28.05.2013 Views

MONASTERO N.S. DI VALSERENA - Prodotti monastici

MONASTERO N.S. DI VALSERENA - Prodotti monastici

MONASTERO N.S. DI VALSERENA - Prodotti monastici

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Il monastero<br />

<strong>MONASTERO</strong> N.S. <strong>DI</strong> <strong>VALSERENA</strong><br />

<strong>MONASTERO</strong> N.S. <strong>DI</strong> <strong>VALSERENA</strong><br />

Via Prov. del Poggetto 48<br />

56040 Guardistallo PI<br />

Telefono 0586 655072<br />

Fax 0586.650494<br />

http://www.valserena.it/<br />

monasterovalserena@valserena.it<br />

Ospitalità: foresteria.valserena@gmail.com<br />

Progettato nel 1968 dagli<br />

architetti Remo e Carla Baroni, il<br />

complesso monastico ripete<br />

alcune soluzioni (come la parte<br />

posteriore e il campanile) già<br />

impiegate nella coeva<br />

ristrutturazione della chiesa dei<br />

Santi Pietro e Leopoldo a Saline<br />

di Volterra.<br />

L'interno della chiesa, semplice e<br />

solenne, è quasi completamente<br />

occupato dal coro, mentre la<br />

mensa dell'altare è sorretta da un<br />

grosso capitello del XII secolo a<br />

foglie e fiori stilizzati,<br />

proveniente dalla diruta Badia di<br />

San Giusto in Volterra. Il<br />

complesso appartiene alla<br />

comunità di monache<br />

contemplative dell'ordine dei<br />

Cistercensi di stretta osservanza;<br />

la loro esistenza è caratterizzata<br />

dal silenzio, dalla liturgia solennemente celebrata, dalla semplicità e austerità di vita.<br />

La comunità<br />

Valserena è un monastero di monache contemplative appartenenti all‟Ordine Cistercense<br />

della Stretta Osservanza.


Fondato nel 1968 dalla comunità di Vitorchiano, si estende sulle colline toscane, tra i<br />

boschi e gli olivi della val di Cecina.<br />

Il monastero delle Tre Fontane a Roma è la casa del Padre Immediato.<br />

Seguiamo la regola di S. Benedetto secondo la spiritualità di Citeaux: una vita semplice e<br />

fraterna fatta di lavoro, preghiera e lettura, contrassegnata dalla ricerca di Dio nella verità<br />

di un‟esistenza totalmente offerta.<br />

Liturgia - servizio di Dio<br />

«Sette volte al giorno ti ho lodato».<br />

S. Benedetto nella Regola riporta questo versetto del salmo per significare la pienezza della<br />

lode (sette biblicamente è il numero della perfezione) e per sottolineare che tutta la<br />

giornata è come ritmata e scandita dal regolare ripetersi di un gesto comune di lode, di<br />

supplica, di ringraziamento. Questo gesto di preghiera è un atto pubblico della comunità<br />

monastica riunita che definisce l‟opera principale della vita del monaco\a, quella che lo<br />

identifica, che gli dà la carta di identità: l‟Opus Dei, l‟Opera di Dio o Ufficio Divino.<br />

Ufficio Divino<br />

La Liturgia trova il suo centro nella Eucaristia<br />

quotidiana e la preghiera delle Ore prolunga<br />

la celebrazione del sacrificio di Cristo<br />

attraverso lo scorrere del tempo e i<br />

susseguirsi dei vari momenti della vita della<br />

comunità: il lavoro e riposo, il pasto e il<br />

sonno, la fraternità e la solitudine, la lettura e<br />

lo studio.<br />

La liturgia, è servizio di Dio in cui chi prega si<br />

fa anche voce di tutta la creazione, risonanza<br />

dell‟umanità: il rapporto con il Padre nella<br />

preghiera vissuta in unione a Cristo per<br />

mezzo dello Spirito è il luogo dove tutto trova<br />

senso e direzione.<br />

Comunione e interiorità: “Habitare secum”.<br />

La comunione: la preghiera non è una preghiera solitaria, è la preghiera della Chiesa: chi<br />

prega entra nella preghiera di Cristo e Cristo ha consegnato la sua preghiera alla Chiesa, ed<br />

essa la offre nuovamente al Padre.<br />

La memoria: la preghiera fatta con le parole dei salmi e ascoltando in modo continuo e<br />

regolare la lettura di brani ampi della parola di Dio, dalla preghiera dei Notturni, nel pieno<br />

della notte, in attesa dell‟alba, a Compieta,la preghiera che “compie” la giornata, l‟ultima<br />

preghiera prima di addormentarsi, è un far memoria della storia della salvezza, un far<br />

memoria che rende presente questa stessa storia sacra nell‟ “Oggi” . Per questo la vita della<br />

comunità monastica è come sotto lo sguardo permanente della presenza di Dio,<br />

anticipando in questo la dimensione definitiva del Paradiso.<br />

Per questo i monaci medievali chiamavano il chiostro “paradisus claustralis”.


Dimensione del tempo: il corso dell‟anno liturgico e lo svolgersi della giornata vengono<br />

illuminati, assunti, significati e offerti dal succedersi dei tempi Liturgici. Dall‟Avvento alla<br />

solennità di Cristo Re che celebra il suo ritorno<br />

glorioso come re e giudice della storia, contempliamo<br />

i misteri della vita di Cristo attraverso la memoria<br />

che attualizza ogni anno il mistero dell‟Incarnazione<br />

(Avvento-Natale) della sua rivelazione alle genti e a<br />

Israele (Epifania Presentazione), il cammino della<br />

vita concepita come conversione continua e<br />

combattimento nelle schiere di Cristo (Quaresima),<br />

la risurrezione della<br />

Pasqua fino al dono dello Spirito (Pentecoste) che<br />

costituisce la Chiesa e la invia in missione (Tempo<br />

ordinario): Il tempo ordinario è a sua volta scandito<br />

dalle feste di Maria, degli Apostoli, dei santi, delle<br />

feste speciali del Signore di modo che ogni giornata<br />

ha il suo proprio colore, e la Parola della Scrittura vi<br />

trova la sua piena interpretazione.<br />

Ugualmente la giornata viene santificata dallo<br />

svolgersi in essa da Vigilie a Compieta delle Ore<br />

dell‟Ufficio divino, dove ciascuna ora ha un suo<br />

carattere proprio, dalla contemplazione silenziosa in<br />

attesa dell‟alba e dell‟Eucaristia, propria dei notturni,<br />

all‟accento laudativo ed eucaristico propri delle Lodi<br />

mentre i Vespri sottolineano meglio un accento di supplica e di invocazione, la preghiera<br />

“veloce“ delle Piccole Ore che costituisce come una sosta nel lavoro, un respiro nella fatica,<br />

e finalmente la preghiera meditativa di Compieta dove tutto si posa alla fine sotto lo<br />

sguardo misericordioso della Vergine della Salve, patrona di tutti i monasteri cistercensi.<br />

Canto : parole e musica<br />

L‟ufficio divino, sia la Liturgia delle ore che la Liturgia Eucaristica, è interamente cantata.<br />

Quando le fondatrici arrivarono in questa Valle Serena e vi iniziarono nel 1968 la Vita<br />

Regolare avevano portato con se i grandi libri liturgici in gregoriano, che ancora adesso<br />

costituiscono la parte più preziosa del patrimonio che ci è affidato. In quegli anni soffiava<br />

vigoroso il vento dello Spirito che aveva animato il Concilio Vaticano Secondo, proprio<br />

nella sua prima Costituzione sulla liturgia: insieme all‟edificazione di una nuova comunità<br />

le sorelle lavorarono fin dall‟inizio alla costituzione di un Ufficio Liturgico in lingua<br />

italiana, in conformità alle nuove<br />

indicazioni della Chiesa, pur<br />

salvando la semplice bellezza del<br />

patrimonio gregoriano che tuttora<br />

usiamo, in parte, per la Eucaristia e<br />

per alcune delle più grandi<br />

solennità.<br />

Accanto a questo però mano a<br />

mano nascevano anche musiche e<br />

canti in italiano e la salmodia stessa<br />

non era più cantata sugli otto toni


gregoriani ma con toni moderni, sia pure attinti dalla fonte antica e ad essa ispirati.<br />

Nella liturgia la Chiesa, e in particolare la Chiesa monastica, va incontro la Signore che<br />

viene; il Signore nell‟Apocalisse viene circondato dai quattro esseri viventi e dalla schiera<br />

degli angeli che cantano. Per questo Benedetto nella Regola dice: «Riflettiamo su come si<br />

debba essere e stare davanti alla divinità e agli angeli e stiamo allora nel nostro canto in<br />

modo tale che il nostro cuore sia all‟unisono con le nostre voci. Mens nostra concordet voci<br />

nostrae». (RB XIX 6-7)<br />

Allora la creazione liturgica non è l‟esuberanza di una creatività personale, ma nasce<br />

dall‟ascolto del canto degli angeli e nella misura in cui riesce a mettersi in sintonia con<br />

quello entra nel canto della liturgia celeste e deve innalzare il suo cuore perché sia in<br />

armonia con questa tonalità che gli giunge dall‟alto. (Vedi allegato: Intervento di Benedetto<br />

XVI con i sacerdoti di Albano, settembre 2006)<br />

Se rispetto alla musica lo spartito dev‟essere preso dalla liturgia celeste, rispetto alla Parola<br />

il coro monastico si pone sulle labbra le Parole di Dio, in particolare le parole del libro dei<br />

salmi.<br />

Cosa significa “Cantate a Dio con arte” (Sl 47)? La tradizione patristica interpreta: ”Cantate<br />

con intelligenza, con sapienza “Psallite sapienter".<br />

«Il “cantare i salmi” deve<br />

compendiare e portare in sé<br />

qualcosa dell‟essenza della sapienza.<br />

Per misurare la profondità di questa<br />

formulazione, si dovrebbe<br />

ponderare che cosa si intende per<br />

sapienza: una condotta dell‟uomo<br />

che, certo comprende in sé anche la<br />

sanità dell‟intelligenza, ma significa<br />

ancor più “piena integrazione”<br />

dell‟uomo in tutti i suoi fattori,<br />

dell‟uomo che non comprende la<br />

realtà, né è essere ragionevole solo<br />

in virtù del puro pensiero, bensì con<br />

tutte le dimensioni della sua<br />

esistenza. Per questo motivo si dà<br />

affinità tra sapienza e musica:<br />

perché anche in quest‟ultima si<br />

verifica una tale integrazione<br />

dell‟umano, e così l‟uomo intero si<br />

conforma al Logos” (Joseph<br />

Ratzinger, Cantate al Signore un Canto nuovo, Jaca Book, p. 122)<br />

La musica sacra è musica a servizio della Parola perché a servizio di Cristo Verbo, Parola,<br />

Logos del Padre, è o dovrebbe essere una musica conforme al Logos…<br />

Come dice Gregorio Magno, biografo di Benedetto e monaco per vocazione prima di essere<br />

Papa per missione: “Quando il canto della salmodia risuona dalle profondità del cuore, il<br />

Signore onnipotente trova per esso una via di accesso ai cuori, per inondare colui che<br />

protende tutti i suoi sensi ad ascoltarlo, dei misteri della profezia o della grazia della<br />

contrizione”. (Om in Ez I, 15 )


Lo spazio sacro: la chiesa<br />

La comunità monastica vive nel tempo e nella storia e innalza il suo canto orante da un<br />

luogo specifico che è il cuore dell‟edificio del monastero: la chiesa. L‟esperienza monastica<br />

del XII secolo fu talmente innovatrice e allo stesso tempo talmente radicale e conservatrice<br />

da arrivare anche a una trasformazione del modo di costruire le chiese.<br />

La costruzione della chiesa cistercense rispecchia l‟esperienza spirituale che in essa si<br />

compie.<br />

«All‟esuberante opulenza dell‟arte romanica viene opposta una estetica della povertà che<br />

intende limitarsi all‟essenziale e presentare solo delle forme funzionali, estremamente<br />

semplici. L‟arte cistercense è austera, disciplinata e fondata sulla ricerca della purezza di<br />

linee. Essa non è meno intrisa di spiritualità di quella di Cluny».¹<br />

La ricchezza delle raffigurazioni pittoriche, delle sculture e dei fregi è sostituita dalla<br />

purezza delle linee, dalla sobrietà misurata delle forme, dalla trasparenza dell‟edificio:<br />

semplicità e spogliazione che richiamano a quella interiorità profonda che è la terra dove il<br />

monaco passa dalla regione della dissomiglianza, la regione della lontananza in cui il figlio<br />

prodigo si smarrisce, alla regione della somiglianza, ritrovando la patria perduta della<br />

bellezza Suprema che è Cristo, il Verbo che abita per la fede nei nostri cuori.<br />

Il lavoro<br />

Il lavoro dei<br />

campi ancora<br />

raccoglie le<br />

nostre energie<br />

e rimane una<br />

caratteristica<br />

abbastanza<br />

irrinunciabile i<br />

lavori agricoli<br />

comprendono<br />

la semina dei<br />

campi a grano,<br />

la cura a degli<br />

ettari di bosco che ci danno la legna, usata per il riscaldamento, le sorelle coltivano<br />

personalmente un frutteto non troppo esteso e una piccola vigna, potatura concimatura di<br />

numerose piante di olivi da cui ogni anno raccogliamo una quantità sufficiente di olive per<br />

il consumo della casa e per la vendita; ci sono poi le<br />

attività artigianali, la fabbricazione di alcune creme,<br />

secondo ricette apprese all‟inizio della fondazione da un<br />

monastero francese in seguito aggiornate e migliorate,<br />

ma sempre mantenute nella loro schiettezza che<br />

comprende anche l‟uso di essenze naturali, tratte dai<br />

nostri campi e dal bosco, la fabbricazione del nocino,<br />

anche questa una ricetta sperimentata da anni, poi un<br />

piccolo laboratorio di oggetti religiosi di artigianato,<br />

croci, icone, rosari.<br />

Ospitalità<br />

Molti arrivano al Monastero alla ricerca di pace e di silenzio, altri vi giungono attratti


dall‟assoluto di Dio, desiderosi di attingere vigore e forza alla linfa vitale di una comunità<br />

che ha fatto di Dio l‟unica cosa importante del suo esistere.<br />

Per questo a quanti cercano un luogo di preghiera e di silenzio, il Monastero offre<br />

un‟ospitalità semplice e familiare che permette ai singoli o ai piccoli gruppi di trascorrere<br />

alcuni giorni condividendo con la comunità la preghiera liturgica che scandisce e santifica<br />

lo scorrere del tempo.<br />

La piccola foresteria, adiacente al monastero, offre anche l‟accoglienza giornaliera per<br />

gruppi più grandi: una sala per incontri e uno spazio di silenzio tra campi e boschi<br />

divengono spesso luogo di scambio e di comunione.<br />

Per informazioni e prenotazioni<br />

tel.: 0586.655072 - fax: 0586.650494 - foresteria.valserena@gmail.com


Fondazione in Angola<br />

Prima fondazione di Valserena, la comunità di Nasoma<br />

Y‟Ombembwa, nostra Signora della pace, nasce nel<br />

1980 per rispondere ad una richiesta precisa di stabilire<br />

la vita contemplativa anche nel cuore dell‟Africa, in<br />

Angola, Un pugno di donne che portano la pace nel<br />

cuore del conflitto angolano.<br />

Molto presto cominciano ad arrivare e a perseverare le<br />

prime vocazioni, la Comunità si ingrandisce, ma la<br />

guerra e la povertà impediscono la realizzazione di<br />

qualsiasi progetto di costruzione di un monastero.<br />

Come tutti i monasteri nati da San Benedetto anche<br />

Nasoma Y‟Ombembwa inizia a irradiare una<br />

trasformazione intorno a sé: la situazione in certi<br />

momenti è drammatica, i rifugiati che bussano alla porta sono sempre più numerosi: è<br />

necessario allestire mense, pensare ai bambini, spesso denutriti, privi di assistenza e<br />

organizzare per loro una scuola; bisogna provvedere agli anziani e occuparsi dei ragazzi<br />

rimasti senza famiglia. Si ristrutturano le case distrutte, si scavano pozzi per l‟acqua e si<br />

comincia a organizzare un‟agricoltura per la sussistenza.<br />

Gli amici italiani si organizzano e superando le difficoltà di comunicazioni riescono a<br />

sostenerle e ad inviare aiuti e beni di prima necessità. Con i più poveri condividono il poco<br />

spazio disponibile e i generi alimentari, spesso arrivati dall‟Italia o coltivati col duro lavoro<br />

quotidiano, confidando nella Provvidenza di Dio Padre che non ha mai fatto mancare loro<br />

il necessario per vivere.<br />

Nel frattempo la comunità vive la vita cistercense, si alza la notte per cantare le lodi del<br />

Signore e durante il giorno alterna la preghiera al lavoro. Così nel cuore di una città<br />

segnata da tanto dolore diviene segno di speranza e di pace, luogo concreto e visibile della<br />

presenza di Dio.<br />

Nel 2002 con la fine della guerra, le sorelle<br />

ricominciano a sperare di realizzare quel<br />

monastero che da anni ormai sognano di<br />

costruire.<br />

Le ricerche di un terreno approdano a una<br />

bella collina a 19 Km. dalla città, il Soke: un<br />

terreno ampio e silenzioso in mezzo al verde<br />

della natura dove le sorelle si sono trasferite nel<br />

2003, lasciando la città.<br />

Dopo molti tentativi, sempre interrotti dal<br />

riprendere delle ostilità belliche, ora la pace è<br />

consolidata e si stanno muovendo i primi<br />

passi per la costruzione del monastero: un progetto, tanti amici e benefattori, una fiducia<br />

sconfinata nella Provvidenza di Dio.


Progetto del monastero<br />

www.trappisteangola.org


La fondazione in Siria<br />

Dal marzo 2005 un piccolo gruppo di<br />

sorelle, provenienti dal Monastero di<br />

Valserena, si è stabilito ad Aleppo, in<br />

Siria, per inserirsi nel paese e dare inizio<br />

ad una nuova Comunità monastica.<br />

Punto di partenza di questo cammino è<br />

stato il desiderio di raccogliere l‟eredità<br />

dei sette monaci di Tibhirine, i nostri<br />

sette fratelli uccisi in Algeria nel 1996.<br />

Ciò che ci hanno lasciato, più forte della<br />

morte, è la testimonianza della loro vita,<br />

tutta dedicata a Dio, e offerta con amore<br />

a tutti i fratelli che li circondavano, sia<br />

cristiani che musulmani.<br />

Vivere, come minoranza, fra credenti di<br />

un‟altra fede aiuta anche noi oggi a<br />

purificare il nostro giudizio, imparando a<br />

vedere noi stesse e l‟Islam con lo sguardo<br />

di Dio, e ci spinge a rinnovare<br />

profondamente il nostro amore e la nostra adesione a Cristo, tenendo sempre vive in noi le<br />

sue parole: ”Ho ancora altre pecore che non sono di questo ovile; anche quelle occorre che<br />

io conduca; esse ascolteranno la mia voce” (Gv 10,16).<br />

"Vedere noi stesse e l‟Islam con lo<br />

sguardo di Dio e sostenere la presenza<br />

dei Cristiani arabi in Medio Oriente"<br />

Quando ci siamo stabilite ad Aleppo, si è<br />

aggiunta subito la consapevolezza di<br />

quanto sia impor-tante sostenere la<br />

presenza dei Cristiani arabi in Medio<br />

Oriente, aiutarli a rimanere nelle loro<br />

terre e nelle loro ricche tradizioni,<br />

promuovendo allo stesso tempo uno<br />

spirito ecumenico, nell‟appartenenza<br />

all‟unica Chiesa universale. Sono queste<br />

le cose che vorremmo vivere, realizzando<br />

il progetto di un monastero che ci<br />

radicherà per sempre in questo luogo,<br />

amando questo paese e<br />

contraccambiando con gioiosa<br />

gratitudine l‟accoglienza generosa che<br />

questa terra e questa gente ci offre.<br />

Con la benedizione del Vicario Apostolico latino e del Vescovo Maronita di Tartous, e con<br />

l„aiuto di tanti amici abbiamo potuto acquistare un terreno nel villaggio maronita di „Azeir,<br />

sulla sommità di un colle, vicino al confine con il Libano. E‟ ancora una zona rurale, molto<br />

semplice nella sua bellezza, fuori della fascia delle grandi città, ma raggiungibile senza<br />

eccessive difficoltà.<br />

La benedizione e l‟impianto solenne della Croce di Fondazione, nel marzo 2008, sono stati<br />

momenti di grande festa per il villaggio, che ha partecipato al completo, salendo in<br />

processione la collina, dopo la Messa nella chiesa parrocchiale.


"Convinte della fecondità di uno scambio profondo tra l'eredità dell'Oriente e quella<br />

dell'Occidente."<br />

Anche se in realtà siamo state guidate in Siria soprattutto dalla Provvidenza, una ragione<br />

ancora ha reso importante la scelta di questa terra per una nuova fondazione monastica.<br />

Qui infatti ha avuto inizio lo sviluppo della Cristianità, che in breve si è diffusa in Asia<br />

Minore, in Grecia, a Roma e poi in Armenia, in India fino in Cina.<br />

E fin dai primi secoli, la spinta missionaria è stata sostenuta e attuata da un vivacissimo<br />

movimento monastico, che è nato contemporaneamente ed autono-mamente rispetto a<br />

quello egiziano, ben più conosciuto. Santi come Afraate, Efrem Siro, Simeone Protostilita,<br />

Marone, Isacco di Ninive, e altri ancora sulle loro orme quali Giovanni Crisostomo e<br />

Giovanni Damasceno, hanno dato vita ad una ricchissima tradizione spirituale. E‟ in questo<br />

solco che vogliamo inserirci, a partire dalla nostra tradizione latina e benedettina, convinte<br />

della fecondità di uno scambio profondo tra l‟eredità dell‟Oriente e quella dell‟Occidente.<br />

L‟anima del monachesimo è sempre stata la ricerca di Dio nella preghiera e questa ricerca<br />

riunisce tutti gli uomini di buona volontà, cristiani e non cristiani.<br />

Ne facciamo esperienza ogni giorno quando ci poniamo come credenti di fronte a Dio e ci<br />

riconosciamo tra noi come fratelli, capaci di cercare insieme ciò che è vero, buono, bello.<br />

Con la nostra vita di lavoro e preghiera vorremmo diventare un luogo dove tutto questo<br />

diventi sempre più possibile.<br />

http://www.valserena.it/siria_home.html

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!