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Il Diritto all'affettività per le persone recluse - Dirittopenitenziario.it

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118 . <br />

dell’affeiv<strong>it</strong>à in carcere, emanando una circolare dove si chiedeva<br />

ai direori dei pen<strong>it</strong>enziari di pronunciarsi sulla possibil<strong>it</strong>à di<br />

umanizzare <strong>le</strong> case di reclusione.<br />

Nella XIII <strong>le</strong>gislatura, poi, il tema dell’affeiv<strong>it</strong>à in<br />

carcere, con la proposta del nuovo regolamento di esecuzione<br />

pen<strong>it</strong>enziaria (elaborata soo la responsabil<strong>it</strong>à dell’allora<br />

Soosegretario alla Giustizia, Franco Cor<strong>le</strong>one, e del Capo del<br />

Dipartimento dell’Amministrazione pen<strong>it</strong>enziaria, A<strong>le</strong>ssandro<br />

Margara), da argomento teorico divenne materia di governo.<br />

<strong>Il</strong> progeo di riforma del regolamento di esecuzione pen<strong>it</strong>enziaria,<br />

con i nuovi articoli e la sua innovativa impostazione di pensiero e<br />

di prospeiva, elaborati in riferimento anche al<strong>le</strong> misure relative<br />

al traamento pen<strong>it</strong>enziario, previste all’articolo 28 della <strong>le</strong>gge 26<br />

luglio 1975, n. 354, venne, <strong>per</strong>ò, riformulato, dopo il parere del<br />

Consiglio di Stato n. 61 del 2000, con lo stralcio del<strong>le</strong> misure più<br />

innovative in materia di affeiv<strong>it</strong>à nel testo defin<strong>it</strong>ivo approvato<br />

dal Consiglio dei Ministri nel giugno del 2000 ed aualmente<br />

vigente.<br />

Le obiezioni del Consiglio di Stato erano state elaborate<br />

soo due profili: da una parte, il “forte divario fra il modello<br />

traamenta<strong>le</strong> teorico” prefigurato nel nuovo regolamento<br />

pen<strong>it</strong>enziario e l’inadeguatezza del “carcere rea<strong>le</strong>”; dall’altra<br />

rinviando l’introduzione di norme a favore del dirio all’affeiv<strong>it</strong>à<br />

a scelte <strong>le</strong>gislative e non al regolamento di esecuzione della <strong>le</strong>gge<br />

26 luglio 1975, n. 354: “nel si<strong>le</strong>nzio della <strong>le</strong>gge”, si disse, il dirio<br />

all’affeiv<strong>it</strong>à non è scelta che possa essere <strong>le</strong>giimamente effeuata<br />

in sede “regolamentare auativa o esecutiva”.<br />

Nella sua versione originaria, lo schema del regolamento<br />

(come ebbe modo di affermare Margara nell’audizione alla Camera<br />

dei deputati dell’11 marzo 1999), all’articolo 58, considerava il<br />

tema dell’affeiv<strong>it</strong>à “nell’amb<strong>it</strong>o dei rapporti con la famiglia, uno<br />

degli e<strong>le</strong>menti del traamento previsto dall’articolo 28 della <strong>le</strong>gge<br />

pen<strong>it</strong>enziaria”. Nel quadro di tali rapporti - spiegava Margara - è<br />

prevista la possibil<strong>it</strong>à che essi siano mantenuti in forma diversa<br />

dal colloquio: “una di esse è la vis<strong>it</strong>a, va<strong>le</strong> adire un colloquio in<br />

ambiente senza separazioni, con possibil<strong>it</strong>à di spostamento, come<br />

oggi avviene in molte aree verdi presenti in numerosi ist<strong>it</strong>uti <strong>it</strong>aliani;<br />

un altro aspeo è rappresentato da una sorta di <strong>per</strong>messo interno,<br />

rilasciato dal direore, che consente di fruire di incontri con i propri<br />

familiari in ambienti separati dai colloqui”. L’espressione concep<strong>it</strong>a<br />

nel progeo di nuovo regolamento, soolineava Margara, cioè<br />

quella di “un<strong>it</strong>à ab<strong>it</strong>ative” era ed è presente nel<strong>le</strong> normative di altri<br />

Paesi e, aggiungeva Margara, “nel<strong>le</strong> stesse indicazioni contenute

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