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maggio 2009 - Società Filosofica Italiana

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possa richiedere apparati concettuali e atteggiamenti teoretici o pratici. Le immagini,<br />

le metafore vive create dall’arte e dal linguaggio quotidiano 49 , gettano ponti tra<br />

il mondo della vita non tematizzato e il mondo della riflessione filosofica<br />

sull’esistenza, evidenziano nessi profondi e non visti prima e non immediatamente<br />

analizzabili con metodi e strumenti razionali.<br />

La tradizione kantiana della autonomia della dimensione estetica, della sua<br />

natura di “gioco” della coscienza, della sua in essenzialità rispetto alla dimensione<br />

della conoscenza e della valutazione di aspetti dell’esistenza, del carattere contemplativo<br />

dell’esperienza estetica, nel novecento è stata in vario modo messa in discussione.<br />

E non solo nelle avanguardie, ma anche tra i filosofi, se pensiamo a Heidegger,<br />

Benjamin, Adorno, Gadamer, Marcuse, Merleau-Ponty e ad altri ancora. In<br />

qualche modo l’arte è “originaria”, apre un modo di vedere le cose che mette in discussione<br />

il mondo dell’ovvietà quotidiana, il senso comune standardizzato, promuove<br />

un atteggiamento di spaesamento, di messa in discussione, di critica, che<br />

può a sua volta attivare un processo di trasformazione cognitiva o etica. L’opera<br />

d’arte è essenzialmente una domanda rivolta ad un cuore che vi risponde, un appello<br />

al nostro spirito 50 . Nell’opera d’arte si manifesta un appello di verità, di valore,<br />

che non si può trascurare; è un appello «che pretende di rifondare l’ordine delle cose<br />

e la posizione dell’uomo fra esse.» 51<br />

Sia il pensare sia il poetare aprono scenari, creano un mondo di senso, che si<br />

costruisce e si mantiene rispettivamente attraverso un tessuto di immagini, di versi,<br />

di suoni o di argomenti. Si istituisce un gioco equilibrato tra dimensioni di esperienze<br />

diverse a partire da elaborazioni e da tracce, anche da segni incompleti, ma pur<br />

sempre carichi di significati, presenti nella memoria, nei testi, nelle opere d’arte,<br />

nelle cose viste e udite. Nell’esperienza estetica si guadagna in densità e profondità<br />

di senso (Goodman), in capacità di “apertura”, di spaesamento e di “sfondamento<br />

dei confini stabiliti”, in originalità, anche ambivalente, ambigua o contraddittoria,<br />

nella creazione di mondi possibili, in intensità di coinvolgimento emotivo; forse si<br />

perde in chiarezza concettuale nella definizione, in capacità di controllo e di convalida<br />

delle proposte di senso, di generalizzazione dell’esperienza di verità e di senso.<br />

Il mondo di immagini, di metafore, di emozioni e sentimenti dell’arte conquistano<br />

un ambito di riferimento molto ampio, estensibile a tutte le sfere del mondo della<br />

vita 52 . Nel discorso filosofico si guadagna in chiarezza concettuale e in capacità di<br />

controllo e di convalida razionale; si perde, se nell’esperienza di filosofia non si coopera<br />

con l’esperienza estetica, in capacità di “apertura” di confini, di conservazione<br />

della complessità, della contraddizione e dell'ambivalenza, della molteplicità e polivalenza<br />

di sensi del mondo della vita, di esperienza dell’altra metà del cielo del senso<br />

di cui si può alimentare il concetto.<br />

La sfera dell’affettività, insieme a quella della comprensione, definisce le stesse<br />

radici e la costituzione fondamentale dell’essere al mondo dell’esserci. La dimensione<br />

affettiva risulta come un’apertura iniziale sul mondo 53 , esprime heideggeria-<br />

49<br />

H. Blumemberg, Paradigmi per una metaforologia,Il Mulino Bologna 1960; Id. La leggibilità del<br />

mondo, Il Mulino, Bologna 1984; Naufragio con spettatore, il Mulino, Bologna 1985; P. Ricoeur, Metafora<br />

viva, Jaca Book, Milano 1981.<br />

50<br />

F.G.W. Hegel, Estetica, Einaudi, Torino 1997, 84.<br />

51<br />

G. Vattimo, Poesia e ontologia, cit., p. 109<br />

52<br />

È una delle tesi sostenute da H. Blumeberg in Naufragio con spettatore, cit.<br />

53<br />

Vattimo, Poesia e ontologia, cit., p.89. Sulla dimensione affettiva in Heidegger cfr. anche F. De<br />

Natale, Esistenza, filosofia e angoscia, Adriatica ed., Bari 1995, in particolare cap. IV, pp. 217-293;<br />

A. Masullo, Le emozioni e la ricerca di senso, in P. Venditti (a cura), La filosofia e le emozioni, Atti<br />

del XXXIV Congresso Nazionale della <strong>Società</strong> <strong>Filosofica</strong> <strong>Italiana</strong>, Urbino,26-29 aprile 2001, Le Mon-

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