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LIBERI - Comune di Roma

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zona del Pd’A, abitante nello stesso caseggiato e molto attivo nel territorio.<br />

Gli arrestati sono Matteo Rita, Angelo Pavoncello, Augusto<br />

Pizzicannella, del Pd’A, Adriano e Mario Paolini, Giovanni Mercuri,<br />

Vittorio Gubinelli, Vittorio e Luigi Menichetti del Pci, i quali, fortunatamente,<br />

saranno liberati all’arrivo degli Alleati. Nell’imme<strong>di</strong>ato<br />

dopoguerra il presunto delatore, che risulterà in realtà ex milite del<br />

battaglione “<strong>Roma</strong> o Morte” e appartenente alla Gnr sarà sottoposto<br />

a proce<strong>di</strong>mento. 11<br />

Gli arrestati sono trattenuti nel carcere romano ma non sono<br />

consegnati ai tedeschi. Sempre nel dopoguerra l’esito fortunato della<br />

vicenda è raccontato dal funzionario <strong>di</strong> PS dell’Ufficio politico<br />

della Questura incaricato delle indagini, il commissario ausiliario<br />

Antonino Guarnotta il quale, all’epoca dello svolgimento dei fatti<br />

era un componente anch’egli del movimento <strong>di</strong> Resistenza.<br />

158<br />

Luca Saletti<br />

“Interrogai tutti gli arrestati accogliendo tutte le loro <strong>di</strong>fese. Tra i documenti<br />

sequestrati agli arrestati c’era un elenco <strong>di</strong> persone (una trentina)<br />

sul quale io dovevo svolgere indagini […] invece <strong>di</strong> fare arrestare le persone,<br />

feci fare sulle predette un rapporto da un sottufficiale dal quale<br />

rapporto risultava che le persone stesse erano estranee ad attività politiche.<br />

Dopo qualche tempo, credo tre o quattro giorni, siccome tra gli arrestati<br />

c’era un certo Pavoncello […] che era un ebreo ricercato dalla<br />

polizia germanica e che quin<strong>di</strong> egli sarebbe venuto a prenderlo per consegnarlo<br />

ai tedeschi, feci associare il Pavoncello al carcere a <strong>di</strong>sposizione<br />

dell’ufficio politico, in modo da evitarne la deportazione in Germania,<br />

anzi feci in modo <strong>di</strong> metterlo in libertà, mi consigliai al riguardo col Dr.<br />

Guida al quale anzi riferii la cosa manifestando il desiderio <strong>di</strong> evitare che<br />

lo stesso arrestato fosse messo a <strong>di</strong>sposizione della polizia germanica e<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> liberarlo. Il Dr. Guida mi <strong>di</strong>sse <strong>di</strong> passarlo a sua <strong>di</strong>sposizione<br />

perché, occupandosi egli <strong>di</strong> ebrei, avrebbe trovato il modo <strong>di</strong> metterlo in<br />

libertà. Cosa che fece l’indomani. Altro arrestato mi fu possibile <strong>di</strong> liberare<br />

subito. Per gli altri riferii al capo ufficio politico proponendone la liberazione,<br />

ma questi mi fece presente che essendo stata rinvenuta della<br />

stampa <strong>di</strong> propaganda, non era possibile liberarli. Per non fare la denuncia<br />

degli arrestati indugiai <strong>di</strong>cendo al capo ufficio politico che avrei dovuto<br />

fare ulteriori indagini. Successivamente nella prima decade del<br />

maggio 1944 assieme ad altra pratica mi fu ritolta quella dei suddetti arrestati.<br />

Io incominciai a preoccuparmi perché temevo <strong>di</strong> essere scoperto<br />

in quanto io lavoravo per conto del Fronte della Resistenza. Mi risulta<br />

poi che gli altri furono liberati. […] “<br />

11 Asr, Cap, Corte d’assise, f. 1596.

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