><br />
<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, grazie al progetto di adozione a distanza<br />
portato avanti con <strong>il</strong> FEPP (Fondo Ecuatoriano<br />
Populorum Progressio), ci siamo assunti l’impegno<br />
di guidare questi bambini nella loro formazione<br />
ritenendo che l’istruzione, e la conoscenza<br />
rappresentino degli elementi imprescindib<strong>il</strong>i per la<br />
loro libertà.<br />
Già nel precedente numero della rivista, vi avevamo<br />
annunciato che <strong>il</strong> Consiglio di Amministrazione<br />
della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, aveva stanziato dei fondi per<br />
delle adozione a distanza. Il passo successivo è stato<br />
N. 1 2012<br />
Le comunicazioni istituzionali<br />
di Giada Cuticchio<br />
quello di individuare, con l’aus<strong>il</strong>io del FEPP, i bambini<br />
che avrebbero usufruito di tali fondi.<br />
Juan, Miguel, Pablo, Maria… guardando le foto<br />
che ci hanno inviato dall’Ecuador già si possono<br />
immaginare i nomi, gli occhi dei bambini della<br />
comunità della Colagu<strong>il</strong>a, provincia di Cotopaxi,<br />
che la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> ha adottato. Solo ipotesi sui<br />
nomi per ora perché mettersi in comunicazione con<br />
la comunità che li accoglie non è semplice.<br />
Ci è stato riferito che la <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> è stata la<br />
prima tra le BCC italiane ad aderire al progetto di<br />
adozione del FEPP. A volte capita di essere i primi, mi<br />
è stato detto, e quando ciò accade senza la brama di<br />
volerlo essere, aggiungo, è ancora più gratificante.
LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />
La drammatica crisi finanziaria esplosa nel pieno<br />
dell’estate non ha bisogno di presentazioni, come<br />
del resto non hanno bisogno di pubblicità le sue<br />
conseguenze. Sulle cause, invece, possiamo azzardare<br />
tutta una serie d’ipotesi che spaziano dalla normale<br />
congiuntura economica, alla crisi del modello<br />
capitalistico, al complotto globale contro la moneta<br />
unica europea. Ma si tratta, appunto, d’ipotesi. Attori<br />
concreti, invece, sono certamente le agenzie di rating<br />
che, con le loro esternazioni, riescono a modificare<br />
<strong>il</strong> comportamento degli investitori e gli scenari<br />
di mercato. Ma chi sono queste eminenze, ormai<br />
nemmeno più tanto grigie? Nascono negli Stati Uniti,<br />
dove ancora oggi hanno <strong>il</strong> loro centro d’interessi e le<br />
loro sedi. Figlie della legittima aspirazione a chiedere<br />
alle imprese la giusta trasparenza, vengono fondate<br />
già nel 1860 (Standard&Poor’s) per occuparsi delle<br />
imprese impegnate nella costruzione di canali e ferrovie<br />
nell’America dei pionieri. Nel 1900 nasce Moody’s, nel<br />
1913 quella che resta la minore delle “tre sorelle”: Fitch.<br />
Le agenzie si occupano di leggere i b<strong>il</strong>anci delle società<br />
(o degli Stati), per calcolarne le effettive potenzialità<br />
38<br />
Finanza ed economia reale e finanziaria<br />
Le agenzie di rating.<br />
Burattinai dei<br />
mercati finanziari?<br />
di Marcello Ingrassia<br />
ed i relativi rischi, in modo da poter sintetizzare in una<br />
sigla una valutazione che possa servire da guida agli<br />
investitori. Da qui quelle famose - o forse famigerate -<br />
serie di lettere come AAA oppure BB - che racchiudono<br />
in sé le prospettive, rosee oppure funeree, di un’azienda.<br />
In teoria organismi imparziali, dunque. Ma che molte<br />
volte hanno offerto spunti per pensare male. A<br />
cominciare da alcuni default che i risparmiatori italiani<br />
ben ricordano: Parmalat, Cirio, la Repubblica Argentina.<br />
In tutti questi casi i rating sono stati rassicuranti fino al<br />
momento in cui salvarsi era impossib<strong>il</strong>e, almeno per <strong>il</strong><br />
comune risparmiatore. Nel momento in cui le agenzie<br />
di rating, con “perfetto tempismo e coordinazione”,<br />
hanno lanciato <strong>il</strong> loro allarme, <strong>il</strong> piccolo investitore<br />
aveva ormai <strong>il</strong> destino tracciato, ed era un destino<br />
fallimentare. Tralasciamo di elencare ulteriori esempi in<br />
cui <strong>il</strong> piccolo ha perso ed <strong>il</strong> grande si è salvato. In oltre<br />
dieci anni, poco è cambiato. Ancora oggi, come allora,<br />
gli stessi dubbi ci assalgono, in un momento in cui i<br />
mercati finanziari europei sono provati da una fase di<br />
ciclo economico oggettivamente diffic<strong>il</strong>e, nonché da<br />
una gestione politico-economica dell’Unione Europea<br />
che dev’essere perlomeno affinata. In questa metaforica<br />
cristalleria europea arrivano, con l’abituale tempismo,<br />
gli elefanti delle “tre sorelle”, sotto forma di dichiarazioni<br />
di downgrading, d’inizio di periodi d’osservazione<br />
su alcuni Stati e sui loro debiti, di prospettive che<br />
peggiorano. Le conseguenze vanno dal crollo dell’euro<br />
contro <strong>il</strong> dollaro, all’impoverimento oggettivo dei<br />
cittadini, ai rivolgimenti politici interni agli Stati. Quante<br />
di queste conseguenze sono inevitab<strong>il</strong>mente legate alla<br />
sacrosanta missione di trasparenza? Quante sono invece<br />
volute? Quanto possono essere imparziali tre agenzie<br />
che hanno radici storiche negli USA, a cui la fine della<br />
supremazia del dollaro non ha certo giovato? I rating<br />
dei Paesi sono uno strumento potente ed attualmente<br />
senza vere alternative, gli interessi politici ed economici<br />
enormi ed intrecciati strettamente a livello planetario.<br />
Agenzie in teoria imparziali ed in pratica schieratissime?<br />
Burattinai dei mercati o burattini a loro volta, strumenti<br />
occulti di potere di organismi sovranazionali?<br />
A pensar male si fa peccato, qualcuno diceva, ma spesso<br />
s’indovina.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Monetica<br />
39<br />
LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />
Il Progetto Sales Force di Serena Lo Monaco<br />
L’importanza di uno strumento di pagamento elettronico<br />
ai giorni nostri è direttamente commisurata alla “serietà<br />
e delicatezza” della contingenza economica che stiamo<br />
attraversando.<br />
Per tale ragione la BCC <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> sta per mettere in campo<br />
una serie di offerte mirate, a seconda dei settori finanziari<br />
di riferimento, atte a supportare la propria clientela per<br />
tutte le esigenze del caso.<br />
L’intervento della <strong>Banca</strong> su tali argomentazioni è di così<br />
elevato prof<strong>il</strong>o da far scegliere alla stessa di realizzare delle<br />
partnership con aziende leader nel settore quali la Omnia,<br />
che si occuperà del personale, l’Iccrea, che emanerà le<br />
carte e la Bcc Multimedia, che opererà da call center per<br />
l’assistenza ai clienti.<br />
Al fine di dare ancora più sostanza al progetto “Sales<br />
Force”, la <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> ha deciso di far operare gli agenti in<br />
una duplice direzione: visitando, presso le loro sedi, le<br />
aziende clienti della banca instaurando un rapporto di<br />
collaborazione di merito dedicato e, inoltre, offrendo la<br />
propria professionalità attraverso delle consulenze date<br />
da esperti in appositi “corner” che saranno realizzati presso<br />
tutte le f<strong>il</strong>iali del nostro istituto bancario.<br />
Entriamo maggiormente nel merito delle peculiarità delle<br />
carte di credito; questo mezzo porta a mantenere salde<br />
N. 1 2012<br />
alcune caratteristiche peculiari delle carte quali i numerosi<br />
canali di ut<strong>il</strong>izzo: gli acquisti on line di ogni genere, dai<br />
biglietti aerei allo shopping fino alle commesse aziendali<br />
e, di conseguenza, a rafforzare la sicurezza che da essi<br />
ne deriva evitando spiacevoli incovenienti della pirateria<br />
informatica, lo stesso vale per gli sportelli bancomat o per<br />
operazioni presso esercizi commerciali in ogni nazione;<br />
la flessib<strong>il</strong>ità delle opzioni che possono variare a seconda<br />
delle esigenze del cliente senza che questo comporti<br />
la sostituzione della carta bensì mantenendo lo stesso<br />
supporto.<br />
Ma la vera forza del nostro progetto, che ci differenzia dagli<br />
altri istituti di credito, sta nel fornire tutte le informazioni<br />
mirate a seconda delle esigenze che si prospettano: <strong>il</strong><br />
vantaggio che ne deriva per <strong>il</strong> nostro cliente è proprio<br />
quello di essere cliente della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, sicché<br />
vogliamo dedicargli tutte le attenzioni possib<strong>il</strong>i per fornire<br />
un buon servizio nel merito della gamma di scelte da<br />
effettuare circa la propria carta di credito.<br />
è evidente che ormai non si può più fare a meno della<br />
carta di credito quale che sia l’esigenza del cliente e per<br />
tale ragione deve essere la banca a proporre opportunità<br />
di scelta variegate nel carnet delle proprie offerte, in modo<br />
da far sentire a sua agio <strong>il</strong> cliente per tutte le sue richieste.
LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />
L’agenzia di Carini<br />
nel territorio<br />
La BCC <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, banca leader nel credito cooperativo<br />
della Sic<strong>il</strong>ia occidentale con 14 f<strong>il</strong>iali e quasi 4.000 soci,<br />
ha proseguito <strong>il</strong> suo programma di apertura delle f<strong>il</strong>iali<br />
sul territorio con l’apertura di quella di Carini alla fine<br />
del 2008.<br />
Con la f<strong>il</strong>iale di Carini si è voluto rafforzare la visib<strong>il</strong>ità<br />
del marchio sul territorio e offrire alle famiglie, ai<br />
piccoli imprenditori ed ai nuovi potenziali soci<br />
un’opportunità in più di accesso al credito ed ai servizi<br />
bancari.<br />
Il modello di relazione è quello tradizionale e continuerà<br />
ad essere principalmente diretto: le caratteristiche<br />
ispiratrici sono infatti trasparenza, luminosità,<br />
accessib<strong>il</strong>ità, ma principalmente la centralità della<br />
relazione personale.<br />
Ed è soprattutto l’innovazione a caratterizzare gli<br />
spazi sia in termini di visual che di funzionalità: una<br />
superficie complessiva di circa 180 mq che porta a<br />
40<br />
Focus di approfondimento<br />
di Paolo Croce e Giuseppe Matranga<br />
migliorare l’accoglienza e la tutela della privacy con<br />
possib<strong>il</strong>ità di gestire al meglio le esigenze operative<br />
quotidiane e quelle informative e di consulenza in<br />
materia finanziaria e d’investimento.<br />
Molte le operazioni che possono essere eseguite<br />
in modalità self-service mediante <strong>il</strong> nostro ATM di<br />
generazione evoluta, ovvero attraverso l’operatività<br />
tradizionale del personale della f<strong>il</strong>iale.<br />
La nostra mission è quella di rendere ancor più<br />
autentica e importante la nostra azione di sv<strong>il</strong>uppo<br />
del territorio, in un periodo economico delicato, che<br />
ha <strong>il</strong> sapore di una rinnovata fiducia verso <strong>il</strong> futuro e la<br />
nostra gente.<br />
La F<strong>il</strong>iale di Carini, ricordiamolo, dopo 3 anni dalla sua<br />
apertura, rimane ancora l’unico Sportello del Credito<br />
Cooperativo presente nel Comune ed un riferimento<br />
importante per le numerose famiglie e piccole attività<br />
in esso radicate.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
BCC a confronto<br />
41<br />
LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />
BCC San Marzano di Rocco Viola<br />
Una mano concreta alle famiglie, ai giovani, alle imprese.<br />
Un sostegno pratico all’arte, alla cultura, al volontariato. Un<br />
segno tangib<strong>il</strong>e alla valorizzazione del patrimonio e della<br />
storia del territorio. Sono i tratti della BCC San Marzano di<br />
San Giuseppe. Tratti coerenti con la f<strong>il</strong>osofia delle Casse<br />
Rurali italiane, nate e sv<strong>il</strong>uppate sui territori, contribuendo<br />
a sostenerne l’identità. L’impegno della banca ionica, però,<br />
è andato oltre, diventando propulsivo nel promuovere<br />
nuovi modi di fare banca. Anche una banca locale, può<br />
guardare oltre la propria primaria missione.<br />
Nasce così un inedito concetto di <strong>Banca</strong> a Colori. F<strong>il</strong>osofia<br />
inaugurata con le ultime f<strong>il</strong>iali e ripresa nel restyling di<br />
quelle precedentemente realizzate. Un nuovo modo di<br />
intendere banca. Con angolo lettura e corner-caffè, con<br />
postazione internet-free e console Wii per intrattenere i<br />
figli dei clienti impegnati nelle operazioni bancarie.<br />
Spirito innovativo che ha portato la BCC San Marzano di<br />
San Giuseppe all’allestimento di interessanti operazioni e<br />
progetti: dal primo conto che permetteva <strong>il</strong> finanziamento<br />
per <strong>il</strong> chirurgo estetico (notizia che ha fatto <strong>il</strong> giro<br />
del mondo) al finanziamento del primo condominio<br />
fotovoltaico in Puglia. Iniziative, queste, alle quali si sono<br />
affiancati momenti che hanno favorito la crescita e la<br />
discussione su temi importanti e attuali. Un esempio su<br />
tutti è <strong>il</strong> Taranto Finanza Forum, evento che quest’anno<br />
ha celebrato la sua quinta edizione richiamando in tre<br />
giorni in Puglia oltre 2000 presenze e le principali società<br />
finanziarie internazionali in un happening senza veli sui<br />
mercati globali. O come <strong>il</strong> progetto cinematografico<br />
scaturito con un bando nazionale aperto a tutti gli autori,<br />
con due temi conduttori: <strong>il</strong> territorio e i risvolti sociali<br />
e umani della crisi. L’opera, “Il Signor H”, interpretata<br />
da Alessandro Haber, ha vinto <strong>il</strong> Festival del Cinema<br />
Europeo. O, infine, “I Pizzini della Legalità”, percorso<br />
congiunto con l’Associazione Libera di <strong>Don</strong> Luigi Ciotti,<br />
tesa all’affermazione dei valori e dei principi della legalità.<br />
N. 1 2012
LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />
L’Associazione Soci Giovani<br />
della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />
“per un futuro da scrivere”<br />
In un contesto di grave e diffic<strong>il</strong>e crisi economico -<br />
finanziaria che la la nostra società sta attraversando,<br />
poter parlare ai giovani di futuro, di speranza e di<br />
obiettivi è un ostacolo diffic<strong>il</strong>e da affrontare.<br />
Queste difficoltà però non hanno scoraggiato un<br />
gruppo di giovani soci della Nostra <strong>Banca</strong>, che animati<br />
dai valori e dai principi del Credito Cooperativo hanno<br />
dato vita alla nascita dell’Associazione Soci Giovani<br />
della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>.<br />
Tale risultato è <strong>il</strong> frutto di un intenso lavoro “ricco” di<br />
incontri e che ha richiesto impegno, cooperazione<br />
e sacrificio da parte di tutti coloro, che fin dall’inizio<br />
hanno sposato l’idea dell’Associazione.<br />
Nel corso dei nostri incontri ci siamo posti diversi<br />
quesiti e a questi, abbiamo cercato di dare delle<br />
risposte concrete e applicab<strong>il</strong>i. Il primo tra tutti è stato<br />
42<br />
Il progetto giovani della <strong>Banca</strong><br />
di Ignazio Cruciata<br />
l’obiettivo della nostra associazione.<br />
L’Associazione Soci Giovani della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />
si pone come obiettivo di creare opportunità, con i<br />
soci giovani e per i giovani soci di crescita formativa,<br />
professionale e culturale, attraverso <strong>il</strong> confronto<br />
continuo con <strong>il</strong> mondo imprenditoriale, istituzionale<br />
e sociale del nostro territorio.<br />
La serata inaugurale svoltasi <strong>il</strong> 16 dicembre <strong>2011</strong><br />
presso l’ex Collegio dei Gesuiti, rappresenta un punto<br />
di partenza per l’avvio di un percorso che idea dopo<br />
idea, progetto dopo progetto, con la collaborazione<br />
dei giovani soci (ciascuno con le proprie capacità)<br />
contribuirà alla crescita del nostro territorio.<br />
L’associazione è suddivisa in quattro aree così<br />
composte: Sport e Svago, Lavoro e Formazione,<br />
Sociale e Innovazione, Arte e Cultura.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Ciascuna area rispecchia l’identità del Credito<br />
Cooperativo, nonché la figura del Fondatore del<br />
Nostro Istitituto “<strong>Don</strong> Giuseppe <strong>Rizzo</strong>”, <strong>il</strong> quale con<br />
caparbietà, forza d’animo ha speso tutte le sue energie<br />
senza arrendersi mai, per <strong>il</strong> bene del nostro territorio.<br />
Un vivo ringraziamento a tutti coloro i quali hanno<br />
partecipato all’organizzazione dell’evento ed a tutti<br />
coloro che ci hanno sostenuto, che per noi promotori<br />
dell’Associazione hanno rappresentato la “linfa vitale”,<br />
che ci ha permesso di credere giorno dopo giorno che<br />
è possib<strong>il</strong>e scrivere un futuro migliore.<br />
N. 1 2012<br />
43
LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />
Il punto di vista<br />
di un giovane dipendente<br />
della BCC “<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>” di Giuseppe Stellino<br />
L’esperienza qui alla <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> sta rappresentando per me<br />
un’opportunità di crescita umana e professionale, oltre<br />
che lavorativa, straordinaria. Questa affermazione non<br />
vuole essere né retorica né tantomeno autocelebrativa,<br />
ma affiora dal grande senso di orgoglio e di appartenenza<br />
che si prova a far parte di questa storica realtà aziendale<br />
locale, ma anche dalla constatazione diretta e personale<br />
che le banche locali come le BCC hanno delle espressioni<br />
valoriali e relazionali (mutualità, solidarietà, cooperazione,<br />
territorialità, ecc.) che arricchiscono e completano <strong>il</strong> loro<br />
ruolo di Banche e che le differenziano in modo netto da<br />
tutte le altre banche di carattere nazionale. Negli anni<br />
passati ho avuto modo di compiere una breve esperienza<br />
lavorativa presso un altro istituto di credito a carattere<br />
nazionale e posso affermare che esistono notevoli<br />
differenze rispetto ad una BCC come la “<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>” da tutti<br />
i punti di vista (umano, organizzativo, di concezione di<br />
banca, di attenzione verso <strong>il</strong> territorio e la comunità, ecc.).<br />
Giunto alla “<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>” ho scoperto con piacevole<br />
sorpresa un clima diverso, ospitale, quasi fam<strong>il</strong>iare. Da<br />
subito ho notato un atteggiamento cordiale e amichevole<br />
tra tutti i dipendenti, improntato alla collaborazione,<br />
al lavoro di squadra e al senso di appartenenza alla<br />
<strong>Banca</strong> ovviamente nel rispetto dei ruoli, delle esigenze<br />
e delle capacità individuali di ciascuno. Non a caso con<br />
alcuni colleghi sono anche nate amicizie che talvolta<br />
proseguono anche in attività extrabancarie. Inoltre<br />
44<br />
Il progetto giovani della <strong>Banca</strong><br />
secondo me è una cosa bellissima e non di poco conto<br />
vedere <strong>il</strong> management della “<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>” dialogare spesso<br />
con noi dipendenti, anche per <strong>il</strong> corridoio, chiedendoci<br />
di noi e delle nostre problematiche di banca e non.<br />
Questo vuol dire mettere al primo posto la centralità<br />
della persona umana e instaurare con i dipendenti<br />
delle buone relazioni umane che sono <strong>il</strong> presupposto<br />
di base per lavorare meglio e dare <strong>il</strong> massimo. Le BCC<br />
come la “<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>” nascono e operano nel territorio<br />
e per <strong>il</strong> territorio dove sono insediate, quindi tutto ciò<br />
che ricevono dalle comunità locali viene interamente<br />
reinvestito nel territorio stesso, sostenendo le famiglie e<br />
gli investimenti produttivi delle imprese e degli artigiani<br />
locali. Ciò genera un effetto leva concreto e virtuoso nelle<br />
dinamiche economiche e produttive del territorio stesso,<br />
poiché investire sul territorio significa investire su chi ci<br />
vive e ci lavora, cioè su tutti noi, in quanto si sostengono<br />
le occasioni di sv<strong>il</strong>uppo produttivo e imprenditoriale<br />
e quindi si generano nuove opportunità di lavoro e di<br />
reddito che in definitiva conducono ad un maggior<br />
benessere reddituale complessivo di tutta la comunità<br />
(effetto moltiplicativo). Un altro aspetto fondamentale da<br />
sottolineare è che l’investimento delle BCC come la “<strong>Don</strong><br />
<strong>Rizzo</strong>” non si esaurisce solo col credito e gli impieghi,<br />
ma si esplicita anche attraverso <strong>il</strong> sostegno ad iniziative<br />
sociali, culturali, umanitarie e sportive perché la crescita<br />
di una comunità deve essere non solo economica ma<br />
anche morale e valoriale, in quanto <strong>il</strong> denaro deve restare<br />
uno strumento e la ricchezza economica non deve<br />
essere l’unico obiettivo. Questo forse già basterebbe ad<br />
evidenziare la diversa identità e la scarsa attenzione che le<br />
grosse banche hanno nei confronti delle comunità locali<br />
in generale. In conclusione da giovane dipendente della<br />
BCC “<strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>”, penso di aver maturato, in questi anni,<br />
la consapevolezza che le banche di credito cooperativo<br />
siano veramente delle banche uniche e differenti<br />
rispetto alle altre sotto tutti i punti di vista e spero di<br />
continuare a rendere testimonianza attiva di questa<br />
mia consapevolezza e dei valori delle BCC verso la mia<br />
comunità ed in particolare verso i giovani, affinchè tutti<br />
colgano <strong>il</strong> grande valore aggiunto che una BCC conferisce<br />
al comprensorio in cui opera e quindi riconoscano e<br />
sostengano ancor più <strong>il</strong> ruolo sociale ed economico di<br />
riferimento della “<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>”.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
N. 1 2012<br />
Il progetto giovani della <strong>Banca</strong><br />
45<br />
LA BANCA, L’ECONOMIA, LA FINANZA<br />
Il ruolo e l’esigenza del s<strong>il</strong>enzio<br />
nella nostra società<br />
Metropoli sfav<strong>il</strong>lanti, alti grattacieli, luci accecanti: ecco lo<br />
scenario che fa da sfondo alla vita della società odierna.<br />
Città che ci costringono, per la vita frenetica che<br />
“racchiudono”, a procedere l’uno, accanto all’altro, e che,<br />
paradossalmente, evidenziano <strong>il</strong> vuoto tra la moltitudine<br />
di gente che le affolla.<br />
Mondi paralleli che procedono accanto senza mai<br />
sfiorarsi, separati da una barriera invalicab<strong>il</strong>e che<br />
impedisce loro di interagire e comunicare.<br />
Nella società attuale «viviamo assediati dal rumore,<br />
sottomessi al ritmo sincopato e frenetico di un’attualità<br />
che lancia fugaci lampi sul mondo, dal fermento di questa<br />
realtà disgregata e turbolenta sorge una cultura sempre<br />
più ossessionata dal dover registrare le palpitazioni del<br />
presente. Una cultura mediatica, immersa nel rumore<br />
dell’informazione e dei fatti, alla quale, per farsi sentire,<br />
non resta altro che gridare più forte» Così scrive Carlos<br />
Martì Aris, analizzando come possa una realtà così<br />
frenetica e assordante necessitare della presenza del<br />
s<strong>il</strong>enzio, inteso come luogo ove nasce <strong>il</strong> linguaggio e<br />
la libera espressione dell’individuo. S<strong>il</strong>enzio. Un s<strong>il</strong>enzio<br />
che non vuole annullare <strong>il</strong> linguaggio. Un s<strong>il</strong>enzio che<br />
vuole trascendere <strong>il</strong> linguaggio.<br />
La molteplicità degli “impulsi” che riceviamo dalle<br />
metropoli scint<strong>il</strong>lanti della nostra epoca, infatti, spesso<br />
di S<strong>il</strong>via Amore<br />
ci confondono, altre ci disturbano, distogliendoci dalla<br />
ricerca della nostra individualità, costringendoci a un<br />
lento e inesorab<strong>il</strong>e processo di stereotipazione.<br />
La moltitudine di “rumori” ci fa perdere di vista <strong>il</strong> nostro<br />
“Io” che, nelle lagune della nostra persona, tenta di<br />
emergere a fatica. La contemplazione, la ricerca interiore,<br />
l’indagazione negli abissi del nostro essere ci permette,<br />
tramite <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio, di sfuggire al processo di omologazione<br />
e di riscoprire la nostra individualità.<br />
Come sostiene ancora Carlos Martì Aris, «<strong>il</strong> movimento<br />
conduce paradossalmente alla congestione e alla<br />
paralisi». Così <strong>il</strong> movimento convulso, protagonista<br />
dell’epoca moderna, conduce inesorab<strong>il</strong>mente a una<br />
paralisi morale, intesa come perdita e decadenza dei<br />
valori.<br />
Vagare senza meta all’interno della società attuale,<br />
immersi nel ritmo febbr<strong>il</strong>e che la caratterizza, induce<br />
a una lenta perdita di quei valori che stanno alla base<br />
dell’etica. Per fronteggiare e contrastare questo processo<br />
di disgregazione morale, fondamentale ruolo è rivestito<br />
dal s<strong>il</strong>enzio, che porta alla riflessione e alla riscoperta di<br />
quei valori perduti.<br />
L’unico in grado di opporsi al rumore è, quindi, <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio,<br />
<strong>il</strong> solo che riesce ad aprire una profonda breccia nello<br />
scenario convulso e febbr<strong>il</strong>e della nostra vita quotidiana.
FILO DIRETTO<br />
46<br />
Con Noi<br />
Le giornate della prevenzione<br />
e la mutualità<br />
di <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />
La <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> e <strong>il</strong> Centro Studi <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>, nell’ambito<br />
degli interventi di Mutualità previsti nei confronti della<br />
propria compagine Sociale, promuovono l’iniziativa “le<br />
giornate della prevenzione” con <strong>il</strong> fine di sostenere la<br />
cultura della tutela della salute.<br />
Il progetto costituisce un ulteriore segno tangib<strong>il</strong>e e<br />
concreto dell’impegno verso i nostri Soci ed i nostri<br />
Clienti, in quanto patrimonio prezioso da tutelare e, come<br />
impresa responsab<strong>il</strong>e, sentiamo <strong>il</strong> dovere di contribuire<br />
al miglioramento della cultura della salute, sostenendo<br />
la sensib<strong>il</strong>izzazione alla prevenzione e ad una corretta<br />
informazione.<br />
Il programma ha già preso <strong>il</strong> via con le giornate della<br />
“prevenzione del tumore del colon retto” e prevede<br />
diversi appuntamenti, tra <strong>il</strong> quali la giornata “Sorri-Denti-<br />
Per Sempre”, rivolta ai ragazzi di età compresa fra i 10<br />
e 14 anni, figli di soci o di clienti della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>,<br />
che sono stati visitati gratuitamente da un gruppo di<br />
specialisti odontoiatri coordinati dal dott. Liborio Cruciata<br />
e dal dott. Francesco Blunda.<br />
Nello specifico, le visite sono state effettuate presso<br />
alcune sedi della <strong>Banca</strong>.<br />
I ragazzi che hanno aderito all’iniziativa sono stati invitati<br />
ad inviare una ma<strong>il</strong> di conferma all’indirizzo info@<br />
centrostudidonrizzo.it e a recarsi direttamente nelle<br />
suddette sedi, dove sono stati inizialmente informati con<br />
aus<strong>il</strong>i audio-visivi sull’anatomia dell’apparato oro-dentale,<br />
sensib<strong>il</strong>izzati sulla validità di una diagnosi precoce e<br />
sull’importanza di una corretta alimentazione ed igiene<br />
orale.<br />
Nello stesso giorno, i ragazzi sono stati sottoposti,<br />
previa autorizzazione dei genitori, a visita specialistica.<br />
Per ciascuno di essi è stata comp<strong>il</strong>ata una scheda<br />
personalizzata nella quale, oltre ad evidenziare le<br />
condizioni dello stato di salute, verranno anche dati<br />
suggerimenti ed indicazioni terapeutiche necessarie,<br />
laddove saranno presenti le suddette patologie.<br />
Siamo convinti della validità di tale progetto per <strong>il</strong><br />
miglioramento della salute pubblica: l’informazione<br />
sanitaria rivolta a soggetti in fase evolutiva determinerà<br />
la qualità della vita degli adulti di domani.<br />
L’importanza dell’iniziativa risiede nella sua duplice<br />
valenza di prevenzione e di indagine scientifica. Secondo<br />
gli ultimi dati dell’OMS (Organizzazione Mondiale della<br />
di Enzo Nuzzo<br />
Sanità) <strong>il</strong> 96% della popolazione italiana compresa tra i 10<br />
e i 44 anni soffre oggi di patologie del cavo orale: investire<br />
nella prevenzione garantirà risultati positivi in termini<br />
di salute e di risparmio economico. I dati estrapolati<br />
dall’analisi dentale della popolazione scolastica locale<br />
costituiranno inoltre l’elemento di partenza per l’avvio<br />
di successive attività di ricerca scientifica in ambito<br />
odontoiatrico e per l’individuazione di nuove cure e<br />
tecniche preventive ut<strong>il</strong>i ad assicurare un futuro più sano<br />
alla collettività.<br />
Una seria e cap<strong>il</strong>lare attività di prevenzione costituisce<br />
la condizione indispensab<strong>il</strong>e per avere nel futuro di<br />
medio e di lungo periodo una popolazione sempre<br />
meno bisognosa di interventi curativi e riparativi, con<br />
conseguente risparmio di spesa sia per i singoli cittadini<br />
che per la collettività.<br />
Uno screening dentale per la valutazione dello stato di<br />
salute orale che riveste, dunque, un importante ruolo<br />
nella prevenzione delle malattie alla bozza e ai denti.<br />
Lo screening ha aiutato le famiglie a identificare in fase<br />
pre-clinica, e con la massima tempestività, eventuali<br />
carenze igieniche e patologie odontoiatriche dei figli.<br />
L’esito della visita è stato consegnato direttamente<br />
ai bambini in busta chiusa e consentirà ai genitori di<br />
valutare, nel caso di riscontro di problematiche orodentali,<br />
l’opportunità di rivolgersi al proprio odontoiatra<br />
di fiducia.<br />
La <strong>Banca</strong> di Credito Cooperativo <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> ha fra i suoi<br />
obiettivi quello di produrre ut<strong>il</strong>ità e<br />
vantaggi di natura economica,<br />
sociale e culturale a beneficio<br />
di tutta la collettività nella<br />
quale essa opera.<br />
Dunque non solo crescita<br />
economica, ma attenzione<br />
alla persona in senso ampio.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Le iniziative per la cultura e la solidarietà<br />
47<br />
FILO DIRETTO<br />
Cooperativa Artistica<br />
“Compagnia Piccolo teatro”<br />
XXIX rassegna teatrale<br />
di Antonio Fundarò<br />
La Cooperativa Piccolo Teatro, presieduta dal Dott. Ciacio, dà <strong>il</strong> via alla br<strong>il</strong>lante, entusiasmante, imperdib<strong>il</strong>e, XXIX Rassegna<br />
della Prosa e dello Spettacolo e alla III Rassegna del Teatro Amatoriale città di Alcamo. A dirigere, ancora una volta, con la<br />
sua consueta maestria e br<strong>il</strong>lantezza, la rassegna <strong>il</strong> Direttore Artistico Franco Regina.<br />
11 spettacoli, 2 commedie portate in scena dalla stessa cooperativa, trattasi di “Dda schetta… di me soru” e “La<br />
presidentessa”, complessive 13 date di spettacoli, attori e attrici di chiara fama, questi i numeri di una rassegna che<br />
chiuderà i battenti <strong>il</strong> 29 Apr<strong>il</strong>e proprio con l’ultima replica della seconda opera del Piccolo Teatro.<br />
La stagione teatrale è diventata un appuntamento cardine non solo nella programmazione culturale, ma anche nell’azione<br />
di sv<strong>il</strong>uppo sociale ed umano della città.<br />
Si è sempre più convinti, infatti, che una buona qualità della vita passi prima di tutto dalle risposte puntuali e curate<br />
alle diverse esigenze dei cittadini; e una delle richieste più sentite degli alcamesi, e non solo per la verità, stante i tanti<br />
frequentatori della struttura provenienti dall’hinterland, riguarda <strong>il</strong> teatro, o meglio, la possib<strong>il</strong>ità di godere di un cartellone<br />
ricco e variegato con spettacoli che spazino dai classici alle rappresentazioni più moderne, ai musical. E l’impegno del<br />
Piccolo Teatro, da decenni ormai, anche nei periodi più bui della storia di questa città, e è proprio finalizzato a questo, a<br />
offrire occasioni di svago e di aggregazione, ma soprattutto, ed è questa la scommessa a cui fa riferimento, con puntualità,<br />
annualmente, <strong>il</strong> presidente della cooperativa teatrale, di arricchimento personale, di crescita nella cultura.<br />
La stagione teatrale si presenta anche quest’anno come l’evento culturale più importante della città.<br />
Come sempre l’obiettivo della compagnia è stato quello di offrire<br />
spettacoli, eventi ed iniziative che incontrino l’interesse di una fetta sempre<br />
più ampia di cittadini, nella consapevolezza che <strong>il</strong> teatro rappresenta un<br />
veicolo di arricchimento individuale importante, e per questo è necessario<br />
che sia fruib<strong>il</strong>e da parte di tutti: giovani e meno giovani, professionisti e<br />
appassionati, promotori di cultura e spettatori.<br />
Anche per questo sono state pensate anche una serie di iniziative<br />
collaterali, come <strong>il</strong> teatro amatoriale, che va ad arricchire l’offerta già ricca<br />
della stagione teatrale. L’apprezzamento del pubblico, ne siamo certi,<br />
anche quest’anno, non mancherà.<br />
Un impegno che la Cooperativa Artistica Compagnia Piccolo Teatro<br />
condivide con piacere e responsab<strong>il</strong>ità da decenni partecipando alla<br />
messa a punto di un folto programma che ha sempre incontrato <strong>il</strong> plauso<br />
del pubblico e, ne siamo convinti, anche quest’anno ripeterà l’ottimo<br />
risultato.<br />
I titoli che affollano <strong>il</strong> cartellone della stagione <strong>2011</strong>-2012 sono sempre<br />
più un esauriente compendio dell’arte scenica: grande prosa, ottimi<br />
interpreti, autori di spessore, che non mancheranno di stupire grandi e<br />
piccini per <strong>il</strong> raffinato spirito con cui vengono proposti.<br />
Inoltre, anche per questa stagione, ci saranno proposte laboratoriali rivolte<br />
ai giovani, curiosi e disponib<strong>il</strong>i alle meraviglie del palcoscenico.<br />
Scrivono i dirigenti del Piccolo Teatro «Se Eduardo ha ragione quando<br />
afferma che recitare significa vivere sulla scena quello che gli altri nella<br />
vita recitano male crediamo di avere testimoniato, per trenta…brevissimi<br />
anni, le emozioni più diverse dell’animo umano e se le abbiamo trasmesse<br />
a chi ha seguito e sostenuto la nostra avventura, <strong>il</strong> nostro traguardo è<br />
stato raggiunto. Un grazie a quei tanti fedelissimi abbonati che come<br />
tifosi “ultras” alla fine di ogni stagione, seppure costellata da compagnie<br />
di primissimo piano, ci confidano con compiaciuta convinzione: “Io<br />
preferisco sempre <strong>il</strong> teatro che fate voi!”.<br />
N. 1 2012
FILO DIRETTO<br />
48<br />
Le iniziative per la cultura e la solidarietà<br />
27 gennaio 2012<br />
Giorno della Memoria<br />
Il pensiero di chi non c’era… di Alice Guido<br />
Mi sono ritrovata a chiedermi perché non riuscissi in nessun<br />
modo a vivere <strong>il</strong> Giorno della Memoria come una giornata<br />
- seppure connotata dalla commozione, dal monito a non<br />
dimenticare e a far sì che ciò che è avvenuto non avvenga<br />
mai più - sim<strong>il</strong>e alle altre della mia quotidianità. Mi chiedevo<br />
<strong>il</strong> perché della mia ritrosia a condurla, in seguito a quell’atto<br />
di doveroso ricordo, nella spensierata gioiosità, nel ridente<br />
movimento delle mie usuali attività giornaliere. Il perché<br />
della malinconica sensazione di “lutto” che mi ammantava<br />
e dell’inconscio (o conscio?) imperativo morale che mi<br />
intimava di fermarmi.<br />
Ho provato a capire. E mi sono data una risposta, che non<br />
pretende di addentrarsi nei meandri della speculazione<br />
sociologica e f<strong>il</strong>osofica intorno alla Shoah né, tanto meno,<br />
nel campo degli studi storici, ma che chiede timidamente<br />
di ricevere una possib<strong>il</strong>ità di espressione, nel suo essere<br />
una breve, semplice riflessione.<br />
A fondamento della commemorazione che annualmente<br />
si svolge sotto le sollecitazioni di un forte sentimento<br />
collettivo (sia essa poi concretamente vissuta in virtù di<br />
un ossequioso perbenismo, o nella reale commozione per<br />
la serietà dell’evento, non è mio intento indagarlo), <strong>il</strong> più<br />
tragico e atroce v<strong>il</strong>ipendio mai compiuto contro la Dignità<br />
umana non può lasciarci indifferenti - o, per di più, non<br />
può non turbarci, toccarci, fino a “ferirci” con veemenza - in<br />
quanto gli atti compiuti contro ogni singolo, che sia stato<br />
seviziato, degradato, massacrato è quasi come se - in un<br />
qualche modo - seviziassero, degradassero, “massacrassero”<br />
ogni essere umano nella globalità.<br />
Ben al di là della riprovazione e del diniego che, a distanza<br />
di decenni, possiamo provare riflettendo sugli orrori che<br />
un manipolo di “alfieri della follia” compirono contro i<br />
“rampolli dell’innocenza”, <strong>il</strong> dolore di ogni deportato non<br />
può non oltrepassare, in un continuum spazio-temporale,<br />
gli angusti limiti dei cancelli di Auschwitz, divenendo<br />
dolore di ogni singolo in quanto parte di un tutto. Il lutto,<br />
che fu dei protagonisti della vicenda, è anche nostro.<br />
La tragedia che si consumò tra quei cancelli ci commuove<br />
ancora oggi, in maniera così incisiva, forse non solo per la<br />
consapevolezza dei brutali, disumani massacri compiuti<br />
contro migliaia di vite umane - spazzate via come polvere<br />
al vento - ma forse anche perché lì venne mortificata,<br />
“assassinata” (sia letteralmente sia metaforicamente) la<br />
dignità dell’Essere Umano tout court, di questo “figlio<br />
dell’humus” che vi si sollevò ponendovi saldamente <strong>il</strong><br />
proprio piede, con la sua grande frag<strong>il</strong>ità così come con la<br />
sua frag<strong>il</strong>e grandezza.<br />
E se Primo Levi scriveva, in merito agli incontri domenicali<br />
con gli altri compatrioti, che “a ritrovarsi, accadeva di<br />
ricordare e di pensare, ed era meglio non farlo”, <strong>il</strong> ricordo<br />
di chi si era, di chi, nonostante tutto, si era ancora - esseri<br />
umani - non avrebbe costituito, forse, proprio l’unica forma<br />
di “salvezza” del sé? L’unica maniera, per quanto dolorosa,<br />
per non morire, oltre che nel corpo, anche nell’anima?<br />
Chissà... è letteralmente impossib<strong>il</strong>e per chi, come me, non<br />
ha vissuto “fisicamente” quel lontano affronto, quasi solo<br />
provare a immaginare le sofferenze patite da chi ne ha<br />
portato i segni nel corpo - e nell’anima.<br />
Ma proprio perché quell’affronto “ferisce” parzialmente<br />
anche noi, in quanto membri del genere umano, e potendo<br />
dunque perlomeno sentire “empaticamente” <strong>il</strong> dolore di<br />
chi, più di cinquant’anni or sono, lo provò “fisicamente”, di<br />
conseguenza è nostro dovere far sì che questa sofferenza<br />
non rimanga inascoltata, non sia un urlo disperso in campi<br />
vuoti e ster<strong>il</strong>i, ma un appello intransigente perché altri<br />
esseri umani non debbano mai più ritrovarsi a viverla.<br />
Raccogliendo e facendo fruttificare le parole che ancora<br />
Primo Levi ci ingiunge di portare a compimento: “Meditate<br />
che questo è stato: / vi comando queste parole. / Scolpitele<br />
nel vostro cuore / stando per strada andando per via, /<br />
coricandovi alzandovi; / ripetetele ai vostri figli”.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
49<br />
FILO DIRETTO<br />
Giuseppe Trovato firma<br />
l’adesione all’AIDO nel giorno<br />
del suo 18 compleanno<br />
Giuseppe Trovato, alcamese, 18 anni, studenti dell’Istituto<br />
Tecnico Commerciale, figlio di Salvatore, comandante<br />
dell’Europol, e di Teresa Scurto Mondello, nel suo giorno del<br />
suo 18° compleanno, come primo atto della sua capacità<br />
di agire, alla presenza del Presidente regionale dell’Aido<br />
Giuseppe Cammarata, ha voluto comp<strong>il</strong>are l’atto olografo<br />
per diventare donatore di organi e sensib<strong>il</strong>izzare i suoi<br />
amici a riflettere sulla bellezza della vita e su un gesto che<br />
come ha detto Giuseppe non costa nulla ma che riempie<br />
di gioia chi lo fa e chi riceve un sim<strong>il</strong>e atto di vera Amicizia!<br />
Un lungo applauso, quasi 5 minuti, ha accompagnato<br />
e seguito questo nob<strong>il</strong>issimo gesto che testimonia<br />
la sensib<strong>il</strong>ità e l’amore per gli altri e per la vita che è<br />
componete essenziale e preponderante di numerosi<br />
giovani, spesso tacciati, ingiustamente di indifferenza.<br />
«L’AIDO è l’esempio di come <strong>il</strong> volontariato non riguardi<br />
solo <strong>il</strong> presente: la donazione dei nostri organi è un modo<br />
per guardare avanti, per salvare molte vite di cui non<br />
sappiamo <strong>il</strong> nome, ma di cui sicuramente conosciamo<br />
<strong>il</strong> valore. Ho voluto che fosse questo <strong>il</strong> mio primo atto<br />
di maggiorenne e non la solita e ster<strong>il</strong>e patente per<br />
l’automob<strong>il</strong>e» ha commentato a margine della firma<br />
Giuseppe Trovato che, tra l’altro, ha invitato i suoi ospiti a<br />
donare la vita per gli altri.<br />
N. 1 2012<br />
Le iniziative per la cultura e la solidarietà<br />
di F<strong>il</strong>ippo Nob<strong>il</strong>e<br />
«Non è usuale vedere un festeggiato che, nel giorno del<br />
suo 18° compleanno regali qualcosa ad uno sconosciuto<br />
e regali un esempio, uno st<strong>il</strong>e di vita ed un modo di<br />
essere ai suoi ospiti. Esempi di questi vanno emulati e<br />
seguiti per fare della nostra società, la società dell’amore e<br />
dell’altruismo. Complimenti Giuseppe e complimenti alla<br />
famiglia che ha, senza dubbio, inculcato valori di nob<strong>il</strong>tà<br />
d’animo e di solidarietà. Questa è l’ennesima riprova che<br />
i giovani non sono insensib<strong>il</strong>i e apatici, ma se gli si dà<br />
l’opportunità dimostrano di aver compreso <strong>il</strong> significato<br />
della vita e che non sono solo <strong>il</strong> nostro futuro ma <strong>il</strong> nostro<br />
presente! è da qualche anno che in provincia di Trapani<br />
e non solo che i giovani chiedono all’Aido di partecipare<br />
nell’organizzare delle feste per poi lanciare <strong>il</strong> messaggio<br />
solidale e concreto della gioia di appartenere all’Aido e di<br />
impegnarsi nel divulgare <strong>il</strong> messaggio della donazione.<br />
Un sincero grazie a Giuseppe e alla famiglia Trovato che<br />
ringrazio per <strong>il</strong> loro impegno e solidarietà, infatti <strong>il</strong> papà di<br />
Giuseppe è anche <strong>il</strong> comandante dell’Europol, un istituto<br />
di vig<strong>il</strong>anza che non si batte solo per la giustizia e la legalità<br />
ma anche per la solidarietà, infatti le gpg quando giurano<br />
chiedono anche di iscriversi all’Aido!» ha commentato<br />
Giuseppe Cammarata dopo la firma del documento di<br />
Giuseppe Trovato.
FILO DIRETTO<br />
50<br />
Gli appuntamenti<br />
Il concorso fotografico<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong><br />
“I luoghi intorno a noi” di Salvo Cartuccio<br />
Il concorso fotografico è una iniziativa riservata ai Soci e<br />
ai Dipendenti della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> e, annualmente, ha<br />
per oggetto contenuti e temi inerenti le caratteristiche<br />
distintive della <strong>Banca</strong>, del suo territorio e della sua gente.<br />
Il tema scelto per la settima edizione del concorso è<br />
stato “I luoghi intorno a noi”, argomento strettamente<br />
legato alla città, alla campagna, al mare, ai paesaggi…<br />
a tutto ciò che ci circonda e ha, nei nostri ricordi, un<br />
grande significato. Foto dei luoghi più belli e suggestivi<br />
del nostro territorio per farne conoscere le bellezze<br />
paesaggistiche. Una fotografia per cogliere anche solo<br />
un dettaglio o un panorama, uno scorcio suggestivo<br />
o un’intera località, luoghi pubblici o privati, solitari<br />
o mondani, ma anche i colori, la luce, le trasparenze<br />
intorno a noi.<br />
Come per <strong>il</strong> passato, le fotografie pervenute sono state<br />
selezionate da un’apposita giuria di professionisti,<br />
presieduta dal condirettore del Giornale di Sic<strong>il</strong>ia,<br />
Giovanni Pepi, e composta dal Presidente della <strong>Banca</strong>,<br />
Giuseppe Mistretta, dal Direttore Generale, Carmelo<br />
Guido, dalla fotografa, Antonella Baviera, dall’avvocato,<br />
Em<strong>il</strong>ia Lipari, dal consulente di comunicazione, Giuseppe<br />
Pace, dallo studente, Matteo Mistretta e da cinque<br />
giovani soci e dipendenti della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong><br />
<strong>Rizzo</strong>. La commissione,<br />
riunitasi presso la sede<br />
del Giornale di Sic<strong>il</strong>ia,<br />
ha votato, in data 22<br />
novembre <strong>2011</strong>, le 12<br />
foto più significative,<br />
pubblicandole sull’edizione<br />
2012 del calendario della<br />
<strong>Banca</strong>.<br />
Gli autori dei primi tre scatti<br />
selezionati, in occasione della<br />
cerimonia di premiazione,<br />
che si svolgerà nei<br />
prossimi mesi, riceveranno<br />
rispettivamente come<br />
premio una bicicletta, un<br />
trolley ed uno zaino.<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
N. 1 2012<br />
51
FILO DIRETTO<br />
52<br />
Gli appuntamenti<br />
“Scuola per Genitori”<br />
un progetto per le nuove<br />
generazioni con la direzione<br />
di Paolo Crepet<br />
di Enrico Stellino<br />
Parte da Trapani, alla presenza del noto psichiatra e<br />
sociologo Paolo Crepet, <strong>il</strong> progetto di Ina Assitalia<br />
Scuola per Genitori. Il progetto vede la collaborazione<br />
dell’Agenzia Generale Ina Assitalia, dell’azienda<br />
vitivinicola <strong>Don</strong>nafugata, dell’agenzia di pubblicità<br />
ADA Comunicazione e della industria Zicaffè nonchè<br />
<strong>il</strong> patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione<br />
ed <strong>il</strong> sostegno del Polo Territoriale Universitario della<br />
Provincia di Trapani, della Provincia di Trapani, della<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> e del Centro Studi <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>.<br />
Per comprendere le origini di quest’iniziativa che indaga<br />
<strong>il</strong> delicato rapporto genitori-figli abbiamo incontrato<br />
Vincenzo Favara, presidente dell’Associazione Genitori &<br />
Figli Istruzioni per l’Uso e promotore dell’iniziativa.<br />
Dott. Favara, come nasce l’idea di una Scuola per<br />
Genitori?<br />
Scuola per Genitori nasce come risposta ad un bisogno<br />
delle famiglie. Mira a favorire una comunicazione<br />
efficace all’interno del nucleo fam<strong>il</strong>iare a beneficio della<br />
società ed in particolare dei giovani che rappresentano<br />
<strong>il</strong> futuro della nostra economia e dello sv<strong>il</strong>uppo culturale<br />
del territorio.<br />
Qual è <strong>il</strong> legame tra questo progetto ed <strong>il</strong> mondo<br />
del lavoro?<br />
Scuola per Genitori nasce da Confartigianato Vicenza<br />
con l’obiettivo di favorire lo sv<strong>il</strong>uppo della cultura del<br />
lavoro e <strong>il</strong> passaggio generazionale nelle imprese<br />
artigiane. Scuola per Genitori è volto alla formazione<br />
dei genitori. Serve a prepararli alla crescita dei propri<br />
figli. La nostra struttura è la prima del Sud Italia, un<br />
segnale di innovazione volto a valorizzare le intelligenze<br />
del territorio. Il gruppo promotore è costituito da<br />
un nucleo di genitori impegnati con ruoli diversi nel<br />
mondo del lavoro. Dalle nostre esperienze emerge<br />
che i giovani, nell’affrontare un’esperienza lavorativa<br />
di carattere autonomo od imprenditoriale, non siano<br />
sufficientemente preparati. E, talvolta, le aspettative<br />
dei genitori finiscono con l’essere <strong>il</strong> primo ostacolo nel<br />
percorso di crescita del giovane.<br />
Perché?<br />
Il mondo viaggia ad una velocità di cambiamento<br />
straordinaria, proiettandoci verso modelli innovativi e<br />
schemi diffic<strong>il</strong>mente reperib<strong>il</strong>i se ripercorriamo quelli<br />
del passato. Serve riconsiderare gli schemi educativi<br />
considerando <strong>il</strong> progetto formativo come un percorso<br />
verso <strong>il</strong> futuro. La stella cometa delle nostre decisioni è<br />
<strong>il</strong> futuro!<br />
<strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong>
Cosa potrebbe essere ut<strong>il</strong>e ai<br />
genitori di oggi?<br />
La famiglia è alla base della<br />
crescita dei nostri figli e ne è<br />
<strong>il</strong> primo fautore. è auspicab<strong>il</strong>e<br />
che la famiglia pianifichi la rotta<br />
verso cui indirizzare la crescita<br />
dei propri figli, preparandoli al<br />
distacco. Molti giovani appaiono<br />
oggi disorientati, manifestano<br />
la mancanza di una concreta<br />
visione del proprio futuro, di un<br />
sogno o di una passione che<br />
facciano da f<strong>il</strong>o conduttore alla<br />
loro crescita; questa Scuola può<br />
offrire un momento di riflessione<br />
costruttiva per i genitori.<br />
Non è certo semplice far sì<br />
che un genitore metta in<br />
discussione i suoi metodi<br />
educativi.<br />
è lo scopo di questo progetto<br />
Scuola per Genitori. Un<br />
interessante banco di verifica e<br />
potenziamento per tutti quelli<br />
che la seguono. Un luogo di<br />
riflessione e confronto che<br />
anticipa <strong>il</strong> momento in cui<br />
ciascun genitore si assume la<br />
responsab<strong>il</strong>ità delle proprie<br />
scelte educative, quelle che<br />
riguardano <strong>il</strong> bene più prezioso:<br />
<strong>il</strong> futuro dei propri figli!<br />
Come funziona la scuola per genitori?<br />
Scuola per Genitori offre stimoli critici e costruttivi alle<br />
nostre scelte educative. I relatori coinvolti nel corrente<br />
anno: Paolo Crepet; Maria Rita Parsi e <strong>il</strong> Priore di Bose Enzo<br />
Bianchi, sono una garanzia perché hanno speso molto del<br />
loro tempo nel supportare concretamente le famiglie.<br />
La scuola però richiede ai genitori un impegno<br />
economico…<br />
Il 100% delle somme raccolte serve a coprire i costi<br />
della didattica, la nostra attività è di puro volontariato. Il<br />
prezzo del corso è da considerarsi un investimento per<br />
dare ai nostri figli un’adeguata formazione ed autonomia.<br />
è entusiasmante l’idea che i genitori si affranchino da<br />
qualunque dipendenza e divengano attraverso un<br />
percorso formativo che si sv<strong>il</strong>uppa nel tempo, i promotori<br />
principali della crescita dei propri figli; quindi nessuna<br />
delega in bianco ma azione pura volta alla crescita.<br />
Come sono state le reazioni della gente fino ad ora?<br />
A Trapani è partita la seconda edizione della Scuola<br />
N. 1 2012<br />
53<br />
con Paolo Crepet, Sergio Sorgi e Rosanna Schiralli.<br />
Contemporaneamente si è svolta la prima annualità a<br />
Marsala e, a breve, inizieremo anche ad Alcamo, con <strong>il</strong><br />
supporto della <strong>Banca</strong> <strong>Don</strong> <strong>Rizzo</strong> che diverrà nostro partner<br />
nel progetto. Il nostro obiettivo è quello di coinvolgere<br />
più di 800 famiglie in tutta la provincia. Un’esperienza<br />
sicuramente entusiasmante. E siamo solo all’inizio!
Il Copal (Consorzio polifunzionale artigianato locale) è stato costituito su iniziativa della Cna di Palermo,<br />
della sede locale di Carini e del suo responsab<strong>il</strong>e Epifanio Troia. Le imprese già associate, che hanno<br />
sede anche nei paesi limitrofi, operano nei vari settori dell’artigianato e della piccola e media impresa.<br />
LE IMPRESE DEL COPAL<br />
3 S DI SANFILIPPO FRANCESCO (CDA)<br />
autodemolizione e smalt. r. s.<br />
ARTIMETAL DI LO PICCOLO& CARUSO<br />
costruz. lavori in ferro<br />
BIRRIOLO ARMANDO TUBOFLEX<br />
costruzione tubi idraulici<br />
C.M.MANUT/NE SEVZI DI CILIBRASI MICHELE<br />
lavorazione ferro alluminio<br />
CARINI SERVICE DI LA FATA&PASSALACQUA<br />
riparazione meccanica autoveicoli<br />
CARTOPLASTICA DI LIPARI GIUSEPPE<br />
trasformazione carta<br />
CONIGLIARO GIUSEPPE<br />
autoriparazione meccanica<br />
CUTIETTA CARLO<br />
prod. pannelli divisori<br />
DEBESAY TIGHISTI<br />
costruz. oggetti regalo<br />
EDILMETALSYSTEM SRL<br />
lavori di carpenteria metallica<br />
EVOLA GIUSEPPE<br />
lavorazione artigianale vetro<br />
GIARDINA GIUSEPPE<br />
autoriparazione meccanica motori<br />
GRAFICHE PUBBLICITARIE (TORREGROSSA)<br />
grafica pubblicitaria<br />
MORELLO SALVATORE<br />
assemblaggio forni<br />
NOLOCAR SERVICE<br />
torneria<br />
NUOVA EDIL DI CRACCHIOLO ONOFRIO<br />
carpenteria metallica per ed<strong>il</strong>izia<br />
O.R.M. DI FABOZZI MICHELANGELO SRL<br />
lavorazione meccanica di precisione<br />
PANTANO MASSIMO<br />
vetraio e lavorazione alluminio<br />
PIOVINO TAORMINA VITO<br />
pasticceria pizzeria<br />
PISTONE GAETANO<br />
tipografo<br />
SAMMARITANO ROSARIO<br />
servizi logistici<br />
SCIARRINO GASPARE<br />
assistenza riparaz.misuratori fiscali<br />
TAORMINA FRANCESCO<br />
autoriparazione carrozzeria<br />
TAORMINA ONOFRIO<br />
lavanderia<br />
TROIA GIUSEPPE<br />
segagione e lavoraz. delle pietre<br />
TROIA LILIANA<br />
elaborazione elettronica dati<br />
V.R.C. COLD di CALAFIORE BERNRDO<br />
installaz/ne e riparaze impianti refrigeranti