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L'adunata in Fontamara

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«Adesso ci chiamerà il m<strong>in</strong>istro» ci assicurava Berardo ogni tanto. «Vedrete, adesso sta studiando il nostro<br />

caso e subito ci farà chiamare. Mangiamo <strong>in</strong> fretta.»<br />

Verso le due <strong>in</strong>vece si ripeté la pantomima. Prima ripassò il m<strong>in</strong>istro, poi ripassò il prefetto, poi ripassarono<br />

gli amm<strong>in</strong>istratori-che-non-rubano. Ogni volta noi dovevamo alzarci <strong>in</strong> piedi e dare segni e grida di<br />

entusiasmo.<br />

Alla f<strong>in</strong>e i carab<strong>in</strong>ieri ci dissero:<br />

«Adesso siete liberi. Potete andarvene.»<br />

I carab<strong>in</strong>ieri ce lo dovettero spiegare con altre parole.<br />

«La festa è f<strong>in</strong>ita. Potete andarvene oppure visitare Avezzano. Ma avete solo un’ora di tempo. Fra un’ora<br />

dovrete essere partiti.»<br />

«E il m<strong>in</strong>istro? E la questione del Fuc<strong>in</strong>o?» domandammo noi trasecolati. «Che scherzo è questo?»<br />

Però nessuno ci diede ascolto. Però noi non potevamo ripartire senza aver nulla concluso e senza aver nulla<br />

capito di quello ch’era successo.<br />

«Venite dietro a me» disse Berardo che era alquanto pratico di Avezzano per esservi stato un paio di volte<br />

<strong>in</strong> carcere.<br />

Egli aveva cambiato viso e voce.<br />

«Magari torno <strong>in</strong> carcere» ci disse «ma la curiosità devo levarmela. Venite dietro di me.»<br />

Arrivammo a un portone d’un palazzo tutto imbandierato.<br />

«Vogliamo parlare col m<strong>in</strong>istro» disse bruscamente Berardo ai carab<strong>in</strong>ieri che guardavano il portone.<br />

Come se Berardo avesse proferito una bestemmia, i carab<strong>in</strong>ieri gli si buttarono addosso e cercarono di<br />

trarlo dentro il portone. Ma noi ci aggrappammo a lui e successe un parapiglia. Dall’<strong>in</strong>terno del palazzo<br />

accorse molta gente, tra cui don Circostanza, <strong>in</strong> stato di evidente ubriachezza, con i pantaloni ad armonica<br />

già nel terzo stadio.<br />

«Nessuno manchi di rispetto ai miei Fontamaresi. Trattate bene i miei Fontamaresi» egli si mise a gridare.<br />

I carab<strong>in</strong>ieri ci lasciarono e don Circostanza venne fra noi e volle abbracciarci e baciarci uno a uno;<br />

particolarmente affettuoso egli fu con Berardo.<br />

«Vorremmo parlare col m<strong>in</strong>istro» domandammo all’Amico del popolo<br />

«Il m<strong>in</strong>istro purtroppo è già ripartito» egli ci rispose. «Per un impegno urgente, voi mi capite, per un affare<br />

di Stato.»<br />

«Vorremmo sapere com’è risolta la questione del Fuc<strong>in</strong>o» <strong>in</strong>terruppe Berardo seccamente.<br />

Don Circostanza ci fece accompagnare da un carab<strong>in</strong>iere negli uffici dell’amm<strong>in</strong>istrazione del feudo e là<br />

trovammo un impiegato che ci spiegò assai pazientemente com’era stata risolta la questione del Fuc<strong>in</strong>o.<br />

«Il nuovo Governo ha esam<strong>in</strong>ato la questione del Fuc<strong>in</strong>o?» domandò Berardo.<br />

«Sì, e <strong>in</strong> un modo soddisfacente per tutti» rispose l’impiegato con un falso sorriso.<br />

«Perché non siamo stati chiamati a discutere? Perché siamo stati lasciati sulla piazza?» protestò Pilato.<br />

«Non siamo cristiani anche noi?»<br />

«Il m<strong>in</strong>istro non poteva parlare con diecimila persone. Ma egli ha parlato con i vostri rappresentanti»<br />

rispose l’impiegato. «Siate ragionevoli.»<br />

«Chi era il nostro rappresentante?» domandai io.<br />

«Il cav. Pel<strong>in</strong>o, graduato della milizia» fu la risposta.<br />

«In che modo sono state divise le terre? Quanta parte ne sarà data ai Fontamaresi? Quando avverrà la<br />

spartizione?» tornò a <strong>in</strong>sistere Berardo con impazienza.<br />

«Le terre non saranno divise» rispose l’impiegato. «Il m<strong>in</strong>istro e il rappresentante dei cafoni hanno anzi<br />

deciso che i piccoli fittavoli devono essere, se possibile, elim<strong>in</strong>ati. Molti di essi hanno ricevuto la terra<br />

perché ex-combattenti, ma questo non è giusto.»

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