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MONASTERO S. MARIA DELLE GRAZIE - Prodotti monastici

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Originale (A), Orte,A.C.V.O., pergamene sciolte (ex-Fondo Benedett), perg.n.13°,<br />

mm.55°(547) x 462(457).<br />

Solo a partire dalla metà del sec XVI sappiamo con sicurezza che tale Monastero<br />

professava la Regola di S Benedetto.<br />

Durante la visita apostolica nel 1571 fatta dal Vescovo De Lunel, le Monache ufficialmente<br />

si consacrarono alla regola Benedettina. Abbiamo una pergamena del 16 luglio 1587 che<br />

riguarda la dote di una monaca, costituita di un pezzo di terra in contrada San Massio e di<br />

un altro in contrada Lucignano « iuxta bona ecclesiae S. Petri», di cui si parla del<br />

monastero come «monialium S. Antonii de Horto ordinis S. Benedicti».<br />

Nella seconda metà del cinquecento la Comunità doveva essere assai numerosa se le<br />

«Poverelle» (così ancora le chiamavano ) avevano chiesto al Papa Pio V un ampliamento<br />

del Monastero. I lavori che il Papa aveva approvato 28 gennaio 1571, cominciarono il 6<br />

Dicembre 1588 sotto il Vescovo Andrea Longo.<br />

Il primitivo piccolo fabbricato occupato dalle monache, divenne l'ingresso principale e<br />

parlatorio del nuovo monastero, situato sotto un largo spazio della contrada di S.<br />

Giovenale, nella cui chiesa fu riedificata appunto quella di S Antonio Abate.<br />

È da notare che l'antica chiesa di S. Giovenale fu demolita con licenza della S. Sede. I lavori<br />

di ricostruzione erano stati facilitati da Madonna Volumnia Baccarini che entrò assieme<br />

alla sua domestica nel monastero di S Antonio abate a cui donò tutto il suo patrimonio e la<br />

casa. Riparava così ad una negligenza dei suoi parenti Messer Giovanni Baccarini, Dottore<br />

in legge, e il suo nipote Messer Veghezio, che avevano promesso e non adempiuto, di<br />

costruire una cappella a S: Giovenale, per il permesso che avevano ricevuto dalla S. Sede di<br />

demolire la sua antica chiesa per allargare l'ingresso del loro palazzo.<br />

In quel nuovo e ampio monastero le Monache rimasero fino al 1922, quando si trasferirono<br />

nel centro della città a Palazzo Ralli in via Gramsci.<br />

Il Vescovo Andrea Longo oltre ad occuparsi personalmente dei lavori di costruzione, si<br />

adoperò per delle norme più severe riguardo alla osservanza e alla Clausura delle monache,<br />

a cui fece visita pastorale nel 1584.<br />

Il suo successore, Vescovo Fabbrani domenicano, instaurò fin dal 7 giugno 1607 il sistema<br />

dell'ascolto delle Monache “singillantim”. Confermò le disposizioni del Vescovo Longo e<br />

nella successiva visita pastorale (1618) insistette ancor di più sulla disciplina regolare e<br />

sulla clausura.<br />

Le Monache sono state sempre considerate ad Orte con una specie di gelosa devozione.<br />

Avevano il compito di pregare per la città e rappresentavano un ideale esempio di vita<br />

cristiana. Per questo l'ordinato svolgimento della vita doveva essere garantito con ogni<br />

cura e doveva essere modello e ammonimento per i cittadini.<br />

La Storia continua…<br />

Gli anni scorrevano veloci all'interno della clausura, dove la Comunità conduceva la sua<br />

solita vita regolare,con lunghi spazi di silenzio, alternando il tempo nel lavoro e nella<br />

preghiera. Nelle cronache del Monastero vediamo come si succedevano gli elenchi delle<br />

candidate, che provenienti dalle principali famiglie di Orte. Ma sino a quando sarebbe<br />

continuata simile esistenza?<br />

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