AA.VV. - Il secondo libro delle metamorfosi - ctsbasilicata
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«Brava» commentò Lou. «E adesso, infilate la ricevuta nella macchina... Lì, ecco<br />
fatto. Grazie.»<br />
Mentre stava avviandosi, lei lo richiamò: «Avete dimenticato i bollini regalo.» Lou<br />
tornò indietro a prenderli.<br />
Prima di lasciare il magazzino, acquistò un nuovo frigorifero, con doppio<br />
scompartimento freezer, un divano letto, dodici paia di calzoni, otto copertoni nuovi,<br />
una provvista di dentifricio per un anno, aspirina e altre dieci stecche di sigarette.<br />
Pagò in contanti, si fece dare i bollini, e si avviò verso l’auto.<br />
Finora, aveva fatto un po’ di allenamento; adesso lo aspettava la prova decisiva.<br />
Lou Aramis si diresse alla sede della “South Waterford Trust & Deposit<br />
Company”, detentrice dell’ipoteca accesa sulla sua villetta a due piani, del suo<br />
prestito personale e dei suoi due prestiti FHA. <strong>Il</strong> signor William Briese, ovvero Bill<br />
Brezzolina, per i consoci del “Lions” e del “Rotary”, vicepresidente della sezione<br />
prestiti, accolse il signor Aramis, apprezzato cliente, con un sorriso circospetto.<br />
«Bella giornata, signor Aramis» disse, alzandosi dalla scrivania dietro il bianco, per<br />
andare a stringergli la mano. «Come va?»<br />
«Benone, e voi?» Lou lasciò cadere per terra la sacca. Guardandolo con simulata<br />
cordialità, il signor Briese proseguì: «Di partenza? Richiamato?»<br />
«Oh, niente affatto. Ho solo pensato di saldare qualche debito.»<br />
«Davvero?» <strong>Il</strong> signor Briese si tirò il labbro inferiore, lasciandosi cadere sulla sua<br />
sedia girevole. «Be’, entrate e mettetevi a sedere.»<br />
Lou varcò il cancelletto a molla, trascinandosi dietro la sacca, e prese posto nella<br />
sedia destinata ai clienti. Pescò nel taschino il pacchetto di sigarette, ma era vuoto;<br />
allora ne prese una stecca dalla sacca e aprì un pacchetto, offrendo da fumare anche<br />
al signor Briese. Un biglietto da cinquanta dollari era svolazzato per terra, e il<br />
banchiere andò a raccattarlo, porgendolo a Lou con una mano mentre prendeva la<br />
sigaretta con l’altra.<br />
«Grazie» disse poi, e accese le sigarette con l’accendino da tavolo. Infine tornò a<br />
sedersi, appoggiandosi allo schienale della sedia e tirando nervose boccate.<br />
Lou, anche lui in preda al nervoso, non riusciva a trovare le carte che cercava;<br />
finalmente le prese e le depose dentro al cestino della corrispondenza in partenza,<br />
posto sulla scrivania del signor Briese.<br />
«Io vi debbo parecchio denaro, signor Briese: svariate somme, per motivi diversi,<br />
come, ad esempio...»<br />
«Suvvia, signor Aramis, anzi, Lou, se permettete; ci dovete diverse somme, ma<br />
siete in regola coi pagamenti, se ben ricordo, salvo l’ultima rata del prestito FHA. Ma<br />
niente di cui preoccuparsi.»<br />
«A esser sinceri, signor Briese, mi preoccupa moltissimo venir meno a uno dei<br />
miei obblighi, e sono perciò qui a riparare, prima che la cosa diventi imbarazzante per<br />
tutti e due.»<br />
Prima di andare in banca aveva provato e riprovato questo discorsetto introduttivo.<br />
«Chiamatemi pure Bill. Non c’è niente per cui sentirsi imbarazzati, Lou. Capita<br />
normalmente che uno possa dimenticarsi. Noi siamo comprensivi. E se siete venuto<br />
per pagarci la rata di quaranta dollari e cinquanta più la multa di due dollari e mezzo,<br />
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