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Agenda Liturgica - Provincia di San Michele Arcangelo

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«[…] Il Signore per noi si fece povero in questo mondo. Questo è quel vertice dell’altissima<br />

povertà» 3 ;<br />

«Per noi il Figlio <strong>di</strong> Dio si è fatto via, che ci mostrò e insegnò con la parola e con l’esempio<br />

il beatissimo padre nostro Francesco, <strong>di</strong> lui vero amante e imitatore» 4 ;<br />

«Ama con tutta te stessa colui che tutto si è donato per amor tuo» 5 ;<br />

«Sempre l’avrò nella memoria e si struggerà in me l’anima mia» 6<br />

«Ama con tutte le fibre Dio e Gesù Cristo, crocifisso per noi peccatori, e non cada mai<br />

dalla tua mente il ricordo <strong>di</strong> lui» 7 .<br />

L’incontro con Gesù, quin<strong>di</strong>, le permette <strong>di</strong> vivere in uno stato <strong>di</strong> conversione continua,<br />

<strong>di</strong> maturare in modo progressivo una reale esperienza <strong>di</strong> fede, assumendo nel quoti<strong>di</strong>ano<br />

il volto <strong>di</strong> Cristo.<br />

Come Francesco, Chiara sperimenta che la preghiera «è lo spazio della più profonda<br />

comunione con l’umanità, poiché in essa l’orante presenta al Signore le gioie e le speranze,<br />

le sofferenze e le aspirazioni degli uomini. Il vero orante, aprendo il proprio cuore a Dio, lo<br />

apre necessariamente anche all’umanità, soprattutto a quella che soffre» 8 .<br />

Ella vive la parabola dell’esistenza come dono. Giunge al suo epilogo più alto in punto<br />

<strong>di</strong> morte, quando, volgendosi alla sua anima, <strong>di</strong>ce: «Tu, Signore che mi hai creato, sii<br />

benedetto» 9 .<br />

In questo nostro tempo in cui si sta perdendo la profon<strong>di</strong>tà della comunicazione, noi<br />

Sorelle Povere, come Chiara nel 1200, siamo chiamate ad essere testimoni delle parole<br />

che affondano in Dio.<br />

Sine proprio<br />

Il motivo per cui Chiara sceglie <strong>di</strong> vivere sine proprio, è la relazione con Gesù Cristo<br />

povero e crocifisso, fondamento della sua vita: “Essere poveri significa fondamentalmente<br />

essere liberi per seguire Cristo” 10 . La memoria affettiva <strong>di</strong> lui la porta a vivere da povera,<br />

rendendo visibile nel quoti<strong>di</strong>ano la cura <strong>di</strong> Dio per l’umanità: nell’esperienza dell’incontro<br />

scopre che ogni creatura è abitata dallo Spirito, perciò degna <strong>di</strong> rispetto.<br />

La fedeltà <strong>di</strong> Chiara e delle sorelle alla santissima povertà passa dalla scelta ra<strong>di</strong>cale <strong>di</strong><br />

vivere come e con i poveri, attraverso l’esserci, pur non servendoli <strong>di</strong>rettamente. Francesco<br />

con i frati prima e, in seguito, Chiara con le sorelle, si pongono tra coloro che non contano.<br />

Risuona ancora oggi la consegna <strong>di</strong> Francesco a Chiara e alle Sorelle, dopo aver<br />

considerato che la fraternità <strong>di</strong> <strong>San</strong> Damiano non avrebbe temuto nessuna povertà, fatica,<br />

tribolazione, umiliazione e <strong>di</strong>sprezzo del mondo11 : «Io, frate Francesco piccolino, voglio<br />

seguire la vita e la povertà dell’altissimo Signore nostro Gesù Cristo e della sua santissima<br />

Madre e perseverare in essa sino alla fine. E prego voi, mie signore, e vi consiglio che<br />

viviate sempre in questa santissima vita e povertà. E guardate con grande cura <strong>di</strong> non<br />

allontanarvi mai da essa, in perpetuo e in nessuna maniera, per insegnamento o consiglio<br />

<strong>di</strong> alcuno» 12 .<br />

7

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