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Scarica il NUMERO 4 – Dicembre 2011-Marzo ... - Banca Don Rizzo

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Questo sonetto scritto dal poeta carinese Cesco Fraianello<br />

pseudonimo di Francesco Aiello nato nel 1855 riesce in<br />

pochi versi a sintetizzare la grandezza di un territorio ricco<br />

di storia e di leggende che la natura ha voluto ingraziarsi<br />

regalandole una pianura fert<strong>il</strong>issima, acque in abbondanza<br />

e una corona di monti da cui ammirarne la sfrontata<br />

bellezza. Nulla di strano quindi che questo territorio,<br />

abitato sin dai tempi più antichi, dove si trovano vestigia<br />

risalenti alla preistoria, abbia destato l’ammirazione di<br />

tanti viaggiatori antichi e moderni. Edrisi, geografo arabo,<br />

nella sua opera chiamata “Il libro di Ruggero” nel secolo<br />

XII ce la descrive come “terra graziosa, bella e abbondante,<br />

produce gran copia di frutti… ed ha un vasto mercato e<br />

la più parte dei comodi che si trovano nelle grandi città…<br />

Si esporta da Carini gran copia di mandorle, fichi secchi…<br />

N. 1 2012<br />

13<br />

copiose acque sgorgano d’ogni canto nel territorio…”.<br />

Carini, la Carini odierna, sorge sulle pendici del monte<br />

Cerasea a 181 metri s.l.m. e scende dolcemente in una<br />

alternanza di tessuto urbano, campi coltivati ad agrumeti,<br />

frutteti, oliveti fino al mare. Nonostante però l’incuria<br />

dell’uomo, Carini si mostra ancora al viandante in tutta<br />

la sua bellezza e le sue numerose testimonianze storicoartistiche<br />

ed archeologiche ci narrano le sue vicissitudini<br />

nel corso dei m<strong>il</strong>lenni. Nelle grotte presenti nel territorio<br />

carinese (Garbulangeli, Maccagnone, Puntali, Za Minica) si<br />

sono rinvenuti reperti collegati alla presenza umana (armi<br />

di selce, bulini) e a quella animale (ossa di cervus, hyena,<br />

hursus, elephans antiquus). Dallo studio delle grotte e del<br />

materiale ritrovatovi, fatto soprattutto nell’ottocento ed<br />

inizi del novecento dal Gemmellaro, dal Falconer, dal<br />

Fabiani ed altri, si è desunta la presenza dell’uomo già<br />

nel Paleolitico superiore. Altre notevoli testimonianze ci<br />

vengono date dalla necropoli di contrada Ciachea, che<br />

stupiva <strong>il</strong> Gemmellaro nel 1877 dai reperti provenienti<br />

dall’insediamento di contrada Moscala, e dalle contrade<br />

di M<strong>il</strong>ioti, Cupolone e Serri.<br />

Hyccara<br />

La storia di Carini inizia con Hyccara, città sicana collocata<br />

da alcuni storici nelle vicinanze del mare probab<strong>il</strong>mente<br />

in c.da Garbulangeli, da altri come <strong>il</strong> Giustolisi, alle falde<br />

del monte Colubrino.<br />

Timeo, storico greco siceliota vissuto nel secolo III a.C.,<br />

asserisce che <strong>il</strong> toponimo di Hyccara derivi da Hyccas,<br />

un tipo di pesci. Altri lo legano alla leggenda di Dedalo<br />

che avrebbe costruito, su ordine di Cocalo, rei dei Sicani,<br />

la città alla quale avrebbe dato <strong>il</strong> nome del proprio figlio<br />

Icaro.<br />

Di Hyccara ci parla per la prima volta Tucidite nel sesto<br />

libro della “guerra del peloponneso”. La sua distruzione<br />

avviene nel 415 a.C. ad opera degli Ateniesi comandati<br />

da Nicia che venendo in aiuto di Segesta si presentano<br />

davanti alle spiagge di Hyccara con circa 150 navi e<br />

distruggono dopo furiosi combattimenti <strong>il</strong> fiorente<br />

centro. Tra gli schiavi catturati, Laide, bambina di sette<br />

anni che diventerà la più bella etèra del mondo antico,<br />

capace di fare impazzire i più importanti uomini del suo<br />

tempo.<br />

Seconda Hyccara<br />

Dalle ceneri della prima sorgerà la seconda Hyccara che,<br />

dai reperti ritrovati, viene collocata in c.da San Nicola<br />

e nel Baglio di Carini, approdo naturale per i Fenici<br />

che, subentrati agli Ateniesi nel controllo del territorio,<br />

permisero ai superstiti Hyccaresi, di ricostruire le proprie<br />

case e <strong>il</strong> “muro di Carini” citato da diversi storici antichi.<br />

Dal famoso “Itinerario di Antonino” (una sorta di stradario

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