LUGLIO - AGOSTO 2012 - Accademia geografica mondiale

Verso la Basilica percorrendo un itinerario
sapiente che conduce a godere degli
splendidi e molteplici paesaggi del Cilento e
del Vallo di Diano, dove una natura generosa
è resa ancor più preziosa da autentici gioielli
di storia, di tradizione, di arte.
Arrivando a Paestum si percepisce
immediatamente la sensazione di grandiosità
che trasmettono i suoi maestosi templi dorici,
illuminati da un sole intenso; l’annotazione
di Nietzsche, nella sua laconicità, appare
perfetta, “è come se un dio, qui, avesse
costruito con enormi blocchi di pietra, la sua
casa”.
I resti, magnifici, delle mura, dell’anfiteatro,
della Via Sacra, raccontano di una città
nata sotto i migliori auspici e destinata a
REPORTAGE Viaggio verso la Basilicata
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continuare, per secoli, a rivestire un ruolo di
grande importanza nel Mediterraneo.
Il più grande geografo dell’antichità,
Strabone, riferisce che Giasone e gli
Argonauti approdarono sulle spiagge alla
foce del Fiume Sele dove eressero un tempio
ad Hera Argiva e a circa dieci chilometri di
distanza dai resti di quel santuario, fu fondata
l’antica Poseidonia, oggi nota con il nome
romano di Paestum, dove si cominciarono
ad innalzare i primi monumenti e templi sacri
fino dal VI secolo a.C.
Il Tempio di Cerere (in realtà consacrato ad
Athena), il Tempio di Nettuno (consacrato ad
Hera) e la Basilica (anch’essa consacrata
ad Hera) sono capolavori di bellezza e di
armonia senza tempo.
Tramonto da Capo Palinuro
Camminare fra tanta meraviglia regala
emozioni profonde e certo non stupisce che,
da sempre, letterati e poeti abbiano tratto
ispirazione da tanta potenza visiva che la
fantasia arricchisce con le immagini degli
splendidi fregi, delle metope e delle pitture
che oggi, si possono ammirare nel Museo
Archeologico Nazionale, adiacente agli scavi.
La costa del Cilento è uno spettacolo
ammaliante di ripidi promontori e scogliere, tra
cui sono incastonate magiche cale e romantici
lembi di sabbia; ripide falesie s’inabissano in
acque trasparenti e profonde e si alternano a
spiagge assolate, bagnate dalle acque di un
mare abbagliante.
E’ il mare del mito: è il mare di Ulisse che
fuggiva dal canto delle sirene dell’isoletta di
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Licosa; è il mare di Enea e del suo nocchiero
Palinuro che trovò la morte sulla riva della
costa che ancora oggi porta il suo nome.
Palinuro, in una cala del promontorio
punteggiata di grotte, Marina di Camerota,
all’inizio del golfo di Policastro con sullo
sfondo la costa calabra e, più avanti,
Sapri, nell’estremo lembo meridionale della
Campania.
Da qui la strada …verso la Basilicata, si
inerpica seguendo un itinerario che lambisce
il grande massiccio del Pollino in una natura
aspra e solitaria per proseguire nel cuore
stesso del Parco Nazionale del Pollino fra
boschi fittissimi di faggi, aceri e una specie
rarissima di pino chiamata Pino Loricato.