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alpin fa grado settembre 2011 - COP 2.qxd - Sezione Vicenza

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In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio di <strong>Vicenza</strong> CPO, per la restituzione al mittente, che si impegna a corrispondere l’importo dovuto<br />

ANNO <strong>2011</strong> - NUMERO 3 - OTTOBRE - Trimestrale - E 3,50 - Poste Italiane S.p.A. - Spediz. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 1, NE/VI<br />

L’ultimo saluto


2- La feritoia del Torrione<br />

L’Ana, le Penne Nere e le Baccanti<br />

dell’ortodossia <strong>alpin</strong>a<br />

Federico Murzio<br />

L’Ana è stata attraversata dell’ennesima<br />

scossa tellurica. Sopravvivrà,<br />

sicuro, così com’è certo che il sussulto<br />

lascerà il segno. Iniziamo dalla cronaca. Val Susa,<br />

luglio <strong>2011</strong>: alcuni associati (e <strong>alpin</strong>i non associati)<br />

organizzano una manifestazione ALPINI NO TAV<br />

alla quale poi partecipano indossando il cappello.<br />

Ad aumentare il can can la presenza<br />

della Taurinense a presidiare i cantieri.<br />

Alpini contro Alpini, intitolano i<br />

giornali. Le baccanti dell’ortodossia<br />

<strong>alpin</strong>a, difensori della sacralità del cappello,<br />

gongolano. E parlano; spesso a<br />

sproposito. Le baccanti, per intenderci,<br />

sono le “anime belle”<br />

dell’Ana: rimpiangono i muli<br />

e i campi invernali, sostengono<br />

che gli <strong>alpin</strong>i la naja l’hanno <strong>fa</strong>tta<br />

volentieri, lo statuto è la loro<br />

bibbia, venerano l’obbedienza,<br />

approvano ogni decisione<br />

dei vertici, ambiscono a una<br />

foto con il presidente nazionale di<br />

turno e, se potessero, reciterebbero la<br />

preghiera dell’Alpino in dialetto.<br />

***<br />

Agli <strong>alpin</strong>i valsusini non si perdona di trascinare<br />

l’Ana in una strumentalizzazione politica. Cioè<br />

apparire un’associazione che annovera tra i suoi soci<br />

persone schierate contro una decisione governativa<br />

(la TAV e l’invio dell’incolpevole Taurinese a presidiarne<br />

i cantieri). Per scongiurare il rischio a Milano<br />

giocano d’anticipo e il 22 luglio diffondono un comunicato<br />

stampa (lo si trova su www.ana.it). Non sap-<br />

piamo chi abbia suggerito questa strategia; ma ci permettiamo<br />

alcune osservazioni. Giocare d’anticipo, <strong>fa</strong>re<br />

riferimento a un “manifestino” circolante sulla rete,<br />

usare espressioni quali “convinta e incondizionata<br />

solidarietà alle Truppe Alpine e “senso del dovere<br />

e fedeltà alle istituzioni” sembra, in questo modo,<br />

un’excusatio non petita, una scusa non richiesta. Le<br />

“scuse” sono indirizzate alle Truppe Alpine, certo, ma<br />

poste così appaiano rivolte soprattutto a chi là i militari<br />

li ha mandati. Come dire: “Guardate, noi non c’entriamo!”.<br />

Oltretutto, per quanto spiacevole possa essere,<br />

da quando si commenta ufficialmente un “manifestino”?<br />

Il testo, insomma, sembra l’approvazione<br />

a spada tratta di un atto dell’esecutivo.<br />

Cioè una decisione politica. Se<br />

l’intento era allontanare l’Ana da qualsiasi<br />

speculazione, el tacon xe pezo del<br />

sbrego dicono dalle mie parti.<br />

***<br />

Ognuno la pensa a modo suo.<br />

È opportuno manifestare in Val Susa<br />

col cappello? Certamente no. Ma alla<br />

luce del mercimonio che del cappello<br />

è <strong>fa</strong>tto alle adunate nazionali,<br />

alle trasmissioni televisive “leggere”,<br />

ai rendez-vous partitici, o toglierlo<br />

durante una sfilata nazionale<br />

sotto lo sguardo del presidente della repubblica<br />

(Reggio Emilia, 1997), ciò che è successo in Val di<br />

Susa è poco più di un peccato veniale. E non mi ricordo,<br />

in questi casi, gli stessi strali sdegnati che sento<br />

e leggo oggi. Se questo è il clima che <strong>fa</strong> da cornice<br />

al dibattito sul futuro associativo, ci si dovrebbe<br />

preoccupare di non perdere i soci già iscritti più<br />

che guadagnarne di nuovi.<br />

Per scongiurare nuove fratture non sarebbe male,<br />

tanto per dirne una, che chi di dovere evitasse di reagire<br />

impulsivamente agli episodi spiacevoli dando l’impressione<br />

di aggrapparsi a un’in<strong>fa</strong>llibilità ex cathedra<br />

che, almeno nell’Ana, non appartiene a nessuno.


SOMMARIO pag.<br />

• La feritoia del Torrione 2<br />

• Nello zaino 4<br />

• Lettere in Redazione 13<br />

• Mondo <strong>alpin</strong>o 14<br />

• Appuntamenti 16<br />

• Recensioni 18<br />

• Dalle zone 19<br />

• Via dei gruppi 22<br />

• Gli <strong>alpin</strong>i e lo sport 28<br />

• Incontri 29<br />

• Notizie 31<br />

• “Un nostro amico hai chiesto alla montagna...” 34<br />

Anno <strong>2011</strong> - n. 3 - Ottobre<br />

Gratis ai soci<br />

Abbonamento annuo Euro 13<br />

Tiratura 21.000 copie<br />

Direzione e Redazione:<br />

Torrione degli Alpini<br />

36100 <strong>Vicenza</strong> - Via B. D’Alviano, 6<br />

Tel. 0444.926988 - Fax 0444.927353<br />

Web Site: www.anavicenza.it<br />

E-mail: vicenza@ana.it<br />

C.C.P. 13008362<br />

Registrazione del Tribunale di <strong>Vicenza</strong> n. 67 del 26.4.1953<br />

Direttore Responsabile:<br />

Dino Biesuz<br />

Comitato di Redazione:<br />

Presidente: Giuseppe Galvanin<br />

Direttore Responsabile: Dino Biesuz - 347 4145567<br />

Capo redattore: Franco Impalmi - 335 367504<br />

Redattori: Luigi Beltramello, Marco Brazzale, Anna Campese,<br />

Luigi Girardi, G. Pietro Gollin, Federico Murzio,<br />

Alberto Pieropan<br />

Editore:<br />

Editrice Veneta - Via Ozanam 8 - <strong>Vicenza</strong><br />

tel. 0444 567526 - www.editriceveneta.it<br />

Iscrizione al ROC n. 4725 del 22.11.2001<br />

Stampa:<br />

Industrie Grafiche VIcentine S.p.A.<br />

Via Rovereto 20, 36030 Costabissara (VI)<br />

www.igvi.it<br />

In prima di copertina: Alpini del 2° Rgt art. di Trento scortano<br />

all’Ossario del Pasubio i resti dei quattro soldati morti<br />

nella Grande Guerra rinvenuti sul Cosmagnon<br />

(foto di Marco Periz)<br />

QUALITÀ E<br />

COLLABORAZIONE<br />

Cari Alpini, cari amici degli Alpini,<br />

siamo nel vivo del dibattito sul futuro associativo<br />

e, in piena amicizia <strong>alpin</strong>a, vi invito a esporre al consiglio sezionale<br />

e a me le vostre idee, i vostri dubbi, le critiche costruttive ma anche<br />

le vostre proposte.<br />

Uno spunto che potrebbe essere utile in questa discussione è senz’altro<br />

il legame che unisce i gruppi Ana al tessuto sociale delle proprie<br />

comunità: più di una qualità, è l’elemento fondante della partecipazione<br />

associativa delle penne nere. È, insomma, il frutto della caparbietà<br />

degli <strong>alpin</strong>i che nel corso di decenni hanno <strong>fa</strong>tto della politica<br />

sociale il loro impegno e del cappello d’<strong>alpin</strong>o un certificato di qualità.<br />

Un chiaro esempio sono le nostre squadre di Protezione Civile;<br />

in una storia che già ha scritto tante belle pagine, cercano tra mille<br />

difficoltà di mantenere l’eccellenza per le quali sono apprezzate in<br />

tutta Italia.<br />

Se la Protezione Civile è l’aspetto più visibile del nostro impegno non<br />

dobbiamo dimenticare tutte quelle attività, spesso invisibili, che caratterizzano<br />

la vita associativa dei gruppi; attività che costano sudore<br />

e <strong>fa</strong>tica ma che realizzano progetti, portano aiuti, stimolano l’incontro<br />

di idee nelle nostre comunità.<br />

L’invito che vi rivolgo è continuare su questa strada. Mi rendo conto<br />

delle grandi difficoltà presenti soprattutto nei gruppi più piccoli; conosco<br />

i problemi legati al reperimento delle risorse umane ed economiche.<br />

Ecco perché, nell’ottica del futuro associativo, è prioritaria la<br />

necessità di saper razionalizzare le forze, puntare sulla qualità delle<br />

nostre iniziative e cercare la collaborazione con tutte le altre realtà locali;<br />

siano esse associazioni di volontariato o enti istituzionali.<br />

Mi raccomando, tuttavia, di <strong>fa</strong>re attenzione nella scelta delle attività<br />

da perseguire e valutare bene le collaborazioni richieste. Gli <strong>alpin</strong>i<br />

non sono uomini per tutte le stagioni, non si <strong>fa</strong>nno tirare per la giacchetta,<br />

quando operano lo <strong>fa</strong>nno perché ci credono e le attività che li<br />

vedono impegnati non devono essere diametralmente opposte alla natura<br />

associativa dell’Ana. Qualche volta, insomma, gli <strong>alpin</strong>i devono<br />

trovare il coraggio di dire No. Anche perché l’<strong>alpin</strong>ità non si svende<br />

per un po’ di visibilità né per accontentare il “forte” di turno.<br />

Giuseppe Galvanin<br />

Presidente della <strong>Sezione</strong> Ana di <strong>Vicenza</strong><br />

3


4- Nello zaino<br />

L’ultimo saluto. Il ricordo della Grande Guerra in montagna<br />

Nell’Ossario del Pasubio i resti di quattro soldati<br />

ritrovati sul Cosmagnon<br />

Sabato 10 <strong>settembre</strong>; Ossario del Pasubio. Chi ci capita<br />

per caso, e da lontano osserva il via vai di vessilli,<br />

divise militari d’epoca, cappelli <strong>alpin</strong>i, elmetti, soldati<br />

in armi, persone vestite a festa, pensa al solito raduno.<br />

Ma è sufficiente avvicinarsi un po’ per cambiare parere.<br />

Più ci si muove verso l’Ossario percorrendo i pochi<br />

metri che separano dal monumento, il rumore del ghiaino<br />

sotto i piedi, più si comprende che delle solite adunate<br />

non c’è alcuna traccia.<br />

È quasi un salto indietro nel tempo; e le divise storiche<br />

degli <strong>alpin</strong>i, dei Kaiserjager o delle truppe d’assalto<br />

tedesche c’entrano poco.<br />

Sotto la regia del ten. col. Giorgio Castagna del Comando<br />

Esercito “Veneto” di Padova che coordina una<br />

cerimonia rigorosamente militare, di lì a poco saranno<br />

tumulate quattro urne. Dentro ci sono i resti di quattro<br />

soldati ritrovati un anno <strong>fa</strong> sul Cosmagnon, la parte sommitale<br />

del Pasubio, in territorio trentino. Sono soldati<br />

Don Daniele Ambrosini, cappellano del 2° Rgt. art.,<br />

accompagna le urne all’interno dell’Ossario (foto di Marco Periz)<br />

morti durante la Grande Guerra e “troveranno pace” nell’Ossario<br />

grazie al lavoro del ten. col. Mauro Pigliacelli<br />

(Asiago) e del colonello Fiore di Onorcaduti (Roma).<br />

***<br />

I resti sono stati raccolti nel 2010 e sono stati conservati<br />

nell’ospedale di <strong>Vicenza</strong>, nell’istituto guidato<br />

dall’anatomopatologo Giorgio Galassi; e poi ancora a<br />

Trambileno e Asiago. Dopo dodici mesi di studi certosini<br />

si può ragionevolmente ipotizzare che i resti sono<br />

di tre soldati austriaci mentre il quarto è italiano.<br />

Le urne sono fornite da Onorcaduti, l’istituto del Ministero<br />

della Difesa per le Onoranze ai Caduti in Guerra,<br />

e sono avvolte dalle bandiere: tre austriache, l’ultima<br />

italiana. Sono trasportate a mano da quattro <strong>alpin</strong>i in<br />

servizio al 2° Reggimento Artiglieria “<strong>Vicenza</strong>” di stanza<br />

a Trento, lo stesso reparto che per l’occasione ha for-


nito un picchetto armato. E le urne, alla fine, dopo<br />

essere state benedette dal cappellano militare,<br />

sono definitivamente inumate.<br />

Al microfono si succedono Hermann Hotter,<br />

presidente della Croce Nera Tirolo, e Domenico<br />

Innecco, presidente della Fondazione 3 Novembre,<br />

cioè l’ente che dal 1926 gestisce l’Ossario del<br />

Pasubio e il Museo della I Armata. Innecco si rivolge<br />

direttamente ai soldati, e con la solita passione<br />

e parole d’altri tempi dice: “Avrei voluto conoscervi,<br />

sapere chi eravate, cosa pensavate; voi,<br />

così giovani, siete stati per molti decenni uniti nella<br />

morte, ora sarete uniti per sempre insieme ai vostri<br />

commilitoni”.<br />

Da oggi i soldati italiani nell’Ossario sono 5.165;<br />

quelli austriaci salgono a 43.<br />

***<br />

Negli ultimi quattro-cinque anni sono stati recuperati<br />

nei luoghi della Grande Guerra i resti di<br />

oltre un centinaio di soldati. Fino a dieci anni orsono<br />

la loro identità rimaneva quasi totalmente ignota.<br />

Vuoi perché delle piastrine a quasi un secolo di<br />

distanza non rimane nulla, vuoi per la grossolana<br />

<strong>fa</strong>cilità con la quale si procedeva al recupero, di loro<br />

non si conosceva nulla; nemmeno la nazionalità.<br />

Oggi le cose sembrano essere cambiate. Il progetto<br />

di Giorgio Galassi di raccolta dei resti delle<br />

salme attraverso un lavoro di coordinamento e<br />

collaborazione tra le varie istituzioni competenti,<br />

che comporta uno studio comparato medico e<br />

storico, ha incontrato il <strong>fa</strong>vore delle autorità, com-<br />

Numerosa la presenza delle associazioni d’arma,<br />

combattentistiche e degli enti pubblici<br />

Nello zaino - 5<br />

Il tributo delle autorità ai Caduti che riposano nell’Ossario<br />

Gli Schutzen sparano una salva in onore dei soldati<br />

presa la Provincia di <strong>Vicenza</strong> in particolare nella<br />

persona dell’assessore Nereo Galvanin. Il modus<br />

operandi, compreso l’uso della moderna strumentazione<br />

scientifica, renderà più efficace l’identificazione<br />

dei resti; o, perlomeno, da quelli<br />

stessi resti sarà possibile ricavare le maggiori<br />

informazioni possibili.<br />

Ancor oggi il lavoro non manca essendo state<br />

le operazioni militari sul territorio numerose, mutevoli<br />

per tipologia di combattimenti; eventi bellici<br />

che nel loro insieme hanno coinvolto diverse<br />

migliaia di soldati.<br />

Questo, senza nessuna retorica, è un doveroso<br />

tributo ai soldati. In fin dei conti, il soldato muore<br />

solo quando è definitivamente dimenticato.<br />

Gianni Periz - Federico Murzio


6- Nello zaino<br />

Se si potesse sintetizzare in una parola il pellegrinaggio<br />

sul Pasubio di quest’anno, quella parola sarebbe<br />

silenzio.<br />

E’il silenzio che ha accompagnato la salita delle penne<br />

nere per la Strada delle Gallerie; è il silenzio sulla<br />

Strada degli Eroi dove l’unico suono era<br />

lo scalpiccio degli scarponi; è il silenzio<br />

rotto dal rumore dei motori delle automobili<br />

provenienti dagli Scarubbi. Ed è<br />

anche il silenzio desiderato nel momento<br />

in cui le parole (e qualche uscita poco<br />

felice) hanno rischiato di arrovellarsi<br />

in una spirale di frasi di circostanza.<br />

Questo pellegrinaggio, iniziato sabato<br />

con le cerimonie all’Ossario, pri-<br />

La chiesetta votiva di Santa Maria circondata dagli <strong>alpin</strong>i<br />

in pellegrinaggio (foto di Maurizio Mattiolo)<br />

SILENZIO, SIAMO SUL PASUBIO<br />

ma; al Dente Italiano e al Dente Austriaco, poi; e conclusosi<br />

domenica alla chiesetta di santa Maria, rispetto<br />

agli scorsi anni, è stato quasi ascetico nella sua semplicità.<br />

Non c’è stato l’afflusso stile “Jesolo” delle grandi<br />

occasioni; il cielo plumbeo, i tricolori sparsi qua e<br />

là, il suono essenziale della tromba, sono<br />

tutti elementi che hanno contribuito<br />

alla riflessione auspicata dal presidente<br />

Giuseppe Galvanin. All’indomani della<br />

partenza, il presidente ha dichiarato<br />

che: “Salire sul Pasubio è prima di tutto<br />

un pellegrinaggio; peregrinare significa<br />

recarsi in un luogo sacro della memoria.<br />

Nessuno è obbligato ad andarci,<br />

ma tutti quelli che saliranno sappiano


che la loro presenza sarà un tributo alla Storia e agli uomini,<br />

ai soldati, che quella stessa Storia, volenti o nolenti,<br />

l’hanno <strong>fa</strong>tta. È su questo che bisogna riflettere”.<br />

Un pellegrinaggio particolare, dunque, impreziosito<br />

anche da due testimonianze d’eccezione: quella di suor<br />

Teresina che fu assistente di monsignor Galloni, cioè colui<br />

che più volle la chiesa votiva di santa Maria, proprio<br />

vicino alla tomba del generale Vittorio Emanuele Rossi;<br />

e soprattutto la presenza dell’<strong>alpin</strong>o Valentino Fabrello,<br />

l’ultimo dei muratori che eressero la chiesetta.<br />

Insieme a tutti gli <strong>alpin</strong>i che ogni anno lavorano<br />

sul Pasubio per conservarlo come luogo di memoria,<br />

i peregrini saliti sul Pasubio anche quest’anno<br />

hanno continuato una tradizione che, alla fine, rappresenta<br />

solo la volontà d’impedire che un pezzo importante<br />

della nostra Storia scivoli nell’oblio.<br />

Nello zaino - 7<br />

106 gagliardetti, 11<br />

vessilli, i gon<strong>fa</strong>loni della<br />

Provincia di <strong>Vicenza</strong><br />

e del comune di Valli<br />

del Pasubio e poco più<br />

di 500 <strong>alpin</strong>i sono alcuni<br />

dei numeri del pellegrinaggio<br />

sul Pasubio<br />

<strong>2011</strong>. Con il consigliere<br />

nazionale Munari<br />

numerose anche le autorità civili presenti: dall’assessore<br />

provinciale Nereo Galvanin all’assessore scledense Mario<br />

Benvenuti, dall’assessore vallense Filippi Farmar a numerosi<br />

sindaci dei comuni della Comunità Montana. Graditissima<br />

presenza del capitano Dal Moro del Genio Guastatori<br />

della Julia, del maresciallo Fiumara del 2° Rgt. art. “<strong>Vicenza</strong>”<br />

e della rappresentanza militare statunitense.<br />

Domenica, a cerimonia conclusa, il presidente Galvanin<br />

ha ringraziato personalmente per il loro contributo il<br />

coro “Livergon” di Malo, che ha accompagnato la cerimonia<br />

religiosa, le squadre di protezione civile della sezione<br />

di <strong>Vicenza</strong>, e tutti quelli impegnati a vario titolo sul<br />

Pasubio anche quest’anno.<br />

Nella foto Giuseppe Galvanin e Valentino Fabrello.<br />

Oggi il pellegrinaggio è finito e<br />

la montagna è di nuovo immersa nel<br />

silenzio; ma gli <strong>alpin</strong>i non se ne sono<br />

andati.<br />

F.M.<br />

Nelle foto alcuni momenti delle cerimonie.<br />

In alto a sinistra: i numerosi vessilli presenti;<br />

sopra: il gon<strong>fa</strong>lone della Provincia di <strong>Vicenza</strong><br />

e di Valli del Pasubio; a sinistra e nella<br />

pagina a fianco: il tributo ai Caduti al<br />

Dente Italiano.


8- Nello zaino<br />

È la manifestazione associativa che più di tante altre<br />

affonda le radici nella nostra storia di italiani e <strong>alpin</strong>i. E’<br />

il pellegrinaggio sul Monte Ortigara, una montagna senz’acqua,<br />

tanto povera quanto ricca di memorie. C’è qualcosa<br />

d’inspiegabile a chi <strong>alpin</strong>o non è di questa giornata che raduna<br />

<strong>alpin</strong>i di tutte le età a quota 2mila metri (il più anziano<br />

è stato Giorgio Casagrande di Sandrigo che, a dispetto<br />

dei suoi 78 anni portati benissimo e il passo svelto,<br />

ha <strong>fa</strong>tto “sfigurare” molti più giovani e inorgoglire i suoi<br />

compaesani). Eppure, a dispetto della logica, sono ancora<br />

in tanti che, sfidando la sveglia antelucana, partecipano<br />

alla messa delle 8 alla colonna mozza. Anzi, paradossalmente,<br />

quest’anno erano molti di più sulla vetta che alla<br />

cerimonia religiosa al rifugio Cecchin di Lozze; tanto<br />

che più di qualcuno si è chiesto il significato di due cerimonie<br />

organizzate da due sezioni diverse.<br />

Misteri a parte, <strong>fa</strong> piacere constatare la presenza dei<br />

militari in armi e del comandante del corpo, il generale Alberto<br />

Primicerj. Perché se è pur vero che il numero di ga-<br />

Ortigara, un pellegrinaggio nella storia<br />

Migliaia di <strong>alpin</strong>i là dove tutto è cominciato<br />

gliardetti e vessilli a una manifestazione Ana non <strong>fa</strong> più<br />

notizia, è altrettanto vero che il legame più forte con il passato<br />

e l’autentico successo del pellegrinaggio sull’Ortigara<br />

sono questi <strong>alpin</strong>i provenienti da ogni regione d’Italia.<br />

Sono loro gli eredi volenti o nolenti di quanti quasi cento<br />

anni <strong>fa</strong> combatterono e morirono su quelle rocce.<br />

F.M.<br />

Sopra: Alpini assiepati intorno alla colonna mozza.<br />

Sotto, foto piccole: a sin. il labaro nazionale e, a<br />

dx, una rappresentanza dei Kaiserjager. Nella foto<br />

grande: i pellegrini al rifugio Cecchin di Lozze (foto<br />

di Federico Murzio)


Lo scorso 17 giugno, a Verona, il presidente della repubblica<br />

Giorgio Napolitano ha incontrato in via privata<br />

i genitori di Matteo Miotto. Ad accompagnarli c’erano<br />

i sindaci di <strong>Vicenza</strong> e Thiene, il comandante del<br />

Comfoter e il presidente della sezione Ana di <strong>Vicenza</strong>.<br />

Nella stessa occasione il presidente Galvanin ha omag-<br />

Nello zaino - 9<br />

I saluti di Giorgio Napolitano agli <strong>alpin</strong>i della sezione<br />

giato l’on. Napolitano con alcune pubblicazioni di storia<br />

<strong>alpin</strong>a.<br />

Di seguito è riportata la lettera di ringraziamento che,<br />

a nome del capo dello Stato, il direttore dell’ufficio di<br />

segreteria del presidente della repubblica Carlo Guelfi<br />

ha spedito al presidente della sezione Ana di <strong>Vicenza</strong>.


10 - Nello zaino<br />

Diario di un fiore all’occhiello<br />

Resoconto del camposcuola “Anch’io sono la protezione civile”<br />

“Anche questa è <strong>fa</strong>tta” ci siamo detti<br />

salutandoci all’uscita della sede del<br />

gruppo <strong>alpin</strong>i di Zovencedo. Il campo<br />

scuola “Anch’io sono la protezione civile”<br />

si era appena concluso.<br />

È stata una magnifica esperienza<br />

ospitare il gruppo di quattordicenni che<br />

ha aderito alla proposta dall’unità di protezione<br />

civile della sezione di <strong>Vicenza</strong>:<br />

uno dei 7 campi scuola organizzati dall’Associazione<br />

Nazionale Alpini in collaborazione<br />

con il dipartimento della<br />

protezione civile in tutta Italia con lo<br />

scopo di offrire ai giovani la possibilità<br />

di sperimentare tutte le tecniche di soccorso.<br />

La disponibilità di posti è risultata<br />

inferiore alle richieste ma un un bel<br />

gruppo di 22 tra ragazzi e ragazze della<br />

3° media provenienti dai plessi scolastici<br />

di Grancona, Grumolo delle Abbadesse,<br />

Barbarano Vicentino ed Arcugnano ha concluso<br />

il 9 luglio una settimana piena di attività e riflessioni sul<br />

tema della solidarietà sotto lo slogan riportato nelle magliette<br />

donate ai ragazzi “Anch’io sono la protezione civile”.<br />

Inutile sottolineare l’entusiasmo di questi aspiranti<br />

soccorritori in erba motivato soprattutto dalla gioia<br />

di sentirsi utili sotto l’occhio vigile e paterno dei “veci<br />

<strong>alpin</strong>i”.<br />

L’unità di protezione civile è stata presente al campo<br />

con un centinaio di volontari che, turnandosi, hanno<br />

assicurato i servizi di assistenza e sorveglianza. A questi<br />

vanno aggiunti i componenti delle squadre specialistiche<br />

che hanno effettuate le docenze. Trasmissioni, cinofili,<br />

rocciatori, antincendio boschivo, sanitaria e logistica<br />

si sono succedute nelle varie giornate alternan-<br />

do lezioni frontali alle esercitazioni e con sperimentazione<br />

diretta delle varie attività.<br />

Le lezioni sono iniziate già da sabato 2 luglio, data<br />

di inizio del campo.<br />

I ragazzi hanno inoltre, con lo stesso scopo, visitato<br />

il comando provinciale dei vigili del fuoco ed il centro<br />

ARPAV di Teolo.<br />

La dr.ssa Elisa Speggiorin, DOS (direttore operazioni<br />

di spegnimento) e funzionario del servizio forestale<br />

della regione Veneto, ha illustrato il pericolo degli incendi<br />

boschivi ed in particolare un incendio realmente<br />

accaduto sul monte Pasubio spiegando le tecniche ed i<br />

mezzi usati per combatterlo; dopo l’illustrazione del<br />

“triangolo del fuoco” è seguita una esercitazione con<br />

uso di manichette, vasche di accumulo, moduli antincendio<br />

in dotazione alle due squadre AIB della sezione<br />

e la realizzazione di cunette taglia-fuoco.<br />

Dopo la difesa dal fuoco si è sperimentata anche la<br />

difesa dall’acqua con sacchetti di sabbia che i ragazzi<br />

hanno imparato a sistemare in maniera opportuna durante<br />

una prova pratica effettuata sulle rive del Liona,<br />

corso d’acqua locale.<br />

Particolarmente eccitante è stata la scoperta dell’uso<br />

della corda e dell’imbragatura per i lavori in ambienti<br />

disagiati, i ragazzi hanno potuto mettere a frutto quanto<br />

appreso durante la lezione frontale con salite e discese<br />

alla palestra di roccia di Lumignano.<br />

La giornata di venerdì è stata utilizzata per lo svol-


gimento delle “olimpiadi del servizio” dove ogni squadra<br />

si è cimentata in varie attività per dimostrare il meglio<br />

di sé e quanto appreso nel corso della settimana.<br />

Al termine del campo il test finale di verifica, la messa,<br />

il pranzo con i genitori e la consegna degli attestati<br />

di partecipazione ai ragazzi da parte del sindaco di Zovencedo.<br />

Non sono mancate le attività serali. Dopo cena vi sono<br />

state proiezioni di film tra i quali particolare successo<br />

ha ottenuto “Il sergente nella neve” di Paolini. Il lavoro<br />

di squadra, tema ricorrente del campo, è stato un<br />

altro dei punti forti sottolineato anche con l’aiuto degli<br />

allenatori/educatori del Rugby <strong>Vicenza</strong> intervenuti in<br />

due serate e non è mancata una visita all’osservatorio<br />

astronomico di Arcugnano per lo studio delle stelle e dei<br />

pianeti.<br />

Sabato il momento conclusivo di una bella esperienza<br />

che, come ha auspicato il presidente della sezione Giuseppe<br />

Galvanin, in visita al campo con il segretario nazionale<br />

della protezione civile Ana Michele Longo giunto<br />

da Milano con il coordinatore del 3° raggruppamento<br />

Orazio D’Incà, dovrà avere un seguito con reincontri<br />

ed iniziative simili.<br />

Un primo segnale della volontà di proseguire questa<br />

esperienza è stata l’entusiastica adesione da parte dei ragazzi<br />

alla richiesta della sezione di partecipare all’adunata<br />

sezionale di Camisano dove potranno sfilare tra gli<br />

“ospiti”.<br />

La realizzazione di questa iniziativa è stata resa possibile<br />

anche dall’aiuto fornito da vari partner che ci hanno<br />

supportato dandoci la possibilità di contenere le spese<br />

(ricordiamo che la partecipazione dei ragazzi era a titolo<br />

completamente gratuito); un grazie quindi alla tipografia<br />

Dal Col di Carboniero Orazio che ha fornito i<br />

manifesti e le cartelline che sono state consegnate ai ragazzi,<br />

alla ditta S.T. di Somaggio Tiziano che ha fornito<br />

le magliette con il logo del campo scuola ed ai Supermercati<br />

Prix che ci hanno fornito gratuitamente tutto<br />

quello che poteva servire per la ristorazione dalle marmellate<br />

per la colazione, alla pasta, ai surgelati etc, etc.<br />

Nello zaino - 11<br />

fino all’acqua minerale. Veramente un contributo importante.<br />

Un ringraziamento a parte merita il gruppo <strong>alpin</strong>i<br />

di S. Gottardo-Zovencedo che ci ha fornito una sede<br />

veramente eccezionale sia per attrezzature che per dislocazione.<br />

Desidero inoltre ringraziare di cuore i volontari e tutti<br />

coloro che hanno “creduto” ed hanno dato la loro disponibilità<br />

per il buon esito del nostro primo progetto di<br />

campo scuola.<br />

Ritengo il risultato del progetto un vero successo sia<br />

per la diffusione della cultura di protezione civile che<br />

per il clima che si era instaurato tra i volontari, tra i volontari<br />

ed i ragazzi, tra i volontari ed i genitori dei ragazzi<br />

e tra i volontari e le istituzioni che abbiamo ospitato<br />

o di cui eravamo ospiti.<br />

Rinnovo i ringraziamenti anche a nome di tutta l’unità<br />

di protezione civile a chi ha lavorato con trasporto,<br />

slancio, passione e professionalità per il raggiungimento<br />

di questo felice esito, certo di poter contare ancora sul<br />

loro apporto. L’associazione deve andare fiera della iniziativa<br />

che ha il preciso sapore della speranza in un avvenire<br />

di buone promesse.<br />

Roberto Toffoletto<br />

Lavori alla “Casa Alpina<br />

di Costalovara”<br />

Sabato 14 Maggio la squadra Ana protezione<br />

civile sez. di <strong>Vicenza</strong> di Marano<br />

Vicentino e quella della Val Leogra hanno<br />

prestato servizio presso la Casa Alpina<br />

di Costalovara in provincia di Bolzano.<br />

La Casa Alpina è una ex colonia,<br />

rilevata e adibita come nuova destinazione<br />

d’uso a casa vacanze per le <strong>fa</strong>miglie<br />

dei soci Ana. La squadra della Val<br />

Leogra ha avuto il compito di sistemazione del bosco con<br />

sfoltimento di alcuni abeti e di tutti i cespugli di noccioli e<br />

piante invasive situate all’interno dell’area, mentre la squadra<br />

di Marano aveva il compito di abbattere alcune piante<br />

di grandi dimensioni per mettere in sicurezza le linee elettriche<br />

e telefoniche presenti nell’area. Verso le 16, dopo<br />

aver terminato la pulizia lungo il perimetro recintato, le due<br />

squadre hanno preso la strada per ritornare verso casa.


12 - Nello zaino<br />

IL CAPITANO PERRUCCHETTI E GLI ALTRI<br />

Non fu lui ma il generale Ricotti a istituire il corpo degli Alpini<br />

Adriano Dal Prà, <strong>alpin</strong>o del<br />

gruppo di Torrebelvicino è uno di<br />

quei personaggi che si distinguono<br />

nella massa per le loro imprese e<br />

la vivacità mentale che li spinge a<br />

cercare sempre oltre il visibile.<br />

Giorni <strong>fa</strong> lo incontro e mi spara<br />

dritta una provocazione che implica<br />

una replica:<br />

“Sei sicuro che sia stato proprio<br />

il capitano di <strong>fa</strong>nteria Domenico<br />

Perrucchetti il fondatore del<br />

corpo degli <strong>alpin</strong>i?”. “Beh, sicuro<br />

sono di morire - rispondo - tutto il<br />

resto può essere discutibile” e sulla<br />

scia delle sue motivazioni, decido<br />

di approfondire l’argomento.<br />

Dopo aver consultato fonti di<br />

vario orientamento, devo concludere<br />

che due sono gli elementi che<br />

mi inducono a dubitare della propugnata paternità degli<br />

<strong>alpin</strong>i: l’evidente pigrizia (o forse altro?) da più parti nel<br />

non voler approfondire e collocare nelle giuste posizioni,<br />

personaggi, ruoli e <strong>fa</strong>tti riportati in autorevoli documentazioni<br />

storiche a disposizione di tutti coloro intendessero<br />

consultarle. Volendo quindi dare un ordine cronologico<br />

alle cronache, si può iniziare con una lettera<br />

scritta dal Generale Agostino Ricci il 25 <strong>settembre</strong> 1894:<br />

“Quando nel 1868 studiai il primo progetto di campagna<br />

logistica per la Scuola di Guerra, mi colpì l’idea<br />

dell’utilità che vi sarebbe stata di avere una <strong>fa</strong>nteria<br />

speciale da impiegare in montagna e volendo <strong>fa</strong>rne la<br />

prova, ideai di destinare a tale servizio alcuni battaglioni<br />

di bersaglieri, mobilitati con le classi in congedo<br />

delle zone <strong>alpin</strong>e in cui si doveva operare e nella preparazione<br />

della campagna attuai tale concetto che, perfezionato<br />

nelle campagne successive, fece nascere l’idea<br />

delle truppe <strong>alpin</strong>e, come mi disse un giorno il Generale<br />

Ricotti che ne fu l'istitutore”.<br />

Questa lettera fu riportata in articolo scritto e pubblicato<br />

su “Rivista Militare” nel 1908, a firma del Colonnello<br />

Oreste Zavattari in cui sollecitava un doveroso<br />

riconoscimento al generale Ricci ed un altrettanto opportuno<br />

ridimensionamento dei meriti del suo allievo alla<br />

scuola di guerra, capitano Perrucchetti, troppo gene-<br />

Domenico Perrucchetti<br />

rosamente sponsorizzato per traversi<br />

motivi, in un successivo articolo<br />

apparso nel medesimo organo<br />

di stampa nel 1872.<br />

Sempre su “Rivista Militare”<br />

del maggio 1990, un ben noto e<br />

qualificato studioso di storia delle<br />

nostre forze armate, il professor<br />

Virgilio Ilari, documentava e<br />

contestava quanto il generale Emilio<br />

Faldella attribuiva al capitano<br />

Perrucchetti, nel libro che nel<br />

1972 scrisse in occasione del centenario<br />

della costituzione ufficiale<br />

del corpo degli<strong>alpin</strong>i. A gennaio<br />

del 1872, l’allora ministro<br />

della guerra, generale Cesare Ricotti,<br />

presentò in parlamento tre<br />

progetti di legge per l’aumento<br />

dei distretti militari e l’inquadramento<br />

di reparti <strong>alpin</strong>i a reclutamento territoriale, già<br />

formatisi nel 1871 come “Corpi speciali di tiratori”, che<br />

nel 1873 andarono a costituire le prime 15 compagnie<br />

<strong>alpin</strong>e.<br />

Non va infine dimenticato l’incidente diplomatico<br />

con l’Austria, provocato da un articolo del Perrucchetti<br />

stesso, apparso su “Rivista Militare” nel 1874, che costò<br />

una sanzione disciplinare all’autore e il posto al direttore<br />

della rivista. Quindi mio caro amico Adriano, come<br />

a te, mi stupisce l’ostinazione delle istituzioni preposte<br />

a non voler rivedere questa pagina di storia. Grazie<br />

per aver stimolato la mia curiosità e forse anche quella<br />

di altre autorevoli stanze in cui ci si occupa di storia<br />

e cultura <strong>alpin</strong>a.<br />

L.G.<br />

“Rivista Militare” è consultabile nel sito: www.esercito.difesa.it<br />

Per esprimere le vostre osservazioni, potete inviare le<br />

vostre e-mail a: info@anavicenza.it oppure scrivere a<br />

Associazione Nazionale Alpini - <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong> -<br />

Via B. d’Alviano, 6 - 36100 <strong>Vicenza</strong>.


Tanti <strong>alpin</strong>i, nessun <strong>alpin</strong>o?<br />

Gentile redazione di Alpin <strong>fa</strong> <strong>grado</strong>,<br />

constato, con crescente stupore e amarezza, di appartenere<br />

ad un’associazione in cui, anziché esaminare<br />

ed affrontare seriamente i problemi interni elaborando<br />

soluzioni - come richiesto dal CDN dell’Ana - gruppi di<br />

soci e di dirigenti si dedicano ad altro, magari pensando<br />

d’aver finalmente trovato “l’uovo di Colombo” per<br />

raccogliere e aggregare nuovi soci: chi con il centinaio<br />

di volenterosi “ragazzotti-scout” della mininaja, chi con<br />

nuove associazioni quali la recente “Associazione <strong>alpin</strong>i<br />

motociclisti” da qualcuno denominata addirittura “Associazione<br />

internazionale <strong>alpin</strong>i motociclisti” (!?).<br />

Sarà perché non vivo in città, bensì tra le montagne<br />

vicentine e sono di cultura montanara, ma queste iniziative<br />

estemporanee sembrano tipiche di persone che non<br />

hanno ben chiaro cosa sia l’Ana, oltre ad avere tempo da<br />

dedicare ad attività di sostanziale divertimento. Non da<br />

dedicare alle cose serie. Non dovrebbero trovare spazio<br />

e consenso nell’Ana, se non altro perché esistono già<br />

moltissimi gruppi (locali e nazionali) di amanti della moto.<br />

Non mancano in<strong>fa</strong>tti le occasioni associative al di fuori<br />

dell’ANA. Speravo, dalla sua costituzione nel 2010,<br />

che la cosa si fermasse lì. L’ALPINO (marzo 2010) ne<br />

giustificava l’esistenza con queste “esaltanti” motivazioni:<br />

“È stata costituita sotto l’egida dell’Ana una nuova<br />

associazione denominata «Alpini Motociclisti», che<br />

raccoglie tutti gli <strong>alpin</strong>i o amici degli <strong>alpin</strong>i appassionati<br />

delle due ruote. L’associazione si prefigge, oltre ad<br />

iniziative goliardiche, di promuovere e organizzare servizi<br />

di scorta tecnica e servizio d’ordine e, nelle emergenze,<br />

offrire la possibilità di rapide trasferte, come già<br />

si è visto <strong>fa</strong>re da alcuni neo soci dopo il terremoto in<br />

Abruzzo, usando questo mezzo per la distribuzione di medicinali”.<br />

Se si vuole approfondire la questione consultando<br />

gli atti ufficiali le sorprese non mancano.<br />

Nell’atto costitutivo della suddetta associazione si afferma<br />

che essa “ha per finalità lo sviluppo e la diffusione<br />

di attività connesse alla disciplina del motociclismo,<br />

sia turistico che sportivo, intese come mezzo di formazione<br />

psico-fisica e morale dei soci, mediante la gestione<br />

di ogni forma di attività agonistica, ricreativa, di servizio<br />

istituzionale o nelle emergenze richieste direttamente<br />

dall’Ana o di ogni altro tipo di attività motoria e non,<br />

idonea a promuovere la conoscenza e la pratica della citata<br />

disciplina...”. Cosa c’entrano le “goliardate” (vedi i<br />

loro documenti), con i giri in moto e i motoraduni con le<br />

norme statutarie dell’Ana? Evidentemente niente, assolutamente<br />

niente! Il richiamo all’Ana e alla sua attività<br />

sembrano solo uno specchietto per le allodole, del tutto<br />

strumentali. L’iniziativa assume tuttavia un significato diverso<br />

quando vedo che l’associazione <strong>alpin</strong>i motociclisti<br />

Lettere in redazione - 13<br />

ha l’esplicito sostegno del CDN nazionale e che l’Ana<br />

concede addirittura l’uso del proprio stemma ufficiale.<br />

Cosa preoccupante, semplicemente assurda.<br />

Allora ho una sensazione di tristezza, se non di rabbia,<br />

per questa illegittima e colpevole disinvoltura, che<br />

evidenzia una notevole confusione concettuale da parte<br />

di alcuni dirigenti. Che ci sia l’esplicito appoggio Ana lo<br />

testimonia, del resto, il verbale della prima assemblea associativa<br />

svoltasi il 18 <strong>settembre</strong> 2010 a Mussolente:<br />

“Porta i saluti del consiglio direttivo nazionale, nella<br />

persona di Cesare Lavizzari, vice presidente nazionale<br />

all’epoca della costituzione dell’ass. e illustra la storia<br />

della nascita e i suoi ideali L’idea è nata a seguito dell’esortazione<br />

del CDN <strong>alpin</strong>i per poter reperire nuove<br />

forze, possibilmente giovani, da associare all’Ana e così<br />

recuperare anche gli Alpini «dormienti»… Avuta l’approvazione<br />

del CDN <strong>alpin</strong>i, il 17 marzo 2010, presso il<br />

notaio Giuseppe Parazzini si costituisce ufficialmente<br />

l’associazione, sposando e sottomettendosi integralmente<br />

allo statuto dell’Ana... Francesco Tajana passa la parola<br />

al segretario Dario Ferro, che illustra la forza dell’associazione,<br />

i suoi numeri (anche economici), i vari<br />

impegni prossimi che si troveranno puntualmente sia sul<br />

sito che su <strong>fa</strong>cebook, le varie convenzioni commerciali<br />

in via di definizione. Tutte queste iniziative saranno man<br />

mano ben pubblicizzate sul sito, che si esorta a visitare<br />

spesso, in quanto in continua evoluzione... Illustra anche<br />

che, nel seno dell’Ana, ci sono soci contrari alla ns.<br />

associazione e, nello specifico, legge un commento di un<br />

socio Ana anziano e la rispettiva pronta risposta del presidente<br />

nazionale Corrado Perona, che ribadisce e sottolinea<br />

fortemente le nostre migliori intenzioni e, quindi,<br />

la sua totale approvazione”. Si può <strong>fa</strong>cilmente notare<br />

quale sia la “grande rilevanza” ideale,politica ed operativa<br />

di quest’operazione “motociclisti <strong>alpin</strong>i.<br />

Sarò ormai un vecchio <strong>alpin</strong>o ma io non vedo proprio<br />

cosa centri l’Ana con i gruppi motociclistici o i motoclub.<br />

Per me valgono le norme statutarie, carenti ma<br />

che devono essere rispettate. Sono sempre andato e, vado,<br />

in montagna a piedi e non in moto. Non vedo poi<br />

perché si debbano affidare a questi festaioli attività dell’Ana.<br />

Se fossero perseguite le “motivazioni addotte”,<br />

quando vedremo la costituzione di associazioni di molteplici<br />

altre attività col nome <strong>alpin</strong>i o Ana? È questa la<br />

strada del rinnovamento dell’Ana che alcuni hanno in<br />

mente? Mi aspetto che il nostro presidente Perona e i<br />

vari consiglieri centrali e periferici ci spieghino adeguatamente<br />

se e perché sostengono questa iniziativa! E<br />

le sezioni non hanno niente da riflettere? La sezione di<br />

<strong>Vicenza</strong> non ha niente da dire? Qualcuno deciderà di<br />

svegliarsi da questo torpore, smettendo di star passivamente<br />

a guardare o magari di correre dietro alle <strong>fa</strong>r<strong>fa</strong>llonate<br />

di qualcuno?<br />

Adriano Dal Prà - gruppo di Torrebelvicino


14 - Mondo <strong>alpin</strong>o<br />

Franco Impalmi<br />

Da molto tempo si sentiva parlare<br />

dell’ipotesi di organizzare la nostra<br />

adunata nazionale in quel di Bolzano/Bozen;<br />

finalmente il 2012 sarà la<br />

volta buona. Gli <strong>alpin</strong>i, si sa, sono gente un po’ brontolona:<br />

brontolarono ancora, in passato, quando le adunate<br />

nazionale si tennero in località non propriamente in<br />

zone di reclutamento <strong>alpin</strong>o, ma mai, come nel caso di<br />

Bolzano/Bozen i brontolii sono stati così rumorosi.<br />

Anche su “L’Alpino” sono stati numerosi gli interventi<br />

critici per questa scelta e anche per le prese di posizione<br />

di alcuni amministratori altoatesini, non propriamente<br />

entusiasti dalla prospettiva di una massiccia<br />

presenza di <strong>alpin</strong>i nelle loro zone. Molti dei critici ricordano<br />

tempi passati in cui l’atteggiamento nei confronti<br />

dei militari italiani non era certo ispirato al massimo<br />

della cordialità, lamentando simpatie dichiarate<br />

verso la nazione confinante. Al di là delle prese di posizione<br />

estremistiche, che non mi sento di condividere<br />

né da una parte né dall’altra, ritengo però utile <strong>fa</strong>re alcune<br />

considerazioni.<br />

Il Trentino Alto Adige è entrato entro i confini italiani<br />

dopo la prima guerra mondiale; questo territorio,<br />

lungi dall’essere omogeneo, presenta due connotazioni<br />

molto diverse: se il territorio coincidente grossomodo<br />

con la provincia di Trento si caratterizza come “italiano”<br />

per lingua e cultura, il territorio della provincia di<br />

Bolzano (Alto Adige/Sudtirol) presenta caratteristiche<br />

tipicamente germaniche: la lingua innanzitutto, ma anche<br />

la cultura, la storia, le tradizioni.<br />

Dopo la prima guerra mondiale il governo <strong>fa</strong>scista<br />

italiano fece un’intensa attività tesa a italianizzare genti<br />

e territori che italiani non erano proprio, sovente alimentando<br />

in tal modo un sentimento di “resistenza” nei<br />

confronti degli italiani non a torto considerati come “invasori”.<br />

Immagino già che susciterò dei mal di pancia in chi<br />

considera l’Alto Adige come parte integrante e irrinunciabile<br />

dello Stato italiano: per carità, oggi e così, ma<br />

possiamo essere sicuri che fra cinquanta o cento anni i<br />

confini saranno gli stessi di adesso? Basta guardare come<br />

negli ultimi centocinquanta anni i confini europei si<br />

siano profondamente modificati.<br />

Bozen, Italia<br />

Tornando all’adunata di Bolzano: sono convinto che<br />

un atteggiamento civile e rispettoso degli <strong>alpin</strong>i in congedo<br />

verso la gente altoatesina sia il presupposto per<br />

un’ottima riuscita dell’adunata. Frequento da tantissimi<br />

anni la provincia di Bolzano e devo dire che ho sempre<br />

trovato un’ottima accoglienza, ma di sicuro ci deve essere<br />

il rispetto reciproco senza atteggiamenti arroganti.<br />

Ricordo un episodio cui assistetti alcuni anni <strong>fa</strong> nella<br />

valle di Anterselva. Mi trovavo con un amico in un bar<br />

dove stavamo prendendo una birra al banco; ad un tratto<br />

davanti al locale arrivò un’auto (che poi scopersi targata<br />

“VI”) dalla quale scesero tre giovani con gran sbattere<br />

delle portiere dell’auto. Una volta entrati nel locale<br />

uno dei tre, con tono arrogante chiese: “Signora! Tre<br />

panini co ’a soprèssa” al che la barista rispose: “Bitte?”<br />

e il giovane “Ah! Dio c...!A sémo in Italia e no i capisse<br />

gnanca l’italian!”.<br />

Mi è restato impresso quell’episodio, perché notai<br />

che la barista, con noi gentilissima ancorché parlasse<br />

con difficoltà l’italiano, cambiò repentinamente atteggiamento.<br />

Ecco, ho il timore che situazioni del genere possano<br />

ripetersi durante l’adunata; si sa che il nostro incontro<br />

annuale è anche un’occasione di festa e di brindisi, che<br />

purtroppo - quando sono eccessivi - originano comportamenti<br />

disdicevoli. Bisogna evitarli! Bisogna evitare<br />

che la festa diventi pretesto per manifestazioni di arroganza<br />

nazionalistica che potrebbero compromettere un<br />

civile e sereno rapporto con genti amministrativamente<br />

inserite entro i confini italiani, ma con cultura e storia<br />

diverse dalla nostra.


Luigi Girardi<br />

Potrebbe essere ormai tempo di chiederci<br />

quanto dovrà durare ancora il<br />

balletto sulla percorribilità della strada<br />

degli Scarrubi per le auto, particolarmente<br />

in occasione del pellegrinaggio di <strong>settembre</strong><br />

alla chiesetta di Santa Maria sul Pasubio. Sarebbe forse<br />

ora di smetterla con il tormentone di ogni anno sui permessi<br />

di transito: - no - sì - forse - vedremo - non se ne<br />

parla - sì, però - no ma - si ma non vogliamo saper niente<br />

- no, i tecnici non si sono ancora pronunciati - e così<br />

per mesi, senza mai giungere ad una definizione.<br />

È ormai indifferibile una lucida analisi di alternative<br />

scevre da banali sentimentalismi, su come potrebbe<br />

essere in futuro una serena gestione di questa ricorrenza<br />

tanto cara e radicata nello<br />

spirito e nel ricordo di ancora<br />

tanti <strong>alpin</strong>i e non <strong>alpin</strong>i.<br />

A meno che non si preferisca<br />

continuare in questa situazione<br />

di stallo, allo scopo<br />

di mantenere vivo un motivo<br />

di tensione, quale elemento<br />

coagulante (come lo è l’adunata<br />

nazionale) per gli <strong>alpin</strong>i.<br />

Se vogliamo invece smetterla<br />

di rimandare l’incubo all’anno dopo, o al prossimo<br />

sindaco, o al prossimo presidente, dobbiamo porci e rispondere<br />

ad alcune semplici domande e prima tra tutte:<br />

ma è proprio indispensabile dover ogni volta ricorrere a<br />

ridicoli giochetti e <strong>fa</strong>ntasiosi escamotages, per permettere<br />

ad un codazzo di puzzolenti autoveicoli - corpi estranei<br />

alla montagna ed allo spirito della commemorazione<br />

- di raggiungere anche i più appartati anfratti dell’area<br />

sacra (e per sacra intendo tutta la zona sommatale).<br />

Dissacranti per un luogo vocato al silenzio e la preghiera.<br />

Forse che la colonna mozza dell’Ortigara o l’altare sull’Adamello<br />

sono a portata di portiera d’auto?<br />

Forse che don Galloni sognava vedere i dintorni della<br />

sua chiesetta ingombri di tendopoli e tavolate da sagra<br />

paesana? Proprio sopra quelle sacre pietre sotto cui ancora<br />

si stanno consumando i resti di tanti nostri fratelli.<br />

Dimentichiamo forse che pellegrino è colui che in<br />

umiltà e devozione si reca passo dopo passo ove lo por-<br />

Pasubio<br />

Mondo <strong>alpin</strong>o - 15<br />

ta la devozione e l’amore?<br />

E se vogliamo continuare<br />

ad inchinarci davanti<br />

ai nostri morti, perché<br />

non decidiamo di<br />

<strong>fa</strong>rlo ove essi riposano:<br />

l’Ossario sul colle di<br />

Bellavista ove ogni problema<br />

logistico verrebbe<br />

drasticamente ridotto<br />

ed in molti casi annullato?<br />

Se siamo convinti - come è certo che sia - che la ricorrenza<br />

continui condurci pellegrini sui luoghi del martirio,<br />

andiamoci allora da veri pellegrini: a piedi finché le<br />

gambe ci porteranno e dopo sarà l’inesorabile rotolare del<br />

tempo a fermarci sul Colle di Bellavista, sotto lo sguardo<br />

severo e l’ombra del Grande Monumento Pasubio.<br />

Basta con spese e lavori per mantenere strade che non<br />

potranno essere percorse,<br />

perché non è vero che le<br />

montagne non si muovono:<br />

si muovono e come! A<br />

fine agosto scorso il Pelmo<br />

ce l’ha ricordato. Una<br />

cosa è attaccare la montagna<br />

per vaji, sentieri e ferrate,<br />

attrezzati e coscienti<br />

della sfida che si va ad affrontare<br />

ed un’altra cosa è<br />

percorrerla in frotta d’auto e pedoni, su un percorso di<br />

cui è responsabile un sindaco a cui nessuno garantisce<br />

(perché non è forse in <strong>grado</strong> di garantire) certezze sulla<br />

sicurezza. Colpevole di non essere un <strong>fa</strong>cilone? Tu al suo<br />

posto che cosa <strong>fa</strong>resti? Accenderesti ogni volta un Tir di<br />

ceri perché pezzi di roccia non rotolino a valle o perché<br />

qualche “masiera” non ceda mentre transita qualcuno?<br />

perché in quel caso... Proviamo semplicemente pensare<br />

a perfezionare quello che già si sta <strong>fa</strong>cendo: un sabato<br />

dedicato alla commemorazione in clima veramente <strong>alpin</strong>o<br />

alla chiesetta di Santa Maria e la domenica all’Ossario,<br />

la cerimonia ufficiale riservata ai discorsi e la partecipazione<br />

di massa. Ai pernottamenti e la sussistenza vi<br />

potrebbero egregiamente provvedere le strutture ricettive<br />

locali e quelle dei gruppi <strong>alpin</strong>i delle zone trentine e<br />

vicentine.<br />

Onore e memoria ci chiedono i morti. Solo questo<br />

dovremo loro per sempre.


16 - Appuntamenti<br />

ASSEMBLEA ANNUALE<br />

DEI CAPIGRUPPO <strong>2011</strong><br />

S’informano i lettori che sabato 26 novembre <strong>2011</strong>, a partire<br />

dalle ore 8.30 nel Teatro di San Pietro in Gù si svolgerà<br />

l’annuale assemblea dei capigruppo.<br />

Quest’anno l’assemblea vedrà la presenza del presidente nazionale<br />

che, nell’occasione, raccoglierà i contributi della sezione<br />

di <strong>Vicenza</strong> circa il futuro associativo.<br />

L’appuntamento è fondamentale e si raccomanda pertanto<br />

la presenza di tutti i capigruppo e/o dei delegati.<br />

FUTURO ASSOCIATIVO<br />

Il presidente e il consiglio direttivo sezionale ricordano a tutti i capizona, ai capigruppo<br />

e agli <strong>alpin</strong>i della sezione che possono ancora presentare le proprie osservazioni e le proprie<br />

proposte in merito al documento distribuito dalla sede nazionale conosciuto come<br />

“FUTURO ASSOCIATIVO”.<br />

I contributi saranno raccolti e presentati al presidente nazionale in occasione della sua visita<br />

alla sezione di <strong>Vicenza</strong> prevista per il prossimo 26 novembre.<br />

Si richiamano tutti gli <strong>alpin</strong>i ad impegnarsi in una riflessione che, nell’ottica dei prossimi<br />

anni, sarà decisiva per la nostra associazione.<br />

La sezione di <strong>Vicenza</strong> è un tassello importante all’interno dell’Ana ed è per questo che è<br />

giusto che ogni <strong>alpin</strong>o offra il proprio contributo.<br />

Lamentarsi poi a cose <strong>fa</strong>tte o per decisioni prese da altri non sarebbe degno né per la sezione<br />

di <strong>Vicenza</strong> né per gli <strong>alpin</strong>i che ne <strong>fa</strong>nno parte.


Appuntamenti - 17<br />

Giornata della Solidarietà Alpina <strong>2011</strong><br />

Ha preso il via la Giornata della Solidarietà Alpina<br />

<strong>2011</strong>. Quest’anno ogni gruppo ha l’opportunità<br />

di decidere e mettere in pratica la raccolta fondi nelle<br />

modalità che ritiene più adatte.<br />

Gli obiettivi<br />

Nel <strong>2011</strong> i fondi raccolti sono destinati a due<br />

obiettivi. Una parte è riservata a Metis Africa, una<br />

Onlus che opera in Mali e concretizza progetti sanitari<br />

a beneficio della popolazione locale. Nello<br />

specifico, il denaro servirà all’acquisto di un ecografo<br />

che sarà utilizzato da personale medico competente<br />

nel reparto di maternità dell’ospedale di<br />

Sangha.<br />

Il resto, invece, sarà consegnato alla sede nazionale<br />

per il progetto Una Casa per Luca. L’iniziativa<br />

si preoccupa di costruire un’abitazione tecnologicamente<br />

accessibile per Luca Barisonzi, <strong>alpin</strong>o<br />

dell’8° Rgt, rimasto quasi completamente paralizzato<br />

a seguito dello stesso scontro a fuoco in Afghanistan<br />

dove morì il caporale Luca Sanna.<br />

Notizie utili<br />

A fine luglio i capizona sono stati delegati dal<br />

consiglio sezionale a informare i capigruppo sia dell’iniziativa,<br />

sia della distribuzione del materiale. In<br />

sezione sono disponibili eventualmente altri manifesti.<br />

Il termine di scadenza della giornata della Solidarietà<br />

è stato convenzionalmente fissato all’ultimo<br />

giorno del mese di ottobre.<br />

ATTIVITA’ ASSOCIATIVE SEZIONALI 2012<br />

In previsione della pianificazione del calendario delle attività associative del<br />

2012 il Consiglio Direttivo Sezionale informa i capigruppo che le iniziative di<br />

un certo rilievo devono essere comunicate per iscritto alla segreteria di<br />

sezione entro lunedì 7 novembre <strong>2011</strong>, cioè in tempo utile affinché esse possano<br />

essere pubblicate sul numero di dicembre di Alpin Fa Grado.


18 - Recensioni<br />

Quando il cantore dell’Impero<br />

Britannico scoprì gli <strong>alpin</strong>i<br />

È il 1917 e al fronte c’è un invitato di guerra d’eccezione:<br />

Rudyard Kipling, giornalista, poeta e scrittore<br />

inglese. Kipling, all’epoca già all’apice della <strong>fa</strong>ma,<br />

visita le zone di guerra italiane, dalle Alpi Giulie<br />

alle Alpi Carniche; le suggestioni dell’avventura<br />

le trasferirà poi nero su bianco portando a conoscenza<br />

del grande pubblico d’oltre Manica volti, <strong>fa</strong>tti,<br />

paesaggi altrimenti ignorati. Lo scrittore intitolò<br />

questo reportage “The War in the Mountains”, ed è<br />

tradotto fedelmente ne “La guerra nelle montagne<br />

– Impressioni dal fronte italiano” nel volume pubblicato<br />

da Mursia a cura di Massimo Zamorani<br />

(pp.124, e 12).<br />

Tra le altre cose, il libro dello scrittore inglese segnalò<br />

per la prima volta ai compatrioti una specialità<br />

dell’Esercito italiano finora sconosciuta: gli <strong>alpin</strong>i.<br />

Scrive Kipling: “Gli <strong>alpin</strong>i hanno un cappello decorato<br />

con una penna d’aquila, ramponi dalle punte<br />

letali come le zanne di un lupo, occhi in cui brilla<br />

lo sguardo dei nostri aviatori e un modo di camminare<br />

sui terreni a loro <strong>fa</strong>miliari che ricorda il moto<br />

delle onde. Mai prima d’allora avevo avuto l’onore<br />

di conoscere un corpo di giovani scapestrati, con il<br />

In libreria<br />

carattere tosto e lo<br />

sguardo inflessibile”.<br />

Rudyard Kipling racconta<br />

il suo viaggio con<br />

la prosa essenziale tipica<br />

del giornalismo inglese;<br />

commenta l’asprezza<br />

e la bellezza delle<br />

vette paragonandole,<br />

di volta in volta, alle montagne da lui visitate in tutto<br />

l’impero Britannico, dall’Africa all’Oriente. Soprattutto,<br />

a differenza dei colleghi italiani, non indulge nella<br />

mistica della guerra. Anche per questo le pagine de<br />

“La guerra nelle montagne” scorrono via veloci sotto<br />

gli occhi del lettore lasciandolo, alla fine, soddis<strong>fa</strong>tto.<br />

Sia per i curiosi che degli <strong>alpin</strong>i e della Grande Guerra<br />

sanno già qualcosa, sia per i neofiti che delle penne<br />

nere conoscono poco o nulla, e quel poco o nulla<br />

lo hanno appreso attraverso l’Ana, il libro di Kipling<br />

è una bella sorpresa; e, per un primo approccio,<br />

è certo preferibile a un Bedeschi o a un Rigoni<br />

Stern.<br />

F.M.<br />

Soldato nella seconda<br />

guerra mondiale<br />

In questo pregevole lavoro Valter Seravalli racconta la storia semplice<br />

di suo padre, un giovane che a neanche vent'anni viene chiamato alle<br />

armi, nel paese che è in guerra, e ci va perché quello è il suo dovere, e<br />

cerca di <strong>fa</strong>rlo meglio che può. La storia di Pietro Seravalli, artigliere da<br />

montagna nel gruppo "Valle Isonzo", è come quella di altre migliaia di<br />

giovani, che si trovano a dare gli anni migliori della vita allo stato, e che<br />

poi, da quello stato, a causa delle mutate condizioni storiche e politiche,<br />

vengono dimenticati.<br />

Chi lo desiderasse può ordinare il libro in sezione tramite Franco Impalmi<br />

(costo e 10)


Zona ASTICO BRENTA<br />

Da Vallarsa all’Ossario del Pasubio:<br />

sulla strada della storia<br />

Si è conclusa la seconda “escursione storica” organizzata<br />

dalla zona Astico-Brenta il 24 luglio scorso. Nata<br />

nel 2010 con il chiaro intento di riportare in montagna<br />

gli <strong>alpin</strong>i, quest’anno la meta è stata la Vallarsa.<br />

Giunti in loco,<br />

gli <strong>alpin</strong>i dell’Astico-Brenta<br />

sono stati accolti<br />

dal gruppo di<br />

Vallarsa e dall’ospitalità<br />

dei<br />

suoi <strong>alpin</strong>i. In<br />

particolare quella del capogruppo Gregorio Pezzato che<br />

ha illustrato e spiegato alle penne nere ospiti il Corno<br />

Battisti e le altre vette che circondano la valle rendendola,<br />

al contempo, una perla di rara bellezza.<br />

Una pioggia leggera ha accompagnato all’interno dei<br />

suggestivi boschi fino ad arrivare a quelli che furono i<br />

trinceramenti italiani. Anche qui Gregorio Pezzato, per<br />

l’occasione promosso a nostra guida, ci ha accompagnato<br />

tra i posti comando e i bunker; dando prova di una<br />

conoscenza storica non indifferente. Poi, gli <strong>alpin</strong>i dell’Astico-Brenta<br />

si sono diretti in visitare al Museo Etnografico<br />

della valle; da lì ai triceramenti del Matasson<br />

dai quali gli <strong>alpin</strong>i hanno ammirato l’intera valle e le linee<br />

di combattimento. Nel primo pomeriggio la comitiva<br />

si è diretta all’Ossario del Pasubio per rendere omaggio<br />

ai soldati e ai Caduti della Prima Armata,<br />

Alla fine gli <strong>alpin</strong>i hanno tributato il giusto riconoscimento<br />

all’organizzarore della “II escursione storica”<br />

Franco Rodella e all’impagabile guida Gregorio Pezzato<br />

del gruppo di Vallarsa.<br />

“La montagna come maestra di vita ha potuto <strong>fa</strong>rci ascoltare<br />

nuovamente il suo silenzio; ora aspettiamo con ansia<br />

il nostro pellegrinaggio sezionale sul monte Pasubio<br />

per sentirlo ancora e per indossare nuovamente in montagna<br />

il nostro Cappello”.<br />

Torneo di bocce <strong>2011</strong><br />

Ha avuto un gran successo di pubblico e di partecipanti<br />

l’annuale gara di bocce organizzata dalla zona Astico Brenta.<br />

In questa edizione <strong>2011</strong> sono state 32 le coppie che si<br />

sono affrontate sul campo; suddivise in 8 gruppi: Povolaro,<br />

Sandrigo, Bolzano Vicentino, Sarcedo, Montecchio<br />

Precalcino, Poianella, Passo di Riva e Bressanvido.<br />

Dopo una finale appassionante si è imposta la coppia<br />

Dalle zone - 19<br />

Pellegrini-Barbieri di Povolaro sull’altra coppia finalista<br />

Zardo-Meneghini di Bolzano Vicentino.<br />

Presenti alla<br />

manifestazione<br />

e alla<br />

cerimonia di<br />

premiazione<br />

il presidente<br />

sezionale<br />

Giuseppe<br />

Galvanin, il<br />

responsabile del GSA Rando, il capozona Giuliano De<br />

Marchi, i consiglieri sezionali Arbori e Federico Murzio<br />

e il capogruppo di Sarcedo Alberto Dal Ferro.<br />

La splendida giornata si è conclusa con un incontro conviviale<br />

nella sede del gruppo di Sarcedo nel quale tutti<br />

i presenti si sono complimentati per l’ottima organizzazione.<br />

Il tutto a dimostrazione del legame e della fratellanza<br />

<strong>alpin</strong>a tra i gruppi della zona.<br />

Zona ALTA VAL LIONA<br />

Gli <strong>alpin</strong>i donano il tricolore agli alunni<br />

L’incontro si ripete da otto anni e alunni, insegnanti e<br />

genitori attendono il giorno con ansia per vivere un momento<br />

particolare ricco d’emozioni. Venerdì 27 e sabato<br />

28 maggio <strong>2011</strong> nelle varie scuole della zona si è tenuta<br />

“la giornata del Tricolore”. Durante la manifestazione<br />

i ragazzi hanno cantato l’Inno di Mameli e “Sul<br />

Cappello” e hanno letto brani e poesie inerenti alla nascita<br />

e alla storia della bandiera. Quindi i capigruppo<br />

hanno ringraziato alunni e insegnanti soffermandosi sul<br />

significato dei colori della bandiera. Al termine, ai bambini<br />

è stata consegnata una bandiera e una pergamena<br />

nella quale è stampato il significato del Tricolore. Tutto<br />

finisce in allegria, con gli scolari pronti a <strong>fa</strong>re festa<br />

con la bandiera legata sulle spalle, così com’è abituale<br />

<strong>fa</strong>re oggi. Non conta come esternare il gradimento, importa<br />

che la bandiera sia apprezzata e diventi un preciso<br />

riferimento di valori di Patria.<br />

Iniziativa con la scuola media,<br />

gli studenti rivivono la Guerra<br />

“Solo coltivando la memoria storica si cresce e si matura<br />

come cittadini coscienti, impegnati ed attivi”. Queste<br />

parole dell’esperto di storia Giuseppe Rossi hanno<br />

spinto noi <strong>alpin</strong>i della zona Alta Val Liona, già da diversi<br />

anni, ad organizzare due incontri annuali sulla Prima<br />

e Seconda Guerra Mondiale con gli alunni della ter-


20 - Dalle zone<br />

za media dell’istituto comprensivo Val Liona.<br />

Il docente è stato lo storico Giuseppe Rossi, <strong>alpin</strong>o del<br />

gruppo di Alte Ceccato. Questa iniziativa ha entusiasmato<br />

alunni e insegnanti in quanto l’esperienza è considerata<br />

molto costruttiva per tutti.<br />

Sicuramente noi <strong>alpin</strong>i, condividendo simili esperienze<br />

con il mondo della scuola abbiamo offerto ai ragazzi<br />

l’occasione per conoscere il sacrificio degli <strong>alpin</strong>i e il<br />

loro senso del dovere durante le guerre.<br />

Inoltre questi momenti ci offrono l’opportunità di renderci<br />

visibili anche tra gli studenti più giovani e di acquisire<br />

una maggiore credibilità in futuro.<br />

Dopo le due lezioni a scuola è stata organizzata una lezione<br />

didattica a forte Belvedere, al sacrario militare ed<br />

al museo della guerra di Canove. Questo, senza dubbio,<br />

l’argomento che più ha toccato i ragazzi poichè hanno<br />

capito cosa significava “essere soldati”, alle condizioni<br />

precarie in cui erano costretti a vivere gli uomini nelle<br />

trincee, allo stress psicologico e al logorio morale che<br />

una guerra, una qualsiasi guerra può comportare. (Si possono<br />

leggere pagine toccanti nell’“Anno della Vittoria”<br />

di Rigoni Stern). A guerra finita il rientro fu lento, il recupero<br />

delle case abbandonate e devastate dalla guerra<br />

fu <strong>fa</strong>ticoso e richiese molti anni di duro lavoro.<br />

Non passarono che vent’anni ma la lezione, delle trincee,<br />

dei lutti infiniti, non fu capita, ricominciò un’altra<br />

guerra più devastante della precedente.<br />

Ora l’Europa sembra aver capito quanto sia insensata la<br />

guerra, gli <strong>alpin</strong>i l’avevano sempre saputo ed ancora oggi<br />

testimoniano che solo la solidarietà crea la Pace.<br />

Zona BERICI SETTENTRIONALI<br />

I gruppi tra la storia e il futuro<br />

Nei mesi di maggio e giugno, i gruppi della zona Berici<br />

settentrionali, oltre alle consuete attività, hanno portato<br />

a termine due importanti iniziative previste dal programma<br />

di zona 2010/2012. Nella prima, il 23 maggio,<br />

ospiti del gruppo di Quinto Vicentino, si sono riuniti i<br />

“meno veci” della zona per raccogliere proposte di attività<br />

associative da organizzare nel prossimo futuro, per<br />

coinvolgere la <strong>fa</strong>scia di età dei 35/40/50 anni degli <strong>alpin</strong>i<br />

iscritti e non ancora iscritti, desiderosi di coinvolgere<br />

anche le proprie <strong>fa</strong>miglie.<br />

La partecipazione<br />

è stata più<br />

che soddis<strong>fa</strong>cente<br />

sia per il<br />

numero che per<br />

la qualità delle<br />

proposte <strong>fa</strong>tte<br />

La prima riunione dei “Meno Veci”<br />

dai “meno veci”<br />

iscritti al capozona<br />

Luciano Cherobin, il quale ha loro raccomandato<br />

di essere innanzitutto <strong>alpin</strong>i trainanti all’interno del proprio<br />

gruppo, di essere vicini al proprio capogruppo e di<br />

supportarlo nelle attività di sua competenza ed in particolar<br />

modo in quelle che comportano una particolare dimestichezza<br />

con i nuovi strumenti informatici, senza tralasciare<br />

le tradizionali attività associative. I “meno veci”<br />

si sono <strong>fa</strong>tti avanti con proposte quali: una giornata con<br />

il garand a Tarcento, una giornata in malga con le <strong>fa</strong>miglie,<br />

la partecipazione in massa al raduno triveneto, la<br />

visita al centro addestrativo sportivo dell’esercito ad Aosta,<br />

l’organizzazione di un corso di sci di fondo, una giornata<br />

nelle colline di Fimon, con attività e pranzo all’aperto,<br />

un campeggio <strong>alpin</strong>o estivo, l’organizzazione di<br />

una maratona a <strong>Vicenza</strong>, un torneo di calcio tra squadre<br />

sezionali di <strong>alpin</strong>i e squadre di residenti italiani ma provenienti<br />

da altre nazioni (U.S.A., paesi dei Balcani, ecc.).<br />

Infine è stato segnalato che il S.O.N. sta cercando volontari.<br />

Molte idee, basterebbe attuarne anche solo due<br />

o tre. L’importante è che i “meno veci” si <strong>fa</strong>cciano carico<br />

di coinvolgere i loro coetanei con le loro <strong>fa</strong>miglie, siano<br />

essi <strong>alpin</strong>i iscritti e non e, perché no, amici che non<br />

hanno svolto servizio militare nelle truppe <strong>alpin</strong>e.<br />

Una di queste iniziative comunque si è svolta il 2 giugno.<br />

La camminata storica, sotto la guida di Pierantonio<br />

Graziani, sul Monte Grappa si è svolta con la partecipazione<br />

di <strong>fa</strong>miglie, amici ed <strong>alpin</strong>i dai 7 ai 77 anni.<br />

Ottima giornata, giusta <strong>fa</strong>tica <strong>fa</strong>tta in compagnia e straordinario<br />

coinvolgimento emotivo, per il trovarsi in luo-


ghi che hanno visto il più alto sacrificio di uomini che<br />

non hanno <strong>fa</strong>tto solo il proprio dovere, ma sono stati protagonisti<br />

di molteplici atti d’eroismo, sorretti dai valori<br />

che sono il <strong>fa</strong>ro della nostra attività associativa.<br />

Oltre 5 ore di cammino nella storia e nella straordinaria<br />

natura che con il tempo ha riconquistato i monti, le valli<br />

ed i pianori che, stravolti dalla furia delle armi, portano<br />

ancora il segno dei più profondi sfregi subiti.<br />

Grazie Pierantonio e arrivederci al 14 <strong>settembre</strong>, prossimo<br />

appuntamento al Monte Maggio, aperto agli <strong>alpin</strong>i<br />

ed ai <strong>fa</strong>migliari di tutta la sezione.<br />

Zona VAL DE GUA’<br />

Il reduce Adelino Padovan:<br />

una storia semplice<br />

Qualche mese <strong>fa</strong> venivo informato dai <strong>fa</strong>miliari di Adelino:<br />

un reduce di guerra, uno degli ultimi a Lonigo. Eh già<br />

cari lettori, un altro reduce della seconda guerra mondiale.<br />

Mi misi subito al lavoro per raccogliere tutte informazioni<br />

possibili sulla sua vita e, saputo che avrebbe festeggiato<br />

i suoi 95 quest’estate, insieme con gli <strong>alpin</strong>i leoncinei<br />

abbiamo pensato di preparargli una bella sorpresa.<br />

Mai avrei immaginato che solo qualche tempo dopo avremo<br />

unito il giovane Alessio, leoniceno doc in partenza<br />

a fine agosto per l’Accademia Militare di Modena e il<br />

reduce Adelino, che nei stessi giorni avrebbe festeggiato<br />

l’importante genetliaco.<br />

Ed eccoci qui, come vedete nella foto, l’arzillo vecchietto<br />

al centro, accanto al presidente sezionale Giuseppe Galvanin,<br />

il capogruppo di Lonigo Sergio Portinari, il capozona<br />

Luca Bolla, il caporal maggiore VFP1 Alessio<br />

Raisi, classe 1989 e, infine, il sindaco di Lonigo Giuseppe<br />

Boschetto, che ci ha ospitati in Municipio per una<br />

breve cerimonia.<br />

In breve vi racconto la storia di questo simpaticissimo<br />

vecchietto.<br />

L’ <strong>alpin</strong>o Adelino Padovan nasce a Lonigo il 17 agosto<br />

1916. Chiamato alla leva il 10 giugno 1937, presta servizio<br />

al 7° <strong>alpin</strong>i di Belluno, caserma Fantuzzi, incarico<br />

caporale-conducente. Si congeda nel 1938.<br />

Nel <strong>settembre</strong> del 1939 è richiamato ed entra in servizio<br />

al 9° battaglione Val Leogra, dislocato a Tolmino, ai<br />

tempi territorio italiano, oggi ex Jugoslavia.<br />

Il 29 dicembre del 1940, dopo mesi di preparazione con<br />

i commilitoni della compagnia, Adelino parte per le operazioni<br />

sul fronte albanese. Alla testa dei suoi muli, sale<br />

sulla tradotta che da Gorizia lo porterà a Bari, per essere<br />

poi imbarcato alla volta di Durazzo il 20 gennaio del<br />

Dalle zone - 21<br />

1941. Da lì Adelino, incolonnato con i suoi commilitoni,<br />

parte a piedi per il fronte, a dare man forte al battaglione<br />

Val Leogra in località Guri I Topit. Le operazioni<br />

sembrano riuscire molto bene, il tempo non sembra così<br />

pessimo come veniva descritto in Italia; le forze di occupazione<br />

italiane scendono quindi fino in Grecia e si ricongiungono<br />

con i tedeschi sul Ponte di Perati.<br />

Dopo un periodo di calma apparente viene nuovamente<br />

incolonnato per ritornare a Durazzo per il rimpatrio,<br />

ma, invece, arriva un contrordine e viene mandato ad un<br />

altro fronte: Montenegro (agosto 1941). Adelino ricorda<br />

il forte disappunto delle truppe nei confronti dei nostri<br />

generali che sapevano molto bene di essere stati male<br />

informati. Nell’agosto del 1942, Adelino riceve una<br />

licenza speciale e rimpatria a <strong>Vicenza</strong>, dopo un viaggio<br />

fortunoso.<br />

La guerra intanto continua a incalzare su vari fronti: Grecia,<br />

Balcani, Albania, Russia. Il caporale Adelino Padovan<br />

viene richiamato nel giugno del 1943 nel Btg Val<br />

Leogra, che nel frattempo era diventato Btg <strong>Vicenza</strong><br />

(battaglione che passerà alla storia per le gesta eroiche<br />

dei nostri padri vicentini).<br />

Per lui e i suoi <strong>alpin</strong>i era pronta la cartolina per la Russia<br />

ma, in seguito all’armistizio dell’8 <strong>settembre</strong> del<br />

1943, tutti gli <strong>alpin</strong>i in servizio nella caserma in Tolmino<br />

sono <strong>fa</strong>tti prigionieri e deportati in Germania, presso<br />

una caserma a Zigrinai.<br />

Nel giugno del 1945, dopo la liberazione da parte degli<br />

alleati, Adelino ritorna a Lonigo, senza plausi né gloria:<br />

ben 8 anni passati al servizio della Patria, ricevendo in<br />

cambio forse il dono più bello: gli fu risparmiata la Vita.<br />

Adelino lavorerà fino al 1976, a 60 anni, come metalmeccanico,<br />

in una azienda leonicena, creandosi una<br />

<strong>fa</strong>miglia stimata in città e molto legata ai valori <strong>alpin</strong>i<br />

e civili.<br />

L.B.


22 - Vita dei gruppi<br />

DUEVILLE<br />

Recuperata cucina da campo<br />

Che appetito si aveva sotto naja... e quanti ricordi legati<br />

alle cucine da campo! Ed ecco allora che il gruppo <strong>alpin</strong>i<br />

di Dueville ha recuperato dalle dismissioni dell’esercito<br />

una vecchia cucina da campo costruita dalle Officine<br />

D. Bif<strong>fa</strong>ni di Roma, idonea a preparare fino a 200<br />

porzioni. Grazie al valido supporto dei soci, di Antonio<br />

Berdin e Bruno Righi e di un <strong>alpin</strong>o “carrozziere” che<br />

l’ha riverniciata nella sua livrea originale, la cucina, memore<br />

di tante battaglie culinarie e di tanti campi estivi<br />

e invernali, è ora rimessa a nuovo e <strong>fa</strong> bella mostra di sé<br />

presso la sede del gruppo, in perfetta efficienza e pronta<br />

a riprendere la sua originaria mansione.<br />

ISOLA VICENTINA<br />

Gita a Caporetto<br />

Nella programmazione degli eventi in occasione dei 150<br />

anni dell’unità d’Italia i gruppi di Isola Vicentina, Castelnovo,<br />

Torreselle e Ignago tra le varie iniziative in collaborazione<br />

hanno programmato anche una gita in una<br />

località significativa della storia dell’Italia. La località<br />

scelta è stata Caporetto che, durante la prima guerra mondiale,<br />

è stata teatro di sanguinose e cruente battaglie e<br />

dove molti giovani hanno perso la vita.<br />

Alla gita, molto partecipata dai soci assieme ai <strong>fa</strong>migliari<br />

degli <strong>alpin</strong>i, ha partecipato anche il presidente della sezione<br />

Giuseppe Galvanin e il segretario Gianpietro Golin.<br />

Arrivati in mattinata a Caporetto, località in territorio sloveno,<br />

siamo stati accolti da una bella giornata di sole e<br />

uno splendido paesaggio con sullo sfondo il monte Ne-<br />

ro. La prima visita è stata dedicata al museo della guerra<br />

che con i reperti, le foto e il video d’epoca ha <strong>fa</strong>tto rivivere<br />

in molti di noi quei drammatici momenti. Subito<br />

dopo siamo saliti in corteo al sacrario dove con i dovuti<br />

onori ai Caduti si è deposto la corona d’alloro.<br />

A seguire il pranzo e nella via del ritorno al pomeriggio<br />

abbiamo <strong>fa</strong>tto tappa a Castelmonte santuario Mariano alle<br />

porte di Cividale. Ultima tappa, molto significativa è<br />

stata la visita al cimitero di Cividale dove abbiamo portato<br />

un mazzo di fiori e dove tutti hanno reso onore alla<br />

tomba dove riposa il presidente Periz per vari anni a capo<br />

della nostra sezione. Il rientro in paese in serata come<br />

previsto un saluto a tutti e un arrivederci alla prossima<br />

come sempre.<br />

MALO<br />

Pasquetta a Montepian<br />

con gli <strong>alpin</strong>i veci e giovani<br />

Come ogni anno Pasquetta per molti maladensi significa<br />

Monte Pian, l’occasione di una sana camminata in<br />

compagnia per smaltire le abbuf<strong>fa</strong>te del giorno precedente.<br />

Quest’anno è stata una giornata baciata dal sole<br />

che ha permesso ai cittadini maladensi e non solo di trascorrere<br />

alcune ore di allegria e relax insieme agli <strong>alpin</strong>i<br />

di Malo che puntuali si sono adoperati per <strong>fa</strong>r trovare<br />

pronto un piatto caldo. Famiglie, gruppi di amici si sono<br />

messi in cammino già dalle prime ore del mattino per<br />

sfruttare l’intera giornata ma non è mancato l’inesauribile<br />

servizio dei bus navetta da Piazza Marconi reso efficiente<br />

grazie il blocco del traffico. Grande successo per<br />

gli aquiloni preparati con cura e passione da alcuni “veci”<br />

che hanno soddis<strong>fa</strong>tto le numerose richieste dei tanti<br />

bambini e ragazzi presenti. Un applauso è doveroso


<strong>fa</strong>rlo anche al “gruppo giovani <strong>alpin</strong>i” che per il secondo<br />

anno ha allestito e gestito il chiosco birre con grande<br />

partecipazione della gente.<br />

Gli <strong>alpin</strong>i si distinguono sempre per i loro gesti di volontariato<br />

e solidarietà: parte del ricavato tradotto in euro<br />

1.000,00 è stato donato alla Fondazione Ana Onlus<br />

per sostenere il progetto “Una casa per Luca” iniziativa<br />

a <strong>fa</strong>vore dell’<strong>alpin</strong>o Luca Barisonzi gravemente ferito in<br />

Afghanistan, a dimostrazione ancora una volta che la fraternità<br />

<strong>alpin</strong>a non è un concetto vuoto.Un ringraziamento<br />

a quanti hanno partecipato e a tutti gli <strong>alpin</strong>i veci e giovani<br />

che hanno collaborato con impegno alla magnifica<br />

riuscita di questa splendida giornata primaverile.<br />

MOSSANO<br />

Recite di fine anno con gli <strong>alpin</strong>i<br />

In occasione delle recite di fine anno della scuola dell’In<strong>fa</strong>nzia<br />

“Egidio Pelizzari” di Ponte e della scuola<br />

primaria “Europa” di Mossano capoluogo, il gruppo<br />

<strong>alpin</strong>i di Mossano ha donato alle scuole e a tutti gli<br />

alunni la bandiera italiana in occasione del 150° anniversario<br />

dell’unità d’Italia. Il capogruppo Fiorenzo Masiero<br />

ha portato un messaggio di benvenuto nella società<br />

civile ai piccoli cittadini, illustrando loro i valori<br />

che il tricolore riassume ed invitandoli a custodire la<br />

Vita dei gruppi - 23<br />

bandiera con cura esponendola nelle solenni festività<br />

nazionali. I bambini hanno accolto gli <strong>alpin</strong>i con gioia<br />

e curiosità ed hanno ringraziato cantando tutti insieme<br />

l’inno nazionale.<br />

NOVENTA VICENTINA<br />

Festa <strong>alpin</strong>a d’estate<br />

Nella bella sede del gruppo, e negli spazi adiacenti, immersa<br />

nel verde, si è tenuta l’annuale festa <strong>alpin</strong>a d’estate.<br />

Quattro serate all’insegna dell’aggregazione, dell’amicizia<br />

e del piacere di stare insieme.<br />

Iniziata sabato 13 agosto<br />

con la cerimonia dell’alzabandiera<br />

e agli onori ai Caduti,<br />

la giornata ha visto<br />

l’intervento del capogruppo<br />

Cipriano Lazzarin (il<br />

quale ha ricordato soprattutto<br />

i 150 dell’unità d’Italia)<br />

e del vicesindaco di Noventa<br />

Carlo Alberto Formaggio.<br />

La prima giornata<br />

è stata un successo di pubblico:<br />

tanta gente, tanti <strong>alpin</strong>i<br />

ma anche tanti giovani;<br />

un flusso costante di partecipanti anche dai paesi limitrofi.<br />

Il mercoledì successivo, 17 agosto, ultima serata, è stato<br />

il momento conviviale per eccellenza tra tutti i collaboratori<br />

soci e le nostre “stelle <strong>alpin</strong>e” (le nostre donne): le<br />

veri artefici della buona riuscita di questa impegnativa<br />

kermesse estiva che ha coinvolto 120 volontari.<br />

Graditi ospiti della serata, oltre il vicesindaco Formaggio,<br />

sono stati il gen. Salvatore Renda (nostro socio) e il “no-


24 - Vita dei gruppi<br />

stro” reduce delle campagne di Grecia, Albania e Russia:<br />

Giuseppe Veronese (nella foto con il capogruppo Lazzarin),<br />

95 anni ben portati nel corpo e nella mente.<br />

Questa festa ha l’unico scopo di poter essere più vicini in<br />

concreto con tutte le realtà sociali esistenti sul nostro territorio<br />

e che sempre più spesso si rivolgono e si affidano<br />

agli <strong>alpin</strong>i. E con i tempi che corrono non è certo poco.<br />

PASSO DI RIVA<br />

Consegna del tricolore alle scuole<br />

Una nutrita rappresentanza del gruppo ha partecipato alla<br />

gioiosa festa di fine anno scolastico della scuola elementare<br />

nel salone dell’Oratorio Don Bosco, dove si è<br />

celebrato il 150° anniversario dell’Unità d’Italia con canti<br />

e poesie consone all’occasione.<br />

Vi è stata anche la gradita presenza del sindaco di Dueville<br />

che ha rivolto ai presenti il suo saluto e alcune parole<br />

di commento alla celebrazione.<br />

Al termine della festa si sono trasferiti tutti nel cortile<br />

della scuola, dove gli <strong>alpin</strong>i hanno donato una<br />

bandiera tricolore che è stata issata sul pennone della<br />

scuola stessa. Nel cantare l’inno nazionale si sono<br />

unite le voci in<strong>fa</strong>ntili dei ragazzi a quelle baritonali<br />

degli <strong>alpin</strong>i. Alla fine vi è stato un commovente applauso<br />

da parte degli alunni e degli insegnanti. Gli <strong>alpin</strong>i<br />

di passo di riva hanno dimostrato ancora una volta<br />

si essere presenti agli eventi più significativi della<br />

comunità locale.<br />

PONTE DI BARBARANO<br />

42 a adunata della zona Riviera Berica<br />

Il 5 giugno, in un paese vestito dal tricolore si è tenuta la<br />

42esima adunata di zona Riviera Berica.<br />

La manifestazione, che coincideva con l’inaugurazione<br />

della nuova piazza Breganzato di Ponte, è stata l’occasione<br />

per accomunare i nostri valori <strong>alpin</strong>i ad un evento<br />

rilevante per una comunità, quale la realizzazione di una<br />

piazza, luogo espressione di aggregazione.<br />

Per un gruppo <strong>alpin</strong>i e in special modo per il suo rappresentante,<br />

l’esperienza di un’adunata nel proprio territorio,<br />

fra la propria gente è una cosa che vale la pena<br />

di provare pur con tutte le difficoltà ed impegni organizzativi<br />

che può comportare.<br />

Al di là di quello che può essere il risultato in rapporto alle<br />

aspettative, dove giocano tanti <strong>fa</strong>ttori, quali il tempo, gli<br />

imprevisti, i limiti organizzativi ed economici, si <strong>fa</strong> un bilancio<br />

morale:gli <strong>alpin</strong>i sono presenti! C’è la voglia di testimoniare<br />

la nostra attività e il nostro impegno nelle comunità,<br />

collaborando con le amministrazioni e le parrocchie,<br />

c’è ancora uno zoccolo duro e determinato che lavora<br />

per tenere vivi i valori dell’associazione, conciliando<br />

le esigenze che tutti abbiamo, quali la <strong>fa</strong>miglia, il lavoro,<br />

il tempo libero e l’età ma che non possono essere la<br />

scusa per giustificare la sordità al richiamo di uno stile di<br />

vita, quello dell’<strong>alpin</strong>o. Ringrazio per la partecipazione il<br />

cav. Rino Dal Toso combattente e reduce, fondatore e capogruppo<br />

che non ha voluto mancare all’avvenimento, ringrazio<br />

per la disponibilità le autorità sezionali, i cerimonieri<br />

e tutti quelli che hanno partecipato rendendoci orgogliosi<br />

di fronte alla comunità ma soprattutto orgogliosi di<br />

appartenere all’associazione nazionale <strong>alpin</strong>i.<br />

POZZOLO<br />

4° pellegrinaggio<br />

alla chiesetta di San Donato<br />

Domenica 10 aprile, in una giornata soleggiata, il gruppo<br />

di Pozzolo ha organizzato il 4° pellegrinaggio alla<br />

chiesetta di San Donato con lo scopo di ricordare tutti<br />

gli <strong>alpin</strong>i della zona Alta Val Liona “andati avanti” durante<br />

l’anno 2010.<br />

I partecipanti si sono dati appuntamento presso il sagrato<br />

della chiesa di Pozzolo con partenza fissata per le ore<br />

9,00. Dopo una camminata di circa tre chilometri, immersi<br />

nel verde dei Colli Berici, si è giunti alla chiesetta


di San Donato situata in uno sperone nelle colline di Pozzolo.<br />

Qui, dopo l’alzabandiera e la resa degli onori ai Caduti,<br />

è seguita la S. Messa celebrata da don Giuseppe Negretto<br />

che, alle preghiere per coloro che sono “andati avanti”,<br />

ha unito parole di elogio e di ammirazione per quanto<br />

gli <strong>alpin</strong>i <strong>fa</strong>nno per la società contemporanea e per le<br />

nostre comunità. Ogni capogruppo ha ricordato i nomi<br />

dei propri <strong>alpin</strong>i che non sono più tra noi.<br />

Hanno chiuso la cerimonia gli interventi del capogruppo<br />

e del consigliere di zona con parole sentite e toccanti<br />

per il gruppo, ricordando quanto continuano a <strong>fa</strong>re e<br />

dare gli <strong>alpin</strong>i per le comunità.<br />

Al termine della cerimonia religiosa numerosi <strong>alpin</strong>i e<br />

simpatizzanti si sono ritrovati presso il cortile dell’abitazione<br />

di un socio per il rancio preparato con cura dai<br />

cuochi <strong>alpin</strong>i gestori della cucina del gruppo.<br />

L’evento è stato perfettamente organizzato dal gruppo<br />

di Pozzolo, il cui capogruppo Silvio De Grandi, si è impegnato<br />

al massimo perché l’avvenimento conseguisse<br />

il risultato sperato.<br />

S. VITO DI BRENDOLA<br />

Il 50° anniversario del gruppo<br />

tra passato, presente e futuro<br />

Il gruppo <strong>alpin</strong>i San Vito di Brendola ha festeggiato il<br />

50° anniversario di fondazione il 9-10-11 giugno scorsi,<br />

cercando di rivivere gli anni passati e approfittando dell’occasione<br />

per ricordare il 150° anniversario dell’unità<br />

d’Italia. Giovedì 9 giugno è stato rievocato il periodo dal<br />

risorgimento fino agli anni del primo conflitto mondiale,<br />

con i racconti, le foto e testimonianze dell’<strong>alpin</strong>o Gianni<br />

Periz, introdotte dalle musiche e canti della Banda<br />

Brian, un’associazione colturale che rievoca brani storici<br />

di un tempo, come: è partito Napoleone, o Venezia, la<br />

Vita dei gruppi - 25<br />

bersaliera, col primo colpo, solo per citare alcuni brani,<br />

il tutto molto coinvolgente ed emozionante. I racconti di<br />

Periz parlavano del territorio vicentino e di Brendola, è<br />

stato ricordato anche il gen. Vittorio Emanuele Rossi e<br />

le vicende del Pasubio: a Brendola vivono ancor oggi dei<br />

suoi nipoti. Venerdì 10 giugno abbiamo visto e ascoltato<br />

le testimonianze dei nostri “veci”, che raccontavano<br />

la loro vita da fine anni trenta, inizio anni quaranta, fino<br />

ad oggi. La seconda parte della serata una serie di foto<br />

che testimoniavano quanto raccontato in precedenza, scoprendo<br />

com’è cresciuta nel tempo la frazione di San Vito<br />

di Brendola, e vedendo le opere compiute dal gruppo<br />

nei suoi cinquant’anni di storia. Sabato 11 giugno a concludere<br />

l’evento la commuovente sfilata, perché simbolicamente<br />

abbiamo voluto che sfilassero con noi tutti i<br />

nostri <strong>alpin</strong>i andati avanti, tutti presenti: alcuni dei cappelli<br />

dei ns. veci appoggiati sul tricolore, sono stati portati<br />

dai nostri ragazzi e ragazze in sfilata, fino ai piedi all’altare<br />

della chiesa, per essere presenti con noi durante<br />

tutta la cerimonia. Infine non dimentichiamo l’inaugurazione<br />

della Via dell’Alpino, tanto voluta anche dal sindaco<br />

Renato Ceron. Un doveroso ringraziamento ai rappresentanti<br />

del consiglio della sezione di <strong>Vicenza</strong> che<br />

hanno curato in maniera eccellente la sfilata, ringraziamo<br />

il gruppo di Brendola per il prezioso aiuto nel giorno<br />

della sfilata, l’Amministrazione comunale, la protezione<br />

civile Orsa Maggiore, e la Proloco di Brendola.<br />

SEGHE DI VELO<br />

Nel ricordo dei padri<br />

Venerdì 27 maggio <strong>2011</strong> il gruppo <strong>alpin</strong>i di Seghe di Velo<br />

ha organizzato presso il piazzale della chiesa una serata<br />

denominata “Nel Ricordo dei Padri” con la partecipazione<br />

del coro ana M. Caviojo di Arsiero e della banda<br />

cittadina G. Rossi di Arsiero per ricordare l’ex capogruppo<br />

Battista Doppio e tutti gli <strong>alpin</strong>i che sono andati<br />

avanti. Nonostante l’inclemenza del tempo la serata<br />

ha avuto un buon successo.


26 - Vita dei gruppi<br />

SETTECA’<br />

Alpini in Guatemala per installare<br />

pannelli solari per l’acqua calda<br />

Ogni occasione è buona, per gli <strong>alpin</strong>i, per <strong>fa</strong>re il bene.<br />

E a volte, la vanno a cercare, la buona occasione.<br />

Ecco che alcuni <strong>alpin</strong>i del gruppo Vincenzo Periz, si sono<br />

aggregati al gruppo missionario di Settecà per andare<br />

in Guatemala ad installare alcuni pannelli solari per la<br />

produzione di acqua calda in un or<strong>fa</strong>natrofio ed in un<br />

ospedale, fondato da un frate francescano, padre Giustiniano<br />

Babuin, un friulano doc, che nel 1953 giunge a Patzun,<br />

una cittadina del centro del Guatemala, e lì vi rimase<br />

fino alla morte avvenuta nel 1998. Si innamorò di quella<br />

povera gente, dei bambini e cominciò un grande lavoro<br />

di aiuto e di emancipazione di quella popolazione<br />

di etnia Maya. Con l’aiuto di italiani e di tanta altra gente,<br />

costruì un or<strong>fa</strong>natrofio-centro nutrizionale (attualmente<br />

con 80 bambini anche di pochi giorni, abbandonati,<br />

or<strong>fa</strong>ni o figli di <strong>fa</strong>miglie con forti disagi), una scuola<br />

(che attualmente ospita 1.200 studenti dalle elementari<br />

alle professionali) e, nel 1978, l’unico ospedale per<br />

tutti della zona, aperto 24 ore su 24.<br />

Dopo il completo ri<strong>fa</strong>cimento del tetto <strong>fa</strong>tto qualche anno<br />

<strong>fa</strong>, quest’anno, anche su suggerimento delle suore, anch’esse<br />

francescane, il gruppo missionario di Settecà si è impegnato<br />

di realizzare questo importante progetto dell’impianto<br />

solare per la produzione di acqua calda, così utile, soprattutto<br />

nell’ospedale e nell’or<strong>fa</strong>natrofio, visto che lì il sole<br />

c’è per molto tempo all’anno e non costa nulla.<br />

Bene, anche gli <strong>alpin</strong>i sono partiti e hanno dato il loro<br />

contributo, oltre a pagarsi il viaggio e la vita sul posto!<br />

Ognuno con la sua mansione ha messo a frutto la sua “specialità”<br />

e chi non l’aveva, l’ha presa sul posto... In un mese<br />

sono stati installati otto pannelli solari compresi tutti i<br />

collegamenti, con capacità di 350 litri d’acqua cadauno,<br />

sufficiente per il <strong>fa</strong>bbisogno dell’ospedale, ma anche per<br />

l’or<strong>fa</strong>natrofio e i bagni e la mensa dei bambini.<br />

Momento emozionante e coinvolgente quando si è scaricato<br />

il container, con il quale è stato inviato tutto il<br />

materiale per i lavori, come pannelli solari e accessori<br />

vari, ma anche l’attrezzatura da lavoro (è convenuto<br />

acquistare tutto in Italia, nonostante il costo del trasporto,<br />

che non è poco, anche se c’è stato il contributo<br />

di gente e ditte, come la ditta Telwin ai quali va il<br />

grande grazie dei bambini e delle suore). E a dare una<br />

mano, anche i bambini dell’or<strong>fa</strong>natrofio, che erano sempre<br />

pronti ad aiutare con la disponibilità e la volontà<br />

di chi già capisce quanto si sta <strong>fa</strong>cendo per loro. Ab-<br />

bandonavano i giochi per venire ad aiutarci.<br />

Altro momento è stato significativo ed emozionante, come<br />

il “gemellaggio” tra noi e l’istituto, con l’alzabandiera,<br />

delle due bandiere, guatemalteca (che emozione<br />

sentire i bambini che cantavano il loro inno, per intero...,<br />

ed è più lungo del nostro...) e poi la bandiera italiana (la<br />

benedizione delle due bandiere, simbolo della fratellanza,<br />

dell’amore, dell’identità e della buona volontà), con<br />

altrettanta emozione nel cantare il nostro inno e l’attenzione<br />

dei bambini, che poi, nei giorni seguenti, volevano<br />

che cantassimo loro l’inno, soprattutto nel rataplan...<br />

Grande contentezza da parte delle suore alla vista della<br />

sedia da dentista che la sezione di <strong>Vicenza</strong> ha così generosamente<br />

offerta e che è entrata quasi subito in funzione<br />

nel reparto di odontoiatria dell’ospedale. Ci hanno incaricato<br />

di portare non solo il loro grazie, ma la certezza<br />

delle loro preghiere per tutti noi, <strong>alpin</strong>i.<br />

E, al momento dei saluti, oltre alle lacrime che non sono<br />

segno di debolezza ma di sensibilità d’animo e di compartecipazione<br />

emotiva, la promessa di ritornare: ci aspettano<br />

le suore per altri lavori e soprattutto i bambini con i<br />

quali si è subito instaurato un rapporto bellissimo.<br />

Tiziano Ziggiotto<br />

TORRESELLE<br />

Gli <strong>alpin</strong>i e la stella<br />

Da alcuni anni il gruppo <strong>alpin</strong>i di Torreselle ha rispolverato<br />

il canto della “Stella”, come si usava una volta,<br />

coinvolgendo ragazzi e bambini. In questo modo si cerca<br />

un maggior coinvolgimento dei giovani per reperire<br />

nuove risorse per il volontariato e per l’aiuto ai bisognosi.<br />

Grazie a questa iniziativa inoltre, si possono sup-


portare alcuni progetti, e quest’anno grazie ai fondi raccolti<br />

è stato possibile aiutare le suore di Cresole, pesantemente<br />

colpite dall’alluvione del novembre 2010 e dare<br />

un contributo alla piccola chiesa di Torreselle per il<br />

ripristino dei motori delle campane; è importante precisare<br />

che la destinazione dei contributi è stata decisa dagli<br />

stessi ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa.<br />

Un ringraziamento particolare va al presidente sezionale<br />

Galvanin e al segretario Gollin, che ci hanno aiutato nel<br />

realizzare queste iniziative ed ai genitori dei ragazzi.<br />

VILLAGGIO DEL SOLE<br />

Un viaggio nella memoria<br />

Lo scorso luglio il gruppo <strong>alpin</strong>i “M.O. Roberto Sar<strong>fa</strong>tti”<br />

del Villaggio del sole ha organizzato un’escursione<br />

“per non dimenticare” sul Monte Pasubio.<br />

Oltre al gagliardetto del gruppo, erano presenti i gagliardetti<br />

dei gruppi: “Penne mozze” di Maddalene, “Sa-<br />

Vita dei gruppi - 27<br />

vegnago” di S. Bortolo e “Salviati” di S. Lazzaro, oltre<br />

al labaro della “Federazione italiana dei combattenti alleati”<br />

della sezione provinciale di Rovigo, con la presenza<br />

di una cinquantina di amici.<br />

VILLAGANZERLA<br />

Aiuto alla scuola materna<br />

Nel mese di luglio <strong>2011</strong> il gruppo <strong>alpin</strong>i di Villaganzerla<br />

ha provveduto a sostituire le grondaie sul lato nord<br />

della scuola materna parrocchiale.<br />

Il lavoro si era reso necessario in quanto le grondaie erano<br />

in uno stato di deperimento tale che le stanze all’interno<br />

presentavano infiltrazioni d’acqua nei muri perimetrali.<br />

I lavori sono iniziati sabato 9 luglio, con l’installazione<br />

dell’impalcatura lungo la parete, e nelle successive<br />

due settimane si è provveduto alla sostituzione<br />

delle vecchie grondaie con le nuove, e ad altre piccole<br />

opere murarie necessarie e non previste. I lavori sono<br />

terminati sabato 23 luglio con la chiusura del cantiere.<br />

Gli <strong>alpin</strong>i di Villaganzerla si sentono in dovere di ringraziare<br />

tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito<br />

prestando gratuitamente le attrezzature necessarie per<br />

svolgere il lavoro.<br />

Inoltre, il capogruppo ringrazia tutti gli <strong>alpin</strong>i che hanno<br />

dedicato parte del loro tempo libero allo svolgimento<br />

dei lavori, e, non ultima, la sezione Ana di <strong>Vicenza</strong><br />

che ha fornito le consulenze tecnico-legali.


28 - Gli <strong>alpin</strong>i e lo sport<br />

Skiroll. Il G.S.A. <strong>Vicenza</strong> <strong>fa</strong> onore al tricolore nel 150°<br />

Siamo arrivati oltre metà stagione dello skiroll e i nostri<br />

atleti raccolgono dei risultati di assoluto valore in ambito<br />

nazionale e in tutta Europa con la divisa della squadra<br />

nazionale italiana<br />

Quest’anno un altro <strong>alpin</strong>o in forza al 4° reggimento<br />

<strong>alpin</strong>i paracadutisti ora trasferiti a Verona corre con i colori<br />

del G.S.A. e visti i risultati è stato inserito nella nazionale<br />

italiana assieme a Emanuele Sbabo.<br />

Si tratta di Mirko Ceolan di origini trentine (Cavalese)<br />

classe 1989 e già si è <strong>fa</strong>tto valere.<br />

Ma andiamo con ordine.<br />

Il primo titolo italiano<br />

anche se di categoria<br />

M.50 è andato a<br />

Vittorino Corso nel campionato<br />

italiano granfondo<br />

disputato il 19 giugno<br />

in Val D’Aosta.<br />

Poi Emanuele Sbabo,<br />

neo papà da 3 mesi a cui<br />

vanno tutti i nostri migliori<br />

auguri, ha collezionato<br />

una serie di risultati<br />

a partire dal 1° posto<br />

alla coppa Italia sprint<br />

in Val di Sole; 1° in coppa<br />

del mondo a Cuneo in<br />

coppia con Paredi nella<br />

Vittorino Corso Team-Sprint a Monte-<br />

Il Giro delle Mura di Feltre, giunto<br />

quest’anno alla sua 23esima edizione,<br />

offre da sempre grande spettacolo<br />

e una competizione di altissimo<br />

livello. Vi partecipano i migliori<br />

atleti italiani, ma non solo, in una<br />

gara che è diventata un classico del<br />

panorama podistico nazionale. Il percorso<br />

prevede10 km da compiersi in<br />

due giri di 5 km ciascuno attraverso<br />

la città murata.<br />

Il gruppo sportivo <strong>alpin</strong>i di Vi-<br />

GSA al Giro delle Mura<br />

Sbabo alle premiazioni ai mondiali in Norvegia<br />

belluna si è aggiudicato in volata il titolo italiano in piano;<br />

ad agosto ai mondiali in Norvegia, dove le nazionali<br />

nordiche avevano schierato i loro migliori atleti, i due risultati<br />

migliori li ha raccolti il nostro <strong>alpin</strong>o con le due medaglie<br />

d’argento: 2° nella staffetta dietro la Svezia e 2° nella<br />

sprint dietro la Norvegia.<br />

In ordine di tempo è arrivato il titolo assoluto di Alfio<br />

Di Gregorio nella prova in salita a Verrayes in Val<br />

D’Aosta disputata il 28 agosto.<br />

La stagione non è ancora finita e son certo che arriveranno<br />

altri allori. C’è veramente da dire che nell’anno<br />

del 150° il G.S.A. <strong>Vicenza</strong> ha <strong>fa</strong>tto onore alla nostra bandiera<br />

portata come sempre con orgoglio.<br />

V.C.<br />

cenza continua la sua serie positiva di<br />

risultati e con Giorgio Cento<strong>fa</strong>nte, l’atleta<br />

<strong>alpin</strong>o di Sandrigo, giunto nono assoluto<br />

nonché primo di categoria MM50,<br />

conferma la sua presenza ad ottimi livelli<br />

agonistici.<br />

Presenti in gara anche altri atleti del<br />

gruppo <strong>alpin</strong>i: Maurizio Ronzani<br />

(19esimo MM45), Giuseppe Mondin<br />

(35esimo MM45), Mauro Gualtiero<br />

(44esimo MM45).<br />

Anna Campese


Ritrovarsi dopo 50 anni<br />

A cinquant’anni dal congedo si sono ritrovati in maggio a Belluno nella caserma “Salsa” i commilitoni del 7° Rgt. <strong>alpin</strong>i<br />

del 1°/38. Un particolare ringraziamento al comandante col. Paolo S<strong>fa</strong>rra e al ten. col. Ste<strong>fa</strong>no Fregona.<br />

S. Vito di Leguzzano<br />

Btg, “Feltre” 3°/85. Vi riconoscete? A tutti voi amici<br />

del 3°/85 dopo 26 anni ci potremmo ritrovare: sono<br />

Roberto Brandellero e il mio cell. è: 346/8691075.<br />

Vi aspetto!<br />

Lumignano<br />

Incontri - 29<br />

Non si vedevano da 37 anni! Luigino Capraro (gruppo<br />

di Lumignano) e Germano Sincovich di Alessandria si<br />

sono reincontrati; entrambi erano nel 1974/75 a Bassano<br />

del Grappa - gruppo “Pieve di Cadore”, 38 a batteria.


30 - Incontri<br />

Alpini al Rifugio Contrin<br />

Il 25 e 26 giugno scorso si è tenuto l’annuale raduno<br />

al rifugio Contrin. Anche il vessillo della sezione <strong>alpin</strong>i<br />

di <strong>Vicenza</strong> è stato presente ad una cerimonia che<br />

quest’anno ha avuto un significato particolare. Oltre<br />

a quello dei Caduti della Prima Guerra Mondiale sul<br />

difficile saliente della Marmolada, si è unito il commosso<br />

ricordo di tutti gli <strong>alpin</strong>i morti nella recente<br />

missione in Afghanistan con parole di sincero apprezzamento<br />

per quanto è stato <strong>fa</strong>tto e si sta <strong>fa</strong>cendo<br />

in quel particolare teatro di operazioni da parte dei soldati<br />

italiani, non solo <strong>alpin</strong>i. Presenti alcuni membri<br />

del C.D.N., tra i quali il “nostro” Antonio Munari, guidati<br />

dal vicepresidente nazionale Vicario Sebastiano<br />

Favero, con il col. Paissan in rappresentanza del comando<br />

truppe <strong>alpin</strong>e ed il presidente della sezione di<br />

Trento a <strong>fa</strong>re gli onori di casa, la cerimonia presso il<br />

rifugio Contrin, nella sua semplicità, si è svolta in un<br />

clima di partecipata emozione che da sempre contraddistingue<br />

questa manifestazione. Le decine di vessilli<br />

e gagliardetti presenti hanno <strong>fa</strong>tto da degna cornice<br />

ad un evento che ha visto, nella particolare ricorrenza<br />

dei 150 anni dell’unità d’Italia, le montagne<br />

trentine avvolgere in un ideale abbraccio le Penne Nere<br />

presenti e, per tutti, l’arrivederci all’anno prossimo<br />

per una nuova edizione, questa volta in forma so-<br />

Quinto incontro per il 7°-1963<br />

Gli Alpini del 7° - 64 a compagnia Btg. Feltre - caserma “Zannettelli”, congedati nel 1963, il 22 maggio <strong>2011</strong> si sono incontrati<br />

dopo 48 anni a Grazzano Visconti - Piacenza (5° incontro).<br />

Nella foto di gruppo presente il vice Comandante ora gen. Giacomo Giannuzzi, il ten. Gigi Bussolino e il ten. Zeno Migliavacca.<br />

Per eventuali contatti <strong>fa</strong>re riferimento a: Bruno Dalla Valle (tel. 0445.740 788), email: brunodallavalle@alice.it.<br />

lenne con la presenza del labaro nazionale.<br />

Nota di colore la messa celebrata come da anni oramai,<br />

dal “novantenne” padre Ippolito (padre “hyppy”) che ha<br />

strappato tanti sorrisi ed anche applausi a scena aperta<br />

durante il rito religioso che ha veramente coinvolto tutti<br />

i presenti.<br />

Qualificata la presenza degli <strong>alpin</strong>i vicentini come testimonia<br />

la foto con i gagliardetti del gruppo di Arzignano<br />

e del gruppo di Crespadoro a <strong>fa</strong>r da “scorta” al<br />

nostro vessillo. Con il revisore dei conti, Paolo Marchetti,<br />

capogruppo di Arzignano, presente il consigliere<br />

sezionale Marco Brazzale.<br />

Paolo Marchetti


ALPINI CHE SI<br />

FANNO ONORE<br />

Torino 1977, Torino <strong>2011</strong><br />

L’<strong>alpin</strong>o Virgino Zonta del gruppo di Borgo Casale<br />

“R&G Tosato” di <strong>Vicenza</strong>, qui nella foto al centro con<br />

il presidente nazionale Corrado Perona e del comandante<br />

del S.O.N. (servizio d’ordine nazionale). Alfredo<br />

Nebiolo, è stato premiato per aver raggiunto il<br />

traguardo di 35 anni ininterrotti di S.O.N.<br />

Attualmente riveste la carica di Vice comandante operativo.<br />

N.B.: tutti coloro fossero interessati a prestare servizio<br />

volontario presso il S.O.N. possono contattare il sig.<br />

Zonta al numero 339 8359810, le richieste possono pervenire<br />

già da ora per la prossima adunata di Bolzano.<br />

Inaugurato lo scorso<br />

18 <strong>settembre</strong> nella<br />

caserma Salsa-<br />

D’Angelo di Belluno<br />

il monumento ai<br />

Caduti del 7° Reggimento<br />

Alpini della<br />

Julia. Il monumento<br />

è stato finanziato<br />

anche con un<br />

contribuito dalla <strong>Sezione</strong><br />

di <strong>Vicenza</strong>.<br />

Fotonotizia<br />

foto di Mirco Framarin<br />

Notizie - 31<br />

BELLE FAMIGLIE<br />

THIENE<br />

Il gruppo di Thiene ci invia questa bella foto in cui<br />

sono ritratti (da sin.): lo zio Giuseppe Munaretto, il<br />

nonno Giuliano Munaretto, il papà Marco Munaretto<br />

con la piccola Chiara, il nonno Claudio Tommasini<br />

e l'amico Nino D’attilio<br />

RINNOVO DIRETTIVI<br />

per il triennio <strong>2011</strong>-2013<br />

LASTEBASSE<br />

Capogruppo: Giacon Simone<br />

Consiglieri: Colman Vittorio, Fiorentini Varno, Carotta<br />

Alberto, Strazzer Luigino.<br />

LUMIGNANO<br />

Capogruppo: Borello Paolo<br />

Consiglieri: Novello Giorgio, Baldinazzo Ignazio,<br />

Novello Lorenzo, Perazzolo Andrea, Cabrellon Marco,<br />

Maruzzo Giuseppe, Barban Nicola, Novello Lorenzo,<br />

Barban Franco, Baldinazzo Giancarlo, Basso<br />

Claudio, Basso Giuseppe, Basso Mario, Cabrellon<br />

Mario, Gottardi Pierluigi, Maruzzo Laurenzio,<br />

Pettenuzzo Tiziano, Trivellin Riccardo.<br />

PERAROLO<br />

Capogruppo: Bedin Rosimbo<br />

Consiglieri: Bogoni Renato, Maran Mario, De Bortoli<br />

Alberto, Bedin Lorenzo.


32 - Notizie<br />

NATI<br />

CHIAMPO<br />

Davide Fanton di Roberto e Priscilla<br />

Iacopo Vicentin di Manuel e Francesca<br />

CREAZZO<br />

Francesco Fochesato di Alessandro e Erminia Ierardi<br />

GAMBELLARA<br />

Riccardo Framarin di Enrico ed Elisa Cucco<br />

LUMIGNANO<br />

Nicolò Mantovan di Matteo e Francesca<br />

MARANO VICENTINO<br />

Andrea Dalla Via di Franco e Alice<br />

MOLINO DI ALTISSIMO<br />

Adele Repele di Romeo e Raf<strong>fa</strong>ella Castagna<br />

MONTE DI MALO<br />

Angelica Dellai di Cristian e Dora<br />

SEGHE DI VELO<br />

Tommaso Zordan di Luca e Lisa Spinato<br />

TORRESELLE<br />

Lucrezia Valmorbida di Valerio e Georgia Sansigolo<br />

TORRI-LERINO<br />

Giulia Impalmi di Umberto e Daniela Munaretto<br />

NOZZE D’ARGENTO<br />

CENTRALE DI ZUGLIANO<br />

Bruno Spagnolo e Rosetta Panozzo<br />

LONGARE<br />

Giuseppe Luison e Francesca<br />

NOZZE D’ORO<br />

AGUGLIARO<br />

Renzo Borghettini e Gianna Graziato<br />

ARZIGNANO<br />

Pietro Capitanio e Dina Dalla Benetta<br />

ARZIGNANO<br />

Sergio Concato e Maria Marana


NOZZE D’ORO<br />

BRENDOLA<br />

Alessandro Brusaferro e Elisa Valerio<br />

DUEVILLE<br />

Gino Costa e Gabriella Tono<br />

ISOLA VICENTINA<br />

Giuseppe Antoniazzi e Cecilia Gasparella<br />

NOZZE D’ORO<br />

LONGARE<br />

Lino Luison e Giselda<br />

LUMIGNANO<br />

Egidio Minati e Assunta Gobbo<br />

TORRI-LERINO<br />

Roberto De Vicari e Carla Rossi<br />

Notizie - 33


34 - Un nostro amico hai chiesto alla montagna<br />

ARZIGNANO<br />

Gino Molon<br />

cl. 1920<br />

Btg. <strong>Vicenza</strong><br />

BRENDOLA<br />

Ettore Marzari<br />

cl. 1926<br />

CAGNANO<br />

Isacco Somaggio<br />

cl. 1939<br />

Il vessillo sezionale è listato a lutto per la scomparsa di numerosi amici <strong>alpin</strong>i.<br />

Alla loro memoria vada il nostro pensiero riconoscente per la dedizione associativa dimostrata.<br />

Ai congiunti dei soci scomparsi giungano, nel momento del dolore, le più sentite condoglianze<br />

ed i sensi della solidarietà fraterna delle “penne nere” vicentine.<br />

CARMIGNANO DI B.<br />

Guido Zanarella<br />

cl. 1935<br />

CHIAMPO<br />

Bruno Dalla Verde<br />

cl. 1931<br />

7° Rgt <strong>alpin</strong>i<br />

CHIAMPO<br />

Aurelio Lovato<br />

cl. 1942<br />

bgt. Belluno<br />

FIMON<br />

Luigi Bortolon<br />

cl. 1929<br />

GRANCONA<br />

Silvio Pasqualin<br />

cl. 1921<br />

GRISIGNANO<br />

Angelo Turato<br />

7° Rgt. Alpini<br />

LONGARE<br />

Orazio Capraro<br />

LUMIGNANO<br />

Carino Pettenuzzo<br />

cl. 1925<br />

MALO<br />

Mario Natoldi<br />

cl. 1966<br />

btg. Belluno<br />

MALO<br />

Emilio Scorzato<br />

cl. 1930<br />

btg. Feltre<br />

MOSSANO<br />

Umberto Arpetti<br />

cl. 1941<br />

btg. Belluno<br />

MOSSANO<br />

Eugenio Sperotto<br />

cl. 1923


S.ROCCO DI TRETTO<br />

Antonio Dalla Vecchia<br />

cl. 1926<br />

6° Rgt. Alpini<br />

SEGHE DI VELO<br />

Bruno Carlassare<br />

cl. 1920<br />

Btg. <strong>Vicenza</strong><br />

TORRESELLE<br />

Ercole De Franceschi<br />

cl. 1934<br />

Btg. Pieve di Cadore<br />

TORRESELLE<br />

Mario Povolo<br />

cl. 1942<br />

2° Rgt. art. montagna<br />

TORRI-LERINO<br />

Arcangelo Presa<br />

cl. 1942<br />

VALLI DEL PASUBIO<br />

Dorino Brandellero<br />

cl. 1935<br />

VALLI DEL PASUBIO<br />

Giuseppe Lissa Dal Prà<br />

cl. 1933<br />

VALLI DEL PASUBIO<br />

Giuseppe Armando<br />

Giovannini<br />

cl. 1934<br />

VALLI DEL PASUBIO<br />

Bruno Tisato<br />

cl. 1927<br />

VICENZA - B. CASALE<br />

Odoardo Caoduro<br />

Gr. Lanzo<br />

VICENZA - B. CASALE<br />

Giancarlo Lajacona<br />

3° Rgt. art. montagna<br />

VILLAGA-BELVEDERE<br />

Ernesto Silo<br />

cl. 1929<br />

Btg. Julia<br />

VILLAVERLA<br />

Italo Sanson<br />

cl. 1942<br />

Btg. Feltre<br />

35


Le nostre montagne<br />

Pasubio. Dalla Selletta dei Denti Vittorio Toniolo inquadra il Corno del Pasubio e il Nido d’Aquila. Sullo sfondo<br />

a sinistra s’intravede l’Altopiano di Asiago mentre in primo piano è ritratta la chiesetta votiva di Santa Maria.<br />

Tutti i soci possono mandare foto delle montagne vicentine da pubblicare nella quarta pagina di copertina di Alpin <strong>fa</strong> <strong>grado</strong>.<br />

Basta spedirle per e-mail a <strong>alpin</strong><strong>fa</strong><strong>grado</strong>@anavicenza.it (per esigenze tipografiche devono essere di almeno 500 KB)

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