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usando un linguaggio <strong>di</strong>scorsivo - i primi due capitoli introduttivi che<br />

contengono, tra l’<strong>al</strong>tro, nozioni <strong>di</strong> storia gener<strong>al</strong>e. La prima parte del<br />

libro dovrebbe favorire l’inserimento <strong>di</strong> fatti monselicensi nel con<strong>testo</strong><br />

della storia it<strong>al</strong>iana ed europea.<br />

L’ultima parte dell’opera riprende la tragica storia delle migliaia <strong>di</strong><br />

soldati it<strong>al</strong>iani deceduti fra il settembre 1943 e l’aprile ’45 (nella penisola<br />

b<strong>al</strong>canica, in mare durante il trasporto dei vinti d<strong>al</strong>le isole <strong>al</strong> continente,<br />

nei lager nazisti o tra i soldati del corpo it<strong>al</strong>iano <strong>di</strong><br />

Liberazione….). Costoro non costituiscono una sorta <strong>di</strong> “sovrappiù”<br />

<strong>al</strong>la storia della Resistenza it<strong>al</strong>iana, ma <strong>di</strong>mostrano come la coscienza<br />

del popolo it<strong>al</strong>iano a lungo repressa fosse rinata, come e dove fu<br />

possibile, anche nell'azione e nel sacrificio delle sue forze armate che,<br />

senza <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>, recuperarono una <strong>di</strong>gnità che fa onore a<br />

quanti nei secoli hanno dato la vita per la patria. Con il nuovo esercito<br />

combatteva anche il nostro concitta<strong>di</strong>no Vittorio Rebeschini, che ha<br />

militato a lungo nel movimento cultur<strong>al</strong>e dei futuristi, presenti a<br />

Monselice con il loro massimo esponente Marinetti. Nel suo drammatico<br />

racconto, egli dà spazio <strong>al</strong>la crudeltà della guerra affinché la sua<br />

esperienza (il secondo Risorgimento it<strong>al</strong>iano) sia un segn<strong>al</strong>e nel qu<strong>al</strong>e<br />

i giovani possano riconoscersi. Questo ci permetterà <strong>di</strong> misurare il<br />

cammino da essi percorso e <strong>di</strong> ripensare con serenità ai sentimenti<br />

democratici che contribuirono a dare <strong>al</strong>la Resistenza it<strong>al</strong>iana un volto<br />

<strong>di</strong>verso (sicuramente più partecipato e natur<strong>al</strong>e) rispetto a quello degli<br />

<strong>al</strong>tri paesi occupati dai nazisti nel corso del secondo conflitto mon<strong>di</strong><strong>al</strong>e.<br />

Concludendo, con questa pubblicazione - che utilizza, tra l’<strong>al</strong>tro, i<br />

documenti dell’Archivio storico comun<strong>al</strong>e <strong>di</strong> Monselice recentemente<br />

rior<strong>di</strong>nato - l’Amministrazione comun<strong>al</strong>e vuole ricordare quanti nel<br />

silenzio hanno sofferto e sopportato lutti person<strong>al</strong>i per far trionfare il<br />

nuovo stato democratico che ci rende orgogliosi <strong>di</strong> essere it<strong>al</strong>iani.<br />

Azione e sacrificio del tutto volontari e spontanei che fanno onore <strong>al</strong>la<br />

gente veneta e illuminano più ampiamente la lotta compiuta per recuperare<br />

libertà e democrazia, dopo un ventennio <strong>di</strong> <strong>di</strong>ttatura fascista.<br />

Non vogliamo rispolverare antichi rancori né proclamare condanne<br />

sulle vicende accadute, ma semplicemente ricordare il cammino della<br />

nostra storia municip<strong>al</strong>e.<br />

Con questa pubblicazione desideriamo, infine, recuperare una parte<br />

del passato storico monselicense affinché rimanga traccia indelebile<br />

nella memoria collettiva <strong>di</strong> una città che guarda <strong>al</strong> futuro con ottimismo<br />

e fiducia.<br />

Giovanni Belluco<br />

Assessore <strong>al</strong>la Cultura<br />

In memoria <strong>di</strong> mio padre Alfredo<br />

Da tempo mi ero ripromesso <strong>di</strong> pubblicare la triste vicenda <strong>di</strong> mio<br />

padre mettendo insieme frammenti <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong>, testimonianze e notizie<br />

desunte dai documenti dell’epoca per fissare in qu<strong>al</strong>che modo sulla<br />

carta il racconto <strong>di</strong> quei tragici momenti che hanno lasciato un segno<br />

indelebile nella mia vita e in quella <strong>di</strong> tante <strong>al</strong>tre persone.<br />

Ritornando a quei giorni la prima immagine, un po’ sbia<strong>di</strong>ta, che<br />

appare d<strong>al</strong> passato è quella <strong>di</strong> un bambino che gioca nel cortile <strong>di</strong><br />

casa, davanti <strong>al</strong>lo stabile sede dell’Amministrazione Cini, dove la mia<br />

famiglia abitava nell’appartamento <strong>al</strong> primo piano. Il ricordo corre<br />

veloce a quel pomeriggio <strong>di</strong> metà ottobre: vedo mio padre, scortato da<br />

due strani personaggi in <strong>di</strong>visa e moschetto a tracolla, s<strong>al</strong>utarmi affettuosamente<br />

con un bacio mentre attraversa il cortile ed esce d<strong>al</strong> cancello<br />

scomparendo, quasi <strong>di</strong>ssolvendosi, d<strong>al</strong>la mia vista.<br />

Allora non capivo cose stesse accadendo. Oggi so che quella sarebbe<br />

stata l’ultima immagine <strong>di</strong> mio padre; che non l’avrei più rivisto;<br />

che la mia vita avrebbe dovuto andare avanti senza <strong>di</strong> lui; che mi<br />

sarebbe mancato tanto…, forse <strong>di</strong> più…<br />

Questa raccolta <strong>di</strong> poche pagine è de<strong>di</strong>cata a coloro che sono dovuti<br />

passare attraverso la crudele sofferenza <strong>di</strong> luoghi come Mauthausen<br />

che, paradoss<strong>al</strong>mente, rappresentano il primo sistema moderno organizzato<br />

per sopprimere e annientare anime e corpi, con l’impegno febbrile<br />

e ossessivo <strong>di</strong> non lasciare che cenere, <strong>di</strong>videndo e <strong>di</strong>sperdendo<br />

fino <strong>al</strong>l’ultimo brandello <strong>di</strong> esistenza, fino <strong>al</strong>l’ultimo anelito <strong>di</strong> ogni<br />

vita profanata.<br />

Questo libro è particolarmente de<strong>di</strong>cato ai giovani e a coloro che<br />

vogliono e intendono ricordare. Nella speranza che questa testimonianza<br />

possa dare la forza e la volontà per farlo.<br />

E’de<strong>di</strong>cato anche a coloro che intendono cancellare o “revisionare”<br />

il passato, ricostruendo senza il ricordo delle atrocità, senza le ingombranti<br />

visioni dei cumuli <strong>di</strong> cadaveri, senza la memoria <strong>di</strong> quelle agonie<br />

così sistematicamente inf<strong>al</strong>libili, affinché nessuno potesse sfuggire<br />

a quei programmi <strong>di</strong> morte.<br />

Desidero infine rivolgere un doveroso ringraziamento a tutti coloro<br />

che a vario titolo hanno contribuito <strong>al</strong>la re<strong>al</strong>izzazione <strong>di</strong> questa piccola<br />

opera, in particolare <strong>al</strong> Sindaco Fabio Conte e <strong>al</strong>l’Assessore <strong>al</strong>la<br />

Cultura Giovanni Belluco che con entusiasmo hanno accolto la mia<br />

proposta e ne hanno reso possibile la pubblicazione.<br />

Carlo Bernar<strong>di</strong>ni<br />

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