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INDICE<br />

PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

1. Inquadramento territoriale <strong>del</strong>l’intervento .................................................................. 3<br />

2. Descrizione <strong>del</strong><strong>la</strong> situazione attuale ............................................................................. 5<br />

3. Obiettivi <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> ................................................................................................... 8<br />

4. Studi e progetti di fattibilità di riferimento ................................................................ 11<br />

5. Tipologia <strong>del</strong>le opere inserite nel <strong>progetto</strong> di difesa costiera .................................... 15<br />

6. Consistenza <strong>del</strong>le opere di difesa costiera proposte .................................................. 18<br />

7. Soluzioni alternative da valutare nelle fasi progettuali successive ............................ 19<br />

8. Obiettivi socio-economici <strong>del</strong>l’intervento .................................................................. 26<br />

9. Sostenibilità ambientale <strong>del</strong>l’intervento .................................................................... 28<br />

2 di 29


1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE DELL’INTERVENTO<br />

PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

Il Grande Progetto “Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno”<br />

trae origine dal<strong>la</strong> necessità di individuare interventi di risanamento e difesa di un lungo<br />

tratto di litorale <strong>del</strong><strong>la</strong> provincia di Salerno, comprendente i comuni di Pontecagnano<br />

Faiano, Battipaglia, Eboli, Capaccio e Agropoli, che risulta attualmente soggetto a un<br />

costante e progressivo arretramento a causa di fenomeni di erosione costiera.<br />

L’intervento proposto è, pertanto, finalizzato al riassetto/riqualificazione <strong>del</strong><strong>la</strong> costa in<br />

risposta alle esigenze di difesa <strong>del</strong>l’abitato e <strong>del</strong>le infrastrutture litoranee, di<br />

valorizzazione e fruizione sostenibile <strong>del</strong><strong>la</strong> fascia litoranea, di tute<strong>la</strong>, ripristino e<br />

valorizzazione degli habitat costieri.<br />

L’area oggetto <strong>del</strong>l’intervento è compresa nell’unità fisiografica <strong>del</strong><strong>la</strong> piana <strong>del</strong> Sele,<br />

complessivamente estesa tra le località di Salerno ed Agropoli, ed orientata secondo <strong>la</strong><br />

direzione NW - SE. Essa costituisce il bordo costiero <strong>del</strong> graben peritirrenico <strong>del</strong> Golfo<br />

di Salerno.<br />

Tale unità fisiografica, negli ultimi decenni, è stata interessata da un progressivo<br />

arretramento <strong>del</strong><strong>la</strong> linea di riva, soggetta ad intense e frequenti mareggiate che hanno<br />

causato notevoli danni alle strutture e infrastrutture litoranee, limitando e<br />

compromettendo le potenzialità turistico-ricettive <strong>del</strong>l’area.<br />

A tal fine gli interventi di difesa <strong>del</strong><strong>la</strong> costa che vengono proposti per il litorale<br />

compreso tra i Comuni di Pontecagnano Faiano e Agropoli, sono finalizzati al<strong>la</strong><br />

limitazione di ulteriori fenomeni di arretramento <strong>del</strong><strong>la</strong> linea di riva con l’intento di<br />

realizzare una efficace stabilizzazione <strong>del</strong>l’intera unità fisiografica <strong>del</strong><strong>la</strong> piana <strong>del</strong> Sele.<br />

Il <strong>progetto</strong> interessa l’intero arco costiero salernitano compreso tra <strong>la</strong> foce <strong>del</strong> fiume<br />

Picentino e torre San Marco, per uno sviluppo lineare complessivo di circa 40 km. Il<br />

litorale interessato dall’intervento, in funzione <strong>del</strong>le dinamiche evolutive che lo<br />

caratterizzano a sca<strong>la</strong> locale, può essere preliminarmente suddiviso in n. 8 sub-unità<br />

fisiografiche, rispetto alle quali sono state individuate le tipologie di intervento più<br />

idonee a contrastare il fenomeno <strong>del</strong>l’erosione costiera.<br />

3 di 29


Foce fiume Picentino<br />

Litorale Magazzeno<br />

Foce Tusciano<br />

Le sub-unità fisiografiche individuate sono:<br />

Foce idrovora<br />

Foce fiume Sele<br />

Foce Fiumarello<br />

Foce Capodifiume<br />

Torre San Marco<br />

Acqua Sulfurea<br />

Fig. 1 – Individuazione <strong>del</strong>le sub-unità fisiografiche<br />

• tratto di litorale foce fiume Picentino – litorale Magazzeno;<br />

• tratto di litorale Magazzeno – foce fiume Tusciano;<br />

• tratto di litorale foce fiume Tusciano – foce idrovora;<br />

• tratto di litorale foce idrovora – foce Sele;<br />

• tratto di litorale foce Sele – foce Fiumarello;<br />

• tratto di litorale foce Fiumarello – foce Capodifiume:<br />

• tratto di litorale foce Capodifiume – Acqua Solfurea;<br />

• tratto di litorale Acqua Sulfurea – torre San Marco.<br />

PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

4 di 29


2. DESCRIZIONE DELLA SITUAZIONE ATTUALE<br />

PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

La fascia litoranea interessata dal Grande Progetto comprende praticamente tutto<br />

l’arco costiero <strong>del</strong> Golfo di Salerno, ad esclusione <strong>del</strong> tratto cittadino di Salerno, ed è<br />

contraddistinto morfologicamente da una costa bassa e sabbiosa con retrostanti<br />

cordoni dunali interessati, in alcuni tratti, dal<strong>la</strong> presenza di macchia mediterranea e<br />

pineta litoranea. L’area in esame è a vocazione prevalentemente turistica.<br />

L’attuale conformazione naturale <strong>del</strong> tratto costiero in esame risulta fortemente<br />

alterato soprattutto nelle aree più antropizzate; tale alterazione è da attribuirsi al<strong>la</strong><br />

presenza sia di nuclei di abitati costieri che di infrastrutture litoranee, collocate<br />

immediatamente dietro, se non addirittura sopra, i cordoni dunali esistenti. In tali<br />

aree, <strong>la</strong> spiaggia emersa, aggredita dalle mareggiate che si verificano nel paraggio<br />

costiero, risulta soggetta a un progressivo e costante arretramento. A tale fenomeno si<br />

associano, per gli eventi di moto ondoso più intensi, anche consistenti danni alle<br />

infrastrutture e alle strutture turistiche ricettive. Non è raro assistere a inondazioni<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> carreggiata stradale con conseguente interruzione <strong>del</strong> traffico veico<strong>la</strong>re durante<br />

<strong>la</strong> stagione invernale, come ad esempio accade nel<strong>la</strong> sub-unità fisiografica in cui ricade<br />

il territorio <strong>del</strong> comune di Pontecagnano Faiano.<br />

Una conferma di quanto appena esposto è racchiusa nello “Studio <strong>del</strong>l’evoluzione <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

linea di costa <strong>del</strong><strong>la</strong> piana <strong>del</strong> Sele mediante l’uso <strong>del</strong><strong>la</strong> cartografia numerica”, redatto<br />

dal settore Ambiente <strong>del</strong><strong>la</strong> Provincia di Salerno, che ha consentito di ricostruire le<br />

variazioni storiche <strong>del</strong><strong>la</strong> linea di costa <strong>del</strong> tratto litoraneo in esame utilizzando riprese<br />

aerofotogrammetriche storiche (re<strong>la</strong>tive agli anni 1954, 1984, 1994 e 2001). Tale<br />

studio ha consentito di valutare le zone di arretramento, stimando anche l’entità <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

perdita di superficie di spiaggia nell’intervallo di tempo 1984-2001 in circa 150.000 mq<br />

nel tratto <strong>del</strong> golfo di Salerno interessato dal grande <strong>progetto</strong> (tra i comuni di<br />

Pontecagnano Faiano e Agropoli). A tale perdita sono da sommare circa ulteriori<br />

50.000 mq, andati persi nel tratto costiero ricadente nel territorio <strong>del</strong> comune di<br />

Salerno, per una perdita complessiva <strong>del</strong>l'intera unità fisiografica "golfo di Salerno"<br />

pari a circa 200.000 mq di spiaggia, con picchi massimi di arretramento <strong>del</strong><strong>la</strong> linea di<br />

riva di circa 215 m in corrispondenza <strong>del</strong><strong>la</strong> foce <strong>del</strong> fiume Sele.<br />

Più in dettaglio, con riferimento alle sub-unità fisiografiche precedentemente<br />

individuate, è stato possibile effettuare un’analisi qualitativa, oltre che quantitativa,<br />

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PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

degli effetti erosivi individuati, i cui esiti sono descritti puntualmente nell’e<strong>la</strong>borato<br />

E.D. 05 – Re<strong>la</strong>zione geologica ed evoluzione linea di costa e rappresentati graficamente<br />

negli e<strong>la</strong>borati E.G.06 – Grafico tendenza evolutiva linea di costa e variazione linea di<br />

riva e E.G. 08 – Stralci p<strong>la</strong>nimetrici con indicazione <strong>del</strong><strong>la</strong> sovrapposizione <strong>del</strong>le linee di<br />

riva.<br />

Nel dettaglio, si evidenziano tali evoluzioni:<br />

• tratto di litorale foce fiume Picentino – litorale Magazzeno: il tratto di litorale in<br />

esame è in erosione, poiché fortemente antropizzato per <strong>la</strong> presenza di infrastrutture<br />

litoranee immediatamente retrostanti l’attuale linea di riva;<br />

• tratto di litorale Magazzeno – foce fiume Tusciano: il tratto di litorale in esame è in<br />

erosione/forte erosione;<br />

• tratto di litorale foce fiume Tusciano – foce idrovora: lungo il tratto di litorale in<br />

esame si alternano un tratto in erosione, quello più a nord, un tratto stabile, un tratto<br />

in avanzamento, quello più a sud in prossimità <strong>del</strong><strong>la</strong> foce idrovora;<br />

• tratto di litorale foce idrovora – foce Sele: lungo il tratto di litorale in esame si<br />

alternano, da nord a sud, un tratto stabile, un tratto in avanzamento, un tratto in<br />

erosione ed un tratto in forte erosione;<br />

• tratto di litorale foce Sele – foce Fiumarello: lungo il litorale in esame si alternano,<br />

da nord a sud, un tratto in forte erosione, un tratto in erosione, un tratto stabile, un<br />

tratto in avanzamento;<br />

• tratto di litorale foce Fiumarello – foce Capodifiume: lungo il litorale in esame si<br />

alternano, da nord a sud, un tratto in avanzamento, un tratto stabile e un ulteriore<br />

tratto in avanzamento;<br />

• tratto di litorale foce Capodifiume – Acqua Solfurea: lungo il litorale in esame si<br />

alternano, da nord a sud, un tratto in avanzamento, un tratto stabile e un ulteriore<br />

tratto in avanzamento;<br />

• tratto di litorale Acqua Sulfurea – torre San Marco: lungo il litorale in esame si<br />

alternano, da nord a sud, un tratto stabile e uno in erosione.<br />

Il trend evolutivo <strong>del</strong>le linee di riva che si desume dall’e<strong>la</strong>borato E.G. 06 – Grafico<br />

tendenza evolutiva linea di costa e variazione linea di riva, conduce al<strong>la</strong> previsione di<br />

6 di 29


PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

un trend evolutivo <strong>del</strong><strong>la</strong> superficie di spiaggia erosa, che nei prossimi 30 anni conduce<br />

a un’ulteriore perdita di circa 715.000 mq di spiaggia, qualora non si provveda a<br />

realizzare idonei interventi di difesa <strong>del</strong> litorale.<br />

Tali perdite comportano anche altri effetti che influiscono sul<strong>la</strong> fruibilità <strong>del</strong>l’area<br />

costiera:<br />

• <strong>la</strong> diminuzione <strong>del</strong>lo spazio disponibile per lo svolgimento <strong>del</strong>le attività<br />

turistiche e ricreative estive;<br />

• <strong>la</strong> sensibile riduzione <strong>del</strong><strong>la</strong> fascia emersa <strong>del</strong><strong>la</strong> spiaggia, che in occasione <strong>del</strong>le<br />

mareggiate più estreme non svolge più una efficacie azione di protezione e<br />

porta sempre più frequentemente al<strong>la</strong> constatazione di danni alle strutture<br />

quali lidi balneari, edifici e abitazioni;<br />

• <strong>la</strong> minore integrità <strong>del</strong>l’ambiente naturale costituto dal<strong>la</strong> fascia dunale. Infatti,<br />

in molti punti, <strong>la</strong> pineta (caratteristica qualificante <strong>del</strong>l’ambiente nel<strong>la</strong> zona in<br />

esame) risulta essere fortemente ridotta o, addirittura, scomparsa.<br />

Sul<strong>la</strong> base di tali indicazioni e considerazioni è facile dedurre quali siano le motivazioni<br />

che giustificano l’intervento di riqualificazione costiera proposto, in mancanza <strong>del</strong><br />

quale verrebbe irrimediabilmente compromessa una fondamentale risorsa territoriale<br />

che, invece, potrebbe essere il vo<strong>la</strong>no di una concreta strategia di sviluppo sostenibile<br />

<strong>del</strong>l’area.<br />

7 di 29


3. OBIETTIVI DEL PROGETTO<br />

PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

Attualmente non esiste un efficacie sistema di difesa costiera lungo il tratto di litorale<br />

interessato dal <strong>progetto</strong>, ma solo sporadici e iso<strong>la</strong>ti interventi atti a difendere i nuclei<br />

insediativi situati sul<strong>la</strong> spiaggia emersa a pochi metri dal<strong>la</strong> linea di riva.<br />

Il Grande Progetto ha l’obiettivo di proteggere l’intero arco costiero ubicato a sud <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

città di Salerno contrastando, attraverso un sistema di opere di difesa, i fenomeni<br />

erosivi dovuti all’azione <strong>del</strong> mare. La realizzazione di opere a gettata (interventi di tipo<br />

rigido) unitamente ai ripascimenti con sabbia (interventi di tipo morbido)<br />

consentiranno una maggiore protezione <strong>del</strong><strong>la</strong> costa, permetteranno di limitare i danni<br />

a infrastrutture viarie, strutture balneari, nuclei insediativi (edifici e abitazioni) e<br />

ambiente dunale e retrodunale, causati dalle mareggiate più intense, che si ripetono<br />

più volte durante l’anno. Suddetti interventi consentiranno, inoltre, di rendere <strong>la</strong><br />

spiaggia più sicura e produttiva a fini turistico-balneari e di eseguire una efficacie<br />

riqualificazione <strong>del</strong>l’intera area costiera, mantenendo tutte quelle attrattive necessarie<br />

per garantire investimenti stabili e duraturi nel tempo.<br />

I singoli interventi previsti sono stati tarati in funzione <strong>del</strong> grado di arretramento<br />

rilevato e di protezione da offrire. La loro realizzazione, sotto il profilo tecnico, si<br />

fonda, pertanto, sul<strong>la</strong> necessità di garantire una difesa <strong>del</strong> litorale unitaria e<br />

diversificata in re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> portata di fenomeni erosivi in atto e alle caratteristiche<br />

sito specifiche.<br />

Con <strong>la</strong> realizzazione <strong>del</strong>le opere di difesa si potrà salvaguardare l’attuale <strong>la</strong>rghezza<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> fascia sabbiosa emersa e il retrostante ambiente dunale mediterraneo, inoltre, in<br />

futuro, si potrebbero anche registrare dei locali accrescimenti <strong>del</strong><strong>la</strong> spiaggia. Si<br />

ribadisce, comunque, che gli obiettivi prioritari <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> sono quelli di contenere<br />

l’arretramento <strong>del</strong><strong>la</strong> linea di riva, proteggere l’ambiente retrodunale e le esistenti<br />

infrastrutture pubbliche (strade) e private (stabilimenti balneari), garantire concrete e<br />

sicure prospettive di sviluppo al comprensorio <strong>del</strong> Sele.<br />

È opportuno, inoltre, aggiungere che dal punto di vista socio-economico, <strong>la</strong><br />

realizzazione degli interventi previsti dal grande <strong>progetto</strong> costituisce <strong>la</strong> condizione<br />

necessaria (anche se non sufficiente) per un ri<strong>la</strong>ncio produttivo – in chiave turistica – di<br />

un’area con grandi potenzialità di sviluppo. A tal proposito si deve ricordare che lo<br />

8 di 29


PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

sviluppo <strong>del</strong>le attività connesse al turismo balneare potrà essere indubbiamente<br />

favorito dal<strong>la</strong> posizione strategica <strong>del</strong> comprensorio <strong>del</strong> Sele, localizzato in prossimità<br />

di grandi attrattori culturali (area archeologica di Paestum), di emergenze<br />

paesaggistiche (Costa Amalfitana, Parco Nazionale <strong>del</strong> Cilento e Vallo di Diano,<br />

entrambi patrimonio UNESCO) e di percorsi nelle eccellenze enogastronomiche <strong>del</strong><br />

territorio di riferimento che possono trasformarsi – nel medio periodo – in un<br />

vantaggio competitivo per l’area in esame.<br />

La qualità e <strong>la</strong> composizione <strong>del</strong>l’offerta turistica locale risente, infatti, pesantemente<br />

<strong>del</strong>le condizioni di instabilità e vulnerabilità <strong>del</strong> litorale che implicano, di fatto, una<br />

politica di riqualificazione ambientale, oltre che turistica, da attuare in un orizzonte di<br />

medio/lungo periodo.<br />

Gli interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno proposti<br />

intendono opporsi al processo erosivo in atto, attraverso <strong>la</strong> realizzazione di opere di<br />

difesa costiera, opportunamente ubicate e dimensionate, che favoriscano il<br />

contenimento <strong>del</strong>le sabbie presenti in situ, trasportate dalle correnti marine. Questa<br />

tipologia di intervento, cosiddetta “rigida”, è formata da pennelli trasversali (con<br />

testata a forma di T) e “celle” di protezione costitute da una serie di pennelli trasversali<br />

abbinati a una scogliera sommersa paralle<strong>la</strong> al<strong>la</strong> linea di riva e distaccata da essa di 100<br />

- 150 m. Si potranno, inoltre, realizzare (sul<strong>la</strong> base di preliminari e approfondite<br />

indagini per il reperimento di sabbie di ripascimento e, successivamente, dei risultati di<br />

studi sull’evoluzione morfodinamica <strong>del</strong> litorale) interventi di ripascimento<br />

(denominati di tipo “morbido”) da abbinare alle difese rigide, allo scopo di creare una<br />

efficace protezione <strong>del</strong><strong>la</strong> linea di riva e <strong>del</strong><strong>la</strong> retrostante fascia litoranea. Operando in<br />

questo modo si potrà fornire una maggiore protezione alle infrastrutture e agli<br />

insediamenti abitativi presenti in alcune zone a ridosso <strong>del</strong><strong>la</strong> spiaggia, oltre che<br />

assicurare una migliore salvaguardia degli habitat e <strong>del</strong>le biodiversità presenti<br />

nell’area, incentivandone anche <strong>la</strong> fruizione naturalistica. Inoltre, si precisa che le<br />

opere di difesa costiera di tipo rigido sono di tipo sommerso (barriere parallele al<strong>la</strong><br />

linea di riva) e semi-sommerse (pennelli ortogonali al<strong>la</strong> linea di riva), il radicamento dei<br />

pennelli a terra sarà ricoperto con sabbia, in modo da creare una continuità <strong>del</strong>l’opera<br />

di difesa rigida con <strong>la</strong> spiaggia emersa. Per una descrizione dei potenziali impatti<br />

sull’ambiente derivanti dal<strong>la</strong> realizzazione <strong>del</strong>le opere previste dal grande <strong>progetto</strong>, si<br />

rimanda all’e<strong>la</strong>borato E.D. 03 – Studio di prefattibilità ambientale.<br />

9 di 29


PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

Si sottolinea, altresì, che <strong>la</strong> consistenza e il posizionamento degli interventi proposti nel<br />

<strong>progetto</strong> preliminare (barriere e pennelli trasversali) potrà subire<br />

modifiche/variazioni/integrazioni in funzione dei risultati degli studi morfodinamici e<br />

dei rilievi propedeutici al<strong>la</strong> redazione <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> definitivo.<br />

10 di 29


4. STUDI E PROGETTI DI FATTIBILITÀ DI RIFERIMENTO<br />

PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

Le scelte progettuali compiute sono supportate da studi tecnico-scientifici condotti, da<br />

oltre un decennio, per valutare <strong>la</strong> dinamica costiera e volti al<strong>la</strong> quantificazione <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

tendenza erosiva in atto lungo l’arco costiero salernitano, oltre che a proporre idonee<br />

soluzioni progettuali di mitigazione degli effetti erosivi.<br />

In partico<strong>la</strong>re, per <strong>la</strong> definizione degli interventi proposti sono stati di ausilio i seguenti<br />

studi e progetti:<br />

1. Piano Provinciale preliminare di difesa <strong>del</strong><strong>la</strong> costa dai fenomeni erosivi, Provincia<br />

di Salerno, 1999;<br />

2. Piano di esecuzione indagini sottomarine destinate al reperimento di giacimenti<br />

sabbiosi, Provincia di Salerno – C.U.G.RI., 1999;<br />

3. Re<strong>la</strong>zione sull’erosione costiera e dinamica <strong>del</strong> litorale. Rigenerazione <strong>del</strong><strong>la</strong> costa<br />

e <strong>del</strong>le dune tra Salerno e Capaccio, HR Wallingford, 2001;<br />

4. Progettazione preliminare degli interventi prioritari di ripascimento dei litorali<br />

nei Comuni di Salerno, Pontecagnano Faiano, Agropoli, Ascea, Ispani Capitello,<br />

Camerota, Provincia di Salerno, 2002;<br />

5. Progetto preliminare re<strong>la</strong>tivo agli Interventi di difesa <strong>del</strong>le coste e degli abitati<br />

costieri nei comuni di Salerno e Pontecagnano Faiano, Provincia di Salerno, 2006;<br />

6. Studio <strong>del</strong>l’evoluzione <strong>del</strong><strong>la</strong> linea di costa <strong>del</strong><strong>la</strong> piana <strong>del</strong> Sele (Campania)<br />

mediante l’uso <strong>del</strong><strong>la</strong> cartografia numerica, Provincia di Salerno - Università di<br />

Napoli Federico II, 2008;<br />

7. Studio e monitoraggio <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong><strong>la</strong> foce <strong>del</strong> fiume Sele, Autorità di Bacino<br />

Interregionale <strong>del</strong> Sele - HR Wallingford, 2009;<br />

8. “Studio preliminare di prima fase re<strong>la</strong>tivo al Programma di sviluppo territoriale-<br />

turistico di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong><strong>la</strong> fascia costiera <strong>del</strong><strong>la</strong> Piana <strong>del</strong><br />

Sele”, <strong>Comune</strong> di Eboli – C.U.G.RI., 2010.<br />

Di seguito, si riportano sinteticamente gli esiti dei principali e più recenti studi e<br />

progetti sopraelencati.<br />

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PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

Nel 2001, <strong>la</strong> società di ricerca inglese HR Wallingford ha redatto lo studio “Re<strong>la</strong>zione<br />

sull’erosione costiera e dinamica <strong>del</strong> litorale. Rigenerazione <strong>del</strong><strong>la</strong> costa e <strong>del</strong>le dune tra<br />

Salerno e Capaccio” evidenziando che gli interventi di rigenerazione <strong>del</strong><strong>la</strong> fascia<br />

costiera <strong>del</strong> golfo di Salerno costituirebbero un vo<strong>la</strong>no per lo sviluppo <strong>del</strong> territorio,<br />

soprattutto attuando un’integrazione degli stessi con il ri<strong>la</strong>ncio <strong>del</strong>le attività <strong>del</strong><br />

retroterra (industria, turismo, nuovo aeroporto, ecc.), una modernizzazione <strong>del</strong>le<br />

infrastrutture e una gestione sostenibile <strong>del</strong><strong>la</strong> fascia costiera. Lo studio, finalizzato al<strong>la</strong><br />

individuazione di metodi di intervento lungo <strong>la</strong> linea di costa ed al ripristino <strong>del</strong><strong>la</strong> duna<br />

costiera, ha preso in considerazione una fascia di circa 47 km, compresa tra il fiume<br />

Solofrone, a sud, e il fiume Picentino, a nord. Nell’ambito di tale studio sono stati<br />

redatti mo<strong>del</strong>li numerici di evoluzione <strong>del</strong><strong>la</strong> morfologia costiera e sono stati individuati<br />

differenti tipologie di intervento per contrastare il fenomeno <strong>del</strong>l’erosione,<br />

stimandone anche l’impatto ambientale. Sono stati, inoltre, individuati possibili metodi<br />

di gestione <strong>del</strong><strong>la</strong> fascia dunale.<br />

A partire dal 2002, <strong>la</strong> Provincia di Salerno si è occupata <strong>del</strong><strong>la</strong> progettazione e <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

realizzazione di interventi di difesa <strong>del</strong><strong>la</strong> costa e dei litorali nei Comuni di Salerno,<br />

Pontecagnano Faiano, Agropoli, Ascea, Ispani-Capitello e Camerota.<br />

Tutti i livelli progettuali, riguardanti gli interventi già programmati, sono stati<br />

supportati da idonei studi di settore che hanno beneficiato anche degli esiti <strong>del</strong><strong>la</strong> già<br />

citata ricostruzione <strong>del</strong><strong>la</strong> linea di costa <strong>del</strong> tratto di litorale da Salerno ad Agropoli,<br />

realizzata attraverso un’analisi diacronica <strong>del</strong><strong>la</strong> linea di costa riferita agli anni 1954,<br />

1984, 1994 e 2001.<br />

I risultati di tali approfondimenti, contenuti nello “Studio <strong>del</strong>l’evoluzione <strong>del</strong><strong>la</strong> linea di<br />

costa <strong>del</strong><strong>la</strong> piana <strong>del</strong> Sele (Campania) mediante l’uso <strong>del</strong><strong>la</strong> cartografia numerica”,<br />

redatto nel 2008 dal settore Ambiente <strong>del</strong><strong>la</strong> Provincia di Salerno con <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione<br />

<strong>del</strong>l’Università di Napoli Federico II, hanno evidenziato negli ultimi 50 anni, per il tratto<br />

di litorale in esame, una complessiva tendenza all’arretramento <strong>del</strong><strong>la</strong> linea di costa,<br />

con erosione, in alcuni tratti, anche <strong>del</strong><strong>la</strong> cresta <strong>del</strong> cordone dunale recente.<br />

I fenomeni di erosione sono generalmente legati al<strong>la</strong> scarsità <strong>del</strong> trasporto fluviale<br />

solido a causa <strong>del</strong> prelievo di sabbia e ghiaia dai corsi d’acqua, o a causa <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

sistemazione idraulico-forestale operata lungo i bacini fluviali, e per <strong>la</strong> presenza sui<br />

fiumi di barriere e dighe. La perdita dei sedimenti <strong>del</strong><strong>la</strong> duna e <strong>del</strong><strong>la</strong> spiaggia emersa,<br />

12 di 29


PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

così come <strong>la</strong> forte pressione di origine antropica lungo <strong>la</strong> costa, contribuisce ad<br />

accelerare i processi di erosione. I fenomeni riconosciuti concorrono al<strong>la</strong> perdita di<br />

depositi di sabbia dal litorale, causando l’aumento <strong>del</strong><strong>la</strong> pendenza <strong>del</strong> profilo di<br />

spiaggia, l’erosione <strong>del</strong><strong>la</strong> duna recente, determinando, infine, il generale degrado<br />

<strong>del</strong>l’ambiente costiero con conseguente perdita <strong>del</strong><strong>la</strong> spiaggia con ripercussioni<br />

ambientali, ma anche economiche a causa <strong>del</strong><strong>la</strong> mancata valorizzazione <strong>del</strong> paesaggio<br />

costiero ai fini turistico – balneari.<br />

La situazione di sostanziale erosione <strong>del</strong> litorale oggetto di studio deriva dai processi in<br />

atto, come precedentemente accennato, tra i quali si riconosce per rilevanza <strong>la</strong> scarsa<br />

o assente compensazione <strong>del</strong>le perdite di porzioni di spiaggia per mancanza<br />

<strong>del</strong>l’apporto di nuovi sedimenti fluviali, dovuta al<strong>la</strong> presenza di sbarramenti artificiali<br />

lungo i corsi fluviali, come ad esempio <strong>la</strong> traversa sul fiume Sele a Persano ed al<strong>la</strong><br />

coltivazione di cave in alveo in altre località.<br />

Proprio facendo riferimento alle considerazioni poco sopra riportate, si è proceduto ad<br />

eseguire un’approfondita analisi cartografica <strong>del</strong><strong>la</strong> variazione <strong>del</strong><strong>la</strong> linea di riva che ha<br />

messo in evidenza, nell’ambito territoriale <strong>del</strong>lo studio, una velocità media di<br />

arretramento <strong>del</strong><strong>la</strong> linea di riva pari a 1,07 m/anno nel trentennio 1954-1984 e di 0,62<br />

m/anno dal 1984-2001, pertanto, <strong>la</strong> velocità media di recessione <strong>del</strong><strong>la</strong> riva nell’intero<br />

periodo di 47 anni risulta pari a 0,91 m/anno, con punte di erosione di circa 200 m in<br />

corrispondenza <strong>del</strong><strong>la</strong> foce <strong>del</strong> Fiume Sele (ubicata al centro <strong>del</strong><strong>la</strong> falcata oggetto di<br />

studio).<br />

Nell’insieme, tali processi contribuiscono, nel medio/lungo periodo, al<strong>la</strong> perdita di<br />

consistenti volumi di sedimenti sabbiosi <strong>del</strong> litorale, causando lo smantel<strong>la</strong>mento<br />

progressivo <strong>del</strong><strong>la</strong> duna recente, nonché il generale degrado <strong>del</strong>l’ambiente costiero,<br />

oltre che al<strong>la</strong> constatazione di ingenti danni in termini di mancati introiti economici per<br />

il settore turistico-ricreativo.<br />

Per tale motivo nel 2009, l’Autorità di Bacino Interregionale <strong>del</strong> Sele, con il supporto<br />

tecnico-scientifico <strong>del</strong><strong>la</strong> HR Wallingford, ha redatto il documento Studio e<br />

monitoraggio <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong><strong>la</strong> foce <strong>del</strong> fiume Sele, finanziato a valere sul<strong>la</strong> misura 1.5,<br />

azione d, <strong>del</strong> POR Campania 2000-2006, per un importo complessivo pari a 338.000<br />

euro. Il tratto costiero esaminato si estende per 15,5 km, dallo sbocco <strong>del</strong> Canale<br />

Acque Alte Lignara (Eboli) fino al<strong>la</strong> foce <strong>del</strong> Torrente Fiumarello (Capaccio). Il <strong>progetto</strong><br />

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PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

è stato artico<strong>la</strong>to in tre attività operative principali: studi morfologici, studi<br />

meteomarini e stima <strong>del</strong>l’apporto solido potenziale di bacino. Gli studi morfologici<br />

hanno valutato le dinamiche evolutive <strong>del</strong><strong>la</strong> linea di costa prendendo a riferimento i<br />

dati disponibili nel periodo 1943-2004. Gli studi meteomarini hanno evidenziato <strong>la</strong><br />

forte esposizione <strong>del</strong> paraggio costiero di Foce Sele alle mareggiate più gravose <strong>del</strong><br />

Golfo di Salerno. Ne consegue <strong>la</strong> maggiore vulnerabilità <strong>del</strong>l’area ai fenomeni di<br />

erosione costiera, rispetto ad altri paraggi costieri <strong>del</strong> golfo. I forti processi di erosione<br />

dovuti alle mareggiate sono stati sempre bi<strong>la</strong>nciati nel passato da un rilevante apporto<br />

solido, proveniente da un bacino idrografico che, per estensione territoriale, è il più<br />

importante bacino di alimentazione di sedimenti <strong>del</strong> Golfo di Salerno. Tuttavia, da<br />

ormai più di un secolo, il bacino idrografico <strong>del</strong> Sele è interessato da cospicue<br />

derivazioni d’acqua, che hanno causato una progressiva riduzione <strong>del</strong><strong>la</strong> capacità di<br />

trasporto solido a mare da parte <strong>del</strong> reticolo idrografico. Occorre aggiungere che <strong>la</strong><br />

presenza di alcuni importanti sbarramenti fluviali (traversa fluviale sul Sele a Serre e<br />

traversa fluviale sul Tanagro a Pol<strong>la</strong>) ha ulteriormente ridotto l’apporto naturale a<br />

mare dei sedimenti <strong>del</strong> bacino <strong>del</strong> Sele. Infine, per determinare il potenziale apporto<br />

solido <strong>del</strong>l’intero bacino idrografico <strong>del</strong> fiume Sele, è stato utilizzato un mo<strong>del</strong>lo<br />

matematico sviluppato negli Stati Uniti, denominato USLE (Universal Soil Loss<br />

Equation), adeguato al clima tipico <strong>del</strong>l’Italia meridionale. Dagli studi è emerso che il<br />

sottobacino <strong>del</strong> Sele al<strong>la</strong> confluenza con il Tanagro è il maggiore produttore di<br />

sedimenti, che però arrivano al<strong>la</strong> foce con sempre maggiore difficoltà, in quanto <strong>la</strong><br />

“capacità naturale di trasporto solido” di tale tratto fluviale si è ridotta <strong>del</strong> 46%, per via<br />

<strong>del</strong>le derivazioni dalle sorgenti di Caposele, Ca<strong>la</strong>britto e Senerchia.<br />

Gli esiti di tutti gli studi di settore utilizzati per <strong>la</strong> definizione <strong>del</strong> Grande Progetto,<br />

acquisiti e sistematizzati, sono contenuti nel documento “Studio preliminare di prima<br />

fase re<strong>la</strong>tivo al Programma di sviluppo territoriale-turistico di difesa e ripascimento <strong>del</strong><br />

litorale <strong>del</strong><strong>la</strong> fascia costiera <strong>del</strong><strong>la</strong> Piana <strong>del</strong> Sele”, redatto nel novembre 2010 dal<br />

C.U.G.RI. (Centro Universitario per <strong>la</strong> Previsione e Prevenzione dei Grandi Rischi)<br />

<strong>del</strong>l’Università Federico II di Napoli e <strong>del</strong>l’Università di Salerno, approvato con<br />

<strong>del</strong>iberazione di G.C. n. 386 <strong>del</strong> 18/11/2010 dal <strong>Comune</strong> di Eboli. Tale studio fornisce<br />

alcune indicazioni per <strong>la</strong> redazione <strong>del</strong> Progetto preliminare, operando una disamina<br />

<strong>del</strong>le opere di sistemazione costiera utilizzabili nel tratto litoraneo in esame.<br />

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PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

Si aggiunga a quanto sopra riportato, che è in corso di esecuzione il <strong>progetto</strong><br />

Censimento, mappatura e monitoraggio <strong>del</strong>le opere di difesa <strong>del</strong><strong>la</strong> costa in Provincia di<br />

Salerno, redatto dal settore Ambiente <strong>del</strong><strong>la</strong> Provincia di Salerno, che prevede <strong>la</strong><br />

realizzazione di: riprese aerofotogrammetriche <strong>del</strong>l’intero territorio provinciale;<br />

realizzazione di cartografia numerica <strong>del</strong><strong>la</strong> fascia costiera <strong>del</strong> territorio <strong>del</strong><strong>la</strong> provincia<br />

di Salerno; realizzazione di orto-foto digitali e costituzione <strong>del</strong> primo At<strong>la</strong>nte <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

costa <strong>del</strong><strong>la</strong> Provincia di Salerno; realizzazione di procedure a integrazione <strong>del</strong> Sistema<br />

Informativo <strong>del</strong> settore Ambiente per il rilievo <strong>del</strong>le opere a difesa <strong>del</strong><strong>la</strong> costa in<br />

Provincia di Salerno; studio aerofotogrammetrico, censimento, restituzione<br />

cartografica e schedatura <strong>del</strong>le opere di difesa <strong>del</strong>le coste. A breve, pertanto, si potrà<br />

disporre di una base conoscitiva (cartografica, fotogrammetrica, ecc.) aggiornata per <strong>la</strong><br />

definizione puntuale <strong>del</strong>le successive fasi di progettazione.<br />

In conclusione, in virtù <strong>del</strong>l’analisi integrata e comparata degli studi e dei progetti<br />

descritti in precedenza, dei dati desumibili dall’e<strong>la</strong>borato E.D. 04 – Studio<br />

meteomarino, <strong>del</strong>le opere di difesa costiera già realizzate e in corso di realizzazione<br />

lungo il tratto di litorale in esame, emerge l’assoluta necessità di intervenire, nel tratto<br />

litoraneo compreso tra i Comuni di Pontecagnano Faiano e Agropoli, con idonei<br />

interventi di difesa costiera che consentano di porre in sicurezza e rifunzionalizzare<br />

l’intera unità fisiografica <strong>del</strong><strong>la</strong> Piana <strong>del</strong> Sele.<br />

Gli interventi di difesa costiera previsti dal Grande Progetto contribuiranno non<br />

soltanto a risolvere una problematica che, se non adeguatamente affrontata,<br />

comporterà, nel lungo periodo, problemi di sicurezza e fruibilità <strong>del</strong> territorio costiero,<br />

penalizzando l’attrattività e competitività <strong>del</strong>lo stesso, ma anche a rafforzare l’efficacia<br />

di scelte programmatiche e di interventi già previsti e finalizzati ad esaltarne <strong>la</strong><br />

vocazione turistica-ricettiva.<br />

5. TIPOLOGIA DELLE OPERE INSERITE NEL PROGETTO DI DIFESA COSTIERA<br />

Dal punto di vista tipologico, le opere di protezione e di riassetto/riqualificazione <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

fascia litoranea che si prevede realizzare sono opere di difesa “marittima” costituite da<br />

scogliere in massi naturali di differente pezzatura a cui potranno essere abbinati altri<br />

interventi “a terra” di riqualificazione ambientale di tipo puntuale (sistemazione <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

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PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

parte retrostante <strong>la</strong> spiaggia emersa con eventuali interventi volti al<strong>la</strong> ricostituzione<br />

<strong>del</strong> cordone dunale, facendo ricorso a tecniche di ingegneria naturalistica).<br />

Le opere di difesa dal moto ondoso (opere a gettata) previste appartengono al<strong>la</strong><br />

tipologia <strong>del</strong>le barriere sommerse (scogliere distaccate da riva con andamento<br />

parallelo ad essa) e dei pennelli trasversali ortogonali al<strong>la</strong> linea di riva che sono stati<br />

ipotizzati in parte emersi (in corrispondenza <strong>del</strong> radicamento a terra) e in parte<br />

sommersi (tratto che si estende dal punto mediano fino al<strong>la</strong> testata foranea avente<br />

una lunghezza complessiva di circa 70 m). La loro realizzazione verrà effettuata sia<br />

costruendo le cosiddette “celle” chiuse composte da pennelli in parte sommersi<br />

collegati in testa da una barriera longitudinale anch’essa sommersa, con varchi centrali<br />

di intervento costituita da scogliera sommersa e da pennelli trasversali a T<br />

semisommersi. I suddetti interventi, nel momento in cui si rendessero disponibili<br />

significativi quantitativi di sedimenti, provenienti da cave sottomarine idonee da<br />

ricercare con apposite indagini, potrebbero essere completati con versamenti (sia<br />

all’interno <strong>del</strong>le celle che tra i numerosi pennelli a T) di sabbie di ripascimento, al fine<br />

di ripristinare una idonea <strong>la</strong>rghezza minima (generalmente di circa 10 m) di<br />

avanzamento di spiaggia nelle zone più compromesse e soggette ad arretramenti più<br />

evidenti.<br />

La scelta progettuale di eseguire interventi di tipo “rigido” (eventualmente integrati<br />

con versamenti di idonee sabbie di ripascimento) rappresenta, per il tratto di costa in<br />

esame, una risposta semplice e immediata di contrasto al fenomeno erosivo in grado,<br />

almeno, di trattenere in parte <strong>la</strong> sabbia naturale e di quel<strong>la</strong> di apporto, oltre che a<br />

fornire un valido effetto protezione nei confronti degli eventi di moto ondoso incidenti<br />

e <strong>la</strong> minimizzazione <strong>del</strong>l’impatto visivo-paesaggistico <strong>del</strong>le opere sull’ambiente<br />

circostante.<br />

Inoltre, si deve sottolineare che:<br />

• le “celle” chiuse composte da pennelli in parte sommersi collegati in testa da<br />

una barriera longitudinale anch’essa sommersa, con varchi centrali di<br />

intervento aventi <strong>la</strong> funzione di assicurare che, all’interno <strong>del</strong>lo specchio di<br />

mare protetto dal<strong>la</strong> “cel<strong>la</strong>”, si possa mantenere una sufficiente circo<strong>la</strong>zione<br />

idrica assicurando il necessario ricambio <strong>del</strong>le acque, evitando così fastidiosi<br />

fenomeni di stagnazione con creazione di sgradevoli odori;<br />

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E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

• i pennelli trasversali a T semisommersi presentano una espansione<br />

longitudinale <strong>del</strong><strong>la</strong> testata foranea, finalizzata a contenere le locali correnti di<br />

ritorno ed ubicata in posizione intermedia tra le due barre naturali.<br />

Si deve, inoltre, aggiungere che <strong>la</strong> protezione <strong>del</strong><strong>la</strong> costa eseguita mediante <strong>la</strong><br />

realizzazione di “celle” è stata ideata scegliendo di utilizzare “celle chiuse” costituite da<br />

barriere sommerse e pennelli trasversali semisommersi nelle zone più aggredite dal<br />

mare (ovvero in quei tratti in cui sono presenti infrastrutture stradali e/o insediamenti<br />

abitativi immediatamente retrostanti spiagge di esigua <strong>la</strong>rghezza), mentre nei<br />

rimanenti tratti di litorale si è scelto, anche per questioni legate al<strong>la</strong> reperibilità dei<br />

materiali che economici, di utilizzare pennelli trasversali (a T) che forniscono, seppure<br />

in modo più moderato rispetto al<strong>la</strong> tipologia a “cel<strong>la</strong>”, un buon contenimento degli<br />

arretramenti e <strong>la</strong> stabilizzazione <strong>del</strong><strong>la</strong> linea di riva.<br />

Per ulteriori approfondimenti sulle considerazioni che hanno condotto all’adozione<br />

degli interventi di protezione e di riassetto/riqualificazione <strong>del</strong><strong>la</strong> fascia litoranea si<br />

rimanda al<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione tecnica descrittiva allegata al <strong>progetto</strong> preliminare.<br />

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6. CONSISTENZA DELLE OPERE DI DIFESA COSTIERA PROPOSTE<br />

PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

Le opere di difesa costiera previste lungo il tratto di litorale compreso tra il <strong>Comune</strong> di<br />

Pontecagnano Faiano e il <strong>Comune</strong> di Agropoli si possono quantificare e suddividere in:<br />

• n. 4 celle chiuse, costituite da pennelli in parte sommersi collegati in testa da<br />

una barriera longitudinale anch’essa sommersa;<br />

• n. 55 pennelli trasversali a T di contenimento, ubicati con differenti intervalli<br />

spaziali lungo tutto lo sviluppo longitudinale <strong>del</strong> litorale oggetto di intervento.<br />

Eventuali ripascimenti artificiali con sabbie idonee e compatibili con quelle native e <strong>la</strong><br />

ricostruzione <strong>del</strong> profilo dunale retrostante <strong>la</strong> spiaggia emersa saranno valutati una<br />

volta individuati giacimenti disponibili e compatibili con le aree di intervento.<br />

Di seguito, si descrivono sinteticamente, con riferimento alle sub-unità fisiografiche<br />

individuate, le tipologie di intervento previste, precisando che <strong>la</strong> puntuale definizione<br />

degli stessi interventi sarà stabilita in seguito agli esiti degli studi specialistici da<br />

condurre nelle successive fasi progettuali definitiva ed esecutiva:<br />

- tratto litorale foce fiume Picentino – litorale Magazzeno: si prevede <strong>la</strong> realizzazione di n. 4<br />

barriere debolmente sommerse, costituite da sistemi di difesa a celle, dotate di varchi<br />

protetti, sulle quali si intestano pennelli trasversali parzialmente sommersi. Le opere di<br />

difesa previste sono costituite da massi naturali di natura calcarea. Le prime tre barriere<br />

sono tra loro interval<strong>la</strong>te da due tratti non protetti di lunghezza variabile in corrispondenza<br />

dei quali si trovano le foci di corpi idrici secondari. La terza e quarta barriera sono tra di<br />

loro interval<strong>la</strong>te da un tratto non protetto di lunghezza pari a circa 220 m dove è localizzata<br />

<strong>la</strong> foce <strong>del</strong> fiume Asa;<br />

- tratto litorale Magazzeno – foce fiume Tusciano: Si prevede <strong>la</strong> realizzazione di n. 5 pennelli<br />

trasversali dal n. 1 al n. 5), con un interasse medio di circa 300 m, salvaguardando l’area di<br />

foce <strong>del</strong> fiume Tusciano al fine di non creare ostacolo al naturale apporto di materiale<br />

solido <strong>del</strong>le correnti fluviali;<br />

- tratto litorale foce fiume Tusciano – foce idrovora: si prevede <strong>la</strong> realizzazione di n. 10<br />

pennelli (dal n. 6 al n. 15), con un interasse medio di circa 350 m, salvaguardando l’area di<br />

foce Idrovora al fine di non creare ostacolo al naturale apporto di materiale solido <strong>del</strong>le<br />

correnti fluviali;<br />

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PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

- tratto litorale foce idrovora – foce Sele: Si prevede <strong>la</strong> realizzazione di n. 17 pennelli (dal n.<br />

16 al n. 33), con un interasse medio inizialmente di circa 600 m e, successivamente, di circa<br />

350. L’area di foce presenta attualmente in sponda sinistra una difesa di tipo radente che si<br />

è deciso di non modificare dal<strong>la</strong> configurazione esistente;<br />

- tratto litorale foce Sele – foce Fiumarello: Si prevede <strong>la</strong> realizzazione di n. 15 pennelli (dal<br />

n. 34 al n. 48), con un interasse variabile da 350 a 500 m salvaguardando l’area <strong>del</strong><strong>la</strong> foce<br />

Fiumarello al fine di non creare ostacolo al naturale apporto di materiale solido <strong>del</strong>le<br />

correnti fluviali;<br />

- tratto litorale foce Fiumarello – foce Capodifiume: si prevede <strong>la</strong> realizzazione di n. 3<br />

pennelli (dal n. 49 al n. 51), con un interasse medio di circa 750 m. salvaguardando l’area di<br />

foce <strong>del</strong> fiume Capodifiume al fine di non creare ostacolo al naturale apporto di materiale<br />

solido <strong>del</strong>le correnti fluviali;<br />

- tratto litorale foce Capodifiume – Acqua Solfurea: Si prevede <strong>la</strong> realizzazione di n. 2<br />

pennelli (n. 52 e n. 53), con un interasse medio di circa 750 m;<br />

- tratto litorale Acqua Sulfurea – torre San Marco: Si prevede <strong>la</strong> realizzazione di n. 2 pennelli<br />

(n. 54 e n. 55), con un interasse di circa 850 m, di cui quello di chiusura (avente una forma<br />

curvilinea) è attestato sul costone roccioso di torre San Marco a chiusura <strong>del</strong>l’unità<br />

fisiografica.<br />

Si evidenzia infine che:<br />

o nel tratto di litorale ricadente nel <strong>Comune</strong> di Pontecagnano Faiano, maggiormente<br />

antropizzato e con infrastrutture viarie fortemente minacciate dal fenomeno<br />

erosivo in atto, si prevedono (previa verifica <strong>del</strong><strong>la</strong> disponibilità di sedimenti<br />

disponibili e compatibili) anche puntuali interventi di ripascimento con sabbie per<br />

aumentare <strong>la</strong> distanza <strong>del</strong><strong>la</strong> linea di riva dalle infrastrutture, al fine di garantire un<br />

maggiore grado di sicurezza rispetto alle condizioni attuali;<br />

o nei tratti di litorale a maggior valenza naturalistica, invece, si prevede che possano<br />

trovare realizzazione interventi di consolidamento <strong>del</strong><strong>la</strong> duna utilizzando le sopra<br />

ricordate tecniche di ingegneria naturalistica.<br />

7. SOLUZIONI ALTERNATIVE DA VALUTARE NELLE FASI PROGETTUALI SUCCESSIVE<br />

L’individuazione <strong>del</strong><strong>la</strong> soluzione progettuale <strong>del</strong> Grande Progetto per <strong>la</strong> difesa <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

costa salernitana dai fenomeni erosivi è scaturita dall’analisi e dal<strong>la</strong> comparazione di<br />

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PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

diversi scenari progettuali (scenario 0, scenario 1, scenario 2), considerando, per<br />

ognuno di essi, l’efficacia, il costo, l’impatto ambientale e i tempi di realizzazione.<br />

Scenario 0: Come già illustrato nelle sezioni precedenti, l’analisi cartografica<br />

<strong>del</strong>l’evoluzione <strong>del</strong><strong>la</strong> linea di riva nel periodo 1954-2001 ha messo in<br />

evidenza che in gran parte dei settori esaminati <strong>la</strong> velocità media di<br />

arretramento <strong>del</strong> litorale risulta pari a 1,07 m/anno nel trentennio 1954-<br />

1984 e 0,62 m/anno nell’arco dei 17 anni <strong>del</strong> più breve intervallo 1984-<br />

2001; <strong>la</strong> velocità media di recessione <strong>del</strong><strong>la</strong> riva, pertanto, nell’intero<br />

periodo di 47 anni, risulta pari a 0,91 m/anno. Localmente e<br />

limitatamente a pochi tratti di alcune centinaia di metri, invece, <strong>la</strong><br />

velocità media di progradazione <strong>del</strong><strong>la</strong> riva nell’intero intervallo di 47 anni<br />

risulta in totale pari a 0,4 m/anno.<br />

Pur considerando, quindi, queste situazioni locali, il bi<strong>la</strong>ncio complessivo<br />

è fortemente in deficit; in altri termini, dal 1954 al 2001 sono andati persi<br />

oltre 150.000 mq di spiaggia nel tratto <strong>del</strong> golfo di Salerno di interesse<br />

progettuale (tra Pontecagnano ed Agropoli).<br />

Il trend evolutivo <strong>del</strong><strong>la</strong> superficie di spiaggia erosa porta a prevedere nei<br />

prossimi 30 anni un’ulteriore perdita di circa 715.000 mq di spiaggia,<br />

qualora non si provveda a realizzare idonei interventi di difesa <strong>del</strong> litorale,<br />

con effetti perversi su almeno quattro diversi piani prospettici:<br />

• <strong>la</strong> ovvia diminuzione <strong>del</strong>lo spazio fisico;<br />

• <strong>la</strong> sensibile riduzione <strong>del</strong> livello di protezione <strong>del</strong><strong>la</strong> fascia<br />

retrostante <strong>la</strong> spiaggia, con danni emergenti alle strutture ed<br />

infrastrutture litoranee (strade, lidi balneari, edifici e abitazioni,<br />

ecc.);<br />

• <strong>la</strong> minore integrità <strong>del</strong>l’ambiente naturale con compromissione<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> falda acquifera sotterranea più prossima per l'intrusione <strong>del</strong><br />

cuneo salino;<br />

• <strong>la</strong> generale perdita di biodiversità.<br />

Più a lunga scadenza, si potrebbe prefigurare uno scenario addirittura<br />

catastrofico, in quanto con il proseguire <strong>del</strong> suddetto trend evolutivo si<br />

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E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

arriverebbe al<strong>la</strong> compromissione totale <strong>del</strong> cordone dunare olocenico in<br />

alcuni dei punti già critici allo stato attuale, <strong>la</strong> cui conseguenza<br />

porterebbe al<strong>la</strong> "salinizzazione" dei corrispondenti ambienti retrodunari,<br />

sia per invasione <strong>del</strong>le acque marine, sia per l'avanzamento <strong>del</strong> cuneo<br />

salino nelle acque di falda sotterranea.<br />

Scenario 1: La seconda ipotesi che è stata presa in esame è stata quel<strong>la</strong> di non<br />

prevedere <strong>la</strong> realizzazione di alcun intervento di tipo “diretto” di difesa<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> costa, limitandosi ad attuare esclusivamente interventi di tipo<br />

“indiretto”, ovvero di prevenzione e controllo rivolti a rimuovere, dove e<br />

quando possibile, le cause <strong>del</strong>l’erosione costiera che nel presente caso è<br />

costituita dal<strong>la</strong> riduzione <strong>del</strong> trasporto solido fluviale.<br />

In questo contesto è necessario evidenziare che <strong>la</strong> principale causa <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

riduzione <strong>del</strong> trasporto solido fluviale è costituita dalle opere di<br />

sbarramento e di regimentazione <strong>del</strong>le acque (dighe, traverse, briglie,<br />

ecc.), dalle opere di contenimento <strong>del</strong>l’erosione dei versanti e di<br />

stabilizzazione <strong>del</strong>le frane. La funzione di queste opere nel complesso è<br />

proprio quel<strong>la</strong> di ridurre i fenomeni naturali di erosione <strong>del</strong> suolo e dei<br />

letti fluviali, per evitare che si possano creare problemi di instabilità dei<br />

versanti con conseguenti danni alle strutture e alle infrastrutture. Accanto<br />

a queste cause occorre evidenziare l’estrazione dagli alvei fluviali degli<br />

inerti per il loro utilizzo nel campo <strong>del</strong>l’edilizia. Risulta evidente che <strong>la</strong><br />

rimozione completa di tutte queste cause risulta praticamente<br />

impossibile perché in parte in contrasto con l’utilizzo <strong>del</strong> territorio a<br />

scopo antropico. Alcuni accorgimenti possono sicuramente essere<br />

intrapresi ma richiedono tempi piuttosto lunghi sia per <strong>la</strong> loro attuazione<br />

sia per raccoglierne i benefici. Sicuramente questi accorgimenti devono<br />

essere introdotti nell’ambito <strong>del</strong>le attività di pianificazione <strong>del</strong> territorio<br />

utilizzando “approcci integrati”, ovvero in grado di trovare il giusto<br />

compromesso tra le varie necessità ambientali e di sviluppo che spesso<br />

presentano esigenze di tipo contrapposto. Ad esempio risulta evidente<br />

che gli interventi di stabilizzazione <strong>del</strong> territorio, ovvero le azioni rivolte a<br />

limitare il così detto “dissesto idrogeologico”, risultano controproducenti<br />

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PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

per <strong>la</strong> stabilità dei litorali in quanto mediamente riducono l’erodibilità dei<br />

suoli e quindi il trasporto solido fluviale.<br />

Gli unici interventi perseguibili e in grado di produrre effetti positivi anche<br />

nel breve periodo, sono costituiti dal divieto <strong>del</strong>l’estrazione degli inerti<br />

dagli alvei fluviali e dal<strong>la</strong> realizzazione di sistemi di “by-pass” <strong>del</strong> materiale<br />

solido sedimentato nei bacini artificiali. Per quanto riguarda il primo tipo<br />

d’intervento, ormai il divieto di estrazione è diventato legge nazionale.<br />

Per quanto riguarda il secondo, <strong>la</strong> normativa ambientale vigente sul<br />

dragaggio rende praticamente impossibile <strong>la</strong> rimozione ed il re<strong>la</strong>tivo<br />

trasporto a valle <strong>del</strong> materiale che sedimenta nei bacini creati da<br />

sbarramenti artificiali, in quanto questo materiale, destinato<br />

naturalmente ad alimentare le coste, quasi sempre presenta, a causa<br />

<strong>del</strong>l’inquinamento <strong>del</strong>le acque fluviali, concentrazioni di contaminanti<br />

superiori a quelle massime consentite dal<strong>la</strong> normativa italiana (tra le più<br />

rigorose d’Europa) per il diretto riutilizzo <strong>del</strong>lo stesso materiale<br />

sedimentato. Pertanto, qualora tale materiale venga rimosso, esso<br />

generalmente non può essere ri-immesso direttamente negli alvei fluviali<br />

a valle degli sbarramenti o versato direttamente sulle coste a scopo di<br />

ripascimento (interventi di “by pass”), ma deve essere obbligatoriamente<br />

pretrattato allo scopo di rimuovere i contaminanti, oppure conferito a<br />

discariche autorizzate, con costi che in entrambi i casi risultano talmente<br />

elevati da aver finora scoraggiato in Italia qualsiasi iniziativa in tal senso.<br />

Nel complesso quindi si ritiene non perseguibile <strong>la</strong> possibilità di<br />

intervenire mediante l’impiego di sistemi di difesa costieri <strong>del</strong> “tipo<br />

indiretto” perché ciò causerebbe il sicuro smantel<strong>la</strong>mento nel tempo<br />

<strong>del</strong>l’intero <strong>del</strong>ta fluviale, effetto ovviamente non sostenibile dal punto di<br />

vista socio-economico e ambientale. Pertanto si è deciso di ricorrere ad<br />

interventi di tipo diretto.<br />

Scenario 2: La terza ipotesi che è stata presa in esame è stata quel<strong>la</strong> di prevedere <strong>la</strong><br />

realizzazione di interventi di tipo “indiretto” di difesa <strong>del</strong><strong>la</strong> costa, al fine di<br />

control<strong>la</strong>rne l’evoluzione morfologica. Gli interventi di difesa di tipo<br />

diretto si pongono l’obiettivo di control<strong>la</strong>re l’evoluzione morfologica dei<br />

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E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

litorali. Tali interventi si distinguono tradizionalmente in interventi di<br />

difesa di tipo “attivo”, nel caso in cui essi siano in grado di alterare<br />

l’idrodinamica costiera e/o il re<strong>la</strong>tivo trasporto solido, o di tipo “passivo”<br />

nel caso in cui proteggano passivamente il territorio costiero dall'azione<br />

<strong>del</strong> mare senza alterare sostanzialmente il trasporto solido longitudinale.<br />

Appartengono alle difese di tipo attivo:<br />

• le barriere parallele o distaccate tracimabili;<br />

• i pennelli;<br />

• gli interventi di ripascimento.<br />

Vengono considerate difese di tipo passivo:<br />

• i muri di sponda;<br />

• i rivestimenti in massi (naturali o artificiali) <strong>del</strong><strong>la</strong> berma (difese<br />

radenti);<br />

• gli interventi di ricostituzione e protezione naturale (con<br />

piantumazione di specie vegetali autoctone) <strong>del</strong>le dune.<br />

Agli interventi di ripascimento è riservato spesso l’aggettivo di “morbidi”<br />

in contrapposizione ai termini “duri” o “rigidi” applicati agli interventi di<br />

difesa tradizionali, per sottolineare il tipo di materiale impiegato e <strong>la</strong><br />

durezza <strong>del</strong> segno <strong>la</strong>sciato dall’uomo sull’ambiente naturale.<br />

Le tipologie di opere sopra elencate possono essere combinate tra di loro<br />

generando sistemi di difesa di tipo misto.<br />

Nel caso in questione risulta indispensabile ricorrere ad interventi di<br />

difesa di tipo “attivo” in quanto bisogna garantire <strong>la</strong> fruibilità <strong>del</strong> litorale e<br />

quindi sono sicuramente da escludere sia i muri di sponda sia le difese<br />

radenti. Allo stesso tempo si ritiene che allo stato attuale non essendo<br />

stata eseguita alcuna indagine specifica rivolta ad accertare <strong>la</strong><br />

disponibilità, da cave marine e/o terrestri, di volumetrie rilevanti di<br />

sabbia da impiegare per interventi di ripascimento artificiale e/o di<br />

ricostruzione <strong>del</strong><strong>la</strong> duna costiera, si ritiene che tali tipologie non possano<br />

essere utilizzate quali tipologie principali d’intervento, ma al più da<br />

accoppiare ad interventi diretti attivi di “tipo rigido”.<br />

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PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

Per quanto riguarda i ripascimenti, si evidenzia che ormai si è<br />

comunemente riconosciuta <strong>la</strong> necessità di evitare per grandi interventi il<br />

ricorso esclusivo al “ripascimento puro”, poiché in tal caso gli oneri di<br />

manutenzione, dovuti al versamento periodico di sabbia, possono<br />

risultare molto elevati e generalmente non sostenibili sul lungo periodo<br />

sia per ragioni economiche sia a causa <strong>del</strong> fatto che i giacimenti di sabbia<br />

hanno comunque una capacità finita. Sostanzialmente si riconosce <strong>la</strong><br />

necessità di considerare <strong>la</strong> sabbia da ripascimento come una “risorsa<br />

ambientale limitata”, <strong>la</strong> quale deve essere “amministrata” con ocu<strong>la</strong>tezza.<br />

Per tale ragione ormai <strong>la</strong> tendenza progettuale è quel<strong>la</strong> di accoppiare,<br />

quando possibile, gli interventi di ripascimento con interventi di tipo<br />

rigido, dando luogo ad interventi di tipo misto. La funzione degli<br />

interventi rigidi deve essere sia quel<strong>la</strong> di proteggere il litorale<br />

dall’erosione, sia quel<strong>la</strong> di limitare le perdite di sabbia e quindi di<br />

contenere gli oneri di manutenzione.<br />

Pertanto, nel<strong>la</strong> fase di progettazione definitiva, si procederà a un approfondito studio<br />

<strong>del</strong><strong>la</strong> morfodinamica costiera, confermando o effettuando le necessarie modifiche al<strong>la</strong><br />

impostazione p<strong>la</strong>nimetrica <strong>del</strong>le opere di difesa rigide proposte nel <strong>progetto</strong><br />

preliminare. Peraltro nel<strong>la</strong> progettazione definitiva si procederà anche a:<br />

• riconoscere puntualmente le tipologie di ecosistemi presenti nel tratto di<br />

litorale in esame;<br />

• <strong>del</strong>ineare i confini e <strong>la</strong> funzionalità specifica degli ambiti sub - fisiografici;<br />

• identificare gli elementi di discontinuità su base ecologica, anche in chiave<br />

socio-economica, prevedendo eventuali misure di mitigazione e gestione<br />

sostenibile <strong>del</strong>l’area;<br />

• individuare i servizi ecosistemici associabili al sistema duna-spiaggia e<br />

stimarne il valore in termini economici.<br />

Per <strong>la</strong> stesura <strong>del</strong> livello progettuale definitivo <strong>del</strong> Grande Progetto ed al fine di<br />

valutare gli impatti <strong>del</strong> <strong>progetto</strong> rispetto al<strong>la</strong> situazione attuale si potrà fare<br />

riferimento anche allo studio <strong>del</strong>l'evoluzione p<strong>la</strong>nimetrica <strong>del</strong><strong>la</strong> spiaggia applicato<br />

all’area sperimentale di studio compresa tra il fiume Picentino e il fiume Tusciano,<br />

eseguito con il mo<strong>del</strong>lo Beachp<strong>la</strong>n, effettuato dal<strong>la</strong> HR Wallingford nel 2001, già in<br />

precedenza citato. Tale mo<strong>del</strong>lo permette di rappresentare accuratamente il<br />

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PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

comportamento <strong>del</strong><strong>la</strong> costa e <strong>del</strong>l'impatto che gli interventi di ingegneria possono<br />

avere su di essa.<br />

Allo scopo di ottenere una chiara indicazione <strong>del</strong><strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva portata degli effetti<br />

<strong>del</strong>l'intervento, è stata simu<strong>la</strong>ta l’evoluzione futura <strong>del</strong><strong>la</strong> linea di riva nell'ipotesi in cui<br />

non si effettui alcun intervento (“scenario 0”). Il risultato <strong>del</strong>lo studio evidenzia, nel<br />

tratto compreso tra il fiume Picentino e il fiume Tusciano, una perdita di spiaggia in<br />

seguito al fenomeno di erosione valutato approssimativamente intorno ai 35.000 m 2 ,<br />

nel corso dei prossimi 15 anni.<br />

Lo Scenario 2 individuato come soluzione progettuale ottimale nello studio eseguito<br />

dal<strong>la</strong> HR Wallingford, re<strong>la</strong>tivo al tratto compreso tra il fiume Picentino e il fiume<br />

Tusciano, è aderente alle due opzioni di intervento (soluzione A e soluzione B) valutate<br />

nelle simu<strong>la</strong>zioni su mo<strong>del</strong>lo matematico. Nel dettaglio, <strong>la</strong> soluzione A prevede <strong>la</strong><br />

realizzazione di soli pennelli trasversali, mentre <strong>la</strong> soluzione B prevede <strong>la</strong> realizzazione<br />

esclusiva di barriere sommerse.<br />

Una sintesi dei risultati ottenuti sono riportati in figura 1 che mostra le perdite<br />

progressive <strong>del</strong><strong>la</strong> spiaggia nel tratto di litorale di Pontecagnano Faiano, per lo scenario<br />

di non intervento e fornisce un'indicazione <strong>del</strong>l’incremento <strong>del</strong><strong>la</strong> superficie attesa per il<br />

tratto di spiaggia esaminata con l'uso di pennelli e poi con frangiflutti sommersi.<br />

Lo scenario di non intervento mostra come <strong>la</strong> linea di riva sarà quasi inutilizzabile per<br />

gran parte <strong>del</strong> fronte considerato, mentre gli altri due scenari presentano un<br />

miglioramento rispetto al<strong>la</strong> situazione attuale. Per questa ragione, nel<strong>la</strong> stesura<br />

preliminare <strong>del</strong> Grande Progetto, si è ritenuto opportuno integrare i due sistemi di<br />

intervento separati, ovvero solo pennelli trasversali nel<strong>la</strong> Soluzione A e sole barriere<br />

sommerse per <strong>la</strong> soluzione B, adottando sia “celle chiuse” che pennelli trasversali.<br />

Fig. 2 – Confronto tra lo scenario di non intervento e le Opzioni 1 e 2 in termini di superficie di spiaggia<br />

persa/guadagnata<br />

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8. OBIETTIVI SOCIO-ECONOMICI DELL’INTERVENTO<br />

PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

In linea generale, gli obiettivi più immediatamente percepibili <strong>del</strong> Grande Progetto<br />

sono di natura fisica e sono di seguito riportati:<br />

- contrasto al fenomeno <strong>del</strong>l'erosione costiera rilevata da studi condotti in passato e<br />

descritti in precedenza;<br />

- stabilizzazione <strong>del</strong> litorale (con possibile al<strong>la</strong>rgamento <strong>del</strong><strong>la</strong> fascia emersa <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

spiaggia anche in assenza di interventi di ripascimento);<br />

- prosecuzione degli interventi di difesa e riqualificazione <strong>del</strong><strong>la</strong> fascia costiera<br />

attualmente in corso nel limitrofo <strong>Comune</strong> di Salerno;<br />

- aumento <strong>del</strong><strong>la</strong> ricettività <strong>del</strong> sistema turistico-balneare;<br />

- aumento <strong>del</strong> valore indotto <strong>del</strong> territorio derivante dal<strong>la</strong> riqualificazione <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

fascia costiera;<br />

- riduzione dei rischi e dei danni alle strutture private e pubbliche (strutture<br />

balneari, strade, pineta etc.) derivanti dal processo di erosione in atto;<br />

- tute<strong>la</strong> e valorizzazione degli habitat costieri e marini.<br />

Tali obiettivi, tuttavia, hanno <strong>del</strong>le ricadute sia sul<strong>la</strong> sfera socio-economica locale, sia<br />

nel contesto ambientale, inteso in senso più ampio. In partico<strong>la</strong>re, il Grande Progetto<br />

vuole innescare un processo di sviluppo fondato sul<strong>la</strong> sostenibilità, ovvero fondare il<br />

processo di crescita locale proprio sul<strong>la</strong> salvaguardia e l’integrità <strong>del</strong>le risorse<br />

ambientali e naturali.<br />

Si può ipotizzare un processo causa-effetto così strutturato:<br />

1. l’intervento contrasta l’erosione <strong>del</strong>le spiagge, riducendo sensibilmente il livello<br />

di rischio connesso;<br />

2. <strong>la</strong> prevenzione <strong>del</strong> fenomeno erosivo può comportare due conseguenze di<br />

ordine economico:<br />

a) <strong>la</strong> liberazione <strong>del</strong>le risorse finanziarie, in seguito al<strong>la</strong> riduzione dei costi<br />

dovuti al<strong>la</strong> riparazione dai danni,<br />

b) l’incremento <strong>del</strong> valore patrimoniale complessivo <strong>del</strong>le aree (per effetto<br />

<strong>del</strong>l’aumento <strong>del</strong><strong>la</strong> dimensione fisica);<br />

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PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

3. il miglioramento <strong>del</strong>le condizioni complessive – in termini di minor rischio e di<br />

maggior grado di tute<strong>la</strong> ambientale – incide sul livello di attrattività <strong>del</strong> sito.<br />

Si tratta, in altre parole, di un processo che va al di là <strong>del</strong><strong>la</strong> mera protezione<br />

territoriale, indirizzandosi piuttosto in direzione <strong>del</strong><strong>la</strong> valorizzazione <strong>del</strong> territorio, resa<br />

possibile dagli aspetti sopra menzionati, ossia minor rischio e maggior tute<strong>la</strong><br />

ambientale.<br />

Gli effetti <strong>del</strong><strong>la</strong> valorizzazione sono, comunque, rilevabili su un arco temporale<br />

certamente lungo, perché presuppongono un cambiamento <strong>del</strong><strong>la</strong> strategia<br />

complessiva di valorizzazione e sviluppo locale.<br />

Un simile processo di cambiamento, però, non nasce se non attraverso un opportuno<br />

meccanismo di innesco, che, nel disegno strategico a cui si fa riferimento, è<br />

rappresentato proprio dal <strong>progetto</strong>, con il quale si vuole pertanto spostare il fulcro<br />

<strong>del</strong>l’azione di protezione <strong>del</strong> territorio, dall’emergenza al<strong>la</strong> prevenzione e al<strong>la</strong><br />

valorizzazione sostenibile.<br />

Peraltro il <strong>progetto</strong> contribuisce all’attuazione <strong>del</strong>l’Asse prioritario 1 “Sostenibilità<br />

ambientale ed attrattività culturale e turistica” <strong>del</strong> POR Campania FESR 2007/2013.<br />

Tale asse prioritario è incentrato sugli interventi riguardanti l’uso sostenibile <strong>del</strong>le<br />

risorse ambientali, <strong>la</strong> valorizzazione <strong>del</strong>le risorse naturali e culturali per lo sviluppo. In<br />

partico<strong>la</strong>re il <strong>progetto</strong> rientrando nell’obiettivo specifico “1.b RISCHI NATURALI”<br />

risponde al<strong>la</strong> necessità di contrastare il fenomeno erosivo <strong>del</strong>le coste favorendo il<br />

naturale apporto terrigeno e l’esaltazione <strong>del</strong>le valenze ambientali ed economico-<br />

sociali <strong>del</strong> territorio.<br />

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9. SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE DELL’INTERVENTO<br />

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E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

Il Grande <strong>progetto</strong> contribuisce all’obiettivo di sostenibilità ambientale, in quanto è<br />

prevalentemente finalizzato a combattere <strong>la</strong> perdita di biodiversità e a tute<strong>la</strong>re e<br />

valorizzare i servizi ecologici <strong>del</strong> sistema fascia costiera, e rispetta il principio <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

prevenzione evitando danni ambientali e risolvendo il problema <strong>del</strong>l’erosione costiera<br />

al<strong>la</strong> fonte. Gli studi di settore re<strong>la</strong>tivi al tratto costiero in esame hanno, infatti,<br />

evidenziato una tendenza progressiva all’arretramento <strong>del</strong><strong>la</strong> linea di riva, con una<br />

perdita media annua <strong>del</strong> 18% di superficie di spiaggia. Tale fenomeno, se non<br />

adeguatamente e tempestivamente affrontato con <strong>la</strong> realizzazione di opere di difesa<br />

costiera, causerà nel tempo l’ulteriore compromissione e/o perdita di episodi <strong>del</strong><br />

<strong>del</strong>icato sistema costiero duna-pineta, già in parte compromessi dal suddetto<br />

fenomeno erosivo.<br />

Inoltre, tra gli obiettivi specifici <strong>del</strong>l’Asse 1 – Sostenibilità ambientale ed attrattività<br />

culturale e turistica <strong>del</strong> POR Campania FESR 2007-2013, è previsto quello di garantire<br />

un efficiente sistema di prevenzione e mitigazione dei rischi di origine naturale<br />

attraverso <strong>la</strong> messa in sicurezza dei territori più esposti, <strong>la</strong> promozione <strong>del</strong><strong>la</strong> difesa <strong>del</strong><br />

suolo nel<strong>la</strong> salvaguardia <strong>del</strong><strong>la</strong> biodiversità e <strong>la</strong> riduzione <strong>del</strong> fenomeno di erosione<br />

<strong>del</strong>le coste (1.b – Rischi naturali).<br />

Il Grande <strong>progetto</strong>, pertanto, risulta coerente con le scelte strategiche compiute per <strong>la</strong><br />

sostenibilità ambientale in Regione Campania attraverso l’impiego dei fondi<br />

comunitari.<br />

Le aree costiere rappresentano certamente <strong>la</strong> porzione di territorio nel<strong>la</strong> quale l’azione<br />

antropica ha determinato i maggiori effetti di trasformazione. Il fenomeno, che<br />

sintetizza <strong>la</strong> criticità <strong>del</strong>l’effetto sinergico di molte attività umane, è dato dall’erosione<br />

dei litorali sabbiosi, il quale intacca gravemente un bene economico fondamentale per<br />

le località turistiche balneari, oltre che un valore naturale da conservare per le<br />

generazioni future. Costituendo corpi sedimentari in mutua re<strong>la</strong>zione, l’erosione <strong>del</strong>le<br />

spiagge è frequentemente associata al<strong>la</strong> demolizione <strong>del</strong>le dune costiere.<br />

In un approccio organico ed ecologicamente coerente, <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> <strong>del</strong>le dune costiere<br />

implica necessariamente di control<strong>la</strong>re i meccanismi di disturbo e di degrado<br />

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PROVINCIA DI SALERNO – Grande <strong>progetto</strong> Interventi di difesa e ripascimento <strong>del</strong> litorale <strong>del</strong> golfo di Salerno<br />

E.D. 01 – Re<strong>la</strong>zione <strong>illustrativa</strong><br />

agevo<strong>la</strong>ndo le dinamiche naturali nei processi di formazione e di stabilizzazione dei<br />

depositi sabbiosi.<br />

Solo dopo aver rimosso o almeno mitigato le azioni di disturbo, si rendono possibili e<br />

sostenibili anche interventi di consolidamento o di ripristino.<br />

La conservazione <strong>del</strong>le dune costiere, <strong>la</strong> loro valorizzazione, intesa come occasione di<br />

uso sostenibile, e l’eventuale ripristino, necessitano di azioni “profonde” che possono<br />

attuarsi attraverso un processo di gestione integrata che comporti l’adozione di linee<br />

di intervento organiche per <strong>la</strong> corretta pianificazione, uso e “manutenzione<br />

sostenibile” <strong>del</strong> sistema spiaggia – duna, coinvolgendo tutti i responsabili <strong>del</strong>le<br />

politiche locali, regionali, nazionali e sovranazionali e più in generale di tutti i soggetti<br />

che con le proprie attività influenzano le regioni costiere.<br />

Il processo dinamico, che ne deriva è destinato a durare e ad evolversi nel tempo,<br />

consentendo <strong>la</strong> gestione e l’uso sostenibili <strong>del</strong>le zone costiere, in grado di tenere conto<br />

nel medesimo tempo <strong>del</strong><strong>la</strong> fragilità degli ecosistemi e dei paesaggi costieri, <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

diversità di usi e attività, <strong>del</strong>le loro interazioni e dei loro impatti sia sugli spazi marittimi<br />

che su quelli terrestri.<br />

Le dune costiere costituiscono ambienti estremamente fragili, ma in grado di<br />

rigenerarsi con re<strong>la</strong>tiva velocità una volta rimosse le cause <strong>del</strong> disturbo che possono<br />

essere molteplici e agire contemporaneamente. Di fronte all’agire sinergico dei disturbi<br />

anche le metodologie di conservazione e ripristino dovranno necessariamente essere<br />

attuate con approcci integrati, tali da contribuire all'obiettivo <strong>del</strong><strong>la</strong> sostenibilità<br />

ambientale in coerenza al<strong>la</strong> politica europea sul cambiamento climatico, ed al<strong>la</strong><br />

conservazione <strong>del</strong><strong>la</strong> biodiversità, prevenendo danni ambientali al<strong>la</strong> fonte.<br />

Il Grande <strong>progetto</strong>, dunque, intende realizzare interventi necessari al<strong>la</strong> protezione e<br />

al<strong>la</strong> messa in sicurezza <strong>del</strong> litorale e, di conseguenza, degli habitat costieri, azione<br />

indispensabile e propedeutica a qualunque altro intervento di tute<strong>la</strong> e valorizzazione<br />

degli habitat stessi. Inoltre, esso si integra strategicamente con i progetti di<br />

valorizzazione e manutenzione <strong>del</strong> sistema costiero duna-pineta predisposti dagli Enti<br />

locali interessati direttamente dall’intervento (Provincia e Comuni litoranei).<br />

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