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Nello zaino - Sezione Vicenza

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ANNO 2012 - NUMERO 1 - MARZO - Trimestrale - E 3,50 - Poste Italiane S.p.A. - Spediz. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) - Art. 1 comma 1, NE/VIIn caso di mancato recapito rinviare all’ufficio di <strong>Vicenza</strong> CPO, per la restituzione al mittente, che si impegna a corrispondere l’importo dovutoI bambini e il Tricolore


2- La feritoia del TorrioneMotorizzati a pièe...l’alpin l’è sempre quelLuigi GirardiCome si addice ad un capo che si accingeal buon ritiro, il nostro presidenteCorrado Perona sta preparando le consegne dellanave Ana al suo successore: con le macchine in ordinee una rotta ben segnata; non sgombra da scogli e buferema affrontabili con preparazione e idee chiare checonsentano di condurre con sicurezza un patrimonio diuomini e risorse, fuori dalle secche e i relitti che ingombranoil percorso.Il presidente ha voluto coinvolgere il grandepopolo degli alpini in una radiografiadel presente dell’Associazione, per tracciareil panorama di quello che vorremmofosse il nostro futuro; ha impegnato la partefinale del 2011 in un tour de force chelo ha portato a incontrare le tante sezionisparse sullo stivale.A fine novembre noi lo abbiamoospitato in territorio ritenuto daqualcuno quasi extracomunitario:San Pietro in Gù, remoto borgo dellaprovincia padovana, che pur hadato i natali all’Antonio nazionale.Nei nostri confronti Perona siè espresso in termini di riconfermatastima e apprezzamento per comeabbiamo gestito lo studio e presentato ilrisultato dei lavori sul tema “Il futuro dell’Ana”.Un riconoscimento comunque più per il metodo che peruna sostanza, che si è rivelata orfana di quel colpo di geniotale da far esclamare: “Haaa..., ecco quel che ci vuole!”L’esclamazione non si è udita a San Pietro in Gù ma ci risultanemmeno a Bergamo o a L’Aquila e neanche a Milanoo Torino. Credo non sia stata pronunciata semplicementeperché quello che c’era e c’è da spendere è già statospeso; frugandoci le tasche si sono travati soltanto pochispiccioli.Ma già questo può essere considerato un risultato positivo,da cui trarre rinnovato stimolo a ottimizzare l’impiegodel nostro patrimonio di risorse storiche, culturali e operative,adeguando il tutto a un mutato contesto storico-socialein cui ci troviamo e soprattutto ci troveremo a viverenoi e quelli che verranno dopo di noi.Sull’operazione “Il futuro dell’Ana” - lungi dal volernesminuire lo spirito - si potrebbe essere indotti ad esprimercicon un “niente di nuovo sotto il sole” e in parteè vero. Continueranno infatti - e per fortuna - essercialpini che mostrano con orgoglio la foto che li ritrae conil Presidente e che conservano nelle narici l’acre odoredel vecchio compagno mulo; ci saranno sempre - speriamo- quelli che all’Adunata Nazionale ci vanno quasicome pellegrini alla Mecca. Tra costoro affondano lenostre radici: sono i nipoti e figli di tanti veri eroi chehanno scritto la storia, divenuta leggenda del Corpo degliAlpini. Mai penseremo e vogliamo però viveredi rendita o abbandonarci all’inerzia. Sicuramentenon demorderemo nella missionedi proselitismo tra i pigri o distrattie svilupperemo solidi rapporti con i repartiin armi, perché non si allenti quelcordone ombelicale che ci unisce al nostroieri.Familiarizzeremo con nuove forme di comunicazionee informazione, mentre scoraggeremocomportamenti beceri e pocoadatti a gente seria quali siamo noi, uominidella montagna.Accetteremo con comprensione anche alleimpennate verbali o comportamentalidei nostri ragazzi, certamente in buonafede anche se a volte maldestre come ipassi di un vitellino appena nato. Si devonoforgiare, crescere, sbagliare e migliorarsi:proprio come abbiamo fattonoi, figli del dopoguerra.“Se continueremo ad essere quelli di sempre, potremo sperare- scriveva Corrado Perona nell’editoriale de L’Alpinodi Dicembre e più avanti continuava: Per una buonainiezione di fiducia basterebbe prendere atto che siamosempre gli stessi: osserviamo le regole, ci dedichiamo aglialtri, vigiliamo sui valori fondamentali e amiamo la nostraPatria”.Sono le tavole della legge degli alpini. Questo è il futurodell’Ana. Essa vivrà finchè ci saranno alpini che sannoguardare avanti, senza perdere il contatto con il passato,perché noi siamo quello che siamo stati e saremo quelloche sapremo tramandare, senza scordare che:“Motorizzati a pièe - la penna sul cappello - lo <strong>zaino</strong> affardellato- l’alpin l’è sempre quello.”


4- <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong>Si è svolta il 26 febbraio scorso in Sala Palladio dell’Ente Fiera di <strong>Vicenza</strong>Assemblea dei delegati 2012La vita associativa a 360°Federico MurzioI rendiconti economici sono statiapprovati, e la strada per i prossimimesi è tracciata; questo il senso dell’assemblea dei delegatidel 26 febbraio scorso svoltasi nella sala Palladio dellaFiera di <strong>Vicenza</strong>.A presiederla c’era Sebastiano Favero, trevigiano, attualevice presidente nazionale e fresco candidato alla presidenzanel maggio 2013, quando Corrado Perona lasceràl’incarico. In rappresentanza delle Truppe Alpine c’eraanche il colonnello Stefano Fregona, vice comandante del7° Alpini, reparto al quale molti di noi sono legati.Non hanno voluto mancare le autorità (applauditissimealla fine dei loro interventi) che hanno testimoniatoammirazione e gratitudine per il lavoro delle penne nere.C’era Achille Variati, sindaco di <strong>Vicenza</strong>; c’erano NereoGalvanin e Roberto Ciambetti,rispettivamente assessoreProvinciale e Regionale.Hanno relazionato l’assembleasugli affari economiciil tesoriere ArcangeloMurzio e il revisore dei contiNicola Paganotto.Ha preso la parola per unbreve saluto anche AntonioMunari, delegato della sezioneberica a Milano.Protezione Civile e CulturaAlpina. Nella relazionemorale sullo stato di salutedell’Associazione, ilpresidente Giuseppe Galvaninha illustrato, nel dettaglio,tutte le attività svoltesu input della sezione. Dalleadunate al Gruppo Sportivo, dalla Fanfara Storica allaCommissione Giovani, dai lavori a Fossa (in Abruzzo)alla Casa per Luca, da Alpin Fa Grado alla CommissioneCultura, dalla Giornata Alpina della Solidarietà allaProtezione Civile: una vita associativa a 360°.Giuseppe Galvanin ha delineato il sentiero che l’associazioneintraprenderà nel prossimo futuro. Due, allafine, le fondamenta sulle quali la sezione costruirà lapropria attività: la diffusione della “cultura alpina” (amorpatrio, solidarietà e spirito di servizio) e la protezionecivile.E’ stato accolto con un applauso l’annuncio di AchilleVariati che conferma l’accordo di programma tra Comunedi <strong>Vicenza</strong>, Ulss e Regione Veneto grazie al qualein località Laghetto, gli alpini avranno a disposizione gratuitamentecirca 10mila mq da destinare a deposito logisticoper la colonna mobile della protezione civile del Triveneto.Sezionale, Triveneto e Nazionale. Anche sul frontedei raduni associativi ci sono delle novità importanti. As-Galvanin parla alla platea


<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 5sodato che in occasione del 90°anniversario della fondazionel’adunata sezionale si svolgerànel capoluogo berico (responsabiledella commissione creataad hoc è il vice presidentevicario Enzo Paolo Simonelli,ndr), la notizia è che l’adunatadel Triveneto nel 2013 siterrà a Schio.Buone nuove anche sulfronte della ventilata ipotesiche l’Adunata Nazionale del2016 si svolga a <strong>Vicenza</strong>. Se alivello di scelte associative nontrapela nulla di ufficiale, sia ilsindaco Variati sia l’assessoreregionale Roberto Ciambettihanno già assicurato che le istituzionisaranno a fianco dellepenne nere vicentine nel caso <strong>Vicenza</strong> fosse prescelta.Critica e rispetto delle regole. Forse mai come inquesta assemblea si sono accentuati i toni sul “diritto dicritica”, “correttezza della critica” e sul rispetto delle regoleassociative. Ne hanno parlato Giuseppe Galvanin,Antonio Munari e Sebastiano Favero. Fermo restando cheognuno ha facoltà di esprimere le proprie opinioni in uncontesto di dialettica costruttiva, il concetto espresso dairelatori è questo:«Chiunque non rispetta le regole, è fuori dall’Associazione».Galvanin consegna l’assegno ai rappresentanti di Metis AfricaSolidarietàd’oltre confiniSono intervenuti, ospiti d’onore delle pennenere, i rappresentanti di Metis Africa (una onlusnata a Verona nel 2001), ai quali è statoconsegnato un assegno di duemila euro. Il denaro,raccolto in occasione della Giornata Alpinadella Solidarietà 2011, è destinato all’acquistodi un ecografo per il piccolo ospedaledi Sangha nel Mali, nella martoriata regioneDogon dove la mortalità infantile è al35%. Giulia Valerio, una della fondatrici diMetis, nel saluto di ringraziamento ha ripercorsola storia associativa, descrivendo le finalità,i progetti didattici e sanitari, il lavoroe il territorio dove Metis opera e soprattuttole condizioni della popolazione Dogon: cosìpovera eppure con un alto spirito di ospitalitàe dignità. «Ringraziamo gli alpini, così lontani e così vicini per la generosità e la gratuità del loro lavoro»ha chiosato Giulia Valerio.Maggiori informazioni su Metis Africa Onlus su www.metisafrica.org; e-mail: metisafrica@libero.it


6- <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong>A Zanè il ricordo di NikolajewkaIn occasione dell’80° di fondazione del Gruppo, il tributo agli alpini di RussiaAl monumento ai Caduti viene aggiunta la targa che ricordaMatteo Miotto (foto Maurizio Mattiolo)L’intervento del presidene sezionale Giuseppe GalvaninGli alpini di Zanè hanno festeggiato nelmodo migliore la commemorazione della battagliadi Nikolajewka, fatta ogni anno dalla<strong>Sezione</strong> Ana di <strong>Vicenza</strong>, abbinandola allemanifestazioni per l’80° anniversario dellafondazione del loro Gruppo, rendendo cosìla <strong>Sezione</strong> partecipe di uno dei momenti piùimportanti e toccanti della vita associativa.Nell’esatto giorno della battaglia, il 26 gennaio,al centro socioculturale, il gruppo haorganizzato una serata culturale guidata dall’alpinoGianni Periz. Già caporedattore diAlpin fa Grado tra il 2007 e il 2009, studiosoe profondo conoscitore della Campagnadi Russia, Periz ha illustrato la cronistoriadegli eventi, proponendo al numeroso pubblicoalcuni documentari originali. A conclusione,è stata consegnata una targa ricordoai familiari dei dispersi e delle vittime inRussia; come sempre, con l’umiltà che distinguegli alpini, il tutto è stato fatto “per non dimenticare”.La celebrazione ufficiale ha visto la numerosa presenzadi alpini provenienti da tutti i gruppi della <strong>Sezione</strong>:più di un migliaio di penne nere hanno sfilatodopo le deposizioni delle corona a ricordo dei cadutidi tutte le guerre al monumento in PiazzaAldo Moro. Contestualmente, al monumentodell’alpino c’è stata, in ricordo del caporalmaggiore Matteo Miotto, l’affissione di unatarga ricordo, con la presenza delle autoritàcivile e religiose (portato il cappello di Matteo,c’erano i genitori e molti concittadinie amici dell’alpino caduto in Afganistan).Hanno presenziato il presidente sezionaleGiuseppe Galvanin, il sindaco di ZanèAlberto Busin, l’assessore regionale ElenaDonazzan, parecchi consiglieri provinciali;molti gagliardetti di gruppo. Dal monumentoall’Alpino fino alla chiesa di SS Pietro ePaolo, con la Fanfara Storica della <strong>Sezione</strong>,la sfilata è proseguita per le vie del paese.Celebrata la messa nella chiesa parrocchialedove, per l’occasione, ha portato ilsaluto il nuovo parroco don Luigi.Il rito è stato accompagnato dal coroANA di Thiene.


<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 7La celebrazione all’Istituto Trentocon la vedova di Silvano CampanaL’anniversario di Nikolajewka è stato celebrato anche all’istitutoTrento di <strong>Vicenza</strong>, dove vive la signora Elda De Vincenzi,vedova di Silvano Campana, alpino del Battaglione <strong>Vicenza</strong>, unodei pochi che riuscirono a tornare sani e salvi dalla Russia. Più di50 anni dopo quei tragici fatti, in base agli appunti annotati concura, scrisse i suoi ricordi, ora custoditi dal Gruppo Tosato. In occasionedell’anniversario di Nikolajewka la vedova ha donato queiricordi anche al “Trento” e attorno a questo gesto si è svolta lasemplice cerimonia.Silvano Campana aveva appena19 anni quando partì perla Russia. Il suo non è un raccontoepico alla Bedeschi o allaRigoni Stern: la vita di caserma,le tante cose che nonvanno, la partenza per il fronte;non andò in prima linea, facevalo scritturale e nel suo raccontorende bene com’era lavita lontano dal fronte. Ma sitrovò pure lui davanti ai russia Nikolajewka, anche lui puntòil ’91 contro i giganteschi T34.Elda De Vincenzi con ilcappello del maritoE il battesimo del fuoco non èquello di un eroe, ma di un ventenneche se la fece addossoSilvano Campana, in Russia a 20 annidalla paura… Trovò il treno giusto per tornare frai primi a <strong>Vicenza</strong>, ma se in Russia era stato lontanodalla prima linea, a casa fu protagonista dellaguerra partigiana, fu catturato e torturato dai fascisti;quando le cose sembravano volgere al peggioarrivarono gli americani.Su questi momenti della sua vicenda il presidentedell’Ipab Giovanni Rolando ha impostato lacerimonia: il consigliere comunale Marco Appoggiha riassunto la storia dell’alpino Campana, il presidenteprovinciale dell’Anpi Mario Faggion si èsoffermato sulle vicende da partigiano, il giornalistaDino Biesuz ha parlato del significato di Nikolajewkaper gli alpini, presenti con una rappresentanzadel Gruppo Tosato.La signora Teresa ha seguito con interesse i varidiscorsi ed è intervenuta più volte per aggiungereparticolari e ricordi.Foto e documenti nella Baita degli alpini a CastegneroComune di Castegnero e Gruppo alpini di Villaganzerla hanno presentato,nella Baita degli Alpini di Castegnero, la mostra di foto e documenti “ Nei percorsidella memoria” , riguardanti la Campagna di Russia, con particolare riferimentoalla battaglia di Nikolajewka e alle truppe alpine che vi hanno partecipato.Dopo il saluto del sindaco di Castegnero, Giancarlo Campagnolo, il presidentedella <strong>Sezione</strong> Ana Giuseppe Galvanin ha ricordato l’importanza dellabattaglia, che ha permesso a migliaia di alpini di superare l’ultimo ostacolo primadi rientrare in Italia, in condizioni climatiche impossibili. La serata è proseguitacon il Coro Alpino di Lumignano, che ha eseguito alcuni canti a tema, tracui “Nikolajewka, dammi i tuoi valek” e “Natale 1942”. La rievocazione storicaè stata fatta dal generale Domenico Innecco, il quale, attraverso i suoi ricordi digiovani ufficiale alpino, ha descritto le ferite nel cuore di quel tragico evento che ancora portavano i suoi superiori, reduci dalla campagnadi Russia.Al termine è stato proiettato un filmato storico che descrive, con materiale originale, la ritirata di russia. Alla serataha partecipato anche l’ultimo reduce di Russia di Castegnero, il carabiniere Orazio Frasson, che ottenne la medaglia di bronzo alv.m. per i suoi atti di valore durante la ritirata. Un ultimo canto è stato dedicato al Giorno della Memoria.Molti ringraziamenti sono andati a Valentino Dalla Costa, curatore della mostra, ed a Roberto Martinello, socio del GruppoAna. che ha dedicato molto tempo per organizzare l’ esposizione e presenziare per tutta la settimana durante le visite delleclassi della scuola media di Villaganzerla.


8- <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong>L’Epifania tra ricordo e solidarietàHa celebrato don Urbani in partenza per Gerusalemme. Assenti politici e istituzioniUna chiesa gremita ha accolto lo scorso 6 gennaioil vessillo, il consiglio direttivo sezionale ei gagliardetti dei tanti gruppi presenti. Ormai èun appuntamento tradizionale che si rinnova dianno in anno da almeno quattro lustri, la messadell’Epifania al Patronato Leone XIII. E’ il primoincontro dell’anno per le penne nere che inquesto modo ricordano quanti sono “andati avanti”nel corso dell’anno precedente.La celebrazione religiosa è stata ufficiata dadon Gianantonio Urbani e animata dalle suggestivemelodie del Coro Gramolon di MontebelloVicentino, al suo debutto ufficiale in veste diCoro Ana; grande commozione all’ascolto dellaPreghiera dell’Alpino letta dal consigliere sezionaleGiampietro Gollin.Oltre al presidente Giuseppe Galvanin e buona partedel consiglio sezionale (una decina gli assenti) sedevanosui primi banchi Giobatta Danda (applauditissimodai presenti, ndr), reduce della campagna di Russiae alpino pluridecorato; il generale Maurizio Gorza,già responsabile nazionale della Protezione Civile Ana;il generale Domenico Innecco, da sempre vicino allaDa Marano a GerusalemmeAnche quest’anno la messa è stata celebrata dadon Gianantonio Urbani. Già caporale degli alpini,ha così voluto sottolineare il legame di amiciziaprofonda con le penne nere della sezione. Daun paio d’anni il sacerdote, originario di Marano,è a Gerusalemme dove cura l’ufficio diocesano deipellegrinaggi in Terrasanta e dove studia Scienzebibliche e archeologia. Di tanto in tanto, don Gianantonioattraversa il confine tra Israele e la Cisgiordaniae si reca a Betlemme al Caritas BabyHospital.Questa struttura ospedaliera è riservata alla curadei bambini in un territorio che, notoriamente,si segnala per le alte percentuali di mortalità infantile.Al Caritas Baby Hospital sono state devolutele offerte raccolte durante la celebrazione religiosa.<strong>Sezione</strong> e che da qualche anno presiede la Lega ItalianaLotta ai Tumori berica. Di solito così numerosi aglieventi degli alpini, questa volta mancavano i rappresentantiistituzionali e gli amministratori locali nonostante,come ha informato Galvanin a cerimonia conclusa,«fossero stati invitati con largo anticipo». A questiultimi, in ogni caso, il presidente ha esteso l’auguriodi un buon 2012 «con la speranza che possano prendereesempio di sobrietà e impegno civile dall’AssociazioneNazionale Alpini».Proprio sulla solidarietà e sul senso di responsabilitàdelle penne nere nei confronti del prossimo, Galvaninha incentrato il breve saluto ai presenti. «La nostrasocietà sta vivendo una delle sue peggiori parentesistoriche: la grave crisi economica che ci attanagliae ci preoccupa, ha palesato ben più profonde carenzeetiche e morali. Tra tutto si salva l’umile, quasiinosservata, opera degli alpini. La genuina volontà difar del bene, di aiutare gli altri, siano essi singoli oamministrazioni pubbliche, fa parte del nostro Dna.Dobbiamo continuare a percorrere questa strada: unavia che ci è congeniale, forse l’unica che conosciamo,ma è l’unica sulla quale ci sentiamo a nostro agio. Ese il nostro lavoro, da sempre lontano dai riflettori deimass-media, può essere preso a modello da altri, tantomeglio. Per noi, vale il nostro passato e il nostropresente».F.M.


<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 9Solenne commemorazione a Thiene per il primo anniversario della scomparsaSeguiamo l’esempio di MatteoNel primo anniversario della scomparsa è stato ricordatoa Thiene Matteo Miotto, caduto in combattimentoin Afganistan il 31 dicembre 2010. Una commossae molto partecipata cerimonia, alla presenza dimolte autorità, sezione e gruppi Ana, alpini in armi e incongedo, che si sono stretti attorno ai parenti. Prima c’èstata la messa, poi il lento corteo, ritmato dalla sezionetamburi della Fanfara storica, fino al cimitero dove c’èstato l’omaggio alla tomba. E’ stato ritenuto opportunonon dare spazio a discorsi di circostanza, per lasciare aiparenti la possibilità di raccogliersi in silenzio nel ricordo.Alcune considerazioni sulla cerimonia il vice presidentevicario della <strong>Sezione</strong> Ana, Enzo Paolo Simonelli,le riporta così su Alpin fa Grado.“Sono commosso ed estremamente colpito dallagrande partecipazione a questa cerimonia di commemorazionead un anno dalla scomparsa di Matteo .Questo significa che il messaggio è arrivato ed ha fattosì che oggi ci sentiamo sempre più uniti alla sua fa-miglia nel suo ricordo . Ci interroghiamo sul nostrofuturo come associazione e la risposta è sulla tombadi Matteo, che ci indica la strada da seguire per far sìche essa resista il più a lungo possibile per dare l’opportunitàai giovani di portare avanti i valori che cihanno trasmesso i nostri padri fondatori . L’insegnamentoche ci lascia è un qualcosa che spesso ci dimentichiamolasciandoci coinvolgere in sterili contrastiinterni , piccoli o grandi che siano: il senso deldovere. Lui l’ha sempre tenuto ben presente tanto cheha donato la vita per esso . Anche noi dovremmo seguireil suo esempio ; quando arriva il momento dellosconforto o dello scoramento perché i problemi da risolverediventano più grandi e non si vede la soluzione, pensiamo a lui , al suo coraggio , alla sua vogliadi fare e vedrete che tutto si appianerà e ripartiremocon rinnovato vigore. Manteniamo vivo in noi il suoricordo e sono sicuro che tutta la <strong>Sezione</strong> ne trarràvantaggio “.


10 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong>Oltre 400 Gruppi alla celebrazione voluta da Peppino Prisco. Applausi alla Fanfara storicaA Milano nel ricordo dei nostri cadutiTanti ma proprio tanti gli alpini che l’11 dicembre, inpiazza Duomo hanno riscaldato una distratta e ancora insonnolitaMilano. Alpini vecchi e giovani che da ormai 54anni rispondono “presente!” all’appuntamento per la messain suffragio tante penne mozze del battaglione L’Aquilae di tanti altri sacrificati su tutti i fronti, giungendo daremoti borghi e da grandi città a testimoniare memoria erispetto sotto lo sguardo materno della Madonnina.“Celebrazione voluta da un grande alpino che non c’èpiù e del quale celebriamo oggi il decimo anniversariodella scomparsa; Peppino Prisco, alpino del battaglioneL’Aquila, reduce di Russia” ricorda Beppe Parazzini oratoreufficiale della cerimonia, rammentando che propriolì a due passi, novantadue anni fa, in un locale del primopiano in Galleria, ebbe il battesimo l’Associazione NazionaleAlpini. Sincere anche le parole rivolte agli astantidal sindaco Pisapia : “Amici cari, sono orgoglioso di esseretra voi nel giorno in cui ricordiamo con gratitudinetutti gli alpini e tutti i soldati caduti per l’Italia sia in tempodi guerra che di pace”.Officiante il rito religioso, l’arcivescovo di Milano cardinaleAngelo Scola, in un duomo gremito di penne neresu cui emergeva brillante il mare verde di 53 vessilli, deigagliardetti di oltre quattrocento gruppi e sopra tutti il labaronazionale scintillante di tante medaglie d’oro, oltre apiù di quaranta gonfaloni del territorio lombardo.Un’atmosfera resa più alpina per l’assenza di politiciLa Fanfara storica di <strong>Vicenza</strong> in parata davanti al Duomo di Milanoe politicanti e la presenza del nostro presidente Perona, delcomandante delle truppe alpine, generale Primicerj, delgenerale Maggi comandante della Scuola militare alpinadi Aosta e tante altre penne bianche note e meno note, inarmi e in congedo. Impossibile contare i presidenti di sezione.Massiccia la presenza della nostra sezione, partitada Malo con un pullman e altri due da <strong>Vicenza</strong> con a bordola Fanfara storica e alpini con una nutrita squadra dicomponenti il Consiglio direttivo.Momento esaltante l’alzabandiera e la resa degli onoriai generali Primicerj, Battisti e il presidente Perona, chehanno quindi passato in rassegna lo schieramento formatodal picchetto d’onore e la fanfara della brigata Taurinense,dal picchetto dei cadetti della scuola militare Theuliè,dai gonfaloni di Milano e Sesto S. Giovannidecorati di medaglia d’oro al Valor Militare, lanostra Fanfara storica, le crocerossine e tanti vessilli.Con fiero incedere, la Fanfara Storica ha poicadenzato il corteo che da piazza Duomo ha sfilatofino al sacrario di Sant’Ambrogio per la resadegli onori agli oltre cinquemila soldati milanesicaduti nella guerra del ‘15-’18.Un po’ vanesi, i nostri musicanti hanno coltol’occasione per mietere altri applausi, sfilandoper il centro cittadino fino a tornare al pullmanparcheggiato nelle adiacenze del Duomo, che liavrebbe portati a pranzo, ospiti del Gruppo alpinidi Cinisello Balsamo, che non si sono lasciatisfuggire l’occasione per invitarli a solennizzarela loro festa per l’80° della fondazione.LuiGi


<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 11Ottima riuscita a Malo della rassegna promossa dalla <strong>Sezione</strong>I cori scaldano i cuoriSul colle che sovrasta Malo, la sera del 4febbraio tirava una “bava” da pelare il viso efar venire la giossa al naso; quasi certa premessaper un antipatico flop della rassegna coralevoluta dalla <strong>Sezione</strong>, organizzata dal Gruppodi Malo e ospitata dalla Parrocchia che gentilmenteha spalancato le porte della Basilicadi Santa Libera, che dall’omonimo colle dominala pianura. Gradevole sorpresa invecequando alle 20,30, orario previsto in cartellone,la chiesa era invece già gremita e al capogruppoDanilo Panizzon, non è rimasto cheporgere senza indugio il saluto di benvenuto alpubblico e agli ospiti tra cui: in rappresentanzadella <strong>Sezione</strong>, il vicepresidente vicario EnzoSimonelli, il consigliere Luciano Cherobined il capozona Gianni Stevan.Ha aperto la rassegna il coro di casa, El Livergon direttoda Paolo La Bruna, che ha saputo imprimere ritmo ecalore all’incontro, con una serie di ottime interpretazioniconclusesi con una rapsodia di canti alpini, armonizzatadal maladense maestro Mario Lanaro ed eseguita da unaformazione congiunta di coro e ottoni della Banda Cittadinadi Malo.La scena è passata quindi al coro Ana di Creazzo che,sotto la direzione di Simone Sbabo, ha espresso con grandeprofessionalità il meglio del canto di montagna e delrepertorio alpino, dominato da una travolgente interpretazionedella Ballata del soldato.L’onore di concludere la serataè toccato al coro Ana di Piovene brillantemente introdottoe presentato dal suo presidente Erminio Masèro.Pezzo forte del repertorio sapientemente selezionato daAlessandro Canale, un’intensa interpretazione di Amicimiei che ha strappato un lungo applauso a scena aperta.Gran finale fuori programma, quale tangibile riconoscenzaper l’ardito pubblico che ha sfidato i rigori dellastagione, l’esecuzione a cori congiunti di un Signoredelle Cime che ha fatto vibrare gli animi e le vetrate delSantuario.La Fanfara storica cerca nuovi innesti per alcune sezioniCrescete e moltiplicateviPrimavera: tempo di innesti per produrre meglio e di più. Anche la nostra fanfara è una pianta che ha costantebisogno di cure e di innesti di nuovi musicanti che vadano a rinforzare rami ancora deboli come le sezioniflauti, clarini e tromboni. Non è che si disdegnino altri strumenti, anzi! E' proprio un nutrito organico infatti,che garantisce la presenza della fanfara anche quando, per vari motivi, alcuni musicanti non possono esserepresenti.E' per questo che lanciamo un invito a tutti quei musicanti che - pur avendo impegni anche con altri complessi- vogliano accettare il nostro invito a partecipare alla meravigliosa avventura della Fanfara storica della <strong>Sezione</strong>Ana di <strong>Vicenza</strong>. Confidiamo anche che chi legge questa comunicazione se ne faccia portavoce e passaparolapresso le sue conoscenze.Per informazioni: vicenza@ana.it - info@anavicenza.it - giralui@alice.it -Telefoni: 0444 926 988 - 348 4911 590 - fax 0444 927 353


12 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong>Perona, Bepi De Marzi e i Crodaioli per festeggiare gli 85 anni del Gruppo PaganiArzignano, serata speciale in fabbricaAlla presenza del presidentenazionale Corrado Perona,accompagnato dai consiglieriCesare Lavizzari, Antonio Munarie Luigi Cailotto, è ufficialmenteiniziato il camminodel Gruppo “Mario Pagani” diArzignano verso i festeggiamentiper l’85° della fondazionedel Sodalizio. In un’ insolita,ma straordinariamente coinvolgentecornice data dallo stabilimentodella Marelli Motori,imbandierato per l’occasione,Bepi De Marzi con i suoiCrodaioli ha condotto le centinaiadi spettatori presenti in unamagica atmosfera di ricordi,personaggi e testimonianze dellaArzignano alpina.L’ing. Roberto Ditri, amministratore delegato. dellaMarelli (erede della Pellizzari, storica fabbrica diArzignano), alpino, ufficiale del Btg. “Gemona” ha fattogli onori di casa ringraziando le Penne Nere del “MarioPagani” per l’organizzazione e per la grande occasionefornita. Il presidente Perona ha galvanizzato ipresenti con un intervento che ha riscosso molti consensied applausi.Le cante sapientemente preparate da Bepi De Marzi,altra importante figura di alpino di Arzignano, conl’accompagnamento dei “Crodaioli”, hanno da subitocoinvolto tutti i presenti, e tutti, nessuno escluso, si sonouniti in un canto veramente speciale. Le immaginied i brani accuratamente selezionati dall’alpino LucaDal Molin hanno completato un evento che si è rivelatoveramente speciale.Alla fine il capogruppo Paolo Marchetti, congedandogli ospiti, ha rivolto un pensiero di gratitudineagli alpini che in 85 anni di storia, non solo locale, hannofatto grande il Gruppo. Non solo personaggi comeGiulio e Giuseppe Bedeschi, Antonio Giuriolo, MarioPagani, ma tanti alpini, anonimi che con la loro semplicitàe la loro onesta laboriosità hanno nobilitato lanostra gente, fieri del loro cappello con la penna nera.Un freddo vento di bora ha accompagnato nella nottele centinaia di spettatori ancora soddisfatti di una serataveramente unica ed emozionante.Paolo MarchettiIl “Numero unico” di Maloè arrivato a quota 10Un bel Tricolore campeggia sulla copertina del “Numerounico” del Gruppo Ana di Malo, che pur essendounico esce ogni anno ed è quindi arrivato aquota 10 e si presenta così “vestito da festa”.Due anniversari (i 10 e i 150 anni) che hanno indottola direzione (Gigi Girardi e Vito Mantia) a dedicarenumerose pagine all’attività e alle vicende diuno dei più attivi gruppi della <strong>Sezione</strong>, dalle origininel 1925 fino ai giorni nostri.Un altro servizio racconta i canti degli alpini, le origininei tempi di guerra, il significato di certe cante,l’importanza per le truppe.Viene dato spazio anche ai ricordi di naja, alle testimonianzedei reduci, agli eventi e alle attività del2011 corredati da numerose foto.


<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 13GRUPPO AGORDO, IL RITORNO A FELTREGli artiglieri si ritrovano in luglio in occasione del Raduno TrivenetoSono passati più di 36 anni da quando il Gruppo“Agordo “ ha lasciato la cittàdi Feltre e la Caserma “Zannettelli, sede storica dalla sua costituzione, ed ora i suoi artiglieri tornanoufficialmente in città in occasionedel Primo Raduno di questaunità . Il Raduno avrà luogo neigiorni 21 e 22 luglio 2012 , nell’ambito dell’annuale Raduno Triveneto, e si preannuncia già come unevento che lascerà un’impronta indelebile nellapopolazione feltrina e nell’animo di tutti gli artiglieriche numerosissimi hanno militato nelle file dell’“Agordo”;nell’occasione sarà anche parzialmente riaperta laCaserma Zannettelli .Il Gruppo “Agordo” è nato a Belluno nel 1953 , annodella costituzione della Brigata Cadore , e posto alledipendenze del ricostituito 6° Reggimento artiglieriada montagna ; pochi mesi dopo è stato spostato a Feltrenella Caserma “Zannettelli “ insieme al glorioso battaglione“Feltre”, con il quale ha convissuto e cooperatoper lunghi anni . Nel 1956 le batterie hanno assunto ladenominazione di 41^, 42^ e 43^ e l’”Agordo” è diventatoil gruppo mortai del 6° (ecco il perché il mulodel distintivo scalcia una bomba da mortaio!) rimanendotale fino all’inizio del 1960 quando , con l’adozionedell’obice da 105/14 , si è trasformato in Gruppo pluricalibrocon due batterie autotrainate – someggiabili da105/14 ( 41^ e 42^ ) ed una ( 43^ ) someggiata con mortaida 120 . Nel 1970 anche quest’ultima batteria ha adottatoil pezzo da 105/14 ma , a differenza delle altre due, con la fisonomia di autotrainata e perdendo quindi definitivamentei muli , preludio di quello che succederàpoi non molti anni dopo a tutta l’artiglieria da montagna.Con questo ordinamento il Gruppo ha vissuto ed operatofino a metà degli anni settanta , quando il primo diuna serie di provvedimenti ordinativi dello Stato MaggioreEsercito ha sanzionato l’addio alla città di Feltre: l’”Agordo “ è stato infatti sciolto ed il suo nome assuntodal Gruppo , sempre del 6° , di stanza a Bassanodel Grappa , cioè il “Pieve di Cadore “. Durante il periodopassato a Bassano l’ “Agordo” ha cambiato completamentefisonomia : esigenze operative hanno impostola graduale radiazione del 105/14 e l’adozionedell’obice da 155/23 che dal 1982è diventato l’armamento principale dell’artiglieriada montagna : è stato questo , pertanto ,anche il momento dell’addio ai muli che per tantianni erano stati fedeli compagni degli artiglieri. Il 26 marzo 1991 , a seguito di un nuovo provvedimentoordinativo dello Stato Maggiore Esercito, il Gruppo “Agordo “ è stato definitivamentesciolto come tantissime altre gloriose unità delnostro Esercito .La storia dell” Agordo “ è dunque relativamenterecente , ma molto più antica è quella delle sue batterie, come del resto normalmente è avvenuto per tuttele unità di artiglieria da montagna .Le batterie da montagna , infatti , fin dai tempi dellaloro nascita nella seconda metà dell’Ottocento ,hanno sempre avuto la peculiarità di operare autonomamentee spesso , quindi , una storia diversa daiGruppi nei quali erano inquadrate ; così è stato ancheper la 41^ , la 42^ e la 43^ , che sono nate in Libia nel1914 dopo la Campagna del 1911-12 e lì sono rimastefino ai primi Anni Venti , contribuendo a tutelare gli interessiitaliani nella regione anche durante la GrandeGuerra .Dopo la parentesi fra le due guerre , nel 1939 le trebatterie vennero per la prima volta riuniteper dare vita in alto Friuli al Gruppo di artiglieria alpina“ Val Tagliamento “, che è quindi da considerarsiil vero progenitore dell’ “Agordo” .Allo scoppio della 2^ Guerra Mondiale il “Val Tagliamento”fu destinato al fronte greco-albanese , combattendoin condizioni difficilissime in Albania ed inMontenegro; rimpatriato nel settembre 1942 fu destinatoprima al fronte francese e poi in Friuli , ove rimasefino all’8 Settembre .Artiglieri che avete militato nell’“Agordo” , con questebrevi note , molte delle quali appartengono anche avoi perché avete contribuito a fare la storia del Gruppo,abbiamo solo voluto rinverdire i vostri ricordi e stimolareil vostro senso di appartenenza : arrivederci a Feltrela prossima estate .Franco ChiesaG. Paolo Agosto


14 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong>Un caltranese alpino mancato e l’amicizia con gli alpini UsaDue cappelli alpini, una grande storiaGianfranco Dal Santo e il presidente GalvaninQuando, settant’anni fa, era allievo delliceo Tito Livio di Padova e saliva in montagna,la sua grande passione, ai gestori deivari rifugi alpini raggiunti Gianfranco DalSanto, classe 1926, richiedeva il timbro della“ditta”. All’epoca chi risiedeva in pianuraper poter aspirare a mettere il cappelloalpino doveva dimostrare, ”carte alla mano”,di amare veramente le vette e la vitadei montanari. Non bastava un padre caltranese,ufficiale degli alpini nella grandeguerra nel Battaglione Val Pellice, od essernato a Tolmezzo. Ci volevano i timbrie lui ne collezionava uno dietro l’altro sperandonella “cartolina” giusta.La tempesta della seconda guerra mondialemandò invece in frantumi i suoi sognigiovanili. Si schiera con le forze partigianeattivandosi nel vicentino per non rispondereal famigerato “Bando Graziani”. Alla conclusionedel conflitto c’erano ad attenderlo gli studi universitaridi medicina e, quindi, il rinvio del servizio militare.Laureatosi brillantemente, come tantissimi altriitaliani dell’ epoca, preparò, sia pur a malincuore, la valigiaper emigrare prima in Svezia poi negli Stati uniti.Suo obiettivo: dedicarsi alla ricerca medica sperimentaleallora come ora una chimera restando in Italia.Oltreoceano fra Boston, Detroit ed El Paso, ad attenderlouna brillante carriera universitaria conclusasiuna ventina d’anni fa ma fra le tante soddisfazioni professionali,sociali e familiari , una famiglia d’oro, messeda parte la naja alpina rimase per sempre un desiderioinappagato.Sportivo praticante a tutto tondo, incontra sulle pistedi Vail, “la Cortina del Colorado”, i reduci della 10° Divisioneda montagna dell’ Us Army. Il feeling è immediatotanto più che nel 1945 la “decima” concluse la suacampagna d’Italia liberando Torbole dove GianfrancoDal Santo ha fissato, ormai da parecchi anni, il suo “buenretiro” estivo.Decide quindi di approfondire la storia dell’unità statunitense,tuttora impegnata in Afghanistan, presentando,lo scorso ottobre a Caltrano, un’anteprima del suolibro di prossima uscita. Nell’occasione incontra GiuseppeGalvanin ed a quel punto, diventa pressochè inevitabilela richiesta di un paio di cappelli alpini: uno dadestinare ad un reduce di sua conoscenza, l’altro andràinvece ad arricchire il museo della “decima” presente aVail.Il nostro presidente è ben felice di rispondere alla richiestacosì il 23 dicembre scorso Gianfranco Dal Santoè ospite del “torrione” per la consegna. Quando BepiGalvanin, dopo l’ omaggio dei due cappelli con nappinarossa a ricordo del “<strong>Vicenza</strong>”, gliene mette uno intesta l’emozione sale. Il suo sogno giovanile sia avverasia pur in modo inatteso rispetto alle sua previsioni giovanili.La vicenda però, fortunatamente, non si conclude qui.Avrà un seguito a primavera inoltrata quando tornerannoin Italia alcuni reduci della divisione americana pervisitare i luoghi dell’Appennino e della Pianura padanache li videro protagonisti nell’ormai lontano 1945. Andrannoad onorare il loro caduti, alcune centinaia, rinnovando,in contemporanea, il legame con l’Italia oraconsolidatosi anche tramite questa singolare vicenda. Egli alpini berici saranno con loro e con Gianfranco DalSanto che ha orgogliosamente intitolato la sua autobiografia“Ich bin ein Caltraner”.Più eloquente di così…Renato Angonese


<strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong> - 15ADUNATANAZIONALE DI BOLZANO 13 MAGGIO 2012Inquadramento della <strong>Sezione</strong>1° SCAGLIONE(Responsabile: Griselin coadiuvato da Gatto)Striscione “ SEZIONE DI VICENZA”(portato da 7 Alpini della Zona <strong>Vicenza</strong> città)a 3 metriFANFARA STORICA SEZIONALEa 3 metriPresidente - Vessillo Sezionale - Consigliere nazionalea 3 metriVice Presidentia 3 metriConsiglio Direttivo Sezionalea 3 metriStriscione “Fratellanza, amicizia e responsabilità sono il nostro Credo”(portato da 7 Alpini della Zona Berici settentrionali)a 3 metriMilitari in servizio - Ufficiali Generali eUfficiali Superiori in congedoAlpini con incarichi speciali in <strong>Sezione</strong>AutoritàSindaci con cappello e fascia tricoloreSindaci con fascia tricolorea 3 metriBlocco Gagliardetti dei Gruppia 3 metriSTRISCIONE RUSSIAa 3 metri<strong>Sezione</strong> tamburi Fanfara storica sezionalea 3 metriAlpini Decorati e Reduci su automezziscortati dal gruppo giovaniResponsabile: Enzo Paolo Simonellia 10 metri max.3° SCAGLIONE(Responsabile: De Marchi coadiuvato da Rando)Striscione “3° SCAGLIONE”(portato da 7 Alpini del Gruppo di Poiana)a 3 metriStriscione “Alpini : il vero made in Italy ! ”(portato da 7 Alpini del Gruppo di Passo di Riva)a 3 metriAlpini delle zone:Astico Brenta – Astico PedemontanaFANFARA ARSIEROVal d’Astico – Castellari Alto Bacchiglionea 10 metri max.4° SCAGLIONE(Responsabile: Mottin coadiuvato da Stevan)Striscione “4° SCAGLIONE”(portato da 7 Alpini del Gruppo di Monte di Malo)a 3 metriStriscione “Italia: se tutti ti amassero come noi…”(portato da 7 Alpini del Gruppo di San Rocco)a 3 metriScudetti Brigate Alpinea 3 metriAlpini delle zone:Val Leogra Alta – Val Leogra BassaFANFARA DI CALTRANOMonte Cimone – Val Chiampoa 10 metri max.2° SCAGLIONE(Responsabile: Fincato coadiuvato da Stoppa)Striscione “2° SCAGLIONE”(portato da 7 Alpini del Gruppo di Torri-Lerino)a 3 metriStriscione “<strong>Vicenza</strong> : 90 anni di Fondazione e di Volontariato ”(portato da 7 Alpini del Gruppo di Montegalda)a 3 metriAlpini delle zone:Colli Vicentini– Riviera BericaFANFARA DI VIVARO<strong>Vicenza</strong> Città- Berici Settentrionalia 10 metri max.5° SCAGLIONE(Responsabile: Bolla coadiuvato da Cristofari)Striscione “5° SCAGLIONE”(portato da 7 Alpini del Gruppo di Zovencedo-S.Gottardo)3 metriStriscione “Giovani fatevi avanti ! Siete il nostro futuro !”(portato da 7 Alpini del Gruppo di Noventa)a 3 metriAlpini delle zone:Masotto - Val Del GuàFANFARA DI POVOLAROVal Liona Alta – Val Liona BassaDisposizioni generaliL’inquadramento, salvo dove previsto, sarà per file di 9 Alpini. Ritrovo all’ammassamento fra le ore 16,30 e le ore 17,00 (tenersi informati sull’andamento della sfilataperché potrebbe subire continue variazioni a seconda della velocità di sfilamento o delle condizioni del tempo). L’inizio della sfilata è fissato circa a metà di viaMilano. Gli alpini vanno inquadrati possibilmente con uniformità cromatica, cercando di mettere nelle prime file e nelle ultime file i gruppi in uniforme. Si consigliadi sfilare a ranghi stretti per tre semplici motivi: facilità nel tenere il settore ordinato, maggiore effetto scenografico e consentire agli ultimi di sentire la fanfara. Tenereuna distanza di circa 10/15 metri dallo scaglione che precede, in modo di avere la possibilità di fare l’elastico senza dover continuare a fermarsi. Tenere compattatala fanfara al centro delle zone, evitando che il gruppo che precede si distanzi troppo. Gli alfieri dei gagliardetti devono avere i guanti bianchi ed un abbigliamentoconsono. Salutano in prossimità della tribuna portando in avanti il gagliardetto.


16 - <strong>Nello</strong> <strong>zaino</strong>Guardando la luna e le stelleGli alpini in visita all’osservatorio di ArcugnanoIl Gruppo Alpini di Arcugnano in collaborazionecon il Gruppo Astrofili Vicentini ha dato il viaalle manifestazioni per il proprio novantesimo organizzandoper i Gruppi della zona Zona Berici Settentrionali“Guardando la luna e le stelle con gli alpini”.L’iniziativa ha fatto ricordare che la luna e lestelle ammirate nella serata guidarono anche la marciadei nostri alpini nelle fredde notti durante la tragicaed eroica ritirata nella steppa russa. Folta lapartecipazione degli alpini, che hanno potuto coinvolgerei loro famigliari, condividendo con loro dauna parte l’ammirazione di uno dei più belli spettacolidella natura e dall’altra i valori, l’ospitalità ela gioia dello stare assieme che si respira nelle nostresedi alpine. Il gruppo Astrofili Vicentini ha datoun contributo altamente professionale, con l’ausiliodi mezzi informatici, che hanno permesso ai partecipantidi vedere anche oltre il normalmente visibile, nonostanteil tempo inclemente. A ricordo dell’iniziativatutti hanno ricevuto una bellissima riproduzione fotograficadei più bei fenomeni celesti visibili dal nostroIl capozona Luciano Cherobin davanti al telescopioemisfero. Vista la richiesta, che ha superato ampiamentele attese, l’evento sarà ripetuto probabilmente a settembre.Un particolare ringraziamento è andato al capogruppoSilvano Moretto ed al presidente degli AstrofiliVicentini Walter Gottin per l’impegno profuso.Al Tempio di Cargnacco ricordati i Caduti di RussiaIn rappresentanza della sezione, una delegazionedi alpini sandricensi, accompagnati dal capozona Astico Brenta Giuliano De Marchi e dalcapo gruppo di Sarcedo Alberto Dalferro, hannopartecipato alla commemorazione della battagliadi Nikolajewka a Cargnacco, in provincia di Udine.La cerimonia è iniziata con l’alzabandiera nelpiazzale antistante il sacrario alla base del qualehanno sorriso al sole alcuni girasoli stilizzati, simboloe ricordo di quei campi russi lavati dal sangueitaliano.Significativo momento di raccoglimento e statoreso all’urna del Milite Ignoto, dove anche ilgruppo di Sarcedo ha lasciato un omaggio florealea ricordo di tutti i paesani e vicentini mai più tornatidalla Campagna di Russia.Doverosa la visita alla cripta: i suoi scudi simboleggianole grandi unità dell’Armir e rappresentano unsilenzioso monumento a ricordo dei centomila tra Cadutie dispersi; lì la delegazione vicentina ha voluto renderegli onori all’urna di don Carlo Caneva, Mov, cappellanodella Tridentina che con la sua tenacia volle ilTempio a memento di quelle vicende.


Il patriarca della Fanfara storicaMaestro di bombardino nel complessodella Brigata Cadore e nella Banda Galliano di LugoAlpino Emilio Caldieri, classe 19367° Reggimento alpini, Battaglione Feltre,66^ compagnia.Uno di noi - 17Questa è la carta d’identità del patriarca della FanfaraStorica della nostra <strong>Sezione</strong>, insignito del titolo diCavaliere, quale riconoscimento per le sue moltepliciattività sociali e musicali, che lo hanno visto già acerboquindicenne anni entrare come suonatore di bombardinonella ben nota “Banda Galliano” di Lugo.Il ragazzo cresce, entra presto nel mondo del lavoro,interrotto dall’intervallo imposto dalla chiamata allearmi. Non proprio un gigante ma tosto come il legnodi cornolaro, Emilio è l’alpino che come un ragnoattacca la montagna, si avvinghia alla roccia con nervie muscoli saldi, trascina con l’esempio anche i compagnipiù lavativi. Tra i fucilieri della sessantasei safarsi presto apprezzare anche come un gran compagnodi baldoria, mai a corto di arguzia e parole. La sua grandepassione lo porta fatalmente a incontrare il marescialloMario Del Fabbro, direttore della Fanfara dellaBrigata Cadore, che lo accoglie con simpatia e lo arruolaper un anno nella fanfara, dandogli così mododi sfogare a tempo pieno la sua grande passione per lamusica e il bombardino.Arriva il congedo, saluta il maresciallo e i compagnie torna alla nativa Zugliano, dove quelli di Lugolo attendono a braccia aperte. Erano momenti non propriofacili per la Banda ma subito Emilio diventa elementotrainante e rincuora i suoi colleghi, tanto che nel1992 viene eletto presidente della “Banda musicaleGalliano”. Si rimbocca ulteriormente le maniche, ricucerapporti che si erano andati intiepidendo e in unpaio d’anni riesce a portare l’organico strumentale aimassimi livelli: 43 musicanti, tutti allevati e istruiti trai compaesani.Nel 1998, coadiuvato dall’amico Francesco Novella,in coincidenza con il centenario della fondazione,dà alle stampe un volume che racconta la storia dei successie dei protagonisti della meravigliosa avventuradella “Banda Galliano”..Emilio è passato da momenti di grandi soddisfazioniad altri di cocenti amarezze ma da vero alpino,ha sempre stretto i denti, trovando nuovi slanci su unaEmilio Caldieriscia di note che da ormai sessant’anni lo vede protagonistain numerosi complessi musicali e non potevanon essere tra i primi ad approdare cinque anni fa, trale fila della prestigiosa Fanfara Storica, vanto della nostrasezione.Ad Emilio Calmieri, fuciliere della sessantasei emusicante per vocazione, auguriamo di tener ben strettotra le sue mani l’inseparabile bombardino e continuarea portare con orgoglio la storica uniforme blu,per le piazze e sui palcoscenici del nostro Paese.LuiGi


18 -LA TRADOTTA21 ore da Mondovì a Calalzo, rancio immangiabile e con poca acqua. Il soccorso dei parenti a <strong>Vicenza</strong>Sveglia… In piedi… Sveglia, lavarsi, vestirsi, consegnarela biancheria in magazzino… Sveglia, muoversi!No, non è un sogno, né un incubo, è molto peggio: è ilsergente che ci dà la sveglia. Sono le 3 del mattino del 3 settembre1966. Oggi si conclude il Car a Mondovì, dove siamoarrivati tre mesi fa. La notte è molto calda, si fa fatica arespirare in quella camerata sovraffollata e, complice un po’l’ansia di partire per il reggimento, abbiamo dormito tuttimolto poco.Facciamo tutto in fretta, fra le urla e le bestemmie di chisi è accorto che gli manca qualcosa del corredo di biancheriada consegnare: quello che ti manca o lo rubi a tua volta olo paghi di tasca tua. Alle 3.45 siano in refettorio per la colazione:il solito gavettino di caffellatte annacquato e mezzopezzo di pane del giorno prima; sento qualcuno affermareche al reggimento si mangerà meglio. Speriamo, anche perchéqui a Mondovì abbiamo fatto lo sciopero della fame, cheè servito solo a rimanere consegnati in caserma per tre giorni.Tutti i nostri soldi li abbiamo spesi nelle trattorie del paeseper mangiare.Finita la colazione, ci radunano nel cortile carichi dello<strong>zaino</strong> e della borsa - valigia, saliamo sui camion che fannola spola fra la caserma e la stazione, dove ci attende la tradottache ci porterà a Calalzo in Cadore. Viene urlato l’appelloper formare i gruppi nelle carrozze e alle 6 il treno parte.La tradotta è composta da vecchie carrozze con i sedili inlegno. La sussistenza ci ha fornito un cestino da viaggio contenente:due pacchetti di gallette, una scatoletta di carne, unamela, un bollo di cioccolato, un tovagliolo di carta. Per beneabbiamo riempito le borracce d’acqua (non tutti se lo sonoricordato).La consegna è di non scendere alle fermate del treno, pernessuna ragione e gli ufficiali sono inflessibili su questo odine.La lentezza del convoglio è esasperante. Si ferma spessoin aperta campagna, con soste lunghissime, senza apparentemotivo (in tempo di pace la tradotta cede il binario a tutti iconvogli civili). Il sole di settembre è ancora caldo e durantele soste i vagoni diventano roventi, nonostante i finestriniaperti. L’acqua delle borracce è finita presto e la sete cominciaa farsi sentire.La mia compagnia è sistemata nei primi vagoni a ridossodella locomotiva e quando ci fermiamo in qualche stazione,data la lunghezza del treno, noi siamo sempre troppo avantiper acquistare qualcosa dai chioschi mobili delle stazioni.Il contenuto del cestino da viaggio è praticamente immangiabile:le gallette sono impregnate del grasso che era a protezionedella scatoletta di carne, sciolto con il calore; liquefattoanche il bollo di cioccolata. La data sulla scatola di carnecomunque mi ricordava quando frequentavo l’asilo.Ma poi, chi sarebbe riuscito a mangiare qualcosa con quellasete? Solo la mela, dopo opportuna sbucciatura, diventacommestibile e, data la situazione, mi sembra che sia la melapiù buona del mondo. Cerchiamo d’ingannare il tempogiocando a carte, raccontando barzellette (sono sempre le solite)e parlando di quello che abbian lasciato a Mondovì. Siamotutti concordi che dei deficienti “padreterni” come queicaporali imboscati che ci comandavano non ne avremmo piùtrovati (poveri illusi!).Qualche giorno prima avevo infornato mia madre che latradotta sarebbe passata per <strong>Vicenza</strong>, dove abito, e quindi lemie speranze di mangiare erano puntate su quella opportunità.Ad un certo punto un ufficiale, stanco delle nostre lamentele,a voce alta proferisce: “Non lamentatevi, pensate aquegli alpini che sono andati in Russia…” Non fa in tempoa completare la frase che dal fondo del vagone una voce ribatte:“Non certo con una tradotta come questa, perché sarebberoarrivati a guerra finita!” La risata generale allentò latensione e per qualche attimo nessuno pensò più alla sete.Verso le 5 del pomeriggio la tradotta finalmente fa sostaa <strong>Vicenza</strong>. Centinaia di familiari si accalcano sul marciapiededel binario dove sostiamo, la confusione è totale: mamme,fidanzate, sorelle cercano il “loro” alpino. Riesco a farmivede dei miei, ci sono mia madre, mia sorella e anche unmia cugina, gran pezzo di ragazza, e io penso: “Che cosa èvenuta a fare, se a malapena saluta quanto ci s’incontra? Forsel’avrà attirata un treno di carico di baldi, giovani alpini”.Nel mio scompartimento sono quasi tutti bergamaschi,così distribuisco loro quello che i miei mi hanno portato. Primache il treno riparta, non so quanti giri a riempire borracceabbiano fatto mia madre e mia sorella. La tradotta lentamenteriparte, saluto agitando il cappello e una strana sensazionedi orgoglio e di malinconia mi pervade, finché guardola mia famiglia che si confonde con le altre…A Belluno più della metà della tradotta è arrivata a destinazione;sganciano dei vagoni e anche la motrice viene cambiata;ora è una vaporiera che ci porterà a Calalzo. La serataè limpida e quel tratto di strada ferrata è molto suggestivo.Le gallerie si succedono in continuazione e noi delle primecarrozze abbiamo un ulteriore problema: il fumo e il pulviscolodel carbone ci invade, nonostante si tengano i finestrinichiusi.Finalmente alle 22 arriviamo a Calalzo, l’aria è fresca;scendiamo, la stazione è poco illuminata e non c’è nessunoin giro; ad attenderci ci sono dei camion guidati da alpini barbutie ghignanti: i temibili “veci”, terrore di ogni recluta. Dopomezzora di camion giungiamo a destinazione. Siamo aPieve di Cadore, il viaggio è terminato, saliamo nelle camerate,le brande hanno in dotazione il necessario e verso mezzanottefinalmente possiamo distenderci.Il giorno dopo, in via eccezionale, ci lasciano dormire finoalle 7.All’adunata molti di noi “marcano visita”: fumo e pulviscoloci hanno provocato un bella congiuntivite. Il degno coronamentodi un viaggio lungo circa 500 chilometri, durato21 ore.Paolo Zimerle


Che bella la maglietta di zona!Mondo alpino - 19Lo scorso anno, dopo vari tentativi, i 12 gruppi dellaZona di <strong>Vicenza</strong> Città hanno deciso di adottare unacamicia unica di zona da indossare in occasione dellemanifestazioni ufficiali, quali le adunate nazionali, deltriveneto e sezionali; dicevo dei vari tentativi in quantoi gruppi da tempo auspicavano l’adozione di una camiciasezionale, ma, nelle more di una decisione rimandataindefinitamente nel tempo, hanno ritenuto opportunoquantomeno di uniformarsi a livello di zona, adottandotra l’altro un indumento tutt’altro che vistoso e folcloristico.Dunque alla magnifica Adunata nazionale di Torinoi 12 gruppi di <strong>Vicenza</strong> Città si sono presentati impettitinella loro nuova camicia, convinti di aver fattouna buona cosa rinunciando alle specificita’ di Gruppo.Ma, come ben si sa, fa più rumore un albero che cade diuna foresta che cresce e la cosa che destò i maggioricommenti pro e contro fu invece la maglietta dei ragazzidi Malo con la loro scritta cubitale.Ora nel numero natalizio di Alpin fa grado Luigi Girarditorna sull’argomento, per difendere la scelta deiragazzi di Malo e addirittura per proporre che ogni gruppoAna adotti una sua maglietta da indossare nelle varieadunate nazionali, sezionali e la cosa si sembra quantomenofuori luogo, perche’ Girardi nella foga di giustificareuna scelta che probabilmente lo vedeva comeideatore lancia una proposta di segno diametralmenteopposto a quella di uniformare l’abbigliamento da anniin discussione nella nostra <strong>Sezione</strong>, ovvero dice Girardi:ogni gruppo adotti una sua maglietta e con quella vadaalle adunate e, a supporto, propone una serie di esemplaridi magliette tipo festa della birra. Ribadisco che amio parere la proposta, a maggior ragione in quanto provenienteda un consigliere sezionale con molteplici incarichidirettivi, è fuori luogo e rappresenta il classicocaso nel quale “el tacon xe pezo del sbrego”.Alberto PieropanSe la sfilata diventa processioneSulla maglietta-camicia degli alpini in congedo il dibattito è molto vivace. Sembra prevalere il punto di vistadi chi vorrebbe vedere alle sfilate magliette uguali, ma poi non ci si mette d’accordo sul “reparto”: divise di gruppo,di zona, di scaglione o addirittura di sezione? Così mancano direttive ufficiali e ognuno fa come gli sembrameglio. C’è anche chi sulla maglietta mette anche il nome del gruppo, come ha fatto Malo, con invidia di chi vivein un paese come Borgo San Dalmazzo, nomeche non si può certo scrivere a caratteri cubitali…Così i gruppi di <strong>Vicenza</strong> hanno adottatouna camicia unica e ne sono fieri, come ci spiegaAlberto Pieropan, capogruppo del MonteBerico. A Belluno c’è addirittura una magliettasezionale, come abbiamo visto nella copertinadell’Alpino. Io sono contrario alle divise:l’ho portata per 15 mesi e mi basta. Ma se sfilassiin un gruppo “in divisa” mi adeguerei.Attenzione però, un gruppo in divisa deveanche essere ben inquadrato, allineato e coperto,altrimenti l’effetto è contrario; e poi attenzioneai colori! A questo proposito bastaguardare la foto di Belluno: in certi punti, piùche una sfilata sembra una processione!Dino Biesuz


20 - Mondo AlpinoLe voci roche e quelle fuori dal coroPoco tempo fa, durante uno dei tanti dibattiti che hannopreceduto l’assemblea dei capigruppo dello scorso26 novembre, qualcuno ha detto: «Per parlare di futurobisogna tornare al passato, cioè agli ideali che nel tempohanno aggregato così tante persone, e non soffermarsialle reiterate cerimonie che hanno molto di stantio». E’stata una frase di una voce fuori dal coro della famigliaalpina e, come tale, è priva di seguito.Il rischio è che, ormai giunto alla 90esima stagione,il coro abbia esaurito il repertorio. Al pari di un vecchiocomico che recita sul palcoscenico sempre e solo le stessebattute che l’hanno reso famoso anni prima, la plateaapplaudirà per rispettosa cortesia. Lasciate passare qualchetempo e, inevitabilmente, la “rispettosa cortesia” sitramuterà in pubblico scherno.Una generale vitalità dimostra che le penne nere nonsono giunte a questo punto. Ma il pericolo esiste anchedal punto di vista dell’aggregazione associativa.Un esempio. Ho partecipato all’assemblea ordinariadei soci del mio gruppo. Su 130 iscritti, hanno risposto all’appelloin 21. E’ una situazione comune in tanti gruppimedio-piccoli. O, almeno, questo è ciò che mi raccontanogli alpini con i quali, a margine di qualche manifestazione,m’intrattengo a fare quattro chiacchiere. Sono glistessi alpini che si danno da fare, quelli che parlano poco,quelli che sono più vicini ai 70 anni che ai 60. Sono glistessi che ogni tanto mi dicono: «Dighe a quei de Vicensache i vegna loro a fare i bollini». E aggiungono: «Noialtrisemo stufi, e de drio non ghemo nissuno».In questo stesso numero di AFG, il primo nell’annodel 90° anniversario della fondazione della sezione, ilpresidente Galvanin e Luigi Girardi tornano sul FuturoAssociativo. Se non altro per una questione anagrafica,è cosa saggia ascoltarli e tenere presente i loro suggerimentimaturati in lunghi decenni di partecipazione allavita associativa.E sono anche convinto che per stimolare i vecchi alpinie aggregare nuove forze non bastino più né le pacchesulle spalle di quelli usi ormai a indossare l’abito dafesta, né il tasi e tira, né un continuo rimando alle paginedi Bedeschi, Rigoni Stern, Vicentini, Corradi… .Federico MurzioCALENDARIO delle MANIFESTAZIONI13 aprile - Arzignano- Convegno sulle missioni militari estere14 aprile - Tarcento (UD)- Canne fumanti 221 aprile - Camisano- 90° Anniversario di Gruppo22 aprile - <strong>Vicenza</strong> S. Pio X- 40° Anniversario di Gruppo22 aprile - Albettone- Inaugurazione sede + 40° Anniversariodi Gruppo22 aprile - Passo di Riva- 25° Anniversario di Gruppo5 maggio - Montebello- Presentazione 100.000 Gavette dighiaccio20 maggio - Torrebelvicino- 80° Anniversario di Gruppo26/27 maggio - Zovencedo/SanGottardo- Adunata di zona27 maggio - Calvene- Inaugurazione monumento27 maggio - <strong>Vicenza</strong> S. Bortolo- 45° Anniversario di Gruppo1/2/3 giugno - Arzignano- Adunata di zona3 giugno - Zona Berici Settentrionali- Camminata storica: Forte Belvedere09/10 giugno - Arcugnano- 90°Anniversario di Gruppo10 giugno - Santorso- 80°Anniversario di Gruppo10 giugno - <strong>Vicenza</strong> Villaggio del Sole- 45°Anniversario di Gruppo16/17 giugno - Settecà- Torneo di calcio: la <strong>Sezione</strong> Vs <strong>Vicenza</strong>del mondo e 50°Anniverario di Gruppo17 giugno - Costozza- Adunata di zona1 luglio - Arzignano- Camminata al rifugio Bertagnoli1 luglio - Berici Settentrionali- Giornata della famiglia Alpina in ValSella8 luglio - Tonezza del Cimone- Campionato italiano FIDAL di corsa inmontagna20/21/22 luglio - Feltre- Raduno Triveneto25 agosto - Carrè- 75° Anniversario di Gruppo1/2 settembre - Monte Pasubio- Pellegrinaggio Sezionale9 settembre - S. Antonio del Pasubio- 50°Anniverario di Gruppo9 settembre - Zona BericiSettentrionali- Camminata storica: Monte Cimone15/16 settembre - <strong>Vicenza</strong>- 47° Adunata Sezionale22/23 settembre - Lonigo- Adunata di zona6/7 ottobre - <strong>Vicenza</strong>- Campionato Nazionale A.N.A di tiro asegno28 ottobre - Montecchio Maggiore- 65°Raduno Reduci Btg. “<strong>Vicenza</strong>” eBtg. “Val Leogra”11 novembre - Colli Berici- CampionatoTriveneto A.N.A marcia diregolarità25 novembre - Sossano- Assemblea dei Capigruppo1 dicembre- Rassegna Sezionale Cori


Mondo Alpino - 21Il Pasubio e i sentieri della Memoria 2011:il Ghersi e l’opera degli alpiniAnche quest’anno l’impegno della sezione è continuatosulla strada tracciata dalla volontà di recuperare,conservare e valorizzare la memoria storica della GrandeGuerra; una memoria che, per inciso, non appartienesolo agli alpini ma a tutto il Paese.Poco importa che, segno dei tempi, i fondi che negliultimi due anni hanno garantito la copertura delle spesesiano drasticamente diminuiti: le penne nere se li son fattibastare. In particolare gli alpini della Val Leogra che,aiutati da gruppi provenienti da altre sezioni, si son rimboccatile maniche e, badile in mano, hanno contribuito alrecupero e alla pulizia del “sentiero Ghersi” in Pasubio.E si sa, dove non arrivano i finanziamenti, arrivano labuona volontà e l’abnegazione delle penne nere; detto efatto, sic et simpliciter, una grande quantità di detriti sonostati asportati riportando alla luce le trincee, i ricoveri, gliosservatori e le postazioni nei quali, tra il 1915 e il 1918hanno combattuto, sono vissuti e in parecchi casi sono anchemorti i soldati dell’allora Regio Esercito.Affinché preziose risorse non andassero disperse el’opera iniziata già da qualche anno proseguisse sull’ondadei buoni risultati raggiunti in passato, in questo2011 la sezione di <strong>Vicenza</strong> ha creato un comitato ad hoccon il compito di coordinare e sorvegliare i lavori: ArtenioGatto (presidente del comitato), Nadir Mercante(servizi logistici), Giuseppe De Tomasi (servizi tecnici)e Oriano Dal Molin (servizi amministrativi).A tutti i volontari che hanno lavorato sul Pasubio (veditabella a lato) è stato garantito un vitto essenziale eun alloggio nonché una gran quantità di lavoro: la cosanon li ha però turbati tanto che molti di loro si sono giàprenotati per il prossimo 2012 (autorizzazioni permettendo,ovvio).A fronte all’operameritoria di tutti quelliche anche quest’annohanno faticatosulle rocce del Pasubio,non va mai sottolineatoabbastanzail valore aggregantedella montagna cheunisce, in qualsiasisacrificio, e non dividemai. In poche parole: DNA alpino.Lo scopo, in definitiva, è veicolare la storia; e ciò losi fa anche usando badile e piccone.Oltre al progetto “Ghersi” i volontari, come tutti glianni, hanno effettuato la manutenzione della Strada delle52 Gallerie; un lavoro che ha impegnato oltre centotra alpini e simpatizzanti.Inoltre non va dimenticata la manutenzione ordinariadella Strada degli Scarubbi (in accordo di convenzionecon la Provincia di <strong>Vicenza</strong>), che gli alpini hannoprovveduto a mantenere perfettamente agibile (nonostantele tradizionali polemiche sulla sua percorribilitào meno).“Il Comitato –dicono all’unisono Dal Molin, Gattoe Mercante- ringrazia a nome della <strong>Sezione</strong> l’infaticabileGiuseppe De Tomasi, tutti i gruppi della Val Leogra,di Brescia, di Parma, di <strong>Vicenza</strong>, di Pordenone chehanno partecipato ai lavori; e soprattutto i giovani alpinie non che, fedeli alla tradizione delle penne nere,hanno dato una mano senza chiedere in cambio nulla”.F.M.Turni di lavoro Camminamento Ghersi N° 13Alpini partecipanti 254Manutenzione Strada 52 Gallerie (25 Giugno 2011)Alpini partecipanti 113Manutenzione Strada Scarubbi (27 Agosto 2011)Alpini partecipanti 93Supporto logistico pellegrinaggio(03 Settembre 2011)partecipanti 31Per un totale di 491 presenze


22 - RecensioniIn libreria1915-1919: la guerra di Paolo Caccia DominioniQuest’anno cade il ventesimo anniversariodella morte di Paolo Caccia Dominioniconte di Sillavengo. Soldato, ingegnere,scrittore: Caccia Dominioni rappresental’altra faccia del militare italianodella prima guerra mondiale, così diverso,e non solo per estrazione sociale, dallecentinaia di migliaia di giovani arruolatidurante la Grande Guerra.Caccia Dominioni a 19 anni, durantegli anni universitari, si arruolò volontario:fu prima sottotenente del Genio Pionieri,poi comandante di una sezione lanciafiammeimpiegata sul Carso. In 1915-1919Diario di guerra (Mursia, pp.348, e 20)Caccia Dominioni raccoglie lettere e appunti sulla GrandeGuerra: le sue esperienze, i bombardamenti, le aspirazioni,i desideri, i pensieri sugli amici morti,e anche le sue frustrazioni. L’autore raccontacosì la “sua” guerra, ma anche quelladi quel piccolo gruppo di amici universitari,amici di famiglia –dove per famiglia s’intendeil mondo aristocratico e alto-borghesedell’Italia settentrionale-, e zii “generaloni”a lui tanto legati. Così, senza inutilifronzoli, attenendosi alle parole scolpite nellelettere in quei mesi di battaglie, emergeimponente la figura di Cino Caccia Dominioni,che di Paolo è il fratello. Giovanissimoufficiale degli alpini, effettivo del battaglioneStelvio, comandante di una sezionemitraglia, Cino, cui Paolo era molto affezionato,fu ucciso da un cecchino bavarese duranteun’azione al Sasso Rosso nel gennaio del 1918.Un video raccontagli Alpini di CamisanoGli alpini di Camisano hanno realizzato un filmato per celebrare tuttiassieme i 150 anni dell’Unità d’Italia e la 46ª adunata sezionale chesi è svolta in paese. “Le Penne nere di Camisano nel cammino della lorostoria” è il titolo di questo video, che si segue bene, proprio come unastoria. Gli autori hanno saputo mettere assieme con bravura la storiadegli alpini e la storia del Gruppo Ana di Camisano, narrata dalla vivavoce dei protagonisti. E sono gli alpini stessi che raccontano le paginepiù belle scritte in tempo di pace, dal Vajont all’alluvione di <strong>Vicenza</strong>: raccontivividi, fatti con passione, che commuovono ancora tanti anni didistanza chi parla.Largo spazio viene dedicato ai personaggi della Camisano alpina, dall’eroicotenente Luigi Casonato, al quale è intitolato il Gruppo, ai varicapigruppo, fino all’attuale, Lino Marchiori. Le testimonianze sono fattesempre in “stile alpino”, con parole semplici e sentite, con grandeumanità e senza retorica. I canti sono del Gruppo vocale Misani. Per ultime parlano due alpine, Elettra Rigonie Sara Galliolo, e fanno capire come il nostro corpo sia cambiato negli anni, mantenendo sempre glistessi principi.Una simpatica ideazione scenica che lega tutto il filmato è costituita dal dialogo fra il nonno Toni e ilnipote Giovanni, che viene così a conoscere storia, tradizioni e valori degli alpini. Alla fine c’è un idealepassaggio delle consegne davanti al Tricolore.L’idea del filamto è del capogruppo Marchiori e dei suoi collaboratori, messa in pratica da Giovanni Dal Maso;ben riusciti il montaggio curato da Matteo Serman e i suoni di Roberto Jonata, un giovane musicista. Il Dvdsi può trovare al prezzo di 10 euro al Gruppo di Camisano e nella sede sezionale al Torrione di <strong>Vicenza</strong>.


Sul cappello che noi portiamo - 23LA NAPPINA - 3 a puntataa cura di Alberto PieropanNell’autunno del 1945, ciascuno dei Comandi MilitariTerritoriali costituì un reggimento di fanteria denominato“reggimento guardie”, che assunse la stessa numerazione;al 1°, al 4° e al 5° reggimento venne pocodopo mutato il nome in “reggimento alpini” e, nella primaveradel 46, ne venne mutata anche la numerazione,rispettivamente in 4°, 6° e 8° alpini, ovvero i reggimentiche nel rispettivo settore alpino, vantavano il maggiornumero di decorazioni al valore.La struttura organica di questi tre reggimenti fu la seguente:Reggimento Nappina Nappina Nappina Nappinabianca rossa verde blu4° Saluzzo Susa Aosta -6° Bolzano Trento Edolo -8° Feltre Tolmezzo Cividale 1 L’Aquila(1) battaglione costituito nell’estate del 1948A questo punto è necessario aprire una parentesi sudi un’altra unità composta da alpini, il 182° reggimento“Garibaldi”.L’unità, costituita a Viterbo il 25 aprile 1945, derivavadall’omonima “Divisione Italiana Partigiani”, costituitain Jugoslavia nel 1943 con aliquote della Taurinensee della divisione di fanteria Venezia, che continuaronola lotta contro i tedeschi anche in Italia e checostituirono appunto il reggimento “Garibaldi”. Il reparto,che inquadrava alpini ed artiglieria da montagnagià impiegati in Jugoslavia, alpini reduci dalla prigioniae uomini che provenivano comunque da unità partigianealpine, a partire dalla sua costituzione svolse operazionidi polizia in Umbria e, dal 1946, in Sicilia e ritornòin continente nel 1947 per essere inquadrato nella divisione“Folgore”.Il suo organico iniziale fu il seguente:• comando di reggimento;• I battaglione “Aosta”, che inquadrava artiglieri dell’omonimogruppo di artiglieria alpina, alle dipendenzedella divisione “Garibaldi” in Jugoslavia dal1943 al 1945;• II battaglione “Venezia”, costituito da fanti dell’omonimadivisione;• III battaglione “Torino”, costituito da superstiti della“Taurinense”;• compagnia mortai da 81• compagnia cannoni da 57/70Nel 1948 il reparto assunse infine la denominazione di“182° reggimento di fanteria Garibaldi” e, fino al dicembredi quell’anno, adottò il cappello alpino con nappinabianca al battaglione “Torino”, rossa al battaglione“Aosta” e verde al battaglione “Venezia”, anche se altrefonti assegnano la nappina rossa ai battaglioni “Torino”e “Venezia” e verde con disco nero al battaglione “Aosta”.Il potenziamento della specialità alpina proseguì speditamentetanto che, nell’arco di tre anni, tra il 15 ottobre1949 ed il 1° luglio 1953, vennero costituite cinquenuove brigate alpine, nell’ordine la “Julia” il 15 ottobre1949, la “Tridentina” il 1° maggio 1941, la “Taurinense”il 15 aprile 1952, l’“Orobica” il 1° gennaio1953 e la “Cadore” il 1° luglio 1953; l’organico inizialedelle cinque unità fu il seguente:• Brigata “Julia”:- 8° reggimento alpini: battaglioni “Feltre”, “Tolmezzo”,“Cividale” e “L’Aquila”;- gruppo di artiglieria “Belluno” da 75/13;- gruppo di artiglieria controcarri da 57/70;Brigata “Tridentina”:- 6° reggimento alpini: battaglioni “Bolzano”, “Trento”,“Edolo” e “Bassano”;- 2° reggimento artiglieria da montagna: gruppo di artiglieria“Bergamo” da 75/13, gruppo di artiglieriada 100/17, gruppo di artiglieria controcarri da 57/70e gruppo contraerei leggero da 40/56;• Brigata “Taurinense”:- 4° reggimento alpini: battaglioni “Aosta”, “Saluzzo”e “Susa”;- 1° reggimento artiglieria da montagna: gruppo di artiglieria“Aosta” da 75/13, gruppo di artiglieria “Susa”da 100/17, gruppo mortai da 107 “Pinerolo” egruppo contraerei leggero da 40/56;• Brigata “Orobica”:- 5° reggimento alpini: battaglioni “Morbegno” e “Tirano”;- 5° reggimento artiglieria da montagna: gruppo di artiglieria“Bergamo” da 75/13, gruppo di artiglieria“Sondrio” da 100/17, gruppo mortai da 107 “Vestone”e gruppo contraerei leggeri da 40/56;• Brigata “Cadore”:- 7° reggimento alpini: battaglioni “Pieve di Cadore”e “Belluno”;- 6° reggimento artiglieria da montagna: gruppo di artiglieria“Lanzo” da 75/13, gruppo di artiglieria “Pievedi Cadore” da 100/17, gruppo mortai da 107 “Agordo”e gruppo contraerei leggeri da 40/56;


24 - Sul cappello che noi portiamoIl primo provvedimento organico del dopoguerra inmateria di nappine per cappello alpino viene emanatonel 1950 (F.O. del 15 maggio 1950 – Dispensa 9 – n.25); in esso si stabiliva quanto segue:• comandi brigata e reggimento: nappina blu con discocentrale nero, sul quale era riportata in bianco larispettiva lettera iniziale del comando ovvero B = brigatae R = reggimento;• battaglioni alpini permanenti: nappine tradizionali monocolore– bianche, rosse, verdi e blu – dei battaglioni;• plotoni paracadutisti: nappina blu.L’assegnazione delle nappine ai vari battaglioni alpininel periodo 1940 – 1975 fu la seguente:Nel 1975 venne attuata la ristrutturazione dell’esercitoche soppresse i reggimenti ed i battaglioni passanoalle dirette dipendenze delle rispettive brigate, che risultaronocosì composte:• Brigata “Julia”:- battaglioni alpini: “Gemona”, “Tolmezzo”, “Cividale”,“L’Aquila” e “<strong>Vicenza</strong> ”;- gruppi di artiglieria da montagna: “Belluno”, “Udine”e “Conegliano”;• Brigata “Tridentina”:- battaglioni alpini: “Trento”, “Bassano” e il battaglionealpini d’arresto “Val Brenta” (che nel 1986 divienebattaglione quadro);- gruppi di artiglieria da montagna: “<strong>Vicenza</strong>” e“Asiago”;• Brigata “Taurinense”:- battaglioni alpini: “Aosta”, “Saluzzo” e “Susa”;- gruppi di artiglieria da montagna: “Pinerolo” e “Aosta”;• Brigata “Orobica”:- battaglioni alpini: “Morbegno”, “Tirano”e “Edolo”;- gruppi di artiglieria da montagna: “Bergamo” e “Sondrio”;• Brigata “Cadore”:- battaglioni alpini: “Feltre”, “Pieve di Cadore” e “Belluno”;- gruppi di artiglieria da montagna: “Lanzo” e “Agordo”.In base a questa organizzazione la distribuzione dellenappine fu la seguente:Brigata Reggimento Nappina Nappina Nappina Nappinabianca rossa verde bluTaurinense 4° Mondovì Aosta 1 Saluzzo SusaOrobica 5° Morbegno Tirano Edolo 2 -Tridentina 6° Bolzano Trento Bassano -Cadore 7° Feltre 3 Pieve di Cadore 4 Belluno -Julia 8° Gemona Tolmezzo Cividale L’Aquila(1) nel 1963 il btg Aosta andò a costituire la Scuola Militare Alpina, ritornando al reggimento nel 1966(2) nel 1953 il btg Edolo viene ceduto al 5° rgt e viene sostituito dal btg Bassano mantenendo la nappina verde(3) nel 1956 il btg Feltre viene ceduto al 7° rgt e sostituito dal btg Gemona mantenendo la nappina biancaBrigata Nappina Nappina Nappina Nappinabianca rossa verde bluTaurinense - Aosta Saluzzo SusaOrobica Morbegno Tirano Edolo -Tridentina - Trento Bassano -Cadore Feltre Pieve Belluno -di CadoreJulia Gemona Tolmezzo Cividale L’Aquila<strong>Vicenza</strong>Il 1° aprile 1964, riunendo il personale dei discioltiplotoni omonimi delle cinque brigate, venne costituitala “compagnia alpini paracadutisti”a livello di Corpod’Armata, che conservò lanappina di colore blu e dal 1°gennaio 1990 assunse la denominazionedi compagniaalpini paracadutisti “MonteCervino” e la nappina di coloreblu con disco nero contenentele lettere “C.A.” incolore bianco.Nell’anno 1991 venne ripristinatoin forma sperimentaleil reggimento, il quale, tuttavia, a differenza delpassato si basò su di un solo battaglione; nell’ambito delIV° Corpo d’Armata alpino vennero così ricostituiti ireggimenti “Belluno” della “Cadore” e “L’Aquila” della“Julia”, seguiti l’anno dopo, visto il consenso alla sperimentazione,dalla costituzione di altri dieci reggimentinei quali le nappine risultarono così distribuite:Le nappine assegnate ai vari comandi furono le seguenti:Brigata Reggimento Battaglione NappinaTaurinense 2° Saluzzo Verde3° Susa BluTridentina 5° Morbegno Bianca6° Bassano Verde11° Trento Rossa12° Pieve di Cadore RossaJulia 7° Feltre Bianca8° Gemona Bianca9° L’Aquila Blu14° Tolmezzo Rossa15° Cividale Verde16° 1° btg alpini 1 Verde(1) costituito il 7 settembre 1992 per cambio di denominazione del reggimentoalpini “Belluno”


Sul cappello che noi portiamo - 25• comando del IV Corpo d’Armata alpini e battaglionealpini paracadutisti: nappina blu con disco nero esigla centrale “C.A.” al centro in bianco;• reparto comando e trasmissioni di brigata alpina:nappina blu con disco nero e lettera “R” al centroin bianco;• alpini assegnati organicamente a comandi o enti diversida quelli alpini: nappina blu con centro nero;Scuola Militare Alpina: nappina azzurro Savoia.L’organico del 1991 è rimasto invariato fino agli inizidel nuovo secolo, con alcune variazioni quali:- lo scioglimento dei reggimenti: 15° “Cividale” nel1995, 11° “Trento” e 12° “Pieve di Cadore” nel 1997;- la ridenominazione in “Belluno” del 16° reggimento;- la ricostituzione del 17° reggimento “Edolo” nel 1997.Le nappine dei reparti di artiglieria alpinae da montagnaLe prime 5 batterie da montagna vennero costituitenel 1887 allo scopo di operare con i battaglioni alpini,queste dettero vita nel 1887 al “Reggimento di artiglieriada montagna” forte di 2 brigate su 9 batterie,divenute poi 5 con 15 batterie; subito dopo la fine dellaguerra d’Africa, la 5a° brigata divenne autonoma conla denominazione di “Brigata d’artiglieria da montagnadel Veneto”.Il 31 dicembre 1908 le brigate assunsero il nome dicittà, ovvero:- reggimento artiglieria da montagna: brigate “Oneglia”(1 a , 2 a e 3 a batteria), “Mondovì” (4 a , 5 a e 6 a batteria),“Torino-Susa” (7 a , 8 a e 9 a batteria), “Torino-Aosta” (10 a , 11 a e 12 a batteria);- brigata artiglieria da montagna “Conegliano”:batterie 13 a , 14 a e 15 a ;- brigata artiglieria da montagna “Messina”: batterie26 a , 27 a e 28 a posta alle dipendenze del 22° reggimentoartiglieria da campagna.Nel 1909 venne costituito il 2° reggimento artiglieriada montagna e le brigate vennero ridenominate gruppicon la creazione dei nuovi gruppi “Udine” (batterie16 a , 17 a e 18 a ), “<strong>Vicenza</strong>” (batterie 19 a , 20 a e 21 a ) e “Belluno”(batterie 22 a , 23 a e 24 a ).Alla fine del 1910 la struttura dell’artiglieria da montagnaera dunque la seguente:- 1° rgt artiglieria da montagna: gruppi “Torino-Pinerolo”(1 a , 2 a e 3 a batteria), “Mondovì” (4 a , 5 a e 6 abatteria), “Torino-Susa” (7 a , 8 a e 9 a batteria), “Torino-Aosta”(10 a , 11 a e 12 a batteria);- 2° rgt artiglieria da montagna: gruppi “Conegliano”(13 a , 14 a e 15 a batteria), “Udine” (16 a , 17 a e 18 abatteria), “<strong>Vicenza</strong>” (19 a , 20 a e 21 a batteria), “Belluno”(22 a , 23 a e 24 a batteria);e nel settembre medesimo anno si era stabilito cheanche il cappello alpino dell’artiglieria da montagna fossedotato della nappina, la quale aveva le seguenti caratteristiche:• comando di reggimento: rossa con il centro nero e lelettere “C.R.” in giallo al centro;• comando di gruppo: rossa con il centro nero e le lettere“C.G.” in giallo al centro;• batterie: rossa con il centro nero e il numero dellabatteria in giallo al centro.La nappina della 41 a Batteria del Gruppo Agordodi Artiglieria da MontagnaNel 1915 con la creazione del 3° rgt artiglieria damontagna e di tre nuovi gruppi la struttura organizzativaera la seguente:- 1° rgt artiglieria da montagna: gruppi 1° “Torino-Susa” (1 a , 2 a e 3 a batteria), 2° “Torino-Aosta” (4 a , 5 ae 6 a batteria), 3° “Torino-Pinerolo” (7 a , 8 a e 9 a batteria),4° “Mondovì” (10 a , 11 a e 12 a batteria);- 2° rgt artiglieria da montagna: gruppi 5° “Conegliano”(13 a , 14 a e 15 a batteria), 6° “Udine” (16 a , 17 ae 18 a batteria), 7° “<strong>Vicenza</strong>” (19 a , 20 a e 21 a batteria),8° “Belluno” (22 a , 23 a e 24 a batteria);- 3° rgt artiglieria da montagna: gruppi 9° “Oneglia”(25 a , 26 a e 27 a batteria), 10° “Genova” (28 a , 29 a e 30 abatteria), 11° “Bergamo” (31 a , 32 a e 33 a batteria), 12°“Como” (34 a , 35 a e 36 a batteria);Dopo la conclusione del conflitto si susseguirono variemodifiche organizzative che nel 1926, con l’adozionedell’ordinamento Mussolini, portarono alla seguenteconfigurazione:- 1° rgt artiglieria da montagna: gruppi “Susa” (1 a ,2 a e 3 a batteria), “Aosta” (4 a , 5 a e 6 a batteria), “Pinerolo”(7 a , 8 a e 9 a batteria), “Mondovì” (10 a , 11 a e 12 abatteria);- 2° rgt artiglieria da montagna: gruppi “<strong>Vicenza</strong>”(19 a , 20 a e 21 a batteria), “Belluno” (22 a , 23 a e 24 a batteria),“Bergamo” (31 a , 32 a e 33 a batteria);- 3° rgt artiglieria da montagna: gruppi “Conegliano”(13 a , 14 a e 15 a batteria), “Udine” (16 a , 17 a e 18 abatteria);Sempre in quell’anno vennero costituiti i “Reparti


26 - Sul cappello che noi portiamoMunizioni e Viveri” che ebbero la nappina rossa con ilcentro nero e le lettere “R.M.V.” in giallo al centro.Nel 1934 i reggimenti assunsero le denominazionedi “artiglieria alpina” e contemporaneamente vennerocostituiti due nuovi reggimenti, il 4° ed il 5°, con conseguenteriordino dei gruppi:- 1° rgt artiglieria alpina, divisione “Taurinense”:gruppi “Susa” (1 a , 2 a e 3 a batteria) e “Aosta” (4 a , 5 ae 6 a batteria);- 2° rgt artiglieria alpina, divisione “Tridentina”:gruppi “<strong>Vicenza</strong>” (19 a , 20 a e 45 a batteria) e “Bergamo”(31 a , 32 a e 33 a batteria);- 3° rgt artiglieria alpina, divisione “Julia”: gruppi“Conegliano” (13 a , 14 a , 15 a e 59 a batteria) e “Udine”(17 a , 18 a e 34 a batteria);- 4° rgt artiglieria alpina, divisione “Cuneense”: gruppi“Pinerolo” (7 a , 8 a e 9 a batteria) e “Mondovì” (10 a ,11 a , 12 a e 57 a batteria), 64a e 116a batteria da 20 mm;- 5° rgt artiglieria alpina, divisione “Pusteria” (dal1935 al 1943 impiegato in A.O.I.): gruppi “Lanzo” (16 a ,44 a e 47 a batteria) e “Belluno” (22 a , 23 a e 24 a batteria);Nel 1935, con F.O. del 1° aprile 1935 (dispensa 13,n. 116), fu disposto che la nappina rossa degli artiglierialpini venisse sostituita da una nappina verde recante ilnumero della batteria e che il tondino su cui era applicatoil numero distintivo del reggimento fosse di coloreverde sia per gli alpini che per gli artiglieri alpini.Le nappine furono così diversificate:• comando di reggimento: nappina verde con centronero e lettere “C.R.” in giallo;• comando di gruppo: nappina verde con centro neroe lettere “C.G.” in giallo;• batterie: nappina verde con centro nero e numero dellabatteria in giallo;• batterie deposito: nappina verde con centro nero elettera “D.” in giallo;• reparto munizioni e viveri: nappina verde con centronero e lettere “R.M.V.” in gialloLe nappine rosse precedentemente in uso furono assegnateai gruppi di artiglieria someggiata del reggimentodi artiglieria per divisioni di fanteria, le quali ebberoportarono il cappello per un breve periodo di tempodal febbraio all’ottobre del 1935.Lo scoppio del 2° conflitto mondiale e le conseguentiesigenze operative comportarono numerose variazioniorganiche tra le quali vale la pena di ricordare la costituzionedel 6° reggimento artiglieria alpina e la creazionedi ben 10 nuovi gruppi quali:- “Val Chisone”, “Val d’Orco”e “Val d’Adige” nel 6°reggimento – divisione “Alpi Graie”;- “Val Camonica” nel 2° reggimento;- “Valle Isonzo” e “Val Tagliamento” nel 3° reggimento;- “Val Po” e “Val Tanaro” nel 4° reggimento;- “Val Piave” e “Val Brenta” nel 5° reggimentoLa prima unità di artiglieria alpina ad essere ricostituitadopo la conclusione del conflitto fu, nel 1947, ilgruppo “Belluno”, seguita nel 1951 dagli altri reggimentiin vita nel 1940, con eccezione del 4° e la struttura fu laseguente:- 1° rgt artiglieria da montagna – brigata “Taurinense”(costituito il 1 maggio 1952): gruppo da 100/17 “Susa”(1 a , 2 a e 3 a batteria), gruppo da 75/13 “Aosta” (4 a ,5 a e 6 a batteria), gruppo mortai da 107 “Pinerolo” inseguito passato alla “Julia”;- 2° rgt artiglieria da montagna – brigata “Tridentina” (costituitoil 1 maggio 1951): gruppo da 75/13 “Bergamo”divenuto poi “<strong>Vicenza</strong>” nel 1952 (19 a , 20 a e 21 a batteria),gruppo mortai da 107 “Asiago” (28 a , 29 a e 30 a batteria),gruppo “Verona” (75 a , 76 a e 77 a batteria);- 3° rgt artiglieria da montagna – brigata “Julia” (costituitoil 15 ottobre 1949): gruppo da 75/13 “Belluno”(22 a , 23 a e 24 a batteria), gruppo carrellato da100/17 “Conegliano” (13 a , 14 a , 15 a e 25 a batteria),gruppo mortai da 107 “Gemona” divenuto poi “Udine”nel 1964 (17 a , 18 a e 19 a batteria), gruppo controcarrida 57/70 sciolto nel 1952;- 5° rgt artiglieria da montagna – brigata “Orobica”(costituito il 1° gennaio 1953): gruppo da 75/13 “Bergamo”(31 a , 32 a e 33 a batteria), gruppo da 100/17“Sondrio” (51 a , 52 a , 53 a batteria), gruppo mortai da107 “Vestone” (35 a , 36 a e 37 a batteria);- 6° rgt artiglieria da montagna – brigata “Cadore” (costituitoil 1° luglio 1953): gruppo da 75/13 “Lanzo”(16 a , 44 a e 47 a batteria), gruppo da 100/17 “Pieve diCadore” (37 a , 38 a e 50 a batteria), gruppo mortai da107 “Agordo” (41 a , 42 a e 43 a batteria).La struttura definitiva arrivò solo nel 1960 ed era laseguente:Brigata Reggimento Gruppi BatterieTaurinense 1° Susa 1, 2, 3Aosta 4, 5, 6Pinerolo 7, 8, 9Mondovì 10, 11, 12Tridentina 2° <strong>Vicenza</strong> 19, 20, 21Asiago 28, 29, 30Verona 75, 76, 77Julia 3° Conegliano 13, 14, 15, 25Udine 17, 18, 19Belluno 22, 23, 24Osoppo 25, 26, 27Orobica 5° Bergamo 31, 32, 33Sondrio 51, 52, 53Vestone 35, 36, 39Cadore 6° Lanzo 16, 44, 47Pieve di Cadore 37, 38, 50Agordo 41, 42, 43


Sul cappello che noi portiamo - 27Salvo un breve periodo dal 1953 al 1955, nel qualesi adottarono nappine diversificate a seconda del tipo diarmamento in dotazione ai gruppi, le nappine in uso rimaseroquelle introdotte nel 1935, ovvero:• reparto comando di reggimento: nappina verde condischetto centrale nero sul quale era riportata in giallola sigla “C.R.” oppure “R.C.R.”;• batteria comando di reggimento: nappina verde condischetto centrale nero sul quale era riportata in giallola sigla “B.C.R.”;• batterie: nappina verde con dischetto centrale nero sulquale era riportato in giallo il numero della batteria;• batterie comando e servizi: nappina verde con dischettocentrale nero sul quale era riportata in giallola sigla “B.C.S.”;• reparto riparazioni e recuperi: nappina verde con dischettocentrale nero sul quale era riportata in giallola sigla “R.R.R.”La grande ristrutturazione attuata nel 1975 portò alloscioglimento dei comandi di reggimento e dei gruppi:“Mondovì”, “Susa”, “Verona”, “Osoppo”, “Vestone”e “Pieve di Cadore” ed al passaggio dei gruppi superstitialle dirette dipendenze delle brigate alpine secondolo schema seguente:Brigata Gruppi BatterieTaurinense Aosta 4, 5, 6Pinerolo 7, 8, 9Tridentina <strong>Vicenza</strong> 19, 20, 21Asiago 28, 29, 30Julia Conegliano 13, 14, 15, 25Udine 17, 18, 19Belluno 22, 23, 24Orobica Bergamo 31, 32, 33Sondrio 51, 52, 53Cadore Lanzo 16, 44, 47Agordo 37, 38, 50Negli anni 1989 – 1991 furono sciolti i gruppi “Asiago”,“Sondrio”, “Agordo” e “Belluno”, mentre il gruppo“Udine” fu trasformato in unità contraerei leggeri edil “<strong>Vicenza</strong>” in unità artiglieria pesante.Nel 1991, a seguito dello scioglimento della brigata“Orobica”, rimasero in attività solo i gruppi “Aosta”,“Bergamo”, “Conegliano” e “Lanzo” e negli anni successivifurono ricostituiti 5 degli antichi reggimenti, tuttibasati però su di un unico gruppo:• 1° reggimento artiglieria da montagna: gruppo“Aosta” (batterie 4 a , 5 a e 6 a );• 2° reggimento artiglieria da montagna: 1° gruppo;• 3° reggimento artiglieria da montagna: gruppo“Conegliano” (batterie 13 a , 14 a , 15 a e 25 a )• 5° reggimento artiglieria da montagna: gruppo“Bergamo” (batterie 31 a , 32 a e 33 a )• 6° reggimento artiglieria da montagna: gruppo“Lanzo” (batterie 16 a , 44 a e 47 a )A seguito di tutte queste modifiche strutturali, anchel’assegnazione delle nappine subì degli assestamenti:- compagnia cannoni da 106 s.r. controcarro di brigataalpina: nappina blu con disco nero e sigla “C.C.”al centro, in bianco;- artiglieria pesante campale e gruppo specialisti d’artiglieria(4° rgt artiglieria pesante campale, IV gruppospecialisti “Bondone” e X gruppo artiglieria dacampagna “Avisio”): nappina verde con disco gialloe sigla “C.A.” al centro, in giallo;- comandi di reggimento artiglieria da montagna: nappinaverde con disco nero e sigla “C.R.” al centro,in giallo;- batteria comando e servizi dei gruppi di artiglieria damontagna: nappina verde con disco nero e numerodella batteria al centro, in giallo;- artiglieri da montagna assegnati organicamente a comandio enti diversi da quelli alpini: nappina verdecon disco nero.Nel 1995 vennero sciolti il 2° ed il 6° reggimento artiglieriae con essi i gruppi rispettivi.Le nappine dei reparti del genioIl Decreto Legge del 31-10-1935 che determinò lariorganizzazione delle truppe alpine con l’istituzionedelle quattro, poi divenute cinque, divisioni alpine, prevedevaanche la creazione in ciascuna divisione di una“compagnia mista del genio” trasformata successivamentein “battaglione misto del genio alpino”, compostociascuno da una compagnia artieri e da una compagniatrasmissioni, che prendeva il nome della divisionedi appartenenza.A questi reparti fu inizialmente assegnata una nappinainteramente in lana di colore amaranto, sostituitanel 1936 da una nappina sempre di colore amaranto,ma con disco nero al centro del quale era riportato ilnumero arabo della divisione di appartenenza, tessutoin bianco, quindi:• il numero 1 per la “Taurinense”• il numero 2 per la “Tridentina”• il numero 3 per la “Julia”• il numero 4 per la “Cuneense”• il numero 5 per la “Pusteria”Nel secondo dopoguerra, in ciascuna delle neo costituitebrigate alpine, furono create due compagnie delgenio, una di artieri – poi divenute pionieri – e una deicollegamenti – poi divenute trasmissioni – le quali apartire dal 1950 ripresero le vecchie nappine di anteguerradi colore amaranto, con disco centrale nero sulquale erano riportate le lettere “P” (pionieri) e “T” (tra-


28 - Sul cappello che noi portiamosmissioni), sostituite poco dopo dal numero romanoidentificativo della brigata di appartenenza e sempredi colore amaranto, ovvero:• il numero I per la brigata “Taurinense”• il numero II per la brigata “Tridentina”• il numero III per la brigata “Julia”• il numero IV per la brigata “Orobica”• il numero V per la “Cadore”Con la ristrutturazione del 1975, ciascuna brigataconservò la propria compagnia genio pionieri, mentretutte le compagnie trasmissioni furono sciolte e il loropersonale fu incorporato nel neo costituito “Repartocomando e trasmissioni di brigata”.Le compagnie genio pionieri a partire dall’autunno1986 assunsero la denominazione di “compagnia genioguastatori” e dal 1 ottobre 1993 furono inquadratenel “Reparto Comando e Supporti tattici” dellabrigata di appartenenza.Le nappine di queste unità furono così diversificate:• unità del genio e delle trasmissioni di Corpo d’Armata(II btg genio minatori “Iseo”, IV btg genio pionieri“Orta” e IV btg trasmissioni “Gardena”): nappinaamaranto con disco nero e la sigla “C.A.” alcentro, in bianco; dal 1997 la sigla fu sostituita in“T.A.”;• compagnia genio guastatori di brigata alpina: nappinaamaranto.Nappina delle compagnie Genio guastatoriLe nappine dei reparti specialie dei reparti logisticiTra i reparti speciali di supporto un cenno particolaremeritano le “compagnie chimiche” di Corpo d’Armatacostituite nel 1934 e riunite in un “reggimentochimico” nel 1936; una di queste compagnie venne aggregataalla 5 a divisione alpina “Pusteria” inviata inA.O.I. nel 1936 ed un’altra fece parte del “Corpo d’ArmataAlpino” inviato in Russia nel 1942 e costituitodalle divisioni “Tridentina”, “Julia” e “Cuneense”.Queste compagnie, a partire dal 1938, ebbero in dotazioneil cappello alpino contraddistinto dalla nappinadi colore nero.I reparti logistici, le sezioni di sanità e di sussistenza,esistenti nelle divisioni alpine prima e durante la guerra,furono contraddistinti dalla nappina di colore amaranto,che venne conservata anche dagli unici due repartidi questo genere ricostituiti nel 1948, la 58 a sezionesanità e la 58 a sezione sussistenza, entrambi dipendentidal comando dell’8° reggimento alpini, chefurono poi seguiti da reparti analoghi costituiti nellealtre brigate alpine.Nel settembre 1956, fu costituito in ogni brigata il“Comando Unità Servizi” che raggruppava una sezionesanità, una sezione sussistenza, un parco mobile,una officina mobile, un autoreparto e, successivamente,anche un ospedale da campo; a partire dal 1961il parco e l’officina mobile furono raggruppati in un“Reparto Rifornimento, Riparazioni, Recuperi”(RRR).A partire dal 1° gennaio 1967 i comandi unità servizivennero trasformati in “Comandi RaggruppamentoServizi” e, tra il 1975 e 1976, in “battaglionilogistici” che assunsero la stessa denominazione dellebrigate di appartenenza.Le nappine di tutti questi reparti rimasero di coloreamaranto fino al 1975, quando questo colore fu abolitoe sostituito dal viola: il “4° battaglione logisticodi manovra” costituito nel 1981 per trasformazionedel “4° reparto RRR” e divenuto nel 1986 “24° battaglionelogistico di manovra Dolomiti” adotto la nappinadi colore viola, con disco nero recante la sigla“C.A.” tessuta in bianco.Nella prossima quarta ed ultima puntata tratteremol’argomento nappine relativamente alla Guardia allafrontiera, battaglioni da posizione, raggruppamenti alpinida posizione, battaglioni alpini d’arresto ed all’attualeorganico delle truppe alpine.a cura di Alberto Pieropanle informazioni sono tratte dal volume“Il Cappello Alpino” di Stefano Ales editonel 2005 dall’Ufficio Storicodello Stato Maggiore dell’Esercito.


Lettere in redazione - 29Un riuscitissimo EducampGrazie agli alpiniIl vice presidente provinciale del Coni, Emiliano Barban, alpino, ha inviato al presidente dell’Ana di <strong>Vicenza</strong>Giuseppe Galvanin una lunga lettera di ringraziamento rivolta a tutti gli alpini che hanno aiutato e supportatoin “Educamp”, centri estivi organizzati dal Coni, rivolti a ragazzi e ragazze dai 5 ai 14 anni. Per motivi di spazione pubblichiamo alcuni alcuni passaggi.“Abbiamo ottenuto un enorme successo tanto che i consulenti del Coni dopo Firenze hanno scelto <strong>Vicenza</strong> comepunto di riferimento per il Nord Italia, per sviluppare un progetto iniziato un anno e mezzo fa. Il progetto hacoinvolto molte discipline sportive ed interessato molte società ed associazioni tra le quali il Gruppo alpini Savegnagodi San Bortolo che ci ha dato un grandissimo ed importantissimo apporto, ospitando i piccoli ragazzi peril pranzo. E’ stata meravigliosa l’opportunità che ci è stata data e soprattutto e stata splendida la disponibilità: Peri bambini essere nella sede degli alpini attorniati da quadri, vecchi cappelli con la penna nera e da moltissimi cimelistorici, era diventato una cosa importante e di orgoglio, in quanto dicevano ai loro genitori e compagni piùgrandi: noi mangiamo al ristorante degli alpini, sono bravissimi.Gli alpini non aspettavano altro che i ragazzini facessero loro delle domande per poter rispondere ed incuriosirli:hanno fatto loro vedere i filmati delle loro sfilate, fatto capire cosa vuol dire essere alpino e cosa vuol dire patria,e la bandiera. Hanno cantato canzoni di montagna e suonato l’armonica a bocca incuriosendo ancora di più ibambini e non per ultimo è stato organizzato per tutti i partecipanti all’Educamp, accompagnatori compresi, l’alzabandiera:a tutti i bambini gli alpini hanno voluto donare una bandierina simbolo dell’Italia e da buoni alpini,dopo aver deposto un mazzo di fiori sul cippo all’esterno della loro sede e regalato un fiore alle accompagnatrici,hanno invitato i più grandi a bere in compagnia. Sicuramente per me è stata un’esperienza unica, che rimarrà semprenel mio cuore.GRAZIE”Emiliano BarbanDon Paolo ha capito lo spirito alpinoIl 15 gennaio sono stato invitato dal gruppo di Maloall’annuale festa della Famiglia Alpina; dopo l’alzabandieraed aver reso gli onori al monumento ai Cadutiabbiamo assistito alla celebrazione della messa.Fino a qui tutto rientra nei canoni classici delle nostrecerimonie, ma la sorpresa l’ho avuta quando, prima dell’omelia,il vice parroco don Paolo ha chiesto a tutti glialpini di indossare il cappello. Tra lo sbigottito ed il divertitoci siamo guardati ed abbiamo eseguito. Ha poiproseguito improntando la predica sul significato delcappello e domandando se è lui a fare gli alpini o senon lo sono piuttosto le nostre azioni ed i nostri valori.Aggiungendo sorpresa a sorpresa, giunto il momentodella recita del “Padre nostro”, ci ha chiamato tutti attornoa sé sull’altare col cappello indossato e tenendociper mano abbiamo pregato assieme provando unagrande emozione. Alla fine di questa cerimonia, per meunica per come si è comportato don Paolo mi sono fattouna domanda : “Perché esistono disparità di comportamentotra i sacerdoti nei nostri confronti ?” Secondome il giovane don Paolo ha capito esattamentelo spirito che ci anima ed ha capito che quello che facciamosi rifà all’insegnamento di Cristo che ci vuolevicini a chi ha bisogno. Non mi spiego però come maisacerdoti più anziani e che ci conoscono da molto piùtempo, siano restii ad assecondare il nostro desideriodi esprimere durante le funzioni liturgiche il nostro esserealpini. Grazie don Paolo e non cambiare, perché ècomportandosi come te che si riesce ad avvicinare anchecolui che non è interessato o non vuole essere coinvoltonelle nostre e nelle tue cerimonie. Grazie per lalezione che ci hai impartito.Enzo Paolo Simonelli


30 - Lettere in redazioneNel terremoto del Friuli (6 maggio 1976), ovveroquando la Protezione Civile in Italia non esistevaancora, tutti i popoli friulani, veneti, trentini e altoatesinisentirono la terra tremare e vissero una grandepaura.Con le linee telefoniche fuori uso, i primi a poterdare notizie dell’accaduto furono i radioamatori coni loro apparecchi.Il Cb Radio Club Schio, del quale sono socia ininterrottamenteda 35 anni, offrì i propri servigi mandandoquattro operatori volontari nelle zone colpitedal disastro, con il compito di stabilire ponti radiotra le varie località prive di collegamenti telefonici.Fu un’esperienza umana e civile eccezionale. Nonc’era un coordinamento ad alto livello, così il governoinviò in zona il commissario Zamberletti, volonterosoma, per forza di cose privo di esperienza.Tramite i Cb radioamatori venni a conoscenza dellesue difficoltà.Così ho aiutato nel 1976la Protezione civileDalla Svizzera, Paese in cui avevo vissuto oltredieci anni come emigrata, avevo portato il vademecumdella Protezione civile elvetica, contenente tuttele indicazioni ed i protocolli per fronteggiare qualsiasiemergenza.Tramite una persona di mia conoscenza feci perveniretale vademecum al commissario Zamberlettie nel corso degli anni seguenti, tramite l’informazionetelevisiva, ho potuto constatare che i contenutidi quel libricino, così minuto quanto prezioso, sonostati seguiti ed applicati con crescente competenzae professionalità.Oggi dopo 35 anni da quegli avvenimenti, la ProtezioneCivile Italiana è una meravigliosa realtà cheil mondo intero ammira.Io sono onorata di aver potuto contribuire, con ilmio piccolo gesto, a creare questa realtà.Ida “Ada” CasaLa strada degli Scarrubbiè meglio evitarlaLa questione sollevata da Luigi Girardi sul pellegrinaggioal Pasubio è di grande attualità. Oggi lastrada degli Scarubbi è pericolosa per i mezzi chevi transitano ed è meglio evitare possibili incidenti,prima che ci scappi il morto.L’alternativa di spostare la cerimonia al ColleBellavista dell’Ossario la ritengo valida. Sarebbeperò opportuno aprire un dibattito sulla questionefra tutti i gruppi della <strong>Sezione</strong>, perché credo possascaturire qualcosa di interessante.Onorare i caduti che lassù sono morti vuol direanche avere la possibilità di accedere al luogo senzapericoli e poterlo fare a valle rimane sempre unricordo dignitoso.Ferruccio RigheleErano Guastatorii militari all’OssarioLeggendo l’articolo “L’ultimo saluto. Nell’ossariodel Pasubio i resti di quattro soldati trovati sul Cosmagnon”,pubblicato nel numero di Ottobre della vostrarivista, non ho potuto fare a meno di notare un erroreche spero vogliate correggere.Sia i militari che hanno trasportato le urne all’internodel ossario che il picchetto armato, infatti, non sonostati forniti dal 2° Reggimento Artiglieria “<strong>Vicenza</strong>” distanza a Trento, come da voi affermato, bensì dal 2°Reggimento Genio Guastatori di stanza a Trento.Cordialmente.Luca FerranteRingraziamo il nostro lettore della precisazione.


Dalle Zone - 31Zona RIVIERA BERICAColletta alimentareun grande successoIn occasione della 15^ giornata nazionale della colletta alimentare,svoltasi il 26 novembre, gli alpini della zona RivieraBerica hanno voluto dare il loro valido contributo.Questaimportante manifestazione, che vede all’operaanche altre associazioni umanitarie nonché tutte le personedi buona volontà, è diventata ormai un occasione importanteper sensibilizzare la società civile al problema dellapovertà, con l’invito ad un gesto tangibile e gratuito.Durante l’intera giornata tutti i gruppi della zona, Barbarano,Castegnero, Cervarese-Rovolon, Costozza, Grisignanodi Zocco, Longare, Lumignano, Montegalda, Mossano,Nanto, Ponte di Barbarano, Villaga e Villaganzerla,ognuno nel suo ambito territoriale, si sono avvicendati alleentrate dei supermercati che aderivano all’iniziativa; edè stato semplice e spontaneo familiarizzare con i volontaridi altre associazioni, ma soprattutto è stato bello vederetante persone che con un sorriso, accompagnato da un“bravi alpini”, portavano la busta riempita di generi alimentari.I bambini un po’ intimoriti, ma anche attratti dalcappello, hanno suscitato momenti di sana allegria. Allafine, nonostante la grave crisi economica, le scatole raccoltesono state veramente tante e questa è stata la piùgrande soddisfazione. Un grazie a tutti i collaboratori.Celebrato a Mossanol’anniversario di NikolajewkaIl Gruppo alpini di Mossano ha organizzato due iniziativeper ricordare la battaglia di Nikolajewka. Nella seratadel 27 gennaio, nella struttura polifunzionale di Ponte,è stata presentata “Nikolajewka per non dimenticare”con testimonianze, immagini e suoni della guerra,un progetto realizzato in collaborazione con la Bibliotecacomunale. La serata è stata aperta dal capogruppoFiorenzo Masiero e dal vice sindaco Flavio Ceruffi, seguitidall’intervento del presedente della sezione AnaGiuseppe Galvanin. Si è poi entrati nel vivo del contestostorico con il prof. Giuliano Gambin che ha introdottoalcuni filmati su quella terribile guerra. Momentocentrale della serata è stato la presentazione, a cura delprof. Mario Pavan, del libro-diario “Dall’Adige al Don”scritto dal padre Rino, marconista aggregato al 3° Reg.Bersaglieri. Significative sono state anche le testimonianzedi tre reduci: l’alpino Antonio Seraglio di 94 annidel Battaglione <strong>Vicenza</strong>, l’alpino Renzo Gandolfi del3° Reg. Divisione Julia che compiva proprio quel giorno90 anni e del carabiniere Orazio Frasson della 356^<strong>Sezione</strong> Carabinieri “Pasubio” anche lui di 90 anni, iquali hanno raccontato con la voce rotta dall’emozionealcuni aneddoti della loro agghiacciante esperienza. Sulpalco, grazie al Museo delle Forze Armate di MontecchioMaggiore, erano esposte alcune armi, elmetti e vestiariononché una bandiera russa originali dell’epoca.Un momento della celebrazionea Mossano con l’alza bandieraNella mattinata di domenica 29 gli alpini dei tredici gruppidella Riviera Berica si sono ritrovati a Mossano per lacommemorazione dei caduti della campagna di Russia.La manifestazione è iniziata nel piazzale del Municipiocon l’alza bandiera, poi il corteo ha raggiunto la chiesa perla messa animata dal coro Ana di Lumignano. Presenti allacerimonia i sindaci di Mossano Giorgio Fracasso, diBarbarano Roberto Boaria e di Nanto Ulisse Borotto chehanno portato i loro saluti, ai quali si sono aggiunti quellidel capogruppo Fiorenzo Masiero, del capozona PaoloBorello e del generale Gianantonio Nonato. A concluderela manifestazione un breve concerto del coro Alpini direttoda Andrea Rigoni.


32 - Vita dei gruppiArsieroIl ricordo del capitano RoffiaSi è svolta ad Arsiero la celebrazione del 4 Novembrecon la partecipazione di tutte le associazioni d’arma.La cerimonia si è svolta con la deposizione delle coronedi alloro ai monumenti dei Caduti di Castana edArsiero.Causa l’imperversare del maltempo la messa è stata celebratanella chiesa arcipretale di Arsiero, invece cheal cimitero militare; vi hanno partecipato le autoritàterritoriali e una rappresentanza delle scuole medie.Particolare significato è stato dato alla cerimonia dallapresenza dei nipoti del capitano Roffia, deceduto inRussia.Dopo i discorsi tenuti dal sindaco di Arsiero TizianoBusato e dal rappresentante delle scuole medie, l’alpinoscrittore Manuel Grotto ha illustrato la vita in guerradel capitano Roffia, dalla campagna di Grecia a quellad’Albania e poi trasferito sul fronte Russo. Al terminedella presentazione è stata donata al Gruppo Alpinidi Arsiero la piastri- na di riconoscimento ritrovatanel campo di concentramento di Uciostoje (Russia).I suoi dati ufficiali sono: capitano Roffia Carlo Luiginato ad Arsiero il 10/12/1906 da Roffia Giovanni e diPoggio Giuseppina, la data di decesso è il 31/03/1943a Uciostoje.La piastrina è stata consegnata al capogruppo alpini diArsiero Narciso Busato dai nipoti del Capitano Roffia,affinché ne facciano custodia nel tempo, in modo cheil suo ricordo non vada perso.La consegna della piastrina al capogruppo Narciso BusatoArcugnanoBabbo Natale alla maternaIl 16 e 17 dicembre il gruppo alpini “Renato Casarotto”ha rinnovato un appuntamento divenuto oramai storico.Da 29 anni infatti le penne nere di Arcugnano festeggianoil Babbo Natale con i bambini della scuola materna. Inun gremito teatro comunale il capogruppo Silvano Morettoha salutato e ringraziato tutti i genitori e nonni presenti.Un ringraziamento speciale soprattutto alle maestre edai 130 bambini, che hanno allietato le giornate con le lororecite natalizie. Alla fine é arrivato Babbo Natale caricodi doni per i bambini. All’esterno, sul piazzale, gli alpinihanno offerto vin brulé molto gradito a tutti, augurandosidi poter ripetere l’iniziativa anche nei prossimi 29 anni.ArzignanoIl col. Merola in visita al PaganiMantenendo vivauna simpaticaconsuetudine chevede tutti i comandantidell’OttavoReggimentoAlpini di Cividaledel Friuli, farvisita alle pennenere del Gruppo“Mario Pagani” diArzignano, il col. Merola, da settembre alla guida delpluridecorato reparto della “Julia”, ha fatto visita con alcunisuoi collaboratori alla Città del Grifo ed ai suoi Alpini,in occasione del pranzo sociale del Gruppo di Arzignano.Particolarmente gradito il momento dello scambiodi attestati di riconoscimento tra i partecipanti, chesi è svolto alla presenza dell’assessore Bordin e del presidentedel consiglio comunale, Alexandre Galiotto, delpresidente della <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong>, Giuseppe Galvanin,e del suo vice, Erminio Masero, e dei rappresentantidei gruppi Ana gemellati con il “Pagani”,Il capogruppo Paolo Marchetti, ricordando i profondilegami di amicizia che legano Arzignano all’Ottavo, hadonato il Crest del Gruppo al col. Michele Merola, cheha ricambiato con il “Crest” dell’8°, appositamente realizzatodopo la missione in Afghanistan.


Vita dei gruppi - 33DuevilleContributo degli alpiniagli alluvionatiIl 10 novembre nella sala consigliare di Dueville, allapresenza del sindaco, il presidente dell’Ana - <strong>Sezione</strong>di <strong>Vicenza</strong> ha consegnato a due famiglie di Vivaro particolarmentecolpite dall’alluvione dello scorso anno,una somma raccolta dagli alpini stessi. Nella breve cerimoniail sindaco ha evidenziato l’opera meritoria dell’AssociazioneNazionale Alpini, sempre pronta nelleopere di solidarietà.GambellaraPietro Gentilinconfermato capogruppoPietro Gentilin, capogruppo da tre mandati, è stato confermatoal vertice del Gruppo Ana di Gambellara. Eral’unico candidato alle elezioni, che si sono svolte in unclima sereno e collaborativo, mentre 16 alpini avevanodato disponibilità ad entrare nel direttivo. Ai nuovieletti sono già stati assegnati gli incarichi: vice capigrupposono Francesco Tomba e Diego Framarin; cassiereGiovanni Posenato, segretario Pierluigi Pontalto,alfiere Sergio Mattioli. Consiglieri con diritto di votosono stati eletti Marco Bettega, Pietro Burato, FrancescoFramarin, Massimo Meggiolaro, Giorgio Rossetto,Diego Signorini ed Angelo Zerbinato; senza dirittodi voto: Lino Dalla Chiara, Agostino Marchetto, RobertoPelanda e Giuseppe Trentin. Ha riscaldato la giornatauna riuscita marronata accompagnata da Gambellaranuovo e ottimo Recioto.LapioUn piccolo Gruppoma con grandi progettoSi è concretizzata con successo ed entusiasmo da parte deiragazzi delle terze medie della scuola “Foscolo” di Torrid’Arcugnano l’uscita sul Monte Ortigara. L’idea, nata dalleinstancabili insegnanti del plesso prof. Micheletto e Polidi coinvolgere gli alpini per insegnare in modo diversoai ragazzi uno dei capitoli più cruenti della della PrimaGuerra mondiale, ha avuto una risposta immediata e fattivacon il Gruppodi Lapio. La settimana precedente all’uscita,lo storico dell’Ana di <strong>Vicenza</strong> Graziani ha incontratoa scuola i ragazzi per illustrare e spiegare in mododettagliato la storia del Monte Ortigara, portando consé i reperti bellici ritrovati che testimoniano l’avvenimento.Il 5 ottobre, con una splendida giornata, circa 75 personetra ragazzi, insegnanti, lo storico Graziani e alcuni alpinisono partiti alla volta dell’Ortigara, ove per alcune ore iragazzi hanno potuto camminare sui luoghi teatro di unaviolentissima battaglia. a comitiva è partita da piazzaleLozze ed è salito fino alla Colonna mozza. Alla fine dellacamminata gli inesauribili alpini hanno preparato un’ottimapastasciutta, graditissima da tutti. La giornata è terminatacon la consapevolezza da parte di tutti di aver condivisoun momento di storia vissuta dai nostri nonni raccontatae tramandata, e lo spirito alpino fatto di partecipazioneattiva alla vita sociale che da sempre ci contradistingue.MeledoRagazzi protagonistiper il Quattro NovembreIl Quattro Novembre a Sarego è stato celebrato concerimonie nel capoluogo, a Meledo e Monticello di Fa-


34 - Vita dei gruppira, a cui hanno partecipato autorità comunali, religiosee militari, e rappresentanze di associazioni d’arma. Protagonistiprincipali sono stati i ragazzi delle scuole, benpreparati sul significato della ricorrenza, ed a Meledoanche loro hanno voluto deporre una corona d’alloro alnuovo cippo dedicato ai Caduti. Una scena bella e riccadi significato, che molti vorrebbero vedere anche nellecerimonie di altri paesi.MontegaldaRicordato il coristaGiovanni CrivellaroIl coro Ana “Amici Miei - ToniDocimo”, ha voluto ricordare ladipartita del sui corista “basso”Giovanni Crivellaro, avvenuta unanno fadopo una lunga malattia,organizzando due momenti diversi,la messa di suffragio ed unconcerto. La messa, officiata dadon Gabriele, parroco di Montegaldella,e animata dal coro, è statoun momento di preghiera moltoforte: accanto alla moglie edai figli, ciascuno è andato indietrocon la memoria nel ricordo di un uomo che, fino a quando ilfisico ha retto, è sempre stato presente alle prove dando un esempiodi costanza e dedizione al canto quasi eroiche. Il concerto insua memoria svoltosi il sabato successivo nella chiesa parrocchialedi Arlesega, ha unito, nel tema “Solidarietà e memoria storica”,il ricordo della sua figura con una raccolta fondi per le missioniafricane. La serata ha visto la partecipazione di molte personeunite dall’affetto per il caro Gianni e dalla voglia di concretizzareil ricordo aiutando quelle persone che sono chiamate “terzomondo” , di sicuro non per loro scelta. Commovente il momentoin cui il presidente Roberto Nicoletti gli ha dedicato deiversi sussurrati tra il muto di “O Montagne”, come pure quando,posto uno sgabellino vicino ai bassi, ha chiesto ai figli presenti diportare il cappello da alpino e l’ha appoggiato là, accanto a quellevoci a lui tanto care. Gianni ha lasciato un grande vuoto sia comeuomo che come “voce”; orfano, per molti anni solo in un orfanatrofio,non ha mai potuto avere l’abbraccio del papà o dellamamma, con forza e tenacia ha superato molte prove che la vitagli ha posto davanti. Durante il servizio di leva era stato chiamatoa soccorrere i disastrati del Vajont. I coristi del Coro Ana ricordanocon orgoglio che Giovanni amava definire il coro la suafamiglia, tanto da chiedere che, l’abito che ha avvolto la sua salmaper l’ultimo viaggio, fosse proprio la nostra divisa. (F.C.)NoventaGruppo “Umberto Masotto”II Teatro Modernissimoha fatto da stupendacornice per laserata commemorativadel 4 Novembre ela chiusura simbolicadei festeggiamenti peri 150 anni dell’Unita’d’Italia, iniziati esattamente un anno fa, nello stesso teatro,con la presentazione della ristampa del libro “I vicentinidecorati al valore militare” nella guerra 1915-1918”edito nel 1926 dall’Istituto del Nastro azzurro. La serataconclusiva ha visto presenti i sindaci di comuni dell’Areaberica, le autorita’ civili e militari e il presidente sezionaleGiuseppe Galvanin. Gli interventi e i saluti del sindacoMarcello Spigolon e dell’assessore alle associazioni MattiaVeronese hanno dato il via alla serata. evento articolatoin due parti, che ha visto da interpreti il Gruppo alpino“Umberto Masotto”, con il suo coro omonimo, che vantagià più di qualche presenza alle adunate nazionali dell’Anacon un vasto repertorio di cante tradizionali alpine ecanti legati alla montagna.Nella seconda partedella serata la Fanfarastorica sezionale hadeliziato tutto il pubblico,ha divertito maanche emozionato perla magistralità nell’esecuzionedei brani presentati dal fantasioso Gigi Girardi.uno stupendo mix di retrò e moderno, il tutto intervallatoda letture di carattere “risorgimentale” interpretate dallabrava Alessia Gherardo, madrina della serata. Con il salutodel capogruppo Cipriano Lazzarin e del prof. AntonioGatto, con in finale il “33” e l’inno nazionale, cantatoda tutti i presenti, si è conclusa la stupenda e significativaserata. Dopo il teatro Modernissimo altra degna cornicenella capiente “baita alpina” sede del gruppo “Masotto”per un momento conviviale.Saluto al Rgt <strong>Vicenza</strong>Il 2°Rgt. artiglieria “<strong>Vicenza</strong>” (erede del glorioso Gruppo<strong>Vicenza</strong>) saluta e va. Va in missione in Kosovo. Ha ricevutoil saluto delle città di Trento, di <strong>Vicenza</strong> e di Noven-


Vita dei gruppi - 35ta Vicentina, e mai giornata fu più meteorologicamenteappropriata come quella del 25 ottobre. I reparti schieratisotto la pioggia battente emanavano un loro fascino particolare,e alzi la mano chi non si é sentito in gola quelgroppo di commozione e nostalgia nell’identificarsi inquei giovani come eravamo anche noi tanti anni fa.Era presente ancheil gagliardetto delGruppo “U. Masotto”con una delegazionedi alpini. Maperché Noventa?Perché il Gruppo siera fatto promotorein Comune perdare al reggimantola cittadinanza onoraria,concessa il 2giugno 2006. Da alloracontinua unafraterna collaborazioneche va di pari passo con la sezione di <strong>Vicenza</strong> e lamunicipalità, tramite l’assessore. Mattia Veronese.Pojana MaggioreUn direttivo affiatatoe i risultati si vedonoLa “truppa” dell’infaticabile capogruppo Beppino Ceccatosta graduando il proprio operato verso l’esterno everso la gente, con risultati che danno tanta soddisfazione.Nel 2011 si è cominciato il fatidico 17 marzo, per lacelebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, con un singolarealzabandiera davanti al monumento ai Caduti, ripetutonel pomeriggio al suono dell’Inno di Mameli eseguitodalla banda di Noventa – Pojana. Il gruppo ha svoltopoi numerose collaborazioni con l’asilo parrocchialecome garanti della sicurezza per “bicicletatte” varie, oppurein sodalizio con Gruppo Noi (4 Passi in compagnia,Festadegli aquiloni e altro), o con l’amministrazionecomunale per la distribuzione di calendari e notiziari,per l’assistenza opeartiva durante il Luglio poianese, lapiù importante rassegna culturale in paese, o per la sgradevolema utilissima e sempre apprezzata pulizia dei fossi.Meno appariscenti ma più forti dal punto di vista umanoaltre operazioni di solidarietà assieme a persone impegnatenella lotta alla fame del mondo. Un’importantee commossa elargizione è stata fatta a suor Daniela Tosetto,originaria di Pojana, che opera in una comunità messicanaa favore di poveri e disagiati. Appena può tornadalla sua “famiglia Pojana” che l’accoglie sempre con ilcalore con cui si accoglie una figlia che torna da un lungoviaggio. “Questo dono nelle mani della sorella Daniela– spiega il capogruppo Ceccato – porterà senz’altro i suoifrutti, così come è stato per i precedenti interventi a favoredel compianto padre Graziano e così come sempresarà per il sostegno alla Lilt, Lega contro i tumori”. Altrapartecipazione del Gruppo Ana è assicurata alla Festa delasopressa, che si svolge ai primi di agosto, è un importantemomento di aggregazione e richiama sempre un pubbliconumeroso. Non manca infine la partecipazione adadunate e feste nazionali.A far da traino a questa operatività c’è la profonda sinergianel consiglio del Gruppo; una grande amicizia lega tuttii componenti, anche se qualche volta scoppiettante perqualche diversità di pensiero, che riescono sempre alla finedi ogni seduta, magari davanti a un bicchiere e una manciatadi “bagigi”, a prendere la giusta decisione.Cena socialeI soci del Gruppo di Pojana si sono incontrati in gennaioper l’annuale pranzo sociale. Un’occasione importante,anche perché erano in programma le elezioni per il rinnovodelle cariche associative.Dopo una messa in ricordo degli alpini “andati avanti”,alla quale hanno presenziato oltre a numerosi alpini leautorità civili e i generali Domenico Innecco e GiancarloComacchio, gli alpini sono stati ospiti per il convivionelle sale del Centro parrocchiale. Con l’auguriodi buon lavoro al nuovo direttivo si é conclusa la piacevolegiornata.


36 - Vita dei gruppiPoianellaFotoricordo di TorinoFotoricordo dell’Adunata di Torino per gli gli alpini delgruppo di Poianella, assieme a sindaco e vice. Campeggiail loro manifesto, che raffigura un alpino che abbraccial’Italia e invita alla fratellanza alpina e per laPatria, senza se... e senza ma.SossanoAlunni delle Medie sull’Altopianoa lezione di storia dagli alpiniNumerose, nell’anno appena concluso, le iniziative natedalla collaborazione tra l’Istituto comprensivo di Sossanoe il Gruppo Alpini, per la comune sensibilità del dirigentescolastico Luca Saggioro e del capogruppo Antonio Setto:visita guidata degli alunni di terza media ad alcuni deipiù significativi luoghi dell’Altopiano, teatro fra i più tormentatidella grande guerra; partecipazione attiva dellescolaresche alle cerimonie del 4 novembre e del 25 aprile,d’intesa con Amministrazione comunale (sindaco alpinoFlavio Caoduro) e Ancr (presidente Turiddu Capito);reportages fotografici sui due conflitti mondiali e sulla civiltàcontadina, grazie alla disponibilità dell’alpino GiuseppeRossi e del gruppo Alte Ceccato; ulteriori diverseiniziative sono state prese per il 150° anniversario dellaproclamazione del Regno d’Italia.Particolarmente apprezzata da tutti l’uscita sull’Altopiano,il 15 ottobre 2011, organizzata in collaborazionecon gli Alpini di Canove: visita guidata al “Salto dei granatieri”e ai cimiteri di guerra di Cesuna, pranzo nellasede del Gruppo Alpini di Canove e visita al Museo dellaGrande guerra e al Sacrario militare Leiten di Asiago.Meno apprezzato dai ragazzi, ma altrettanto utile, iltema in classe: “Davanti a quello spaventoso dirupo –scrive un alunno – chiamato da noi Veneti “Salto deiGranatieri”, mi sono sentito prendere da una grande commozione:quei ragazzi, intrappolati nella cima del MonteCengio, dopo aver combattuto fino all’ultimo, deciserodi fare il massimo sacrificio, gettandosi giù, avvinghiatiai nemici austriaci”. “E quanta commozione –scrive una ragazza – davanti agli abeti mozzi e imbiancatidei cimiteri di guerra di Cesuna, davanti all’interminabilefila di fredde lapidi del Sacrario di Asiago. ‘Conriconoscenza e rispetto’ abbiamo lasciato scritto davantia quelle lapidi e a quelle croci, a quelle piante spezzate,simbolo di tante giovani morti, di tanti caduti che,con fedeltà e onore, hanno compiuto il proprio dovere”.ThieneIl capogruppo Rossispiega il RisorgimentoAngelo Rossi, capogruppo di Thiene, in occasione del150° dell’Unità d’Italia, ha tenuto alcune ‘chiaccherate’sugli eventi che avvennero tra il 1820 ed il 1870 edha ha iniziato il suo ‘tour’ nella sede del Gruppo Ana diCostabissara. Poi in collaborazione cogli alpini di Arsieroe del loro capozona, ha raccontato i fatti storici,corredati da tanti aneddoti, alle due classi di terza mediadel paese; quindi con altri alpini della sezione ‘MonteGrappa’ di Asiago, agli alunni della terza media di S.Pietro Valdastico. A Thiene, accordatosi con l’assessorealla cultura Anna Maria Fiengo e col dirigente scolasticoCarlo Maino (ufficiale degli alpini) ha parlato, suddividendolein più mattinate, a tutte le 9 sezioni di terzamedia delle scuole ‘Ferrarin’ e ‘Bassani. Tanto è statol’interesse suscitato nei giovani dalla semplice e chiaraesposizione degli avvenimenti, che la prof. Manzardo,delle scuole ‘Ferrarin’, ha invitato Rossi a narrare


Vita dei gruppi - 37quanto accaduto a <strong>Vicenza</strong> nel 1848, prima di portaregli studenti a visitare il Museo del Risorgimento a VillaGuiccioli di <strong>Vicenza</strong>. Infine, in accordo con sindacoe capogruppo di S.Pietro Mussolino ha raccontato le vicenderisorgimentali, in un incontro aperto a tutti, riscuotendo,anche lì un buon successo.Classe 3^D della ‘Bassani’ di Thiene col dirigente Maino,la prof. Mara Garlan, Angelo Rossi ed alcuni alpini.Tonezza del Cimone2011 un’annataricca di iniziativee amici. Per il viaggio è stato usato il pullman della <strong>Sezione</strong>.Lo stesso giorno, il Gruppo Salmerie di Vittorio Venetoaveva organizzato una toccante manifestazione propriosul Grappa, con Alzabandiera, deposizione della coronae messa. Anche il Gruppo di Tonezza ha voluto dareun piccolo contributo alla cerimonia con la deposizione diuna corona al monumento al Milite Ignoto. Parte dellamattinata e il primo pomeriggio sono stati dedicati ad unavisita guidata; Gianni Idrio Gianni, della <strong>Sezione</strong> di Bassanoha raccontato con ricchezza di informazioni e squisitadisponibilità le vicende della Guerra sul Monte Grappa.Il 6 agosto, al teatro Comunale di Tonezza si è svoltala manifestazione corale “Cantincoro”, con il Coro AzzurriMonti di Tonezza e il Coro La Spelonca di Roana.Gastone Dalla Via con la figlia Marta hanno deliziato i numerosispettatori con la recita di poesie e la lettura di raccontisapientemente alternati all’esecuzione dei canti deidue cori; racconti, poesie e canti avevano per filo conduttorela la storia dell’Unità D’Italia vista anche dagli abitantidi piccoli paesi di montagna.Il 28 settembre sono stati consegnati gagliardetti commemorativiagli alunni della scuola primaria, , alla presenzadelle insegnanti e di alcuni alpini, tra i quali il capozona Monte Cimone Lorenzo Mottin. Lorenzo. A dicembrealcuni alpini si sono recati alla scuola primaria per fareagli scolari e alle insegnanti gli auguri di Natale e consegnaread ognuno di loro le foto fatte il 28 Settembre.Festeggiato Giuseppe Sellaultimo reduce alpinoIl Gruppo di Tonezza del Cimone ha voluto ricordare il150° dell’Unità d’Italia partecipando a numerose e significativemanifestazioni. Il 18 marzo 2011, gli alpini si sonoritrovati davanti al monumento ai Caduti per rendereomaggio a tutti i soldati che hanno combattuto per realizzarel’Unità del nostro paese; dopo una breve sfilata e l’alzabandieraè stata letta la lettera scritta per l’occasione dalPresidente Napolitano. Il 28 maggio è stata organizzatauna gita Commemorativa all’Ossario del Monte Grappa acui hanno partecipato numerosi soci con i loro famigliariDomenica 4 dicembre il Gruppo Ana ha organizzato iltradizionale pranzo annuale. L’incontro è stata l’occasioneper festeggiare, alla presenza del presidente sezionaleGalvanin il capogruppo Riccardo Pettinà con lamoglie Marisa per il loro 40° anno di matrimonio, e


38 - Vita dei gruppil’ultimo reduce alpino di Tonezza, Giuseppe Sella, chenon ha mancato di raccontare la sua storia militare.“Sono nato a Tonezza il 24 aprile 1923 e sono stato chiamatoalle armi l’8 settembre 1942, artigliere alpino dellaJulia. Arrivato a Gorizia, sono stato scelto con altriquindici compagni per un corso di radio telegrafista. Il20 gennaio 1943 avrei dovuto partire per la Russia, mala grande ritirata fece sospendere la partenza. Mentremi trovavo a Gorizia, con altri compagni ho dovuto partecipareal rastrellamento sul Carso e in Postumia. L’8settembre 1943 ci fu l’ordine per tutti di tornare a casa.Quando ritornai a Tonezza la guerra non era ancora finitae mi aggregai ai partigiani della Pasubiana. Dopoun rastrellamento fatto a Tonezza dai Fascisti sono statocatturato con altri tre amici e portato a Campo di Trensin Alto Adige. Al campo si lavorava per costruire dellebaracche per alloggiare i soldati che arrivavano feritidal fronte. Lavoravo dodici ore al giorno e mangiavomolto poco: in cinquanta giorni sono dimagrito 17 kg.Allora con altri compagni organizzai la fuga: prendemmoil treno per Verona e a Calliano siamo scesi; poi attraversole montagne , camminando a piedi, siamo arrivatia Tonezza. Lavati, spidocchiati e rifocillati ci siamonascosti nei boschi che circondano il paese. Il nostrocompito era quello di sorvegliare il sentiero che dallaspianata del Monte Cimone porta a Riofreddo. Stavamonascosti nelle gallerie. A volte andavamo a prendere i“lanci” mandati dagli Inglesi a Campomolon. Con i lancici rifornivano di armi. Rimasi nascosto fino alla conclusionedella guerra il 25 aprile 1945.TorreselleInaugurazione del capitelloIl 13 maggio, in ricorrenza all’apparizione della Madonnadi Fatima ai tre pastorelli, é stato inaugurato in suoonore il capitello in via Novelli a Torreselle. Gli alpini,che hanno un buon rapporto con la comunità di Torreselle,al desiderio di don Amadio di un capitello in onore dellaMadonna, si sono subito resi disponibili per la costruzione.La cerimonia é stata breve ma molto sentita, conla partecipazione del sindaco Massimo De Franceschi, ilvescovo Boscato, i sacerdoti don Flavio e don Amadio etanta gente comune. L’Amministrazione comunale ha donatoil terreno, la gente del posto per la collaborato anchecon offerte durante i lavori e per l’organizzazione dellacerimonia inaugurale, seguita da un rinfresco. Il capogruppoLuciano Massignani ha ringraziato gli alpini chehanno potuto aiutare nella costruzione, donando ore alvolontariato, e coloro che hanno lavorato e partecipato altorneo di calcetto a 7 in memoria di Michele Novello eMassimo Giacomello terminato il 24 settembre 2011. Ilricavato è andato tutto in beneficenza al “Progetto Safim”in nuova Guinea Bissau.<strong>Vicenza</strong> - SavegnagoIncontro annualedel Circolo UniCreditCome ormai da simpatica tradizione e con la collaborazionedel Gruppo Savegnago che presta la propria sede,il Circolo Dipendenti UniCredit di <strong>Vicenza</strong> ha organizzatol’incontro annuale degli aderenti alla propria “<strong>Sezione</strong>d’Arma” per la discussione del bilancio, delle attivitàeffettuate nel 2011 e per i progetti del prossimoanno. Questa sezione, che raggruppa alcuni iscritti delCircolo in una sorta di “Nostalgici congedati” si avvaledella presenza di coloro che hanno assolto il serviziomilitare di leva nei vari corpi, per organizzare attività divario genere, tutte rivolte all’aggregazione e ad attivitàsia ludiche che di carattere sociale. Naturalmente la partepreponderante degli iscritti è di leva alpina e pertantole attività e le escursioni proposte, magistralmentepianificate dal segretario sezionale, alpino Guido Fanton,vertono quasi tutte in iniziative del settore alpino.Infatti le mete raggiunte vedono le escursioni alla galleriaGen. Papa sul Pasubio e alla Città di Roccia e dintornisull’Altopiano di Asiago, oltre ad una rappresentanzaall’Adunata nazionale di Torino. Ospite d’onoreoccasione è stato il presidente della <strong>Sezione</strong> AnaGiuseppeGalvanin che ha impreziosito la serata ed ha presoatto di questa “forza esterna” che porta dentro di sèvalori tipici della gente alpina volti all’altruismo ed allaamicizia.


Vita dei gruppi - 39Al termine della cena preparata dai cuochi della <strong>Sezione</strong>d’arma, c’è stata la consueta lotteria con premi messiin palio dal Circolo UniCredit ed il cui ricavato saràdestinato, con opportuna indicazione del presidente Galvanin,ad una iniziativa di solidarietà nel territorio di riferimentodel Circolo. Alla somma stessa si aggiungeràanche una donazione diretta da parte dell’alpino LuigiBattiston, presente alla serata. L’iniziativa di solidarietàverrà poi segnalata anche ad Unisolidarietà Onlus - Uni-Credit <strong>Vicenza</strong> per il sociale - associazione tra i dipendentidella Banca che si prefigge con l’autofinanziamentoscopi di solidarietà e di vicinanza al territorio,che potrà ulteriormente migliorare la donazione. Al terminesaluti di rito e la raccomandazione agli alpini delcircolo di programmare la partecipazione alla prossimaAdunata Nazionale di Bolzano, alla quale si sfilerà inserititra gli alpini del Gruppo Savegnago e presso il qualesono regolarmente iscritti.Grande successo per le celebrazioni del 4 Novembre allascuola IC 2 “G. Bortolan” di <strong>Vicenza</strong>. Un evento resounico e straordinario grazie all’intervento del GruppoAlpini “Vincenzo Periz”. Gli studenti, infatti, spessoabituati a conoscere la storia solo attraverso i libri, hannoparticolarmente apprezzato la testimonianza unicanel suo genere non solo perché basata su fatti reali e accadutiin luoghi vicini e ben conosciuti, ma soprattuttoper l’entusiasmo e l’emozione che gli alpini hanno saputotrasmettere. La delegazione, guidata dal capogruppoe da alcuni alpini, nel corso dell’intera giornata ha incontratostudenti e docenti nell’aula magna di via Pioveneed ha tenuto un’interessante lezione sull’anniversariodella fine della Prima Guerra mondiale. L’interventonon si è limitato ad un semplice racconto dei fatti,ma è stato arricchito con la visione di una serie di videoproposti dal gruppo alpini che hanno anche eseguitodiversi canti. La giornata si è conclusa con la deposizionedella corona di alloro alla bandiera italiana inmemoria di tutti i caduti della guerra. L’evento rientranell’ambito di una serie di iniziative nate da un importatee proficuo sodalizio che risale allo scorso anno tral’IC2 “G. Bortolan” di <strong>Vicenza</strong> ed il Gruppo Alpini “VincenzoPeriz”, voluto dal dirigente scolastico Anna Brancaccioe dallo stesso gruppo.Il presidente del Circolo e della Onlus Unisolidarietà -artigliere da montagna Carlo Pepe - consegna una targaricordo al presidente Galvanin<strong>Vicenza</strong> - SettecàApprezzata collaborazionecon la Scuola BortolanDiverse sono le attività svolte lo scorso anno ed ancorapiù ricchi sono gli eventi in programma per l’anno scolastico2011/2012. Solo per citarne alcuni, il 5 dicembreè stato organizzato un viaggio di istruzione per tuttele classi terze nei luoghi della II Guerra di Indipendenzaquali San Martino, Solforino, Desenzano, ecc..Una collaborazione unica e preziosa che rafforza il legametra la scuola ed il territorio ai cui bisogni e alle cuiopportunità la scuola risponde e coglie. Si sta inoltre lavorandoper organizzare in primavera un’escursione sulPasubio per visitare l’ossario ed il ricco museo adiacente.Dirigente scolastico, docenti e tutti gli alunni hannoespresso gratitudine agli alpini per l’importante collaborazionee per il lavoro svolto.


40 - Vita dei gruppi<strong>Vicenza</strong> - Villaggio del SoleGemellaggio con Fozaun “valore alpino”Non sarà facilmentedimenticata la mattinatadi domenica 30ottobre che ha visto ilquartiere del Villaggiodel Sole vestito a festaper dare il benvenutoagli alpini scesidall’Altopiano per ilgemellaggio con ilGruppo alpini “RobertoSarfatti”. Dopola messa nella chiesaparrocchiale stracolma di fedeli, con una breve sfilataaccompagnata dalla banda musicale di Sovizzo che precedevai vessilli delle Sezioni Monte Ortigara, <strong>Vicenza</strong>e Bolognese - romagnola ed una decina di gagliardetti,al monumento ai Caduti è stata posta una corona d’alloroe l’aquila di “schegge” donata dal Gruppo di Sassodi Asiago. In via Nikolajewka i due reduci di Russiadel Gruppo “Sarfatti”, Antonio Serraglio di 94 anni eDomenico Tizian di 90, mentre la tromba della fanfarasuonava il silenzio, hanno voluto posare con le loro manie gli occhi umidi una corona d’alloro per ricordare iloro compagni alpini “rimasti là”: oggi come oggi nonè facile commuoversi se non per un avvenimento che titocca dentro, ma quella mattina ho visto tanti alpini e nocon gli occhi lucidi. Nella bella sede del Gruppo si èsvolta la cerimonia ufficiale del gemellaggio con Foza.Il “padrone di casa” Natalino Schievano ha detto cheil gemellaggio resterà anche come ricordo del 150° dell’unitàd’italia e sarà d’auspicio per il prossimo 100°anniversario della Prima Guerra mondiale.Il capo gruppo di Foza, Enzo Biasia, ha ricordato chei gemellaggi sono importanti come momenti aggregantie di fratellanza. Dopo i saluti dell’assesspre di FozaClaudio Chiomento e dell’assessore Pio Serafin in rappresentanzadel sindaco di <strong>Vicenza</strong>, il presidente vicariodella <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong>, Enzo Simonelli, ha dettoche i gemellaggi fra gruppi sono da incentivare essendoun “valore alpino” che aiuta molto a far vivere lanostra associazione, ben consci che l’Ana vivrà finchèc’è un alpino vivo. Dopo lo scambio dei gagliardetti edei doni tutti “di corsa” a gustare il rancio che si è chiusocon un arrivederci a Foza. Un grazie è andato a tuttigli alpini ed amici degli alpini che si sono prodigatiper la buona riuscita della manifestazione, che ha saputocoinvolgere anche gli abitanti del Villaggio delSole e della parrocchia, che sta festeggiando il 50° difondazione. (A. B.)VillaganzerlaConsegnato il Tricoloreai bambini di primaCome ogni anno, il Gruppo alpini di Villaganzerla si èrecato alle scuole primarie per consegnare il Tricoloreai bambini di prima.La cerimonia, tenutasi il 9 gennaio, ha visto inoltre l’inaugurazionedei tre nuovi pennoni alzabandiera installatiquest’estate, con l’aiuto degli alpini, all’ingresso dell’edificioscolastico. Alla cerimonia hanno presenziatoil sindaco di Castegnero, Giancarlo Campagnolo, il dirigentescolastico prof. Urbano Bonato, il capogruppodegli alpini di Castegnero Roberto Pasquale e un nutritogruppo di alpini di Villaganzerla, oltre ad alunni einsegnanti.La cerimonia è iniziata con l’alzabandiera fatto dai ragazzidi quinta, seguito dagli interventi del Capogruppodi Villaganzerla, Francesco Zanotto, del sindaco diCastegnero e del dirigente scolastico. Infne la consegnadei 26 Tricolori. Finita la cerimonia, gli alpini di Villaganzerlacon la collaborazione del personale della scuolaelementare, hanno offerto cioccolata calda e dolci atutti i partecipanti, compresi i genitori che hanno assistitoalla cerimonia prima del rientro dei bambini alleproprie abitazioni, e che hanno in parte contribuito preparandoalcuni dei dolci messi a disposizione.


Protezione Civile - 41Incontro di amicizia fra le squadre di soccorso radio di <strong>Vicenza</strong> e di una città germanicaUn gemellaggio nato in InternetDal 24 marzo 2009, data di presentazionedel sito Internet della Squadra trasmissionidell’ Unità sezionale di protezionecivile www.trasmissionianavicenza.it,ne erano arrivate di richieste , comunicazionie stranezze varie. Ma la mail chearrivò il 18 gennaio 2011 mi stupì veramente.Li per lì non ci feci molto caso. La mailcominciava con qualche riga in italiano eproseguiva in inglese. Gente che ha tempoda perdere, pensai. Però quella mail avevaqualcosa che mi incuriosiva e così dopoqualche giorno mi misi d’impegno e tradussila parte in inglese.La mail era stata inviata da un tedesco, Foto ricordo della bella giornata in compagnia degli amici tedeschiJürgen, sposato con una signora di originiitaliane. Si presentava come simpatizzante degli alpini iscritto al gruppo “O .Salviati” di <strong>Vicenza</strong> e radioamatore;iscritto ad una squadra di radio soccorso (Notfunk kreis Viersen – Emergenza radio distretto di Viersen) svolge lo stessonostro tipo di attività. Scriveva di essere contento di averci incontrato sul web grazie al nostro sito e che sarebbestato bello instaurare un rapporto tra noi e la sua squadra. Dopo essermi consigliato con il mio caposquadra, GianniPinton, velocemente abbiamo raccolto qualche informazione e preso la decisione di rispondere, curiosi di vedere comesarebbe andata a finire.Nei mesi successivi è stato un continuo scambiarsi di messaggi, foto e link vari con il nostro nuovo amico Jürgen.Finché un bel giorno mi disse che tra la fine di ottobre ed i primi di novembre sarebbe venuto in Italia per far visitaai parenti e mi chiese se era possibile incontrarci. Avuti i via libera necessari, mi sono subito dato da fare per organizzarel’incontro. Tutto doveva filare liscio ed essere curato anche nei minimi particolari, e poi la voglia di dimostrareche anche da noi le cose si sanno fare per bene era tanta.Il 29 ottobre ci siamo incontrati al Foro Boario, al magazzino ddella Protezione civile. L’emozione era tanta, masaluti ed abbracci hanno rotto il ghiaccio. Dopo tante mail finalmente una stretta di mano. Terminate le presentazioniabbiamo fatto visitare ai nostri ospiti il magazzino sezionale e del 3° Raggruppamento illustrando loro le strutturee le attrezzature in dotazione. Poi abbiamo passato in rassegna le squadre specialistiche di Protezione civile, che sisono rese disponibili per l’incontro, illustrando le attività che ognuna di loro svolge. La la cerimonia ha avuto la suaufficialità al momento dell’alza bandiera, dove tutti insieme abbiamo cantato l’Inno nazionale italiano.Come vuole la tradizione poi c’è stato il reciproco scambio di doni. Il nostro presidente Galvanin ha regalato a Jürgenuna piccozza ed ai suoi familiari due libri che parlano di montagna, del Pasubio e di alpinità. Abbiamo proseguitonoi della Squadra Trasmissioni con una targa in ricordo della giornata, il gagliardetto della <strong>Sezione</strong> di <strong>Vicenza</strong> edun paio di gadget. Per ultimo Jürgen ci ha omaggiato di un quadro ricamato a mano dedicato all’incontro e della suabandiera tedesca. A quel punto io e Gianni Pinton ci siamo guardati e così abbiamo preso dal carro radio la bandieraitaliana, la stessa che aveva sventolato a L’Aquila durante i giorni dl terremoto per porgerla in dono come simbolodi gemellaggio.Da buoni alpini il tutto si è concluso con un buonissimo rinfresco, tra altre mille chiacchiere ed un sacco di risate.Alla sera poi ci siamo lasciati con la promessa che in primavera avremo ricambiato la loro visita...Marco Barbieri


42 - Protezione CivileAddestramento nella neve per cani da soccorsoSi è svolto in gennaioin Val Badia un corso diaddestramento per canida soccorso in valangaper unità cinofile di protezionecivile, al qualeha preso parte anche ilNucleo cinofilo da soccorsodella <strong>Sezione</strong> Anadi <strong>Vicenza</strong>. Hanno partecipatocirca 50 Ucsprovenienti da varie partid’Italia ed Europa. Palaalla mano, i partecipanticominciavano ascavare delle buche inmodo da formare degli“igloo” dove i figurantipotevano nascondersi,chiudendo poi l’entratacon blocchi di nevecompatta e neve fresca. Per “insegnare” al cane cometrovare una persona sepolta sotto la neve si cominciacon il fargli cercare il proprio conduttore, che è statosepolto, tolto alla vista del cane, a non più di una decinadi metri dalla partenza. Quando il comportamentosarà fissato ed “il gioco” sarà chiaro nella mente delcane, cominceranno ad aumentare le difficoltà fino adarrivare alla ricerca di una persona estranea.Con la ricerca in valanga, un cane abituato a ricerchein superficie o in maceria, si trova costretto a lavorarein condizioni diverse ed a temperature rigide allequali non è abituato. Durante la ricerca deve saperutilizzare al meglio la sua abilità percettiva ma anchecerebrale, in modo tale da poter discriminare, memorizzareed utilizzare i diversi indizi olfattivi.Il Nucleo Berico ha voluto partecipare a questo corso,nonostante le remote possibilità di effettivi interventiin caso di valanga, per accrescere le proprie conoscenzeper quanto concerne il mondo della ricercacon ausilio di cani, e rendere sempre più preparato ilproprio amico a 4 zampe. La possibilità di poter passaregiornate intere con il proprio cane è stato inoltremotivo di rafforzare il rapporto già instaurato, aumentandocosì la fiducia reciproca necessaria per creareun’effettiva unità cinofila da soccorso.Donata una Pandaalla ValchiampoUn´auto in più per la Protezione civile. UnaFiat Panda 4x4, in dotazione al parco mezzi delComune di Arzignano, e in uso al settore lavoripubblici, è stata donata alla squadra di Protezionecivile Ana ValChiampo. Il Comune, infatti, ha rinnovatoil proprio parco macchine, acquisendo veicolipiù efficienti per ridurre i consumi e quindil´impatto ambientale e minimizzare le spese di manutenzione.Alcuni mezzi, perciò, sono stati dismessie sono all’asta. Non la Panda in questione,veicolo più recente degli altri e ancora utile,soprattutto per i pattugliamenti sugli argini e gliinterventi in caso di maltempo o di emergenze dicui si occupa la Protezione civile. Quattro ruoteper chi dà una mano, quindi, per i 52 volontari guidatidal caposquadra Francesco Antoniazzi, semprein prima fila in caso di calamità, per garantirela manutenzione dei sentieri o risolvere le emergenzein caso di neve.


Vanessa Primon in luce al CastaGli alpini e lo sport - 43Il caporale Vanessa Primon, alpino vicentinodi 21 anni, si è classificata terza nellagara di biathlon militare che si è tenutanell’ambito della 64° edizione dei Ca.STA,sulle nevi dell’Alta Val Pusteria. . Nella provadi sci da fondo sui dieci chilometri e tirocon l’arma d’ordinanza, il fucile automaticoBeretta SC 70/90, la giovane vicentina haconquistato il bronzo portando sul podio ilsuo reparto, il 5° reggimento alpini delle brigataJulia, di stanza a Vipiteno. I Campionatisciistici delle truppe alpine, organizzatidal Comando truppe alpine di Bolzano,rappresentano il momento più significativo che coniugal’addestramento alpino e l’impegno sportivo delle penneAlfio di Gregoriook alla Marcialonganere in servizio, e vedono la partecipazionedi tutti i reggimenti e reparti alpini, oltre arappresentanze di altri Paesi. Quest’anno hannopartecipato circa mille atleti con le stellette,che si sono affrontati nelle prove di slalom,fondo, biathlon militare, gare di plotoni e pattugliemilitari. Vanessa, che si è arruolata nonappena conseguita la maturità all’istituto pergeometri “Canova” di VIcenza, è volontarioin ferma prefissata per 4 anni, ma intende proseguirela sua esperienza negli alpini passandoin servizio permanente. Ha seguito una vocazioneche aveva maturato già da un paiod’anni. “Alpini si nasce, soprattutto – racconta il giovanecaporale - e negli alpini la cosa che preferisco è l’umiltà”.Ronzani e Bertoldo d’argentonella Gardaland MarathonIn attesa della prima Alpiniade invernale, tenutasi a Falcade,gli atleti del GSA, anche se con poca neve, si sonopreparati per l’evento partecipando alle varie gare del calendarionazionale. In sette hanno preso parte alla 39^ edizionedella Marcialonga e il miglior piazzamento ancorauna volta è stato ottenuto da Alfio Di Gregorio, classificatosi49° assoluto. Si sono difesi bene anche Paolo Carretta,Vittorino Corso, Alberto Rizzato e Umberto Impalmi.Inoltre Alfio Di Gregorio alla “Rampa con i campioni”una classica dove si cimentano i migliori scalatori,disputata ai primi di gennaio al Cermis, è arrivato2°assoluto e primo degli italiani a pochi secondi da unvincitore di una medaglia olimpica nel 2009.Si è corsa, a Castelnuovo del Garda, la 2^ edizionedella Gardaland Half Marathon, competizione di 21,097chilometri, che ha consentito ai partecipanti di riviverel’emozione di correre nell’affascinante scenario del lagodi Garda e di godere delle attrazioni del parco divertimentiGardaland in versione invernale.Questa gara comprendeva anche la possibilità di correreuna staffetta a due, la cosiddetta duo half marathon.Maurizio Ronzani e Valerio Bertoldo (nella foto) hannoconquistato il podio con un secondo posto assoluto, portandoin alto, anche in terra veronese, i colori del GruppoSportivo Alpini di <strong>Vicenza</strong>.A cura di Anna Campese


44 - IncontriA TorinoAll’adunata di Torino il generale deiCarabinieri Sergio Colombini, già vicecomandantegenerale dell’arma, che asuo tempo fu alpino dell’8° Rgt. a Tolmezzo,ha ritrovato dopo 55 anni il serg.Perona, allora in servizio alla 93^ cp.dell’Aquila.Eccoli nella foto il giorno del loroincontro.Raduno a S. Stefano del 1/86Il Gruppo Agordo a SchioSono tornati nella loro caserma”C.Calbo”diS.Stefano di Cadore(BL) circa 100alpini del 1/86 autodefinitisi”roccia conun’anima vulcanica”dopo 25 anni dal congedo.Provenienti dalle province di <strong>Vicenza</strong>e Bellunosi sono ritrovati il 3 e 4settembre 2011 all’interno della strutturamilitare, ripulita per l’occasione. Un’ideanata nel 2009 dopo il primo raduno svoltosia Belluno e coordinato dallo spaccistaSergio Cudiferro,che dopo una minuziosaricerca ha ricostruito l’intero gruppodi 140 penne nere. Gli alpini hanno notatocon molto piacere l’immutato spiritodi corpo che ci accomuna e hanno ringraziatol’Amministrazione comunale diS.Stefano e in particolare il vicesindacoPaolo Tonon che del 1/86 era stato il furiere,e al Gruppo Ana di S.Stefano per lacollaborazione.Ladomenica 5 settembreè giunta una delegazione del battaglioned’arresto “Val Cismon” guidata dal colonnelloZanetti.Gli Artiglieri del III 39-42 Batteria Gruppo Agordo si sono ritrovatia Schio (<strong>Vicenza</strong>).Il prossimo incontro sarà l’anno prossimo, chi volesse parteciparecontatti Edelfino Dalla Vecchia al numero 0445 640557.


Incontri - 45Assieme dopo 44 anniDopo 44 anni dalcongedo, si sonoritrovati al RadunoTriveneto di Bellunogli artiglieri alpiniSergio Sassaro(Gruppo di Villaganzerla)e ArtemioRiondato,del 3 scaglione1967, che hannosvolto il serviziomilitare alla CasermaD’angelo diBelluno.A 51 anni dal congedoAlpini che si fanno onoreIl gruppo di Borgo Casaleci segnala l’alpinoMariano Mozzo, già inservizio presso il 6° Alpinia Brunico, insignitodell’onorificenza di cavaliere.L’alpino Mozzosalvò, nell’ormai lontano2005, una bambina chestava per essere travoltadalle acque di un fiumein piena.I “ragazzi” del ‘37: Franco, Dario Cunico, OlintoGazzola e Germano Bedin si sono ritrovati ad Asiagoper passare una giornata insieme e ricordare i 18mesi di naja a Tai di Cadore, festeggiando i 51 annidal congedo.Con loro la vecchia valigia di cartone; un temporiempita di poche cose, ma oggi colma di emozionantiricordi e di una solida amicizia.Il gruppo di Quinto Vicentinoci segnala il socioLino Penzo che haraggiunto il traguardodelle 120 donazioni disangue. Complimentidal gruppo e dalla redazionedi “Alpin fa grado”al bravo donatore.


46 - VarieBELLE FAMIGLIEMALOSONO ANDATI AVANTITen. Col. BRUNO SCARONI(medaglia d’argento al valoremilitare sul campo)Giuliano Destro del gruppo di Malo vi invia questa foto,per la gioia di cinque famiglie, per me lui una solagrande famiglia. Da sinistra il genero Renato Lain, ilfratello Gianfranco Destro, Giuliano Destro Giuliano,consuocero Natalino Lain, suocero Giuseppe Pogetta.SANDRIGOEnrico Cesaro il giorno delle nozze con AlessandraSperotto, con lo zio e un folto gruppo di parenti e amicialpiniSAN ROCCO DI TRETTOFratelli Dalla Vecchia“Comandante diplotone, dava prova,durante duri giorni dicombattimento, in ripetuteazioni di attaccoe contrattacco,delle sue qualitàguerriere. Scomparsoil comandantedella compagnia neassumeva il comandoche reggeva conprestigio morale e tecnica mirabile infondendo aisuoi uomini accanita volontà di lotta. Attaccatodal nemico in forze soverchianti, organizzava eguidava la resistenza,sempre presente nei trattipiù battuti della linea, pronto nell’iniziativa, serenonel pericolo, tempestivamente audace nellaresistenza”(Mali Scindeli,7/10 marzo 1941)Questa la motivazione della medaglia d’argento,e da eroico combattente a grande amministratore.Per 38 anni è stato direttore dell’AssociazioneIndustriali di <strong>Vicenza</strong>. In questi anni halasciato una traccia indelebile a chi ha avuto l’occasionee l’onore di lavorare accanto a lui. Innumerevolile testimonianze di stima ed ammirazionedi questo periodo che ha portato la provinciada un’economia rurale a quella industriale.Al suo funerale la figlia ed i nipoti lo hannoraccontato con immenso affetto ricordando le passeggiatein montagna ed in Campo Marzio, a <strong>Vicenza</strong>.Doveroso leggere la motivazione della medagliaprima della Preghiera dell’alpino e del Silenzio,dovuto a chi ha dato onore agli Alpini.Il gruppo alpini di San Lazzaro ha partecipatoal suo funerale rendendo onore al socio che conla medaglia d’argento ha dato lustro al corpo deglialpini del glorioso “Battaglione <strong>Vicenza</strong>”.


Varie - 47RINNOVO DIRETTIVIper il triennio 2012-2014GAMBELLARACapogruppo: Gentilin PietroConsiglieri: Tomba Francesco, Framarin Diego, PosenatoGiovanni, Pontalto Pierluigi, Mattioli Sergio,Bettega Marco, Burato Pietro, Framarin Francesco,Meggiolaro Massimo, Rossetto Giorgio, Signorini Diego,Zerbinato Angelo.LAPIOCapogruppo: Carlan MauroConsiglieri: Carlan Pietro, Carlan Valentino, CasarottoStefano, Dal Lago Giuseppe, Dal Lago Olfeo,Dal Lago Vittorio, Fantin Matteo, Morbin Mariano,Trentin Bernardo.MONTE DI MALOCapogruppo: Berlato Silvio GrazianoConsiglieri: Bertoldo Luigi, Carlotto Nicola, CoccoDiego, Cecchellero Marcello, Dellai Adriano, De LaiGiorgio, Donpieri Paolo, Maddalena Lino, Mantesegiuseppe, Mondin Celestino, Stefani Bruno, StefaniAntonillo.MONTICELLO CO. OTTOCapogruppo: Noaro FlorindoConsiglieri: Acco Giuseppe, Brazzale Angelo, CasarottoSergio, Costa Gino Antonio, Greselin Luciano,Ramina Francesco, Sarolo Luigi, Serrini Romeo, StivaninNazzareno, Zanella Giuseppe, Zocche Pietro.NOVENTA VICENTINACapogruppo: Lazzarin CiprianoConsiglieri: Pulvini Giuseppe, Benatello Pietro, MarchettoUgo, Verzaro Fernando, Barbiere Marco, BissonClaudio, Brogin Dario, De Mori Dario, Doli Giorgio,Galdiolo Nicola, Marchetti Gabriele, Zanella Marcello.POJANA MAGGIORECapogruppo: Pantano OrfeoConsiglieri: Ceccato Giuseppe, De Guio Franco, BellinAntonello, Cerato Renato, Cerchiaro Nicola, FaedoLuca, Magro Mattia, Pasqualin Giorgio, Pozza Gianni,Rossetto Bruno, Schenato Gianfranco, Trovò Carlo,Zampieri Alberto, Zanella Andrea.POIANELLACapogruppo: Fabris FrancoConsiglieri: Zazzeron Gianni, Zorzin Lorenzo, ValenteIvanoe, Menegazzi Dario, Bertoluzzo Ruggero,Alberti Orlando, Basso Francesco (France), BassoGiorgio, Benetti Mario, Binotto Girolamo, CostaFabiano, Fontana Giuseppe, Zazzeron Armando, ZazzeronFlavio, Basso Francesco, Peruzzo Luca.POVOLAROCapogruppo: Corrà GiovanniConsiglieri: Santin Virginio, Veller Bortolo, SalinGaudenzio, Guadagnin Stefano, De Stefani Paolo,Longhin Luciano, Pezzin Mariano, Rizzo Walter,Sella Gianfranco, Peruzzi Giovanni, Fabris Celestino,Fraccaro Ennio, Borgo Giovanni, Clavello Vladimiro,Meneghini Tranquillo, Seganfreddo Francesco,Stefani Vinicio, Berdin Ilario, Volpato Antonio.QUINTO VICENTINOCapogruppo: Chimetto UmbertoConsiglieri: Agostini G.Luca, Ambrosini Vasco, BaruffatoGaetano, Conzato Pierandrea, Dindinelli Valerio,Gallio Galliano, Gasparoni Bruno, GasparottoGianpaolo, Maragno Giorgio, Menara Romeo,Penzo Lino, Tozzi Giorgio.TONEZZA DEL CIMONECapogruppo: Pettinà RiccardoConsiglieri: Campana Roberto, Canale Antonio, CanaleGian Nico, Canale Giuseppe, Canale Nevio,Dalla Via Giovanni, Dalla Via Giulio, Dalla Via Pietro,Dellai Giampaolo, Dellai Giovanni, Dellai Lorenzo,Pettinà Antonio, Pettinà Mario.SELVA DI MONTEBELLOCapogruppo: Pellizzaro Pietro AntonioConsiglieri: Belluzzo Bruno, Guarda Tarcisio, MauleFabio, Maule Tarcisio, Zaupa Gaetano, CavalierePaolo, Battocchio Vittorio, Vignato Renato.VICENZA - LAGHETTOCapogruppo: Aschieri AdrianoConsiglieri: Conca Antonio, Conzato Giovanni,Maggiolo Luigi, Mantiero Antonio, Negri Aldo.


48 - Belle notizieNATICAMPIGLIANOZZE D’OROALBETTONEIlario Mori e Maria SchiavoiLuca Mario Bellucco di Andrea e LaraCHIAMPOGiuseppe Dall’Ava di Luigi ed ElenaCOSTABISSARAAurora Poianella di Luca e RaffaellaCOSTOZZAUlisse Righetto di Alberto e Ketty RuzzaMONTE DI MALOSofhia Gianello di Manuel e ValeriaBOLZANO VICENTINOAlbano Viola e Lina AlbieroNANTOEmma Tognetti di Alex e StefaniaMarta Nani di Fabio e ChiaraS.ANTONIO DEL PASUBIOAlessio Tisato di Mirco e AlessandraSCHIOKevin e Kessi Ruaro di Lino e LiviaCAMISANO VICENTINODionisio Marangon e Giorella BaldinTORRESELLEAmelia Scortegagna di Adriano e Ombretta RabitoNOZZENOGAROLE VICENTINOZoso Loris e Raschietti Edvige


Belle notizie - 49NOZZE D’OROMALOAnselmo Panizzon e Maria Elsa VanzoNOZZE D’OROMONTICELLO CONTE OTTOPrimo Maran e Angelina BedinMONTECCHIO MAGGIORELuigi Scalzotto ed Emilia MeggiolaroMONTEGALDAAngelo Bortoli e Ada RappoMONTICELLO CONTE OTTOMario Zausa e Alice MeninPIOVENE ROCCHETTETeresiano Dal Pra e Maria Fabris


50 - Belle notizieNOZZE D’OROPASSO DI RIVAIvano Padovan e Teresina VendraminNOZZE D’OROTHIENERenzo e Noemi Dal SantoPOVOLAROAttilio Azzi e Giuliana GuglielmiTHIENEStefano Tognato e Anna FantonQUINTO VICENTINOEvaristo De Antoni e Graziana NegriTORRESELLEArduino Cazzola e Vittorina SottorivaSOVIZZOFrancesco Retis e Gianna Grandi


Belle notizie - 51NOZZE D’OROTORRI-LERINORenzo Gasparoni e Severina FaccioNOZZE DI DIAMANTEARZIGNANOAnnunzio ed Elisabetta SchenatoVICENZA SAN BORTOLOSilvano Chilese e Wally SavioCAMISANO VICENTINOAldo Zancarli e Assunta LorenzonVILLAGANZERLAMarcello Finello e Angelna MontanCAMPEDELLOVittorio Lanulfi e Lucia Secco


52 - Belle notizieNOZZE DI DIAMANTEMONTE DI MALOGiuseppe Rossato e Anna CoccoNOZZE DI DIAMANTEZANÈCirillo Caretta e Claudia GaspariniPIOVENE ROCCHETTEGino Costa e Anna BarbieriNOZZE D’ARGENTOMELEDOPajusco Federico e Vinante AntonellaVICENZA SAN LAZZAROGiuseppe Totti e Anna Lorenzato


Un nostro amico hai chiesto alla montagna - 53Il vessillo sezionale è listato a lutto per la scomparsa di numerosi amici alpini.Alla loro memoria vada il nostro pensiero riconoscente per la dedizione associativa dimostrata.Ai congiunti dei soci scomparsi giungano, nel momento del dolore, le più sentite condoglianzeed i sensi della solidarietà fraterna delle “penne nere” vicentine.ARCUGNANOCALDOGNOCHIAMPOISOLA VICENTINALUGOCappello Luciocl.1940 - 7° AlpiniPadovan Luigicl.1938 - Btg. GemonaBoschetto Brunocl.1935 - Btg. BassanoRizzi Armido - cl.19317° Alpini Btg. BellunoBianchetto Natale- cl.1934 - 7° AlpiniBOLZANO VIC.CARRE’ENNA - S.CATERINALUGOPoier Luigi7° Alpini Btg. FeltreCALDOGNOGuzzonato CarloBgt. CadoreCARRE’Righele FirmanoFIMONMaistrello Marcellocl.1922 - Btg. BassanoLUGOGarzotto Giobattacl.19377° Alpini Btg. FeltreMADDALENEBrunello Silviocl.1930 - Btg.GemonaGuzzonato Giovannicl.1934Casarotto Alpidiocl.1932 - Bgt. CadorePasin Mario - cl.19397° Alpini Btg. CadoreTrevisan Dinocl.1937 - Bgt. Cadore


54MADDALENEMONTEGALDAMONTORSOORGIANOPOVOLAROPiazza Antonio - cl.1940- Btg. Val CismonMALOMerlin Attilio- cl.1943 - 7° Rgt alpiniMONTICELLO C.OTTOLovato Giuseppe -cl.1927 - 7° AlpiniNANTOGonzales Vincenzo -cl.1934 - btg “Feltre” -FOTO MSG 22/11PIOVENE ROCCHETTEMotterle Giovanni -cl.1956 - 6° Art. montagnaGr. AgordoQUINTO VICENTINOZanella Giorgio - cl.19426° Art.montagnaGr. LanzoMALOBodinetti Antonio -cl.1934Micheletto Alvise6° Rgt.alpiniNOVENTA VIC.Rossi Brunocl.1949- 7° Rgt.alpiniPOJANA MAGGIORECarraro BernardoS.VITO DI BRENDOLAPiazza Emilio - cl.19516° Art.montagnaGr. LanzoLunardi Umberto -cl.1939 - Btg. MorbegnoBoscardin Antonio -cl.1919 - Div. JuliaMarcan Lino - cl.1944 -Ferron Rosimbocl.19346° Art.montagna


55SCHIOS.VITO DI BRENDOLASCHIOTHIENEVICENZA- S.LAZZAROCollareda Aldocl.1939 - Btg. TrentoBertoldo Giuseppecl.1930 - 7° Alpini Btg.BellunoScortegagna Aldo -cl.1927 - 7° Alpini Btg.FeltreSCHIOMartini Valentinocl.1936 - 7° AlpiniPoscoleri Aldo7° Alpini Btg. BellunoS.VITO DI LEGUZZANOSCHIOVALLI DEL PASUBIOCostantini Dante cl. 1918- 9° Alpini Btg. <strong>Vicenza</strong>Ruaro Antoniocl.1934 - Bgt. JuliaSCHIOMarchioro Stefanocl. 19655° Alpini Btg. EdoloSCHIOSCHIOGrotto Giuseppe -cl.1925 - Btg. BassanoSerradura Giuseppe -cl.1938 - btg. “Cadore”VICENZA- S.LAZZARODe Facci Maurizio -cl.1950 - 7° AlpiniVILLAVERLASCHIORuaro Francesco -cl.1935 - 6° Alpini Btg.Bolzano - foto 35Lusiani Giambattista -cl.1921 - Btg. Gemona -Cemolani Gianni -Sc.Mil.AlpinaPogietta Francesco -cl.1930 - Btg. Bolzano -Baldini Franco - cl.1936- 7° Alpini Btg. Feltre


Le nostre montagneNiente neve in montagna quest’anno! Consoliamoci allora con questa luminosa immagine delle Gugliedel Fumante in una splendida veste invernale. Foto di Dino BiesuzTutti i soci possono mandare foto delle montagne vicentine da pubblicare nella quarta pagina di copertina di Alpin fa grado.Basta spedirle per e-mail a alpinfagrado@anavicenza.it (per esigenze tipografiche devono essere di almeno 500 KB)

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