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Agenda Liturgica - Provincia di San Michele Arcangelo

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Tempo <strong>di</strong> Natale<br />

Alla scuola dell’Anno Liturgico<br />

Natale e presenza <strong>di</strong> Dio<br />

Siamo abituati a vedere il Natale solo come un incantevole bambino che sorride fra la<br />

paglia; il tra<strong>di</strong>zionale i<strong>di</strong>llio del presepio. E allora l’unica spinta che ne può venire è il ritorno<br />

all’innocenza, vera o presunta dell’infanzia. Invece è un fatto tremendamente serio<br />

e severo, pieno <strong>di</strong> povertà e <strong>di</strong> umiliazione. E’ l’epifania, cioè il rivelarsi della Divinità in<br />

carne umana per salvare il mondo. Natale celebra la presenza <strong>di</strong> Cristo nel mondo, proprio<br />

in questo nostro mondo impastato <strong>di</strong> problemi e <strong>di</strong> trage<strong>di</strong>e. Non ci invita a evadere<br />

dal mondo per ritirarci in un regno i<strong>di</strong>llico creato dalla fantasia, ma piuttosto a cercare e<br />

trovare Cristo nel nostro mondo così com’è, non come dovrebbe essere. Noi non siamo<br />

capaci <strong>di</strong> salire fino a Dio, e allora è lui che <strong>di</strong>scende. La sua luce ci è inaccessibile, e allora<br />

è lui che si fa vedere in modo umano.<br />

Da questo fatto sgorgano tre esigenze prioritarie: anzitutto cogliere questa presenza attraverso<br />

i «segni» squarciandone il velo per incontrarsi con Cristo. La liturgia natalizia ama<br />

riprendere le parole <strong>di</strong> Isaia: «Il mio popolo conoscerà il mio nome, comprenderà in quel<br />

giorno che io <strong>di</strong>cevo: Eccomi qua» (Is 52, 6). Per capire quel l’«Eccomi», bisogna passare per<br />

l’umile legge dell’incarnazione, che porta Dio a «farsi carne». Si <strong>di</strong>venta capaci allora <strong>di</strong><br />

vedere le tracce della presenza e dell’azione <strong>di</strong> Cristo, qualche manifestazione visibile del<br />

suo Spirito.<br />

La seconda esigenza è <strong>di</strong> farla vedere in noi quella presenza. Diventare «icona» <strong>di</strong> Cristo.<br />

Natale è Dio che si fa conoscere visibilmente. Se vive in noi e noi viviamo in lui, si deve pur<br />

vedere. Cristo nasce per noi oggi per potersi mostrare al mondo attraverso <strong>di</strong> noi. Ogni<br />

giorno della nostra vita deve essere la sua <strong>di</strong>vina «epifania» nel mondo. Il nostro mondo<br />

ha bisogno <strong>di</strong> vedere. Tocca a noi dare un volto a Dio. Dobbiamo permettergli <strong>di</strong> nascere e<br />

<strong>di</strong> vivere veramente in noi, in modo che tutti i nostri pensieri e le nostre azioni lo mostrino<br />

in trasparenza.<br />

E’ Dio che viene a stare con noi e a lavorare con noi, perché noi stiamo con lui e lavoriamo<br />

con lui. Ormai Dio e l’uomo sono inseparabili. E mentre Dio si fa uomo, l’uomo <strong>di</strong>venta<br />

« figlio <strong>di</strong> Dio », e riceve in tutto il suo essere e il suo agire una <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong>vina. E Dio si<br />

può conoscere vedendolo e toccandolo (1 Gv 1,1).<br />

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