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L'AMICO DEL DIAVOLO - Pane del cielo

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VELINA - È veramente un bel ragazzo. Simpatico, spiritoso, moderno. Mi pare che abbia portato un po’<br />

d’aria nuova in questa casa. Ve n’era proprio bisogno.<br />

ROSA - Una sorpresa per tutti. Non si vedeva qui da sette, otto anni. Sì, si è fatto davvero un bel ragazzo.<br />

ELISA - (con la tazza piena di latte caldo dice a Velina) Vai a chiamare Vittorio.<br />

VELINA - Subito, signorina. (esce)<br />

ELISA - Faremo un bella figura, mamma.<br />

ROSA - Ma se la signora Delilla dovesse dirlo a Bartolomeo?<br />

ELISA - Era necessario, mamma. Che figura avremmo fatto con Vittorio che, a casa sua, è abituato da milionario?<br />

Così ha sempre detto papà no? Tanto che se ne è spesso lamentato. Quando si hanno i soldi, bisogna<br />

spenderli. A che servono se no? Per tenerseli chiusi lì, (indica il fondo <strong>del</strong>la parete) come fa lui?<br />

ROSA - Lì, dove?<br />

ELISA - Sei proprio una brava moglie! A me non la darà più a intendere la sua miseria, il signor padre. Questa<br />

notte ho sentito che qualcuno si muoveva in questa stanza: ho creduto che fosse Vittorio in cerca di qualche<br />

cosa, mi sono alzata, sono venuta qui e ho visto papà che spostava quel quadro, sotto il quale c’è una<br />

cassetta a muro.<br />

ROSA - Cosa?!<br />

ELISA - L’ha aperta formando un numero sulla serratura; l’ho sentito che mormorava: tre, tre, sette, tre. Ci si<br />

è seduto vicino e si è messo a contare tante monete d’oro che stavano in un sacchetto di stoffa rossa, almeno<br />

un migliaio, poi ha preso un grosso portafogli pieno di fogli da mille e da diecimila, li ha messi in ordine, ha<br />

rimesso tutto a posto, ha chiuso e se ne è andato a letto. “Non ho che la terra, che non mi rende niente”, dice<br />

sempre, “e le tasse mi mangiano vivo”. Invece… Non ne sapevi niente?<br />

ROSA - Che avesse <strong>del</strong>l’oro nascosto, no.<br />

ELISA - Forse camminiamo sull’oro, mamma. Tre, tre, sette, tre, l’ho sentito io, sai? Vogliamo provare ad<br />

aprire? Ti faccio vedere quanto oro.<br />

ROSA - Se impazzita? Son cose che non devi nemmeno pensare, Elisa. E non dirlo ad altri.<br />

VITTORIO - (entrando) Eccomi qua, zia. Ciao, cugina.<br />

ELISA - La colazione è pronta.<br />

VITTORIO - Molto bene.<br />

ROSA - Hai riposato bene? (entra Velina, e di tanto in tanto si affaccerà alla porta di fondo per prevenire<br />

l’eventuale arrivo di Bartolomeo)<br />

VITTORIO - Benissimo zia. (siede) Quanta roba.<br />

ELISA - Tutto per te. Mangia. (gli serve la colazione mentre Vittorio la osserva compiaciuto)<br />

VITTORIO - (mangiando) Grazie. Bella casa, questa, zia. L’ultima volta che ci venni con papà, mi pareva<br />

più grande, però.<br />

ELISA - Eri un ragazzo, avevi quattordici anni, e a quella età ogni cosa ci sembra sempre più grande.<br />

ROSA - Una vecchia proprietà <strong>del</strong>lo zio.<br />

VITTORIO - Lo so, lo so che siete ricchi. Papà me lo dice sempre. Anzi, dal modo in cui mi ha sempre illustrato<br />

la vostra fortuna, credevo di trovare qui un castello.<br />

ROSA - Bartolomeo ha un carattere diverso… è un uomo fatto a suo modo…<br />

VITTORIO - L’ho capito subito. E non da adesso. Papà mio, invece, è il migliore papà <strong>del</strong> mondo: il più<br />

buono, il più generoso e con me il più indulgente. Ogni desiderio è appagato.<br />

ROSA - Sei figlio unico, e tua mamma morì che tu avevi pochi mesi.<br />

ELISA - (porgendo a Vittorio un panino) Senti come è fresco questo panino.<br />

VITTORIO - Grazie.<br />

VELINA - Come odora di forno caldo.<br />

ELISA - (ne mangia) Mamma, mangiane anche tu. (glielo offre e Rosa lo prende e ne mangia) Sono freschissimi.<br />

Anche tu, Velina, ne vuoi?<br />

VELINA - Lo accetto volentieri… (lo prende e avidamente lo mangia)<br />

VITTORIO - Anche voi avete appetito. Si direbbe che non avete fatto colazione.<br />

ROSA - Già… si direbbe. Di solito, noi prendiamo solo il caffè alla mattina.<br />

VITTORIO - Zia, più ci penso e meno riesco a capire la ragione per cui mio padre mi ha mandato qua. Ho<br />

pensato a te, Elisa. Forse…<br />

ELISA - Sarà scritta nella lettera la ragione… E la sapremo.<br />

VITTORIO - Sai, Elisa, che sei veramente carina? A Milano un tipo come te farebbe furore. Te lo ho sempre<br />

scritto. Montenapoleone ai tuoi piedi. San Babila vinta dal tuo fascino.<br />

ELISA - Davvero?<br />

VITTORIO - (alzandosi avendo finito di mangiare) Ci sposiamo?<br />

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