Nello zaino - Sezione Vicenza
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ANNO 2011 - NUMERO 1 - MARZO - Trimestrale - E 4,00 - Poste Italiane S.p.A. - Spediz. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 2, NE/VI<br />
In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio di <strong>Vicenza</strong> CPO, per la restituzione al mittente, che si impegna a corrispondere l’importo dovuto<br />
Alpino<br />
Matteo Miotto<br />
PRESENTE
2- La feritoia del Torrione<br />
Piedi per terra e <strong>zaino</strong> in spalla!<br />
di Gigi Girardi<br />
Sulla scia di quanto già sintetizzato<br />
da Dino Biesuz lo scorso dicembre<br />
in riferimento al documento<br />
elaborato ad ottobre dal Consiglio<br />
Direttivo Nazionale, è giunto il momento di presentare<br />
concrete proposte destinate a delineare una traccia operativa<br />
per l’Ana, a breve e medio termine. Per il lungo<br />
termine ne riparleremo a tempo debito.<br />
È ora indispensabile lavorare tenendo ben conto<br />
delle nuove realtà, integrando quanto contenuto nel documento<br />
a cui facciamo riferimento e che ci risulta<br />
sia già stato oggetto di approfondimenti<br />
in seno a parecchi nostri gruppi.<br />
Questo ci induce a credere che certamente<br />
saranno emerse proposte e idee da presentare<br />
al presidente Perona, in occasione<br />
dei prossimi incontri che lui si è proposto<br />
e programmato di poter concludere<br />
nel tempo che ancora intercorre<br />
alla conclusione del suo<br />
mandato.<br />
Da una prima lettura, si potrebbe<br />
dedurre che c’è l’assillo per<br />
una lenta ma irreversibile contrazione<br />
del numero di iscritti. Noi<br />
crediamo che questo sia soltanto<br />
un effetto, non il problema. Sarebbe<br />
banale non prevederlo, ben consci<br />
che non potendo più contare sul grande<br />
serbatoio degli alpini congedati dal<br />
servizio militare obbligatorio a cui l’Ana attingeva, è<br />
ovvio che ci si avvii ad un naturale ridimensionamento.<br />
È gia successo ad altre realtà prima di noi, vedi Combattenti<br />
e reduci, Garibaldini, ordini religiosi e via discorrendo.<br />
Ciò non significa che la qualità sarà direttamente<br />
proporzionale alla quantità. Anzi! È questo il vero obbiettivo!<br />
Perseguire progetti di alto profilo, con solidi<br />
contenuti storici e culturali, senza per questo trascurare<br />
le espressioni di quell’alpinità popolare insita nelle nostre<br />
radici.<br />
Non sarà certamente raschiando i fondi che permetteremo<br />
all’Ana di tramandare i suoi valori ma avviando<br />
un nuovo concetto di associazione, adatto ai diversi<br />
contesti in cui oggi ci stiamo muovendo e che nell’immediato<br />
futuro dovremo inderogabilmente cavalcare.<br />
Il messaggio, il modello, l’ispirazione ci vengono<br />
proprio dalle nostre origini: l’esercito prima di tutto, che<br />
ad una massa di militari per forza ha preferito un più ridotto<br />
organico di soldati professionisti, ben addestrati<br />
ed equipaggiati, in grado di non sfigurare a fianco di altre<br />
unità operanti nello scenario internazionale.<br />
L’altro modello ci viene dal mondo del lavoro ove<br />
le nuove generazioni si devono ogni giorno misurare con<br />
nuove logiche, non sempre facili da metabolizzare. Un<br />
nuovo profilo di lavoratore che ha soppiantato generazioni<br />
di braccianti; menti vivaci, braccia robuste sì, ma<br />
già storia di ieri.<br />
Certo; si dovrà rivedere qualche nostra attività che<br />
oggi poggia su nutriti organici; parallelamente si dovrà<br />
sviluppare l’impegno in progetti culturali e sociali,<br />
in collaborazione e sintonia con le<br />
amministrazioni locali ed opere assistenziali<br />
e di volontariato. Non come rimorchi<br />
ma come motori, senza sottovalutare<br />
un sistematico rapporto con i mezzi<br />
di comunicazione! In giorni non tanto<br />
lontani, congressi, simposi, attività di<br />
orientamento ed informazione sulle truppe<br />
da montagna rivolte al mondo studentesco,<br />
potranno alternare tanti piccoli<br />
o meno piccoli raduni a cui noi, classi<br />
dell’ante e dopoguerra, siamo abituati<br />
ed anche affezionati. Qualcosa in questo<br />
senso già si sta muovendo ed i risultati<br />
paiono solo che positivi.<br />
Non pensiamo di mandare al macero<br />
le nostre calorose rimpatriate; si<br />
tratta solo di vestirle con un abito nuovo:<br />
più stirato e perché no anche più elegante!<br />
La nostra sezione può per questo considerarsi all'avanguardia,<br />
grazie alle esperienze maturate ed ereditate<br />
dal nostro ormai ex cerimoniere Toni Munari, oggi<br />
consigliere nazionale. “Ad excelsa tendo” è il motto del<br />
7° Alpini.<br />
Non accaniamoci troppo quindi in un’affannosa<br />
caccia a dispersi, aggregati, aiutanti, amici, abbonati o<br />
minialpini che, fortuna loro, si son guadagnati a buon<br />
mercato tanto di penna e di cappello. Accogliamo pure<br />
questi ragazzi e guardiamo avanti, spalancando le porte<br />
delle nostre sedi a quanti sentiranno vivo il desiderio<br />
di far parte di questa gloriosa stirpe che durerà finché ci<br />
sarà in giro ancora un cappello o un elmetto su cui spicca<br />
una penna nera. Dopo, fra quanto non so, rimarrà la<br />
leggenda di uomini duri dal cuore grande: gli alpini!
3<br />
RICORDO DI MATTEO<br />
SOMMARIO<br />
pag.<br />
• La feritoia del Torrione 2<br />
• <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> 4<br />
• Varie 18<br />
• Lettere in Redazione 20<br />
• Vita dei gruppi 22<br />
• Protezione Civile / In libreria 33<br />
• Gli alpini e lo sport 34<br />
• Varie 37<br />
• “Un nostro amico hai chiesto alla montagna...” 44<br />
• Rinnovo direttivi 47<br />
Anno 2011 - n. 1 - Marzo<br />
Gratis ai soci<br />
Abbonamento annuo Euro 13<br />
Tiratura 21.000 copie<br />
Direzione e Redazione:<br />
Torrione degli Alpini<br />
36100 <strong>Vicenza</strong> - Via B. D’Alviano, 6<br />
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Registrazione al Tribunale di <strong>Vicenza</strong> n. 67 del 26.4.1953<br />
Direttore Responsabile:<br />
Dino Biesuz<br />
Comitato di Redazione:<br />
Presidente: Giuseppe Galvanin<br />
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Capo redattore: Franco Impalmi - 335 367504<br />
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Anna Campese<br />
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Stampa:<br />
Industrie Grafiche Vicentine S.p.A.<br />
Via Rovereto 20 - Costabissara (VI)<br />
www.igvi.it<br />
Cari Alpini, cari amici degli Alpini,<br />
scrivo queste poche righe con la stessa emozione<br />
e la tristezza nel cuore che ho provato,<br />
ormai tre mesi fa, quando ho ricevuto telefonicamente la notizia<br />
della morte di Matteo Miotto. Una morte che ci ha colpito da vicino,<br />
non tanto perché Matteo fosse migliore degli altrI 36 soldati<br />
italiani morti in Afghanistan, ma perché lo conoscevamo per<br />
quel che era e per quel che faceva, lo apprezzavamo per le sue<br />
idee, appoggiavamo i suoi progetti.<br />
Sono consapevole<br />
che molte parole<br />
sono state dette e<br />
scritte e mi rendo<br />
conto che, forse,<br />
agli occhi dei genitori<br />
di Matteo e<br />
da lassù anche dello<br />
stesso Matteo,<br />
troppo inchiostro è<br />
stato speso sulla<br />
sua morte. Tuttavia<br />
ritengo essere mio<br />
dovere ricordare<br />
con queste poche<br />
righe la figura di<br />
un ragazzo che<br />
possiamo facilmente<br />
additare ad<br />
esempio come modello<br />
di virtù per<br />
noi alpini e per chi<br />
alpino non è. Lui,<br />
infatti, racchiudeva<br />
dentro di sé e manifestava al di fuori di sé stesso l’impegno<br />
quotidiano che è un sunto di tutti quei valori umani e sociali che<br />
gli alpini portano avanti.<br />
Matteo era un soldato, un alpino, e così voleva essere ricordato.<br />
Ed è così noi vogliamo ricordarlo.<br />
Giuseppe Galvanin
4- <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />
L’anno scorso siamo cresciuti di sette soci. Sì unanime al bilancio del 2010<br />
ISCRITTI, ANA VICENZA TIENE DURO<br />
di Dino Biesuz<br />
L’Ana di <strong>Vicenza</strong> tiene<br />
duro. Fra le tante cifre<br />
snocciolate all’assemblea<br />
dei delegati, convocati nell’auditorium<br />
della Fiera per l’approvazione dei<br />
bilanci, fra le più attese c’erano quelle della<br />
“forza” della <strong>Sezione</strong>. Eccole: 17.064 soci alpini<br />
(115 in meno rispetto al 2009), 3.231 soci<br />
aggregati e 40 aiutanti (122 in più): in un<br />
anno siamo aumentati di 7 unità, ma si vede<br />
chiaramente che il merito è degli aggregati,<br />
che condividono gli ideali alpini o semplicemente<br />
apprezzano il clima di simpatia che si<br />
respira nelle sedi dei gruppi. “Un successo -<br />
ha definito questi risultati il presidente Galvanin nella<br />
relazione morale - il cui merito è da attribuire ai capigruppo<br />
e a quanti, consiglieri e soci, si occupano del tesseramento,<br />
compito tra i più difficili ed importanti della<br />
vita associativa. Prevedo che per il 2011, con l’aumento<br />
del bollino, le difficoltà saranno maggiori: esorto<br />
i capigruppo ad impegnarsi, come hanno sempre fatto,<br />
in questo difficile compito di tesserare quanti hanno<br />
militato e nelle truppe alpine e non si sono mai avvicinati<br />
all’Ana”.<br />
Note positive arrivano dalle attività istituzionali. La<br />
massiccia e ordinata partecipazione all’Adunata nazionale<br />
di Bergamo, l’impegnativa organizzazione del Pellegrinaggio<br />
sul Pasubio, complicata dal rifiuto del sindaco<br />
di Posina di rilasciare i permessi di transito sulla<br />
strada degli Scarubbi, la riuscita adunata sezionale, organizzata<br />
dai gruppi di Bolzano Vicentino e Lisiera, che<br />
ha visto la massiccia partecipazione della popolazione;<br />
infine l’adunata sezionale di Bassano, con l’emozionante<br />
sfilata della Fanfara storica sul Ponte degli alpini. Fra le<br />
attività culturali la presentazione della storia del Btg <strong>Vicenza</strong><br />
scritta da Manuel Grotto e la Festa Tricolore, con<br />
Bepi De Marzi e i Crodaioli.<br />
Il 2010 sarà ricordato come l’anno dell’alluvione e<br />
quindi dell’impegno degli alpini in soccorso agli alluvionati,<br />
dai primi interventi a riempire sacchetti di sabbia fino<br />
alla sottoscrizione che ha raccolto quasi 50 mila euro,<br />
impiegati per acquistare un pulmino per una cooperativa<br />
per disabili di Cresole o consegnati alle famiglie più bisognose.<br />
Grazie all’alluvione i vicentini hanno potuto vedere<br />
in azione la Protezione civile alpina, apprezzata da<br />
tutti (autorità e Vigili del fuoco compresi) per il grande impegno<br />
e la perfetta organizzazione. Un intervento arrivato<br />
poco dopo quello dell’Abruzzo: questi grossi impegni<br />
non hanno tolto spazio alla consueta attività addestrativa<br />
e alla diffusione della protezione civile nelle scuole.<br />
Le relazione morale ha toccato poi gli ottimi rapporti<br />
sotto tutti i punti di vista con le Forze armate e le istituzioni<br />
pubbliche. È continuato il recupero delle opere belliche<br />
in montagna: ormai conclusi i lavori sul Monte Cimone,<br />
si va avanti sul Pasubio, sotto la guida della Zona<br />
Val Leogra. Ampio spazio il presidente Galvanin ha<br />
dedicato alle molteplici attività sportive e alla Commissione<br />
cultura. Con Giuseppe Rossi e gli alpini di Alte<br />
ha tenuto ben 72 conferenze nelle scuole e continua<br />
la collaborazione con la Regione per la diffusione della<br />
cultura alpina nelle scuole. Si vedono i primi risultati<br />
del lavoro della Commissione giovani, la Commissione<br />
capigruppo è impegnata alla redazione di un “Vademecum”<br />
che possa dare risposta ai tanti problemi che incontrano<br />
i capigruppo nella loro attività.<br />
Se il 2011 è stato positivo per la Fanfara Storica, che
<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 5<br />
L’Assemblea dei delegati in Fiera.<br />
Nella pagina precedente il presidente Galvanin<br />
ha registrato 21 uscite, di cui 18 al completo, e per il sito<br />
Internet, rinnovato e ricco d’informazioni, si è dovuto<br />
ridurre da cinque a quattro le uscite della pubblicazione<br />
Alpin fa grado, per la soppressione da parte del<br />
Governo delle agevolazioni, che hanno fatto crescere<br />
del 400 per cento le spese di spedizione e costretto ad<br />
aumentare di 50 centesimi la quota associativa.<br />
«Oggi gli alpini sono più che mai utili e necessari -<br />
ha concluso il presidente Galvanin - nelle nostre comunità<br />
infatti non c’è sindaco o assessore, parroco, asilo<br />
o scuola che sempre di più si rivolga ai nostri Gruppi<br />
per chiedere una mano per risolvere piccoli o grandi<br />
problemi, che senza il nostro aiuto risulterebbero molto<br />
onerosi. Noi ci siamo, siamo sempre presenti, disponibili:<br />
dobbiamo però ricordarci che anche noi possiamo<br />
scegliere chi e come aiutare, chi se lo merita. Non<br />
siamo alle dipendenze di nessuno, specialmente di chi<br />
crede che sia tutto dovuto, coloro che quando eseguiamo<br />
dei lavori si rifiutano di contribuire alle spese, oppure<br />
di chi non vuole vederci con i nostri gagliardetti o<br />
a coloro che da fastidio il nostro cappello o la nostra Preghiera<br />
dell’Alpino».<br />
La relazione morale è stata approvata all’unanimità<br />
dai delegati dei 127 gruppi presenti (sui 135 in forza alla<br />
sezione).<br />
All’assemblea, presieduta dal direttore dell’Alpino,<br />
Vittorio Brunello, sono intervenuti il sindaco di <strong>Vicenza</strong><br />
Achille Variati, l’assessore provinciale Nereo Galvanin,<br />
il col. Stefano Fregona, vice comandante del Settimo,<br />
il gen. Innecco e Antonio Munari, consigliere nazionale<br />
Ana.<br />
Relazione finanziaria<br />
Se è in attivo il bilancio degli iscritti alla sezione<br />
Ana di <strong>Vicenza</strong>, è in passivo quello della cassa del<br />
Torrione. Un disavanzo di 16 mila 560 euro - ha spiegato<br />
il tesoriere Arcangelo Murzio - dovuto alle spese<br />
per l’organizzazione del pellegrinaggio sul Pasubio<br />
e per il notevole aumento delle tariffe postali per<br />
l’invio di Alpin fa grado; sarà ripianato con l’utilizzo<br />
del fondo attività associative.<br />
Nel 2010 le entrate sono state di 415 mila euro -<br />
si legge nella relazione finanziaria, approvata dall’assemblea<br />
con una sola astensione - 305 mila arrivati<br />
dal tesseramento e 91 dalle attività associative.<br />
La maggior parte dei proventi delle quote associative<br />
(173 mila euro) prende la strada di Milano per l’Ana<br />
nazionale; altre voci rilevanti in uscita sono le spese<br />
generali (52 mila), il giornale sezionale (40), le attività<br />
associative (93), la protezione civile (23), il Gruppo<br />
sportivo (19) e la Fanfara storica (17), che però ha<br />
riscosso oltre 7 mila euro.<br />
Quest’anno per la prima volta è stato approntato<br />
un bilancio di previsione, che vede un sostanzioso aumento<br />
dei ricavi (55 mila euro in più del 2010) dovuto<br />
all’aumento della quota associativa (2,5 euro alla<br />
sede nazionale e 0,5 alla <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong>). Un<br />
aumento di entrate a cui non corrisponderà però un<br />
aumento delle spese, che dovrebbero fermarsi a 394<br />
mila euro (21 mila euro in meno di quest’anno).
6- <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />
Fino all’ultimo si è dedicato al suo progetto per la diffusione della cultura alpina<br />
MATTEO MIOTTO<br />
UN SIMBOLO PER GLI ALPINI<br />
Il lutto questa volta ci ha colpiti da vicino. Molti alpini<br />
l’ultimo dell’anno hanno spento le luminarie e messo<br />
via lo spumante. La notizia della morte di Matteo<br />
Miotto in Afghanistan si è diffusa in un attimo fra incredulità<br />
e dolore, e ha lasciato sgomenti. Specialmente<br />
fra chi lo conosceva o aveva portato come lui la nappina<br />
bianca o il 7 sul fregio: era proprio un “frate di<br />
naja”. Le ore successive avevano scandito il consueto<br />
triste cerimoniale, fino alla grandissima manifestazione<br />
di cordoglio nel duomo di Thiene strapieno di gente e<br />
alpini. E mentre in sezione, al gruppo di Thiene, alla<br />
commissione giovani arrivavano da tutta Italia messaggi<br />
di cordoglio e ammirazione per quel ragazzo, si sono<br />
levate anche sterili polemiche, presto dimenticate.<br />
Adesso c’è solo il vento del ricordo che soffia fra le<br />
rocce. Matteo è vissuto poco, ma ha dato tanto.<br />
Nicola Stoppa, responsabile sezionale della commissione<br />
giovani, era diventato quasi un fratello maggiore<br />
per lui. Erano spesso assieme, si tenevano in contatto<br />
anche in Afghanistan.<br />
Ha tantissimi ricordi “Ma il più bello sono due delle<br />
tantissime e-mail che ho ricevuto - dice Stoppa -. Parlano<br />
di un ragazzo semplice, un alpino vero, ricco di<br />
sentimenti e di proposte concrete per il futuro dell’Ana.<br />
Il nostro impegno sarà quello di continuare a fare tutto<br />
quello in cui credeva ed a rispondere sempre EC-<br />
COLO! come faceva lui”.<br />
Dopo la prima ferma di un anno, Matteo Miotto<br />
aveva partecipato subito all’attività dell’Ana ed<br />
aveva portato anche lui lo striscione “Noi dopo di<br />
voi” che la commissione giovani fa sfilare di prima<br />
mattina alle adunate nazionali davanti a tutti i<br />
reduci, affiancati da due ali di giovani. Si era impegnato<br />
subito per diffondere fra i ragazzi lo spirito<br />
alpino e molti studenti thienesi lo hanno visto<br />
a scuola in divisa a parlare degli alpini, dopo aver<br />
ripreso servizio. Del suo progetto giovani aveva<br />
parlato con tutti, con fervore, con una gran carica,<br />
anche polemico con chi non capiva subito, al gruppo,<br />
in sezione, con l’ex responsabile della commissione<br />
giovani nazionale Lavizzari. Il suo scopo<br />
era uscire dai confini della sua città e coinvolgere<br />
più persone possibile.<br />
Le due e-mail Matteo le scrisse negli ultimi giorni di<br />
vita in una terra lontana, estranea, selvaggia. A tu per tu<br />
con il pericolo non ha mai pensato alla morte, aveva in<br />
mente solo di tornare e di lavorare per gli alpini e per i<br />
giovani. “Ciao Nicola - scriveva il 18 dicembre - Qui<br />
l’aria del Natale è inesistente, se non fosse per le nostre<br />
tradizioni che ci legano al periodo più bello dell’anno e<br />
da passare con gente vera e tu sai cosa intendo. La malinconia<br />
c’è, non la nego, vedo le foto delle nostre valli<br />
imbiancate e noi giriamo ancora in maglietta in questi<br />
strani posti, pensa ti... È l ultimo mese per noi della Julia,<br />
poi noi trenta alpini che siamo i più a Sud di tutto<br />
l’esercito italiano torneremo a casa, dopo sette mesi veramente<br />
al contatto col pericolo ogni giorno. Nel tempo<br />
che riesco a trovare sto lavorando al progetto con le scuole<br />
superiori e ti farò avere una copia del programma,<br />
una volta che l’avrò steso per bene. Lavizzari mi scrive<br />
spesso sì, si interessa, ma Nicola ti dico la verità: stare<br />
in questi posti silenziosi e vuoti per mesi e mesi ti fa pensare<br />
parecchio e ho capito che è meglio passare il tempo<br />
con le persone che veramente han qualcosa dentro e<br />
non vedo l’ora di farmi una bella bottiglia al caldo di un<br />
rifugio con te. Fatti sentire, io per dieci giorni sono qua<br />
di base in Gulistan poi ho l’elicottero per fare l’ultimo<br />
turno all’avamposto: gli ultimi venti giorni di inferno,<br />
Matteo Miotto e Diego Dal Maso incontrano gli studenti
<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 7<br />
quaggiù, scambiando il gagliardetto con un capo<br />
villaggio locale. Pensa, siamo arrivati anche quaggiù...<br />
Ciao Nicola W gli alpini!”.<br />
Due giorni prima di morire Miotto si era sentito<br />
al telefono con il presidente Galvanin, per gli<br />
auguri di Capodanno. Naturalmente aveva parlato<br />
del suo progetto. “È tutto definito - aveva detto -.<br />
Non vedo l’ora di tornare per fartelo vedere”.<br />
Il dolore degli alpini ai funerali di Matteo Miotto<br />
dove son morti i nostri quattro del Settimo e poi ho il volo<br />
da Herat per l’Italia”.<br />
Nicola Stoppa gli risponde subito. “... Abbiamo ammirato<br />
il tuo attaccamento agli alpini e all’Ana. Parlavo<br />
di te e della tua bellissima lettera per il 4 Novembre<br />
con gli alpini della commissione giovani, della sezione,<br />
anche con Lavizzari. Matteo, ormai sei il nostro «guerriero»...<br />
e ti stimiamo per quel gran lavoro, che in silenzio<br />
e giorno per giorno, stai preparando per il nostro<br />
futuro associativo... Ho parlato di te con mio padre,<br />
classe 1918: stanno scrivendo pagine di storia - ha<br />
commentato - le stesse pagine che quasi 70 anni fa abbiamo<br />
scritto noi impegnati nei diversi fronti di guerra.<br />
Dì al tuo amico che abbracci tutti i militari presenti e<br />
che l'abbraccio arriva da un reduce, decorato e ferito<br />
in guerra, che è fiero di avere figli e nipoti come voi impegnati<br />
per onorare quella bandiera Tricolore simbolo<br />
della nostra fedeltà alla Patria”.<br />
La risposta di Matteo arriva lo stesso giorno. “Che<br />
gran messaggio, in momenti dove sentiamo la lontananza<br />
dalle nostre case per noi quaggiù è tanta roba ricevere<br />
messaggi come questo, grazie Nicola non dimenticherò...<br />
Grande anche il papà fagli i miei auguri di un bel periodo<br />
di Natale... NOI DOPO DI VOI o sbaglio Anche<br />
stamattina in pattuglia per i villaggi del Gulistan abbiamo<br />
consegnato mangiare e medicinali ai bambini che<br />
qui sono veramente tanti... Purtroppo la situazione non<br />
è rosea in questo periodo; giù all’avamposto gli attacchi<br />
ci sorprendono anche due volte alla settimana ma ormai<br />
ci siamo. Dopo Natale verso il 28 ho l’elicottero e<br />
con la mia squadra torniamo giù all’avamposto per gli<br />
ultimi giorni di fronte e poi è il momento di fare i bagagli...<br />
Ho lasciato il segno della nostra sezione anche<br />
Un bellissimo ritratto di Matteo lo leggiamo nell’ultimo<br />
saluto che gli ha dedicato un suo commilitone<br />
e grande amico, Diego Dal Maso, anche lui<br />
coinvolto nel “Progetto scuole”. Erano assieme nel<br />
plotone esploratori, poi uno è partito per l’Afghanistan<br />
e l’altro per la Scuola marescialli di Viterbo.<br />
“Il 2010 ha visto andare avanti i nostri due nonni,<br />
reduci di guerra. Tu dicevi che essi non muoiono<br />
se noi portiamo avanti i loro valori, i valori alpini. Beh...<br />
tu Matteo sei diventato addirittura un simbolo”.<br />
Simbolo dell’adattamento dei giovani ragazzi<br />
del Settimo alle crescente richieste operative: a<br />
soli 24 anni, alla tua prima missione già avevi<br />
sbalordito i colleghi per la tua velocità ad apprendere<br />
un lavoro difficile, accettando con<br />
umiltà il quotidiano rischio di morire.<br />
Simbolo della forza del plotone alpieri: alla tua<br />
prima partecipazione ai Casta, per giunta da principiante<br />
sugli sci, sei stato indiscusso protagonista<br />
dell’impresa che ci ha portato al podio.<br />
Simbolo della dedizione all’Ana, in quanto ideatore<br />
e promotore del “Progetto scuole” per la<br />
sensibilizzazione negli istituti superiori all’arruolamento<br />
alpino.<br />
Simbolo dell’orgoglio vicentino, della tua terra:<br />
il tuo urlo di battaglia era VICENSA! Sugli<br />
sci da gara avevi scritto “Val d’Astico”, il tuo<br />
luogo sacro era il Summano, quando ti chiedevo<br />
come stavi, tu rispondevi “Miotto Thiene duro!”.<br />
Simbolo dei valori alpini più profondi che hai<br />
descritto prima nella tua lettera alla tua città del 4<br />
Novembre e poi purtroppo messi in evidenza cadendo<br />
eroicamente nel compimento del dovere.<br />
“Grazie di questo tuo ultimo insegnamento - conclude<br />
Diego Dal Maso - Noi, i tuoi fratelli alpieri, ti ricorderemo<br />
sempre con gli sci in spalla, la barba ghiacciata<br />
e i denti digrignati, simbolo della tua infinita forza<br />
e determinazione”.<br />
Dino Biesuz
8- <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />
Nel piccolo avamposto in mezzo al deserto in Gulistan dove ha vissuto gli ultimi giorni<br />
MATTEO, VIAGGIO NELLA MEMORIA<br />
Andrea Mason, naja alpina<br />
al Settimo, redattore<br />
e inviato de “Il<br />
Giornale di <strong>Vicenza</strong>”, è<br />
stato nei luoghi che hanno<br />
visto il sacrificio di<br />
Matteo Miotto, pochi<br />
giorni dopo la sua morte.<br />
Per Alpin fa grado<br />
ha scritto questo reportage<br />
che ci aiuta a capire<br />
cosa vuol die fare<br />
il soldato in Afhanistan,<br />
a conoscere meglio<br />
l’ambiente, il clima e i<br />
sentimenti dei nostri alpini,<br />
che continuano a<br />
morire laggiù<br />
È un viaggio a ritroso,<br />
quello che racconto.<br />
In memoria di un Alpino<br />
morto il giorno di<br />
Capodanno nell’avamposto<br />
Snow (neve) di<br />
Buji, valle del Gulistan,<br />
Afghanistan. “Era vicentino<br />
di Thiene. Era<br />
un ragazzo d’oro. Aveva<br />
valori forti. Amava<br />
la famiglia. La divisa.<br />
E l’Italia”. Si chiamava<br />
Matteo Miotto: i suoi<br />
amici con la penna nera, quelli del plotone esploratori,<br />
così lo hanno voluto salutare.<br />
Lo racconto partendo da <strong>Vicenza</strong>. Narrando quei giorni<br />
di lutto sulle pagine de Il Giornale di <strong>Vicenza</strong>. Scrivo<br />
di quando ho toccato con mano e nel cuore la tragicità<br />
del rientro della salma di Matteo che ho atteso sulla<br />
pista dell’aeroporto di Roma Ciampino; ricordo di<br />
quando ho portato il mio dolore nella camera ardente allestita<br />
all’ospedale del Celio; di quella mattina, in cui<br />
ho assistito ai funerali di Stato celebrati nella basilica di<br />
Santa Maria degli Angeli, nel cuore della capitale. Infine<br />
sono volato in Afghanistan, nella base di Herat, sede<br />
del Regional Command<br />
West dell’Isaf a fianco del<br />
ministro della difesa Ignazio<br />
La Russa, che ha voluto<br />
incontrare gli alpini<br />
del 7° in un momento così<br />
delicato. E ancora ho<br />
vissuto, con emozione, il<br />
trasferimento in elicottero<br />
nella valle del Gulistan, destinazione<br />
Fob (Forward<br />
Operating Base) Ice, dove<br />
era di base Matteo Miotto,<br />
prima di prestare il suo turno<br />
di servizio nella Cop<br />
(Combact Out Post) Snow.<br />
Un vero e proprio fortino<br />
nella terra del niente, dove<br />
ha trovato la morte in<br />
combattimento, ucciso nel<br />
corso di una sparatoria da<br />
un colpo di un cecchino<br />
armato di un fucile di precisione<br />
russo, un Dragunov,<br />
calibro 7,62.<br />
Racconto questo viaggio<br />
delle memoria e in memoria<br />
di Matteo Miotto<br />
scartando tante cose dette,<br />
ascoltate, scritte e riportate<br />
con sufficienza in quei<br />
giorni tragici. Quando l’esatta<br />
dinamica delle morte<br />
di Matteo venne a galla lentamente non per imperizia<br />
ma per (forse) motivato eccesso di scrupolo da parte dei<br />
Comandi italiani. Quando ho toccato con mano come la<br />
raccolta dei rapporti, dettagliati, e l’incrocio delle testimonianze<br />
richieda tempo e precisione. Perchè l’ufficialità<br />
non può coniugarsi con superficialità ed incompletezza<br />
e andare di pari passo con l’accavallarsi della tragedia<br />
e la sete di notizie. Una lezione vissuta sul campo.<br />
Da tutti.<br />
Ricapitolo. Volo in Afghanistan. Prima a Herat. Poi<br />
alla Fob Ice. Da qui Base Snow, un avamposto di soli<br />
30 metri per 15 in mezzo al deserto, in prossimità di un
<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 9<br />
passo strategico, dista 18 chilometri. Di quella piccola<br />
base sperduta mi raccontano storie di vita, di resistenza,<br />
di sparatorie. C’è una foto che gira: ritrae una scritta<br />
cara agli alpini incisa vicino agli Hesco Bastion, “Davanti<br />
ai muli, dietro i cannoni, lontano dai paroni”.<br />
Herat, sede della Task Force South Est è invece a<br />
450 chilometri; servono circa 75 minuti per atterrare<br />
qui, a bordo di un massiccio CH 47. Quando la base<br />
venne allestita, i mezzi del reggimento, via terra, tra le<br />
montagne, impiegarono dodici giorni ad arrivarci. A trasportarci<br />
è il gigantesco Chinook a due pale, arrivato<br />
fin quassù scortato da una coppia di A129 Mangusta,<br />
con volo in assetto tattico e i mitraglieri pronti a rispondere<br />
al fuoco. Il cielo è di un azzurro intenso quasi<br />
terso, oggi. E fa da contrasto con l’ocra delle montagne,<br />
secche. Una decina di blindati lince sono il comitato<br />
di benvenuto.<br />
Nella valle delle rose, Golestan, distretto del Gulistan,<br />
l’inverno non è ancora giunto. Il freddo, con temperature<br />
sotto lo zero, arriva soltanto dopo il tramonto.<br />
Il paesaggio è ruvido e aspro. Brullo e roccioso. I primi<br />
due aggettivi e il quarto identificano anche la tempra degli<br />
afghani, così in pace così in guerra. E ora siamo in<br />
guerra. Il ricordo di Matteo è fortissimo qui. Sono circa<br />
240 i soldati italiani del 7° reggimento di Belluno e<br />
del 2° genio guastatori di Trento che abbiamo incontrato.<br />
“Ci si conosce tutti qui. Lui era un entusiasta. Bravissimo.<br />
Uno sempre pronto a darti una mano”, dicono.<br />
Poi, supplicano. “Non fate troppo domande su di lui.<br />
Non perchè non ne vogliamo parlare”. Ma per pudore<br />
e per rispetto alla sua memoria e verso i suoi genitori. È<br />
un ragionamento che il ministro<br />
della difesa Ignazio La Russa,<br />
arrivato fin qui, in pratica in prima<br />
linea si tiene stretto. E fa suo.<br />
“Ho voluto spiegare bene quello<br />
che è accaduto nel corso della<br />
sparatoria e come Miotto è<br />
morto: cioè, combattendo. Lo<br />
faccio perché in quel giorno convulso<br />
le comunicazioni tra l’Italia<br />
e l’Afghanistan forse non<br />
sono state troppo chiare”.<br />
A base Ice, un fortino che<br />
guarda verso un piccolo villaggio<br />
circondato dalla desolazione<br />
del nulla, il morale degli alpini<br />
è alto. Nonostante il turno<br />
sia iniziato a settembre, nonostante<br />
i cinque compagni caduti,<br />
il sorriso degli alpini l’ho visto. Ho stretto le loro mani,<br />
incrociato i loro sguardi, sereni. Nonostante anche<br />
gli attacchi, che qui sotto tutt’altro che rari. Non si sono<br />
fatti mancare nulla gli Alpini: fuoco di armi leggere,<br />
tiro di mortai da 60. Loro però rispondono: “Bravo ministro,<br />
è venuto anche lei a ficcarsi quassù”.<br />
Le storie si intrecciano, in un’area che a spanne occuperà<br />
lo spazio di due campi da calcio: tra torrette, bastioni,<br />
postazioni difensive, piccoli shelter, tende, un<br />
pub senza alcolici dove si può giocare a biliardino. Il<br />
paesaggio è quello che accompagna un fortino della Legione<br />
straniera nel deserto, la tensione quella che forse<br />
si respirava nel West, negli avamposti delle Giacche<br />
azzurre.<br />
Il capitano Flaviano Maggioni sta guidando una missione<br />
di addestratori statunitensi a fianco del 270° Corpo<br />
afghano, “E noi italiani siamo davvero bravi in questo<br />
mestiere”. Presto entreranno in azione. Qui a dettare<br />
i tempi è il capitano del genio Salvatore Toscano, siciliano.<br />
Pure il tenente Daniele Malvezzi, padovano,<br />
guarda avanti. Racconta dei 150 piccoli villaggi che compongono<br />
il distretto, abitato da poche migliaia di povere<br />
anime. “Non ci sono servizi, nemmeno strutture dello<br />
stato. Ci siamo noi, ora. Avviamo piccoli progetti,<br />
parliamo con i capi villaggio, chiediamo loro cosa serve,<br />
cerchiamo di alleviare la loro povertà. Pochi ma concreti<br />
segnali”. È anche il simbolo dell’italian way. Nel<br />
modo italiano di fare. Perchè qui nel Gulistan il contingente<br />
italiano è subentrato a quello statunitense e georgiano<br />
proponendo un nuovo modello di approccio con<br />
la popolazione. “E i segnali sono positivi”. Ma se con-
10 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />
tinuano a sparare “È esattamente la risposta di chi si<br />
sente minacciato da ciò che di buono noi facciamo”, le<br />
parole del generale Bellacicco. Vero anche che confrontarsi<br />
con la gente del posto non è facile. Quando gli<br />
italiani tagliano una via di rifornimento di armi e munizioni<br />
ai talebani, questi ne trovano un’altra. E anche la<br />
gente, povera, per un pugno di dollari è pronta a mettersi<br />
a libro paga di chi semina terrore. Significa che spia<br />
le mosse degli italiani o, peggio, spara.<br />
Le storie si intrecciano in questo lembo d’Italia dove<br />
sventola il tricolore e dal quale non si può fuggire nemmeno<br />
per un istante andandosene in libera uscita. Niente<br />
di niente: si lavora sette giorni su sette, sempre, salvo quando<br />
si dorme. Si esce solo incollati ai Lince, in missione.<br />
Liza Luppino, papà calabrese e mamma argentina, primo<br />
caporalmaggiore e soccorritore militare, è la sposa di<br />
Dedicata a Miotto<br />
la Santorso - Summano<br />
Matteo Miotto sarà ricordato anche dalla gara di<br />
corsa in montagna Santorso - Monte Summano. La<br />
manifestazione, inserita nel calendario delle gare<br />
per l’assegnazione dello Scalatore d’oro, da quest’anno<br />
si chiamerà infatti “Trofeo Matteo Miotto”;<br />
si svolge il 29 maggio. L’alpino caduto in Afghanistan<br />
sarà inoltre commemorato il 30 aprile in una<br />
serata al Teatro comunale di Thiene.<br />
Renè De Nes. Ed entrambi<br />
sono qui, a combattere<br />
in prima linea.<br />
Liza però è donna, per<br />
cui quando si può cura<br />
le donne afghane come<br />
può. Ma il suo è già un<br />
aiuto importante. Il primo<br />
caporalmaggiore<br />
Francesco Campanelli<br />
è di turno nella torretta<br />
sud; imbraccia un fucilone<br />
di precisione Barrett,<br />
made in Usa, capace<br />
di vomitare proiettili<br />
calibro 12,7 a 1200<br />
metri con precisione<br />
chirurgica. Sta facendo<br />
del contro cecchinaggio,<br />
come si dice in gergo.<br />
La canna è puntata<br />
verso le rocce, da dove gli insurgent, come li chiamano,<br />
sparano senza farsi vedere. Senza avvicinarsi troppo, perchè<br />
sennò sarebbero falciati dalla armi degli alpini. Ci sono<br />
anche quattro cani, fiutano l’esplosivo. E tra le curiosità<br />
c’è un forno che offre pizze calde più saporite e farcite<br />
che non nel cuore di Napoli e che serve 60 chili di pane<br />
fresco al giorno.<br />
Ma Base Ice è soprattutto un lembo di un’Italia che<br />
si fa conoscere per la sua volontà ed il suo orgoglio. La<br />
migliore gioventù è anche qui. Non è una fortezza Bastiani<br />
affacciata verso il nulla, quella che ci ha accolto<br />
in un paesaggio dalla bellezza travolgente e che ha visto<br />
passare prima gli eserciti di Alessandro Magno, poi<br />
quelli dell’Impero Britannico e dell’ex Armata Rossa.<br />
Base Ice è qui con una missione diversa. Non per conquistare,<br />
ma per ri-conquistare. I cuori, non le genti.<br />
Grinta da Alpini, cuore da Italiani. Matteo lo sapeva e<br />
questa era la missione per cui era morto. Vedere e toccare<br />
dove è accaduto era un dovere.<br />
Andrea Mason<br />
Estratti i numeri della lotteria<br />
“Un ponte per Herat”<br />
Questi i numeri della lotteria organizzata dalla sezione<br />
Ana di Cividale: 369 (soggiorno per 2 persone a Londra);<br />
17376 (televisore Lcd da 32”); 17431 (Pc portatile); 8809<br />
(autoradio Cd); 1441 (cellulare); 19794 (binocolo); 6430<br />
(stazione barometrica); 20905 (telefono cordless); 2400<br />
(etilometro portatile); 16546 (radiosveglia).
SULLA BOCCA DI TUTTI<br />
ANCHE A SPROPOSITO<br />
<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 11<br />
Non è vestendosi da festa e andando alla Rai che si difende la causa<br />
di Federico Murzio<br />
Una rappresentanza dell’Ana, tra<br />
cui molti alpini (compresi partecipanti<br />
alla mini naja) e tre consiglieri<br />
della sezione di <strong>Vicenza</strong>, hanno concorso alla trasmissione<br />
televisiva “Fratelli di Test” (Rai Uno, 18 marzo<br />
scorso). Il senso del simpatico giochino - perché di questo<br />
si è trattato- era rispondere a domande di dubbia serietà<br />
sulla storia, cultura e società italiana in un contesto<br />
temporale, quello dei 150 anni dell’Unità d’Italia, che<br />
sarà ricordato per aver abbracciato eventi memorabili a<br />
farse senza né capo né coda. Gli alpini, comunque, erano<br />
presenti come categoria rappresentativa dell’italianità.<br />
E se qualcuno pensa che si siano misurati contro agguerrite<br />
delegazioni dei Carabinieri, della Guardia di finanza,<br />
della Marina o dell’Aeronautica si sbaglia di grosso.<br />
Avversari erano italianissimi “vip” o presunti tali del<br />
jet set nazionalpopolare, gli infaticabili “agricoltori”, i<br />
volenterosi “cuochi”, le onnipresenti “mamme”. Alla fine<br />
gli alpini hanno vinto la gara. Bene, bravi, bis. Sono<br />
stati fatti davvero dei bei passi avanti da quando l’Ana<br />
non se la filava nessuno se gli alpini sono oggi invitati a<br />
siffatte trasmissioni Tv. Speriamo almeno i partecipanti<br />
della delegazione Ana si siano divertiti perché noi da casa<br />
ci siamo divertiti molto meno.<br />
Quando si accetta di partecipare ad un evento televisivo<br />
dove non si parla di montagna, né di valori alpini,<br />
né dell’impegno della Protezione civile alpina, né di<br />
cose militari è buona regola riflettere prima sull’opportunità<br />
di farlo. I meccanismi della comunicazione di massa<br />
e dell’informazione sono spesso fuorvianti e rischiano<br />
di trasformare cose serie in barzellette e viceversa.<br />
In questo caso qualcuno ha sbagliato. Tanto più che se<br />
si fosse trattato di un palcoscenico televisivo di diverso<br />
spessore ben altri personaggi avrebbero sgomitato per<br />
esserci.<br />
In ogni caso da oggi alcuni potranno vantarsi di un’inquadratura<br />
di un nano secondo sulla rete ammiraglia della<br />
Rai, un vanto che con molta faccia tosta potranno esibire<br />
a mo’ di medaglia al valore o a certificazione della<br />
loro alpinità. La dignità e la serietà del cappello alpino,<br />
invece, sono tutt’altra cosa.<br />
Colletta alimentare<br />
Crescono le offerte<br />
Un nuovo successo per la Colletta alimentare: in oltre<br />
8100 supermercati più di 110 mila volontari (con gli alpini<br />
in prima fila) nel novembre scorso hanno raccolto<br />
9400 tonnellate di generi alimentari, distribuiti in oltre<br />
8000 strutture caritative nazionali. Nel Veneto in 475<br />
supermercati sono state raccolte 647,19 tonnellate di<br />
prodotti alimentari, il 19 per cento in più rispetto al 2009.<br />
In aumento le offerte anche in provincia di <strong>Vicenza</strong>, dove<br />
si è passati da 89,50 a 116,61 tonnellate.
12 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />
Dei 2.519 vicentini morti in Russia solo 108 sono stati restituiti ai loro cari<br />
RIPORTIAMOLI A CASA DALLA STEPPA<br />
Sono 2.519 i vicentini morti nella Campagna di Russia.<br />
A più di 60 anni da quella tragedia solo 108 sono<br />
tornati a casa. Riportare anche le altre salme è un impegno<br />
civile, un obbligo morale, il minimo che si possa<br />
fare per quei poveri ragazzi mandati allo sbaraglio<br />
senza mezzi, armi e vestiti adeguati. Morti senza una<br />
croce, una lacrima, un pensiero di suffragio. Un obbligo<br />
morale anche per i loro congiunti: anche se nelle loro<br />
famiglie è rimasto solo qualche nipote, il legame con<br />
quei morti in tempi lontani è sempre molto forte e il ritorno<br />
di quelle cassettine bianche con i poveri resti provocano<br />
sempre emozioni intense.<br />
Su questi temi si è sviluppato nella<br />
sala congressi Assoartigiani un dibattito<br />
sul tema “Sono ancora nella<br />
steppa... riportiamoli a casa”. La ricerca<br />
dei resti dei nostri soldati è<br />
compito di Onorcaduti, organismo<br />
del ministero della Difesa, ha spiegato<br />
il capufficio col. Fiore. Dal 1991<br />
(quando l’ex Urss ha cominciato a<br />
collaborare a queste ricerche) all’anno<br />
scorso sono tornate in Italia 11.729 salme. Sono<br />
i russi che indicano dove cercare e la sensibilità delle<br />
famiglie dei dispersi è sempre molto alta. Con emozione<br />
è stato ascoltato Carlo Vicentini, dell’Unirr, 93 anni<br />
reduce e prigioniero in Russia. I russi hanno fornito<br />
circa 60 mila nomi di caduti in prigionia, ma è un elenco<br />
difficile da decifrare (è scritto a mano in cirillico) e<br />
certi nomi si riferiscono a morti nei campi d’internamento<br />
tedeschi; stesse incertezze sui 23 mila corpi rimpatriati.<br />
Mancano completamente i nomi dei caduti in<br />
combattimento ed i cimiteri realizzati dai cappellani militari<br />
a volte sono stati spazzati via dalle ruspe per l’esecuzione<br />
di lavori.<br />
Significativa anche la testimonianza di Antonio Respighi,<br />
alpino di Abbiategrasso, che nel 2009 era in<br />
Russia in camper. Dopo una lunga discussione riuscì a<br />
farsi consegnare da un abitante della steppa alcune gavette<br />
piene di piastrini di riconoscimento: da allora ha<br />
cominciato un impegnativo lavoro per risalire ai comuni<br />
di residenza dei caduti, alle famiglie, per rintracciare<br />
le persone interessate e fare la consegna. “Ogni<br />
volta è un’emozione intensa, perché consegnando il<br />
piastrino per i parenti è come se il loro congiunto fos-<br />
se tornato a baita. Ai familiari chiediamo, foto, notizie,<br />
per costruire una «storia» attorno a ogni Caduto<br />
rimpatriato”.<br />
L’iniziativa è partita dal Gruppo Ana “Tosato” di Borgo<br />
Casale e da Gianni Periz, moderatore della serata, dal<br />
Comune di <strong>Vicenza</strong> e dall’Associazione Artigiani, nella<br />
ricorrenza dell’anniversario di Nikolajewka. Sono intervenuti<br />
il capogruppo Roberto Pavan, il sindaco Variati, che<br />
ha annunciato l’intenzione di creare un “Luogo della memoria”<br />
nella zona del cimitero dedicata ai caduti per la patria,<br />
il vice comandante delle truppe alpine gen. Rossi, Vittorio<br />
Brunello, direttore dell’Alpino, a<br />
nome del presidente Perona, Giuseppe<br />
Galvanin, presidente della sezione<br />
Ana di <strong>Vicenza</strong>, Giovanni Lugaresi,<br />
giornalista e scrittore, Roberto Ciambetti,<br />
assessore regionale, l’on. Savio,<br />
uno dei promotori del lavoro di rimpatrio<br />
delle salme.<br />
Tutti concordi nel sostenere la necessità<br />
e l’importanza di riportare a<br />
casa i caduti della steppa. Ma come<br />
al solito si cozza contro la mancanza di soldi. “Ma se<br />
non troviamo quelle poche risorse necessarie per riportarli<br />
a baita - ha detto il sindaco Variati - ce ne dovremo<br />
vergognare”. Intanto però un risultato l’iniziativa<br />
lo ha già ottenuto: per la prima volta c’è stato un confronto<br />
fra persone coinvolte in questa vicenda, che si sono<br />
impegnate in un successivo approfondimento.<br />
E a ricordo di quei 2.519 caduti il giorno dopo è stata<br />
inaugurata una lapide, fissata al muro della sede del<br />
gruppo alpini di borgo Casale, a due passi da quell’ufficio<br />
leva dal quale tutti loro erano passati, in festa come<br />
facevano una volta i coscritti, senza sapere a quale<br />
tragedia li avrebbe portati quell’“abile, arruolato”. Una<br />
cerimonia commovente e partecipata, che ha visto una<br />
larga partecipazione di autorità e alpini che si sono stretti<br />
attorno a quattro reduci di Russia, G.B. Danda, Tizian,<br />
Serraglio e Rancan. Del “riportiamoli a casa” si è tornati<br />
a parlare in una tavola rotonda nella sala Verde attigua<br />
alla chiesa di S. Pietro, alla quale sono intervenuti<br />
il capogruppo Roberto Pavan, il sindaco Variati, il gen.<br />
Pino, il col. Paissan, l’assessore provinciale Galvanin e<br />
il gen. Innecco.<br />
Dino Biesuz
NIKOLAJEWKA 2011<br />
Commemorazione sezionale a Molina di Malo<br />
<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 13<br />
Commemorare per non dimenticare. Commemorare<br />
per ricordare insieme, persone o fatti trascorsi: gioiosamente<br />
quelli felici; nel raccoglimento quelli dolorosi.<br />
Chi partecipa, testimonia soprattutto condivisione di sentimenti<br />
di pietà e dolorosa memoria per chi ha sofferto.<br />
Sacrifici estremi, disperati patimenti, gesta eroiche<br />
consumatesi nelle ostili lande russe sono state evocate<br />
nelle brevi parole degli oratori, la sera del 29 gennaio a<br />
Molina di Malo ove un’aria pungente faceva alzare i baveri<br />
e l’ondeggiare di decine di vessilli illuminati dalle<br />
fredde luci della contrada, creavano un’atmosfera di<br />
grande emozione.<br />
Una commemorazione austera, introdotta rievocando<br />
le dimensioni e la drammaticità dell’atto finale della<br />
tragedia russa, sopportato dalle divisioni alpine: Julia,<br />
Cuneense e Tridentina; consumatosi su quell’ormai<br />
tristemente noto terrapieno di Nikolajewka, in quel maledetto<br />
26 gennaio del ’43.<br />
Oltre l’alzabandiera e gli onori ai caduti in quella battaglia,<br />
a cui proprio è dedicato il monumento nella frazione<br />
di Malo, è stata deposta un’urna contenente una<br />
manciata di terra raccolta l’estate scorsa dall’alpino De<br />
Marchi, in devoto pellegrinaggio nei luoghi del sacrificio.<br />
Quattro artiglieri in armi, con il capitano Agosti ed<br />
i tamburi della fanfara sezionale, hanno partecipato al<br />
rito come picchetto d’onore.<br />
Pacate parole del giovane alpino Riccardo, del capogruppo<br />
e del sindaco, hanno preceduto l’appassionato<br />
intervento conclusivo del presidente Galvanin, che ha<br />
voluto ricordare come purtroppo il tributo di vite, gli alpini<br />
continuino a pagarlo ancora oggi; poiché quando il<br />
dovere chiama, la nostra risposta è stata e sarà sempre<br />
la stessa: PRESENTE!<br />
Gigi Girardi<br />
ALPINI IN VISITA AL GIORNALE DI VICENZA<br />
Cordiale incontro al Giornale di <strong>Vicenza</strong><br />
fra il direttore Ario Gervasutti<br />
e una delegazione dell’Ana di <strong>Vicenza</strong>.<br />
Con il presidente Giuseppe<br />
Galvanin c’erano Dino Biesuz,<br />
Giampiero Gollin, Luigi Girardi e Federico<br />
Murzio, componenti del comitato<br />
di redazione di “Alpin fa grado”.<br />
A Gervasutti è stata illustrata<br />
la realtà alpina del Vicentino ed a<br />
ricordo dell’incontro gli sono state<br />
lasciate alcune pubblicazioni sulla<br />
storia degli alpini. Da parte del direttore<br />
del Giornale di <strong>Vicenza</strong> l’impegno<br />
a seguire con la consueta<br />
puntualità il lavoro degli alpini.<br />
(foto Mattiolo)
14 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />
VIA MARSALA N. 9: in visita a quei de’ Milàn<br />
Nella sede nazionale per capire “chi fa che cosa”. Parazzini e Perona guide d’eccezione<br />
Quante volte ce lo siamo detti “Xè mejo che<br />
quei de’ Milàn (il Consiglio Nazionale, nda) i<br />
comanda casa sua!” Almeno, immagino, tante<br />
volte quante alcuni capigruppo hanno sbraitato<br />
“Xè mejo che quei de Vicensa (il Consiglio<br />
Sezionale, nda) i comanda casa sua!”. Gli alpini,<br />
si sa, un po’ anarcoidi in fondo in fondo lo<br />
sono sempre stati.<br />
Per sfatare il mito che vede “quei de’Milàn”<br />
lontanissimi dalla base associativa, la sezione,<br />
su input del capozona Berici Settentrionali Luciano<br />
Cherobin, il 14 gennaio scorso ha portato<br />
proprio a Milano una folta pattuglia tra capigruppo,<br />
consiglieri sezionali e alpini.<br />
“Abbiamo organizzato questa visita con l’intento<br />
di far conoscere come funziona la sede nazionale<br />
ai capigruppo, ai giovani soci e ai soci<br />
più impegnati - hanno spiegato all’unisono Giuseppe<br />
Galvanin e Luciano Cherubin sotto gli occhi<br />
attenti di Antonio Munari, attuale consigliere<br />
nazionale per la sezione di <strong>Vicenza</strong> - Crediamo sia importante<br />
trasmettere il messaggio, anche con queste iniziative,<br />
che esiste un legame continuo tra la sede nazionale<br />
e le sezioni, così come è forte e presente un legame<br />
indissolubile tra la sezione e i gruppi che la formano”.<br />
Hanno rimarcato la stessa idea sia l’ex presidente nazionale<br />
Giuseppe Parazzini, guida d’eccezione, sia l’attuale<br />
presidente Corrado Perona che, con infinita pazienza,<br />
si è lasciato fotografare non si sa quante volte<br />
Il presidente Perona tra Galvanin e Cherobin<br />
La delegazione vicentina all’ingresso della sede nazionale<br />
attorniato ora da questo o da quell’alpino (“Nemmeno<br />
fosse una velina!”, ha mormorato qualcuno).<br />
La giornata si è conclusa nella sede della sezione di<br />
Milano dove quei de’ Milàn, da par loro, hanno ospitato<br />
la delegazione berica con la consueta ospitalità alpina<br />
(foto Bruno Mioni, Gruppo Torri-Lerino).<br />
La visita alla sede nazionale è stata organizzata dalla<br />
zona Berici Settentrionali con l’appoggio ed il sostegno<br />
della sezione alpini di <strong>Vicenza</strong> al fine di far conoscere<br />
ai capigruppo, ai giovani soci<br />
ed ai soci più impegnati, come funziona<br />
la sede nazionale, come è organizzata,<br />
quali persona lavorano e<br />
quali opportunità di collaborazione<br />
si possono instaurare tra i gruppi e la<br />
struttura nazionale al fine di migliorare<br />
e rendere sempre più aderente<br />
alle nuove esigenze, l’attività associativa.<br />
Il tutto anche per scoprire<br />
nuove opportunità al fine di concretizzare<br />
il dibattito sul futuro associativo.<br />
Hanno partecipato 43 persone<br />
tra capigruppo, alpini consiglieri<br />
ed il presidente sezionale Galvanin.<br />
Federico Murzio
<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 15<br />
MILANO OCCUPATA<br />
Potrebbe suonare sinistro il titolo ma non<br />
c’è di che preoccuparsi. Non si tratta di black<br />
o green o reed blocks e tantomeno di individui<br />
protetti da caschi o elmetti o mascherati da burka<br />
o vili passamontagna. Non si tratta di lanciatori<br />
di sampietrini o di ormai preziose bottiglie di<br />
benzina, armati di spranghe e badili ma non per<br />
lavorare, solo per spaccare auto e vetrine e se<br />
capita, anche qualche testa: poverini, pure loro<br />
sentono il bisogno che qualcuno si accorga che<br />
esistono: primi tra tutti, loro stessi!<br />
Ma chi saranno dunque costoro che domenica<br />
12 dicembre hanno invaso la city nostrana,<br />
cuore pulsante di questa Milano capitale del<br />
“fare” italico Se lo saranno chiesto tanti stupiti<br />
passanti e turisti dagli occhi a mandorla,<br />
con cui quei personaggi con strani cappelli ornati<br />
da una penna si dividevano piazza Duomo.<br />
Tanti lo hanno chiesto anche a noi che con<br />
in un improbabile inglese tentavamo - a volte<br />
con evidenti scarsi risultati - di spiegare che<br />
eravamo alpini, i soldati della montagna venuti<br />
come ogni anno a testimoniare il nostro<br />
amore e la nostra memoria per i nostri fratelli<br />
che in ogni epoca, sui ghiacci o sulle rocce<br />
o nelle steppe avevano lasciato i loro sogni e<br />
la loro vita costruendo per noi un futuro meno<br />
disumano.<br />
Che questa fosse gente molto ma molto diversa<br />
dalle mandrie di marmaglia che troppo<br />
spesso ingombrano le nostre piazze, ne dovevano<br />
essere ben convinte anche le forze dell’ordine.<br />
Non si sono visti infatti nuclei antiguerriglia o<br />
teste di cuoio dietro qualche angolo, pronti ad intervenire<br />
per riportare l'ordine evitando disagi ai cittadini, al<br />
sindaco Letizia Moratti, al ministro Ignazio La Russa ed<br />
al presidente della provincia Guido Podestà, che con motivazioni<br />
magari diverse dalle nostre, sono stati comunque<br />
tra noi e con noi in questa mistica commemorazione<br />
voluta da quella nobile ed indimenticabile figura che<br />
fu l’alpino Peppino Prisco. Emozionato appariva il nostro<br />
presidente Corrado Perona, spesso a contatto di gomito<br />
con il nostro Bepi Galvanin. Alla Messa officiata<br />
dall’arciprete della cattedrale, monsignor Luigi Manganini,<br />
è seguita l’asciutta allocuzione del consigliere nazionale<br />
Lavizzari che sul sagrato del duomo, davanti ad<br />
una selva di vessilli, ha espresso quello che tutti noi avevamo<br />
nella testa e nel cuore. Un collegamento satellitare<br />
provvedeva a rendere piazza Duomo immensa fino<br />
ad estendere il suo abbraccio ai nostri ragazzi impegnati<br />
in Afghanistan.<br />
Maestoso e solenne si è mosso il popolo alpino che<br />
in lento corteo, ritmato dalle nostre fanfare, si è recato<br />
in Sant’Ambrogio per deporre l’alloro degli eroi e<br />
dei martiri sui freddi marmi che ne custodiscono le<br />
spoglie.<br />
Un limpido sole ha mitigato la rigida domenica milanese<br />
ed ha riaccompagnato alle loro valli i tanti vecchi<br />
e giovani alpini, ritrovatisi per questo irrinunciabile<br />
gesto d’amore con lo spirito dei padri, andati avanti<br />
sui sentieri che portano al Paradiso di Cantore.<br />
Luigi Girardi
16 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong><br />
GLI ALPINI RESTAURANO<br />
UNA SCUOLA IN AFGHANISTAN<br />
Incontri con le scuole<br />
Gli alpini hanno messo la firma anche su una scuola<br />
femminile in Afghanistan, nel villaggio di Qala I Kuna,<br />
in Gulistan, inaugurata dopo una ristrutturazione durata<br />
quasi cinque mesi. Si tratta dell’unico complesso<br />
femminile presente nella vallata: era da tempo inutilizzato<br />
a causa di un incendio provocato dai Talebani. Il<br />
progetto ha visto il pieno coinvolgimento delle autorità<br />
governative locali, oltre che l’interessamento delle sezioni<br />
Ana di Belluno e <strong>Vicenza</strong> e della provincia di Trento<br />
che, attraverso il 7° Reggimento alpini di Belluno ed<br />
il 2° Reggimento genio guastatori di Trento, hanno reso<br />
disponibili i fondi per la realizzazione dell’opera.<br />
La ristrutturazione ha interessato l’edificio principale,<br />
con il rifacimento dell’intera struttura, del tetto e della<br />
pavimentazione di tutte le otto aule scolastiche. Particolare<br />
importanza è stata data alla fornitura completa<br />
di arredi scolastici ed alla installazione di stufe a legna,<br />
per poter garantire l’impiego nei rigidi mesi invernali.<br />
La sezione di <strong>Vicenza</strong> ha destinato alla scuola 5000 euro<br />
raccolti con l’Operazione stelle alpine. I soldi erano stati<br />
portati a Belluno, al comando del 7°, una settimana prima<br />
che fosse ucciso Matteo Miotto, proprio nel Gulistan.<br />
Firmato dagli alpini un pozzo scavato nel villaggio<br />
di Baktiar, distretto di Bakwa, dai militari della Task force<br />
South East, guidata dal Settimo. È stato realizzato<br />
nella parte centrale del paese, e quindi accessibile a tutte<br />
le famiglie, grazie ai fondi messi a disposizione dalla<br />
sezione Ana di Feltre.<br />
Con l’avvio dell’anno scolastico sono ripresi gli incontri<br />
mediante i quali, da oltre quattordici anni, gli alpini<br />
di Alte Ceccato entrano nelle varie scuole di ogni<br />
ordine e grado per rinnovare la memoria delle due Guerre<br />
Mondiali del secolo scorso e per riscoprire con le immagini<br />
origini e tradizioni della nostra civiltà contadina.<br />
Anno dopo anno<br />
questa attività incontra<br />
sempre più<br />
il favore degli insegnanti,<br />
che volentieri<br />
inseriscono<br />
nel proprio piano<br />
di offerte formative<br />
le proposte<br />
degli alpini, con la<br />
consapevolezza<br />
che ciò contribuisce<br />
ad arricchire il<br />
bagaglio culturale<br />
degli alunni.<br />
Con l’ideatore<br />
di questa iniziativa<br />
Giuseppe Rossi,<br />
collaborano gli alpini<br />
Mirko De<br />
Grandi, Giuseppe Gianello, Mariano Lazzari, Giuseppe<br />
Morato, Bruno Pretto e Luciano Savegnago, che con passione<br />
e con puro spirito di volontariato (cioè: gratis) permettono<br />
il proseguimento di questa lodevole iniziativa.<br />
Nella foto, un gruppo di studenti di Torri di Quartesolo<br />
in occasione di un incontro con gli alpini.
<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 17<br />
ISTRUZIONI PER L’USO<br />
In seguito all’aumento delle tariffe postali, il consiglio<br />
direttivo sezionale ha deliberato di modificare la cadenza<br />
delle uscite del nostro periodico Alpin fà grado.<br />
Da quest’anno pertanto Alpin fa grado verrà spedito<br />
agli abbonati con cadenza trimestrale e le date di spedizione<br />
orientativamente saranno: 20 marzo - 20 giugno<br />
- 20 settembre - 20 dicembre.<br />
Avvisiamo pertanto che il materiale per la pubblicazione<br />
dovrà pervenire in redazione almeno 30 giorni prima<br />
della data di spedizione prevista.<br />
Ricordiamo che per poter confezionare al meglio il<br />
nostro periodico, si chiede un po’ di collaborazione agli<br />
estensori degli articoli, per esempio:<br />
• corredare l’articolo possibilmente con foto (non pranzi<br />
o convivi);<br />
• ogni evento è utile da inserire nel settore “Vita dei<br />
gruppi”. Si raccomanda di non inviare elenchi di manifestazioni<br />
(tipo bilancio di un anno fatto durante l’assemblea),<br />
ma inviare le singole manifestazioni durante<br />
l’anno e non aspettare l’ultimo momento;<br />
• testi e foto vanno spediti possibilmente via e-mail indicando<br />
un telefono di recapito. Se consegnata a mano<br />
o per posta la foto deve riportare sul retro il nominativo<br />
del gruppo e l’evento;<br />
• non inserire le foto nel testo perché poi risulta difficoltoso<br />
separarle tecnicamente;<br />
• le foto relative ai “lutti” sono pubblicate gratuitamente;<br />
tutte le altre foto, ad eccezione di quelle relative a<br />
articoli di interesse sezionale (rubrica “<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong>”,<br />
“Sport” e “Protezione civile sezionale”) comporteranno<br />
l’addebito ai gruppi di e 35,00 cadauna, pertanto<br />
tutte le foto a pagamento saranno pubblicate previa autorizzazione<br />
all’addebito del capogruppo pertinente.<br />
• i testi devono essere chiari e sintetici;<br />
• in caso di manifestazioni importanti redigere l’articolo<br />
accompagnato da foto, e inviare subito dopo l’evento<br />
e non attendere mesi. Le uscite di Alpin fa Grado<br />
sono periodiche e non si vuole pubblicare notizie<br />
vecchie di mesi.<br />
CORI ALPINI IN INTERNET<br />
Invitiamo i cori Ana e di canto popolare che fossero interessati<br />
ad apparire nel sito della nostra sezione, ad inviare<br />
un breve curriculum e qualche foto. È un mezzo<br />
efficace e gratuito per farsi conoscere da un vasto pubblico<br />
ed allacciare rapporti di amicizia e collaborazione<br />
con altre realtà corali della nostra ed altre province.<br />
Il materiale va inviato a: info@anavicenza.it<br />
PIÙ DI 50 MILA EURO<br />
PER GLI ALLUVIONATI<br />
Ha superato i 50 mila euro la sottoscrizione degli<br />
alpini a favore degli alluvionati. E 20 mila euro sono<br />
già stati assegnati. L’iniziativa dell’Ana di <strong>Vicenza</strong><br />
ha coinvolto tutti i gruppi della sezione, alpini di altre<br />
parti d’Italia, enti e cittadini; 45 mila euro sono<br />
arrivati al conto corrente dell’Ana, gli altri sono stati<br />
consegnati in sede. Dei soldi raccolti, 25.577 sono<br />
già stati consegnati: sono la metà della somma necessaria<br />
(l’altra metà l’hanno messa i donatori di sangue<br />
della Fidas) per l’acquisto di un pulmino per il<br />
centro diurno per disabili Spumaget di Cresole. È una<br />
struttura che segue un gruppo di disabili tra i 23 e i<br />
40 anni ed ha sede in locali di proprietà della parrocchia,<br />
adiacenti alla chiesa, proprio uno dei punti più<br />
colpiti dall’alluvione di Ognissanti: stanze allagate,<br />
mobili e attrezzature distrutte. Gli ospiti sono stati accolti<br />
in altre strutture e un pulmino attrezzato era il<br />
primo passo per poter riprendere l’attività.<br />
Gli altri soldi raccolti - così ha deciso il direttivo<br />
dell’Ana - saranno consegnati direttamente alle famiglie<br />
più colpite dall’alluvione, su indicazione dei<br />
sindaci e dei capigruppo.<br />
Dal Torrione fanno sapere che la sottoscrizione in<br />
aiuto degli alluvionati è ancora aperta, sul conto<br />
IT 47 V 05728 11801 017570406595<br />
causale Alluvione <strong>Vicenza</strong> 2010<br />
della Banca popolare di <strong>Vicenza</strong> Agenzia 6.<br />
Raccolte di fondi sono state fatte anche dalle sezioni<br />
Ana di Padova (23 mila euro) e di Verona (45 mila).<br />
Il 5 per mille alla nostra <strong>Sezione</strong><br />
Anche quest’anno è possibile devolvere il 5 per mille dell’Irpef<br />
alla sezione Ana di <strong>Vicenza</strong>. Possono farlo soci e<br />
non soci: basta scrivere il numero 80027060245 (codice<br />
fiscale dell’Ana <strong>Vicenza</strong>) e mettere la firma nella casella<br />
apposita della dichiarazione dei redditi.<br />
Il contributo può devolverlo anche chi non è tenuto alla<br />
presentazione della dichiarazione dei redditi. Basta indicarlo<br />
nel modulo per la destinazione dell’8 per mille che<br />
viene consegnato assieme al Cud, che poi va spedito in<br />
busta. Questo contributo non è alternativo, ma si aggiunge<br />
a quello dell’8 per mille.<br />
Un 5 per mille può sembrare poco, ma se si somma a<br />
tanti altri, può raggiungere cifre ragguardevoli. Grazie a<br />
quel contributo, infatti, 11.767 euro sono entrati l’anno<br />
scorso nelle casse della nostra <strong>Sezione</strong>.
18 - Varie<br />
ADUNATA NAZIONALE DI TORINO 8 MAGGIO 2011<br />
Inquadramento della <strong>Sezione</strong><br />
Coordinatori responsabili:<br />
Enzo Paolo Simonelli (335.8055733) - Francesco Griselin (348.2626000) - Francesco Rando (388.3597968)<br />
1° SCAGLIONE<br />
(Responsabile: Griselin Francesco 3482626000)<br />
striscione “SEZIONE DI VICENZA”<br />
(portato da 7 alpini del gruppo di Camisano)<br />
a 3 metri<br />
striscione “MATTEO PRESENTE: SFILA CON NOI”<br />
(portato da 3 alpini del 7° Rgt. alternati da 3 della comm. giovani)<br />
a 3 metri<br />
cuscino col cappello di Matteo Miotto scortato<br />
a 3 metri<br />
Fanfara storica sezionale<br />
a 3 metri<br />
presidente - vessillo sezionale - consigliere nazionale<br />
a 3 metri<br />
vice presidenti<br />
a 3 metri<br />
consiglio direttivo sezionale<br />
a 3 metri<br />
militari in servizio - ufficiali generali e ufficiali superiori in congedo<br />
alpini con incarichi speciali in sezione - autorità<br />
sindaci con cappello e fascia tricolore - sindaci con fascia tricolore<br />
a 3 metri<br />
blocco gagliardetti dei gruppi<br />
a 3 metri<br />
alpini decorati e reduci su automezzi scortati dal gruppo giovani<br />
a 3 metri<br />
rappresentanza G.S.A. con cappello - rappresentanza G.S.A.<br />
a 5 metri max.<br />
2° SCAGLIONE<br />
(Responsabile: Francesco Rando 3883597968)<br />
striscione “2° SCAGLIONE”<br />
(portato da 7 alpini del gruppo di Lonigo)<br />
a 3 metri<br />
striscione Russia<br />
a 3 metri<br />
striscione “NON CI RADUNIAMO PER CHIEDERE<br />
MA PER RICORDARE”<br />
(portato da 7 alpini del gruppo di Montegalda)<br />
a 3 metri<br />
striscione “I NOSTRI CORI”<br />
(portato da 7 alpini del coro “Amici Miei”)<br />
a 3 metri<br />
cori Ana sezione <strong>Vicenza</strong> - Amici Miei - Creazzo - Lumignano<br />
Monte Caviojo - Piovene Rocchette - Thiene<br />
a 3 metri<br />
Fanfara di Leinì (Torino)<br />
alpini zone Berici Settentrionali - Masotto - Val Del Guà<br />
Val Liona Alta - Val Liona Bassa<br />
a 5 metri max.<br />
3° SCAGLIONE<br />
(Responsabile: Mirco Framarin 3332006794)<br />
striscione “3° SCAGLIONE”<br />
(portato da 7 alpini del gruppo di Montebello)<br />
a 3 metri<br />
striscione “CON NOI SFILANO I NOSTRI CADUTI’”<br />
(portato da 7 alpini del gruppo Malo)<br />
a 3 metri<br />
scudetti brigate alpine<br />
a 3 metri<br />
fanfara di Ivrea<br />
alpini zone Val Leogra Alta - Val Leogra Bassa<br />
- Monte Cimone - Val Chiampo<br />
a 5 metri max.<br />
4° SCAGLIONE<br />
(Responsabile: Giuliano De Marchi 3381034278)<br />
striscione “4° SCAGLIONE”<br />
(portato da 7 alpini del gruppo di Sandrigo)<br />
a 3 metri<br />
striscione “CADORE PRESENTE”<br />
(portato da 7 alpini del gruppo di Caldogno)<br />
a 3 metri<br />
fanfara Candiolese (Torino)<br />
alpini zone Astico Brenta - Astico Pedemontana - Val d’Astico -<br />
Castellari Alto Bacchiglione<br />
a 5 metri max.<br />
5° SCAGLIONE<br />
(Responsabile: Mariano Fincato 3453381566)<br />
striscione “5° SCAGLIONE”<br />
(portato da 7 alpini del gruppo di Ferrovieri)<br />
a 3 metri<br />
“NELLA FAMIGLIA SANA LA SALVEZZA DELLA SOCIETÀ”<br />
(portato da 7 alpini del gruppo di Alte Ceccato)<br />
a 3 metri<br />
fanfara di Vivaro<br />
alpini zone Colli Vicentini - Riviera Berica - <strong>Vicenza</strong> Città<br />
Disposizioni generali<br />
Il ritrovo per l’ammassamento è fissato fra le 9.30 e le 10, la sfilata partirà dal<br />
monumento a Vittorio Emanuele II; l’inizio è previsto per le 10.30, <strong>Vicenza</strong><br />
sarà la penultima delle sezioni del Triveneto. Ognuno dovrà fare riferimento<br />
al responsabile del proprio scaglione, che si terrà informato sulle variazioni di<br />
orario. Gli alpini vanno inquadrati possibilmente con uniformità cromatica, i<br />
gruppi in uniforme si metteranno nelle prime e ultime file; si consiglia di sfilare<br />
a ranghi stretti. Ogni scaglione deve tenere una distanza di 50 metri da<br />
quello che lo precede e la fanfara deve stare compatta al centro dello scaglione.<br />
Ogni alpino deve tenere un comportamento adeguato alla solennità dell’evento,<br />
seguendo le regole del Decalogo stabilito dall’Ana.
Varie - 19<br />
Regole di comportamento<br />
SI DEVE!<br />
• Rispettare le indicazioni dei responsabili<br />
• Scalare per riempire i vuoti fra le fila<br />
• Mantenere file il più cromaticamente uguali<br />
(scalando se necessario)<br />
• Tenere un comportamento corretto<br />
• Provvedere ad un vestiario in ordine<br />
• Marciare al passo<br />
• Avere cura di marciare allineati e coperti<br />
• Mantenere uno spazio ridotto fra le file (massimo<br />
un metro circa)<br />
• Salutare Labaro e Tribuna abbassando Vessillo<br />
e Gagliardetti<br />
• Salutare le autorità in Tribuna con “ATTEN-<br />
TI a ...”<br />
• Salutare il Vessillo Sez. al termine della sfilata<br />
con “ATTENTI a ...”<br />
IN SFILATA<br />
NON SI DEVE !<br />
• Discutere o contravvenire alle disposizioni dei<br />
responsabili<br />
• Pensare di organizzare il blocco di sfilamento<br />
con il “fai da te”<br />
• Infiltrarsi tra le file fatte<br />
• Tenere un atteggiamento incivile<br />
• Indossare calzoni corti, scarpe multicolore,<br />
zainetti e borracce<br />
• Indossare cappelli tipo “Albero di Natale”<br />
• Salutare al cappello (saluta solo il responsabile<br />
di scaglione)<br />
• Salutare sguaiatamente il pubblico<br />
• Staccarsi dalla fila precedente per avere “visibilità”<br />
• Abbandonare lo sfilamento per salutare il pubblico<br />
• Abbandonare lo sfilamento prima del termine<br />
• Rispettare il luogo e le disposizioni del Celebrante<br />
• Partecipare al rito in modo consono<br />
• Entrare in chiesa senza cappello in testa (tranne<br />
coloro di servizio)<br />
• Indossare il cappello solo per la S. Messa al<br />
campo<br />
• Togliere il cappello per ricevere la Comunione<br />
• Rivolgere il fregio del cappello appoggiato sul<br />
banco verso l'altare<br />
• Assumere la posizione di “ATTENTI” durante<br />
la consacrazione e l’elevazione dell’Eucarestia<br />
(anche senza ordini o squillo di tromba)<br />
• Provvedere ad un vestiario in ordine<br />
IN CHIESA<br />
• Indossare il cappello in testa per chi non è di<br />
servizio<br />
• Fare il segno della Croce per chi è in servizio<br />
(con Vessillo o gagliardetto)<br />
• Scambiarsi il segno della pace per chi è in servizio<br />
(vedi sopra)<br />
• Occupare posti riservati<br />
• Tenere in testa il cappello per la Comunione<br />
(anche all’aperto)<br />
• Attenersi alle disposizioni del cerimoniere e<br />
dei collaboratori<br />
• Mantenere l’inquadramento predisposto<br />
• Provvedere ad un vestiario in ordine<br />
• Pazientare se i discorsi vanno per le lunghe<br />
IN<br />
CERIMONIA<br />
• Discutere o contravvenire alle disposizioni dei<br />
responsabili<br />
• Improvvisare inquadramenti “fai da te”<br />
• Abbandonare lo schieramento ed il luogo prima<br />
del termine<br />
• Salutare al cappello se inquadrati<br />
• Chiacchierare e/o distogliere l’attenzione durante<br />
i discorsi delle Autorità
20 - Lettere in redazione<br />
Matteo... una scelta di vita<br />
Quanta maturità in quella lettera che ormai tutti conosciamo.<br />
Quanto rispetto per quello che stava facendo.<br />
Quanta consapevolezza nel parlare al nonno alpino...<br />
storie diverse, età diverse, stessa penna sul cappello,<br />
così diverso...<br />
C’è chi si sta chiedendo se è stato un sacrificio utile...<br />
ma che parola è per Matteo Dalle parole della sua<br />
lettera, dal senso del suo arruolamento nel corpo degli<br />
alpini, dalle espressioni della sua mamma, forse l’aggettivo<br />
“utile” è il meno indicato, forse è il peggiore.<br />
Matteo ha insegnato a tutti che si può vivere veramente<br />
solo dando senso alla propria esistenza, vivendo<br />
per ciò in cui si crede, sacrificando quelle che appaiono<br />
essere le più facili aspettative per un ragazzo di ventiquattro<br />
anni, per onorare un impegno, una scelta, consapevole,<br />
di vita. Certo Matteo non deve avere pensato<br />
all’utilità, non per come la intende una società come la<br />
nostra, incapace di riconoscere una gerarchia di valori<br />
diversi dal bene materiale, dalla comodità, del do ut des,<br />
refrattaria a sacrificarsi per qualsiasi cosa, restia nel rinunciare<br />
ai propri impulsi per rispettare un impegno.<br />
Matteo ha dimostrato come si possa essere belli a<br />
ventiquattro anni. Bello fuori, molto più di un belloccio<br />
da spot tv, con quella divisa che rende più belli i nostri<br />
giovani uomini. Bello dentro, capace di decidere per una<br />
scelta di vita tutt’altro che facile, quella di vestire la divisa<br />
dell’esercito italiano in un momento così delicato<br />
per la sicurezza internazionale, sensibile nel guardare la<br />
vita di un popolo i cui figli sono costretti a crescere anzitempo,<br />
intelligente nell’apprendere anche dalle situazioni<br />
di vita più distanti qualcosa, questo sì, di utile per<br />
la propria esistenza: “... Corrono i giorni in cui identità<br />
e valori sembrano superati, soffocati da una realtà che<br />
ci nega il tempo per pensare a cosa siamo,da dove veniamo,<br />
a cosa apparteniamo...”.<br />
Identità e valori... Ne parliamo, spesso a vanvera, ma<br />
esistono veramente nella vita degli eroi, di quelle persone<br />
che non solo parlano di identità e valori, ma li rendono<br />
veri. Matteo è un eroe. Lascia dolore nella sua famiglia<br />
e nella sua giovane innamorata, costernazione tra<br />
gli alpini orgogliosi di questo figlio alpino, vuoto tra i<br />
suoi commilitoni e i suoi superiori, ma lascerà a tutti il<br />
suo indelebile ricordo. Tutti muoiono, ma pochi vivono<br />
veramente. Tra i molti che non si rendono conto di cos’è<br />
la vita, che si lasciano trascinare dagli altri, che preferiscono<br />
sopravvivere al vivere, che vivono i vent’anni<br />
per il sabato sera, per uno spinello o facili relazioni<br />
senza amicizia né amore, Matteo ha lasciato un grande<br />
insegnamento. Ha vissuto più lui, di chiunque altro e al<br />
dolore che ha preso ciascuno di noi nell’apprendere la<br />
notizia della sua morte, resterà la consolazione del suo<br />
esempio... Quello di un eroe, giovane uomo orgoglioso<br />
della sua identità di soldato, alpino e italiano, i cui valori<br />
sono ben scolpiti nella sua lettera. Forse non sono i<br />
valori che vanno più di moda di questi tempi, ma io credo<br />
che siano i veri valori a cui fare riferimento e sinceramente<br />
vorrei tanti più ragazzi generosi, belli e coraggiosi<br />
come Matteo, vorrei che in tanti sapessero vivere<br />
come ha vissuto Matteo, vorrei che invece di parlare rispettassimo<br />
le sue volontà. Matteo aveva ragione e sapeva<br />
già, per la sua intelligenza e per la sua consapevolezza<br />
che partendo avrebbe potuto tornare avvolto dal<br />
tricolore. Ha chiesto a tutti noi, veneti in particolare, di<br />
non ricordare i nostri soldati solo quando muoiono, nel<br />
“compimento del loro dovere”, ma di dimostrare loro<br />
vicinanza e affetto in ogni momento. Onoriamo le sue<br />
volontà fino in fondo non solo nel tumularlo con il rango<br />
degli Eroi, come merita, ma anche,o forse soprattutto,<br />
nel rispettare chi vive compiendo il proprio dovere,<br />
vestendo una divisa, portando il tricolore nei posti più<br />
difficili del mondo perché soldati... Soldato... Non un<br />
“mestiere”, ma una scelta di vita, tra le più belle.<br />
<strong>Vicenza</strong>, 3 gennaio 2011<br />
Elena Donazzan<br />
I Caduti chiedono silenzio<br />
Altri due Caduti. Altri due nostri amici il Signore delle<br />
Cime ha chiesto alla montagna. Il 1° caporal maggiore<br />
Luca Sanna e il tenente Massimo Ranzani sono<br />
morti. L’8° e il 5° Reggimento piangono un loro Alpino<br />
che torna in patria avvolto nel Tricolore. Avvolto, come<br />
abbracciato dall’affetto di chi gli ha e gli vuole bene.<br />
Avvolto dall’affetto di una madre, di una sposa, di<br />
una sorella. Avvolto dall’affetto di chi come lui, dinanzi<br />
al sacrificio, non ha voluto, non ha saputo tirarsi indietro.<br />
Le note del silenzio rompono l’atmosfera che è divenuta<br />
quasi surreale tra singhiozzi mal celati e occhi<br />
lucidi. Le note del silenzio fendono un’atmosfera di composta<br />
tragedia. Un nostro figlio, un nostro fratello torna<br />
nella sua terra. Torna, ma è per l’ultima volta. Non ci<br />
sarà più il turno di guardia, non ci sarà più la pattuglia,<br />
non ci sarà più... Torna un nostro fratello, il fratello più<br />
caro. Ma ad accoglierlo non c’è solo il dolore di una speranza<br />
di vita spezzata sul nascere, non c’è la disperazione<br />
di chi si è visto strappare l’affetto più caro. C’è il
Lettere in Redazione - 21<br />
composto dolore degli Alpini. C’è il composto dolore<br />
delle persone semplici, ma vere. Le lacrime degli Italiani<br />
che credono ancora, nonostante tutto, nella bontà<br />
dei valori che erano, che sono e che saranno di Luca, di<br />
Massimo e dei loro commilitoni. In sottofondo sentiamo<br />
tutti uno strano brusio. Un rumore che ci è estraneo.<br />
È il fastidio dello scandalo che sta per travolgere la nostra<br />
bella Italia, è il chiasso delle baruffe da cortile che<br />
ogni minuto rovinano la nostra vita.<br />
È qualcosa di rivoltante che ripugna le nostre coscienze.<br />
È il disgusto per chi, dovendo, non è più un<br />
esempio, non è una guida. Vizi privati, abusi, casi di<br />
amoralità che stridono in maniera brutale col dolore di<br />
un Popolo che ora si ferma alle note del silenzio. Ed è<br />
il silenzio che i nostri governanti dovrebbero ancora una<br />
volta osservare. Un totale silenzio. Per il rispetto nei confronti<br />
di due Italiani che ritornano tra la loro gente. Per<br />
il rispetto che si deve a chi ha fatto sacrificio di sé. Per<br />
chi, col suo sangue ha lavato l’onta del disonore propria<br />
dei nostri politicanti. Ma, nonostante tutto il rispetto non<br />
c’è. Troppo il rumore, troppa la confusione. Ed allora,<br />
non rimane che il Tricolore a far da giusta barriera, da<br />
giusto sudario per questo sacrificio, autentico martirio,<br />
non ultimo forse di tanti altri, ma sacro simbolo dell’Italia,<br />
quella vera.<br />
Paolo Marchetti<br />
La Giornata della Memoria<br />
Ho partecipato alla cerimonia (per la Giornata della<br />
memoria ndr) organizzata dal gruppo di S. Pietro<br />
in Gù e devo riconoscere che il capogruppo Antonio<br />
Munari è riuscito nell’intento di far sì che non venga dimenticato<br />
ciò che è successo, proiettando delle immagini<br />
che hanno letteralmente tolto il fiato ai presenti.<br />
Pur nella semplicità della serata, l’emozione è stata<br />
tanta e forte al punto da rendere palpabile l’attenzione<br />
dell’assemblea che non perdeva una sola parola del commento<br />
alle fotografie che venivano proiettate, nonostante<br />
la voce a volte rotta dalla commozione.<br />
Complimenti Antonio perché non ti smentisci mai<br />
nell’espletare il tuo impegno di capogruppo e di consigliere<br />
nazionale tenendo alti i nostri valori e prodigandoti<br />
per il bene della sezione. Grazie.<br />
Enzo Paolo Simonelli<br />
Calendario delle manifestazioni sezionali per il 2011<br />
9-10 aprile<br />
MONTEGALDA - Adunata del gruppo<br />
7/8 maggio<br />
TORINO - 84ª Adunata nazionale<br />
15 maggio<br />
MONTICELLO C.OTTO - 50° di fondazione del gruppo<br />
21 maggio<br />
ARZIGNANO - Serata “Il 24 Maggio”<br />
5 giugno<br />
TUTTI I GRUPPI - 5ª Giornata della Solidarietà<br />
alpina senza confini<br />
5 giugno<br />
PONTE DI BARBARANO - Adunata della zona<br />
Riviera Berica<br />
5 giugno<br />
ARZIGNANO - Festa del gruppo (84° di fondazione)<br />
11 giugno<br />
S.VITO DI BRENDOLA - 50° di fondazione del gruppo<br />
19 giugno<br />
BELLUNO - Raduno triveneto<br />
2-3 luglio<br />
ROZZAMPIA - 50° di fondazione del gruppo<br />
3 luglio<br />
ARZIGNANO - Raduno gruppi zona Valchiampo<br />
3-4 settembre<br />
MONTE PASUBIO - Pellegrinaggio sezionale<br />
17-18 settembre<br />
CAMISANO - 46ª adunata sezionale<br />
2 ottobre<br />
SARCEDO - Festa del “Giovane alpino”<br />
31 ottobre<br />
MONTECCHIO MAGGIORE - 64° raduno<br />
reduci Btg. “<strong>Vicenza</strong>” e Btg. “Val Leogra”<br />
27 novembre<br />
Riunione dei capigruppo<br />
3 dicembre<br />
Rassegna sezionale cori
22 - Vita dei gruppi<br />
ALTA VAL LIONA<br />
San Maurizio 2010<br />
San Maurizio, patrono<br />
delle truppe<br />
alpine, da nove anni<br />
viene festeggiato<br />
dagli alpini della<br />
zona Alta Val<br />
Liona. Anche quest’anno,<br />
la sera del<br />
22 settembre ci<br />
siamo ritrovati nella chiesa di Campolongo per la messa.<br />
La cerimonia, ottimamente organizzata dai gruppi di<br />
San Germano dei Berici e Villa del Ferro, ha visto la partecipazione,<br />
oltre degli alpini, anche delle comunità della<br />
zona. Don Domenico Pegoraro all’omelia ha ricordato<br />
le virtù del Santo, un comandante della legione Tebea<br />
che subì il martirio piuttosto che tradire la propria<br />
fede e i propri soldati. Le stesse virtù sono alla base delle<br />
truppe alpine e degli alpini in congedo che sono organizzati<br />
dall’Ana. La cerimonia è continuata con una<br />
suggestiva fiaccolata fino a raggiungere il monumento<br />
dove sono stati resi gli onori ai caduti. La banda di Sossano<br />
ha allietato la suggestiva serata.<br />
Vi sono stati vari interventi: i capigruppo Castagna e<br />
Matteazzi hanno ringraziato quanti hanno collaborato<br />
nel predisporre al meglio questo appuntamento. I sindaci<br />
di San Germano e Zovencedo hanno elogiato gli alpini<br />
per l’impegno e la disponibilità verso il prossimo e<br />
ne hanno esaltato i valori e la dignità.<br />
La fiaccolata rende davvero unica la cerimonia e vuole<br />
testimoniare, con la nostra presenza, la volontà di credere<br />
nello stesso emblema e continuare a donare il proprio<br />
gesto umanitario a chi ne ha bisogno. La cerimonia<br />
del 2011 verrà organizzata dal gruppo di Pozzolo.<br />
Mirco Bisognin<br />
ARZIGNANO<br />
Il gagliardetto della sez. Ana di Tripoli<br />
Il gruppo “Mario Pagani” di Arzignano continua a distinguersi<br />
in una quotidiana missione votata a tramandare<br />
i valori delle penne nere, a fianco delle istituzioni<br />
ed a favore della comunità. Per celebrare i 150 anni<br />
dell’unità d’Italia ha promosso, fra l’altro, due serate<br />
da “tutto esaurito” in programma al teatro Mattarello<br />
l’11 febbraio con Bepi De Marzi ed i suoi Crodaioli<br />
a proporre “Italia, Italia” e sabato 21 maggio con<br />
la rappresentazione “Al 24 Maggio, canti e storie della<br />
Grande Guerra” portati in scena da Glossateatro e<br />
Canzoniere Vicentino.<br />
Paolo Marchetti e Luca Dal Molin con<br />
il gagliardetto della sez. Ana di Tripoli<br />
Luigi Parise<br />
Ed intanto<br />
l’invidiabile<br />
patrimonio di<br />
testimonianze<br />
e cimeli raccolto<br />
in 84 anni<br />
di storia dal<br />
gruppo (è stato<br />
fondato nel<br />
1927) si è arricchito<br />
di un<br />
prezioso ricordo:<br />
il gagliardetto che fu della sezione alpini di Tripoli<br />
(Libia). È stato donato dal socio Luigi Carradore che lo<br />
ha custodito per molti anni dopo la scomparsa dello zio<br />
arzignanese, Luigi Parise (1893-1952), penna nera arzignanese<br />
del 6° Reggimento e combattente nella prima<br />
guerra mondiale, trasferito a Tripoli nel 1928 per lavoro<br />
per conto delle Officine Pellizzari. C’è chi ricorda ancora<br />
l’encomio solenne conferitogli per l’installazione<br />
dell’impianto idrico ad El Alamein.<br />
Parise fu uno degli alpini<br />
in congedo che<br />
costituì la sezione alpini<br />
di Tripoli, italiana<br />
dal 1912 al 1943.<br />
Rientrato ad Arzignano<br />
nel 1949 portò con<br />
sè il gagliardetto che<br />
ora si trova nella sala<br />
del consiglio del gruppo<br />
Pagani.<br />
“Siamo grati al socio<br />
Carradore per questo<br />
dono che per noi è<br />
particolarmente significativo”<br />
spiegano<br />
Paolo Marchetti e Luca<br />
Dal Molin, capogruppo<br />
e consigliere “lo conserviamo con speciale affetto,<br />
nel ricordo dei tanti alpini e militari che hanno<br />
combattuto nelle guerre d’Africa e dei molti italiani che<br />
hanno vissuto e lavorato nelle nostre ex colonie”.<br />
Daniele Concato
Vita dei gruppi - 23<br />
ARZIGNANO<br />
Marchetti confermato capogruppo<br />
spiegato il capitano Carli. “Nell’attuale modello di società<br />
che i mass media tutti i giorni ci somministrano, è<br />
bello sapere di essere in molti a credere ancora i questi<br />
sani valori, e soprattutto a metterli in pratica”.<br />
D.C.<br />
ARZIGNANO<br />
Ricordato l’alpino Luca Sanna<br />
Paolo Marchetti ricomincia da cinque. Il capogruppo<br />
Ana Arzignano è stato eletto per la quinta volta e si appresta<br />
ad accompagnare il sodalizio al traguardo degli<br />
85 anni, in programma nel 2012.<br />
È un po’ nella tradizione dell’associazione arzignanese<br />
quella di “presidenti” a lungo in carica: si pensi alla trentennale<br />
guida del notaio Mario Pagani (1966-2006), alpino<br />
della Monterosa, del quale ora il gruppo porta orgogliosamente<br />
il nome. Con Marchetti collaboreranno<br />
Flavio Bertinato, Mauro Concato, Sergio Concato, Roberto<br />
Conzato, Vittorino Dalla Barba, Roberto Dalla Valeria<br />
(eletto capogruppo onorario), Pietro Dal Maso, Luca<br />
Dal Molin, Giovanni Faccio, Antonio Frizzo, Sergio<br />
Galiotto, Francesco Gentilin, Dario Giordani, Guerrino<br />
Lorenzi, Luciano Lunari, Arturo Magnaguagno, Roberto<br />
Marana, Giovanni Marcheluzzo, Roberto Marchesini,<br />
Dario Piazza, Francesco Pizzolato, Giovanni Reginato,<br />
Giulio Rosa e Donato Zanvettore.<br />
Al rinnovo delle cariche, svoltosi durante la festa sociale,<br />
sono intervenuti dirigenti della sezione Ana di <strong>Vicenza</strong>,<br />
l’assessore Carmelo Bordin, il sindaco ed il gruppo gemellato<br />
di Casola Valsenio Nicola Iseppi ed una rappresentanza,<br />
festeggiatissima, degli alpini in servizio dell’8°<br />
Reggimento della Julia col loro capitano Andrea Carli.<br />
Presente anche don Giovanni Imbonati, parroco di Tezze<br />
e Pugnello, che è stato premiato per l’amicizia verso le<br />
penne nere e per aver recentemente celebrato la messa ad<br />
El Alamein in ricordo dei caduti. “Ho vissuto una magnifica<br />
giornata, densa di nobili valori, con alpini ed amici<br />
che esprimono nel migliore dei modi senso civico, voglia<br />
di far bene, altruismo, ospitalità e amore per l’Italia” ha<br />
Il 18 febbraio si è celebrata una messa in ricordo del 1°<br />
C.M. Luca Sanna dell’8° Rgt. Alpini a trenta giorni dalla<br />
morte in Afghanistan. Presenti numerosi esponenti dell’Amministrazione<br />
comunale con il sindaco Giorgio Gentilin,<br />
una rappresentanza dell’8° Reggimento Alpini, il<br />
capozona della Valchiampo, Mirko Framarin ed i rappresentanti<br />
di Marinai e Carabiniri in congedo. Al termine<br />
della celebrazione, officiata da mons. Mariano Lovato,<br />
arciprete di Arzignano, il capogruppo Paolo Marchetti ha<br />
letto la “Preghiera dell’Alpino”. Erano altresì presenti numerosi<br />
gagliardetti ed il vessillo della <strong>Sezione</strong> Ana.<br />
BAGNOLO DI LONIGO<br />
Capogruppo per 50 anni
24 - Vita dei gruppi<br />
Alla presenza del presidente di sezione Giuseppe Galvanin<br />
e del capozona Luca Bolla, è stato premiato con<br />
targa e gagliardetto l’ex capogruppo Agostino Zuffellato.<br />
Classe 1924, fu in servizio al 6° a Vipiteno. È stato<br />
fondatore del gruppo di Bagnolo nel 1947, lo ha guidato<br />
dal 1958 al 2008, ben 50 anni, veramente bravo! Ora<br />
tocca al nuovo capogruppo Antonio Callegaro, classe<br />
1936, anche lui del 6°, in servizio a d’istanza a San Candido,<br />
eletto a guidare un gruppo che vuole crescere con<br />
molti soci nuovi.<br />
BARBARANO<br />
Anche le scuole<br />
alle celebrazioni del 4 novembre<br />
Comune, gruppi di<br />
Barbarano, Ponte e<br />
carabinieri in congedo,<br />
hanno coinvolto<br />
le scuole alle celebrazioni<br />
del 4 novembre,<br />
spostate a sabato sei.<br />
Dopo l’alzabandiera<br />
e la deposizione di<br />
una corona d’alloro al<br />
monumento ai caduti<br />
di San Giovanni e di<br />
Barbarano-Centro, alla<br />
quale hanno partecipato<br />
anche gli alunni<br />
della scuola media,<br />
il sindaco ha svolto la<br />
commemorazione e alcuni alunni hanno letto dei brani<br />
a ricordo dei caduti.<br />
Narciso Nicoli<br />
Russia, 12.10.1942<br />
Cerimonia quindi a Ponte di Barbarano presso le scuole<br />
elementari per procedere poi in corteo presso il Monumento<br />
ai Caduti con l’intera scolaresca accompagnata<br />
dalle insegnanti. Dopo il ricordo del sindaco di quel<br />
4 novembre 1918, il capogruppo di Ponte Massimo Orso<br />
ha rivolto ai ragazzi l’invito a ricordare ed apprezzare<br />
il valore dell’unità d’Italia, che quest’anno celebra i<br />
suoi 150 anni, consegnando a ciascuno una pergamena<br />
con i primi 12 articoli della Costituzione.<br />
Alla scuola media è stato<br />
poi presentato agli<br />
alunni il Dvd della tragica<br />
campagna di Russia<br />
con le memorie del<br />
concittadino Narciso Nicoli,<br />
classe 1920 alpino<br />
della Julia, che riuscì ritornare<br />
da quell’immane<br />
tragedia che fu la ritirata.<br />
L’anziano reduce<br />
ha voluto essere presente,<br />
accolto da un caloroso<br />
applauso da alunni e<br />
professori, che lo ha visibilmente<br />
commosso.<br />
CAMPEDELLO<br />
Riportata all’antico splendore<br />
la cappelletta votiva di Longara<br />
Dopo mesi di lavoro per il restauro portati avanti dal Gruppo<br />
Alpini di Campedello, è stata riconsegnata alla comunità<br />
la cappelletta votiva di Longara. Ciò è avvenuto grazie<br />
alla volontà della proprietaria signora Marta Ghirardi,<br />
di ridare al Sacello quell’antico patrimonio artistico edilizio<br />
e religioso.<br />
Questo si è potuto concretizzare sommando la disponibilità<br />
finanziaria della signora Ghirardi ed il lavoro prestato<br />
gratuitamente dagli alpini di Campedello, una sinergia<br />
comune per poter riconsegnare alla località di Longara un<br />
manufatto edile, ricchissimo di valori e significati simbolici.<br />
Dedicata alla Madonna Ausiliatrice, essa esprime ancora<br />
una fede profonda popolare che rimane radicata nell’intimo,<br />
eguale nello spazio e nel tempo.<br />
La cerimonia di presentazione del restauro alla cittadinanza<br />
di Longara e della Riviera Berica è avvenuta alla<br />
presenza della signora Marta Ghirardi, del capogruppo del<br />
gruppo alpini di Campedello xav. Roberto Alberton, del
Vita dei gruppi - 25<br />
consigliere comunale Mariano Docimo che ha rappresentato<br />
il sindaco, del presidente della sezione Ana di <strong>Vicenza</strong><br />
Giuseppe Galvanin e del parroco dell’Unità Pastorale<br />
locale don Giuseppe che ha benedetto il sacello. A ricordo<br />
dell’evento è poi stata scoperta una targa ricordo.<br />
In un fresco sabato di ottobre, dopo la deposizione di una<br />
corona al monumento ai Caduti, ci siamo ritrovati davanti<br />
alla porta carraia della caserma La Marmora, lassù a Tarvisio.<br />
La scarna presentazione dello svolgimento dell’evento<br />
non rende la grande emozione sentita e provata da<br />
tutti i presenti: sfilata per compagnie dalla porta carraia fino<br />
al piazzale adunata; schieramento e mancata presentazione<br />
dei presenti causa elevato sentimento emotivo; cerimoniale<br />
dell’ammaina bandiera con inno nazionale cantato<br />
da molti; deposizione di una corona d’alloro al monumento<br />
all’interno della caserma; visita esterna ed interna<br />
della caserma ad esclusione delle camerate, dopo lungo<br />
e vano tentativo di convincimento rivolto all’ultimo comandante<br />
del Btg. Gemona; visione del dvd sul centennale<br />
8° Rgt Alpini; collegamento audiovisivo con un ufficiale<br />
che ora si trova impiegato in Afghanistan; cena selfservice<br />
in mensa (molto apprezzata); silenzio fuori ordinanza<br />
sul piazzale adunata. Tanta voglia di ritrovare cose<br />
che il tempo ed il ritmo della vita attuale ci hanno tolto.<br />
Devo dire che l’esserci ritrovati in tanti, con un po’ di alpini<br />
del 2° e 5° scaglione 1990 e una dozzina tra ufficiali<br />
e sottufficiali, bene ha fatto alla nostra memoria; ha riportato<br />
a galla valori che faticano ad essere usati nella vita<br />
di tutti i giorni. Invece proprio tra quelle mura (al tempo<br />
qualche volta odiate), nel giro di poche ore, i valori annacquati<br />
sono emersi forti come un tempo. Ed all’unisono<br />
abbiamo chiesto al nostro Signore di aiutarci a non farli<br />
riaffogare un’altra volta. Per una sera il Btg. Gemona è<br />
ritornato a vivere. 8/89 Mai Daur!<br />
Chi fosse intenzionato a rivivere vecchi ricordi e a riscoprire<br />
sopite emozioni contatti l’alpino Nicola Miotello all’email<br />
nik.miotello@hotmail.it e/o l’alpino Claudio Gelain<br />
claudiogiala@libero.it.<br />
LISIERA<br />
La campana degli alpini<br />
per la chiesa di Lisiera<br />
CARMIGNANO<br />
Rimpatriata alla caserma<br />
La Marmora di Tarvisio<br />
Il necessario rinnovo della cella campanaria della chiesa<br />
parrocchiale di Lisiera, con il rifacimento dell’intelaiatura<br />
di sostegno delle campane, ha dato lo spunto per pensare<br />
ad una nuova campana che completasse la scala sonora,<br />
attualmente mancante di una nota. Viste le notevoli<br />
difficoltà economiche, il parroco don Emanuele ha pensato<br />
agli alpini e la sua fiducia non è stata certo mal riposta<br />
se un bel gruppo di volonterosi soci si è subito attivato<br />
per reperire i fondi necessari. Numerose giornate di lavoro<br />
in varie attività di volontariato hanno portato a raccogliere<br />
3.500 euro, subito consegnati al parroco che le ha<br />
investite in 110 chili di bronzo fuso per dare voce dall’alto<br />
del campanile di Lisiera al ricordo degli alpini “andati<br />
avanti”. E nella loro campana gli alpini hanno voluto che<br />
non mancasse il riferimento ai segni ed agli ideali in cui<br />
più credono. Nella fusione ecco allora che vengono riportati<br />
l’immagine della “Madonna del Don” e a corona<br />
della bocca della campana le parole della seconda parte<br />
di “Signore delle Cime” in ricordo del grande amico Angelo<br />
Fracasso che da poco ci ha lasciato. L’inaugurazione
26 - Vita dei gruppi<br />
e solenne benedizione della campana è avvenuta la sera<br />
del 13 dicembre, festa di S. Lucia, patrona di Lisiera alla<br />
presenza del presidente Giuseppe Galvanin, del sindaco<br />
di Bolzano Vic. Massimiliano Fattori e di numerose autorità.<br />
La campana portata a braccia da quattro alpini ha fatto<br />
il suo ingresso in una chiesa per la presenza del vescovo<br />
di Chioggia Adriano Tessarollo, che ha celebrato la<br />
messa e benedetto la nuova campana. Al termine della serata<br />
gli alpini hanno salutato e ringraziato con un convivio<br />
in sede. Resta vivo, in tutta la comunità di Lisiera, il<br />
riconoscimento per le molte attività del gruppo alpini, sempre<br />
pronto a mettere a disposizione uomini e mezzi per<br />
ogni necessità del paese.<br />
Bruno Bertoldo<br />
Giuseppe Crosara è andato avanti. Troppo presto per lui,<br />
per i familiari, per gli alpini di Lugo di cui per anni era stato<br />
capogruppo. Sergente, aveva frequentato negli anni ’60<br />
la Smalp di Aosta, per essere poi assegnato al Settimo, a<br />
Belluno. Per anni è stato consigliere sezionale.<br />
Nella vita civile era stato responsabile dell’ufficio anagrafe<br />
di Lugo. Sapeva cogliere, naturalmente si direbbe, i problemi,<br />
soprattutto degli anziani e dei meno preparati a muoversi<br />
nei labirinti della burocrazia. Si sentiva “a servizio”<br />
della gente, quindi impegnato a mettere in campo le sue<br />
conoscenze e la sua esperienza, per arrivare a soluzioni<br />
concrete e soddisfacenti. Non stupisce che nel giorno del<br />
funerale si siano unite alla voce dei familiari quelle del<br />
sindaco e degli alpini, voci tutte non formali né di circostanza,<br />
ma espressione di intensa partecipazione e di riconoscimento<br />
delle tante qualità espresse invita.<br />
Qualcuno rimpiangerà profondamente i i valori dell’amicizia<br />
condivisi, altri ricorderanno la naturale socievolezza<br />
e amabilità del carattere, chi ancora l’autonomia<br />
di giudizio con cui riconosceva il ben fatto all’autore,<br />
senza riguardo a colore della casacca. Per gli alpini<br />
e non solo per quelli di Lugo resterà un monumento<br />
vivo, un simbolo di attaccamento al glorioso corpo che<br />
incarna quanto di più nobile può essere proposto alla società<br />
civile, soprattutto in questi tempi. La natura e gli<br />
studi (abilitazione magistrale) gli avevano consegnato<br />
il gusto del bello. Amava ricordare i suoi insegnanti, ai<br />
quali dava il merito di avergli regalato il “sapore del sapere”,<br />
era solito recitare poesie, tante, in italiano e in latino,<br />
con l’evidente impressione di gustarle. Questa ricerca<br />
della qualità si estendeva a tutti gli aspetti della<br />
vita, anche se nel ricordo di molti resta legata in particolare<br />
al buon piatto e al buon bicchiere, per i quali sapeva<br />
tessere lezioni magistrali. A quanti lo hanno conosciuto<br />
e in particolare agli alpini lascia sicuramente un<br />
bel ricordo e un’eredità di ideali e di gesti da imitare.<br />
G.S.<br />
MALO<br />
Festa della Famiglia Alpina<br />
LUGO<br />
Giuseppe Crosara è andato avanti<br />
Ben il 2,6 per cento dell’intera cittadinanza di Malo (oltre<br />
14 mila abitanti, immigrati e neonati inclusi) si è ritrovata<br />
il 23 gennaio, nel vasto salone del Centro Giovanile,<br />
per una grande festa alpina che ha visto il presidente<br />
della sezione, Giuseppe Galvanin, strabiliato davanti<br />
a questa quasi oceanica partecipazione di alpini,<br />
famigliari e tanti, tanti amici. Ancora una volta una inconfutabile<br />
testimonianza del profondo legame con la<br />
comunità maladense di quella magnifica realtà che è il<br />
gruppo Ana, guidato da Danilo Panizzon. La giornata è<br />
iniziata il mattino con gli onori ai caduti sul colle di Santa<br />
Libera ed una solenne celebrazione nel duomo, resa<br />
particolarmente coinvolgente dalla partecipazione del<br />
coro alpino “El Livergon”. Trecentosessanta persone poi<br />
con le gambe sotto la tavola a gustare abbondanti portate<br />
e bevande, intercalando tanti ciao e “anca ti qua!”<br />
e via a raccontare dei lavori del Gruppo; dei soci andati<br />
avanti; del bollino che in fin dei conti non è nemmeno<br />
aumentato tanto; delle imminenti elezioni del nuovo<br />
Direttivo che, pur contando sull'ingresso dei giovani, rimarrà<br />
più o meno quello attuale, a partire dal capogruppo<br />
e ancora, e poi ancora a salutare e scambiare amichevoli<br />
parole con i graditi ospiti tra cui il generale Comacchio<br />
ed il segretario sezionale Gollin. E la kermesse non poteva<br />
che concludersi con la pur scontata ma sempre gradita<br />
e tradizionale lotteria, destinata a distribuire innocenti<br />
ebbrezze e graditi rimpolpamenti delle casse del<br />
gruppo. Un augurio affiorava nel commiato sulle labbra<br />
di tutti: quest’anno si è toccato un record di partecipazione;<br />
speriamo non rimanga l’unico!<br />
GigiGi
Vita dei gruppi - 27<br />
MONTECCHIO PREC.<br />
In memoria di Sante Dal Santo<br />
due borse di studio<br />
Tra le numerose iniziative programmate dal direttivo del<br />
gruppo Ana la scuola ha sempre rappresentato un punto<br />
di eccellenza. L’ultima consiste in un concorso tra gli<br />
studenti per l’assegnazione di due borse di studio dedicate<br />
alla memoria del nostro “grande vecchio” Sante Dal<br />
Santo, “andato avanti” all’età di 106 anni. Il tema da<br />
svolgere per partecipare al concorso era: “Intervista un<br />
alpino del tuo paese per conoscere i momenti della sua<br />
vita militare e del suo successivo impegno civile”. Ci<br />
siamo recati tre volte a incontrare gli studenti nell’aula<br />
magna della scuola G. Leopardi, per illustrare e spiegare<br />
lo spirito di solidarietà che anima sia gli alpini in armi<br />
che gli alpini nella vita civile. L’intervento di Luigi<br />
Girardi, di alcuni coristi e della tromba del gruppo alpini<br />
di Malo ha rappresentato l’incontro più intenso e più<br />
significativo per gli studenti. Dalle aule di scuola siamo<br />
poi passati alla sede del gruppo, dove per due sabati consecutivi<br />
alcuni alpini sono stati a disposizione degli studenti<br />
per essere intervistati e per rispondere alle loro domande.<br />
Il 4 novembre nelle classi sono stati raccolti gli<br />
elaborati presentati dagli studenti ed una commissione,<br />
presieduta dal capogruppo Franco Rodella e composta<br />
dall’assessore alla cultura .ssa Irma Peruzzo, dalle prof.<br />
Marina Baghin e Margherita Dal Santo, ha cominciato<br />
l’impegnativo lavoro di selezione.<br />
La commissione all’unanimità ha ritenuto particolarmente<br />
meritevoli e quindi vincitori del concorso Martina<br />
De Vicari, che ha intervistato il nonno alpino iscritto<br />
da sempre al nostro gruppo, e Desiree Paulin, che ha<br />
intervistato il capogruppo Franco Rodella per scrivere<br />
“In memoria dell’alpino Sante Dal Santo”. In entrambi<br />
gli elaborati sono emersi racconti di vita militare accompagnati<br />
da riflessioni personali sui valori fondamentali<br />
che da sempre fanno parte del mondo degli Alpini,<br />
valori vissuti in prima persona e trasmessi durante<br />
tutta la sua vita da Sante Dal Santo.<br />
La consegna delle due borse di studio è avvenuta il 19<br />
dicembre nella sala consigliare durante la cerimonia per<br />
assegnazione del premio “Montecchio Precalcino è...”<br />
alla presenza di autorità e di una straripante cittadinanza.<br />
L’iniziativa sarà riproposta anche per quest’anno con<br />
lo scopo di coltivare la “memoria storica”, per far crescere<br />
e maturare come cittadini coscienti, impegnati ed<br />
attivi i nostri studenti.<br />
MONTEGALDA<br />
A Montegaldella presepio alpino<br />
Capigruppo di Arcella, Montegalda, Bastia di Rovolon<br />
Un presepio diverso, dedicato agli alpini e contadini della<br />
Prima Grande Guerra. Una scena dove tra i personaggi<br />
spiccano soldati disarmati con la penna nera che<br />
portano doni alla capanna. L’idea è stato il risultato di<br />
una collaborazione tra gli alpini di Montegaldella del<br />
gruppo Ana di Montegalda e quello dell’Arcella della<br />
sezione di Padova avvenuta nel dicembre scorso. Il primo<br />
gruppo ha messo a disposizione l’antica ghiacciaia<br />
in centro al paese. Gli alpini dell’Arcella, le sagome in<br />
legno del presepe che annualmente viene allestito presso<br />
il Parco Morandi, dove hanno la loro sede. Il presepio<br />
alpino-contadino è stato così allestito per la prima<br />
volta davanti alla ghiacciaia di Montegaldella che ben<br />
si è prestata ad una scena presepistica di grande fascino.<br />
Muli che scendono dalla collinetta artificiale, alpini<br />
e contadini convergono verso la capanna di legno sotto<br />
cui si trova il gruppo della Natività: un Giuseppe e<br />
Maria vestiti da contadino che mostrano il bambinello,
28 - Vita dei gruppi<br />
in una scena che evoca le atmosfere del 1918. A dare<br />
un tocco d’arte anche la neve che ha aumentato la suggestione<br />
dell’esercito pacifico sbarcato in paese per fare<br />
Natale. “Per noi - ha detto Ernesto Rigobon, capogruppo<br />
dell’“Arcella” - è una forma per trasmettere il<br />
valore della memoria. La collaborazione con Montegaldella<br />
è un’occasione per rinsaldare i patti di amicizia<br />
che sono il senso stesso del nostro Natale”. La delegazione<br />
alpina patavina è stata poi accolta in paese con<br />
una cerimonia cui erano presenti autorità civili e alpini.<br />
Antonio Gregolin<br />
MOSSANO<br />
Per non dimenticare Nikolajewka<br />
Il gruppo di Mossano ha organizzato il 30 gennaio un<br />
momento commemorativo per ricordare i caduti di Nikolajewka,<br />
uno degli scontri più importanti durante il caotico<br />
ripiegamento delle forze italo-tedesche, dove i militari<br />
già duramente provati dai combattimenti e dal gelido<br />
inverno russo, si ritrovarono ad affrontare alcuni reparti<br />
dell’Armata Rossa asserragliati in quel paese. Essi<br />
riuscirono, grazie allo slancio della brigata Tridentina<br />
a rompere l’accerchiamento, aprendo così la via di<br />
casa a migliaia di soldati italiani. Un centinaio di penne<br />
nere della zona Riviera Berica si sono ritrovate al monumento<br />
dei caduti a Ponte di Mossano per rendere loro<br />
onore. Dopo l’alzabandiera, gli alpini hanno sfilato<br />
per la via del paese raggiungendo la chiesa per la messa<br />
in suffragio dei caduti di tutte le guerre, animata dal<br />
coro Ana “Amici miei” di Montegalda. Sono seguiti la<br />
lettura della preghiera dell’Alpino, la lettura di alcuni<br />
passi tratti dal libro “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni<br />
Stern ed infine i saluti delle autorità, tra cui il sindaco<br />
di Mossano Giancarlo Ceruffi, di Nanto Luca Cavinato,<br />
il gen. Nonato, il capozona Paolo Borello, il capogruppo<br />
Fiorenzo Masiero ed il consigliere sezionale<br />
Francesco Griselin che ha portato la sua sentita testimonianza<br />
del recente viaggio a Nikolajewka, oggi Livenka.<br />
La manifestazione si è conclusa con le note del<br />
coro Alpino di Montegalda.<br />
NOVENTA<br />
È già affermato il Coro alpino<br />
Il 22 gennaio si è svolta l’annuale assemblea dei soci del<br />
gruppo Masotto. Iniziata con la messa celebrata in duomo<br />
da don Paolo Busato, alpino di fatto e socio del gruppo<br />
“Umberto Masotto”.<br />
Dopo la cerimonia, la cena sociale nella sede del gruppo<br />
con la partecipazione di oltre un centinaio di soli soci alpini.<br />
Ospiti graditissimi don Paolo Busato, il reduce di<br />
Russia Giuseppe Veronese, l’assessore Mattia Veronese e<br />
il gen. Salvatore Renda ex comandante del II regg. artiglieria<br />
terrestre “<strong>Vicenza</strong>” e socio del gruppo. Interessante<br />
e degna di merito la relazione del capogruppo Cipriano<br />
Lazzarin sulle attività svolte nel 2010 e previste per il 2011.<br />
Attività che impegnano il gruppo nel volontariato e nel sociale<br />
in tutte le sue forme di bisogno e di assistenza. Soci<br />
alpini e aiutanti sempre presenti e mai “mugugnanti”. Sono<br />
seguiti gli interventi del consigliere di zona Pietro Cristofari,<br />
del responsabile della protezione civile del Basso<br />
Vicentino Dario De Mori e del gen. Renda, che ha ricordato<br />
i caduti nelle missioni estere. Ha poi sottolineato l’importanza<br />
del cappello alpino come simbolo di unità nazionale,<br />
mettendo in risalto lo “spirito alpino” che deve<br />
restare sempre intatto, guidato dal principio di fratellanza<br />
dei nostri padri che si sono immolati per l’unità d’Italia.<br />
Ha concluso ringraziando tutti gli alpini per la loro opera<br />
quotidiana in tutti i settori, dando sempre prova di onestà,<br />
lealtà, umiltà, altruismo, augurandosi che l’esempio possa<br />
migliorare ulteriormente la società.<br />
Il gruppo di Noventa è sempre alla ricerca, con risultati<br />
positivi, degli “alpini dormienti”, aumentando così<br />
ogni anno il numero dei soci. Il fiore all’occhiello del<br />
gruppo è il coro. Sì il Coro alpino Umberto Masotto.<br />
Formatosi sul finire del 2004 per la caparbietà e tenacia<br />
del capogruppo Cipriano Lazzarin e con l’impegno non<br />
indifferente dei suoi alpini, è già ben affermato nell’area<br />
berica e province limitrofe, con un’ampia scelta di<br />
canti tradizionali , alpini e popolari. Ha partecipato alla<br />
rassegna di cori alpini all’adunata di Bergamo e sarà<br />
presente anche a Torino.<br />
Pietro Cristofari
Vita dei gruppi - 29<br />
PIOVENE ROCCHETTE<br />
Riuscita la festa annuale<br />
Il consueto momento conviviale si è svolto presso il ristorante<br />
Acquario, e al termine del pranzo è stata letta<br />
dal capogruppo uscente la relazione morale dell’anno<br />
trascorso, che ha visto il gruppo impegnato in varie iniziative<br />
in comunità e in provincia, con quattro soci volontari<br />
di protezione civile della squadra Val d’Astico<br />
impegnati nella settimana in occasione dell’alluvione.<br />
cornice all’inaugurazione della nuova sede del gruppo<br />
alpini Sante Beato. Grazie alla convenzione stipulata<br />
con l’Amministrazione comunale, all’operosità e generosità<br />
dei soci, che hanno contribuito attivamente alla<br />
ristrutturazione dei locali assegnati, il gruppo dispone<br />
da oggi di una sede prestigiosa e rappresentativa, nel<br />
centro geografico e culturale del paese, di fianco alla sede<br />
del Comune. La cerimonia di inaugurazione è iniziata<br />
con l’arrivo della fanfara della sezione di Valdagno che<br />
ha preceduto la celebrazione della messa, officiata dal<br />
sacerdote alpino don Romano Zordan.<br />
Orgogliosi di Alberto<br />
Alberto Gasparin con gli alpini di Piovene Rocchette<br />
Alberto Gasparin è un ragazzo classe 1984; partito per<br />
l’anno di leva obbligatoria con destinazione Cividale del<br />
Friuli nell’ottavo reggimento alpini della Julia.<br />
Ha fatto il concorso per la ferma breve volontaria di un<br />
anno e poi il concorso per i quattro anni, entrando dopo<br />
vari corsi di specializzazione e di paracadutismo, a far<br />
parte di uno dei corpi più specializzati, i “Ranger” del<br />
quarto reggimento paracadutisti alpini Monte Cervino.<br />
A partecipato a tre missioni di pace in Afghanistan, rientrato<br />
dall’ultima missione nei primi giorni di dicembre,<br />
ci ha fatto la gradita sorpresa di essere ospite nella nostra<br />
sede nell’occasione della riunione mensile dell’undici<br />
gennaio del direttivo.<br />
Grazie Alberto sei l’orgoglio del gruppo alpini di Piovene<br />
Rocchette.<br />
In corteo i partecipanti hanno raggiunto il monumento<br />
ai caduti, alla cui memoria sono stati resi gli onori. Sono<br />
intervenuti l’assessore regionale Elena Donazzan, il<br />
sindaco di Quinto, Valter Gasparotto, il presidente della<br />
sezione Giuseppe Galvanin, il gen. Domenico Innecco<br />
ed il capogruppo, Umberto Chimetto. Negli interventi<br />
sono stati richiamati i più significativi valori che contraddistinguono<br />
la nostra associazione e l’importanza<br />
che gli alpini rivestono nel contesto delle rispettive comunità.<br />
Al termine della cerimonia, è stata inaugurata<br />
la nuova sede e aperta la mostra “Divise e copricapi militari”,<br />
della collezione privata di Bruno Sgarbossa, che<br />
ha riscosso notevoli interesse e partecipazione di pubblico.<br />
L’augurio è che la nuova sede dia un impulso alla<br />
vita associativa del gruppo e alle attività a servizio<br />
della comunità nel rispetto dello spirito alpino.<br />
QUINTO<br />
Una sede palladiana<br />
La solennità della cinquecentesca Villa Thiene, opera<br />
del Palladio e sede del municipio di Quinto, ha fatto da
30 - Vita dei gruppi<br />
SANDRIGO<br />
Festeggiati i 75 anni<br />
Subito dopo quella di Bergamo è stata organizzata, con<br />
gsuccesso, l’adunata del gruppo alpini di Sandrigo per<br />
festeggiare i 75 anni di vita. Una perfetta macchina organizzativa<br />
ha fatto in modo che tutto funzionasse nel<br />
migliore dei modi coinvolgendo l’Amministrazione comunale,<br />
le associazioni e le ditte, che hanno constribuito<br />
per le spese. Grazie al lavoro del capogruppo Mario<br />
Mascotto, con l’aiuto del presidente sezionale Giuseppe<br />
Galvanin, e di tutti noi alpini, la festa è ben riuscita<br />
e ci ha regalato anche tante soddisfazioni. È stata una<br />
grande emozione come sempre per tutti sfilare ordinatamente<br />
e ritmo delle fanfare, applauditi da due ali di<br />
folla festante. Dalla tribuna d’onore le autorità hanno<br />
fatto gli elogi agli alpini ed al volontariato.<br />
Il gruppo alpini di Sandrigo, con oltre trecento soci, è<br />
molto attivo anche perché al suo interno sono presenti<br />
numerosi giovani che, oltre al lavoro ordinario, tengono<br />
vivo il gruppo, con impegno concreto e nuove idee.<br />
Non è stato facile formare una squadra di giovani: c’è<br />
voluto molto tempo e molta pazienza, anche per vincere<br />
qualche resistenza di alpini bravi ma troppo tradizionalisti<br />
con mentalità un po’ chiusa. Ora però abbiamo<br />
raggiunto una perfetta intesa tra “veci e bocia” con risultati<br />
molto lusinghieri, ed attività nuove. L’inserimento<br />
dei giovani è un tema molto importante e dibattuto perché<br />
si tratta di un problema di grande attualità. Si va verso<br />
una drammatica riduzione delle file degli alpini nei<br />
prossimi anni, essendo la maggioranza di iscritti di età<br />
avanzata, e se non ci sarà un cambio generazionale, l’associazione<br />
entrerà in crisi.<br />
Per la ricorrenza del 75° è stato scritto un libro sulla storia<br />
di Sandrigo, che si intreccia con le due guerre nelle<br />
quali gli alpini si sono adoperati per salvaguardare i nostri<br />
territori e garantire un futuro di libertà. Ora queste attività<br />
continuano per scopi più pacifici ed umanitari: nel<br />
libro sono descritte infatti le attività svolte per lasciare ai<br />
giovani una traccia di attaccamento ai nostri territori con<br />
il servizio e la disponibilità verso chi ha bisogno.<br />
SETTECÀ<br />
Presentato il libro sul btg. <strong>Vicenza</strong><br />
“Stelutis Alpini”. Non poteva che iniziare con questa<br />
canzone-preghiera la serata. Ed è stata una serata, quella<br />
del 9 ottobre, che ha riempito il cuore di emozioni, di<br />
ricordi e di riconoscenza. Di emozioni, perché Manuel<br />
Grotto, autore del libro, ha saputo raccogliere nelle lettere<br />
degli alpini in Russia alle famiglie, i sentimenti, i<br />
desideri, le sofferenze di questi nostri fratelli mandati a<br />
far una guerra che non capivano (se mai una guerra è da<br />
capire!). Una guerra lontani da casa, dagli affetti, dove<br />
il pensiero era rivolto al calore del camino, all’abbraccio<br />
dei figli, delle mogli, della madri... I ricordi, testimoniati<br />
anche dalla presenza di alcuni reduci come Vittorio<br />
Lanulfi, Pietro Canova, Renzo Gandolfi e Antonio<br />
Serraglia, erano ancora vivi e palpabili nei loro racconti.<br />
È stato emozionante, man mano che la presentazione<br />
procedeva, avere davanti agli occhi le immagini che<br />
venivano proiettate dei momenti della terribile campagna,<br />
ascoltare tratti significativi del libro che raccontavano<br />
quanto quegli uomini, con divisa e con il cappello<br />
con la penna nera, hanno vissuto, patito, sofferto; hanno<br />
condiviso, spartito; hanno sopportato, hanno speso,<br />
anche la vita stessa. Sono questi momenti, come ha sottolineato<br />
il presidente Giuseppe Galvanin, che ci spingono<br />
ancor più “all’obbligo di essere testimoni credibili<br />
verso le generazioni alle quali dobbiamo trasmettere<br />
simboli veri, sentimenti sani, mete e obiettivi sicuri...”.<br />
Le cante del coro “Amici miei” di Montegalda,<br />
hanno saputo ancor più immedesimare quanti erano presenti,<br />
nell’atmosfera di quei tragici fatti.<br />
Che dire: serate, esperienze da ripetere, soprattutto per<br />
i nostri figli, purtroppo grandi assenti anche in questa<br />
occasione, nonostante il lavoro fatto nelle scuole, per<br />
sensibilizzare... Ancora una volta, forse, bisogna che noi<br />
adulti, noi genitori. “Forziamo” un po’, convincendo...<br />
forzando... partecipando.<br />
Tiziano Ziggiotto
Vita dei gruppi - 31<br />
THIENE<br />
Lavori al capitello<br />
di San Gaetano in Conca<br />
A novembre, una decina<br />
di alpini del gruppo<br />
di Thiene ha posato,<br />
rialzandolo, il vecchio<br />
selciato di sassi neri attorno<br />
alla base posta a<br />
sostegno dell’altrettanto<br />
vecchia fontana di<br />
“ca’Talpa” base che, anni<br />
fa, gli stessi alpini<br />
avevano decorato a<br />
rombi con sassi bianchi<br />
e neri. Ora con questo<br />
intervento (circa 100 ore<br />
di lavoro) resosi necessario<br />
per l’innalzamento<br />
del livello stradale dovuto alla nuova asfaltatura, il<br />
lavoro è stato ultimato. La fontana e il capitello posti vicino<br />
all’antica villa Thiene-Cornaggia hanno riacquistato<br />
una certa dignità.<br />
Il 9 gennaio Lelio Zoccai ha compiuto 90 anni ed alcuni<br />
alpini thienesi si sono recati a casa sua per festeggiarlo.<br />
Sono stati accolti con così tanto calore dallo stesso<br />
Lelio e da tutta la sua numerosa famiglia (moglie, figli<br />
e nipoti) da lasciarci sorpresi: i “bocia” accolti con<br />
tanto affetto da un “vecio” che ha fatto la guerra. E che<br />
guerra! Arruolatosi volontario venne inquadrato nel battaglione<br />
guastatori della Julia, con la quale finì in Russia<br />
dove, caporalmaggiore, si distinse in più azioni tanto<br />
da ricevere un encomio solenne e meritarsi due croci<br />
al merito di guerra. Fatto prigioniero nei giorni successivi<br />
a Nikolajewka venne spostato, con marce massacranti<br />
da un gulag all’altro (Valniki, Talbov, Siberia,<br />
Asia Centrale ecc.). I suoi carcerieri e aguzzini furono<br />
spesso italiani che lo sottoposero ad interrogatori umilianti,<br />
a processi farsa, a punizioni che non avevano niente<br />
di umano. Ma Lelio tenne duro! Rientrò a casa nel luglio<br />
del 1950 dopo quasi 8 anni di prigionia dei quali 5<br />
passati ai lavori forzati. È uno degli ultimi 28 rientrati<br />
dalla Russia (con lui c’erano don Brevi, Reginato ecc.)<br />
ed è l’ultimo ancora vivente.<br />
Un saluto sugli attenti gli è giustamente dovuto.<br />
TONEZZA DEL CIMONE<br />
22° trofeo Vincenzo Periz<br />
I 90 anni di Lelio Zoccai<br />
È la prima volta che il gruppo di Tonezza organizza una<br />
gara di corsa in montagna, ed è la gara a memoria del nostro<br />
stimato e compianto presidente Vincenzo Periz. Gli<br />
organizzatori, dopo avere incontrato delle difficoltà dovute<br />
alla raccolta di fondi e all’inesperienza, alla fine sono<br />
riusciti a fare tutto nel migliore dei modi, tanto che i<br />
concorrenti hanno fatto i complimenti per il bel percorso,<br />
per come è stato preparato e segnalato. Un percorso<br />
poco impegnativo partenza in piano, si sale per il sentiero<br />
delle Fontanelle fino a contrà Via, si scende leggermente<br />
e ci si inoltra nei boschi degli Ospoli e del Coconeche,<br />
si scende fino a contrà Fontana passando per contrà<br />
Grotti con vista panoramica di Tonezza, leggera salita<br />
fino a contrà Sella, per un breve tratto si percorre nuovamente<br />
il sentiero delle Fontanelle, si percorre per circa
32 - Vita dei gruppi<br />
2 Km il sentiero Excalibur e dopo un breve tratto in leggera<br />
salita ci si immette nel sentiero Fogazzariano, il quale<br />
passando tra boschi e prati porta i concorrenti all’arrivo.<br />
Alle premiazioni in sala congressi erano presenti il<br />
sindaco, Amerigo Dalla Via, il responsabile del Gsa <strong>Vicenza</strong><br />
Francesco Rando e numerosi concorrenti e amici.<br />
TORRESELLE<br />
55° di fondazione<br />
Il gruppo alpini<br />
di Torreselle<br />
ha festeggiato,<br />
in concomitanza<br />
con<br />
l’adunata della<br />
zona Castellari<br />
Alto<br />
Bacchiglione<br />
il 55° anniversario<br />
di fondazione.<br />
La manifestazione<br />
è<br />
iniziata il sabato<br />
sera nella<br />
chiesa parrocchiale<br />
di S.<br />
Giovanni Battista,<br />
dove, dopo<br />
la messa a ricordo degli alpini “andati avanti” si sono<br />
esibiti di fronte a un numeroso pubblico, il coro Ana<br />
di Creazzo e il coro “Voci del Pasubio” di Isola Vicentina.<br />
La domenica c’è stata la tradizionale sfilata per le<br />
strade del paese, accompagnata dalla banda di Vicaro,<br />
con la presenza dei vessilli sezionali di <strong>Vicenza</strong>, Valdagno<br />
e Varese e da molti gagliardetti in rappresentanza<br />
di una cinquantina di gruppi. Dopo l’alzabandiera e gli<br />
onori ai caduti è stata scoperta la targa per l’inaugurazione<br />
del “sentiero degli alpini” da parte del sindaco<br />
Massimo De Franceschi, dell’assessore regionale Ciambetti<br />
e del presidente sezionale Galvanin. Dopo il saluto<br />
del capogruppo Luciano Massignani e del capozona<br />
Zanini e brevi interventi delle autorità, sono state consegnate<br />
targhe a ricordo dell’evento al gruppo alpini gemellato<br />
di Carnago (Varese) e ad alcuni “veci” del gruppo<br />
di Torreselle. Bandiera ha concluso una giornata ricca<br />
di significati, che la cittadinanza ha manifestato di<br />
apprezzare e condividere.<br />
TORRI - LERINO<br />
Un 2010 pieno di soddisfazioni<br />
Il 5 febbraio nella sede del<br />
gruppo si è svolto il tradizionale<br />
ritrovo per la cena<br />
sociale ed il tesseramento<br />
per l’anno 2011. La<br />
serata ha visto la numerosa<br />
presenza dei soci circa<br />
120 tra alpini ed amici. Il menu come da tradizione è<br />
stato preparato dai cuochi alpini: una squisitezza unica,<br />
ottimo ed abbondante. Nel discorso iniziale il capogruppo<br />
Ezio Dalla Via ha presentato la relazione economica approvata<br />
per acclamazione dai soci: successivamente ha<br />
illustrato le attività svolte nel 2010 e proposto il programma<br />
per il 2011. Riguardo alle attività svolte ha ringraziato<br />
i soci presenti e soprattutto quelli che hanno dato<br />
la loro disponibilità nelle manifestazioni, nei vari servizi,<br />
con un particolare riguardo a quelli che sono intervenuti<br />
durante l’alluvione. Ha ribadito in modo chiaro<br />
ed inequivocabile, concetti cari ai valori dell’alpinità,<br />
che si manifestano anche nell’attenzione alle scuole, vedi<br />
la consegna del Tricolore in occasione del 150° anniversario<br />
dell’unità d’Italia, ad ogni classe delle elementari<br />
e medie di Lerino, Marola e Torri, da parte del<br />
Comune in collaborazione con i gruppi alpini. Ha inoltre<br />
invitato i soci ad una maggiore presenza nella protezione<br />
civile, per dare il senso alla nostra volontà di<br />
operare nel territorio. Dalla Via ha anche consegnato la<br />
tessera al nuovo socio caporale Alex Matteo Trevisan<br />
cl. ’88 attualmente in servizio al 6° reggimento btg. Bassano<br />
a Brunico. Erano presenti gli zii Renato Trevisan<br />
(sergente al 7° btg Feltre) ed Andrea Trevisan (artiglieria<br />
da montagna gr Agordo), che orgogliosamente e con<br />
occhi lucidi hanno vissuto questo momento significativo.<br />
Sono succeduti vari interventi tra i quali quello<br />
del capozona Luciano Cherobin, del consigliere sezionale<br />
Girardi e del consigliere nazionale Antonio Munari,<br />
che hanno ribadito come alla base dello spirito alpino<br />
ci sia il senso di appartenenza a quell’unità d’Italia<br />
che stiamo celebrando e che è stato vissuto dai nostri<br />
soldati in maniera forte ed inequivocabile in occasione<br />
della Prima e Seconda guerra Mondiale: nei momenti<br />
estremi ci si fidava dell’amico vicino senza domandarsi<br />
se era del nord o del sud, ma si contava sull’aiuto<br />
di tutti per ritornare a baita. “Ritornare a baita<br />
era anche tornare in Italia!”.<br />
Bruno Mioni
Protezione Civile / In libreria - 33<br />
LA SQUADRA SANITARIA HA BISOGNO DI TE<br />
Se credi di essere portato a volere e potere aiutare il tuo<br />
prossimo, specie in circostanza di emergenza e senza<br />
pretenderne un riconoscimento, adattandoti a lavorare<br />
nell’ombra e sentendoti ripagato solo dalla soddisfazione<br />
di essere stato utile a qualcuno, sei senz’altro la<br />
persona adatta a far parte della squadra sanitaria dell’Ana<br />
di <strong>Vicenza</strong>. Un appello rivolto a tutti gli alpini in<br />
quanto sempre più frequenti sono gli interventi richiesti<br />
nell’ambito della attività della protezione civile, sin<br />
campo locale, regionale, nazionale e anche all’estero.<br />
Per tale ragione, la squadra sanitaria dell’Ana di <strong>Vicenza</strong><br />
accoglie nelle proprie file nuovi volontari, soccorritori,<br />
autisti, ininfermieri, medici o addetti ai servizi<br />
logistici, animati solo da spirito di dedizione, inclini<br />
a sacrifici talvolta non riconosciuti, disposti anche a sottoporsi<br />
a cicli periodici di aggiornamento costante e<br />
professionale.Ti aspettiamo a braccia aperte, anche se,<br />
solo dopo aver praticamente dimostrato di essere uno<br />
di noi, entrerai a far parte della squadra sanitaria Ana<br />
pieno titolo.<br />
Quella notte suonai l’allarme<br />
di Alessandro Santacatarina<br />
“Quella notte suonai<br />
l’allarme” di Alessandro<br />
Santacatarina<br />
non è uno dei tanti libri<br />
che raccontano di<br />
fatti d’arme più o meno<br />
gloriosi dei quali<br />
furono protagonisti i<br />
nostri alpini, eppure<br />
è un volumetto, perché<br />
di un volumetto<br />
di sole quindici pagine<br />
si tratta, che merita<br />
di essere letto,<br />
perchè raccoglie,<br />
raccontati con semplicità e grande umanità i ricordi dell’autore<br />
legati all’immane tragedia del Vajont nell’ottobre<br />
1963.<br />
Alessandro Santacatarina era infatti trombettiere del<br />
Btg. “Feltre” e toccò a lui suonare l’allarme per portare<br />
i soccorsi a quelle sventurate popolazioni, prodigandosi<br />
poi nell’opera di soccorso, senza tregua. giorno<br />
e notte, al punto da ricevere un “encomio solenne”<br />
per quanto fece in quei giorni.<br />
Eroismo semplice, dettato da una naturale e spontanea<br />
generosità difronte a una tragedia, che ancora oggi, dopo<br />
quasi mezzo secolo suscita in Alessandro un’emozione<br />
senza fine.<br />
Il volumetto, del costo di e 5 si trova nelle edicole di<br />
Chiuppano (VI) o può essere richiesto direttamente all’autore<br />
telefonando al 3484580512.<br />
Der Lange Georg<br />
di Luca Girotto<br />
Il Lungo Giorgio è un cannone da marina che non<br />
salì mai su una nave (la costruzione fu bloccata<br />
dall’inizio della Grande Guerra) ma salì in treno<br />
fino a Caldonazzo per bombardare Asiago. Impressionanti<br />
le sue cifre: calibro 350, 15 metri di<br />
canna, proietto alto 1,8 metri peso 7 quintali, carica<br />
di lancio 193 chili, gittata 31,5 chilometri. La<br />
“batteria” era formata da 6 ufficili, 120 artiglieri<br />
e 10 cavalli. Canna e affusto adattato (74 tonnellate<br />
in tutto) furono piazzati a Calceranica e puntati<br />
verso Asiago, a 24 km in linea d’aria.<br />
Il Grande Giorgio avrebbe dovuto creare disorientamento<br />
e caos nella catena di comando italiana,<br />
a ben 13 km dal fronte e abbassare il morale<br />
della popolazione in coincidenza con la Strafeexpedition.<br />
Effettivamente il primo colpo, sparato<br />
alle 7.15 del 15 maggio 1916, creò il caos ad<br />
Asiago, Gli austriaci erano riusciti a tenere segreta<br />
la cosa e la bomba esplose con un fragore<br />
mostruoso poco a nord del Duomo; la seconda arriòo<br />
un quarto d’ora dopo in piazzetta Pertile: gli<br />
aggiustamenti erano suggeriti da un aereo. Lange<br />
Georg provocò morti, feriti, incendi e l’evacuazione<br />
dei paesi; colpì anche Gallio, Fondi e Camporovere.<br />
In tutto 122 colpi, che fecero però “imbarcare”<br />
la lunga canna, tanto che il pezzo fu smontato<br />
il 23 maggio e rispedito in fabbrica alla Skoda.<br />
A parte i danni e le vittime, non raggiunse l’effetto<br />
sperato, perché il comando italiano fece in<br />
tempo a riorganizzarsi.<br />
Pag. 140, 18 euro. Gino Rossato Editore - Novale<br />
www.edizionirossato.it
34 - Gli alpini e lo sport<br />
ALFIO DI GREGORIO ANCORA CAMPIONE<br />
a cura di Vittorino Corso<br />
Ottimi risultati sono arrivati anche<br />
da altri due atleti che rappresentano<br />
il Gsa. Michele VEscovi ha vinto<br />
una gara nazionale master (Tro-<br />
Alfio Di Gregorio ha fatto cinquina!<br />
In Valle Vigezzo (Verbania) ha<br />
feo Terme Euganee) e si è piazzato<br />
secondo al Trofeo Del Barba.<br />
vinto infatti i Campionati nazionali<br />
Ana di Fondo. A 41 anni il portacolori<br />
del Gsa <strong>Vicenza</strong> si è im-<br />
fondo nazionale si è classificato tra<br />
Marco Ruaro nelle classiche del<br />
posto nettamente su 320 concorrenti;<br />
e la qualità dei giovani certina,<br />
8° alla Granparadiso in Valle<br />
gli assoluti: 5° alla DObbiaco Corto<br />
non mancava. E’ partito con il<br />
d’Aosta e 10° alla Pustertaler. Tutti<br />
e due gli atleti hanno partecipa-<br />
favore del pronostico nella 15 km,<br />
la prova più impegnativa, in virtù<br />
to ai campionati mondiali master<br />
dei successi nelle ultime due edizioni<br />
del campionato (gli altri due<br />
Un sentito grazie va anche a chi ci<br />
Alfio Di Gregorio con il presidente Perona in Canada.<br />
ori li ha conquistati nel 2002 e 2004), e non ha tradito rappresenta con il nostro nome e i nostri colori alle varie<br />
manifestazioni e gare in tutto il territorio nazionale e<br />
le aspettative. In pratica non ha avuto avversari ed ha<br />
vinto con quasi 2 minuti di vantaggio; dietro a lui uno alle più famose granfondo in Europa e soprattutto con<br />
sprint per la piazza d’onore fra due concorrenti più giovani,<br />
Innocente Sormani di Como e Matteo Ravodan di<br />
serietà e impegno.<br />
Trento. Al secondo della sua categoria Di Gregorio ha<br />
dato quasi 3 minuti ed ha fatto meglio anche del primo<br />
classificato della rappresentativa delle Truppe alpine,<br />
Matteo Quadrubbi, paracadutista del Monte Cervino.<br />
La 76.a edizione del Campionato nazionale Ana è stata<br />
una riuscita competizione di sci di fondo e una bella manifestazione<br />
alpina, organizzata dalla <strong>Sezione</strong> di Domodossola<br />
in collaborazione con numerose associazioni<br />
della vallata. Le gare sono state precedute dall’alzabandiera<br />
e seguite da una serata di canti all’insegna dei<br />
150 anni dell’Unità d’Italia. Domenica sfilata per le vie<br />
di Re, onori ai Caduti, messa e premiazioni. Il successo<br />
della manifestazione è stato assicurato da 320 partecipati<br />
(su 360 iscritti) di 36 sezioni, che hanno gareggiato<br />
su un anello di 3 km, coperto da neve artificiale, nelle<br />
prove di 5, 10 e 15 chilometri.<br />
Grandissima la soddisfazione al Gruppo sportivo alpini<br />
di <strong>Vicenza</strong> per questo nuovo successo di Alfio Di<br />
Gregorio,che da molti anni porta il nome del Gsa in<br />
tutte le gare nazionali e anche nel mondo (come non<br />
ricordare i titoli mondiali master di fondo e le vittorie<br />
nello skiroll a livello assoluto). Un altro successo lo ha<br />
centrato in gennaio ai CaSta di Dobbiaco, ai quali ha<br />
partecipato su richiesta dell’Ana nazionale. E’ una gara<br />
a cui partecipano più nazioni con i loro miglieri atleti<br />
militari: Di Gregorio si è piazzato al 9° posto assoluto,<br />
primo fra i civili.
Gli alpini e lo sport - 35<br />
9 A EDIZIONE TROFEO SCALATORE D’ORO<br />
a cura di Anna Campese<br />
Nell’accogliente saletta della sezione Ana di Malo giovedì<br />
3 febbraio è stata presentata la 9° edizione del Trofeo<br />
Scalatore d’oro, prestigioso circuito di gare in montagna<br />
organizzato nel territorio montano e pedemontano<br />
vicentino e curato daI locali gruppi Ana. Le 5 gare<br />
presentate ripropongono classici e collaudati percorsi<br />
ma introducono importanti innovazioni nel regolamento<br />
e nel punteggio. Nel corso della<br />
serata presenziata dal Presidente<br />
Ana Giuseppe Galvanin, con la<br />
partecipazione del responsabile<br />
gsa Francesco Rando e del responsabile<br />
corse Olfeo Dal Lago<br />
e del commentatore-atleta Marco<br />
Canistri, sono stati distribuiti gli<br />
opuscoli illustrativi del programma<br />
gare agli interessati e ai rappresentanti<br />
di molte società podistiche<br />
locali.<br />
Tra le novità importanti da segnalare<br />
la decisione di dedicare la prima<br />
gara del circuito, la Santorso<br />
Monte Summano, alla memoria<br />
dell’alpino thienese Matteo Miotto,<br />
recentemente scomparso nel<br />
corso della missione in Afghanistan<br />
e la decisione di abbinare la<br />
gara di Costabissara (il cui percorso è in via di definizione)<br />
al Trofeo Periz, istituito per onorare la memoria<br />
di Vincenzo Periz, vicepresidente nazionale nonché presidente<br />
sez. Ana di <strong>Vicenza</strong> per 22 anni.<br />
La serata è stata poi dedicata alla premiazione degli atleti<br />
vincitori dell’edizione 2010 (Roberto Poletto e Maria<br />
Pia Chemello) a cura del presidente Galvanin e alle numerose<br />
domande poste dagli atleti accorsi numerosi in<br />
sala e si è conclusa con una allegra bicchierata offerta<br />
dalla sezione di Malo.<br />
La vincitrice del 2010 Maria Pia Chemello con Galvanin, Rando, Dal Lago<br />
Cena sociale<br />
Come ogni anno gli atleti di tutte le discipline sportive del GSA (corsa, tiro a segno, marcia di regolarità,<br />
sci) il 10 dicembre scorso si sono ritrovati preso la sede del Gruppo di Thiene per festeggiare<br />
la chiusura gloriosa di un altro anno di attività e di amicizia. Gli Alpini di Thiene, ben coordinati<br />
dal capogruppo Angelo Rossi, hanno preparato un’ottima cena per gli oltre 50 atleti intervenuti.<br />
Il Responsabile del GSA, Francesco Rando, ha provveduto alla consegna di riconoscimenti<br />
agli atleti che si sono distinti per i risultati ottenuti nell'anno sociale. Sono stati premiati, tra gli altri,<br />
la pattuglia di marcia di regolarità composta da Ferrari, Nardi e Biolo, laureatisi campioni italiani.<br />
Il presidente Galvanin nel corso della serata ha ricordato quanto importante sia lo sport per la<br />
persona sia dal punto di vista fisico che sociale e aggregativo e quanto sia l'attaccamento degli atleti<br />
del GSA alla <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong>, che con la loro costanza ne tengono alto l'onore.
36 - Gli alpini e lo sport<br />
CAMPIONATO<br />
REGIONALE<br />
DI CROSS<br />
Grande epilogo per la nostra società sportiva domenica<br />
6 marzo 2011 a Vedelago (TV) all’ultima delle<br />
quattro gare FIDAL valide per il campionato regionale<br />
individuale e di società di corsa campestre. La<br />
partecipazione assidua dei nostri atleti, per citarne alcuni<br />
Giorgio Centofante, Giovanni Bidese, Rocco Ritunnanno<br />
e al femminile la bravissima esordiente nelle<br />
nostre fila, Simona Buzzachero e Margherita Pasin,<br />
ha consentito al GSA, fin dalle prime gare, di raggiungere<br />
prestigiose posizioni, sia a livello individuale<br />
che di società. Domenica a Vedelago, la partecipazione<br />
è stata massiccia, oltre 15 atleti in gara, tutti<br />
molto determinati ad alzare il punteggio societario.<br />
Al termine di questa bellissima giornata di sole e di<br />
sport, il nostro gruppo sportivo si è piazzato al 3° posto<br />
con la squadra femminile ed al 6° con quella maschile<br />
a livello regionale, superando blasonatissime<br />
società sportive che da anni sono sul podio in questa<br />
specialità.<br />
Manifestazioni<br />
sportive per il 2011<br />
22 maggio - Santa Margherita Ligure<br />
Campionato nazionale Ana di marcia di regolarità<br />
29 maggio - Santorso - Cima Summano<br />
1ª prova Trofeo “Scalatore d’oro”<br />
12 giugno - San Quirico - Monte Civillina<br />
2ª prova Trofeo “Scalatore d’oro”<br />
3 luglio - Mezzoldo (BG)<br />
Campionato nazionale Ana di corsa in montagna<br />
31 luglio - Staro - Campogrosso<br />
3ª prova Trofeo “Scalatore d’oro”<br />
31 agosto - Villaverla<br />
Corsa su strada in notturna<br />
11 settembre - Costabissara<br />
4ª prova Trofeo “Scalatore d’oro” Trofeo “Periz”<br />
17/18 settembre - Vittorio Veneto<br />
Campionato nazionale Ana di tiro a segno<br />
25 settembre - Chiuppano<br />
5ª prova Trofeo “Scalatore d’oro”<br />
2 ottobre - Pederobba<br />
Campionato nazionale Ana di corsa in montagna<br />
a staffetta<br />
9 ottobre - Lago di Fimon<br />
8° Trofeo “Rosin” – Podistica a staffetta<br />
16 ottobre - Arzignano<br />
Marcia di regolarità 39°Trofeo Ana
Varie - 37<br />
CAMMINAITALIA in TERRA VENETA nel 150°<br />
Siamo all'inizio dell'anno del centocinquantenario dell’Unità Nazionale. Un avvenimento<br />
che sta suscitando diverse interpretazioni ed iniziative.<br />
Dai “Camminaitalia” del 1995 e del 1999 a cui alcuni di noi hanno partecipato e<br />
ne conservano orgoglioso ricordo, arriva l’invito a commemorare i centocinquant’anni<br />
percorrendo i sentieri che cavalcando le nostre Prealpi, collegano il<br />
piazzale della Vittoria a Monte Berico alla campana dei Caduti a Rovereto; due<br />
simboli di quell'epopea sanguinosa ed eroica che si concluse con l’abbraccio alle<br />
due irredente: Trento e Trieste.<br />
La sezione Ana di <strong>Vicenza</strong>, su iniziativa dell’alpino Carlo Restiglian del gruppo di<br />
Thiene, propone a tutti gli alpini ed agli amici, la partecipazione a questa piccola<br />
ma significativa impresa che si articolerà in cinque tappe, con partenza sabato<br />
2 luglio da <strong>Vicenza</strong> ed arrivo a Rovereto giovedì 7 luglio. Il dettaglio del programma<br />
è gia visibile sul nostro sito internet (www.anavicenza.it) e sarà anche presentato nel prossimo numero di Alpin fa<br />
grado.<br />
Ci sarà la possibilità di partecipare non solo al percorso completo ma anche ad una sola tappa. Un servizio navetta predisposto<br />
dalla sezione, provvederà ai trasferimenti.<br />
Gi&Gi<br />
APPUNTAMENTI<br />
E INCONTRI<br />
Sono Flavio Fabrello, classe 1932, Car di Padova gennaio<br />
1954 e aggregato al gruppo Lanzo a Belluno in marzo,<br />
in aprile inquadrato nella neo costituita Btg Cadore.<br />
Congedato nel 1955 sono emigrato in Sud Africa e rientrato<br />
ad Arsiero nel 2006 da pensionato; sono iscritto al<br />
gruppo Ana di Arsiero. Leggendo l’Alpino ho rivisto il tenente<br />
Lombardi, allora comandante del Lanzo, ora generale<br />
(complimenti vivissimi). Mi piacerebbe tanto ritrovarlo<br />
assieme ad altri commilitoni, Carlo Cadeo di Treviso<br />
e Mario Saccardo di <strong>Vicenza</strong>, con me nelle foto.<br />
FLAVIO FABRELLO FLAVIO, Via Marco Polo, 12 -<br />
Arsiero, cell. 349 2706690<br />
RADUNO 6° corso A.S.C.<br />
Sandrigo <strong>Vicenza</strong> 15-16-17 aprile<br />
Venerdì 15 aprile: arrivo e sistemazione. Cena<br />
in hotel a Longa di Schiavon.<br />
Sabato 16 aprile: ore 8 alzabandiera con deposizione<br />
di corona al monumento ai caduti di Longa.<br />
A seguire visita al centro storico di <strong>Vicenza</strong>,<br />
passeggiata, trasferimento in pulman al piazzale<br />
della Vittoria, visita del santuario della Madonna<br />
di Monte Berico e al chiostro, breve visita alla sede<br />
della sezione alpini di <strong>Vicenza</strong> inserita in un torrione<br />
delle antiche mura della città. Ore 12.30 pranzo<br />
a Villa Negri Mascotto ad Ancignano offerto dal<br />
gruppo alpini di Sandrigo. Ore 14 partenza per<br />
Asiago con visita del centro e del sacrario del Leiten.<br />
Ritorno presso l’hotel con cena alle ore 20.<br />
Domenica 17 aprile 2011: colazione alle ore 8<br />
a seguire trasferimento in pulman con destinazione<br />
Bassano del Grappa via Fosse, visita con passeggiata<br />
alla statua del generale Giardino, attraversamento<br />
del centro storico della città, brindisi<br />
presso la sede della sezione alpini Montegrappa.<br />
Ore 12 partenza in pullman dalla località Ponte<br />
degli Alpini con destinazione trattoria da Palmerino,<br />
locale consigliato dalla “Venerabile Confraternità<br />
del bacalà”. Ore 15 visita alla sede alpini<br />
di Sandrigo e alla locale villa Sesso Schiavo<br />
al termine ritorno all’hotel per i saluti finali.<br />
Giorgio Casagrande<br />
Cell: 3339772710 - Abt. 0444659428<br />
mailto: sandrigo.vicenza@ana.it
38 - Varie<br />
APPUNTAMENTI E INCONTRI<br />
• SABATO 9 APRILE 2011 a partire dalle ore<br />
14.00, presso il mercato ceresicolo di Montecchia<br />
di Crosara, lo scaglione 12/96 in sevizio<br />
presso la caserma Zannettelli di Feltre nel<br />
1997, dopo 14 anni dal congedo si ritrova per<br />
una giornata di incontro e di festa con i Tacabanda<br />
e intrattenimenti vari. A gran richiesta,<br />
sull’onda dell’entusiasmo e per il senso di partecipazione<br />
si vuole ripetere la festa organizzata<br />
nel 2007.<br />
l gruppo alpino Catelcerino-Fittà, della sezione<br />
di Verona, offre la sua partecipazione organizzando<br />
aperitivo e cena allestendo una tenda<br />
con brande per gli alpini che vorranno rimanere<br />
fino il giorno successivo. Ricordiamo<br />
che la partecipazione alla giornata è aperta anche<br />
alle famiglie e amici. Se qualcuno non si<br />
fosse ancora iscritto è ancora in tempo per farlo<br />
contattando Viero Ernesto allo 3384083563<br />
o Carlotto Nicola allo 3282197052.<br />
Quattro compagni di camerata del 9°/90 si sono ritrovati<br />
nel dicembre 2010 a Belluno per ripercorrere insieme<br />
le tappe della naja. Da sinistra: Davide Peron, Elvio Costalunga,<br />
Luca Novello e Davide Carrieri<br />
• IL GRUPPO DI NANTO ci invia questa foto<br />
(a sinistra) di alcuni alpini della 67 a e 75 a compagnia<br />
del 7° alpini che erano a S. Stefano di<br />
Cadore e si sono reincontrati dopo 25 anni dal<br />
congedo.<br />
Per il prossimo incontro contattare Zanazzo Paolo<br />
al 328/3643567 oppure Novello Mario al<br />
340/7050339.<br />
• Il 14 novembre 2010 si sono ritrovati a Bassano,<br />
per la prima volta dopo 44 dal congedo, UN<br />
GRUPPO DI MONTANINI DEL 3°/65 (nella<br />
foto a sinistra) che hanno svolto servizio militare<br />
nel reparto comando del gruppo di artiglieria “Pieve<br />
di Cadore” di stanza, all’epoca, proprio nella<br />
città del Grappa. Con vero entusiasmo hanno risposto<br />
all’appello gli artiglieri: Zampieri (promotore<br />
dell’incontro), Abbate, Dal Farra, Fedrigo,<br />
Fin, Granconato, Marchetto, Pagotto, Pasinato,<br />
Pellizzaro e Toniolo. A questo primo incontro si<br />
auspica ne possano seguire altri, per questo si suggerisce<br />
di contattare Enrico Zampieri: tel. e fax<br />
0424 580836, cell. 339 8429112 - 347 7607715, e<br />
mail enrico.zampieri.45@alice.it
Varie - 39<br />
BELLE FAMIGLIE<br />
NOZZE<br />
MONTE DI MALO<br />
Zona Monte Cimone - Si festeggia il battesimo di<br />
Elisa Comparin in braccio a papà Stefano classe 1977<br />
7° alpini Btg Feltre. A destra il nonno paterno Corrado<br />
classe1942 7°alpini btg Cadore (entrambi soci gr.<br />
Laghi) a seguire il padrino Denis Lighezzolo classe<br />
1976 7° alpini btg Feltre (socio gr. Posina), a sinistra<br />
il nonno materno e il capozona Lorenzo Mottin classe<br />
1951 8° alpini btg Tolmezzo (socio gr. Seghe di<br />
Velo); in basso i futuri alpini! Samuele e Daniele.<br />
Dario Marcolin nel giorno del matrimonio con Erika,<br />
con loro il papà Bruno e i fratelli della sposa<br />
Vittorino, Diego e Moreno Cocco.<br />
CHIAMPO<br />
Ceretta Andrea con Puja<br />
SANDRIGO<br />
ALPINI CHE SI<br />
FANNO ONORE<br />
Filippo Cappozzo con Sara e il piccolo Tommaso.<br />
Alla bella giornata non hanno potuto mancare<br />
gli alpini di Sandrigo.<br />
TORRESELLE<br />
Giuliano Toniolo con Thushani.<br />
L’alpino Cesare Dalla Costa del gruppo di Laghi riceve<br />
il diploma e la croce d’oro per le raggiunte100<br />
donazioni di sangue.
40 - Varie<br />
NATI<br />
NATI<br />
ARZIGNANO<br />
Giacomo Bedeschi di Giovanni e Daniela<br />
BASTIA DI ROVOLON<br />
Adele Mansour di Tiberio e Tiziana Zanella<br />
CAGNANO<br />
Mattia Soldà di Luca ed Elena<br />
VALLI DEL PASUBIO<br />
Daniele Busellato di Dario e Daniela<br />
Nicola Vigato di Fabio e Daniela<br />
ZOVENCEDO<br />
Anna Franceschini di Alessandro e Gigliola<br />
CALTRANO<br />
Andrea Dal Santo di Daniele e Gigliola<br />
GAMBELLARA<br />
Viola Citro di Alfonso e Valeria Dalla Pellegrina<br />
LUGO VICENTINO<br />
Anna ed Emma Lanaro di Michele e Stefania<br />
LUMIGNANO<br />
Giulia Zampogna di Mirko e Patrizia Cabrellon<br />
NOZZE DI DIAMANTE<br />
ENNA S. CATERINA<br />
Nicolò Dal Prà e Maria Sartore<br />
MALO<br />
Veronica Savio di Andrea e Laura Zanella<br />
Gabriele Amatori di Luca ed Elena Barbieri<br />
MOLINO DI ALTISSIMO<br />
Filippo Dal Cappello di Denis e Anna<br />
MONTORSO<br />
Giulia Ferrari di Davide e Silvia<br />
POSINA<br />
Linda Lighezzolo di Mirko e Anna Serman<br />
Davide Cervo di Michele e Patrizia Vigna<br />
SETTECA'<br />
Rafael Guzzo di Michele e Railda<br />
ISOLA VICENTINA<br />
Marcello Maistrello e Caterina De Tomasi<br />
S. PIETRO MUSSOLINO<br />
Diletta Antoniazzi di Mauro e Anna Rancan<br />
TONEZZA DEL CIMONE<br />
Michele Campana di Roberto e Luciana Fontana<br />
Alessia Dellai di Giovanni ed Elisabetta Fontana
Varie - 41<br />
NOZZE DI DIAMANTE<br />
NOZZE D’ORO<br />
MELEDO DI SAREGO<br />
Romolo Chiarello e Leonilde Gelso<br />
BRESSANVIDO<br />
Luigi Servani e Rosina Scuccato<br />
SCHIO<br />
Aldo Scortegnagna e Rina<br />
CAMPEDELLO<br />
Giuseppe Valdemarca e Angelica Casarotto<br />
CARMIGNANO DI BRENTA<br />
Ovidio Luisotto e Antonia Miotto<br />
Visite con guida sui<br />
Luoghi della Memoria<br />
L’accompagnatore turistico Mario Nicolato, segretario del<br />
gruppo alpini di Lonigo, è disponibile ad accompagnare gratuitamente<br />
piccoli gruppi di alpini e familiari sui luoghi della<br />
memoria della Grande guerra: fortificazioni, trincee, ricoveri,<br />
sentieri e altro, opere recentemente recuperate sull’Altopiano<br />
di Asiago, a Tonezza, sul Pasubio e sul Novegno.<br />
Sono preferibili i giorni feriali. Gli interessati possono telefonare<br />
ai numeri 0444 831469 e 348 3227918, o inviare<br />
una mail a: marionicolato@libero.it .
42 - Varie<br />
NOZZE D’ORO<br />
NOZZE D’ORO<br />
CARRÈ<br />
Celeste Pettinà e Lucia Fontana<br />
ISOLA VICENTINA<br />
Mario Brunello e Emilia Rossetto<br />
DUEVILLE<br />
Augusto Perin e Maria Longo<br />
MAROLA<br />
Silvano Piva e Agnese Leonardi<br />
GRUMOLO DELLE ABBADESSE<br />
Lorenzo Longhin e Mercedes Milan<br />
MONTEGALDA<br />
Ireneo Crivellaro e Agnese Tadiello
Varie - 43<br />
NOZZE D’ORO<br />
NOZZE D’ORO<br />
MONTICELLO CONTE OTTO<br />
Sante Trivelin e Maria Sasso<br />
SANTORSO<br />
Pietro Giovanni Rubini e Antonietta Gasparella<br />
PASSO DI RIVA<br />
Domenico Zanazzo e Emilia<br />
TORREBELVICINO<br />
Edoaro Poier e Agnese Roso<br />
POZZOLO<br />
Gelindo Montesello e Armida Giacomuzzo<br />
VICENZA - BORGO CASALE<br />
Carlo Creazzo e Lina Zolin
44 - Un nostro amico hai chiesto alla montagna<br />
Il vessillo sezionale è listato a lutto per la scomparsa di numerosi amici alpini.<br />
Alla loro memoria vada il nostro pensiero riconoscente per la dedizione associativa dimostrata.<br />
Ai congiunti dei soci scomparsi giungano, nel momento del dolore, le più sentite condoglianze<br />
ed i sensi della solidarietà fraterna delle “penne nere” vicentine.<br />
ANCONETTA<br />
ARZIGNANO<br />
BOLZANO VIC.<br />
CASTEGNERO<br />
CHIUPPANO<br />
Nereo Furlan<br />
Pietro Zini<br />
cl. 1929<br />
Rgt. art. montagna<br />
Antonio Armando Marenda<br />
Luigi Casarotto<br />
cl. 1935<br />
Mario Guzzonato<br />
cl. 1939<br />
7° Alpini btg. Belluno<br />
ARCUGNANO<br />
ARZIGNANO<br />
CAMPEDELLO<br />
CHIAMPO<br />
COGOLLO DEL CENGIO<br />
Sergio Sabbadin<br />
cl. 1944<br />
7° Rgt. Alpini<br />
Angelo Zulpo<br />
cl. 1939<br />
btg. Belluno<br />
Piergiorgio Sartori<br />
cl. 1939<br />
btg. Val Cismon<br />
Ezio Bertoldi<br />
cl. 1937<br />
comando TA<br />
Gino Dall’Osto<br />
cl. 1931<br />
6° Rgt. art. montagna<br />
ARZIGNANO<br />
BASTIA DI ROVOLON<br />
CAMPEDELLO<br />
CHIAMPO<br />
COGOLLO DEL CENGIO<br />
Antonio Ferrari<br />
cl. 1928<br />
9° Alpini btg. <strong>Vicenza</strong><br />
Enzo Tessari<br />
cl. 1950<br />
Franco Casarotto<br />
cl. 1938<br />
btg. Belluno<br />
Bruno Belfiore<br />
cl. 1943<br />
3° Rgt. art. montagna<br />
Guido Vajente<br />
cl. 1946<br />
Btg. Feltre<br />
ARZIGNANO<br />
BOLZANO VIC.<br />
CALTRANO<br />
CHIAMPO<br />
COGOLLO DEL CENGIO<br />
Claudio Tibaldo<br />
cl. 1934<br />
Cp. genio btg. Cadore<br />
Giovanni Corradin<br />
cl. 1935<br />
btg. Cadore<br />
Delmino Trevisan<br />
cl. 1930<br />
btg. Tolmezzo<br />
Marco Dal Grande<br />
cl. 1940<br />
Btg. Feltre<br />
Sergio Pellegrini<br />
cl. 1938<br />
btg. Belluno
45<br />
DUEVILLE<br />
LAPIO<br />
MAROLA<br />
MONTECCHIO PREC.<br />
ORGIANO<br />
Giovanni Brazzale<br />
cl. 1932<br />
7° Rgt. Alpini<br />
Orlando Baldinazzo<br />
7° Alpini btg. Feltre<br />
Alfonso Mattiello<br />
cl. 1936<br />
6° Rgt. Alpini btg. Bassano<br />
Giovanni Buttiron<br />
cl. 1934<br />
gr. Agordo<br />
Adriano Scavazza<br />
cl. 1938<br />
GAMBELLARA<br />
LISIERA<br />
MOLINO DI ALTISSIMO<br />
MONTE DI MALO<br />
PIOVENE ROCCHETTE<br />
Attilio Santolin<br />
cl. 1933<br />
2° Rgt ar. montagna<br />
Mario Zanini<br />
cl. 1932<br />
bgt. Cadore<br />
Guido Monchelato<br />
cl. 1934<br />
Bgt. Bassano<br />
Luigi Casara<br />
cl. 1946<br />
Cesare Segalla<br />
cl. 1936<br />
btg. Cadore<br />
GRISIGNANO DI Z.<br />
MALO<br />
MONTEBELLO VIC.<br />
MONTEVIALE<br />
PIOVENE ROCCHETTE<br />
Giancarlo Toniolo<br />
cl. 1943<br />
6° Rgt. art. montagna<br />
Giancarlo De Vicari<br />
cl. 1957<br />
7° Alpini btg. Cadore<br />
Giovanni Storato<br />
6° Rgt. art. da montagna<br />
Ampelio Cegalin<br />
cl. 1924<br />
Giancarlo Zindoni<br />
cl. 1934<br />
btg. Belluno<br />
GRUMOLO D. ABB.<br />
MALO<br />
MONTECCHIO PREC.<br />
MOTTA DI COSTABIS.<br />
POZZOLO DI VILLAGA<br />
Giovanni Garro<br />
cl. 1938<br />
7° Alini btg. Feltre<br />
Antonio Osele<br />
cl. 1924<br />
9° Alpini btg. <strong>Vicenza</strong><br />
Giacomo Boscato<br />
cl. 1948<br />
8° Rgt. Alpini<br />
Arcangelo Dall’Amico<br />
cl. 1958<br />
7° Alpini btg. Cadore<br />
Luigi Castagna<br />
cl. 1938<br />
gr. Belluno
QUINTO VICENTINO<br />
SCHIO<br />
SCHIO<br />
THIENE<br />
VICENZA - S.LAZZARO<br />
Francesco Ceccato<br />
Terenzio Miotello<br />
cl. 1920<br />
Div. Tridentina<br />
Massimiliano Chemello<br />
cl. 1950<br />
6° Rgt. art. montagna<br />
Luigi Dalla Costa<br />
cl. 1945<br />
btg. Bassano<br />
Antonio Bassanese<br />
cl. 1938<br />
6° art. montagna gr. Agordo<br />
S.PIETRO IN GU’<br />
SCHIO<br />
SCHIO<br />
TORREBELVICINO<br />
VILLAGANZERLA<br />
Bruno Bassi<br />
cl. 1948<br />
6° Rgt. art. montagna<br />
Renato Baron<br />
cl. 1921<br />
btg. <strong>Vicenza</strong><br />
Angelo Cavaliere<br />
cl. 1920<br />
btg. <strong>Vicenza</strong><br />
Gianfranco Doppio<br />
cl. 1939<br />
7° Rgt. Alpini<br />
Elio Calgarotto<br />
7° Rgt. Alpini<br />
S. VITO DI BRENDOLA<br />
SCHIO<br />
SCHIO<br />
VALLI DEL PASUBIO<br />
Bruno Menon<br />
cl. 1935<br />
7° Rgt. Alpini<br />
Giuseppe Dalla Fina<br />
cl. 1918<br />
btg. <strong>Vicenza</strong><br />
Mario Conforto<br />
cl. 1908<br />
btg. <strong>Vicenza</strong><br />
Antonio Corradin<br />
cl. 1939<br />
7° Rgt. Alpini<br />
S.VITO DI LEGUZZANO<br />
SCHIO<br />
SEGHE DI VELO<br />
VICENZA - LAGHETTO<br />
Luigi Dal Maistro<br />
cl. 1934<br />
btg. Belluno<br />
Antonio Dall’Igna<br />
cl. 1920<br />
btg. <strong>Vicenza</strong><br />
Elsi Zuccollo<br />
cl. 1928<br />
8° Rgt. Alpini<br />
Orlando Meliti<br />
cl. 1938<br />
btg. Feltre<br />
SAREGO<br />
SCHIO<br />
SOSSANO<br />
VICENZA - S.LAZZARO<br />
Eugenio Gazzetto<br />
9° Alpini btg. <strong>Vicenza</strong><br />
Lino Rader<br />
cl. 1929<br />
11° Rgt. Alpini<br />
Luigi Sbicego<br />
cl. 1918<br />
Roberto Dalla Pozza
Varie - 47<br />
RINNOVO DIRETTIVI<br />
per il triennio 2011-2013<br />
ALMISANO<br />
Capogruppo: Casella Gino<br />
Consiglieri: Belluzzo Renato, Garbin Ivano, Bressan<br />
Mauro, Ziggiotto Silvano, Vecchiato Bruno, Marteletto<br />
Luciano.<br />
ARZIGNANO<br />
Capogruppo: Marchetti Paolo<br />
Consiglieri: Bertinato Flavio, Boschetti Antonio, Concato<br />
Mauro, Concato Sergio, Conzato Roberto, Dalla<br />
Barba Vittorino, Dalla Valeria Roberto, Dal Molin<br />
Luca, Faccio Giovanni, Frizzo Antonio, Galiotto Sergio,<br />
Gentilin Francesco, Giordani Dario, Lorenzi Guerrino,<br />
Lunari Luciano, Magnaguagno Arturo, Marana<br />
Roberto, Marcheluzzo Giovanni, Marchesini Roberto,<br />
Piazza Dario, Pizzolato Francesco, Reginato Giovanni,<br />
Rosa Giulio, Zanvettore Donato.<br />
CAMISANO VICENTINO<br />
Capogruppo: Marchiori Lino<br />
Consiglieri: Girardini Plinio, Peron Maurizio, Zebele<br />
Marco, Baldo Paolo, Marcolin Fabio, Daddelli Pierluigi,<br />
Cappellari Mario, Rancan Luca, Miotto Ivan,<br />
Rigoni Massimo, Bozzolan Bruno, Bardella Luigi,<br />
Bagnara Luciano, Paulon Adriano, Pezzolo Adriano,<br />
Padovan Gianni.<br />
GRISIGNANO DI ZOCCO<br />
Capogruppo: Paggin Tristano<br />
Consiglieri: Penello Carlo, Dainese Lorenzo, Fracca<br />
Guido, Maistrello Virginio, Donadello Giordanino,<br />
Mazzucco Paolo, Donadello Giorgio, Vellere Bruno,<br />
Tassinato Artemio, Scarmin Gianluca.<br />
MONTEBELLO VICENTINO<br />
Capogruppo: Andreolli Giovanni<br />
Consiglieri: Zanoni Luigi, Lovato Mario, Rovizzi Nicola,<br />
Framarin Luca, Bonin Gianni, Cederle Lino,<br />
Framarin Mirko, Montagna Giuseppe, Pegoraro Pietro,<br />
Rossin Danilo, Xotta Bruno, Vencato Vittorio.<br />
sella Fabio, Crestanello Silvano, Dal Bosco Gaetano,<br />
Dal Bosco Mario, Dal Santo Ruggero, Girardin Angelo,<br />
Masero Erminio, Menaldo Giancarlo, Panozzo<br />
Pietro Rino, Pretto Giovanni, Toniolo Silvano.<br />
TORRESELLE<br />
Capogruppo: Massignani Luciano<br />
Consiglieri: Cazzola Arduino, Pianalto Tiziano, Povolo<br />
Luigino, La Pietra Giovanni, Pianalto Luigino, Chiumento<br />
Pietro, Ceola Giacomo, Costa Giampietro, Fochesato<br />
Guido, Sottoriva Rinaldo, Toniolo Giuliano.<br />
VICENZA - S. BORTOLO<br />
Capogruppo: Cedrazzi Massimo<br />
Consiglieri: Faccio Omero, Arduin Aldo, Trentin Lorenzino,<br />
Costa Pietro, Carta Pietro, Silvestri Moreno,<br />
Gaspari Andrea, Biolo Giorgio, Chiese Silvano, Valente<br />
Francesco.<br />
VICENZA - SETTECÀ<br />
Capogruppo: Rizzetto Giovanni Battista<br />
Consiglieri: Ziggiotto Tiziano, Pinton Gianni, Zocca<br />
Ottorino, Santagiuliana Lorenzo, Ziggiotto Dario, Bedin<br />
Gianni, Dani Ernesto, Bedin Lidio, Gennaro Ruggero,<br />
Guzzo Michele, Prospero Antonio, Galvan Bruno,<br />
Dalla Silvestra Raffaele, Menegato Mirko, Santagiuliana<br />
Gino, Campiello Giuseppe, Prudenziato<br />
Franco.<br />
VILLAGANZERLA<br />
Capogruppo: Zanotto Francesco<br />
Consiglieri: Carollo Giovanni, Artuso Giampietro,<br />
Caldaro Silvano, Ceretta Natalino, Facchin Giancarlo,<br />
Finello Marcello, Lazzari Domenico, Martinello<br />
Giampietro, Martinello Roberto, Pavan Evelino, Scapin<br />
Francesco, Toniolo Giovanni.<br />
ZUGLIANO E GRUMOLO<br />
Capogruppo: Cengia Bruno<br />
Consiglieri: Schiesaro Tullio, Borgo Giuseppe, Busa<br />
Bortolo, Cornolò Vittorio, Dalle Carbonare Francesco,<br />
Dal Ferro Mario, Leonardi Massimo, Rigon Albino,<br />
Simoni Andrea, Spagnolo Roberto, Zigliotto<br />
Romeo.<br />
PIOVENE ROCCHETTE<br />
Capogruppo: Gasparini Mirco<br />
Consiglieri: Augeri Filippo, Fabris Valentino, Bernardi<br />
Gianluca, Boriero Bruno, Boriero Remigio, Ca-
Le nostre montagne<br />
La Madonnina della Sisilla nel suo vegliare sull’Alpe di Campogrosso.<br />
Questa bella immagine l’ha mandata Adelio Casagrande, del gruppo di Torri-Lerino<br />
Tutti i soci possono mandare foto delle montagne vicentine da pubblicare nella quarta pagina di copertina di Alpin fa grado.<br />
Basta spedirle per e-mail a alpinfagrado@anavicenza.it (per esigenze tipografiche devono essere di almeno 500 KB)