Scarica la rivista in PDF - Movimento Birrario Italiano
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INFORMAZIONI DI CULTURA BIRRARIA A CURA DI MOBI<br />
né del<strong>la</strong> performance né degli aromi. Vi sono anche<br />
lieviti speciali “high gravity” nel catalogo Wyeast o<br />
White<strong>la</strong>b. Da segna<strong>la</strong>re anche i lieviti secchi cosidetti<br />
“turbo”, capaci di arrivare al 20% o al 25% di alcool, ma<br />
di caratteristiche organolettiche considerate <strong>in</strong>adatte<br />
a produrre qualcosa di potabile!<br />
Anche se si preparano old ale, barleyw<strong>in</strong>e e altre birre<br />
tradizionalmente ad alta fermentazione, è da notare<br />
come commercialmente trovano impiego anche lieviti<br />
a bassa. Significativo è il caso del<strong>la</strong> Thomas Hardy’s,<br />
per <strong>la</strong> quale veniva riportato l’uso di un lievito <strong>la</strong>ger.<br />
In questo caso, a quanto pare, veniva impiegato<br />
non per <strong>la</strong> fermentazione primaria ma per <strong>la</strong> lunga<br />
maturazione a temperature piu basse, durante <strong>la</strong> quale<br />
altri zuccheri (maltotriosio), digeribili più facilmente da<br />
un lievito a bassa venivano lentamente consumati.<br />
Altro caso è quello di Traquair House Ale (anche se si<br />
par<strong>la</strong> di una birra non così forte): nel sito del<strong>la</strong> birreria<br />
veniva un tempo segna<strong>la</strong>to l’uso di un lievito a bassa<br />
fermentazione, poi l’<strong>in</strong>formazione è stata corretta.<br />
Errore <strong>in</strong>iziale, cambiamento o tentativo di nascondere<br />
un piccolo segreto? In ogni caso l’uso di lieviti <strong>la</strong>ger<br />
(ad una temperatura <strong>in</strong>termedia fra quelle c<strong>la</strong>ssiche<br />
di <strong>la</strong>ger e di ale) per questi stili di strong ale viene<br />
da taluni (ancorché <strong>in</strong> casi limitati) suggerito per<br />
garantire una fermentazione più “pulita” dal punto di<br />
vista aromatico<br />
A questo punto, <strong>in</strong>iziata <strong>la</strong> fermentazione, si tratta<br />
di portar<strong>la</strong> a term<strong>in</strong>e! Una tecnica c<strong>la</strong>ssica usata<br />
nel<strong>la</strong> produzione di vecchie old ale e barleyw<strong>in</strong>e<br />
era quel<strong>la</strong> di far roto<strong>la</strong>re ogni tanto il barile <strong>in</strong> cui<br />
stava maturando, per riportare <strong>in</strong> sospensione il<br />
lievito e fargli riprendere il <strong>la</strong>voro: anche <strong>in</strong> ambito<br />
casal<strong>in</strong>go può essere necessaria ogni tanto una gentile<br />
rimesco<strong>la</strong>ta per cercare i rimettere al <strong>la</strong>voro il lievito<br />
che si fosse impigrito dopo <strong>la</strong> lunga fatica. Come già<br />
accennato sopra, un metodo <strong>in</strong>teressante è quello<br />
di comb<strong>in</strong>are l’azione di più lieviti: è una procedura<br />
talvolta usata a f<strong>in</strong>i organolettici (solitamente dividendo<br />
e ricomb<strong>in</strong>ando il mosto); nel nostro caso si può<br />
pensare <strong>in</strong>vece di usare dei lieviti <strong>in</strong> successione per<br />
far riprendere il <strong>la</strong>voro da un lievito più fresco dopo<br />
che il primo si sia stressato. Inoltre ceppi diversi<br />
possono essere capaci di attaccare tipi di zuccheri<br />
leggermente diversi e l’azione comb<strong>in</strong>ata risultare<br />
qu<strong>in</strong>di più efficace. Si può anche pianificare un ruolo<br />
diverso per ciascun lievito: ad esempio se si desidera<br />
una birra dall’aroma più pulito si può usare il lievito<br />
più neutro nelle fasi <strong>in</strong>iziali - quando maggiore è <strong>la</strong><br />
produzione di esteri - e l’altro successivamente, a solo<br />
scopo attenuativo... oppure viceversa. Un esempio di<br />
uso di più lieviti è quello già citato del<strong>la</strong> Thomas Hardy.<br />
In un mio “wheat w<strong>in</strong>e” ho <strong>in</strong>vece usato <strong>in</strong> successione<br />
US-05 e T-58 raggiungendo una gradazione vic<strong>in</strong>a al<br />
13%.<br />
In questo caso ho anche utilizzato un’altra tecnica<br />
per me nuova, quel<strong>la</strong> dell’aggiunta <strong>in</strong> successione di<br />
*zuccheri*. Questo metodo è impiegato spesso nel<strong>la</strong><br />
produzione di birre superalcoliche, e a quanto sembra<br />
20<br />
è pratica standard nel<strong>la</strong> preparazione dei mead più<br />
forti, come gli squisiti esemp<strong>la</strong>ri po<strong>la</strong>cchi (16% alc)<br />
nelle qualità dwojnak e poltorak.<br />
Il concetto è quello di non sottoporre subito il<br />
lievito allo shock di una concentrazione zuccher<strong>in</strong>a<br />
che potrebbe perf<strong>in</strong>o <strong>in</strong>ibirlo. Se possibile, è meglio<br />
partire con un mosto a densità m<strong>in</strong>ore, aspettare che<br />
una buona parte degli zuccheri (se non tutti) sia stata<br />
convertita, e poi immettere gli altri zuccheri previsti<br />
dal<strong>la</strong> ricetta ma “tenuti da parte” f<strong>in</strong>o a quel momento.<br />
Naturalmente questo è possibile se nel<strong>la</strong> ricetta è<br />
prevista l’aggiunta di zuccheri “concentrati” (zucchero<br />
da tavo<strong>la</strong> o <strong>in</strong> sciroppo, miele, estratto, sciroppi<br />
zuccher<strong>in</strong>i vari...). In caso di ricetta all gra<strong>in</strong>, ottengo<br />
tutti gli zuccheri già dal’ammostamento dei grani, e<br />
qu<strong>in</strong>di non è possibile partire con una gradazione<br />
<strong>in</strong>feriore: al più si potrà aggungere progressivamente<br />
mosto sempre al<strong>la</strong> stessa gradazione, ma <strong>in</strong> questo<br />
caso l’effettivo benefico non è chiaro. In molte birre ad<br />
alta gradazione sono comunque usate fonti di zuccheri<br />
alternative al malto (zucchero, sciroppo d’acero <strong>in</strong><br />
certe birre USA...) che possono essere aggiunte <strong>in</strong> fasi<br />
successive. È quello che ho fatto nel mio già citato<br />
wheat w<strong>in</strong>e, nel<strong>la</strong> cui ricetta avevo previsto anche un<br />
pò di miele e un piccolo “aiut<strong>in</strong>o” di estratto di malto<br />
(<strong>la</strong> gran parte del fermentabile era proveniente da<br />
Avery the Beast, 16.8% alc<br />
(foto di Bernt Rostad su flickr, licenza CC BY-SA 3.0)