La rappresentazione della Giustizia e i tarocchi - semioticadelvisibile
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Tarocchi marsigliesi<br />
Jodorowsky-Camoin<br />
I <strong>tarocchi</strong> marsigliesi Jodorowsky-Camoin nascono dal desiderio<br />
dell’artista Alejandro Jodorowsky di voler ritrovare il mazzo di<br />
<strong>tarocchi</strong> originario, perduto nella storia a causa delle copiature e delle<br />
diverse ristampe.<br />
Dopo aver studiato i <strong>tarocchi</strong> su diversi mazzi (da quello di Raider-<br />
Waite a quello di Marteau) Jodorowsky decide di procedere al<br />
restauro, collaborando assieme a Philippe Camoin, discendente<br />
diretto di Nicolas Conver.<br />
Con l’aiuto anche <strong>della</strong> famiglia Camoin i due sono riusciti a<br />
recuperare diverse fonti su cui lavorare e attraverso cui ricostruire il<br />
tarocco marsigliese originario.<br />
Durante il restauro, scrive Jodorowsky in <strong>La</strong> via dei <strong>tarocchi</strong>, ricostruendo le carte, si è reso<br />
conto di dover riformulare la lettura che fino ad allora aveva dato a ogni arcano: secondo<br />
Jodorowky, infatti, gli arcani, nel complesso, formano un percorso unico, progressivo, ma<br />
anche di rimandi da carta a carta, da simbolo a simbolo.<br />
Nella lettura dei <strong>tarocchi</strong> Jodorowsky fonda il suo metodo sulla cabala, sulla numerologia,<br />
ma soprattutto guarda alle rappresentazioni, ascolta i <strong>tarocchi</strong>; le immagini degli arcani,<br />
secondo lui parlano, in base agli attributi che mostrano.