maggio 2009 - Società Filosofica Italiana
maggio 2009 - Società Filosofica Italiana
maggio 2009 - Società Filosofica Italiana
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
te 70 , tra la produzione e la fruizione creativa di opere d’arte è un gioco al secondo<br />
grado? La terra, “sorgente e nascondimento protettivo di ogni cosa” dove trova collocazione<br />
in un contesto in cui il virtuale si sostituisce in parte all’esperienza personale<br />
diretta, in cui è difficile individuare l’identità dell’io o ,se è possibile, la si individua<br />
solo nella relazione con “l’altro”? Nell’esperienza estetica e nell’esperienza di<br />
filosofia e del confilosofare dov’è l’io dei giovani?<br />
13. Esperienza estetica e confilosofare<br />
Nel senso prima chiarito l’esperienza estetica è in un contesto scolastico<br />
un’esperienza formativa in quanto ha anche una valenza cognitiva, contribuisce in<br />
modo peculiare ad un processo di comprensione, di chiarificazione, di attribuzione<br />
di senso, di valore che coinvolge i soggetti che apprendono. In un contesto di ricerca<br />
quale quello determinato dall’esperienza di filosofia nella comunità della classe,<br />
anche le percezioni, i sentimenti, le emozioni possono funzionare cognitivamente, in<br />
combinazione con altri mezzi di conoscenza. La percezione, la concettualizzazione e<br />
il sentimento interferiscono e interagiscono tra di loro creando le condizioni per<br />
un’esperienza che ha i caratteri di un’indagine in cui sia impossibile distinguere tra<br />
ciò che è emotivo e ciò che cognitivo 71 . Secondo lo psicopedagogista J.Bruner vi<br />
sono due tipi di pensiero, quello paradigmatico e quello narrativo, che caratterizzano<br />
due modi di produrre conoscenza, diversi e complementari tra loro, ciascuno con<br />
propri principi operativi, criteri di verità, proprie procedure. Il primo,logicoscientifico,teorico,<br />
utilizza un sistema descrittivo ed applicativo formale e matematico,<br />
fondato sulla categorizzazione e sulla concettualizzazione, tende<br />
all’astrazione,convince una persona della propria verità attraverso argomenti validi,<br />
e si occupa delle cause di ordine generale, si serve di procedure atte ad assicurare<br />
la verificabilità referenziale e a saggiare la verità empirica, ha bisogno di coerenza e<br />
di non contraddittorietà, tende a costruire certezze, mondi immutabili. L’altro, quello<br />
narrativo, che secondo Ricoeur nasce dall’interesse per la condizione umana, 72<br />
convince una persona attraverso la verosimiglianza dei racconti 73 , si occupa delle<br />
intenzioni e delle azioni umane, nonché delle vicissitudini e dei risultati che ne contrassegnano<br />
il corso, costruendo contemporaneamente due scenari, quello<br />
dell’azione e quello della coscienza delle persone. Ciò che dà unità al racconto è il<br />
modo in cui situazioni, personaggi e consapevolezza interagiscono tra di loro 74 . Nel<br />
pensiero narrativo la realtà è “posta al congiuntivo”, ovvero in cui le azioni e uno<br />
stato di cose non vengono pensati come fatti certi ma artefatti, interpretazioni, espressioni<br />
di desiderio, ecc. I lettori sono chiamati a farei conti con la congiuntività<br />
della realtà offerta dalla narrazione e a confrontarla con il suo repertorio di concezioni<br />
delle vicende umane 75 , a riscrivere “un testo ideale-virtuale” che ridescriva il<br />
proprio mondo, per renderlo comprensibile, sensato, desiderabile, degno di<br />
valore 76 .<br />
69<br />
M. Heidegger, L’origine dell’opera d’arte ,in Id., Sentieri interrotti, La Nuova Italia, Milano 2000,<br />
pp. 29 ssgg.<br />
70<br />
H.G. Gadamer, Verità e metodo, cit.,pp. 227-279.<br />
71<br />
N. Goodman, I linguaggi dell’arte, cit., p.214.<br />
72<br />
P. Ricoeur, Tempo e racconto, cit.<br />
73<br />
J. Bruner, La mente a più dimensioni,cit., p.15.<br />
74<br />
Ivi, p.27.<br />
75<br />
Ivi, p.43.<br />
76<br />
Ivi, pp. 45 ssgg.