Vai al testo - Provincia di Padova
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Loggetta sulla qu<strong>al</strong>e<br />
si notano le scritte fasciste:<br />
”Vincere” e ”La camicia<br />
nera è una tenuta da<br />
combattimento”.<br />
10<br />
fascista perfetto – scrive Merlin - che volle riaffermare in modo<br />
ad<strong>di</strong>rittura teatr<strong>al</strong>e la propria fede il giorno stesso del suo inse<strong>di</strong>amento,<br />
recandosi prima in canonica e poi in municipio.<br />
Durante il suo mandato (1927-1943) re<strong>al</strong>izzò importanti opere<br />
pubbliche, ammodernando la città e le frazioni. Tra i progetti re<strong>al</strong>izzati<br />
d<strong>al</strong> Mazzarolli segn<strong>al</strong>iamo la riorganizzazione del servizio<br />
del corpo volontario dei pompieri; la riduzione a scuole elementari<br />
dell'ex canonica <strong>di</strong> S. Martino lasciata libera d<strong>al</strong> sacerdote che si<br />
sistemava in <strong>al</strong>tra casa poco lontana; l'estensione dell'illuminazione<br />
elettrica <strong>al</strong>le frazioni citta<strong>di</strong>ne. A San Cosma e a Monticelli<br />
furono costruite le scuole. Fu rifatto il ponte girevole in ferro che<br />
unisce le vie XI Febbraio e riviera Belzoni; fu sistemato l'Ente<br />
Autonomo Case Popolari, costruite due nuove pese pubbliche, trasferite<br />
le carceri nella sede in via S. Stefano superiore. Fu sollecitata<br />
e re<strong>al</strong>izzata la costruzione della nuova strada <strong>di</strong> circonv<strong>al</strong>lazione<br />
per eliminare il passaggio sempre più intenso, per le strade del<br />
centro, <strong>di</strong> autocarri e <strong>di</strong> pesantissimi autotreni, che causavano non<br />
lievi <strong>di</strong>fficoltà ai monselicensi. Ricor<strong>di</strong>amo, fra i provve<strong>di</strong>menti<br />
e<strong>di</strong>lizi podestarili <strong>di</strong> quel tempo, l'abbattimento della s<strong>al</strong>a Garib<strong>al</strong><strong>di</strong><br />
per dare libera vista <strong>al</strong> castello Cini e i restauri del p<strong>al</strong>azzo ogiv<strong>al</strong>e<br />
(l'ex sede del Monte <strong>di</strong> Pietà) nel qu<strong>al</strong>e furono trasferiti sia la<br />
biblioteca comun<strong>al</strong>e che l'ufficio postelegrafonico, su progetto e<br />
<strong>di</strong>rezione dell'ing. Giobatta Rizzo. “Questo lavoro” – precisa<br />
Carturan – “fu finanziato d<strong>al</strong> senatore Vittorio Cini, che mise a <strong>di</strong>sposizione<br />
del Comune notevoli capit<strong>al</strong>i per la sistemazione e<strong>di</strong>lizia<br />
della nostra città, che sarebbe <strong>di</strong>venuta forse un fatto compiuto se<br />
la guerra non ne avesse impe<strong>di</strong>to la concreta esecuzione” (cfr. C.<br />
CARTURAN, Memorie <strong>di</strong> storia monselicense. D<strong>al</strong>l’Unificazione<br />
<strong>al</strong>la seconda guerra mon<strong>di</strong><strong>al</strong>e. A cura <strong>di</strong> F. ROSSETTO, Monselice<br />
1990).<br />
A causa <strong>di</strong> questo suo ossessivo rispetto della quadratura del<br />
bilancio, unito ad un carattere ribelle e non facilmente adattabile<br />
<strong>al</strong>la <strong>di</strong>plomazia necessaria per esercitare il potere, egli si creò molte<br />
inimicizie ed una latente impopolarità. Non viveva a Monselice.<br />
Giungeva ogni tanto da <strong>Padova</strong> o da Conegliano dove risiedeva;<br />
non conosceva i suoi amministrati, né poteva essere da loro emotivamente<br />
coinvolto. Il consenso, per lui come per il Carturan, doveva<br />
in primo luogo venire d<strong>al</strong>l'<strong>al</strong>to, in quanto entrambi si ritenevano<br />
fedeli servitori dello Stato. E spesso i segretari politici si lagnavano<br />
delle sue asprezze, del fatto che non teneva conto delle<br />
particolarità loc<strong>al</strong>i e non partecipava <strong>al</strong>la vita cultur<strong>al</strong>e e soci<strong>al</strong>e <strong>di</strong><br />
Monselice.<br />
Il Mazzarolli ricoprì la carica <strong>di</strong> podestà ininterrottamente per<br />
ben 16 anni. “Negli ultimi anni <strong>di</strong>ceva <strong>di</strong> sentirsi stanco” – confida<br />
Celso Carturan nelle sue memorie – “per la lunga durata del suo<br />
incarico, ma riteniamo che avrebbe continuato la sua attività ancora<br />
per qu<strong>al</strong>che anno, anche per portare a termine i suoi progetti. Ma<br />
intervennero <strong>al</strong>cuni incidenti che lo convinsero a <strong>di</strong>mettersi”. Nel<br />
1942 infatti si creò un <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong>o tra lui ed il Segretario feder<strong>al</strong>e. Pare<br />
che le cause della <strong>di</strong>atriba fossero estranee <strong>al</strong> mandato podestarile,<br />
ma come spesso accade, esse non poterono non ripercuotersi negativamente<br />
sul suo mandato amministrativo. La Prefettura, per la<br />
tensione sopravvenuta nei rapporti tra il Mazzarolli e l'autorità politica<br />
del partito, non poté più ignorare le lagnanze relative <strong>al</strong> fatto<br />
che egli viveva lontano da Monselice. Era presente in municipio<br />
soltanto raramente, con la conseguenza <strong>di</strong> potersi solo in parte rendere<br />
conto delle esigenze citta<strong>di</strong>ne. Alla richiesta del Prefetto <strong>di</strong><br />
assicurare la sua presenza in Monselice, <strong>al</strong>meno per qu<strong>al</strong>che giorno<br />
la settimana, rispose col rifiuto <strong>di</strong> prendere t<strong>al</strong>e impegno, preferendo<br />
<strong>di</strong>mettersi d<strong>al</strong> suo mandato.<br />
Monselice durante la prima fase della guerra<br />
Fin d<strong>al</strong> 21 giugno 1940 aveva preso stanza a Monselice 1’81°<br />
Fanteria della <strong>di</strong>visione “Torino”. Ben oltre 4000 soldati avevano<br />
letter<strong>al</strong>mente invaso il nostro centro, accasermandosi nei granai e<br />
in tutti i loc<strong>al</strong>i, <strong>di</strong>sponibili e non, dando un senso <strong>di</strong> gioiosa vita <strong>al</strong>la<br />
città. Musica in piazza quasi ogni sera, concerti e spettacoli, marce<br />
giorn<strong>al</strong>iere a passo romano, grande giubilo delle ragazze ..... più o<br />
meno giovani, che fraternizzavano anche troppo volentieri con i<br />
soldati. In campo della “Fiera” era stato <strong>al</strong>lestito per i soldati un<br />
piccolo teatrino <strong>al</strong>l’aperto, frequentato anche dai monselicensi.<br />
Il 20 agosto 1940 il Principe ere<strong>di</strong>tario, accompagnato d<strong>al</strong> suo<br />
aiutante <strong>di</strong> campo e dai gener<strong>al</strong>i Zing<strong>al</strong>es e Vercellino, venne a<br />
Monselice per passare in rivista le truppe residenti. La parata si<br />
effettuò nella loc<strong>al</strong>ità detta la “Verta”, <strong>di</strong> fronte <strong>al</strong> convento <strong>di</strong> S.<br />
Giacomo, tra la strada provinci<strong>al</strong>e e l'argine del can<strong>al</strong>e. La cerimonia<br />
iniziò <strong>al</strong>le ore 9 e la sfilata avvenne a passo romano fra i canti<br />
della patria. Per volontà del Principe nessuna pubblica manifestazione<br />
venne fatta in suo onore.<br />
D<strong>al</strong> 17 <strong>al</strong> 19 settembre furono <strong>di</strong> passaggio per Monselice, con<br />
una giornata <strong>di</strong> sosta, i battaglioni della Gioventù del Littorio <strong>di</strong><br />
<strong>Padova</strong>, Trieste, Livorno, Modena, Bologna, Verona e della Sicilia,<br />
<strong>di</strong>retti a <strong>Padova</strong>. L'arrivo e la partenza furono s<strong>al</strong>utati da cerimonie<br />
In bicicletta in piazza<br />
Vittorio Emanuele II,<br />
ora Piazza Mazzini.<br />
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