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La rappresentazione della Giustizia e i tarocchi - semioticadelvisibile

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Si può procedere, perciò, articolando sul quadrato semiotico la categoria assiologica <strong>della</strong><br />

vista:<br />

VEDENTE CIECO<br />

NON CIECO<br />

VISTA<br />

NON VEDENTE<br />

Ponendo come contrari vedente e cieco, da cui discendono i subcontrari non vedente e non<br />

cieco, si può notare che figura e sfondo non appartengono al primo asse, bensì al secondo:<br />

lo sfondo è non cieco, in quanto ad esso è demandata la funzione del vedere, mentre la<br />

figura, in quanto bendata, è non cieca: non si sa bene cosa ci sia dietro la benda che porta la<br />

<strong>Giustizia</strong>; certo è che apporre la benda è un gesto compiuto nei casi in cui il soggetto può<br />

vedere, ma non deve; è proprio questo sistema di prescrizioni e interdizioni che rende la<br />

<strong>Giustizia</strong> non cieca, bensì non vedente.<br />

In questa carta, perciò, si instaura una relazione semisimbolica:<br />

figura:sfondo=non vedente: non cieco<br />

<strong>La</strong> <strong>Giustizia</strong>, per imparzialità porta la benda; la funzione di controllo, demandata allo<br />

sfondo, è restituita con questo insieme di occhi che, moltiplicati, vigilano sull’operato<br />

<strong>della</strong> figura, garantendone l’equità.

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