La Rivista Euler Hermes Italia n°55
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Speciale<br />
tributo importante. Nessuno si aspetta<br />
che lo Stato arrivi e ci copra di danaro,<br />
figuriamoci. Sappiamo come stanno<br />
le cose, siamo realisti. Ma sarebbe<br />
importante dare un segnale positivo,<br />
di coraggio. Può essere un credito sull’imposta,<br />
ma va bene tutto quello che<br />
può restituire entusiasmo all’imprenditore.<br />
Perché non è lo Stato che salva<br />
l’impresa; l’impresa deve salvare sé<br />
stessa, reagire, andare sul mercato<br />
con prodotti competitivi. Un’altra cosa<br />
importantissima: non investire solo<br />
per l’oggi, ma a medio termine».<br />
Fisco, burocrazia, infrastrutture e<br />
giustizia civile. Sono i quattro aspetti<br />
del Sistema Paese considerati fra i<br />
più penalizzanti per le aziende italiane.<br />
Vede altri elementi che contribuiscono<br />
a zavorrare l’<strong>Italia</strong>?<br />
«Sono tutti punti strategici su cui c’è bisogno<br />
di interventi proprio per aiutare<br />
gli imprenditori. Poi c’è sicuramente<br />
18<br />
<strong>La</strong> sede della Geox a Montebelluna,<br />
in provincia di Treviso<br />
Nessuno si aspetta<br />
che lo Stato ci copra<br />
di danaro, ma sarebbe<br />
importante dare<br />
un segnale positivo<br />
qualche problema nel rapporto con le<br />
banche. <strong>La</strong> stretta creditizia si fa sentire<br />
e se gli istituti fossero più generosi…<br />
Ma, prima di tutto, pongo al centro dell’attenzione<br />
la certezza del diritto. Sa<br />
perché gli imprenditori stranieri non<br />
vengono dentro i nostri confini?».<br />
Lo spieghi.<br />
«Per paura delle “sabbie mobili italiane”.<br />
Chi ci guarda da fuori non si sentirebbe<br />
sicuro e quest’assenza di sicurezza<br />
frena l’ingresso di capitali. Il<br />
cammino è giusto. Monti ha già raggiunto<br />
un risultato importante: ha<br />
messo il Paese in condizione di rimanere<br />
agganciato all’euro grazie alla<br />
stabilizzazione dei conti pubblici e a<br />
un alleggerimento dei tassi di interesse.<br />
È da apprezzare quello che il governo<br />
ha fatto in una situazione di<br />
tensione estrema. Direi che i tecnici<br />
hanno svolto un lavoro veramente lodevole:<br />
a noi imprenditori sembra che<br />
per fortuna lo spauracchio della divisione<br />
dell’Europa e della fine della<br />
moneta unica sia lontano».<br />
<strong>La</strong> vita di un imprenditore italiano, a<br />
sentire lei, non è affatto facile. Non<br />
le è mai venuta voglia di mollare<br />
tutto e fuggire all’estero?<br />
«Non rinnego le mie origini. L’estero<br />
rappresenta il 70% del fatturato e per<br />
me è la fonte primaria di ricchezza. Ma<br />
quando vado al Forum di Davos, quando<br />
parlo alla Columbia University o al Mit di<br />
Boston, metto sempre in primo piano il<br />
la RIVISTA <strong>Euler</strong> <strong>Hermes</strong> <strong>Italia</strong><br />
nostro Paese: sono fiero di essere italiano.<br />
Ma adesso l’<strong>Italia</strong>, per fare un<br />
salto di qualità, deve essere capace di<br />
far diventare la creatività un business».<br />
E come si arriva a raggiungere questo<br />
obiettivo?<br />
«Bisogna premiare le aziende che investono<br />
nella ricerca, che investono sulla<br />
formazione dei giovani, quelle che collaborano<br />
con le università per sperimentare<br />
nuove tecniche e nuovi materiali<br />
e nuovi prodotti. Non è impossibile<br />
scegliere questa strada. <strong>La</strong> fortuna di<br />
Geox è stata anticipare la globalizzazione,<br />
investire sui giovani, creare scuole<br />
di formazione a nostre spese. Una PMI<br />
non può farcela da sola, lo so, e un contributo<br />
pubblico sarebbe decisivo, per<br />
creare specializzazione e competenze.<br />
Sui lavori qualificati, ma anche quelli<br />
meno qualificati. Abbiamo aperto un<br />
centro logistico a Treviso per servire i<br />
nostri store nel mondo. Cercavamo<br />
220 dipendenti non specializzati: si<br />
sono presentati soltanto sei italiani.<br />
Per questo serve anche un impegno<br />
dello Stato per sostenere e diffondere<br />
l’istruzione tecnica e professionale. È<br />
assurdo che a chimica all’Università di<br />
Venezia ci siano solo 42 iscritti».<br />
<strong>La</strong> ricetta di Mario Moretti Polegato<br />
per rilanciare il Paese e metterlo in<br />
condizione di reggere la concorrenza<br />
con l’estero.<br />
«Metto sul tavolo tre assi: alla creatività,<br />
aggiungo i brevetti e la collabo