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Capitolo 4

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CARCINOMA DEL COLON-RETTO<br />

che presenta aree distinte con il tipico aspetto del polipo iperplastico e dellÕadenoma. La displasia viene graduata<br />

in basso grado (lieve e moderata) ed alto grado (grave), in base allÕentitˆ delle alterazioni architetturali<br />

(conformazione delle ghiandole e dei villi) e citologiche (mucosecrezione, stratificazione, polaritˆ, ipercromasia<br />

e polimorfismo nucleari, attivitˆ mitotica).<br />

ADENOMA CON CARCINOMA INVASIVO ASPORTATO ENDOSCOPICAMENTE<br />

Tale dizione riservata agli adenomi con aree pi o meno estese di carcinoma che infiltra inequivocabilmente la<br />

sottomucosa attraverso il superamento completo della muscularis mucosae.<br />

LÕadenoma con carcinoma invasivo la forma pi precoce di carcinoma colorettale (pT1) dotata di potenziale<br />

metastatico (variabile 0-35% dei casi) che in relazione con alcuni parametri istologici che devono essere valutati<br />

ed esplicitati nel referto istologico per orientare la programmazione delle successive scelte terapeutiche (resezione<br />

chirurgica vs follow-up clinico-endoscopico).<br />

I parametri da valutare sono i seguenti:<br />

1. stato del margine di resezione endoscopica (valutato misurando la distanza minima in mm delle cellule cancerigne<br />

dal limite):<br />

¥ libero (distanza > 2 mm);<br />

¥ positivo (distanza ² 2 mm);<br />

¥ non valutabile (difetto di orientamento o artefatti);<br />

2. grado istologico di differenziazione del carcinoma:<br />

¥ basso grado vs alto grado;<br />

3. presenza di emboli neoplastici linfatici o venosi:<br />

¥ assenti/presenti.<br />

Il margine non valutabile viene considerato come parametro prognostico sfavorevole.<br />

Tali parametri devono essere sempre riportati nel referto istopatologico, anche se negativi. Utilizzando tali parametri<br />

possibile distinguere due categorie di adenomi con carcinoma invasivo:<br />

¥ a basso rischio di evoluzione (quando tutti i parametri sono favorevoli);<br />

¥ ad alto rischio di evoluzione (quando 1 o pi parametri sono sfavorevoli).<br />

Il patologo dovrebbe, quando il campionamento lo consente, riportare i parametri valutati e definire a quali delle<br />

due categorie (basso rischio vs alto rischio) appartiene il polipo asportato endoscopicamente, fornendo cos“<br />

un riferimento importante per le successive strategie terapeutiche (follow-up vs resezione post-polipectomia).<br />

LÕesame della letteratura dimostra infatti che il rischio di residuo tumorale e/o metastasi linfonodali dopo la<br />

polipectomia endoscopica pari a 0% per gli adenomi cancerizzati a basso rischio di evoluzione mentre circa<br />

25% (valore medio) per gli adenomi cancerizzati ad alto rischio di evoluzione.<br />

CARCINOMA DEL COLON-RETTO<br />

Il materiale di exeresi chirurgica deve essere inviato in adeguati contenitori contenenti formalina tamponata dopo<br />

essere stato aperto dal chirurgo lungo il margine antimesenterico.<br />

La descrizione macroscopica del pezzo chirurgico dovrˆ fornire indicazioni sulla lunghezza dellÕintestino asportato,<br />

sulla sede e sullÕaspetto macroscopico della neoplasia, sulle dimensioni (diametro massimo), sulla distanza<br />

dai margini, sulla presenza di tumori sincroni (carcinomi, polipi).<br />

Per le neoplasie del retto e dellÕampolla occorre identificare lÕesatta sede del tumore e precisarne il rapporto con<br />

il peritoneo (sopra-sottoperitoneale).<br />

Si operano quindi almeno tre prelievi della neoplasia di cui uno nel punto di maggiore infiltrativitˆ e due nei<br />

punti di passaggio fra neoplasia e mucosa circostante (utile per lo studio dellÕorigine); questa campionatura la<br />

minima indispensabile per una diagnosi di routine. Per unÕaccurata evidenziazione di emboli neoplastici nei vasi<br />

linfatici o venosi intra- ed extraparietali e di infiltrazione di tronchi nervosi consigliabile tuttavia operare<br />

pi prelievi (almeno 1 per cm di neoplasia). Inoltre occorre campionare i margini di sezione chirurgica ed isolare,<br />

seguendo il decorso dei vasi, tutti i linfonodi regionali iniziando dallÕapice del meso. I linfonodi non locoregionali<br />

(inviati in contenitori separati con esatta indicazione di sede) devono essere campionati e refertati separatamente.<br />

Il referto deve sempre indicare il numero totale di linfonodi repertati e di quelli con metastasi distinguendo in<br />

questo caso il coinvolgimento dei linfonodi locoregionali da quelli non locoregionali.<br />

PARAMETRI PROGNOSTICI<br />

Lo stadio rimane il fattore prognostico di maggior valore, ma numerose altre caratteristiche istologiche sono<br />

considerate di valore prognostico nel carcinoma colorettale e possono essere riportate nel referto istopatologico.<br />

Quelle con maggior significato clinico sono le seguenti: il tipo di crescita (espansiva od infiltrativa), il grado di<br />

infiltrazione linfocitaria al margine di invasione, la presenza di nidi e cellule neoplastiche Òpattern buddingÓ<br />

(per il retto) sul fronte di avanzamento tumorale, la presenza di aggregati nodulari linfocitari peritumorali (reazione<br />

linfocitaria Òtipo CrohnÓ), il numero di linfociti allÕinterno della neoplasia (tumor-infiltrating lymphocytes<br />

o TIL), lÕinvasione vascolare e perineurale.<br />

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