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AA.VV. - Il secondo libro delle metamorfosi - ctsbasilicata

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fenomeno dovevano essere le colonne di luce. Esse infatti erano le uniche creature<br />

indipendenti, dotate di intelligenza e capacità potenziali, atte a raggiungere lo scopo<br />

di controllare un corpo. I gatti, talvolta, riuscivano nello stesso intento, ma solo con<br />

creature vive.<br />

Rrengyara camminava come una sonnambula, colle braccia penzoloni e la testa<br />

china. Quando il gruppo passò vicino al pipistrello in osservazione nei pressi del<br />

cerchio, la Supermente poté avere una descrizione esatta e minuziosa della strana<br />

colorazione dell’epidermide di Rrengyara. <strong>Il</strong> suo corpo nudo, un tempo liscio e bruno,<br />

era ricoperto da una sostanza resinosa nera, cosparsa di particelle luccicanti. I cristalli<br />

che l’avevano assalita nella caverna le si erano incastrati nella carne, provocando<br />

migliaia di minuscole ferite, e non si erano più staccati. Non si vedeva la pelle,<br />

perché il sangue sgorgato dalle innumerevoli ferite si era coagulato in una pasta nera<br />

che ricopriva in parte i cristalli. Le narici erano rimaste libere, mentre occhi e<br />

orecchie erano bloccati. <strong>Il</strong> rivestimento di sangue e cristalli aveva fuso le dita <strong>delle</strong><br />

mani e dei piedi, che si distinguevano appena.<br />

<strong>Il</strong> cristallo color smeraldo e le creature che lo attorniavano raggiunsero il luogo<br />

<strong>delle</strong> danze. Le colonne di luce scivolarono silenziosamente sopra la colonna verde<br />

limone ferma da un lato, e le erbe semoventi vicine alle colonne verdi rotolarono<br />

verso le compagne appena arrivate. Rrengyara si afflosciò a terra, e i cristalli volanti<br />

<strong>delle</strong> caverne le si ammucchiarono accanto. Anche tutte le altre creature si fermarono,<br />

ad eccezione del cristallo verde smeraldo. I cristalli del cerchio rallentarono<br />

fermandosi lungo la circonferenza a intervalli regolari, lasciando però uno spazio<br />

vuoto in cui prese posto l’ultimo arrivato. Tutti erano immobili, anche gli svolazzini e<br />

le erbe. <strong>Il</strong> tredicesimo cristallo stava eretto, alto e scintillante sulla linea circolare che<br />

gli altri avevano inciso nella roccia.<br />

Poi, molto lentamente, i grandi cristalli incominciarono a muoversi. Uno dietro<br />

l’altro, si trascinarono, seguendo una curva, verso il centro del cerchio. Mentre<br />

procedevano, sul terreno dove il loro passaggio aveva scalfito la roccia, incominciò a<br />

formarsi un disegno ormai noto: la stella a tredici punte, comune a tutti i cerchi di<br />

cristalli che la Supermente aveva scoperto.<br />

Poi, i cristalli conclusero il rito e tornarono nella primitiva posizione lungo la<br />

circonferenza. Le altre creature ripresero anch’esse a muoversi. Le erbe rotolarono<br />

turbinando intorno al cerchio, la frotta di minuscoli cristalli si innalzò in volo, i<br />

cactus vaganti saltarono all’unisono, Rrengyara si mosse e si alzò, le sfere lanuginose<br />

di svolazzini emisero i loro squittii ultrasonici, e tutte le colonne di luce, ad eccezione<br />

di quelle verdi limone, incominciarono ad allontanarsi scivolando dal cerchio. Le<br />

colonne color turchese aprivano la marcia verso la massa di affioramenti purpurei al<br />

margine occidentale dell’altopiano, e solo alcuni ciuffi di erbe semoventi, oltre alle<br />

colonne verde limone, non le seguirono. Le enigmatiche colonne di luce e la femmina<br />

umana morta, un’orda di cactus saltanti e di rimbalzanti erbe, gli svolazzini e i<br />

cristalli <strong>delle</strong> caverne che roteavano formando caotiche geometrie sullo sfondo del<br />

cielo, si allontanavano in fila dai tredici cristalli.<br />

Un pipistrello seguì a distanza di sicurezza quel gruppo di creature; l’altro rimase a<br />

sorvegliare il cerchio. Le creature erano appena scomparse dietro un’alta roccia<br />

dentata, quando i grandi cristalli ripresero a muoversi. Erano inclinati <strong>secondo</strong> angoli<br />

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