IL DALMATA - Arcipelago Adriatico
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pag. 18 dicembre 2004-marzo 2005 <strong>IL</strong> <strong>DALMATA</strong><br />
MESSAGGIO DEL PRESIDENTE<br />
DEL CONSIGLIO S<strong>IL</strong>VIO BERLUSCONI<br />
Se guardiamo indietro<br />
al XX secolo<br />
non possiamo<br />
dimenticare.<br />
Solo il ricordo di<br />
ciò che copre di<br />
vergogna l’essere<br />
umano può<br />
impedire di ripercorrere la stessa strada dell’odio e di generare i<br />
medesimo mostri. E’ per questo che nessuna delle pagine della<br />
nostra storia può essere cancellata, anche se il ricordo provoca<br />
turbamento, dolore e vergogna. Il ”Giorno del Ricordo”, che quest’anno<br />
celebriamo per la prima volta, ha proprio il fine di sollevare<br />
il velo del silenzio sulla tragedia delle foibe, una storia poco<br />
raccontata, poco conosciuta. Lo celebriamo onorando le sue vittime,<br />
di cui non sarà mai possibile conoscere tutti i nomi e ricordando<br />
le sofferenze di istriani, fiumani e dalmati costretti all’esodo<br />
all’abbandono della propria terra, dei beni, spesso anche<br />
dei propri familiari.<br />
La legge, che il Parlamento ha fortemente e meritoriamente voluto,<br />
nell’istituire il “Giorno del Ricordo” invita anche a far conoscere,<br />
oggi e negli anni futuri, questa tragica pagina di storia ai<br />
giovani, ancora una volta con l’aiuto della scuola, alla quale è<br />
affidato il compito di insegnare alle nuove generazioni il rispetto<br />
dei valori fondamentali della persona. Vogliamo celebrare questa<br />
giornata tutti uniti, in un ricordo condiviso da tutta la Nazione,<br />
rendendo omaggio e giustizia alle tante, troppe vittime di un odio<br />
etnico ed ideologico a cui non dovremo mai più dare la possibilità<br />
di prevalere. Roma, 9 febbraio 2005.<br />
SALUTO<br />
AGLI ESULI<br />
DI S.A.R.<br />
AMEDEO<br />
DI SAVOIA<br />
DUCA<br />
D’AOSTA.<br />
Letto al Teatro Verdi dal comm.te Luigi Ruzzier<br />
Signor Ministro, autorità, triestini, esuli istriani, fiumani e dalmati.<br />
La commemorazione odierna mi riporta alla mente l’amore, mai<br />
dimenticato, che sempre la mia famiglia ha nutrito per questa città,<br />
nelle vicinanze della quale, per diversi anni hanno soggiornato<br />
mio zio Amedeo che in misura minore i miei genitori appena<br />
sposati. Oggi Trieste è una realtà europea, crocevia della cultura<br />
e dei commerci fra la vecchia Europa e i nuovi paesi da poco entrati<br />
nella nostra comunità. Ma sessant’anni fa da qui sono passati<br />
terrore, fame e morte. Le truppe “liberatrici” jugoslave hanno<br />
segnato in modo incancellabile una generazione di triestini e<br />
giuliani che hanno pagato sulla loro pelle l’errore e l’orrore di<br />
una guerra fratricida e il loro attaccamento alla Patria. Sono passati<br />
tanti anni, non potrò mai dimenticare l’orrore delle Foibe,<br />
non potrò mai dimenticare la disperazione che ho visto sui volti<br />
di quelle povere famiglie costrette a lasciare la loro terra.<br />
Oggi con la celebrazione di tutte le vittime, tutte unite nella morte<br />
e nella sofferenza, si chiude un cerchio al quale fino poco tempo<br />
fa mancava la memoria delle foibe e delle deportazioni subite<br />
da quegli italiani che non accettarono il predominio delle truppe<br />
jugoslave e che per ragioni di politica internazionale furono abbandonati<br />
da chi poteva aiutarli.<br />
Il mio augurio altro non può essere che le generazioni odierne e<br />
future, memori dagli orrori del passato si incamminino unite verso<br />
un futuro di pace e di prosperità.<br />
CARTA GEOGRAFICA DIMENTICA<br />
TRIESTE, TRENTO E TREVISO<br />
MA NON ZARA<br />
Riceviamo tante lamentele perché la città di Zara è continuamente<br />
dimenticata nelle carte geografiche italiane o viene indicata<br />
nella dizione croata di Zadar. Nell’Atlante geografico,<br />
edito da “La Repubblica” nella carta n. 25 Italia, Europa ed<br />
Asia, mancano capoluoghi di regione come Trento e Trieste o<br />
città importanti come Treviso e Vicenza ed in Croazia mancano<br />
Fiume e Spalato che hanno il doppio degli abitanti di<br />
Zara, ma - ci segnala Sereno Detoni - è segnata la vecchia capitale<br />
del Regno di Dalmazia e per di più nella dizione italiana.<br />
Troppa grazia Sant’Antonio