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PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

arriverebbe al<strong>la</strong> compromissione totale <strong>del</strong> cordone dunare olocenico in<br />

alcuni dei punti già critici allo stato attuale, <strong>la</strong> cui conseguenza<br />

porterebbe al<strong>la</strong> "salinizzazione" dei corrispondenti ambienti retrodunari,<br />

sia per invasione <strong>del</strong>le acque marine, sia per l'avanzamento <strong>del</strong> cuneo<br />

salino nelle acque di falda sotterranea.<br />

Scenario 1: La seconda ipotesi che è stata presa in esame è stata quel<strong>la</strong> di non<br />

prevedere <strong>la</strong> realizzazione di alcun intervento di tipo “diretto” di difesa<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> costa, limitandosi ad attuare esclusivamente interventi di tipo<br />

“indiretto”, ovvero di prevenzione e controllo rivolti a rimuovere, dove e<br />

quando possibile, le cause <strong>del</strong>l’erosione costiera che nel presente caso è<br />

costituita dal<strong>la</strong> riduzione <strong>del</strong> trasporto solido fluviale.<br />

In questo contesto è necessario evidenziare che <strong>la</strong> principale causa <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

riduzione <strong>del</strong> trasporto solido fluviale è costituita dalle opere di<br />

sbarramento e di regimentazione <strong>del</strong>le acque (dighe, traverse, briglie,<br />

ecc.), dalle opere di contenimento <strong>del</strong>l’erosione dei versanti e di<br />

stabilizzazione <strong>del</strong>le frane. La funzione di queste opere nel complesso è<br />

proprio quel<strong>la</strong> di ridurre i fenomeni naturali di erosione <strong>del</strong> suolo e dei<br />

letti fluviali, per evitare che si possano creare problemi di instabilità dei<br />

versanti con conseguenti danni alle strutture e alle infrastrutture. Accanto<br />

a queste cause occorre evidenziare l’estrazione dagli alvei fluviali degli<br />

inerti per il loro utilizzo nel campo <strong>del</strong>l’edilizia. Risulta evidente che <strong>la</strong><br />

rimozione completa di tutte queste cause risulta praticamente<br />

impossibile perché in parte in contrasto con l’utilizzo <strong>del</strong> territorio a<br />

scopo antropico. Alcuni accorgimenti possono sicuramente essere<br />

intrapresi ma richiedono tempi piuttosto lunghi sia per <strong>la</strong> loro attuazione<br />

sia per raccoglierne i benefici. Sicuramente questi accorgimenti devono<br />

essere introdotti nell’ambito <strong>del</strong>le attività di pianificazione <strong>del</strong> territorio<br />

utilizzando “approcci integrati”, ovvero in grado di trovare il giusto<br />

compromesso tra le varie necessità ambientali e di sviluppo che spesso<br />

presentano esigenze di tipo contrapposto. Ad esempio risulta evidente<br />

che gli interventi di stabilizzazione <strong>del</strong> territorio, ovvero le azioni rivolte a<br />

limitare il così detto “dissesto idrogeologico”, risultano controproducenti<br />

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