TRACCE DI STORIA - Istituto Comprensivo di Palazzolo dello Stella

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TRACCE DI STORIA 30 La diffusione del Cristianesimo e le invasioni barbariche Dopo la caduta dell’Impero romano la zona circumlagunare e la bassa pianura friulana furono lasciate ad un lento ed inesorabile abbandono: a causa dell’interruzione delle opere di bonifica, il terreno divenne una palude, si ricoprì di boschi e gradualmente si spopolò. Ciononostante, fu proprio in quel periodo che nacquero alcuni nuclei abitati, come la villa di Carolus (Carlino), circondata da un territorio pressochè inaccessibile, che tuttavia garantiva rifugio. Un uccello becca e artiglia un pesce (patera veneto bizantina, Marano XIII secolo) IL MEDIOEVO Probabilmente nel IV secolo la villa di Carlino disponeva già di una chiesa antica (o cappella), filiale della Pieve di Marano e dedicata all’apostolo San Tommaso. Dobbiamo ricordare infatti che nel periodo tardoantico da Aquileia si diffuse rapidamente il cristianesimo grazie all’opera evangelizzatrice dei primi missionari, guidati dai loro vescovi (tra cui Sant’Ermacora, come riportato da alcune fonti apocrife, e Teodoro). Ma lo stessa epoca vide anche i paesi e gli insediamenti agricoli e produttivi del Friuli devastati e saccheggiati dai barbari. Tra i primi a calarsi da est nella nostra regione ci furono gli Unni di Attila, che determinarono nel V secolo d.C. anche la capitolazione del castrum palazzolese. Attila fu sovrano e guerriero di una stirpe turco-mongola proveniente dall'Asia centrale. Il temibile quanto formidabile esercito degli Unni giunse nel confine orientale dell'Impero romano e attraversò sanguinosamente anche il territorio del fiume Anaxum: l'antica Palazzolo fu rasa al suolo e, secondo un'avvincente tradizione, si salvò soltanto un palazzo, la Casa Attila. Racconta la leggenda che il famigerato condottiero si sarebbe invaghito di una giovane ragazza e decise quindi di salvare questo edificio, per prolungare la sua permanenza a Palazzolo. La Casa Attila è ancor oggi un monumento apprezzabile nel paese, è situata nella Piazza della Pieve ed è
La Casa Attila a Palazzolo dello Stella di proprietà della famiglia Zanelli. Nel 568 d.C. calarono in Italia i Longobardi, che spezzarono in due la regione amministrata dai patriarchi di Aquileia: essi conquistarono il Friuli ad eccezione di Grado, di Marano e delle altre isole della laguna, che rimasero in mano ai Bizantini. Il Sinodo di Marano La via principale di Marano ricorda con il suo nome un importantissimo evento del periodo patriarcale: il Sinodo, indetto dal Patriarca di Aquileia Severo, che a quei tempi risiedeva a Grado. Qui aveva trovato un rifugio sicuro, lontano dalle scorrerie dell’esercito longobardo. A Marano quindi convocò i vescovi nel 590, per spiegare la sua posizione nei 31 IL MEDIOEVO confronti della famosa Controversia o Scisma dei Tre Capitoli. Questa era nata come disputa teologica riguardante il modo di intendere alcune verità di fede professate nel Credo, ma era diventata con il passare degli anni una questione di sottomissione al Papa (di Roma) o di unione al patriarca scismatico di Costantinopoli. Il patriarca Severo, che a Ravenna era stato costretto in precedenza a sottomettersi al Papa, ritornato a Grado trovò grande ostilità nel popolo e dovette appunto radunare i suoi vescovi a Marano: qui dichiarò che il rifiuto dello Scisma dei Tre Capitoli, fatto a Ravenna, gli era stato strappato con la forza. Riconobbe Marano Lagunare: via Sinodo, la Chiesa di San Martino sulla destra e in fondo la torre millenaria inoltre la posizione di Costantinopoli e quindi la separazione da Roma.
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