04.06.2013 Views

MONASTERO S. MARIA DELLE GRAZIE - Prodotti monastici

MONASTERO S. MARIA DELLE GRAZIE - Prodotti monastici

MONASTERO S. MARIA DELLE GRAZIE - Prodotti monastici

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Il Monastero<br />

Gli inizi…<br />

<strong>MONASTERO</strong> S. <strong>MARIA</strong> <strong>DELLE</strong> <strong>GRAZIE</strong><br />

1<br />

Monastero S. Maria delle Grazie<br />

v. Le Grazie, 9<br />

01028 Orte VT<br />

Telefono 0761 403267<br />

Fax 0761 490198<br />

http://www.monachebenedettineorte.it<br />

monachebenedettineorte@virgilio.it<br />

Ospitalità: contattare<br />

Il territorio di Orte ha una ricchissima tradizione<br />

monastica. La prima notizia, storicamente attendibile,<br />

fa risalire la vita monastica in Orte al VI° sec. Ne<br />

troviamo menzione nella Vita di Papa Virgilio (sec IX),<br />

scritta da Anastasio il bibliotecario: Il celebre Belisario<br />

edificò in Orte un Monastero dedicato a S. Giovenale.”<br />

La notizia viene comprovata dallo storico locale Giulio<br />

Roscio nel suo ”Elogia militaris”, dove parla che il<br />

monastero di S. Giovenale cadde, quando egli era<br />

fanciullo (1560 c.a.).<br />

Per la prima volta la Regola di S. Benedetto viene<br />

menzionata in una pergamena datata 1260, febbraio 15,<br />

Roma.: Papa Alessandro IV comunica alla Badessa del<br />

monastero di S. Giorgio in Orte di aver preso sotto la<br />

sua protezione il monastero, come fece già papa<br />

Innocenzo III, stabilendo anzitutto che si osservassero<br />

per sempre l'ordine monastico formato secondo la<br />

Regola di S. Benedetto, l'istituzione delle monache di clausura di S Damiano di Assisi e la<br />

regola accolta su suggerimento di Papa Gregorio IX suo predecessore. Inoltre il Papa<br />

stabilisce che rimangano in possesso del monastero i beni avuti in donazione, e<br />

particolarmente i seguenti: il monastero con le sue pertinenze; La Chiesa di S Liberato e le


sue pertinenze; le terre, vigne, boschi e prati nel castello di S Liberato; le terre e<br />

possedimenti nella città di Orte in località Plantagnano, Ceretto, Cavolino Rogio, Fosso di<br />

Rivacandida e Saletta di Clovano; le vigne e possedimenti nel luogo chiamato Colle ortano;<br />

gli orti e possedimenti in località Ortalia “de Faichis”; le terre e possedimenti nel piano di<br />

S. Stefano di Galloro, con prati, vigne, boschi usuagis e pascoli nel piano e nel bosco<br />

La lettera prosegue con alcune concessioni di carattere religioso e con il riconoscimento di<br />

tutte le immunità che il Vescovo di Orte aveva concesso con l'atto del 6 e 10 febbraio 1235<br />

che viene riportato per intero. Dopo la copia della lettera Vescovile, il Papa conclude la Sua<br />

lettera proibendo a chiunque di turbare il Monastero o di sottrarre ad essa i beni, in<br />

cambio obbliga le Monache a offrirgli ogni anno una libbra di cera; minaccia infine la<br />

scomunica a chiunque conoscendo questa disposizione tentasse di disobbedire. La<br />

Comunità di S. Giorgio era una Comunità di clarisse<br />

La famiglia monastica specificamente benedettina ha inizio verso la fine del<br />

XIV sec.<br />

Nel 1366, Vescovo Giovanni di Foligno dell'ordine<br />

Domenicano concesse ad alcune donne, tra le quali era<br />

Madonna Fiora di Orte e Madonna Iohanna di Bomarzo,<br />

facoltà di erigere nella loro casa un oratorio sotto il titolo di<br />

S. Antonio abate, dando così inizio a quello che doveva<br />

divenire più tardi un vero e proprio monastero Benedettino.<br />

Queste pie donne venivano chiamato a Orte «Pauperculae<br />

mulieres», «le Poverelle».<br />

Nel 1387 infatti abbiamo una pergamena dello stesso<br />

Vescovo; che citiamo per intero.<br />

1387… maggio 28,Orte<br />

Frate Giovanni “cappuccio”, Vescovo di Orte, spinto<br />

dall'amore per «le Poverelle Religiose», che conducono una<br />

povera vita nelle case (situate in contrada S. Angelo e<br />

confinanti con le proprietà degli eredi di Meo di Puccio, di<br />

Nicola di Biagio e con la strada) lasciate loro dal defunto ser<br />

Nicola di Angelello Paoli (nel cui testamento dispose che le<br />

case dovevano divenire un oratorio con l'altare), spinto<br />

anche dalla devozione dimostrata da ser Nicola e dalle<br />

«Poverelle» donna Giovanna di Agostino de Pulimanno e<br />

donna Fiore di Franceschello, concede loro la possibilità di far celebrare, in caso di<br />

necessità, la S. Messa sull'altare da qualsiasi sacerdote, applicando 40 giorni di indulgenza<br />

purché, chi la lucra, si confessi e si comunichi. Le «Poverelle», per ringraziare il vescovo<br />

della concessione, promettono di offrirgli ogni anno a Pentecoste un paio di polli. L'atto è<br />

rogato per ordine del vescovo nel palazzo vescovile dal notaio Antonio di Teo (=Thìy) di<br />

Gianni, alla presenza dei testimoni, frate Guido di Oduccio, agostiniano, frate Tuccio di<br />

Nardo e Lello di ser Giacomo Corelli.<br />

Originale (A), Orte, A.C.V.O., pergamene sciolte (ex-Fondo Benedett.), perg. n. 84, mm .<br />

190 (94) X 332 (302). Inedita. S.P.D. Numerose rosicchiature sulle piegature.<br />

La vita monastica a S. Antonio Abate è stata documentata da Bolle dei Papi Bonifacio IX e<br />

Nicola V.<br />

1400 Gennaio 20, Roma S. Pietro<br />

Papa Bonifacio IX scrive al preposto, (Ludovico di Pietro), alla chiesa di S. Silvestro di<br />

Orte. Il Papa gli comunica di aver ricevuto una relazione da parte del Priore delle Arti di<br />

2


Orte circa l'oratorio delle «Poverelle Religiose» creato nelle case lasciate da ser Nicola di<br />

Angelello Paoli. Per il fatto che l'altare dell'oratorio è stato dedicato a S. Antonio e che la<br />

gente lo chiami volgarmente chiesa di S.Antonio, accade un fatto increscioso: i frati<br />

questuanti dell'ordine di S. Antonio pretendono che l'oratorio sia una loro dipendenza e<br />

vogliono impedire alle «poverelle Religioso», di chiedere l'elemosina e di ricevere<br />

donazione in Orte in nome dell'ordine di S. Antonio. Tutto questo- prosegue il priore delle<br />

Arti- avviene in grande pregiudizio delle «Poverelle», per le quali viene chiesta protezione.<br />

Il Papa, pertanto, chiede al preposto di S. Silvestro di prendere provvedimento nel caso che<br />

quanto gli è stato esposto corrisponda a verità; Il preposto deve proteggere le «Poverelle»,<br />

autorizzandole a chiedere le elemosine in nome di S. Antonio, diffidando i questuanti<br />

dell'ordine di S. Antonio dal molestare.<br />

Originale (A), Orte A.C.V.O, Pergamene sciolte (ex-fondo Benedett.) pergamena no<br />

97mm.401 (400) x 480 (477) inedita B. P. D. consumata sulle piegature.<br />

Come rileviamo dalla pergamena, le discussioni con i frati non dovettero cessare, se in altre<br />

pergamene, del 17 marzo 1447 e 15 maggio 1448 i Pontefici dovettero intervenire di nuovo,<br />

sempre a favore delle Monache<br />

1448 marzo 7, Roma (S.Pietro)<br />

Papa Niccolò V scrive a Marco di Giovanni, preposto della Chiesa di S. Teodoro di Orte: gli<br />

riassume quanto già il Priore delle arti di Orte aveva scritto ( vedi pag. del 14oo genn. 20<br />

Roma ) al papa Bonifacio IX° e gli ricorda l'evolversi dei fatti relativi alle «Poverelle<br />

Religiose», a partire dalle origini, cioè dal testamento di ser Nicola Angelello Paoli fino alla<br />

presa di posizione delle «Poverelle» da parte di Ludovico di Pietro,allora preposto di S.<br />

Silvestro . Ora il Papa comunica che ha ricevuta una lettera dai Priori del Comune di Orte e<br />

dalle «Poverelle» con la quale si vuole la ratifica papale delle decisioni del presbitero<br />

Ludovico.<br />

Il Papa ratifica le disposizioni favorevoli alle «Poverelle», anche se afferma di non essere<br />

direttamente al corrente dei fatti narrati.<br />

Originale (A), Orte,A.C.V.O., pergamene sciolte (ex –Fondo Benedett.),<br />

perg.n.129,mm.381(379)x492(485)<br />

1448 maggio 15 (mercoledì), Orte<br />

Marco di Giovanni, preposto della chiesa di S. Teodoro, e canonico maggiore della Chiesa<br />

Ortana, è incaricato di ratificare i diritti delle “Poverelle Religiose” secondo quanto<br />

disposto nella Lettera di Papa Niccolò V ( vedi sopra ) e disposto anche da Papa Bonifacio<br />

IX e da tutte le altre autorità locali, fino al vescovo Giovanni ( vedi sopra ). Il preposto<br />

Marco ratifica tutte le disposizioni a favore delle”Poverelle” e le intimazioni dei Questuarii<br />

di S. Antonio; ricorda perfino il paio di polli che le “Poverelle” devono dare in omaggio al<br />

vescovo ogni anno, a Pentecoste.<br />

L'atto è rogato nel coro della chiesa cattedrale dal notaio Antonio del fu ser Ambrogio di<br />

Buccio,. coadiuvato dal collega notaio Gerardo Eberto Giovanni, alla presenza dei<br />

testimoni i presbiteri Egidio di Antonio, Benedetto Lippi, canonici della cattedrale, il<br />

presbitero Pietro di Antonio, (arciprete) della cattedrale e Nicola di Ludovico Iacobi,<br />

Ranetto di Pietro e Domenico di Pietro di Antonio.<br />

Segue la sottoscrizione dell'altro notaio Gerardo.<br />

3


Originale (A), Orte,A.C.V.O., pergamene sciolte (ex-Fondo Benedett), perg.n.13°,<br />

mm.55°(547) x 462(457).<br />

Solo a partire dalla metà del sec XVI sappiamo con sicurezza che tale Monastero<br />

professava la Regola di S Benedetto.<br />

Durante la visita apostolica nel 1571 fatta dal Vescovo De Lunel, le Monache ufficialmente<br />

si consacrarono alla regola Benedettina. Abbiamo una pergamena del 16 luglio 1587 che<br />

riguarda la dote di una monaca, costituita di un pezzo di terra in contrada San Massio e di<br />

un altro in contrada Lucignano « iuxta bona ecclesiae S. Petri», di cui si parla del<br />

monastero come «monialium S. Antonii de Horto ordinis S. Benedicti».<br />

Nella seconda metà del cinquecento la Comunità doveva essere assai numerosa se le<br />

«Poverelle» (così ancora le chiamavano ) avevano chiesto al Papa Pio V un ampliamento<br />

del Monastero. I lavori che il Papa aveva approvato 28 gennaio 1571, cominciarono il 6<br />

Dicembre 1588 sotto il Vescovo Andrea Longo.<br />

Il primitivo piccolo fabbricato occupato dalle monache, divenne l'ingresso principale e<br />

parlatorio del nuovo monastero, situato sotto un largo spazio della contrada di S.<br />

Giovenale, nella cui chiesa fu riedificata appunto quella di S Antonio Abate.<br />

È da notare che l'antica chiesa di S. Giovenale fu demolita con licenza della S. Sede. I lavori<br />

di ricostruzione erano stati facilitati da Madonna Volumnia Baccarini che entrò assieme<br />

alla sua domestica nel monastero di S Antonio abate a cui donò tutto il suo patrimonio e la<br />

casa. Riparava così ad una negligenza dei suoi parenti Messer Giovanni Baccarini, Dottore<br />

in legge, e il suo nipote Messer Veghezio, che avevano promesso e non adempiuto, di<br />

costruire una cappella a S: Giovenale, per il permesso che avevano ricevuto dalla S. Sede di<br />

demolire la sua antica chiesa per allargare l'ingresso del loro palazzo.<br />

In quel nuovo e ampio monastero le Monache rimasero fino al 1922, quando si trasferirono<br />

nel centro della città a Palazzo Ralli in via Gramsci.<br />

Il Vescovo Andrea Longo oltre ad occuparsi personalmente dei lavori di costruzione, si<br />

adoperò per delle norme più severe riguardo alla osservanza e alla Clausura delle monache,<br />

a cui fece visita pastorale nel 1584.<br />

Il suo successore, Vescovo Fabbrani domenicano, instaurò fin dal 7 giugno 1607 il sistema<br />

dell'ascolto delle Monache “singillantim”. Confermò le disposizioni del Vescovo Longo e<br />

nella successiva visita pastorale (1618) insistette ancor di più sulla disciplina regolare e<br />

sulla clausura.<br />

Le Monache sono state sempre considerate ad Orte con una specie di gelosa devozione.<br />

Avevano il compito di pregare per la città e rappresentavano un ideale esempio di vita<br />

cristiana. Per questo l'ordinato svolgimento della vita doveva essere garantito con ogni<br />

cura e doveva essere modello e ammonimento per i cittadini.<br />

La Storia continua…<br />

Gli anni scorrevano veloci all'interno della clausura, dove la Comunità conduceva la sua<br />

solita vita regolare,con lunghi spazi di silenzio, alternando il tempo nel lavoro e nella<br />

preghiera. Nelle cronache del Monastero vediamo come si succedevano gli elenchi delle<br />

candidate, che provenienti dalle principali famiglie di Orte. Ma sino a quando sarebbe<br />

continuata simile esistenza?<br />

4


Sotto le spine dell'Illuminismo avvenivano le prime soppressioni delle comunità<br />

contemplative.<br />

Gli ultimi anni del sec XVIII furono difficili per il Papa e per il suo Stato. Le seguenti<br />

invasioni napoleoniche hanno lasciato tristi ricordi, causando la confisca dei beni della<br />

Chiesa e dei Conventi.<br />

L'archivio della Curia vescovile di Orte (Informazione XII, 1787 – 1808) presenta un<br />

Documento di questo primo periodo prima del 1799: “Le Monache furono tassate di cento<br />

scudi a titolo di prestito forzato già stabilito dalla così detta Repubblica. Ora si aspetta<br />

indagare se col tranquillo e dolce e saggio governo Pontificio si abbia a reintegrare tutto ciò<br />

che fu pagato col governo trascorso repubblicano”.<br />

Anche se non vengono nominate le monache Benedettine tra quelle Comunità che<br />

nell'anno 1808 furono soppresse a Orte dal governo Napoleonico, tuttavia non era<br />

possibile di accettare nuove candidate. La vita del monastero fu interrotta anche per la<br />

seconda ondata di soppressioni, seppur breve, detta sabaudica.<br />

Durante questa periodo nel 1816 per ordine del Vescovo De Dominicis furono aggiunte alla<br />

Comunità Benedettina le Monache del Monastero Santa Maria. di Loreto, agostiniane.<br />

Come abbiamo detto, nell'anno 1922 la Comunità si trasferì dall'antico monastero nel<br />

centro di Orte dove riadattò il palazzo Ralli a un monastero. Tuttavia presto si rivelò<br />

insufficiente per il numero delle Monache che andava crescendo e per il tipo di vita<br />

claustrale conforme alla Regola di S. Benedetto.<br />

Sotto l'abbaziato della M. Maria Eugenia Pietromarchi si fecero dei passi per trovare un<br />

posto adatto e cosi con l'aiuto di mons. Roberto Massimiliani, Vescovo di Orte, l'11 Ottobre<br />

1958, la Comunità che contava 30 Monache più la Madre Abbadessa , si trasferì sul colle<br />

delle Grazie, dove c'era un semidistrutto convento annesso al Santuario dedicato alla<br />

Madonna delle Grazie<br />

Questo convento costruito nel 1599 fu abitato all'inizio dai padri gerolomini: che vi<br />

rimasero fino al 1809, quando furono costretti lasciare il convento a causa delle truppe<br />

Napoleoniche.<br />

Dopo l'occupazione francese il Vescovo De Dominicis assegnò il Monastero al seminario di<br />

Orte.<br />

Il vescovo Mengacci ne fece luogo di vacanza per i seminaristi. fino alla seconda guerra.<br />

Durante la seconda guerra mondiale, i locali furono distrutti, dapprima dallo scoppio di un<br />

treno che portava munizioni nella stazione di Bassano in Teverina (nel sett. 1943), poi dal<br />

bombardamento notturno del 4 novembre 1943, quindi dalle due bombe fatte esplodere<br />

dai tedeschi nell'orto prospiciente la rupe. Gli ultimi abitanti erano gli sfollati rifugiatosi<br />

tra le rovine, dove tra le macerie cresceva ormai l'ortica e si pascolavano le capre.<br />

La benevolenza del Vescovo Massimiliani, lo spirito di sacrificio delle monache e l'abilità<br />

della Madre Abbadessa Donna Maria Eugenia Pietromarchi fecero si che l'edificio<br />

ritornasse all'antico splendore e alla sua funzione orante.<br />

Le Monache, dopo aver lasciato l'antico monastero nel centro di Orte, trovano ora un<br />

„ambiente spazioso e veramente favorevole per vivere con più distensione la vita monastica<br />

Madre Maria Eugenia Pietromarchi e La Comunità in seguito chiesero di poter cambiare il<br />

titolo del Monastero S. Antonio Abate in Monastero S. Maria Delle Grazie, con decreto del<br />

31 luglio 1981. (V. Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana no 633)<br />

La Comunità oggi…<br />

5


Il Monastero di Santa Maria delle Grazie è<br />

uno dei pochi dove la liturgia conserva il ricco<br />

patrimonio del canto Gregoriano, mentre nel<br />

lavoro prosegue nella tradizione tipicamente<br />

benedettina, l'erboristeria.<br />

Dal 1998 sotto l'attuale abbaziato di Madre<br />

Maria Giacinta Di Maria, la comunità si è<br />

aperta alla missione, per poter condividere le<br />

ricchezze della spiritualità benedettina con un<br />

gruppo di giovani indonesiane, che oggi, dopo<br />

11 anni contano 27 monache e 3 Novizie,<br />

desiderose di seguire il Signore «secundum<br />

Regulam S. Benedicti».<br />

5 Monache, ora stanno in Indonesia nella casa<br />

dipendente del Monastero di Orte, é il primo monastero Benedettino in terra Indonesiana.<br />

Il piccolo seme di Madonna Flore e Madonna Iohanna «le Poverelle», nettato nel lontano<br />

1366, era destinato a diventare un albero che con i suoi rami ha toccato gli estremi confini<br />

della terra. Quasi a conferma delle parole riferite nella liturgia a S. Benedetto Farò di te<br />

un grande popolo e ti benedirò renderò grande il tuo nome e diventerai una<br />

benedizione. (Gn 12,2)<br />

Cenni Storici del Santuario S. Maria delle Grazie<br />

Il Santuario Madonna delle Grazie ebbe una storia più lunga del suddetto monastero. Sul<br />

colle di Sant'Angelo (colle delle Grazie) nella località chiamata la “Scacchieta”, c'era una<br />

piccola cappella con l'immagine della Madonna detta delle Grazie, per molte e continue<br />

grazie che la Santissima Vergine ha fatto e fa in quel luogo ai suoi devoti, così scrive<br />

Leoncini. La piccola cappella è attestata dalle bolle di Adriano IV del 1159 e di Adriano III<br />

che l'assegnavano alla giurisdizione dei canonici della cattedrale. La bolla di Adriano IV ne<br />

precisa la collocazione con l'espressione In terra infra Zenzium.<br />

L'atto di donazione viene confermato nel 1514 dal Vescovo Franceschini. La zona divenne<br />

presto luogo di pellegrinaggi. La confraternita custodiva la cappella e provvedeva al culto.<br />

Raccolse tante elemosine, da poter edificare nel 1521 la Chiesa come la troviamo oggi, con i<br />

restauri e le modifiche successive, di cui le ultime risalgono all'anno dicembre 1995 maggio<br />

1996.<br />

La Confraternita ottiene dal Papa il diritto di patronato sulla Chiesa e nel 1580 vi costruì<br />

un altare con il proprio stemma dedicato a sant'Angelo. Nello stesso anno accade un<br />

miracolo: un uomo storpio fin dalla nascita fu guarito sotto l'immagine della Madonna.<br />

L'avvenimento clamoroso richiamò molti devoti. La chiesa è stata abbellita e adornata per<br />

opera di una pia donna, Armelina Cocovagini che lasciò per testamento i suoi beni a questo<br />

scopo.<br />

Nel 1599 fu costruito accanto alla chiesa il grandioso monastero dei Gerolimini, di cui<br />

abbiamo accennato sopra. La Chiesa non subì modifiche fino alla venuta delle Monache<br />

Benedettine che l'hanno adattata per la loro liturgia monastica, (spostando l'Altare al<br />

centro della Chiesa e mettendo una grata che separa il presbiterio dal coro).<br />

Dopo il Concilio Vaticano II°, secondo le norme della riforma liturgica, fu ristrutturato il<br />

6


presbiterio, la posizione dell'Altare e del tabernacolo e in fine nell'anno 1995, furono<br />

restaurati gli altari laterali e risanato tutto il complesso chiesa e coro nonché gli stalli<br />

lignei.<br />

Nell'anno 2000 su uno degli Altari laterali fu collocata una grande tavola che riproduce S.<br />

Benedetto e vari episodi della sua vita, opera della pittrice contemporanea Margarita<br />

Mazzoni di Montepulciano-Siena.<br />

Nella cripta del coro si conservano le spoglie dei Vescovi Lorenzo De Dominicis da Foligno<br />

(+1822), Domenico Mignanti (+1889), Giacomo Ghezzi (+1920), e Roberto Massimiliani<br />

(+ 1975) ugualmente vi ritrovano le spoglie della Madre Maria Eugenia Pietromarchi<br />

Abbadessa (+ 19.giunio 1994).<br />

7


Orari<br />

Festivo<br />

4:30 Levata<br />

5:00 Vigiliae<br />

Meditatio<br />

07:00 Prove di Canto<br />

08:00 Colazione<br />

08:45 Lodi<br />

09:30 Santa Messa-Terza<br />

Tempo libero…<br />

12:00 Angelus<br />

12:15 Sesta<br />

12:30 Pranzo<br />

13:00 Tempo libero<br />

14:00 Nona – siesta<br />

Studio<br />

17:00 Ricreazione<br />

18:00 Vespro<br />

Lectio divina<br />

19:30 Cena<br />

20:30 Compieta<br />

21.30 Silenzio della notte!<br />

Lavoro<br />

8<br />

Feriale<br />

4:30 Levata<br />

5:00 Vigiliae<br />

Meditatio<br />

06:45 Lodi<br />

07:15 Santa Messa - Terza<br />

Officium Capituli<br />

Colazione<br />

9:00 Lavoro<br />

11:45 Fine lavoro<br />

12:00 Angelus<br />

12:15 Sesta<br />

12:30 Pranzo<br />

13:00 lavoro<br />

14:00 Nona - siesta<br />

15:30 Prove di Canto<br />

16:15 Lezione monastica - studio<br />

17:00 Ricreazione<br />

18:00 Vespro<br />

Lectio divina<br />

19:30 Cena<br />

20:30 Compieta<br />

21.30 Silenzio della notte!<br />

Le Monache Benedettine di Orte<br />

producono articoli di erboristeria lavorati<br />

secondo antichissime ricette tramandate<br />

di generazione in generazione all‟interno<br />

del monastero.<br />

In tutti gli ambienti del Monastero<br />

traspare l‟amore e la cura che le monache<br />

dedicano alla creazione dei loro prodotti,<br />

mantenendo vivo il rispetto della natura e<br />

delle caratteristiche che essa offre come<br />

segno tangibile, prezioso e bellissimo<br />

dell‟Amore di Dio.<br />

Tutti i processi produttivi vengono svolti all‟interno del laboratorio, approvato e certificato<br />

dal Ministero della Salute, nel pieno e attento rispetto di tutte le norme igienico-sanitarie,<br />

seguite e controllate attraverso la supervisione di uno specialista iscritto all‟albo dei<br />

medici.<br />

Infatti, grazie ad una particolare attenzione prestata sulla lavorazione di ognuna delle


materie prime, i processi vengono svolti con cura per mantenere intatte tutte le<br />

caratteristiche e le proprietà delle erbe e dei prodotti utilizzati.<br />

All‟interno del Laboratorio ogni processo produttivo viene<br />

svolto in un ambiente appositamente dedicato, dal lavaggio alla<br />

macerazione, dall‟essiccazione alla distillazione.<br />

Queste caratteristiche fanno dei prodotti offerti dalle amorevoli<br />

mani delle Monache Benedettine di Orte degli esemplari di<br />

genuinità e naturalezza e sono prodotti unici in quanto<br />

provengono da ricette originali ed esclusive del Monastero.<br />

9

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!