Nello zaino - Sezione Vicenza
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ANNO 2011 - NUMERO 1 - MARZO - Trimestrale - E 4,00 - Poste Italiane S.p.A. - Spediz. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 2, NE/VI
In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio di Vicenza CPO, per la restituzione al mittente, che si impegna a corrispondere l’importo dovuto
Alpino
Matteo Miotto
PRESENTE
2- La feritoia del Torrione
Piedi per terra e zaino in spalla!
di Gigi Girardi
Sulla scia di quanto già sintetizzato
da Dino Biesuz lo scorso dicembre
in riferimento al documento
elaborato ad ottobre dal Consiglio
Direttivo Nazionale, è giunto il momento di presentare
concrete proposte destinate a delineare una traccia operativa
per l’Ana, a breve e medio termine. Per il lungo
termine ne riparleremo a tempo debito.
È ora indispensabile lavorare tenendo ben conto
delle nuove realtà, integrando quanto contenuto nel documento
a cui facciamo riferimento e che ci risulta
sia già stato oggetto di approfondimenti
in seno a parecchi nostri gruppi.
Questo ci induce a credere che certamente
saranno emerse proposte e idee da presentare
al presidente Perona, in occasione
dei prossimi incontri che lui si è proposto
e programmato di poter concludere
nel tempo che ancora intercorre
alla conclusione del suo
mandato.
Da una prima lettura, si potrebbe
dedurre che c’è l’assillo per
una lenta ma irreversibile contrazione
del numero di iscritti. Noi
crediamo che questo sia soltanto
un effetto, non il problema. Sarebbe
banale non prevederlo, ben consci
che non potendo più contare sul grande
serbatoio degli alpini congedati dal
servizio militare obbligatorio a cui l’Ana attingeva, è
ovvio che ci si avvii ad un naturale ridimensionamento.
È gia successo ad altre realtà prima di noi, vedi Combattenti
e reduci, Garibaldini, ordini religiosi e via discorrendo.
Ciò non significa che la qualità sarà direttamente
proporzionale alla quantità. Anzi! È questo il vero obbiettivo!
Perseguire progetti di alto profilo, con solidi
contenuti storici e culturali, senza per questo trascurare
le espressioni di quell’alpinità popolare insita nelle nostre
radici.
Non sarà certamente raschiando i fondi che permetteremo
all’Ana di tramandare i suoi valori ma avviando
un nuovo concetto di associazione, adatto ai diversi
contesti in cui oggi ci stiamo muovendo e che nell’immediato
futuro dovremo inderogabilmente cavalcare.
Il messaggio, il modello, l’ispirazione ci vengono
proprio dalle nostre origini: l’esercito prima di tutto, che
ad una massa di militari per forza ha preferito un più ridotto
organico di soldati professionisti, ben addestrati
ed equipaggiati, in grado di non sfigurare a fianco di altre
unità operanti nello scenario internazionale.
L’altro modello ci viene dal mondo del lavoro ove
le nuove generazioni si devono ogni giorno misurare con
nuove logiche, non sempre facili da metabolizzare. Un
nuovo profilo di lavoratore che ha soppiantato generazioni
di braccianti; menti vivaci, braccia robuste sì, ma
già storia di ieri.
Certo; si dovrà rivedere qualche nostra attività che
oggi poggia su nutriti organici; parallelamente si dovrà
sviluppare l’impegno in progetti culturali e sociali,
in collaborazione e sintonia con le
amministrazioni locali ed opere assistenziali
e di volontariato. Non come rimorchi
ma come motori, senza sottovalutare
un sistematico rapporto con i mezzi
di comunicazione! In giorni non tanto
lontani, congressi, simposi, attività di
orientamento ed informazione sulle truppe
da montagna rivolte al mondo studentesco,
potranno alternare tanti piccoli
o meno piccoli raduni a cui noi, classi
dell’ante e dopoguerra, siamo abituati
ed anche affezionati. Qualcosa in questo
senso già si sta muovendo ed i risultati
paiono solo che positivi.
Non pensiamo di mandare al macero
le nostre calorose rimpatriate; si
tratta solo di vestirle con un abito nuovo:
più stirato e perché no anche più elegante!
La nostra sezione può per questo considerarsi all'avanguardia,
grazie alle esperienze maturate ed ereditate
dal nostro ormai ex cerimoniere Toni Munari, oggi
consigliere nazionale. “Ad excelsa tendo” è il motto del
7° Alpini.
Non accaniamoci troppo quindi in un’affannosa
caccia a dispersi, aggregati, aiutanti, amici, abbonati o
minialpini che, fortuna loro, si son guadagnati a buon
mercato tanto di penna e di cappello. Accogliamo pure
questi ragazzi e guardiamo avanti, spalancando le porte
delle nostre sedi a quanti sentiranno vivo il desiderio
di far parte di questa gloriosa stirpe che durerà finché ci
sarà in giro ancora un cappello o un elmetto su cui spicca
una penna nera. Dopo, fra quanto non so, rimarrà la
leggenda di uomini duri dal cuore grande: gli alpini!
3
RICORDO DI MATTEO
SOMMARIO
pag.
• La feritoia del Torrione 2
• Nello zaino 4
• Varie 18
• Lettere in Redazione 20
• Vita dei gruppi 22
• Protezione Civile / In libreria 33
• Gli alpini e lo sport 34
• Varie 37
• “Un nostro amico hai chiesto alla montagna...” 44
• Rinnovo direttivi 47
Anno 2011 - n. 1 - Marzo
Gratis ai soci
Abbonamento annuo Euro 13
Tiratura 21.000 copie
Direzione e Redazione:
Torrione degli Alpini
36100 Vicenza - Via B. D’Alviano, 6
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Redattori:
Anna Campese
Luigi Beltramello - 333 5807866 - 0444 560881
Marco Brazzale - 328 8183998 - 0445 314409
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Stampa:
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Via Rovereto 20 - Costabissara (VI)
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Cari Alpini, cari amici degli Alpini,
scrivo queste poche righe con la stessa emozione
e la tristezza nel cuore che ho provato,
ormai tre mesi fa, quando ho ricevuto telefonicamente la notizia
della morte di Matteo Miotto. Una morte che ci ha colpito da vicino,
non tanto perché Matteo fosse migliore degli altrI 36 soldati
italiani morti in Afghanistan, ma perché lo conoscevamo per
quel che era e per quel che faceva, lo apprezzavamo per le sue
idee, appoggiavamo i suoi progetti.
Sono consapevole
che molte parole
sono state dette e
scritte e mi rendo
conto che, forse,
agli occhi dei genitori
di Matteo e
da lassù anche dello
stesso Matteo,
troppo inchiostro è
stato speso sulla
sua morte. Tuttavia
ritengo essere mio
dovere ricordare
con queste poche
righe la figura di
un ragazzo che
possiamo facilmente
additare ad
esempio come modello
di virtù per
noi alpini e per chi
alpino non è. Lui,
infatti, racchiudeva
dentro di sé e manifestava al di fuori di sé stesso l’impegno
quotidiano che è un sunto di tutti quei valori umani e sociali che
gli alpini portano avanti.
Matteo era un soldato, un alpino, e così voleva essere ricordato.
Ed è così noi vogliamo ricordarlo.
Giuseppe Galvanin
4- Nello zaino
L’anno scorso siamo cresciuti di sette soci. Sì unanime al bilancio del 2010
ISCRITTI, ANA VICENZA TIENE DURO
di Dino Biesuz
L’Ana di Vicenza tiene
duro. Fra le tante cifre
snocciolate all’assemblea
dei delegati, convocati nell’auditorium
della Fiera per l’approvazione dei
bilanci, fra le più attese c’erano quelle della
“forza” della Sezione. Eccole: 17.064 soci alpini
(115 in meno rispetto al 2009), 3.231 soci
aggregati e 40 aiutanti (122 in più): in un
anno siamo aumentati di 7 unità, ma si vede
chiaramente che il merito è degli aggregati,
che condividono gli ideali alpini o semplicemente
apprezzano il clima di simpatia che si
respira nelle sedi dei gruppi. “Un successo -
ha definito questi risultati il presidente Galvanin nella
relazione morale - il cui merito è da attribuire ai capigruppo
e a quanti, consiglieri e soci, si occupano del tesseramento,
compito tra i più difficili ed importanti della
vita associativa. Prevedo che per il 2011, con l’aumento
del bollino, le difficoltà saranno maggiori: esorto
i capigruppo ad impegnarsi, come hanno sempre fatto,
in questo difficile compito di tesserare quanti hanno
militato e nelle truppe alpine e non si sono mai avvicinati
all’Ana”.
Note positive arrivano dalle attività istituzionali. La
massiccia e ordinata partecipazione all’Adunata nazionale
di Bergamo, l’impegnativa organizzazione del Pellegrinaggio
sul Pasubio, complicata dal rifiuto del sindaco
di Posina di rilasciare i permessi di transito sulla
strada degli Scarubbi, la riuscita adunata sezionale, organizzata
dai gruppi di Bolzano Vicentino e Lisiera, che
ha visto la massiccia partecipazione della popolazione;
infine l’adunata sezionale di Bassano, con l’emozionante
sfilata della Fanfara storica sul Ponte degli alpini. Fra le
attività culturali la presentazione della storia del Btg Vicenza
scritta da Manuel Grotto e la Festa Tricolore, con
Bepi De Marzi e i Crodaioli.
Il 2010 sarà ricordato come l’anno dell’alluvione e
quindi dell’impegno degli alpini in soccorso agli alluvionati,
dai primi interventi a riempire sacchetti di sabbia fino
alla sottoscrizione che ha raccolto quasi 50 mila euro,
impiegati per acquistare un pulmino per una cooperativa
per disabili di Cresole o consegnati alle famiglie più bisognose.
Grazie all’alluvione i vicentini hanno potuto vedere
in azione la Protezione civile alpina, apprezzata da
tutti (autorità e Vigili del fuoco compresi) per il grande impegno
e la perfetta organizzazione. Un intervento arrivato
poco dopo quello dell’Abruzzo: questi grossi impegni
non hanno tolto spazio alla consueta attività addestrativa
e alla diffusione della protezione civile nelle scuole.
Le relazione morale ha toccato poi gli ottimi rapporti
sotto tutti i punti di vista con le Forze armate e le istituzioni
pubbliche. È continuato il recupero delle opere belliche
in montagna: ormai conclusi i lavori sul Monte Cimone,
si va avanti sul Pasubio, sotto la guida della Zona
Val Leogra. Ampio spazio il presidente Galvanin ha
dedicato alle molteplici attività sportive e alla Commissione
cultura. Con Giuseppe Rossi e gli alpini di Alte
ha tenuto ben 72 conferenze nelle scuole e continua
la collaborazione con la Regione per la diffusione della
cultura alpina nelle scuole. Si vedono i primi risultati
del lavoro della Commissione giovani, la Commissione
capigruppo è impegnata alla redazione di un “Vademecum”
che possa dare risposta ai tanti problemi che incontrano
i capigruppo nella loro attività.
Se il 2011 è stato positivo per la Fanfara Storica, che
Nello zaino - 5
L’Assemblea dei delegati in Fiera.
Nella pagina precedente il presidente Galvanin
ha registrato 21 uscite, di cui 18 al completo, e per il sito
Internet, rinnovato e ricco d’informazioni, si è dovuto
ridurre da cinque a quattro le uscite della pubblicazione
Alpin fa grado, per la soppressione da parte del
Governo delle agevolazioni, che hanno fatto crescere
del 400 per cento le spese di spedizione e costretto ad
aumentare di 50 centesimi la quota associativa.
«Oggi gli alpini sono più che mai utili e necessari -
ha concluso il presidente Galvanin - nelle nostre comunità
infatti non c’è sindaco o assessore, parroco, asilo
o scuola che sempre di più si rivolga ai nostri Gruppi
per chiedere una mano per risolvere piccoli o grandi
problemi, che senza il nostro aiuto risulterebbero molto
onerosi. Noi ci siamo, siamo sempre presenti, disponibili:
dobbiamo però ricordarci che anche noi possiamo
scegliere chi e come aiutare, chi se lo merita. Non
siamo alle dipendenze di nessuno, specialmente di chi
crede che sia tutto dovuto, coloro che quando eseguiamo
dei lavori si rifiutano di contribuire alle spese, oppure
di chi non vuole vederci con i nostri gagliardetti o
a coloro che da fastidio il nostro cappello o la nostra Preghiera
dell’Alpino».
La relazione morale è stata approvata all’unanimità
dai delegati dei 127 gruppi presenti (sui 135 in forza alla
sezione).
All’assemblea, presieduta dal direttore dell’Alpino,
Vittorio Brunello, sono intervenuti il sindaco di Vicenza
Achille Variati, l’assessore provinciale Nereo Galvanin,
il col. Stefano Fregona, vice comandante del Settimo,
il gen. Innecco e Antonio Munari, consigliere nazionale
Ana.
Relazione finanziaria
Se è in attivo il bilancio degli iscritti alla sezione
Ana di Vicenza, è in passivo quello della cassa del
Torrione. Un disavanzo di 16 mila 560 euro - ha spiegato
il tesoriere Arcangelo Murzio - dovuto alle spese
per l’organizzazione del pellegrinaggio sul Pasubio
e per il notevole aumento delle tariffe postali per
l’invio di Alpin fa grado; sarà ripianato con l’utilizzo
del fondo attività associative.
Nel 2010 le entrate sono state di 415 mila euro -
si legge nella relazione finanziaria, approvata dall’assemblea
con una sola astensione - 305 mila arrivati
dal tesseramento e 91 dalle attività associative.
La maggior parte dei proventi delle quote associative
(173 mila euro) prende la strada di Milano per l’Ana
nazionale; altre voci rilevanti in uscita sono le spese
generali (52 mila), il giornale sezionale (40), le attività
associative (93), la protezione civile (23), il Gruppo
sportivo (19) e la Fanfara storica (17), che però ha
riscosso oltre 7 mila euro.
Quest’anno per la prima volta è stato approntato
un bilancio di previsione, che vede un sostanzioso aumento
dei ricavi (55 mila euro in più del 2010) dovuto
all’aumento della quota associativa (2,5 euro alla
sede nazionale e 0,5 alla Sezione di Vicenza). Un
aumento di entrate a cui non corrisponderà però un
aumento delle spese, che dovrebbero fermarsi a 394
mila euro (21 mila euro in meno di quest’anno).
6- Nello zaino
Fino all’ultimo si è dedicato al suo progetto per la diffusione della cultura alpina
MATTEO MIOTTO
UN SIMBOLO PER GLI ALPINI
Il lutto questa volta ci ha colpiti da vicino. Molti alpini
l’ultimo dell’anno hanno spento le luminarie e messo
via lo spumante. La notizia della morte di Matteo
Miotto in Afghanistan si è diffusa in un attimo fra incredulità
e dolore, e ha lasciato sgomenti. Specialmente
fra chi lo conosceva o aveva portato come lui la nappina
bianca o il 7 sul fregio: era proprio un “frate di
naja”. Le ore successive avevano scandito il consueto
triste cerimoniale, fino alla grandissima manifestazione
di cordoglio nel duomo di Thiene strapieno di gente e
alpini. E mentre in sezione, al gruppo di Thiene, alla
commissione giovani arrivavano da tutta Italia messaggi
di cordoglio e ammirazione per quel ragazzo, si sono
levate anche sterili polemiche, presto dimenticate.
Adesso c’è solo il vento del ricordo che soffia fra le
rocce. Matteo è vissuto poco, ma ha dato tanto.
Nicola Stoppa, responsabile sezionale della commissione
giovani, era diventato quasi un fratello maggiore
per lui. Erano spesso assieme, si tenevano in contatto
anche in Afghanistan.
Ha tantissimi ricordi “Ma il più bello sono due delle
tantissime e-mail che ho ricevuto - dice Stoppa -. Parlano
di un ragazzo semplice, un alpino vero, ricco di
sentimenti e di proposte concrete per il futuro dell’Ana.
Il nostro impegno sarà quello di continuare a fare tutto
quello in cui credeva ed a rispondere sempre EC-
COLO! come faceva lui”.
Dopo la prima ferma di un anno, Matteo Miotto
aveva partecipato subito all’attività dell’Ana ed
aveva portato anche lui lo striscione “Noi dopo di
voi” che la commissione giovani fa sfilare di prima
mattina alle adunate nazionali davanti a tutti i
reduci, affiancati da due ali di giovani. Si era impegnato
subito per diffondere fra i ragazzi lo spirito
alpino e molti studenti thienesi lo hanno visto
a scuola in divisa a parlare degli alpini, dopo aver
ripreso servizio. Del suo progetto giovani aveva
parlato con tutti, con fervore, con una gran carica,
anche polemico con chi non capiva subito, al gruppo,
in sezione, con l’ex responsabile della commissione
giovani nazionale Lavizzari. Il suo scopo
era uscire dai confini della sua città e coinvolgere
più persone possibile.
Le due e-mail Matteo le scrisse negli ultimi giorni di
vita in una terra lontana, estranea, selvaggia. A tu per tu
con il pericolo non ha mai pensato alla morte, aveva in
mente solo di tornare e di lavorare per gli alpini e per i
giovani. “Ciao Nicola - scriveva il 18 dicembre - Qui
l’aria del Natale è inesistente, se non fosse per le nostre
tradizioni che ci legano al periodo più bello dell’anno e
da passare con gente vera e tu sai cosa intendo. La malinconia
c’è, non la nego, vedo le foto delle nostre valli
imbiancate e noi giriamo ancora in maglietta in questi
strani posti, pensa ti... È l ultimo mese per noi della Julia,
poi noi trenta alpini che siamo i più a Sud di tutto
l’esercito italiano torneremo a casa, dopo sette mesi veramente
al contatto col pericolo ogni giorno. Nel tempo
che riesco a trovare sto lavorando al progetto con le scuole
superiori e ti farò avere una copia del programma,
una volta che l’avrò steso per bene. Lavizzari mi scrive
spesso sì, si interessa, ma Nicola ti dico la verità: stare
in questi posti silenziosi e vuoti per mesi e mesi ti fa pensare
parecchio e ho capito che è meglio passare il tempo
con le persone che veramente han qualcosa dentro e
non vedo l’ora di farmi una bella bottiglia al caldo di un
rifugio con te. Fatti sentire, io per dieci giorni sono qua
di base in Gulistan poi ho l’elicottero per fare l’ultimo
turno all’avamposto: gli ultimi venti giorni di inferno,
Matteo Miotto e Diego Dal Maso incontrano gli studenti
Nello zaino - 7
quaggiù, scambiando il gagliardetto con un capo
villaggio locale. Pensa, siamo arrivati anche quaggiù...
Ciao Nicola W gli alpini!”.
Due giorni prima di morire Miotto si era sentito
al telefono con il presidente Galvanin, per gli
auguri di Capodanno. Naturalmente aveva parlato
del suo progetto. “È tutto definito - aveva detto -.
Non vedo l’ora di tornare per fartelo vedere”.
Il dolore degli alpini ai funerali di Matteo Miotto
dove son morti i nostri quattro del Settimo e poi ho il volo
da Herat per l’Italia”.
Nicola Stoppa gli risponde subito. “... Abbiamo ammirato
il tuo attaccamento agli alpini e all’Ana. Parlavo
di te e della tua bellissima lettera per il 4 Novembre
con gli alpini della commissione giovani, della sezione,
anche con Lavizzari. Matteo, ormai sei il nostro «guerriero»...
e ti stimiamo per quel gran lavoro, che in silenzio
e giorno per giorno, stai preparando per il nostro
futuro associativo... Ho parlato di te con mio padre,
classe 1918: stanno scrivendo pagine di storia - ha
commentato - le stesse pagine che quasi 70 anni fa abbiamo
scritto noi impegnati nei diversi fronti di guerra.
Dì al tuo amico che abbracci tutti i militari presenti e
che l'abbraccio arriva da un reduce, decorato e ferito
in guerra, che è fiero di avere figli e nipoti come voi impegnati
per onorare quella bandiera Tricolore simbolo
della nostra fedeltà alla Patria”.
La risposta di Matteo arriva lo stesso giorno. “Che
gran messaggio, in momenti dove sentiamo la lontananza
dalle nostre case per noi quaggiù è tanta roba ricevere
messaggi come questo, grazie Nicola non dimenticherò...
Grande anche il papà fagli i miei auguri di un bel periodo
di Natale... NOI DOPO DI VOI o sbaglio Anche
stamattina in pattuglia per i villaggi del Gulistan abbiamo
consegnato mangiare e medicinali ai bambini che
qui sono veramente tanti... Purtroppo la situazione non
è rosea in questo periodo; giù all’avamposto gli attacchi
ci sorprendono anche due volte alla settimana ma ormai
ci siamo. Dopo Natale verso il 28 ho l’elicottero e
con la mia squadra torniamo giù all’avamposto per gli
ultimi giorni di fronte e poi è il momento di fare i bagagli...
Ho lasciato il segno della nostra sezione anche
Un bellissimo ritratto di Matteo lo leggiamo nell’ultimo
saluto che gli ha dedicato un suo commilitone
e grande amico, Diego Dal Maso, anche lui
coinvolto nel “Progetto scuole”. Erano assieme nel
plotone esploratori, poi uno è partito per l’Afghanistan
e l’altro per la Scuola marescialli di Viterbo.
“Il 2010 ha visto andare avanti i nostri due nonni,
reduci di guerra. Tu dicevi che essi non muoiono
se noi portiamo avanti i loro valori, i valori alpini. Beh...
tu Matteo sei diventato addirittura un simbolo”.
Simbolo dell’adattamento dei giovani ragazzi
del Settimo alle crescente richieste operative: a
soli 24 anni, alla tua prima missione già avevi
sbalordito i colleghi per la tua velocità ad apprendere
un lavoro difficile, accettando con
umiltà il quotidiano rischio di morire.
Simbolo della forza del plotone alpieri: alla tua
prima partecipazione ai Casta, per giunta da principiante
sugli sci, sei stato indiscusso protagonista
dell’impresa che ci ha portato al podio.
Simbolo della dedizione all’Ana, in quanto ideatore
e promotore del “Progetto scuole” per la
sensibilizzazione negli istituti superiori all’arruolamento
alpino.
Simbolo dell’orgoglio vicentino, della tua terra:
il tuo urlo di battaglia era VICENSA! Sugli
sci da gara avevi scritto “Val d’Astico”, il tuo
luogo sacro era il Summano, quando ti chiedevo
come stavi, tu rispondevi “Miotto Thiene duro!”.
Simbolo dei valori alpini più profondi che hai
descritto prima nella tua lettera alla tua città del 4
Novembre e poi purtroppo messi in evidenza cadendo
eroicamente nel compimento del dovere.
“Grazie di questo tuo ultimo insegnamento - conclude
Diego Dal Maso - Noi, i tuoi fratelli alpieri, ti ricorderemo
sempre con gli sci in spalla, la barba ghiacciata
e i denti digrignati, simbolo della tua infinita forza
e determinazione”.
Dino Biesuz
8- Nello zaino
Nel piccolo avamposto in mezzo al deserto in Gulistan dove ha vissuto gli ultimi giorni
MATTEO, VIAGGIO NELLA MEMORIA
Andrea Mason, naja alpina
al Settimo, redattore
e inviato de “Il
Giornale di Vicenza”, è
stato nei luoghi che hanno
visto il sacrificio di
Matteo Miotto, pochi
giorni dopo la sua morte.
Per Alpin fa grado
ha scritto questo reportage
che ci aiuta a capire
cosa vuol die fare
il soldato in Afhanistan,
a conoscere meglio
l’ambiente, il clima e i
sentimenti dei nostri alpini,
che continuano a
morire laggiù
È un viaggio a ritroso,
quello che racconto.
In memoria di un Alpino
morto il giorno di
Capodanno nell’avamposto
Snow (neve) di
Buji, valle del Gulistan,
Afghanistan. “Era vicentino
di Thiene. Era
un ragazzo d’oro. Aveva
valori forti. Amava
la famiglia. La divisa.
E l’Italia”. Si chiamava
Matteo Miotto: i suoi
amici con la penna nera, quelli del plotone esploratori,
così lo hanno voluto salutare.
Lo racconto partendo da Vicenza. Narrando quei giorni
di lutto sulle pagine de Il Giornale di Vicenza. Scrivo
di quando ho toccato con mano e nel cuore la tragicità
del rientro della salma di Matteo che ho atteso sulla
pista dell’aeroporto di Roma Ciampino; ricordo di
quando ho portato il mio dolore nella camera ardente allestita
all’ospedale del Celio; di quella mattina, in cui
ho assistito ai funerali di Stato celebrati nella basilica di
Santa Maria degli Angeli, nel cuore della capitale. Infine
sono volato in Afghanistan, nella base di Herat, sede
del Regional Command
West dell’Isaf a fianco del
ministro della difesa Ignazio
La Russa, che ha voluto
incontrare gli alpini
del 7° in un momento così
delicato. E ancora ho
vissuto, con emozione, il
trasferimento in elicottero
nella valle del Gulistan, destinazione
Fob (Forward
Operating Base) Ice, dove
era di base Matteo Miotto,
prima di prestare il suo turno
di servizio nella Cop
(Combact Out Post) Snow.
Un vero e proprio fortino
nella terra del niente, dove
ha trovato la morte in
combattimento, ucciso nel
corso di una sparatoria da
un colpo di un cecchino
armato di un fucile di precisione
russo, un Dragunov,
calibro 7,62.
Racconto questo viaggio
delle memoria e in memoria
di Matteo Miotto
scartando tante cose dette,
ascoltate, scritte e riportate
con sufficienza in quei
giorni tragici. Quando l’esatta
dinamica delle morte
di Matteo venne a galla lentamente non per imperizia
ma per (forse) motivato eccesso di scrupolo da parte dei
Comandi italiani. Quando ho toccato con mano come la
raccolta dei rapporti, dettagliati, e l’incrocio delle testimonianze
richieda tempo e precisione. Perchè l’ufficialità
non può coniugarsi con superficialità ed incompletezza
e andare di pari passo con l’accavallarsi della tragedia
e la sete di notizie. Una lezione vissuta sul campo.
Da tutti.
Ricapitolo. Volo in Afghanistan. Prima a Herat. Poi
alla Fob Ice. Da qui Base Snow, un avamposto di soli
30 metri per 15 in mezzo al deserto, in prossimità di un
Nello zaino - 9
passo strategico, dista 18 chilometri. Di quella piccola
base sperduta mi raccontano storie di vita, di resistenza,
di sparatorie. C’è una foto che gira: ritrae una scritta
cara agli alpini incisa vicino agli Hesco Bastion, “Davanti
ai muli, dietro i cannoni, lontano dai paroni”.
Herat, sede della Task Force South Est è invece a
450 chilometri; servono circa 75 minuti per atterrare
qui, a bordo di un massiccio CH 47. Quando la base
venne allestita, i mezzi del reggimento, via terra, tra le
montagne, impiegarono dodici giorni ad arrivarci. A trasportarci
è il gigantesco Chinook a due pale, arrivato
fin quassù scortato da una coppia di A129 Mangusta,
con volo in assetto tattico e i mitraglieri pronti a rispondere
al fuoco. Il cielo è di un azzurro intenso quasi
terso, oggi. E fa da contrasto con l’ocra delle montagne,
secche. Una decina di blindati lince sono il comitato
di benvenuto.
Nella valle delle rose, Golestan, distretto del Gulistan,
l’inverno non è ancora giunto. Il freddo, con temperature
sotto lo zero, arriva soltanto dopo il tramonto.
Il paesaggio è ruvido e aspro. Brullo e roccioso. I primi
due aggettivi e il quarto identificano anche la tempra degli
afghani, così in pace così in guerra. E ora siamo in
guerra. Il ricordo di Matteo è fortissimo qui. Sono circa
240 i soldati italiani del 7° reggimento di Belluno e
del 2° genio guastatori di Trento che abbiamo incontrato.
“Ci si conosce tutti qui. Lui era un entusiasta. Bravissimo.
Uno sempre pronto a darti una mano”, dicono.
Poi, supplicano. “Non fate troppo domande su di lui.
Non perchè non ne vogliamo parlare”. Ma per pudore
e per rispetto alla sua memoria e verso i suoi genitori. È
un ragionamento che il ministro
della difesa Ignazio La Russa,
arrivato fin qui, in pratica in prima
linea si tiene stretto. E fa suo.
“Ho voluto spiegare bene quello
che è accaduto nel corso della
sparatoria e come Miotto è
morto: cioè, combattendo. Lo
faccio perché in quel giorno convulso
le comunicazioni tra l’Italia
e l’Afghanistan forse non
sono state troppo chiare”.
A base Ice, un fortino che
guarda verso un piccolo villaggio
circondato dalla desolazione
del nulla, il morale degli alpini
è alto. Nonostante il turno
sia iniziato a settembre, nonostante
i cinque compagni caduti,
il sorriso degli alpini l’ho visto. Ho stretto le loro mani,
incrociato i loro sguardi, sereni. Nonostante anche
gli attacchi, che qui sotto tutt’altro che rari. Non si sono
fatti mancare nulla gli Alpini: fuoco di armi leggere,
tiro di mortai da 60. Loro però rispondono: “Bravo ministro,
è venuto anche lei a ficcarsi quassù”.
Le storie si intrecciano, in un’area che a spanne occuperà
lo spazio di due campi da calcio: tra torrette, bastioni,
postazioni difensive, piccoli shelter, tende, un
pub senza alcolici dove si può giocare a biliardino. Il
paesaggio è quello che accompagna un fortino della Legione
straniera nel deserto, la tensione quella che forse
si respirava nel West, negli avamposti delle Giacche
azzurre.
Il capitano Flaviano Maggioni sta guidando una missione
di addestratori statunitensi a fianco del 270° Corpo
afghano, “E noi italiani siamo davvero bravi in questo
mestiere”. Presto entreranno in azione. Qui a dettare
i tempi è il capitano del genio Salvatore Toscano, siciliano.
Pure il tenente Daniele Malvezzi, padovano,
guarda avanti. Racconta dei 150 piccoli villaggi che compongono
il distretto, abitato da poche migliaia di povere
anime. “Non ci sono servizi, nemmeno strutture dello
stato. Ci siamo noi, ora. Avviamo piccoli progetti,
parliamo con i capi villaggio, chiediamo loro cosa serve,
cerchiamo di alleviare la loro povertà. Pochi ma concreti
segnali”. È anche il simbolo dell’italian way. Nel
modo italiano di fare. Perchè qui nel Gulistan il contingente
italiano è subentrato a quello statunitense e georgiano
proponendo un nuovo modello di approccio con
la popolazione. “E i segnali sono positivi”. Ma se con-
10 - Nello zaino
tinuano a sparare “È esattamente la risposta di chi si
sente minacciato da ciò che di buono noi facciamo”, le
parole del generale Bellacicco. Vero anche che confrontarsi
con la gente del posto non è facile. Quando gli
italiani tagliano una via di rifornimento di armi e munizioni
ai talebani, questi ne trovano un’altra. E anche la
gente, povera, per un pugno di dollari è pronta a mettersi
a libro paga di chi semina terrore. Significa che spia
le mosse degli italiani o, peggio, spara.
Le storie si intrecciano in questo lembo d’Italia dove
sventola il tricolore e dal quale non si può fuggire nemmeno
per un istante andandosene in libera uscita. Niente
di niente: si lavora sette giorni su sette, sempre, salvo quando
si dorme. Si esce solo incollati ai Lince, in missione.
Liza Luppino, papà calabrese e mamma argentina, primo
caporalmaggiore e soccorritore militare, è la sposa di
Dedicata a Miotto
la Santorso - Summano
Matteo Miotto sarà ricordato anche dalla gara di
corsa in montagna Santorso - Monte Summano. La
manifestazione, inserita nel calendario delle gare
per l’assegnazione dello Scalatore d’oro, da quest’anno
si chiamerà infatti “Trofeo Matteo Miotto”;
si svolge il 29 maggio. L’alpino caduto in Afghanistan
sarà inoltre commemorato il 30 aprile in una
serata al Teatro comunale di Thiene.
Renè De Nes. Ed entrambi
sono qui, a combattere
in prima linea.
Liza però è donna, per
cui quando si può cura
le donne afghane come
può. Ma il suo è già un
aiuto importante. Il primo
caporalmaggiore
Francesco Campanelli
è di turno nella torretta
sud; imbraccia un fucilone
di precisione Barrett,
made in Usa, capace
di vomitare proiettili
calibro 12,7 a 1200
metri con precisione
chirurgica. Sta facendo
del contro cecchinaggio,
come si dice in gergo.
La canna è puntata
verso le rocce, da dove gli insurgent, come li chiamano,
sparano senza farsi vedere. Senza avvicinarsi troppo, perchè
sennò sarebbero falciati dalla armi degli alpini. Ci sono
anche quattro cani, fiutano l’esplosivo. E tra le curiosità
c’è un forno che offre pizze calde più saporite e farcite
che non nel cuore di Napoli e che serve 60 chili di pane
fresco al giorno.
Ma Base Ice è soprattutto un lembo di un’Italia che
si fa conoscere per la sua volontà ed il suo orgoglio. La
migliore gioventù è anche qui. Non è una fortezza Bastiani
affacciata verso il nulla, quella che ci ha accolto
in un paesaggio dalla bellezza travolgente e che ha visto
passare prima gli eserciti di Alessandro Magno, poi
quelli dell’Impero Britannico e dell’ex Armata Rossa.
Base Ice è qui con una missione diversa. Non per conquistare,
ma per ri-conquistare. I cuori, non le genti.
Grinta da Alpini, cuore da Italiani. Matteo lo sapeva e
questa era la missione per cui era morto. Vedere e toccare
dove è accaduto era un dovere.
Andrea Mason
Estratti i numeri della lotteria
“Un ponte per Herat”
Questi i numeri della lotteria organizzata dalla sezione
Ana di Cividale: 369 (soggiorno per 2 persone a Londra);
17376 (televisore Lcd da 32”); 17431 (Pc portatile); 8809
(autoradio Cd); 1441 (cellulare); 19794 (binocolo); 6430
(stazione barometrica); 20905 (telefono cordless); 2400
(etilometro portatile); 16546 (radiosveglia).
SULLA BOCCA DI TUTTI
ANCHE A SPROPOSITO
Nello zaino - 11
Non è vestendosi da festa e andando alla Rai che si difende la causa
di Federico Murzio
Una rappresentanza dell’Ana, tra
cui molti alpini (compresi partecipanti
alla mini naja) e tre consiglieri
della sezione di Vicenza, hanno concorso alla trasmissione
televisiva “Fratelli di Test” (Rai Uno, 18 marzo
scorso). Il senso del simpatico giochino - perché di questo
si è trattato- era rispondere a domande di dubbia serietà
sulla storia, cultura e società italiana in un contesto
temporale, quello dei 150 anni dell’Unità d’Italia, che
sarà ricordato per aver abbracciato eventi memorabili a
farse senza né capo né coda. Gli alpini, comunque, erano
presenti come categoria rappresentativa dell’italianità.
E se qualcuno pensa che si siano misurati contro agguerrite
delegazioni dei Carabinieri, della Guardia di finanza,
della Marina o dell’Aeronautica si sbaglia di grosso.
Avversari erano italianissimi “vip” o presunti tali del
jet set nazionalpopolare, gli infaticabili “agricoltori”, i
volenterosi “cuochi”, le onnipresenti “mamme”. Alla fine
gli alpini hanno vinto la gara. Bene, bravi, bis. Sono
stati fatti davvero dei bei passi avanti da quando l’Ana
non se la filava nessuno se gli alpini sono oggi invitati a
siffatte trasmissioni Tv. Speriamo almeno i partecipanti
della delegazione Ana si siano divertiti perché noi da casa
ci siamo divertiti molto meno.
Quando si accetta di partecipare ad un evento televisivo
dove non si parla di montagna, né di valori alpini,
né dell’impegno della Protezione civile alpina, né di
cose militari è buona regola riflettere prima sull’opportunità
di farlo. I meccanismi della comunicazione di massa
e dell’informazione sono spesso fuorvianti e rischiano
di trasformare cose serie in barzellette e viceversa.
In questo caso qualcuno ha sbagliato. Tanto più che se
si fosse trattato di un palcoscenico televisivo di diverso
spessore ben altri personaggi avrebbero sgomitato per
esserci.
In ogni caso da oggi alcuni potranno vantarsi di un’inquadratura
di un nano secondo sulla rete ammiraglia della
Rai, un vanto che con molta faccia tosta potranno esibire
a mo’ di medaglia al valore o a certificazione della
loro alpinità. La dignità e la serietà del cappello alpino,
invece, sono tutt’altra cosa.
Colletta alimentare
Crescono le offerte
Un nuovo successo per la Colletta alimentare: in oltre
8100 supermercati più di 110 mila volontari (con gli alpini
in prima fila) nel novembre scorso hanno raccolto
9400 tonnellate di generi alimentari, distribuiti in oltre
8000 strutture caritative nazionali. Nel Veneto in 475
supermercati sono state raccolte 647,19 tonnellate di
prodotti alimentari, il 19 per cento in più rispetto al 2009.
In aumento le offerte anche in provincia di Vicenza, dove
si è passati da 89,50 a 116,61 tonnellate.
12 - Nello zaino
Dei 2.519 vicentini morti in Russia solo 108 sono stati restituiti ai loro cari
RIPORTIAMOLI A CASA DALLA STEPPA
Sono 2.519 i vicentini morti nella Campagna di Russia.
A più di 60 anni da quella tragedia solo 108 sono
tornati a casa. Riportare anche le altre salme è un impegno
civile, un obbligo morale, il minimo che si possa
fare per quei poveri ragazzi mandati allo sbaraglio
senza mezzi, armi e vestiti adeguati. Morti senza una
croce, una lacrima, un pensiero di suffragio. Un obbligo
morale anche per i loro congiunti: anche se nelle loro
famiglie è rimasto solo qualche nipote, il legame con
quei morti in tempi lontani è sempre molto forte e il ritorno
di quelle cassettine bianche con i poveri resti provocano
sempre emozioni intense.
Su questi temi si è sviluppato nella
sala congressi Assoartigiani un dibattito
sul tema “Sono ancora nella
steppa... riportiamoli a casa”. La ricerca
dei resti dei nostri soldati è
compito di Onorcaduti, organismo
del ministero della Difesa, ha spiegato
il capufficio col. Fiore. Dal 1991
(quando l’ex Urss ha cominciato a
collaborare a queste ricerche) all’anno
scorso sono tornate in Italia 11.729 salme. Sono
i russi che indicano dove cercare e la sensibilità delle
famiglie dei dispersi è sempre molto alta. Con emozione
è stato ascoltato Carlo Vicentini, dell’Unirr, 93 anni
reduce e prigioniero in Russia. I russi hanno fornito
circa 60 mila nomi di caduti in prigionia, ma è un elenco
difficile da decifrare (è scritto a mano in cirillico) e
certi nomi si riferiscono a morti nei campi d’internamento
tedeschi; stesse incertezze sui 23 mila corpi rimpatriati.
Mancano completamente i nomi dei caduti in
combattimento ed i cimiteri realizzati dai cappellani militari
a volte sono stati spazzati via dalle ruspe per l’esecuzione
di lavori.
Significativa anche la testimonianza di Antonio Respighi,
alpino di Abbiategrasso, che nel 2009 era in
Russia in camper. Dopo una lunga discussione riuscì a
farsi consegnare da un abitante della steppa alcune gavette
piene di piastrini di riconoscimento: da allora ha
cominciato un impegnativo lavoro per risalire ai comuni
di residenza dei caduti, alle famiglie, per rintracciare
le persone interessate e fare la consegna. “Ogni
volta è un’emozione intensa, perché consegnando il
piastrino per i parenti è come se il loro congiunto fos-
se tornato a baita. Ai familiari chiediamo, foto, notizie,
per costruire una «storia» attorno a ogni Caduto
rimpatriato”.
L’iniziativa è partita dal Gruppo Ana “Tosato” di Borgo
Casale e da Gianni Periz, moderatore della serata, dal
Comune di Vicenza e dall’Associazione Artigiani, nella
ricorrenza dell’anniversario di Nikolajewka. Sono intervenuti
il capogruppo Roberto Pavan, il sindaco Variati, che
ha annunciato l’intenzione di creare un “Luogo della memoria”
nella zona del cimitero dedicata ai caduti per la patria,
il vice comandante delle truppe alpine gen. Rossi, Vittorio
Brunello, direttore dell’Alpino, a
nome del presidente Perona, Giuseppe
Galvanin, presidente della sezione
Ana di Vicenza, Giovanni Lugaresi,
giornalista e scrittore, Roberto Ciambetti,
assessore regionale, l’on. Savio,
uno dei promotori del lavoro di rimpatrio
delle salme.
Tutti concordi nel sostenere la necessità
e l’importanza di riportare a
casa i caduti della steppa. Ma come
al solito si cozza contro la mancanza di soldi. “Ma se
non troviamo quelle poche risorse necessarie per riportarli
a baita - ha detto il sindaco Variati - ce ne dovremo
vergognare”. Intanto però un risultato l’iniziativa
lo ha già ottenuto: per la prima volta c’è stato un confronto
fra persone coinvolte in questa vicenda, che si sono
impegnate in un successivo approfondimento.
E a ricordo di quei 2.519 caduti il giorno dopo è stata
inaugurata una lapide, fissata al muro della sede del
gruppo alpini di borgo Casale, a due passi da quell’ufficio
leva dal quale tutti loro erano passati, in festa come
facevano una volta i coscritti, senza sapere a quale
tragedia li avrebbe portati quell’“abile, arruolato”. Una
cerimonia commovente e partecipata, che ha visto una
larga partecipazione di autorità e alpini che si sono stretti
attorno a quattro reduci di Russia, G.B. Danda, Tizian,
Serraglio e Rancan. Del “riportiamoli a casa” si è tornati
a parlare in una tavola rotonda nella sala Verde attigua
alla chiesa di S. Pietro, alla quale sono intervenuti
il capogruppo Roberto Pavan, il sindaco Variati, il gen.
Pino, il col. Paissan, l’assessore provinciale Galvanin e
il gen. Innecco.
Dino Biesuz
NIKOLAJEWKA 2011
Commemorazione sezionale a Molina di Malo
Nello zaino - 13
Commemorare per non dimenticare. Commemorare
per ricordare insieme, persone o fatti trascorsi: gioiosamente
quelli felici; nel raccoglimento quelli dolorosi.
Chi partecipa, testimonia soprattutto condivisione di sentimenti
di pietà e dolorosa memoria per chi ha sofferto.
Sacrifici estremi, disperati patimenti, gesta eroiche
consumatesi nelle ostili lande russe sono state evocate
nelle brevi parole degli oratori, la sera del 29 gennaio a
Molina di Malo ove un’aria pungente faceva alzare i baveri
e l’ondeggiare di decine di vessilli illuminati dalle
fredde luci della contrada, creavano un’atmosfera di
grande emozione.
Una commemorazione austera, introdotta rievocando
le dimensioni e la drammaticità dell’atto finale della
tragedia russa, sopportato dalle divisioni alpine: Julia,
Cuneense e Tridentina; consumatosi su quell’ormai
tristemente noto terrapieno di Nikolajewka, in quel maledetto
26 gennaio del ’43.
Oltre l’alzabandiera e gli onori ai caduti in quella battaglia,
a cui proprio è dedicato il monumento nella frazione
di Malo, è stata deposta un’urna contenente una
manciata di terra raccolta l’estate scorsa dall’alpino De
Marchi, in devoto pellegrinaggio nei luoghi del sacrificio.
Quattro artiglieri in armi, con il capitano Agosti ed
i tamburi della fanfara sezionale, hanno partecipato al
rito come picchetto d’onore.
Pacate parole del giovane alpino Riccardo, del capogruppo
e del sindaco, hanno preceduto l’appassionato
intervento conclusivo del presidente Galvanin, che ha
voluto ricordare come purtroppo il tributo di vite, gli alpini
continuino a pagarlo ancora oggi; poiché quando il
dovere chiama, la nostra risposta è stata e sarà sempre
la stessa: PRESENTE!
Gigi Girardi
ALPINI IN VISITA AL GIORNALE DI VICENZA
Cordiale incontro al Giornale di Vicenza
fra il direttore Ario Gervasutti
e una delegazione dell’Ana di Vicenza.
Con il presidente Giuseppe
Galvanin c’erano Dino Biesuz,
Giampiero Gollin, Luigi Girardi e Federico
Murzio, componenti del comitato
di redazione di “Alpin fa grado”.
A Gervasutti è stata illustrata
la realtà alpina del Vicentino ed a
ricordo dell’incontro gli sono state
lasciate alcune pubblicazioni sulla
storia degli alpini. Da parte del direttore
del Giornale di Vicenza l’impegno
a seguire con la consueta
puntualità il lavoro degli alpini.
(foto Mattiolo)
14 - Nello zaino
VIA MARSALA N. 9: in visita a quei de’ Milàn
Nella sede nazionale per capire “chi fa che cosa”. Parazzini e Perona guide d’eccezione
Quante volte ce lo siamo detti “Xè mejo che
quei de’ Milàn (il Consiglio Nazionale, nda) i
comanda casa sua!” Almeno, immagino, tante
volte quante alcuni capigruppo hanno sbraitato
“Xè mejo che quei de Vicensa (il Consiglio
Sezionale, nda) i comanda casa sua!”. Gli alpini,
si sa, un po’ anarcoidi in fondo in fondo lo
sono sempre stati.
Per sfatare il mito che vede “quei de’Milàn”
lontanissimi dalla base associativa, la sezione,
su input del capozona Berici Settentrionali Luciano
Cherobin, il 14 gennaio scorso ha portato
proprio a Milano una folta pattuglia tra capigruppo,
consiglieri sezionali e alpini.
“Abbiamo organizzato questa visita con l’intento
di far conoscere come funziona la sede nazionale
ai capigruppo, ai giovani soci e ai soci
più impegnati - hanno spiegato all’unisono Giuseppe
Galvanin e Luciano Cherubin sotto gli occhi
attenti di Antonio Munari, attuale consigliere
nazionale per la sezione di Vicenza - Crediamo sia importante
trasmettere il messaggio, anche con queste iniziative,
che esiste un legame continuo tra la sede nazionale
e le sezioni, così come è forte e presente un legame
indissolubile tra la sezione e i gruppi che la formano”.
Hanno rimarcato la stessa idea sia l’ex presidente nazionale
Giuseppe Parazzini, guida d’eccezione, sia l’attuale
presidente Corrado Perona che, con infinita pazienza,
si è lasciato fotografare non si sa quante volte
Il presidente Perona tra Galvanin e Cherobin
La delegazione vicentina all’ingresso della sede nazionale
attorniato ora da questo o da quell’alpino (“Nemmeno
fosse una velina!”, ha mormorato qualcuno).
La giornata si è conclusa nella sede della sezione di
Milano dove quei de’ Milàn, da par loro, hanno ospitato
la delegazione berica con la consueta ospitalità alpina
(foto Bruno Mioni, Gruppo Torri-Lerino).
La visita alla sede nazionale è stata organizzata dalla
zona Berici Settentrionali con l’appoggio ed il sostegno
della sezione alpini di Vicenza al fine di far conoscere
ai capigruppo, ai giovani soci
ed ai soci più impegnati, come funziona
la sede nazionale, come è organizzata,
quali persona lavorano e
quali opportunità di collaborazione
si possono instaurare tra i gruppi e la
struttura nazionale al fine di migliorare
e rendere sempre più aderente
alle nuove esigenze, l’attività associativa.
Il tutto anche per scoprire
nuove opportunità al fine di concretizzare
il dibattito sul futuro associativo.
Hanno partecipato 43 persone
tra capigruppo, alpini consiglieri
ed il presidente sezionale Galvanin.
Federico Murzio
Nello zaino - 15
MILANO OCCUPATA
Potrebbe suonare sinistro il titolo ma non
c’è di che preoccuparsi. Non si tratta di black
o green o reed blocks e tantomeno di individui
protetti da caschi o elmetti o mascherati da burka
o vili passamontagna. Non si tratta di lanciatori
di sampietrini o di ormai preziose bottiglie di
benzina, armati di spranghe e badili ma non per
lavorare, solo per spaccare auto e vetrine e se
capita, anche qualche testa: poverini, pure loro
sentono il bisogno che qualcuno si accorga che
esistono: primi tra tutti, loro stessi!
Ma chi saranno dunque costoro che domenica
12 dicembre hanno invaso la city nostrana,
cuore pulsante di questa Milano capitale del
“fare” italico Se lo saranno chiesto tanti stupiti
passanti e turisti dagli occhi a mandorla,
con cui quei personaggi con strani cappelli ornati
da una penna si dividevano piazza Duomo.
Tanti lo hanno chiesto anche a noi che con
in un improbabile inglese tentavamo - a volte
con evidenti scarsi risultati - di spiegare che
eravamo alpini, i soldati della montagna venuti
come ogni anno a testimoniare il nostro
amore e la nostra memoria per i nostri fratelli
che in ogni epoca, sui ghiacci o sulle rocce
o nelle steppe avevano lasciato i loro sogni e
la loro vita costruendo per noi un futuro meno
disumano.
Che questa fosse gente molto ma molto diversa
dalle mandrie di marmaglia che troppo
spesso ingombrano le nostre piazze, ne dovevano
essere ben convinte anche le forze dell’ordine.
Non si sono visti infatti nuclei antiguerriglia o
teste di cuoio dietro qualche angolo, pronti ad intervenire
per riportare l'ordine evitando disagi ai cittadini, al
sindaco Letizia Moratti, al ministro Ignazio La Russa ed
al presidente della provincia Guido Podestà, che con motivazioni
magari diverse dalle nostre, sono stati comunque
tra noi e con noi in questa mistica commemorazione
voluta da quella nobile ed indimenticabile figura che
fu l’alpino Peppino Prisco. Emozionato appariva il nostro
presidente Corrado Perona, spesso a contatto di gomito
con il nostro Bepi Galvanin. Alla Messa officiata
dall’arciprete della cattedrale, monsignor Luigi Manganini,
è seguita l’asciutta allocuzione del consigliere nazionale
Lavizzari che sul sagrato del duomo, davanti ad
una selva di vessilli, ha espresso quello che tutti noi avevamo
nella testa e nel cuore. Un collegamento satellitare
provvedeva a rendere piazza Duomo immensa fino
ad estendere il suo abbraccio ai nostri ragazzi impegnati
in Afghanistan.
Maestoso e solenne si è mosso il popolo alpino che
in lento corteo, ritmato dalle nostre fanfare, si è recato
in Sant’Ambrogio per deporre l’alloro degli eroi e
dei martiri sui freddi marmi che ne custodiscono le
spoglie.
Un limpido sole ha mitigato la rigida domenica milanese
ed ha riaccompagnato alle loro valli i tanti vecchi
e giovani alpini, ritrovatisi per questo irrinunciabile
gesto d’amore con lo spirito dei padri, andati avanti
sui sentieri che portano al Paradiso di Cantore.
Luigi Girardi
16 - Nello zaino
GLI ALPINI RESTAURANO
UNA SCUOLA IN AFGHANISTAN
Incontri con le scuole
Gli alpini hanno messo la firma anche su una scuola
femminile in Afghanistan, nel villaggio di Qala I Kuna,
in Gulistan, inaugurata dopo una ristrutturazione durata
quasi cinque mesi. Si tratta dell’unico complesso
femminile presente nella vallata: era da tempo inutilizzato
a causa di un incendio provocato dai Talebani. Il
progetto ha visto il pieno coinvolgimento delle autorità
governative locali, oltre che l’interessamento delle sezioni
Ana di Belluno e Vicenza e della provincia di Trento
che, attraverso il 7° Reggimento alpini di Belluno ed
il 2° Reggimento genio guastatori di Trento, hanno reso
disponibili i fondi per la realizzazione dell’opera.
La ristrutturazione ha interessato l’edificio principale,
con il rifacimento dell’intera struttura, del tetto e della
pavimentazione di tutte le otto aule scolastiche. Particolare
importanza è stata data alla fornitura completa
di arredi scolastici ed alla installazione di stufe a legna,
per poter garantire l’impiego nei rigidi mesi invernali.
La sezione di Vicenza ha destinato alla scuola 5000 euro
raccolti con l’Operazione stelle alpine. I soldi erano stati
portati a Belluno, al comando del 7°, una settimana prima
che fosse ucciso Matteo Miotto, proprio nel Gulistan.
Firmato dagli alpini un pozzo scavato nel villaggio
di Baktiar, distretto di Bakwa, dai militari della Task force
South East, guidata dal Settimo. È stato realizzato
nella parte centrale del paese, e quindi accessibile a tutte
le famiglie, grazie ai fondi messi a disposizione dalla
sezione Ana di Feltre.
Con l’avvio dell’anno scolastico sono ripresi gli incontri
mediante i quali, da oltre quattordici anni, gli alpini
di Alte Ceccato entrano nelle varie scuole di ogni
ordine e grado per rinnovare la memoria delle due Guerre
Mondiali del secolo scorso e per riscoprire con le immagini
origini e tradizioni della nostra civiltà contadina.
Anno dopo anno
questa attività incontra
sempre più
il favore degli insegnanti,
che volentieri
inseriscono
nel proprio piano
di offerte formative
le proposte
degli alpini, con la
consapevolezza
che ciò contribuisce
ad arricchire il
bagaglio culturale
degli alunni.
Con l’ideatore
di questa iniziativa
Giuseppe Rossi,
collaborano gli alpini
Mirko De
Grandi, Giuseppe Gianello, Mariano Lazzari, Giuseppe
Morato, Bruno Pretto e Luciano Savegnago, che con passione
e con puro spirito di volontariato (cioè: gratis) permettono
il proseguimento di questa lodevole iniziativa.
Nella foto, un gruppo di studenti di Torri di Quartesolo
in occasione di un incontro con gli alpini.
Nello zaino - 17
ISTRUZIONI PER L’USO
In seguito all’aumento delle tariffe postali, il consiglio
direttivo sezionale ha deliberato di modificare la cadenza
delle uscite del nostro periodico Alpin fà grado.
Da quest’anno pertanto Alpin fa grado verrà spedito
agli abbonati con cadenza trimestrale e le date di spedizione
orientativamente saranno: 20 marzo - 20 giugno
- 20 settembre - 20 dicembre.
Avvisiamo pertanto che il materiale per la pubblicazione
dovrà pervenire in redazione almeno 30 giorni prima
della data di spedizione prevista.
Ricordiamo che per poter confezionare al meglio il
nostro periodico, si chiede un po’ di collaborazione agli
estensori degli articoli, per esempio:
• corredare l’articolo possibilmente con foto (non pranzi
o convivi);
• ogni evento è utile da inserire nel settore “Vita dei
gruppi”. Si raccomanda di non inviare elenchi di manifestazioni
(tipo bilancio di un anno fatto durante l’assemblea),
ma inviare le singole manifestazioni durante
l’anno e non aspettare l’ultimo momento;
• testi e foto vanno spediti possibilmente via e-mail indicando
un telefono di recapito. Se consegnata a mano
o per posta la foto deve riportare sul retro il nominativo
del gruppo e l’evento;
• non inserire le foto nel testo perché poi risulta difficoltoso
separarle tecnicamente;
• le foto relative ai “lutti” sono pubblicate gratuitamente;
tutte le altre foto, ad eccezione di quelle relative a
articoli di interesse sezionale (rubrica “Nello zaino”,
“Sport” e “Protezione civile sezionale”) comporteranno
l’addebito ai gruppi di e 35,00 cadauna, pertanto
tutte le foto a pagamento saranno pubblicate previa autorizzazione
all’addebito del capogruppo pertinente.
• i testi devono essere chiari e sintetici;
• in caso di manifestazioni importanti redigere l’articolo
accompagnato da foto, e inviare subito dopo l’evento
e non attendere mesi. Le uscite di Alpin fa Grado
sono periodiche e non si vuole pubblicare notizie
vecchie di mesi.
CORI ALPINI IN INTERNET
Invitiamo i cori Ana e di canto popolare che fossero interessati
ad apparire nel sito della nostra sezione, ad inviare
un breve curriculum e qualche foto. È un mezzo
efficace e gratuito per farsi conoscere da un vasto pubblico
ed allacciare rapporti di amicizia e collaborazione
con altre realtà corali della nostra ed altre province.
Il materiale va inviato a: info@anavicenza.it
PIÙ DI 50 MILA EURO
PER GLI ALLUVIONATI
Ha superato i 50 mila euro la sottoscrizione degli
alpini a favore degli alluvionati. E 20 mila euro sono
già stati assegnati. L’iniziativa dell’Ana di Vicenza
ha coinvolto tutti i gruppi della sezione, alpini di altre
parti d’Italia, enti e cittadini; 45 mila euro sono
arrivati al conto corrente dell’Ana, gli altri sono stati
consegnati in sede. Dei soldi raccolti, 25.577 sono
già stati consegnati: sono la metà della somma necessaria
(l’altra metà l’hanno messa i donatori di sangue
della Fidas) per l’acquisto di un pulmino per il
centro diurno per disabili Spumaget di Cresole. È una
struttura che segue un gruppo di disabili tra i 23 e i
40 anni ed ha sede in locali di proprietà della parrocchia,
adiacenti alla chiesa, proprio uno dei punti più
colpiti dall’alluvione di Ognissanti: stanze allagate,
mobili e attrezzature distrutte. Gli ospiti sono stati accolti
in altre strutture e un pulmino attrezzato era il
primo passo per poter riprendere l’attività.
Gli altri soldi raccolti - così ha deciso il direttivo
dell’Ana - saranno consegnati direttamente alle famiglie
più colpite dall’alluvione, su indicazione dei
sindaci e dei capigruppo.
Dal Torrione fanno sapere che la sottoscrizione in
aiuto degli alluvionati è ancora aperta, sul conto
IT 47 V 05728 11801 017570406595
causale Alluvione Vicenza 2010
della Banca popolare di Vicenza Agenzia 6.
Raccolte di fondi sono state fatte anche dalle sezioni
Ana di Padova (23 mila euro) e di Verona (45 mila).
Il 5 per mille alla nostra Sezione
Anche quest’anno è possibile devolvere il 5 per mille dell’Irpef
alla sezione Ana di Vicenza. Possono farlo soci e
non soci: basta scrivere il numero 80027060245 (codice
fiscale dell’Ana Vicenza) e mettere la firma nella casella
apposita della dichiarazione dei redditi.
Il contributo può devolverlo anche chi non è tenuto alla
presentazione della dichiarazione dei redditi. Basta indicarlo
nel modulo per la destinazione dell’8 per mille che
viene consegnato assieme al Cud, che poi va spedito in
busta. Questo contributo non è alternativo, ma si aggiunge
a quello dell’8 per mille.
Un 5 per mille può sembrare poco, ma se si somma a
tanti altri, può raggiungere cifre ragguardevoli. Grazie a
quel contributo, infatti, 11.767 euro sono entrati l’anno
scorso nelle casse della nostra Sezione.
18 - Varie
ADUNATA NAZIONALE DI TORINO 8 MAGGIO 2011
Inquadramento della Sezione
Coordinatori responsabili:
Enzo Paolo Simonelli (335.8055733) - Francesco Griselin (348.2626000) - Francesco Rando (388.3597968)
1° SCAGLIONE
(Responsabile: Griselin Francesco 3482626000)
striscione “SEZIONE DI VICENZA”
(portato da 7 alpini del gruppo di Camisano)
a 3 metri
striscione “MATTEO PRESENTE: SFILA CON NOI”
(portato da 3 alpini del 7° Rgt. alternati da 3 della comm. giovani)
a 3 metri
cuscino col cappello di Matteo Miotto scortato
a 3 metri
Fanfara storica sezionale
a 3 metri
presidente - vessillo sezionale - consigliere nazionale
a 3 metri
vice presidenti
a 3 metri
consiglio direttivo sezionale
a 3 metri
militari in servizio - ufficiali generali e ufficiali superiori in congedo
alpini con incarichi speciali in sezione - autorità
sindaci con cappello e fascia tricolore - sindaci con fascia tricolore
a 3 metri
blocco gagliardetti dei gruppi
a 3 metri
alpini decorati e reduci su automezzi scortati dal gruppo giovani
a 3 metri
rappresentanza G.S.A. con cappello - rappresentanza G.S.A.
a 5 metri max.
2° SCAGLIONE
(Responsabile: Francesco Rando 3883597968)
striscione “2° SCAGLIONE”
(portato da 7 alpini del gruppo di Lonigo)
a 3 metri
striscione Russia
a 3 metri
striscione “NON CI RADUNIAMO PER CHIEDERE
MA PER RICORDARE”
(portato da 7 alpini del gruppo di Montegalda)
a 3 metri
striscione “I NOSTRI CORI”
(portato da 7 alpini del coro “Amici Miei”)
a 3 metri
cori Ana sezione Vicenza - Amici Miei - Creazzo - Lumignano
Monte Caviojo - Piovene Rocchette - Thiene
a 3 metri
Fanfara di Leinì (Torino)
alpini zone Berici Settentrionali - Masotto - Val Del Guà
Val Liona Alta - Val Liona Bassa
a 5 metri max.
3° SCAGLIONE
(Responsabile: Mirco Framarin 3332006794)
striscione “3° SCAGLIONE”
(portato da 7 alpini del gruppo di Montebello)
a 3 metri
striscione “CON NOI SFILANO I NOSTRI CADUTI’”
(portato da 7 alpini del gruppo Malo)
a 3 metri
scudetti brigate alpine
a 3 metri
fanfara di Ivrea
alpini zone Val Leogra Alta - Val Leogra Bassa
- Monte Cimone - Val Chiampo
a 5 metri max.
4° SCAGLIONE
(Responsabile: Giuliano De Marchi 3381034278)
striscione “4° SCAGLIONE”
(portato da 7 alpini del gruppo di Sandrigo)
a 3 metri
striscione “CADORE PRESENTE”
(portato da 7 alpini del gruppo di Caldogno)
a 3 metri
fanfara Candiolese (Torino)
alpini zone Astico Brenta - Astico Pedemontana - Val d’Astico -
Castellari Alto Bacchiglione
a 5 metri max.
5° SCAGLIONE
(Responsabile: Mariano Fincato 3453381566)
striscione “5° SCAGLIONE”
(portato da 7 alpini del gruppo di Ferrovieri)
a 3 metri
“NELLA FAMIGLIA SANA LA SALVEZZA DELLA SOCIETÀ”
(portato da 7 alpini del gruppo di Alte Ceccato)
a 3 metri
fanfara di Vivaro
alpini zone Colli Vicentini - Riviera Berica - Vicenza Città
Disposizioni generali
Il ritrovo per l’ammassamento è fissato fra le 9.30 e le 10, la sfilata partirà dal
monumento a Vittorio Emanuele II; l’inizio è previsto per le 10.30, Vicenza
sarà la penultima delle sezioni del Triveneto. Ognuno dovrà fare riferimento
al responsabile del proprio scaglione, che si terrà informato sulle variazioni di
orario. Gli alpini vanno inquadrati possibilmente con uniformità cromatica, i
gruppi in uniforme si metteranno nelle prime e ultime file; si consiglia di sfilare
a ranghi stretti. Ogni scaglione deve tenere una distanza di 50 metri da
quello che lo precede e la fanfara deve stare compatta al centro dello scaglione.
Ogni alpino deve tenere un comportamento adeguato alla solennità dell’evento,
seguendo le regole del Decalogo stabilito dall’Ana.
Varie - 19
Regole di comportamento
SI DEVE!
• Rispettare le indicazioni dei responsabili
• Scalare per riempire i vuoti fra le fila
• Mantenere file il più cromaticamente uguali
(scalando se necessario)
• Tenere un comportamento corretto
• Provvedere ad un vestiario in ordine
• Marciare al passo
• Avere cura di marciare allineati e coperti
• Mantenere uno spazio ridotto fra le file (massimo
un metro circa)
• Salutare Labaro e Tribuna abbassando Vessillo
e Gagliardetti
• Salutare le autorità in Tribuna con “ATTEN-
TI a ...”
• Salutare il Vessillo Sez. al termine della sfilata
con “ATTENTI a ...”
IN SFILATA
NON SI DEVE !
• Discutere o contravvenire alle disposizioni dei
responsabili
• Pensare di organizzare il blocco di sfilamento
con il “fai da te”
• Infiltrarsi tra le file fatte
• Tenere un atteggiamento incivile
• Indossare calzoni corti, scarpe multicolore,
zainetti e borracce
• Indossare cappelli tipo “Albero di Natale”
• Salutare al cappello (saluta solo il responsabile
di scaglione)
• Salutare sguaiatamente il pubblico
• Staccarsi dalla fila precedente per avere “visibilità”
• Abbandonare lo sfilamento per salutare il pubblico
• Abbandonare lo sfilamento prima del termine
• Rispettare il luogo e le disposizioni del Celebrante
• Partecipare al rito in modo consono
• Entrare in chiesa senza cappello in testa (tranne
coloro di servizio)
• Indossare il cappello solo per la S. Messa al
campo
• Togliere il cappello per ricevere la Comunione
• Rivolgere il fregio del cappello appoggiato sul
banco verso l'altare
• Assumere la posizione di “ATTENTI” durante
la consacrazione e l’elevazione dell’Eucarestia
(anche senza ordini o squillo di tromba)
• Provvedere ad un vestiario in ordine
IN CHIESA
• Indossare il cappello in testa per chi non è di
servizio
• Fare il segno della Croce per chi è in servizio
(con Vessillo o gagliardetto)
• Scambiarsi il segno della pace per chi è in servizio
(vedi sopra)
• Occupare posti riservati
• Tenere in testa il cappello per la Comunione
(anche all’aperto)
• Attenersi alle disposizioni del cerimoniere e
dei collaboratori
• Mantenere l’inquadramento predisposto
• Provvedere ad un vestiario in ordine
• Pazientare se i discorsi vanno per le lunghe
IN
CERIMONIA
• Discutere o contravvenire alle disposizioni dei
responsabili
• Improvvisare inquadramenti “fai da te”
• Abbandonare lo schieramento ed il luogo prima
del termine
• Salutare al cappello se inquadrati
• Chiacchierare e/o distogliere l’attenzione durante
i discorsi delle Autorità
20 - Lettere in redazione
Matteo... una scelta di vita
Quanta maturità in quella lettera che ormai tutti conosciamo.
Quanto rispetto per quello che stava facendo.
Quanta consapevolezza nel parlare al nonno alpino...
storie diverse, età diverse, stessa penna sul cappello,
così diverso...
C’è chi si sta chiedendo se è stato un sacrificio utile...
ma che parola è per Matteo Dalle parole della sua
lettera, dal senso del suo arruolamento nel corpo degli
alpini, dalle espressioni della sua mamma, forse l’aggettivo
“utile” è il meno indicato, forse è il peggiore.
Matteo ha insegnato a tutti che si può vivere veramente
solo dando senso alla propria esistenza, vivendo
per ciò in cui si crede, sacrificando quelle che appaiono
essere le più facili aspettative per un ragazzo di ventiquattro
anni, per onorare un impegno, una scelta, consapevole,
di vita. Certo Matteo non deve avere pensato
all’utilità, non per come la intende una società come la
nostra, incapace di riconoscere una gerarchia di valori
diversi dal bene materiale, dalla comodità, del do ut des,
refrattaria a sacrificarsi per qualsiasi cosa, restia nel rinunciare
ai propri impulsi per rispettare un impegno.
Matteo ha dimostrato come si possa essere belli a
ventiquattro anni. Bello fuori, molto più di un belloccio
da spot tv, con quella divisa che rende più belli i nostri
giovani uomini. Bello dentro, capace di decidere per una
scelta di vita tutt’altro che facile, quella di vestire la divisa
dell’esercito italiano in un momento così delicato
per la sicurezza internazionale, sensibile nel guardare la
vita di un popolo i cui figli sono costretti a crescere anzitempo,
intelligente nell’apprendere anche dalle situazioni
di vita più distanti qualcosa, questo sì, di utile per
la propria esistenza: “... Corrono i giorni in cui identità
e valori sembrano superati, soffocati da una realtà che
ci nega il tempo per pensare a cosa siamo,da dove veniamo,
a cosa apparteniamo...”.
Identità e valori... Ne parliamo, spesso a vanvera, ma
esistono veramente nella vita degli eroi, di quelle persone
che non solo parlano di identità e valori, ma li rendono
veri. Matteo è un eroe. Lascia dolore nella sua famiglia
e nella sua giovane innamorata, costernazione tra
gli alpini orgogliosi di questo figlio alpino, vuoto tra i
suoi commilitoni e i suoi superiori, ma lascerà a tutti il
suo indelebile ricordo. Tutti muoiono, ma pochi vivono
veramente. Tra i molti che non si rendono conto di cos’è
la vita, che si lasciano trascinare dagli altri, che preferiscono
sopravvivere al vivere, che vivono i vent’anni
per il sabato sera, per uno spinello o facili relazioni
senza amicizia né amore, Matteo ha lasciato un grande
insegnamento. Ha vissuto più lui, di chiunque altro e al
dolore che ha preso ciascuno di noi nell’apprendere la
notizia della sua morte, resterà la consolazione del suo
esempio... Quello di un eroe, giovane uomo orgoglioso
della sua identità di soldato, alpino e italiano, i cui valori
sono ben scolpiti nella sua lettera. Forse non sono i
valori che vanno più di moda di questi tempi, ma io credo
che siano i veri valori a cui fare riferimento e sinceramente
vorrei tanti più ragazzi generosi, belli e coraggiosi
come Matteo, vorrei che in tanti sapessero vivere
come ha vissuto Matteo, vorrei che invece di parlare rispettassimo
le sue volontà. Matteo aveva ragione e sapeva
già, per la sua intelligenza e per la sua consapevolezza
che partendo avrebbe potuto tornare avvolto dal
tricolore. Ha chiesto a tutti noi, veneti in particolare, di
non ricordare i nostri soldati solo quando muoiono, nel
“compimento del loro dovere”, ma di dimostrare loro
vicinanza e affetto in ogni momento. Onoriamo le sue
volontà fino in fondo non solo nel tumularlo con il rango
degli Eroi, come merita, ma anche,o forse soprattutto,
nel rispettare chi vive compiendo il proprio dovere,
vestendo una divisa, portando il tricolore nei posti più
difficili del mondo perché soldati... Soldato... Non un
“mestiere”, ma una scelta di vita, tra le più belle.
Vicenza, 3 gennaio 2011
Elena Donazzan
I Caduti chiedono silenzio
Altri due Caduti. Altri due nostri amici il Signore delle
Cime ha chiesto alla montagna. Il 1° caporal maggiore
Luca Sanna e il tenente Massimo Ranzani sono
morti. L’8° e il 5° Reggimento piangono un loro Alpino
che torna in patria avvolto nel Tricolore. Avvolto, come
abbracciato dall’affetto di chi gli ha e gli vuole bene.
Avvolto dall’affetto di una madre, di una sposa, di
una sorella. Avvolto dall’affetto di chi come lui, dinanzi
al sacrificio, non ha voluto, non ha saputo tirarsi indietro.
Le note del silenzio rompono l’atmosfera che è divenuta
quasi surreale tra singhiozzi mal celati e occhi
lucidi. Le note del silenzio fendono un’atmosfera di composta
tragedia. Un nostro figlio, un nostro fratello torna
nella sua terra. Torna, ma è per l’ultima volta. Non ci
sarà più il turno di guardia, non ci sarà più la pattuglia,
non ci sarà più... Torna un nostro fratello, il fratello più
caro. Ma ad accoglierlo non c’è solo il dolore di una speranza
di vita spezzata sul nascere, non c’è la disperazione
di chi si è visto strappare l’affetto più caro. C’è il
Lettere in Redazione - 21
composto dolore degli Alpini. C’è il composto dolore
delle persone semplici, ma vere. Le lacrime degli Italiani
che credono ancora, nonostante tutto, nella bontà
dei valori che erano, che sono e che saranno di Luca, di
Massimo e dei loro commilitoni. In sottofondo sentiamo
tutti uno strano brusio. Un rumore che ci è estraneo.
È il fastidio dello scandalo che sta per travolgere la nostra
bella Italia, è il chiasso delle baruffe da cortile che
ogni minuto rovinano la nostra vita.
È qualcosa di rivoltante che ripugna le nostre coscienze.
È il disgusto per chi, dovendo, non è più un
esempio, non è una guida. Vizi privati, abusi, casi di
amoralità che stridono in maniera brutale col dolore di
un Popolo che ora si ferma alle note del silenzio. Ed è
il silenzio che i nostri governanti dovrebbero ancora una
volta osservare. Un totale silenzio. Per il rispetto nei confronti
di due Italiani che ritornano tra la loro gente. Per
il rispetto che si deve a chi ha fatto sacrificio di sé. Per
chi, col suo sangue ha lavato l’onta del disonore propria
dei nostri politicanti. Ma, nonostante tutto il rispetto non
c’è. Troppo il rumore, troppa la confusione. Ed allora,
non rimane che il Tricolore a far da giusta barriera, da
giusto sudario per questo sacrificio, autentico martirio,
non ultimo forse di tanti altri, ma sacro simbolo dell’Italia,
quella vera.
Paolo Marchetti
La Giornata della Memoria
Ho partecipato alla cerimonia (per la Giornata della
memoria ndr) organizzata dal gruppo di S. Pietro
in Gù e devo riconoscere che il capogruppo Antonio
Munari è riuscito nell’intento di far sì che non venga dimenticato
ciò che è successo, proiettando delle immagini
che hanno letteralmente tolto il fiato ai presenti.
Pur nella semplicità della serata, l’emozione è stata
tanta e forte al punto da rendere palpabile l’attenzione
dell’assemblea che non perdeva una sola parola del commento
alle fotografie che venivano proiettate, nonostante
la voce a volte rotta dalla commozione.
Complimenti Antonio perché non ti smentisci mai
nell’espletare il tuo impegno di capogruppo e di consigliere
nazionale tenendo alti i nostri valori e prodigandoti
per il bene della sezione. Grazie.
Enzo Paolo Simonelli
Calendario delle manifestazioni sezionali per il 2011
9-10 aprile
MONTEGALDA - Adunata del gruppo
7/8 maggio
TORINO - 84ª Adunata nazionale
15 maggio
MONTICELLO C.OTTO - 50° di fondazione del gruppo
21 maggio
ARZIGNANO - Serata “Il 24 Maggio”
5 giugno
TUTTI I GRUPPI - 5ª Giornata della Solidarietà
alpina senza confini
5 giugno
PONTE DI BARBARANO - Adunata della zona
Riviera Berica
5 giugno
ARZIGNANO - Festa del gruppo (84° di fondazione)
11 giugno
S.VITO DI BRENDOLA - 50° di fondazione del gruppo
19 giugno
BELLUNO - Raduno triveneto
2-3 luglio
ROZZAMPIA - 50° di fondazione del gruppo
3 luglio
ARZIGNANO - Raduno gruppi zona Valchiampo
3-4 settembre
MONTE PASUBIO - Pellegrinaggio sezionale
17-18 settembre
CAMISANO - 46ª adunata sezionale
2 ottobre
SARCEDO - Festa del “Giovane alpino”
31 ottobre
MONTECCHIO MAGGIORE - 64° raduno
reduci Btg. “Vicenza” e Btg. “Val Leogra”
27 novembre
Riunione dei capigruppo
3 dicembre
Rassegna sezionale cori
22 - Vita dei gruppi
ALTA VAL LIONA
San Maurizio 2010
San Maurizio, patrono
delle truppe
alpine, da nove anni
viene festeggiato
dagli alpini della
zona Alta Val
Liona. Anche quest’anno,
la sera del
22 settembre ci
siamo ritrovati nella chiesa di Campolongo per la messa.
La cerimonia, ottimamente organizzata dai gruppi di
San Germano dei Berici e Villa del Ferro, ha visto la partecipazione,
oltre degli alpini, anche delle comunità della
zona. Don Domenico Pegoraro all’omelia ha ricordato
le virtù del Santo, un comandante della legione Tebea
che subì il martirio piuttosto che tradire la propria
fede e i propri soldati. Le stesse virtù sono alla base delle
truppe alpine e degli alpini in congedo che sono organizzati
dall’Ana. La cerimonia è continuata con una
suggestiva fiaccolata fino a raggiungere il monumento
dove sono stati resi gli onori ai caduti. La banda di Sossano
ha allietato la suggestiva serata.
Vi sono stati vari interventi: i capigruppo Castagna e
Matteazzi hanno ringraziato quanti hanno collaborato
nel predisporre al meglio questo appuntamento. I sindaci
di San Germano e Zovencedo hanno elogiato gli alpini
per l’impegno e la disponibilità verso il prossimo e
ne hanno esaltato i valori e la dignità.
La fiaccolata rende davvero unica la cerimonia e vuole
testimoniare, con la nostra presenza, la volontà di credere
nello stesso emblema e continuare a donare il proprio
gesto umanitario a chi ne ha bisogno. La cerimonia
del 2011 verrà organizzata dal gruppo di Pozzolo.
Mirco Bisognin
ARZIGNANO
Il gagliardetto della sez. Ana di Tripoli
Il gruppo “Mario Pagani” di Arzignano continua a distinguersi
in una quotidiana missione votata a tramandare
i valori delle penne nere, a fianco delle istituzioni
ed a favore della comunità. Per celebrare i 150 anni
dell’unità d’Italia ha promosso, fra l’altro, due serate
da “tutto esaurito” in programma al teatro Mattarello
l’11 febbraio con Bepi De Marzi ed i suoi Crodaioli
a proporre “Italia, Italia” e sabato 21 maggio con
la rappresentazione “Al 24 Maggio, canti e storie della
Grande Guerra” portati in scena da Glossateatro e
Canzoniere Vicentino.
Paolo Marchetti e Luca Dal Molin con
il gagliardetto della sez. Ana di Tripoli
Luigi Parise
Ed intanto
l’invidiabile
patrimonio di
testimonianze
e cimeli raccolto
in 84 anni
di storia dal
gruppo (è stato
fondato nel
1927) si è arricchito
di un
prezioso ricordo:
il gagliardetto che fu della sezione alpini di Tripoli
(Libia). È stato donato dal socio Luigi Carradore che lo
ha custodito per molti anni dopo la scomparsa dello zio
arzignanese, Luigi Parise (1893-1952), penna nera arzignanese
del 6° Reggimento e combattente nella prima
guerra mondiale, trasferito a Tripoli nel 1928 per lavoro
per conto delle Officine Pellizzari. C’è chi ricorda ancora
l’encomio solenne conferitogli per l’installazione
dell’impianto idrico ad El Alamein.
Parise fu uno degli alpini
in congedo che
costituì la sezione alpini
di Tripoli, italiana
dal 1912 al 1943.
Rientrato ad Arzignano
nel 1949 portò con
sè il gagliardetto che
ora si trova nella sala
del consiglio del gruppo
Pagani.
“Siamo grati al socio
Carradore per questo
dono che per noi è
particolarmente significativo”
spiegano
Paolo Marchetti e Luca
Dal Molin, capogruppo
e consigliere “lo conserviamo con speciale affetto,
nel ricordo dei tanti alpini e militari che hanno
combattuto nelle guerre d’Africa e dei molti italiani che
hanno vissuto e lavorato nelle nostre ex colonie”.
Daniele Concato
Vita dei gruppi - 23
ARZIGNANO
Marchetti confermato capogruppo
spiegato il capitano Carli. “Nell’attuale modello di società
che i mass media tutti i giorni ci somministrano, è
bello sapere di essere in molti a credere ancora i questi
sani valori, e soprattutto a metterli in pratica”.
D.C.
ARZIGNANO
Ricordato l’alpino Luca Sanna
Paolo Marchetti ricomincia da cinque. Il capogruppo
Ana Arzignano è stato eletto per la quinta volta e si appresta
ad accompagnare il sodalizio al traguardo degli
85 anni, in programma nel 2012.
È un po’ nella tradizione dell’associazione arzignanese
quella di “presidenti” a lungo in carica: si pensi alla trentennale
guida del notaio Mario Pagani (1966-2006), alpino
della Monterosa, del quale ora il gruppo porta orgogliosamente
il nome. Con Marchetti collaboreranno
Flavio Bertinato, Mauro Concato, Sergio Concato, Roberto
Conzato, Vittorino Dalla Barba, Roberto Dalla Valeria
(eletto capogruppo onorario), Pietro Dal Maso, Luca
Dal Molin, Giovanni Faccio, Antonio Frizzo, Sergio
Galiotto, Francesco Gentilin, Dario Giordani, Guerrino
Lorenzi, Luciano Lunari, Arturo Magnaguagno, Roberto
Marana, Giovanni Marcheluzzo, Roberto Marchesini,
Dario Piazza, Francesco Pizzolato, Giovanni Reginato,
Giulio Rosa e Donato Zanvettore.
Al rinnovo delle cariche, svoltosi durante la festa sociale,
sono intervenuti dirigenti della sezione Ana di Vicenza,
l’assessore Carmelo Bordin, il sindaco ed il gruppo gemellato
di Casola Valsenio Nicola Iseppi ed una rappresentanza,
festeggiatissima, degli alpini in servizio dell’8°
Reggimento della Julia col loro capitano Andrea Carli.
Presente anche don Giovanni Imbonati, parroco di Tezze
e Pugnello, che è stato premiato per l’amicizia verso le
penne nere e per aver recentemente celebrato la messa ad
El Alamein in ricordo dei caduti. “Ho vissuto una magnifica
giornata, densa di nobili valori, con alpini ed amici
che esprimono nel migliore dei modi senso civico, voglia
di far bene, altruismo, ospitalità e amore per l’Italia” ha
Il 18 febbraio si è celebrata una messa in ricordo del 1°
C.M. Luca Sanna dell’8° Rgt. Alpini a trenta giorni dalla
morte in Afghanistan. Presenti numerosi esponenti dell’Amministrazione
comunale con il sindaco Giorgio Gentilin,
una rappresentanza dell’8° Reggimento Alpini, il
capozona della Valchiampo, Mirko Framarin ed i rappresentanti
di Marinai e Carabiniri in congedo. Al termine
della celebrazione, officiata da mons. Mariano Lovato,
arciprete di Arzignano, il capogruppo Paolo Marchetti ha
letto la “Preghiera dell’Alpino”. Erano altresì presenti numerosi
gagliardetti ed il vessillo della Sezione Ana.
BAGNOLO DI LONIGO
Capogruppo per 50 anni
24 - Vita dei gruppi
Alla presenza del presidente di sezione Giuseppe Galvanin
e del capozona Luca Bolla, è stato premiato con
targa e gagliardetto l’ex capogruppo Agostino Zuffellato.
Classe 1924, fu in servizio al 6° a Vipiteno. È stato
fondatore del gruppo di Bagnolo nel 1947, lo ha guidato
dal 1958 al 2008, ben 50 anni, veramente bravo! Ora
tocca al nuovo capogruppo Antonio Callegaro, classe
1936, anche lui del 6°, in servizio a d’istanza a San Candido,
eletto a guidare un gruppo che vuole crescere con
molti soci nuovi.
BARBARANO
Anche le scuole
alle celebrazioni del 4 novembre
Comune, gruppi di
Barbarano, Ponte e
carabinieri in congedo,
hanno coinvolto
le scuole alle celebrazioni
del 4 novembre,
spostate a sabato sei.
Dopo l’alzabandiera
e la deposizione di
una corona d’alloro al
monumento ai caduti
di San Giovanni e di
Barbarano-Centro, alla
quale hanno partecipato
anche gli alunni
della scuola media,
il sindaco ha svolto la
commemorazione e alcuni alunni hanno letto dei brani
a ricordo dei caduti.
Narciso Nicoli
Russia, 12.10.1942
Cerimonia quindi a Ponte di Barbarano presso le scuole
elementari per procedere poi in corteo presso il Monumento
ai Caduti con l’intera scolaresca accompagnata
dalle insegnanti. Dopo il ricordo del sindaco di quel
4 novembre 1918, il capogruppo di Ponte Massimo Orso
ha rivolto ai ragazzi l’invito a ricordare ed apprezzare
il valore dell’unità d’Italia, che quest’anno celebra i
suoi 150 anni, consegnando a ciascuno una pergamena
con i primi 12 articoli della Costituzione.
Alla scuola media è stato
poi presentato agli
alunni il Dvd della tragica
campagna di Russia
con le memorie del
concittadino Narciso Nicoli,
classe 1920 alpino
della Julia, che riuscì ritornare
da quell’immane
tragedia che fu la ritirata.
L’anziano reduce
ha voluto essere presente,
accolto da un caloroso
applauso da alunni e
professori, che lo ha visibilmente
commosso.
CAMPEDELLO
Riportata all’antico splendore
la cappelletta votiva di Longara
Dopo mesi di lavoro per il restauro portati avanti dal Gruppo
Alpini di Campedello, è stata riconsegnata alla comunità
la cappelletta votiva di Longara. Ciò è avvenuto grazie
alla volontà della proprietaria signora Marta Ghirardi,
di ridare al Sacello quell’antico patrimonio artistico edilizio
e religioso.
Questo si è potuto concretizzare sommando la disponibilità
finanziaria della signora Ghirardi ed il lavoro prestato
gratuitamente dagli alpini di Campedello, una sinergia
comune per poter riconsegnare alla località di Longara un
manufatto edile, ricchissimo di valori e significati simbolici.
Dedicata alla Madonna Ausiliatrice, essa esprime ancora
una fede profonda popolare che rimane radicata nell’intimo,
eguale nello spazio e nel tempo.
La cerimonia di presentazione del restauro alla cittadinanza
di Longara e della Riviera Berica è avvenuta alla
presenza della signora Marta Ghirardi, del capogruppo del
gruppo alpini di Campedello xav. Roberto Alberton, del
Vita dei gruppi - 25
consigliere comunale Mariano Docimo che ha rappresentato
il sindaco, del presidente della sezione Ana di Vicenza
Giuseppe Galvanin e del parroco dell’Unità Pastorale
locale don Giuseppe che ha benedetto il sacello. A ricordo
dell’evento è poi stata scoperta una targa ricordo.
In un fresco sabato di ottobre, dopo la deposizione di una
corona al monumento ai Caduti, ci siamo ritrovati davanti
alla porta carraia della caserma La Marmora, lassù a Tarvisio.
La scarna presentazione dello svolgimento dell’evento
non rende la grande emozione sentita e provata da
tutti i presenti: sfilata per compagnie dalla porta carraia fino
al piazzale adunata; schieramento e mancata presentazione
dei presenti causa elevato sentimento emotivo; cerimoniale
dell’ammaina bandiera con inno nazionale cantato
da molti; deposizione di una corona d’alloro al monumento
all’interno della caserma; visita esterna ed interna
della caserma ad esclusione delle camerate, dopo lungo
e vano tentativo di convincimento rivolto all’ultimo comandante
del Btg. Gemona; visione del dvd sul centennale
8° Rgt Alpini; collegamento audiovisivo con un ufficiale
che ora si trova impiegato in Afghanistan; cena selfservice
in mensa (molto apprezzata); silenzio fuori ordinanza
sul piazzale adunata. Tanta voglia di ritrovare cose
che il tempo ed il ritmo della vita attuale ci hanno tolto.
Devo dire che l’esserci ritrovati in tanti, con un po’ di alpini
del 2° e 5° scaglione 1990 e una dozzina tra ufficiali
e sottufficiali, bene ha fatto alla nostra memoria; ha riportato
a galla valori che faticano ad essere usati nella vita
di tutti i giorni. Invece proprio tra quelle mura (al tempo
qualche volta odiate), nel giro di poche ore, i valori annacquati
sono emersi forti come un tempo. Ed all’unisono
abbiamo chiesto al nostro Signore di aiutarci a non farli
riaffogare un’altra volta. Per una sera il Btg. Gemona è
ritornato a vivere. 8/89 Mai Daur!
Chi fosse intenzionato a rivivere vecchi ricordi e a riscoprire
sopite emozioni contatti l’alpino Nicola Miotello all’email
nik.miotello@hotmail.it e/o l’alpino Claudio Gelain
claudiogiala@libero.it.
LISIERA
La campana degli alpini
per la chiesa di Lisiera
CARMIGNANO
Rimpatriata alla caserma
La Marmora di Tarvisio
Il necessario rinnovo della cella campanaria della chiesa
parrocchiale di Lisiera, con il rifacimento dell’intelaiatura
di sostegno delle campane, ha dato lo spunto per pensare
ad una nuova campana che completasse la scala sonora,
attualmente mancante di una nota. Viste le notevoli
difficoltà economiche, il parroco don Emanuele ha pensato
agli alpini e la sua fiducia non è stata certo mal riposta
se un bel gruppo di volonterosi soci si è subito attivato
per reperire i fondi necessari. Numerose giornate di lavoro
in varie attività di volontariato hanno portato a raccogliere
3.500 euro, subito consegnati al parroco che le ha
investite in 110 chili di bronzo fuso per dare voce dall’alto
del campanile di Lisiera al ricordo degli alpini “andati
avanti”. E nella loro campana gli alpini hanno voluto che
non mancasse il riferimento ai segni ed agli ideali in cui
più credono. Nella fusione ecco allora che vengono riportati
l’immagine della “Madonna del Don” e a corona
della bocca della campana le parole della seconda parte
di “Signore delle Cime” in ricordo del grande amico Angelo
Fracasso che da poco ci ha lasciato. L’inaugurazione
26 - Vita dei gruppi
e solenne benedizione della campana è avvenuta la sera
del 13 dicembre, festa di S. Lucia, patrona di Lisiera alla
presenza del presidente Giuseppe Galvanin, del sindaco
di Bolzano Vic. Massimiliano Fattori e di numerose autorità.
La campana portata a braccia da quattro alpini ha fatto
il suo ingresso in una chiesa per la presenza del vescovo
di Chioggia Adriano Tessarollo, che ha celebrato la
messa e benedetto la nuova campana. Al termine della serata
gli alpini hanno salutato e ringraziato con un convivio
in sede. Resta vivo, in tutta la comunità di Lisiera, il
riconoscimento per le molte attività del gruppo alpini, sempre
pronto a mettere a disposizione uomini e mezzi per
ogni necessità del paese.
Bruno Bertoldo
Giuseppe Crosara è andato avanti. Troppo presto per lui,
per i familiari, per gli alpini di Lugo di cui per anni era stato
capogruppo. Sergente, aveva frequentato negli anni ’60
la Smalp di Aosta, per essere poi assegnato al Settimo, a
Belluno. Per anni è stato consigliere sezionale.
Nella vita civile era stato responsabile dell’ufficio anagrafe
di Lugo. Sapeva cogliere, naturalmente si direbbe, i problemi,
soprattutto degli anziani e dei meno preparati a muoversi
nei labirinti della burocrazia. Si sentiva “a servizio”
della gente, quindi impegnato a mettere in campo le sue
conoscenze e la sua esperienza, per arrivare a soluzioni
concrete e soddisfacenti. Non stupisce che nel giorno del
funerale si siano unite alla voce dei familiari quelle del
sindaco e degli alpini, voci tutte non formali né di circostanza,
ma espressione di intensa partecipazione e di riconoscimento
delle tante qualità espresse invita.
Qualcuno rimpiangerà profondamente i i valori dell’amicizia
condivisi, altri ricorderanno la naturale socievolezza
e amabilità del carattere, chi ancora l’autonomia
di giudizio con cui riconosceva il ben fatto all’autore,
senza riguardo a colore della casacca. Per gli alpini
e non solo per quelli di Lugo resterà un monumento
vivo, un simbolo di attaccamento al glorioso corpo che
incarna quanto di più nobile può essere proposto alla società
civile, soprattutto in questi tempi. La natura e gli
studi (abilitazione magistrale) gli avevano consegnato
il gusto del bello. Amava ricordare i suoi insegnanti, ai
quali dava il merito di avergli regalato il “sapore del sapere”,
era solito recitare poesie, tante, in italiano e in latino,
con l’evidente impressione di gustarle. Questa ricerca
della qualità si estendeva a tutti gli aspetti della
vita, anche se nel ricordo di molti resta legata in particolare
al buon piatto e al buon bicchiere, per i quali sapeva
tessere lezioni magistrali. A quanti lo hanno conosciuto
e in particolare agli alpini lascia sicuramente un
bel ricordo e un’eredità di ideali e di gesti da imitare.
G.S.
MALO
Festa della Famiglia Alpina
LUGO
Giuseppe Crosara è andato avanti
Ben il 2,6 per cento dell’intera cittadinanza di Malo (oltre
14 mila abitanti, immigrati e neonati inclusi) si è ritrovata
il 23 gennaio, nel vasto salone del Centro Giovanile,
per una grande festa alpina che ha visto il presidente
della sezione, Giuseppe Galvanin, strabiliato davanti
a questa quasi oceanica partecipazione di alpini,
famigliari e tanti, tanti amici. Ancora una volta una inconfutabile
testimonianza del profondo legame con la
comunità maladense di quella magnifica realtà che è il
gruppo Ana, guidato da Danilo Panizzon. La giornata è
iniziata il mattino con gli onori ai caduti sul colle di Santa
Libera ed una solenne celebrazione nel duomo, resa
particolarmente coinvolgente dalla partecipazione del
coro alpino “El Livergon”. Trecentosessanta persone poi
con le gambe sotto la tavola a gustare abbondanti portate
e bevande, intercalando tanti ciao e “anca ti qua!”
e via a raccontare dei lavori del Gruppo; dei soci andati
avanti; del bollino che in fin dei conti non è nemmeno
aumentato tanto; delle imminenti elezioni del nuovo
Direttivo che, pur contando sull'ingresso dei giovani, rimarrà
più o meno quello attuale, a partire dal capogruppo
e ancora, e poi ancora a salutare e scambiare amichevoli
parole con i graditi ospiti tra cui il generale Comacchio
ed il segretario sezionale Gollin. E la kermesse non poteva
che concludersi con la pur scontata ma sempre gradita
e tradizionale lotteria, destinata a distribuire innocenti
ebbrezze e graditi rimpolpamenti delle casse del
gruppo. Un augurio affiorava nel commiato sulle labbra
di tutti: quest’anno si è toccato un record di partecipazione;
speriamo non rimanga l’unico!
GigiGi
Vita dei gruppi - 27
MONTECCHIO PREC.
In memoria di Sante Dal Santo
due borse di studio
Tra le numerose iniziative programmate dal direttivo del
gruppo Ana la scuola ha sempre rappresentato un punto
di eccellenza. L’ultima consiste in un concorso tra gli
studenti per l’assegnazione di due borse di studio dedicate
alla memoria del nostro “grande vecchio” Sante Dal
Santo, “andato avanti” all’età di 106 anni. Il tema da
svolgere per partecipare al concorso era: “Intervista un
alpino del tuo paese per conoscere i momenti della sua
vita militare e del suo successivo impegno civile”. Ci
siamo recati tre volte a incontrare gli studenti nell’aula
magna della scuola G. Leopardi, per illustrare e spiegare
lo spirito di solidarietà che anima sia gli alpini in armi
che gli alpini nella vita civile. L’intervento di Luigi
Girardi, di alcuni coristi e della tromba del gruppo alpini
di Malo ha rappresentato l’incontro più intenso e più
significativo per gli studenti. Dalle aule di scuola siamo
poi passati alla sede del gruppo, dove per due sabati consecutivi
alcuni alpini sono stati a disposizione degli studenti
per essere intervistati e per rispondere alle loro domande.
Il 4 novembre nelle classi sono stati raccolti gli
elaborati presentati dagli studenti ed una commissione,
presieduta dal capogruppo Franco Rodella e composta
dall’assessore alla cultura .ssa Irma Peruzzo, dalle prof.
Marina Baghin e Margherita Dal Santo, ha cominciato
l’impegnativo lavoro di selezione.
La commissione all’unanimità ha ritenuto particolarmente
meritevoli e quindi vincitori del concorso Martina
De Vicari, che ha intervistato il nonno alpino iscritto
da sempre al nostro gruppo, e Desiree Paulin, che ha
intervistato il capogruppo Franco Rodella per scrivere
“In memoria dell’alpino Sante Dal Santo”. In entrambi
gli elaborati sono emersi racconti di vita militare accompagnati
da riflessioni personali sui valori fondamentali
che da sempre fanno parte del mondo degli Alpini,
valori vissuti in prima persona e trasmessi durante
tutta la sua vita da Sante Dal Santo.
La consegna delle due borse di studio è avvenuta il 19
dicembre nella sala consigliare durante la cerimonia per
assegnazione del premio “Montecchio Precalcino è...”
alla presenza di autorità e di una straripante cittadinanza.
L’iniziativa sarà riproposta anche per quest’anno con
lo scopo di coltivare la “memoria storica”, per far crescere
e maturare come cittadini coscienti, impegnati ed
attivi i nostri studenti.
MONTEGALDA
A Montegaldella presepio alpino
Capigruppo di Arcella, Montegalda, Bastia di Rovolon
Un presepio diverso, dedicato agli alpini e contadini della
Prima Grande Guerra. Una scena dove tra i personaggi
spiccano soldati disarmati con la penna nera che
portano doni alla capanna. L’idea è stato il risultato di
una collaborazione tra gli alpini di Montegaldella del
gruppo Ana di Montegalda e quello dell’Arcella della
sezione di Padova avvenuta nel dicembre scorso. Il primo
gruppo ha messo a disposizione l’antica ghiacciaia
in centro al paese. Gli alpini dell’Arcella, le sagome in
legno del presepe che annualmente viene allestito presso
il Parco Morandi, dove hanno la loro sede. Il presepio
alpino-contadino è stato così allestito per la prima
volta davanti alla ghiacciaia di Montegaldella che ben
si è prestata ad una scena presepistica di grande fascino.
Muli che scendono dalla collinetta artificiale, alpini
e contadini convergono verso la capanna di legno sotto
cui si trova il gruppo della Natività: un Giuseppe e
Maria vestiti da contadino che mostrano il bambinello,
28 - Vita dei gruppi
in una scena che evoca le atmosfere del 1918. A dare
un tocco d’arte anche la neve che ha aumentato la suggestione
dell’esercito pacifico sbarcato in paese per fare
Natale. “Per noi - ha detto Ernesto Rigobon, capogruppo
dell’“Arcella” - è una forma per trasmettere il
valore della memoria. La collaborazione con Montegaldella
è un’occasione per rinsaldare i patti di amicizia
che sono il senso stesso del nostro Natale”. La delegazione
alpina patavina è stata poi accolta in paese con
una cerimonia cui erano presenti autorità civili e alpini.
Antonio Gregolin
MOSSANO
Per non dimenticare Nikolajewka
Il gruppo di Mossano ha organizzato il 30 gennaio un
momento commemorativo per ricordare i caduti di Nikolajewka,
uno degli scontri più importanti durante il caotico
ripiegamento delle forze italo-tedesche, dove i militari
già duramente provati dai combattimenti e dal gelido
inverno russo, si ritrovarono ad affrontare alcuni reparti
dell’Armata Rossa asserragliati in quel paese. Essi
riuscirono, grazie allo slancio della brigata Tridentina
a rompere l’accerchiamento, aprendo così la via di
casa a migliaia di soldati italiani. Un centinaio di penne
nere della zona Riviera Berica si sono ritrovate al monumento
dei caduti a Ponte di Mossano per rendere loro
onore. Dopo l’alzabandiera, gli alpini hanno sfilato
per la via del paese raggiungendo la chiesa per la messa
in suffragio dei caduti di tutte le guerre, animata dal
coro Ana “Amici miei” di Montegalda. Sono seguiti la
lettura della preghiera dell’Alpino, la lettura di alcuni
passi tratti dal libro “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni
Stern ed infine i saluti delle autorità, tra cui il sindaco
di Mossano Giancarlo Ceruffi, di Nanto Luca Cavinato,
il gen. Nonato, il capozona Paolo Borello, il capogruppo
Fiorenzo Masiero ed il consigliere sezionale
Francesco Griselin che ha portato la sua sentita testimonianza
del recente viaggio a Nikolajewka, oggi Livenka.
La manifestazione si è conclusa con le note del
coro Alpino di Montegalda.
NOVENTA
È già affermato il Coro alpino
Il 22 gennaio si è svolta l’annuale assemblea dei soci del
gruppo Masotto. Iniziata con la messa celebrata in duomo
da don Paolo Busato, alpino di fatto e socio del gruppo
“Umberto Masotto”.
Dopo la cerimonia, la cena sociale nella sede del gruppo
con la partecipazione di oltre un centinaio di soli soci alpini.
Ospiti graditissimi don Paolo Busato, il reduce di
Russia Giuseppe Veronese, l’assessore Mattia Veronese e
il gen. Salvatore Renda ex comandante del II regg. artiglieria
terrestre “Vicenza” e socio del gruppo. Interessante
e degna di merito la relazione del capogruppo Cipriano
Lazzarin sulle attività svolte nel 2010 e previste per il 2011.
Attività che impegnano il gruppo nel volontariato e nel sociale
in tutte le sue forme di bisogno e di assistenza. Soci
alpini e aiutanti sempre presenti e mai “mugugnanti”. Sono
seguiti gli interventi del consigliere di zona Pietro Cristofari,
del responsabile della protezione civile del Basso
Vicentino Dario De Mori e del gen. Renda, che ha ricordato
i caduti nelle missioni estere. Ha poi sottolineato l’importanza
del cappello alpino come simbolo di unità nazionale,
mettendo in risalto lo “spirito alpino” che deve
restare sempre intatto, guidato dal principio di fratellanza
dei nostri padri che si sono immolati per l’unità d’Italia.
Ha concluso ringraziando tutti gli alpini per la loro opera
quotidiana in tutti i settori, dando sempre prova di onestà,
lealtà, umiltà, altruismo, augurandosi che l’esempio possa
migliorare ulteriormente la società.
Il gruppo di Noventa è sempre alla ricerca, con risultati
positivi, degli “alpini dormienti”, aumentando così
ogni anno il numero dei soci. Il fiore all’occhiello del
gruppo è il coro. Sì il Coro alpino Umberto Masotto.
Formatosi sul finire del 2004 per la caparbietà e tenacia
del capogruppo Cipriano Lazzarin e con l’impegno non
indifferente dei suoi alpini, è già ben affermato nell’area
berica e province limitrofe, con un’ampia scelta di
canti tradizionali , alpini e popolari. Ha partecipato alla
rassegna di cori alpini all’adunata di Bergamo e sarà
presente anche a Torino.
Pietro Cristofari
Vita dei gruppi - 29
PIOVENE ROCCHETTE
Riuscita la festa annuale
Il consueto momento conviviale si è svolto presso il ristorante
Acquario, e al termine del pranzo è stata letta
dal capogruppo uscente la relazione morale dell’anno
trascorso, che ha visto il gruppo impegnato in varie iniziative
in comunità e in provincia, con quattro soci volontari
di protezione civile della squadra Val d’Astico
impegnati nella settimana in occasione dell’alluvione.
cornice all’inaugurazione della nuova sede del gruppo
alpini Sante Beato. Grazie alla convenzione stipulata
con l’Amministrazione comunale, all’operosità e generosità
dei soci, che hanno contribuito attivamente alla
ristrutturazione dei locali assegnati, il gruppo dispone
da oggi di una sede prestigiosa e rappresentativa, nel
centro geografico e culturale del paese, di fianco alla sede
del Comune. La cerimonia di inaugurazione è iniziata
con l’arrivo della fanfara della sezione di Valdagno che
ha preceduto la celebrazione della messa, officiata dal
sacerdote alpino don Romano Zordan.
Orgogliosi di Alberto
Alberto Gasparin con gli alpini di Piovene Rocchette
Alberto Gasparin è un ragazzo classe 1984; partito per
l’anno di leva obbligatoria con destinazione Cividale del
Friuli nell’ottavo reggimento alpini della Julia.
Ha fatto il concorso per la ferma breve volontaria di un
anno e poi il concorso per i quattro anni, entrando dopo
vari corsi di specializzazione e di paracadutismo, a far
parte di uno dei corpi più specializzati, i “Ranger” del
quarto reggimento paracadutisti alpini Monte Cervino.
A partecipato a tre missioni di pace in Afghanistan, rientrato
dall’ultima missione nei primi giorni di dicembre,
ci ha fatto la gradita sorpresa di essere ospite nella nostra
sede nell’occasione della riunione mensile dell’undici
gennaio del direttivo.
Grazie Alberto sei l’orgoglio del gruppo alpini di Piovene
Rocchette.
In corteo i partecipanti hanno raggiunto il monumento
ai caduti, alla cui memoria sono stati resi gli onori. Sono
intervenuti l’assessore regionale Elena Donazzan, il
sindaco di Quinto, Valter Gasparotto, il presidente della
sezione Giuseppe Galvanin, il gen. Domenico Innecco
ed il capogruppo, Umberto Chimetto. Negli interventi
sono stati richiamati i più significativi valori che contraddistinguono
la nostra associazione e l’importanza
che gli alpini rivestono nel contesto delle rispettive comunità.
Al termine della cerimonia, è stata inaugurata
la nuova sede e aperta la mostra “Divise e copricapi militari”,
della collezione privata di Bruno Sgarbossa, che
ha riscosso notevoli interesse e partecipazione di pubblico.
L’augurio è che la nuova sede dia un impulso alla
vita associativa del gruppo e alle attività a servizio
della comunità nel rispetto dello spirito alpino.
QUINTO
Una sede palladiana
La solennità della cinquecentesca Villa Thiene, opera
del Palladio e sede del municipio di Quinto, ha fatto da
30 - Vita dei gruppi
SANDRIGO
Festeggiati i 75 anni
Subito dopo quella di Bergamo è stata organizzata, con
gsuccesso, l’adunata del gruppo alpini di Sandrigo per
festeggiare i 75 anni di vita. Una perfetta macchina organizzativa
ha fatto in modo che tutto funzionasse nel
migliore dei modi coinvolgendo l’Amministrazione comunale,
le associazioni e le ditte, che hanno constribuito
per le spese. Grazie al lavoro del capogruppo Mario
Mascotto, con l’aiuto del presidente sezionale Giuseppe
Galvanin, e di tutti noi alpini, la festa è ben riuscita
e ci ha regalato anche tante soddisfazioni. È stata una
grande emozione come sempre per tutti sfilare ordinatamente
e ritmo delle fanfare, applauditi da due ali di
folla festante. Dalla tribuna d’onore le autorità hanno
fatto gli elogi agli alpini ed al volontariato.
Il gruppo alpini di Sandrigo, con oltre trecento soci, è
molto attivo anche perché al suo interno sono presenti
numerosi giovani che, oltre al lavoro ordinario, tengono
vivo il gruppo, con impegno concreto e nuove idee.
Non è stato facile formare una squadra di giovani: c’è
voluto molto tempo e molta pazienza, anche per vincere
qualche resistenza di alpini bravi ma troppo tradizionalisti
con mentalità un po’ chiusa. Ora però abbiamo
raggiunto una perfetta intesa tra “veci e bocia” con risultati
molto lusinghieri, ed attività nuove. L’inserimento
dei giovani è un tema molto importante e dibattuto perché
si tratta di un problema di grande attualità. Si va verso
una drammatica riduzione delle file degli alpini nei
prossimi anni, essendo la maggioranza di iscritti di età
avanzata, e se non ci sarà un cambio generazionale, l’associazione
entrerà in crisi.
Per la ricorrenza del 75° è stato scritto un libro sulla storia
di Sandrigo, che si intreccia con le due guerre nelle
quali gli alpini si sono adoperati per salvaguardare i nostri
territori e garantire un futuro di libertà. Ora queste attività
continuano per scopi più pacifici ed umanitari: nel
libro sono descritte infatti le attività svolte per lasciare ai
giovani una traccia di attaccamento ai nostri territori con
il servizio e la disponibilità verso chi ha bisogno.
SETTECÀ
Presentato il libro sul btg. Vicenza
“Stelutis Alpini”. Non poteva che iniziare con questa
canzone-preghiera la serata. Ed è stata una serata, quella
del 9 ottobre, che ha riempito il cuore di emozioni, di
ricordi e di riconoscenza. Di emozioni, perché Manuel
Grotto, autore del libro, ha saputo raccogliere nelle lettere
degli alpini in Russia alle famiglie, i sentimenti, i
desideri, le sofferenze di questi nostri fratelli mandati a
far una guerra che non capivano (se mai una guerra è da
capire!). Una guerra lontani da casa, dagli affetti, dove
il pensiero era rivolto al calore del camino, all’abbraccio
dei figli, delle mogli, della madri... I ricordi, testimoniati
anche dalla presenza di alcuni reduci come Vittorio
Lanulfi, Pietro Canova, Renzo Gandolfi e Antonio
Serraglia, erano ancora vivi e palpabili nei loro racconti.
È stato emozionante, man mano che la presentazione
procedeva, avere davanti agli occhi le immagini che
venivano proiettate dei momenti della terribile campagna,
ascoltare tratti significativi del libro che raccontavano
quanto quegli uomini, con divisa e con il cappello
con la penna nera, hanno vissuto, patito, sofferto; hanno
condiviso, spartito; hanno sopportato, hanno speso,
anche la vita stessa. Sono questi momenti, come ha sottolineato
il presidente Giuseppe Galvanin, che ci spingono
ancor più “all’obbligo di essere testimoni credibili
verso le generazioni alle quali dobbiamo trasmettere
simboli veri, sentimenti sani, mete e obiettivi sicuri...”.
Le cante del coro “Amici miei” di Montegalda,
hanno saputo ancor più immedesimare quanti erano presenti,
nell’atmosfera di quei tragici fatti.
Che dire: serate, esperienze da ripetere, soprattutto per
i nostri figli, purtroppo grandi assenti anche in questa
occasione, nonostante il lavoro fatto nelle scuole, per
sensibilizzare... Ancora una volta, forse, bisogna che noi
adulti, noi genitori. “Forziamo” un po’, convincendo...
forzando... partecipando.
Tiziano Ziggiotto
Vita dei gruppi - 31
THIENE
Lavori al capitello
di San Gaetano in Conca
A novembre, una decina
di alpini del gruppo
di Thiene ha posato,
rialzandolo, il vecchio
selciato di sassi neri attorno
alla base posta a
sostegno dell’altrettanto
vecchia fontana di
“ca’Talpa” base che, anni
fa, gli stessi alpini
avevano decorato a
rombi con sassi bianchi
e neri. Ora con questo
intervento (circa 100 ore
di lavoro) resosi necessario
per l’innalzamento
del livello stradale dovuto alla nuova asfaltatura, il
lavoro è stato ultimato. La fontana e il capitello posti vicino
all’antica villa Thiene-Cornaggia hanno riacquistato
una certa dignità.
Il 9 gennaio Lelio Zoccai ha compiuto 90 anni ed alcuni
alpini thienesi si sono recati a casa sua per festeggiarlo.
Sono stati accolti con così tanto calore dallo stesso
Lelio e da tutta la sua numerosa famiglia (moglie, figli
e nipoti) da lasciarci sorpresi: i “bocia” accolti con
tanto affetto da un “vecio” che ha fatto la guerra. E che
guerra! Arruolatosi volontario venne inquadrato nel battaglione
guastatori della Julia, con la quale finì in Russia
dove, caporalmaggiore, si distinse in più azioni tanto
da ricevere un encomio solenne e meritarsi due croci
al merito di guerra. Fatto prigioniero nei giorni successivi
a Nikolajewka venne spostato, con marce massacranti
da un gulag all’altro (Valniki, Talbov, Siberia,
Asia Centrale ecc.). I suoi carcerieri e aguzzini furono
spesso italiani che lo sottoposero ad interrogatori umilianti,
a processi farsa, a punizioni che non avevano niente
di umano. Ma Lelio tenne duro! Rientrò a casa nel luglio
del 1950 dopo quasi 8 anni di prigionia dei quali 5
passati ai lavori forzati. È uno degli ultimi 28 rientrati
dalla Russia (con lui c’erano don Brevi, Reginato ecc.)
ed è l’ultimo ancora vivente.
Un saluto sugli attenti gli è giustamente dovuto.
TONEZZA DEL CIMONE
22° trofeo Vincenzo Periz
I 90 anni di Lelio Zoccai
È la prima volta che il gruppo di Tonezza organizza una
gara di corsa in montagna, ed è la gara a memoria del nostro
stimato e compianto presidente Vincenzo Periz. Gli
organizzatori, dopo avere incontrato delle difficoltà dovute
alla raccolta di fondi e all’inesperienza, alla fine sono
riusciti a fare tutto nel migliore dei modi, tanto che i
concorrenti hanno fatto i complimenti per il bel percorso,
per come è stato preparato e segnalato. Un percorso
poco impegnativo partenza in piano, si sale per il sentiero
delle Fontanelle fino a contrà Via, si scende leggermente
e ci si inoltra nei boschi degli Ospoli e del Coconeche,
si scende fino a contrà Fontana passando per contrà
Grotti con vista panoramica di Tonezza, leggera salita
fino a contrà Sella, per un breve tratto si percorre nuovamente
il sentiero delle Fontanelle, si percorre per circa
32 - Vita dei gruppi
2 Km il sentiero Excalibur e dopo un breve tratto in leggera
salita ci si immette nel sentiero Fogazzariano, il quale
passando tra boschi e prati porta i concorrenti all’arrivo.
Alle premiazioni in sala congressi erano presenti il
sindaco, Amerigo Dalla Via, il responsabile del Gsa Vicenza
Francesco Rando e numerosi concorrenti e amici.
TORRESELLE
55° di fondazione
Il gruppo alpini
di Torreselle
ha festeggiato,
in concomitanza
con
l’adunata della
zona Castellari
Alto
Bacchiglione
il 55° anniversario
di fondazione.
La manifestazione
è
iniziata il sabato
sera nella
chiesa parrocchiale
di S.
Giovanni Battista,
dove, dopo
la messa a ricordo degli alpini “andati avanti” si sono
esibiti di fronte a un numeroso pubblico, il coro Ana
di Creazzo e il coro “Voci del Pasubio” di Isola Vicentina.
La domenica c’è stata la tradizionale sfilata per le
strade del paese, accompagnata dalla banda di Vicaro,
con la presenza dei vessilli sezionali di Vicenza, Valdagno
e Varese e da molti gagliardetti in rappresentanza
di una cinquantina di gruppi. Dopo l’alzabandiera e gli
onori ai caduti è stata scoperta la targa per l’inaugurazione
del “sentiero degli alpini” da parte del sindaco
Massimo De Franceschi, dell’assessore regionale Ciambetti
e del presidente sezionale Galvanin. Dopo il saluto
del capogruppo Luciano Massignani e del capozona
Zanini e brevi interventi delle autorità, sono state consegnate
targhe a ricordo dell’evento al gruppo alpini gemellato
di Carnago (Varese) e ad alcuni “veci” del gruppo
di Torreselle. Bandiera ha concluso una giornata ricca
di significati, che la cittadinanza ha manifestato di
apprezzare e condividere.
TORRI - LERINO
Un 2010 pieno di soddisfazioni
Il 5 febbraio nella sede del
gruppo si è svolto il tradizionale
ritrovo per la cena
sociale ed il tesseramento
per l’anno 2011. La
serata ha visto la numerosa
presenza dei soci circa
120 tra alpini ed amici. Il menu come da tradizione è
stato preparato dai cuochi alpini: una squisitezza unica,
ottimo ed abbondante. Nel discorso iniziale il capogruppo
Ezio Dalla Via ha presentato la relazione economica approvata
per acclamazione dai soci: successivamente ha
illustrato le attività svolte nel 2010 e proposto il programma
per il 2011. Riguardo alle attività svolte ha ringraziato
i soci presenti e soprattutto quelli che hanno dato
la loro disponibilità nelle manifestazioni, nei vari servizi,
con un particolare riguardo a quelli che sono intervenuti
durante l’alluvione. Ha ribadito in modo chiaro
ed inequivocabile, concetti cari ai valori dell’alpinità,
che si manifestano anche nell’attenzione alle scuole, vedi
la consegna del Tricolore in occasione del 150° anniversario
dell’unità d’Italia, ad ogni classe delle elementari
e medie di Lerino, Marola e Torri, da parte del
Comune in collaborazione con i gruppi alpini. Ha inoltre
invitato i soci ad una maggiore presenza nella protezione
civile, per dare il senso alla nostra volontà di
operare nel territorio. Dalla Via ha anche consegnato la
tessera al nuovo socio caporale Alex Matteo Trevisan
cl. ’88 attualmente in servizio al 6° reggimento btg. Bassano
a Brunico. Erano presenti gli zii Renato Trevisan
(sergente al 7° btg Feltre) ed Andrea Trevisan (artiglieria
da montagna gr Agordo), che orgogliosamente e con
occhi lucidi hanno vissuto questo momento significativo.
Sono succeduti vari interventi tra i quali quello
del capozona Luciano Cherobin, del consigliere sezionale
Girardi e del consigliere nazionale Antonio Munari,
che hanno ribadito come alla base dello spirito alpino
ci sia il senso di appartenenza a quell’unità d’Italia
che stiamo celebrando e che è stato vissuto dai nostri
soldati in maniera forte ed inequivocabile in occasione
della Prima e Seconda guerra Mondiale: nei momenti
estremi ci si fidava dell’amico vicino senza domandarsi
se era del nord o del sud, ma si contava sull’aiuto
di tutti per ritornare a baita. “Ritornare a baita
era anche tornare in Italia!”.
Bruno Mioni
Protezione Civile / In libreria - 33
LA SQUADRA SANITARIA HA BISOGNO DI TE
Se credi di essere portato a volere e potere aiutare il tuo
prossimo, specie in circostanza di emergenza e senza
pretenderne un riconoscimento, adattandoti a lavorare
nell’ombra e sentendoti ripagato solo dalla soddisfazione
di essere stato utile a qualcuno, sei senz’altro la
persona adatta a far parte della squadra sanitaria dell’Ana
di Vicenza. Un appello rivolto a tutti gli alpini in
quanto sempre più frequenti sono gli interventi richiesti
nell’ambito della attività della protezione civile, sin
campo locale, regionale, nazionale e anche all’estero.
Per tale ragione, la squadra sanitaria dell’Ana di Vicenza
accoglie nelle proprie file nuovi volontari, soccorritori,
autisti, ininfermieri, medici o addetti ai servizi
logistici, animati solo da spirito di dedizione, inclini
a sacrifici talvolta non riconosciuti, disposti anche a sottoporsi
a cicli periodici di aggiornamento costante e
professionale.Ti aspettiamo a braccia aperte, anche se,
solo dopo aver praticamente dimostrato di essere uno
di noi, entrerai a far parte della squadra sanitaria Ana
pieno titolo.
Quella notte suonai l’allarme
di Alessandro Santacatarina
“Quella notte suonai
l’allarme” di Alessandro
Santacatarina
non è uno dei tanti libri
che raccontano di
fatti d’arme più o meno
gloriosi dei quali
furono protagonisti i
nostri alpini, eppure
è un volumetto, perché
di un volumetto
di sole quindici pagine
si tratta, che merita
di essere letto,
perchè raccoglie,
raccontati con semplicità e grande umanità i ricordi dell’autore
legati all’immane tragedia del Vajont nell’ottobre
1963.
Alessandro Santacatarina era infatti trombettiere del
Btg. “Feltre” e toccò a lui suonare l’allarme per portare
i soccorsi a quelle sventurate popolazioni, prodigandosi
poi nell’opera di soccorso, senza tregua. giorno
e notte, al punto da ricevere un “encomio solenne”
per quanto fece in quei giorni.
Eroismo semplice, dettato da una naturale e spontanea
generosità difronte a una tragedia, che ancora oggi, dopo
quasi mezzo secolo suscita in Alessandro un’emozione
senza fine.
Il volumetto, del costo di e 5 si trova nelle edicole di
Chiuppano (VI) o può essere richiesto direttamente all’autore
telefonando al 3484580512.
Der Lange Georg
di Luca Girotto
Il Lungo Giorgio è un cannone da marina che non
salì mai su una nave (la costruzione fu bloccata
dall’inizio della Grande Guerra) ma salì in treno
fino a Caldonazzo per bombardare Asiago. Impressionanti
le sue cifre: calibro 350, 15 metri di
canna, proietto alto 1,8 metri peso 7 quintali, carica
di lancio 193 chili, gittata 31,5 chilometri. La
“batteria” era formata da 6 ufficili, 120 artiglieri
e 10 cavalli. Canna e affusto adattato (74 tonnellate
in tutto) furono piazzati a Calceranica e puntati
verso Asiago, a 24 km in linea d’aria.
Il Grande Giorgio avrebbe dovuto creare disorientamento
e caos nella catena di comando italiana,
a ben 13 km dal fronte e abbassare il morale
della popolazione in coincidenza con la Strafeexpedition.
Effettivamente il primo colpo, sparato
alle 7.15 del 15 maggio 1916, creò il caos ad
Asiago, Gli austriaci erano riusciti a tenere segreta
la cosa e la bomba esplose con un fragore
mostruoso poco a nord del Duomo; la seconda arriòo
un quarto d’ora dopo in piazzetta Pertile: gli
aggiustamenti erano suggeriti da un aereo. Lange
Georg provocò morti, feriti, incendi e l’evacuazione
dei paesi; colpì anche Gallio, Fondi e Camporovere.
In tutto 122 colpi, che fecero però “imbarcare”
la lunga canna, tanto che il pezzo fu smontato
il 23 maggio e rispedito in fabbrica alla Skoda.
A parte i danni e le vittime, non raggiunse l’effetto
sperato, perché il comando italiano fece in
tempo a riorganizzarsi.
Pag. 140, 18 euro. Gino Rossato Editore - Novale
www.edizionirossato.it
34 - Gli alpini e lo sport
ALFIO DI GREGORIO ANCORA CAMPIONE
a cura di Vittorino Corso
Ottimi risultati sono arrivati anche
da altri due atleti che rappresentano
il Gsa. Michele VEscovi ha vinto
una gara nazionale master (Tro-
Alfio Di Gregorio ha fatto cinquina!
In Valle Vigezzo (Verbania) ha
feo Terme Euganee) e si è piazzato
secondo al Trofeo Del Barba.
vinto infatti i Campionati nazionali
Ana di Fondo. A 41 anni il portacolori
del Gsa Vicenza si è im-
fondo nazionale si è classificato tra
Marco Ruaro nelle classiche del
posto nettamente su 320 concorrenti;
e la qualità dei giovani certina,
8° alla Granparadiso in Valle
gli assoluti: 5° alla DObbiaco Corto
non mancava. E’ partito con il
d’Aosta e 10° alla Pustertaler. Tutti
e due gli atleti hanno partecipa-
favore del pronostico nella 15 km,
la prova più impegnativa, in virtù
to ai campionati mondiali master
dei successi nelle ultime due edizioni
del campionato (gli altri due
Un sentito grazie va anche a chi ci
Alfio Di Gregorio con il presidente Perona in Canada.
ori li ha conquistati nel 2002 e 2004), e non ha tradito rappresenta con il nostro nome e i nostri colori alle varie
manifestazioni e gare in tutto il territorio nazionale e
le aspettative. In pratica non ha avuto avversari ed ha
vinto con quasi 2 minuti di vantaggio; dietro a lui uno alle più famose granfondo in Europa e soprattutto con
sprint per la piazza d’onore fra due concorrenti più giovani,
Innocente Sormani di Como e Matteo Ravodan di
serietà e impegno.
Trento. Al secondo della sua categoria Di Gregorio ha
dato quasi 3 minuti ed ha fatto meglio anche del primo
classificato della rappresentativa delle Truppe alpine,
Matteo Quadrubbi, paracadutista del Monte Cervino.
La 76.a edizione del Campionato nazionale Ana è stata
una riuscita competizione di sci di fondo e una bella manifestazione
alpina, organizzata dalla Sezione di Domodossola
in collaborazione con numerose associazioni
della vallata. Le gare sono state precedute dall’alzabandiera
e seguite da una serata di canti all’insegna dei
150 anni dell’Unità d’Italia. Domenica sfilata per le vie
di Re, onori ai Caduti, messa e premiazioni. Il successo
della manifestazione è stato assicurato da 320 partecipati
(su 360 iscritti) di 36 sezioni, che hanno gareggiato
su un anello di 3 km, coperto da neve artificiale, nelle
prove di 5, 10 e 15 chilometri.
Grandissima la soddisfazione al Gruppo sportivo alpini
di Vicenza per questo nuovo successo di Alfio Di
Gregorio,che da molti anni porta il nome del Gsa in
tutte le gare nazionali e anche nel mondo (come non
ricordare i titoli mondiali master di fondo e le vittorie
nello skiroll a livello assoluto). Un altro successo lo ha
centrato in gennaio ai CaSta di Dobbiaco, ai quali ha
partecipato su richiesta dell’Ana nazionale. E’ una gara
a cui partecipano più nazioni con i loro miglieri atleti
militari: Di Gregorio si è piazzato al 9° posto assoluto,
primo fra i civili.
Gli alpini e lo sport - 35
9 A EDIZIONE TROFEO SCALATORE D’ORO
a cura di Anna Campese
Nell’accogliente saletta della sezione Ana di Malo giovedì
3 febbraio è stata presentata la 9° edizione del Trofeo
Scalatore d’oro, prestigioso circuito di gare in montagna
organizzato nel territorio montano e pedemontano
vicentino e curato daI locali gruppi Ana. Le 5 gare
presentate ripropongono classici e collaudati percorsi
ma introducono importanti innovazioni nel regolamento
e nel punteggio. Nel corso della
serata presenziata dal Presidente
Ana Giuseppe Galvanin, con la
partecipazione del responsabile
gsa Francesco Rando e del responsabile
corse Olfeo Dal Lago
e del commentatore-atleta Marco
Canistri, sono stati distribuiti gli
opuscoli illustrativi del programma
gare agli interessati e ai rappresentanti
di molte società podistiche
locali.
Tra le novità importanti da segnalare
la decisione di dedicare la prima
gara del circuito, la Santorso
Monte Summano, alla memoria
dell’alpino thienese Matteo Miotto,
recentemente scomparso nel
corso della missione in Afghanistan
e la decisione di abbinare la
gara di Costabissara (il cui percorso è in via di definizione)
al Trofeo Periz, istituito per onorare la memoria
di Vincenzo Periz, vicepresidente nazionale nonché presidente
sez. Ana di Vicenza per 22 anni.
La serata è stata poi dedicata alla premiazione degli atleti
vincitori dell’edizione 2010 (Roberto Poletto e Maria
Pia Chemello) a cura del presidente Galvanin e alle numerose
domande poste dagli atleti accorsi numerosi in
sala e si è conclusa con una allegra bicchierata offerta
dalla sezione di Malo.
La vincitrice del 2010 Maria Pia Chemello con Galvanin, Rando, Dal Lago
Cena sociale
Come ogni anno gli atleti di tutte le discipline sportive del GSA (corsa, tiro a segno, marcia di regolarità,
sci) il 10 dicembre scorso si sono ritrovati preso la sede del Gruppo di Thiene per festeggiare
la chiusura gloriosa di un altro anno di attività e di amicizia. Gli Alpini di Thiene, ben coordinati
dal capogruppo Angelo Rossi, hanno preparato un’ottima cena per gli oltre 50 atleti intervenuti.
Il Responsabile del GSA, Francesco Rando, ha provveduto alla consegna di riconoscimenti
agli atleti che si sono distinti per i risultati ottenuti nell'anno sociale. Sono stati premiati, tra gli altri,
la pattuglia di marcia di regolarità composta da Ferrari, Nardi e Biolo, laureatisi campioni italiani.
Il presidente Galvanin nel corso della serata ha ricordato quanto importante sia lo sport per la
persona sia dal punto di vista fisico che sociale e aggregativo e quanto sia l'attaccamento degli atleti
del GSA alla Sezione di Vicenza, che con la loro costanza ne tengono alto l'onore.
36 - Gli alpini e lo sport
CAMPIONATO
REGIONALE
DI CROSS
Grande epilogo per la nostra società sportiva domenica
6 marzo 2011 a Vedelago (TV) all’ultima delle
quattro gare FIDAL valide per il campionato regionale
individuale e di società di corsa campestre. La
partecipazione assidua dei nostri atleti, per citarne alcuni
Giorgio Centofante, Giovanni Bidese, Rocco Ritunnanno
e al femminile la bravissima esordiente nelle
nostre fila, Simona Buzzachero e Margherita Pasin,
ha consentito al GSA, fin dalle prime gare, di raggiungere
prestigiose posizioni, sia a livello individuale
che di società. Domenica a Vedelago, la partecipazione
è stata massiccia, oltre 15 atleti in gara, tutti
molto determinati ad alzare il punteggio societario.
Al termine di questa bellissima giornata di sole e di
sport, il nostro gruppo sportivo si è piazzato al 3° posto
con la squadra femminile ed al 6° con quella maschile
a livello regionale, superando blasonatissime
società sportive che da anni sono sul podio in questa
specialità.
Manifestazioni
sportive per il 2011
22 maggio - Santa Margherita Ligure
Campionato nazionale Ana di marcia di regolarità
29 maggio - Santorso - Cima Summano
1ª prova Trofeo “Scalatore d’oro”
12 giugno - San Quirico - Monte Civillina
2ª prova Trofeo “Scalatore d’oro”
3 luglio - Mezzoldo (BG)
Campionato nazionale Ana di corsa in montagna
31 luglio - Staro - Campogrosso
3ª prova Trofeo “Scalatore d’oro”
31 agosto - Villaverla
Corsa su strada in notturna
11 settembre - Costabissara
4ª prova Trofeo “Scalatore d’oro” Trofeo “Periz”
17/18 settembre - Vittorio Veneto
Campionato nazionale Ana di tiro a segno
25 settembre - Chiuppano
5ª prova Trofeo “Scalatore d’oro”
2 ottobre - Pederobba
Campionato nazionale Ana di corsa in montagna
a staffetta
9 ottobre - Lago di Fimon
8° Trofeo “Rosin” – Podistica a staffetta
16 ottobre - Arzignano
Marcia di regolarità 39°Trofeo Ana
Varie - 37
CAMMINAITALIA in TERRA VENETA nel 150°
Siamo all'inizio dell'anno del centocinquantenario dell’Unità Nazionale. Un avvenimento
che sta suscitando diverse interpretazioni ed iniziative.
Dai “Camminaitalia” del 1995 e del 1999 a cui alcuni di noi hanno partecipato e
ne conservano orgoglioso ricordo, arriva l’invito a commemorare i centocinquant’anni
percorrendo i sentieri che cavalcando le nostre Prealpi, collegano il
piazzale della Vittoria a Monte Berico alla campana dei Caduti a Rovereto; due
simboli di quell'epopea sanguinosa ed eroica che si concluse con l’abbraccio alle
due irredente: Trento e Trieste.
La sezione Ana di Vicenza, su iniziativa dell’alpino Carlo Restiglian del gruppo di
Thiene, propone a tutti gli alpini ed agli amici, la partecipazione a questa piccola
ma significativa impresa che si articolerà in cinque tappe, con partenza sabato
2 luglio da Vicenza ed arrivo a Rovereto giovedì 7 luglio. Il dettaglio del programma
è gia visibile sul nostro sito internet (www.anavicenza.it) e sarà anche presentato nel prossimo numero di Alpin fa
grado.
Ci sarà la possibilità di partecipare non solo al percorso completo ma anche ad una sola tappa. Un servizio navetta predisposto
dalla sezione, provvederà ai trasferimenti.
Gi&Gi
APPUNTAMENTI
E INCONTRI
Sono Flavio Fabrello, classe 1932, Car di Padova gennaio
1954 e aggregato al gruppo Lanzo a Belluno in marzo,
in aprile inquadrato nella neo costituita Btg Cadore.
Congedato nel 1955 sono emigrato in Sud Africa e rientrato
ad Arsiero nel 2006 da pensionato; sono iscritto al
gruppo Ana di Arsiero. Leggendo l’Alpino ho rivisto il tenente
Lombardi, allora comandante del Lanzo, ora generale
(complimenti vivissimi). Mi piacerebbe tanto ritrovarlo
assieme ad altri commilitoni, Carlo Cadeo di Treviso
e Mario Saccardo di Vicenza, con me nelle foto.
FLAVIO FABRELLO FLAVIO, Via Marco Polo, 12 -
Arsiero, cell. 349 2706690
RADUNO 6° corso A.S.C.
Sandrigo Vicenza 15-16-17 aprile
Venerdì 15 aprile: arrivo e sistemazione. Cena
in hotel a Longa di Schiavon.
Sabato 16 aprile: ore 8 alzabandiera con deposizione
di corona al monumento ai caduti di Longa.
A seguire visita al centro storico di Vicenza,
passeggiata, trasferimento in pulman al piazzale
della Vittoria, visita del santuario della Madonna
di Monte Berico e al chiostro, breve visita alla sede
della sezione alpini di Vicenza inserita in un torrione
delle antiche mura della città. Ore 12.30 pranzo
a Villa Negri Mascotto ad Ancignano offerto dal
gruppo alpini di Sandrigo. Ore 14 partenza per
Asiago con visita del centro e del sacrario del Leiten.
Ritorno presso l’hotel con cena alle ore 20.
Domenica 17 aprile 2011: colazione alle ore 8
a seguire trasferimento in pulman con destinazione
Bassano del Grappa via Fosse, visita con passeggiata
alla statua del generale Giardino, attraversamento
del centro storico della città, brindisi
presso la sede della sezione alpini Montegrappa.
Ore 12 partenza in pullman dalla località Ponte
degli Alpini con destinazione trattoria da Palmerino,
locale consigliato dalla “Venerabile Confraternità
del bacalà”. Ore 15 visita alla sede alpini
di Sandrigo e alla locale villa Sesso Schiavo
al termine ritorno all’hotel per i saluti finali.
Giorgio Casagrande
Cell: 3339772710 - Abt. 0444659428
mailto: sandrigo.vicenza@ana.it
38 - Varie
APPUNTAMENTI E INCONTRI
• SABATO 9 APRILE 2011 a partire dalle ore
14.00, presso il mercato ceresicolo di Montecchia
di Crosara, lo scaglione 12/96 in sevizio
presso la caserma Zannettelli di Feltre nel
1997, dopo 14 anni dal congedo si ritrova per
una giornata di incontro e di festa con i Tacabanda
e intrattenimenti vari. A gran richiesta,
sull’onda dell’entusiasmo e per il senso di partecipazione
si vuole ripetere la festa organizzata
nel 2007.
l gruppo alpino Catelcerino-Fittà, della sezione
di Verona, offre la sua partecipazione organizzando
aperitivo e cena allestendo una tenda
con brande per gli alpini che vorranno rimanere
fino il giorno successivo. Ricordiamo
che la partecipazione alla giornata è aperta anche
alle famiglie e amici. Se qualcuno non si
fosse ancora iscritto è ancora in tempo per farlo
contattando Viero Ernesto allo 3384083563
o Carlotto Nicola allo 3282197052.
Quattro compagni di camerata del 9°/90 si sono ritrovati
nel dicembre 2010 a Belluno per ripercorrere insieme
le tappe della naja. Da sinistra: Davide Peron, Elvio Costalunga,
Luca Novello e Davide Carrieri
• IL GRUPPO DI NANTO ci invia questa foto
(a sinistra) di alcuni alpini della 67 a e 75 a compagnia
del 7° alpini che erano a S. Stefano di
Cadore e si sono reincontrati dopo 25 anni dal
congedo.
Per il prossimo incontro contattare Zanazzo Paolo
al 328/3643567 oppure Novello Mario al
340/7050339.
• Il 14 novembre 2010 si sono ritrovati a Bassano,
per la prima volta dopo 44 dal congedo, UN
GRUPPO DI MONTANINI DEL 3°/65 (nella
foto a sinistra) che hanno svolto servizio militare
nel reparto comando del gruppo di artiglieria “Pieve
di Cadore” di stanza, all’epoca, proprio nella
città del Grappa. Con vero entusiasmo hanno risposto
all’appello gli artiglieri: Zampieri (promotore
dell’incontro), Abbate, Dal Farra, Fedrigo,
Fin, Granconato, Marchetto, Pagotto, Pasinato,
Pellizzaro e Toniolo. A questo primo incontro si
auspica ne possano seguire altri, per questo si suggerisce
di contattare Enrico Zampieri: tel. e fax
0424 580836, cell. 339 8429112 - 347 7607715, e
mail enrico.zampieri.45@alice.it
Varie - 39
BELLE FAMIGLIE
NOZZE
MONTE DI MALO
Zona Monte Cimone - Si festeggia il battesimo di
Elisa Comparin in braccio a papà Stefano classe 1977
7° alpini Btg Feltre. A destra il nonno paterno Corrado
classe1942 7°alpini btg Cadore (entrambi soci gr.
Laghi) a seguire il padrino Denis Lighezzolo classe
1976 7° alpini btg Feltre (socio gr. Posina), a sinistra
il nonno materno e il capozona Lorenzo Mottin classe
1951 8° alpini btg Tolmezzo (socio gr. Seghe di
Velo); in basso i futuri alpini! Samuele e Daniele.
Dario Marcolin nel giorno del matrimonio con Erika,
con loro il papà Bruno e i fratelli della sposa
Vittorino, Diego e Moreno Cocco.
CHIAMPO
Ceretta Andrea con Puja
SANDRIGO
ALPINI CHE SI
FANNO ONORE
Filippo Cappozzo con Sara e il piccolo Tommaso.
Alla bella giornata non hanno potuto mancare
gli alpini di Sandrigo.
TORRESELLE
Giuliano Toniolo con Thushani.
L’alpino Cesare Dalla Costa del gruppo di Laghi riceve
il diploma e la croce d’oro per le raggiunte100
donazioni di sangue.
40 - Varie
NATI
NATI
ARZIGNANO
Giacomo Bedeschi di Giovanni e Daniela
BASTIA DI ROVOLON
Adele Mansour di Tiberio e Tiziana Zanella
CAGNANO
Mattia Soldà di Luca ed Elena
VALLI DEL PASUBIO
Daniele Busellato di Dario e Daniela
Nicola Vigato di Fabio e Daniela
ZOVENCEDO
Anna Franceschini di Alessandro e Gigliola
CALTRANO
Andrea Dal Santo di Daniele e Gigliola
GAMBELLARA
Viola Citro di Alfonso e Valeria Dalla Pellegrina
LUGO VICENTINO
Anna ed Emma Lanaro di Michele e Stefania
LUMIGNANO
Giulia Zampogna di Mirko e Patrizia Cabrellon
NOZZE DI DIAMANTE
ENNA S. CATERINA
Nicolò Dal Prà e Maria Sartore
MALO
Veronica Savio di Andrea e Laura Zanella
Gabriele Amatori di Luca ed Elena Barbieri
MOLINO DI ALTISSIMO
Filippo Dal Cappello di Denis e Anna
MONTORSO
Giulia Ferrari di Davide e Silvia
POSINA
Linda Lighezzolo di Mirko e Anna Serman
Davide Cervo di Michele e Patrizia Vigna
SETTECA'
Rafael Guzzo di Michele e Railda
ISOLA VICENTINA
Marcello Maistrello e Caterina De Tomasi
S. PIETRO MUSSOLINO
Diletta Antoniazzi di Mauro e Anna Rancan
TONEZZA DEL CIMONE
Michele Campana di Roberto e Luciana Fontana
Alessia Dellai di Giovanni ed Elisabetta Fontana
Varie - 41
NOZZE DI DIAMANTE
NOZZE D’ORO
MELEDO DI SAREGO
Romolo Chiarello e Leonilde Gelso
BRESSANVIDO
Luigi Servani e Rosina Scuccato
SCHIO
Aldo Scortegnagna e Rina
CAMPEDELLO
Giuseppe Valdemarca e Angelica Casarotto
CARMIGNANO DI BRENTA
Ovidio Luisotto e Antonia Miotto
Visite con guida sui
Luoghi della Memoria
L’accompagnatore turistico Mario Nicolato, segretario del
gruppo alpini di Lonigo, è disponibile ad accompagnare gratuitamente
piccoli gruppi di alpini e familiari sui luoghi della
memoria della Grande guerra: fortificazioni, trincee, ricoveri,
sentieri e altro, opere recentemente recuperate sull’Altopiano
di Asiago, a Tonezza, sul Pasubio e sul Novegno.
Sono preferibili i giorni feriali. Gli interessati possono telefonare
ai numeri 0444 831469 e 348 3227918, o inviare
una mail a: marionicolato@libero.it .
42 - Varie
NOZZE D’ORO
NOZZE D’ORO
CARRÈ
Celeste Pettinà e Lucia Fontana
ISOLA VICENTINA
Mario Brunello e Emilia Rossetto
DUEVILLE
Augusto Perin e Maria Longo
MAROLA
Silvano Piva e Agnese Leonardi
GRUMOLO DELLE ABBADESSE
Lorenzo Longhin e Mercedes Milan
MONTEGALDA
Ireneo Crivellaro e Agnese Tadiello
Varie - 43
NOZZE D’ORO
NOZZE D’ORO
MONTICELLO CONTE OTTO
Sante Trivelin e Maria Sasso
SANTORSO
Pietro Giovanni Rubini e Antonietta Gasparella
PASSO DI RIVA
Domenico Zanazzo e Emilia
TORREBELVICINO
Edoaro Poier e Agnese Roso
POZZOLO
Gelindo Montesello e Armida Giacomuzzo
VICENZA - BORGO CASALE
Carlo Creazzo e Lina Zolin
44 - Un nostro amico hai chiesto alla montagna
Il vessillo sezionale è listato a lutto per la scomparsa di numerosi amici alpini.
Alla loro memoria vada il nostro pensiero riconoscente per la dedizione associativa dimostrata.
Ai congiunti dei soci scomparsi giungano, nel momento del dolore, le più sentite condoglianze
ed i sensi della solidarietà fraterna delle “penne nere” vicentine.
ANCONETTA
ARZIGNANO
BOLZANO VIC.
CASTEGNERO
CHIUPPANO
Nereo Furlan
Pietro Zini
cl. 1929
Rgt. art. montagna
Antonio Armando Marenda
Luigi Casarotto
cl. 1935
Mario Guzzonato
cl. 1939
7° Alpini btg. Belluno
ARCUGNANO
ARZIGNANO
CAMPEDELLO
CHIAMPO
COGOLLO DEL CENGIO
Sergio Sabbadin
cl. 1944
7° Rgt. Alpini
Angelo Zulpo
cl. 1939
btg. Belluno
Piergiorgio Sartori
cl. 1939
btg. Val Cismon
Ezio Bertoldi
cl. 1937
comando TA
Gino Dall’Osto
cl. 1931
6° Rgt. art. montagna
ARZIGNANO
BASTIA DI ROVOLON
CAMPEDELLO
CHIAMPO
COGOLLO DEL CENGIO
Antonio Ferrari
cl. 1928
9° Alpini btg. Vicenza
Enzo Tessari
cl. 1950
Franco Casarotto
cl. 1938
btg. Belluno
Bruno Belfiore
cl. 1943
3° Rgt. art. montagna
Guido Vajente
cl. 1946
Btg. Feltre
ARZIGNANO
BOLZANO VIC.
CALTRANO
CHIAMPO
COGOLLO DEL CENGIO
Claudio Tibaldo
cl. 1934
Cp. genio btg. Cadore
Giovanni Corradin
cl. 1935
btg. Cadore
Delmino Trevisan
cl. 1930
btg. Tolmezzo
Marco Dal Grande
cl. 1940
Btg. Feltre
Sergio Pellegrini
cl. 1938
btg. Belluno
45
DUEVILLE
LAPIO
MAROLA
MONTECCHIO PREC.
ORGIANO
Giovanni Brazzale
cl. 1932
7° Rgt. Alpini
Orlando Baldinazzo
7° Alpini btg. Feltre
Alfonso Mattiello
cl. 1936
6° Rgt. Alpini btg. Bassano
Giovanni Buttiron
cl. 1934
gr. Agordo
Adriano Scavazza
cl. 1938
GAMBELLARA
LISIERA
MOLINO DI ALTISSIMO
MONTE DI MALO
PIOVENE ROCCHETTE
Attilio Santolin
cl. 1933
2° Rgt ar. montagna
Mario Zanini
cl. 1932
bgt. Cadore
Guido Monchelato
cl. 1934
Bgt. Bassano
Luigi Casara
cl. 1946
Cesare Segalla
cl. 1936
btg. Cadore
GRISIGNANO DI Z.
MALO
MONTEBELLO VIC.
MONTEVIALE
PIOVENE ROCCHETTE
Giancarlo Toniolo
cl. 1943
6° Rgt. art. montagna
Giancarlo De Vicari
cl. 1957
7° Alpini btg. Cadore
Giovanni Storato
6° Rgt. art. da montagna
Ampelio Cegalin
cl. 1924
Giancarlo Zindoni
cl. 1934
btg. Belluno
GRUMOLO D. ABB.
MALO
MONTECCHIO PREC.
MOTTA DI COSTABIS.
POZZOLO DI VILLAGA
Giovanni Garro
cl. 1938
7° Alini btg. Feltre
Antonio Osele
cl. 1924
9° Alpini btg. Vicenza
Giacomo Boscato
cl. 1948
8° Rgt. Alpini
Arcangelo Dall’Amico
cl. 1958
7° Alpini btg. Cadore
Luigi Castagna
cl. 1938
gr. Belluno
QUINTO VICENTINO
SCHIO
SCHIO
THIENE
VICENZA - S.LAZZARO
Francesco Ceccato
Terenzio Miotello
cl. 1920
Div. Tridentina
Massimiliano Chemello
cl. 1950
6° Rgt. art. montagna
Luigi Dalla Costa
cl. 1945
btg. Bassano
Antonio Bassanese
cl. 1938
6° art. montagna gr. Agordo
S.PIETRO IN GU’
SCHIO
SCHIO
TORREBELVICINO
VILLAGANZERLA
Bruno Bassi
cl. 1948
6° Rgt. art. montagna
Renato Baron
cl. 1921
btg. Vicenza
Angelo Cavaliere
cl. 1920
btg. Vicenza
Gianfranco Doppio
cl. 1939
7° Rgt. Alpini
Elio Calgarotto
7° Rgt. Alpini
S. VITO DI BRENDOLA
SCHIO
SCHIO
VALLI DEL PASUBIO
Bruno Menon
cl. 1935
7° Rgt. Alpini
Giuseppe Dalla Fina
cl. 1918
btg. Vicenza
Mario Conforto
cl. 1908
btg. Vicenza
Antonio Corradin
cl. 1939
7° Rgt. Alpini
S.VITO DI LEGUZZANO
SCHIO
SEGHE DI VELO
VICENZA - LAGHETTO
Luigi Dal Maistro
cl. 1934
btg. Belluno
Antonio Dall’Igna
cl. 1920
btg. Vicenza
Elsi Zuccollo
cl. 1928
8° Rgt. Alpini
Orlando Meliti
cl. 1938
btg. Feltre
SAREGO
SCHIO
SOSSANO
VICENZA - S.LAZZARO
Eugenio Gazzetto
9° Alpini btg. Vicenza
Lino Rader
cl. 1929
11° Rgt. Alpini
Luigi Sbicego
cl. 1918
Roberto Dalla Pozza
Varie - 47
RINNOVO DIRETTIVI
per il triennio 2011-2013
ALMISANO
Capogruppo: Casella Gino
Consiglieri: Belluzzo Renato, Garbin Ivano, Bressan
Mauro, Ziggiotto Silvano, Vecchiato Bruno, Marteletto
Luciano.
ARZIGNANO
Capogruppo: Marchetti Paolo
Consiglieri: Bertinato Flavio, Boschetti Antonio, Concato
Mauro, Concato Sergio, Conzato Roberto, Dalla
Barba Vittorino, Dalla Valeria Roberto, Dal Molin
Luca, Faccio Giovanni, Frizzo Antonio, Galiotto Sergio,
Gentilin Francesco, Giordani Dario, Lorenzi Guerrino,
Lunari Luciano, Magnaguagno Arturo, Marana
Roberto, Marcheluzzo Giovanni, Marchesini Roberto,
Piazza Dario, Pizzolato Francesco, Reginato Giovanni,
Rosa Giulio, Zanvettore Donato.
CAMISANO VICENTINO
Capogruppo: Marchiori Lino
Consiglieri: Girardini Plinio, Peron Maurizio, Zebele
Marco, Baldo Paolo, Marcolin Fabio, Daddelli Pierluigi,
Cappellari Mario, Rancan Luca, Miotto Ivan,
Rigoni Massimo, Bozzolan Bruno, Bardella Luigi,
Bagnara Luciano, Paulon Adriano, Pezzolo Adriano,
Padovan Gianni.
GRISIGNANO DI ZOCCO
Capogruppo: Paggin Tristano
Consiglieri: Penello Carlo, Dainese Lorenzo, Fracca
Guido, Maistrello Virginio, Donadello Giordanino,
Mazzucco Paolo, Donadello Giorgio, Vellere Bruno,
Tassinato Artemio, Scarmin Gianluca.
MONTEBELLO VICENTINO
Capogruppo: Andreolli Giovanni
Consiglieri: Zanoni Luigi, Lovato Mario, Rovizzi Nicola,
Framarin Luca, Bonin Gianni, Cederle Lino,
Framarin Mirko, Montagna Giuseppe, Pegoraro Pietro,
Rossin Danilo, Xotta Bruno, Vencato Vittorio.
sella Fabio, Crestanello Silvano, Dal Bosco Gaetano,
Dal Bosco Mario, Dal Santo Ruggero, Girardin Angelo,
Masero Erminio, Menaldo Giancarlo, Panozzo
Pietro Rino, Pretto Giovanni, Toniolo Silvano.
TORRESELLE
Capogruppo: Massignani Luciano
Consiglieri: Cazzola Arduino, Pianalto Tiziano, Povolo
Luigino, La Pietra Giovanni, Pianalto Luigino, Chiumento
Pietro, Ceola Giacomo, Costa Giampietro, Fochesato
Guido, Sottoriva Rinaldo, Toniolo Giuliano.
VICENZA - S. BORTOLO
Capogruppo: Cedrazzi Massimo
Consiglieri: Faccio Omero, Arduin Aldo, Trentin Lorenzino,
Costa Pietro, Carta Pietro, Silvestri Moreno,
Gaspari Andrea, Biolo Giorgio, Chiese Silvano, Valente
Francesco.
VICENZA - SETTECÀ
Capogruppo: Rizzetto Giovanni Battista
Consiglieri: Ziggiotto Tiziano, Pinton Gianni, Zocca
Ottorino, Santagiuliana Lorenzo, Ziggiotto Dario, Bedin
Gianni, Dani Ernesto, Bedin Lidio, Gennaro Ruggero,
Guzzo Michele, Prospero Antonio, Galvan Bruno,
Dalla Silvestra Raffaele, Menegato Mirko, Santagiuliana
Gino, Campiello Giuseppe, Prudenziato
Franco.
VILLAGANZERLA
Capogruppo: Zanotto Francesco
Consiglieri: Carollo Giovanni, Artuso Giampietro,
Caldaro Silvano, Ceretta Natalino, Facchin Giancarlo,
Finello Marcello, Lazzari Domenico, Martinello
Giampietro, Martinello Roberto, Pavan Evelino, Scapin
Francesco, Toniolo Giovanni.
ZUGLIANO E GRUMOLO
Capogruppo: Cengia Bruno
Consiglieri: Schiesaro Tullio, Borgo Giuseppe, Busa
Bortolo, Cornolò Vittorio, Dalle Carbonare Francesco,
Dal Ferro Mario, Leonardi Massimo, Rigon Albino,
Simoni Andrea, Spagnolo Roberto, Zigliotto
Romeo.
PIOVENE ROCCHETTE
Capogruppo: Gasparini Mirco
Consiglieri: Augeri Filippo, Fabris Valentino, Bernardi
Gianluca, Boriero Bruno, Boriero Remigio, Ca-
Le nostre montagne
La Madonnina della Sisilla nel suo vegliare sull’Alpe di Campogrosso.
Questa bella immagine l’ha mandata Adelio Casagrande, del gruppo di Torri-Lerino
Tutti i soci possono mandare foto delle montagne vicentine da pubblicare nella quarta pagina di copertina di Alpin fa grado.
Basta spedirle per e-mail a alpinfagrado@anavicenza.it (per esigenze tipografiche devono essere di almeno 500 KB)