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Agenda Liturgica - Provincia di San Michele Arcangelo

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L’infedele Dionigi avvertì la superiorità morale della moglie tant’è che, quando il figlio<br />

Alfonso gli si ribellò fu solo l’autorità <strong>di</strong> Elisabetta a evitare lo scontro armato tra padre<br />

e figlio. Dionigi e l’intera corte regale accusarono Elisabetta <strong>di</strong> parteggiare con il figlio<br />

fino ad allontanarla dalla reggia. Ma presto il marito la richiamò vicino a sé, bisognoso<br />

del suo consiglio. Lei, serenamente, riprese il suo posto accanto al re consigliandolo e<br />

curandolo fino a quando, nel 1325, morì a seguito <strong>di</strong> una grave malattia. Quando salì al<br />

trono suo figlio Alfonso IV, Elisabetta rinunciò ad essere la madre regina a Lisbona e si<br />

consacrò al Signore con l’abito <strong>di</strong> terziaria francescana, vivendo <strong>di</strong> penitenza. In questi<br />

anni fondò, a Coimbra, un monastero <strong>di</strong> clarisse in cui venne accolta con<strong>di</strong>videndone<br />

la vita senza però pronunciare i voti, sarebbe stata la sua casa per sempre. Ma<br />

Elisabetta dovette uscirne una volta, perché c’era nuovamente bisogno <strong>di</strong> lei: doveva<br />

riconciliare suo figlio Alfonso IV con il re Fer<strong>di</strong>nando <strong>di</strong> Castiglia. Il fisico <strong>di</strong> Elisabetta<br />

ormai indebolito dalle dure penitenze e dal viaggio in piena estate, troppo faticoso<br />

per lei, riuscì ad incontrare suo figlio Alfonso IV ad Estremoz, ma non riuscì più ad<br />

andare avanti: la stanchezza e le febbri le troncarono la vita non prima, però, <strong>di</strong> essere<br />

riuscita a pronunciare i voti. Era il 4 luglio del 1336. Il suo corpo venne riportato a<br />

Coimbra nel monastero delle clarisse dove venne sepolta. <strong>San</strong>ta Elisabetta dai suoi<br />

contemporanei fu paragonata ad un “Angelo della pace” e invocata come protettrice<br />

in caso <strong>di</strong> guerra.<br />

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