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Una bella immagine<br />

<strong>di</strong> via Roma<br />

negli anni ‘30.<br />

Vicario foraneo che notifica a tutti i parroci la <strong>di</strong>sposizione vescovile<br />

padovana secondo la qu<strong>al</strong>e “è assolutamente vietato ai sacerdoti,<br />

<strong>di</strong> prendere parte a comitati o manifestazioni per affermare<br />

idee politiche, ecc. Dovendo il Sacerdote stare fuori e <strong>al</strong> <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong><br />

ogni partito, fino a che la competente autorità ecclesiastica non <strong>di</strong>sporrà<br />

<strong>al</strong>trimenti; si ripete il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> parlare in pubblico <strong>di</strong> politica,<br />

e degli stessi attu<strong>al</strong>i avvenimenti. In privato si raccomanda la<br />

prudenza e quel senso <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità e correttezza nella vita soci<strong>al</strong>e che<br />

speci<strong>al</strong>mente in momenti burrascosi è tanto necessaria”. Ma i fatti<br />

<strong>di</strong>mostreranno che sono stati proprio i parroci, dopo l’8 settembre,<br />

a promuovere le coscienze dei padovani e a preparare il terreno per<br />

la resistenza. (Cfr. G.E. FANTELLI, La resistenza dei cattolici nel<br />

<strong>Padova</strong>no, <strong>Padova</strong> 1965; P. GIOS, Resistenza, parrocchia e società<br />

nella <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Padova</strong> 26 luglio 1943 - 2 maggio 1945, Venezia<br />

1981)<br />

Con la caduta del fascismo gli it<strong>al</strong>iani speravano nella fine della<br />

guerra. L'uscita d<strong>al</strong> conflitto si sarebbe però rivelata per l'It<strong>al</strong>ia più<br />

tragica <strong>di</strong> quanto non fosse stata la guerra stessa. I tedeschi, che già<br />

avevano inviato in It<strong>al</strong>ia forti contingenti <strong>di</strong> truppe per contrastare<br />

l'avanzata <strong>al</strong>leata, si affrettarono a rafforzare la loro presenza militare<br />

per prevenire, o punire, la ormai preve<strong>di</strong>bile defezione. Il<br />

governo Badoglio, d<strong>al</strong> canto suo, proclamò che nulla sarebbe cambiato<br />

nell'impegno bellico it<strong>al</strong>iano. Ma intanto <strong>al</strong>lacciò trattative<br />

segretissime con gli <strong>al</strong>leati per giungere ad una pace separata. Gli<br />

<strong>al</strong>leati nel frattempo operavano massicci bombardamenti sulle città<br />

it<strong>al</strong>iane per costringere gli it<strong>al</strong>iani <strong>al</strong>la resa.<br />

La catastrofe dell’8 settembre 1943<br />

Badoglio negoziò l’armistizio con gli <strong>al</strong>leati, che fu firmato a<br />

Cassabile (Sicilia) il 3 settembre 1943, in segreto. Fu reso noto solo<br />

1'8 settembre, in coincidenza con lo sbarco <strong>di</strong> un contingente <strong>al</strong>lea-<br />

to a S<strong>al</strong>erno.<br />

L'annuncio dell'armistizio, comunicato da Badoglio <strong>al</strong> paese con<br />

un messaggio ra<strong>di</strong>ofonico, gettò l'It<strong>al</strong>ia nel caos più completo. Nel<br />

tardo pomeriggio dell’8 settembre una vera folla <strong>di</strong> gente, si raduna<br />

anche presso la canonica <strong>di</strong> S. Bortolo, per sentire d<strong>al</strong>la viva<br />

voce del Parroco, o ascoltare <strong>di</strong>rettamente d<strong>al</strong>la ra<strong>di</strong>o, la conferma<br />

della grande novità. “Corre sulla bocca <strong>di</strong> tutti, una parola tanto<br />

sospirata, che sembra recare, fin<strong>al</strong>mente, la fine <strong>di</strong> tutti i m<strong>al</strong>i: La<br />

pace! La pace! E’ fatta la pace! Si tratta, non della pace, ma del suo<br />

principio, dell’Armistizio con l’Inghilterra e l’America, che ora<br />

<strong>al</strong>meno non verranno più a bombardare le nostre città e i nostri<br />

paesi!”.<br />

Mentre il Re e il governo abbandonavano la capit<strong>al</strong>e per riparare<br />

a Brin<strong>di</strong>si, sotto la protezione degli <strong>al</strong>leati appena sbarcati in<br />

Puglia, i tedeschi procedevano a una sistematica occupazione <strong>di</strong><br />

tutta la parte centro-settentrion<strong>al</strong>e dell'It<strong>al</strong>ia. Abbandonate a se<br />

stesse, con or<strong>di</strong>ni vaghi e contrad<strong>di</strong>ttori, le truppe si sbandarono<br />

senza poter opporre ai tedeschi una resistenza organizzata. Ben<br />

600.000 furono i militari fatti prigionieri dai tedeschi e deportati in<br />

Germania. Molti soldati fuggirono cercando <strong>di</strong> tornare <strong>al</strong>le loro<br />

case. Gli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> aperta resistenza, che pure non mancarono,<br />

furono puniti dai tedeschi con veri e propri massacri.<br />

“Moltissimi, anche tra i cari soldati della nostra Parrocchia,<br />

restano così intercettati da un ritorno tanto sospirato, e vengono<br />

internati in Germania, incertissimi della durata e dell’esito del<br />

nuovo destino! Tra questi: Rino Garbo, che era come il braccio<br />

destro del Parroco per i servizi e la <strong>di</strong>sciplina in chiesa, sosteneva<br />

il canto, anche da solo in mancanza <strong>di</strong> cantori; Angelo Corso già<br />

ben avviato nel suono dell’armonio; Rino Zambon, uno dei migliori<br />

elementi delle Associazioni Cattoliche; Angelo Targa insegnante<br />

e benemerito dell’Azione Cattolica; Bruno Bussolin, giovanissimo<br />

elemento, ricco <strong>di</strong> brio, <strong>di</strong> cameratismo”.<br />

Nel pomeriggio del 10 settembre 1943 carri armati tedeschi, pro-<br />

Giar<strong>di</strong>nieri e servitù<br />

della residenza del conte<br />

Cini in cima <strong>al</strong> Montericco.<br />

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