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L'AMICO DEL DIAVOLO - Pane del cielo

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ELISA - Vittorio, cosa dici?<br />

VITTORIO - Beh? Che ho detto di male? Perché siamo cugini? Ci si può sposare lo stesso, tra cugini, vero<br />

zia?<br />

ROSA - Sì, ci si sposa…<br />

VITTORIO - Perché nascondere i sentimenti, Elisa? Non ci siamo sempre scritti <strong>del</strong>le care letterine? Non ci<br />

siamo sempre detti: “la prossima volta che ci incontreremo…” Ecco, ci siamo incontrati. Nessuno di noi ha<br />

provocato questo incontro, né io né tu. Papà ieri mi disse: “Corri subito dallo zio, consegnagli questa lettera e<br />

torna con la risposta”. Io ci sono venuto e con gran piacere perché, oltretutto, sapevo che ti avrei fatto piacere.<br />

Allora?<br />

ELISA - Io non so cosa dire. Ti voglio bene, e mi… ma…<br />

VITTORIO - Mi… ma…<br />

ROSA - Ne parleremo seriamente io e te, Vittorio. Per il momento…<br />

BARTOLOMEO - (dall’interno) Bastardo, farabutto, ti voglio rompere le ossa…<br />

ROSA - (allarmata) Mio Dio!<br />

VELINA - (anche lei allarmatissima) Presto, andate di là. (sparecchia in fretta la tavola)<br />

VITTORIO - Che succede?<br />

VELINA - Presto, andatevene, lo zio è arrabbiato.<br />

ROSA - Andiamo in camera mia: vieni Vittorio, andiamo Elisa. (esce seguita dai due)<br />

GIOVANNI - (entra dal fondo grignando, seguito da Nunzia che cerca di difenderlo dalle ire di Bartolomeo<br />

e per trovare scampo si rifugia sulla dispensa salendoci a mezzo di una scaletta a pioli accostata vicino) Aiuto!<br />

Aiuto!<br />

NUNZIA - (cercando di trattenere Bartolomeo che tiene in una mano un pollo morto e nell’altra brandisce<br />

un grosso bastone) Fermati, Bartolomeo, per carità. Non è stata colpa sua.<br />

BARTOLOMEO - È sua la colpa, sua. L’ho visto che si stava mangiando la crusca <strong>del</strong>le galline!<br />

GIOVANNI - Non è vero: la stavo mettendo in un recipiente più grande.<br />

BARTOLOMEO - Sì, nel tuo stomacaccio. (a Nunzia mostrando il pollo magro e spennacchiato) Guardalo.<br />

Mi ha fatto morire Giacomino, quell’assassino. Da tre giorni non lo vedevo nel pollaio, e lui mi aveva detto:<br />

sta nella casetta coperta, forse si sente poco bene, così fanno i polli quando stanno male: si isolano.<br />

GIOVANNI - (dal suo posto) Sì, si isolano.<br />

BARTOLOMEO - Stà zitto! Io, per non chinarmi troppo nel pollaio ho lasciato correre. Ecco: (mostra il pollo)<br />

era morto. È da tre giorni che è morto. Stava nascosto sotto il letame. Chissà da quanto tempo rubava la<br />

razione di quelle povere bestie, per mangiarsela.<br />

GIOVANNI - Giacomino stava male già da parecchi giorni. È morto di fame e di debolezza. Aveva le visioni.<br />

Troppo poco mangiava per badare da solo a sette galline; ve lo dissi di separarlo dalle femmine.<br />

BARTOLOMEO - Scendi, ladro, bastardo.<br />

GIOVANNI - Non dite così; lo so che sono un figlio vostro, nato dalla colpa. (piagnucolando) Papà…<br />

BARTOLOMEO - Sei pazzo? Chi ti ha detto che sei mio figlio? Chi ha mai conosciuto quella squaldrina di<br />

tua madre? (entrano Rosa, Elisa e Vittorio, richiamati dalle grida di Bartolomeo)<br />

ROSA - Che succede?<br />

BARTOLOMEO - (mostrando il pollo) Mi ha fatto morire Giacomino quell’avanzo di galera.<br />

GIOVANNI - (piagnucolando) Papà…<br />

BARTOLOMEO - (su tutte le furie) Non sono tuo padre!<br />

GIOVANNI - Sì, me lo avete detto tante volte. Sono adulterino…<br />

BARTOLOMEO - Fatelo tacere! Lo voglio picchiare, fatemelo picchiare se no scoppio!<br />

NUNZIA - Scendi, su, non far piangere il padrone!…<br />

GIOVANNI - Non scendo, non scendo…<br />

NUNZIA - (perdendo la pazienza) Scendi, via, prima scendi e prima finisce.<br />

VELINA - Dice bene Nunzia, scendi. (tutti lo scongiurano di scendere)<br />

GIOVANNI - (scende a malincuore, e quando è a terra dice con tono supplichevole) Non me ne date tante…<br />

vi giuro che non ci ho colpa.<br />

BARTOLOMEO - Accostati. (Giovanni gli si accosta strisciando quasi per terra) Inginocchiati. (Giovanni<br />

gli si inginocchia davanti) Toh, toh… (lo picchia sulla schiena e sul sedere) Ladro, bastardo, ingrato, traditore.<br />

Non bastano le tasse che mi tolgono il respiro, anche tu ti ci metti! Toh… toh… (lo picchia forte)<br />

ELISA - Basta, papà. (Bartolomeo continua a picchiare)<br />

VITTORIO - Zio, ma che modi?<br />

BARTOLOMEO - Zitto, tu, pivello. Vuoi prenderle anche tu?! (a Giovanni) Toh!… (si arresta con affanno.<br />

Lunga pausa) Mascalzone… (pausa)<br />

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