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Riflessione 21 del 10/06/12 - Web

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s p u n t i s e t t i m a n a l i p e r m e d i t a r e<br />

Sono vecchio oramai più che ottuagenario nell'anno che corre <strong>del</strong>l'era<br />

cristiana 1858; e pur giovine di cuore forse meglio che nol fossi mai nella<br />

combattuta giovinezza, e nella stanchissima virilità. Molto vissi e soffersi; ma<br />

non mi vennero meno quei conforti, che, sconosciuti le più volte di mezzo<br />

alle tribolazioni che sempre paiono soverchie alla smoderatezza e<br />

cascaggine umana, pur sollevano l'anima alla serenità <strong>del</strong>la pace e <strong>del</strong>la<br />

speranza quando tornano poi alla memoria quali veramente sono, talismani<br />

invincibili contro ogni avversa fortuna. Intendo quegli affetti e quelle<br />

opinioni, che anziché prender norma dalle vicende esteriori comandano<br />

vittoriosamente ad esse e se ne fanno agone di operose battaglie. La mia<br />

indole, l'ingegno, la prima educazione e le operazioni e le sorti progressive<br />

furono, come ogni altra cosa umana, miste di bene e di male: e se non fosse<br />

sfoggio indiscreto di modestia potrei anco aggiungere che in punto a<br />

merito4abbondò piuttosto il male che il bene. Ma in tutto ciò nulla sarebbe<br />

di strano o degno da essere narrato, se la mia vita non correva a cavalcione<br />

di questi due secoli che resteranno un tempo assai memorabile massime<br />

nella storia italiana. Infatti fu in questo mezzo che diedero primo frutto di<br />

fecondità reale quelle speculazioni politiche che dal milletrecento al<br />

millesettecento traspirarono dalle opere di Dante, di Macchiavello, di Filicaia,<br />

di Vico e di tanti altri che non soccorrono ora alla mia mediocre coltura e<br />

quasi ignoranza letteraria. La circostanza, altri direbbe la sventura, di aver<br />

vissuto in questi annimi ha dunque indotto nel divisamento di scrivere<br />

quanto ho veduto sentito fatto e provato dalla prima infanzia al cominciare<br />

<strong>del</strong>la vecchiaia, quando gli acciacchi <strong>del</strong>l'età, la condiscendenza ai più<br />

giovani, la temperanza <strong>del</strong>le opinioni senili e, diciamolo anche, l'esperienza<br />

di molte e molte disgrazie in questi ultimi anni mi ridussero a quella dimora<br />

campestre dove aveva assistito all'ultimo e ridicolo atto <strong>del</strong> gran dramma<br />

feudale. Né il mio semplice racconto rispetto alla storia ha diversa<br />

importanza di quella che avrebbe una nota apposta da ignota mano<br />

contemporanea alle rivelazioni d'un antichissimo codice.<br />

L'attività privata d'un uomo che non fu né tanto avara da trincerarsi in se<br />

stessa contro le miserie comuni, né tanto stoica da opporsi <strong>del</strong>iberatamente<br />

ad esse, né tanto sapiente o superba da trascurarle disprezzandole, mi pare<br />

in alcun modo riflettere l'attività comune e nazionale che la assorbe; come il<br />

cader d'una goccia rappresenta la direzione <strong>del</strong>la pioggia. Così l'esposizione<br />

de' casi miei sarà quasi un esemplare di quelle innumerevoli sorti individuali<br />

che dallo sfasciarsi dei vecchi ordinamenti politici al raffazzonarsi dei<br />

presenti composero la gran sorte nazionale italiana. Mi sbaglierò forse, ma<br />

meditando dietro essi potranno alcuni giovani sbaldanzirsi dalle pericolose<br />

lusinghe, e taluni anche infervorarsi nell'opera lentamente ma durevolmente<br />

avviata, e molti poi fermare in non mutabili credenze quelle vaghe<br />

aspirazioni che fanno loro tentar cento vie prima di trovare quell'una che li<br />

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