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Anno LVI - N.12 DICEMBRE 2011 - Associazione Arma Aeronautica ...

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L’ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA<br />

LA SICUREZZA NEL MEDITERRANEO<br />

IN UN CONVEGNO AL CASD<br />

Il 25 novembre, al Centro Alti Studi per la Difesa<br />

(CASD), organizzato congiuntamente dall’<strong>Associazione</strong><br />

degli ex-allievi della Sessione Europea dei Responsabili<br />

degli <strong>Arma</strong>menti (ASERA) e dal CESMA dell’AAA, si è<br />

svolto il seminario internazionale “Impacts on the European<br />

Defense & Security of the Evolving Situation in<br />

the Mediterranean Region”. L’ASERA comprende circa<br />

900 associati dei principali Paesi europei di cui oltre<br />

100 italiani appartenenti alle organizzazioni di Procurement<br />

governative ed all’Industria. Le Sessioni europee<br />

dei responsabili degli armamenti sono state promosse<br />

dalla Francia, anche a livello internazionale oltre 20 anni<br />

fa, e da allora vengono frequentate da quadri anziani<br />

o dirigenti dei paesi europei. In Italia fra gli ex-allievi<br />

dell’ASERA si annoverano alti dirigenti sia della Pubblica<br />

Amministrazione, in particolare il ministero della Difesa,<br />

che dell’industria.<br />

La scelta del tema del seminario deriva dalla constatazione<br />

che le manifestazioni popolari tunisine del dicembre<br />

scorso hanno dato vita ad una serie di eventi che<br />

hanno coinvolto diversi paesi del Nord Africa e del medio<br />

Oriente. La sperata transizione verso regimi democratici<br />

rimane, tuttavia, un’incognita. Non è chiaro cosa<br />

succederà in Tunisia, Egitto, Yemen e Siria e in altri<br />

paesi del Nord Africa ed in Medio Oriente.<br />

In Libia, il regime di Gheddafi è stato spazzato via anche<br />

grazie al tempestivo intervento delle forze della NATO,<br />

mentre il nuovo Governo di Transizione sta cercando di<br />

costruire una governance democratica. In Siria la situazione<br />

è estremamente tesa a causa della repressione attuata<br />

dal regime di Assad. In Egitto, le manifestazioni<br />

popolari in vista delle elezioni lasciano aperti molti interrogativi<br />

su come la nuova leadership saprà ristabilire la<br />

coesione sociale ed evitare una deriva integralista.<br />

Migliaia di profughi, intanto, lasciano l’Africa diretti verso<br />

il continente europeo, per la gran parte verso l’Italia,<br />

sperando in un avvenire che, al momento, nessuna delle<br />

“ricche” democrazie occidentali sembra poter assicurare.<br />

D’altra parte, queste si limitano ai soliti inviti ad instaurare<br />

regimi democratici ed, eventualmente, alle solite inefficaci<br />

sanzioni, distratte, come sono, dall’acuta crisi<br />

30<br />

finanziaria che le sta attanagliando e per uscire dalla quale<br />

stanno considerando l’adozione di nuovi strumenti di<br />

governance economica a livello mondiale ed europeo.<br />

Con queste premesse, mentre sarebbe necessario valutare<br />

congiuntamente e con attenzione gli eventi ed assicurare<br />

un’efficace politica estera per la sicurezza e difesa<br />

del Vecchio Continente, le risorse continuano a diminuire.<br />

Certo, le soluzioni ai problemi di sicurezza e difesa<br />

nel Mediterraneo non sono solo ed esclusivamente militari,<br />

ma si ritiene che la componente difesa sia essenziale<br />

per poter rendere efficace una seria politica estera.<br />

Quale difesa, quindi, per l’Europa? Con quali risorse e<br />

con quali tecnologie? Questi sono i temi alla base del dibattito<br />

sulla sicurezza dell’area mediterranea che gli ex<br />

allievi dell’ASERA ed il CESMA hanno svolto nel loro<br />

incontro di ROMA, al quale hanno preso parte, in veste<br />

di conferenzieri, i più autorevoli esperti internazionali,<br />

provenienti dalle istituzioni nazionali, europee e NATO,<br />

da prestigiosi think tanks e dall’industria, ed inoltre piú<br />

di cento partecipanti di ben nove paesi europei.<br />

Dopo una introduzione di elevato respiro e molto ben<br />

focalizzata, presentata dal presidente del CASD, gen.<br />

SA. Orazio Stefano Panato, il convegno si è sviluppato<br />

su quattro pannelli, centrati su:<br />

- lezioni apprese dalla recente crisi libica;<br />

- problemi di controllo dei confini;<br />

- aspetti relativi agli equipaggiamenti ed al supporto per<br />

la sicurezza e difesa;<br />

- prospettive future.<br />

La discussione è stata supportata da autorevoli interventi<br />

ed ha fornito un quadro per quanto possibile chiaro,<br />

in una situazione ancora molto dinamica e dagli<br />

sviluppi difficilmente prevedibili, sulle prospettive e su<br />

ciò che l’Europa deve fare per mantenere un ruolo di<br />

leadership in una zona cosí vitale per la propria sicurezza<br />

sia militare che economica, anche tenendo conto della<br />

attuale politica americana, estesa anche alla NATO,<br />

che vede la spinta ad un maggior impegno diretto dell’Europa<br />

nelle aree di sua più diretta influenza.<br />

Il convegno è stato chiuso dalle considerazioni conclusive<br />

espresse dal gen. Nazzareno Cardinali, direttore del CE-<br />

SMA e da Jean Francois Coutris, presidente dell’ASERA.<br />

N. C.<br />

AERONAUTICA 12/<strong>2011</strong>

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