LIBERI - Comune di Roma
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Luca Saletti<br />
trovare “inserti” rari e <strong>di</strong> particolare interesse, soprattutto giornali,<br />
opuscoli e altri documenti sequestrati durante le perquisizioni domiciliari:<br />
sovente si può rinvenire corrispondenza personale del sorvegliato,<br />
sia inviata che a questi destinata, intercettata e fotografata<br />
prima <strong>di</strong> farla recapitare, ma che alcune rare volte è stata semplicemente<br />
sequestrata all’insaputa del malcapitato. Sono molte le effigi<br />
<strong>di</strong> Giacomo Matteotti detenute, anche ad anni <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dall’omici<strong>di</strong>o<br />
del deputato, quasi come reliquie, dai loro possessori, ma si<br />
possono trovare anche rarità come un poemetto in romanesco del<br />
1919 sull’influenza detta “spagnola”, stampato a cura del Circolo<br />
socialista <strong>di</strong> Trastevere, o testi e bozze <strong>di</strong> stampa <strong>di</strong> canzonette rivoluzionarie<br />
del periodo imme<strong>di</strong>atamente successivo alla fine del primo<br />
conflitto mon<strong>di</strong>ale. La documentazione a <strong>di</strong>sposizione precede e<br />
supera ampiamente il ventennio fascista. I primi fascicoli risultano,<br />
infatti, “formati” alla fine del XIX secolo e i documenti più recenti<br />
arrivano alla metà degli anni Cinquanta del secolo successivo: rispettivamente<br />
nell’ultima fase dello stato liberale e durante i primi<br />
anni dell’Italia repubblicana. Nel periodo fascista ai “sovversivi” ben<br />
caratterizzati politicamente si aggiungono tutti coloro che incappano<br />
nelle maglie della rete repressiva del regime solo perché si abbandonano<br />
a commenti sfavorevoli o si lasciano andare ad apprezzamenti<br />
poco lusinghieri sulle alte cariche del fascismo o dello Stato,<br />
molto spesso a causa <strong>di</strong> un’eccessiva ingestione <strong>di</strong> alcol. In questi<br />
casi <strong>di</strong>fficilmente si tratta <strong>di</strong> oppositori organizzati e legati a formazioni<br />
clandestine con un preciso programma politico, anche se talvolta<br />
hanno un passato <strong>di</strong> militanza antifascista. Tuttavia, anche se<br />
sotto l’effetto del vino, costoro non fanno altro che palesare un malcontento<br />
<strong>di</strong>ffuso, dovuto soprattutto alle precarie con<strong>di</strong>zioni economiche<br />
<strong>di</strong> larga parte della popolazione, a cui il regime non riesce a<br />
dare risposte concrete. Nel corso degli anni Trenta, il periodo <strong>di</strong><br />
maggior consenso al fascismo, si assiste a un progressivo sfaldamento<br />
delle convinzioni antifasciste <strong>di</strong> molti oppositori, ormai persuasi<br />
dell’irreversibilità del regime, che inoltrano istanze per la loro<br />
cancellazione dal novero dei sovversivi e in alcuni casi chiedono anche<br />
l’iscrizione al Pnf, al fine <strong>di</strong> procurarsi prospettive <strong>di</strong> lavoro e <strong>di</strong><br />
offrire una vita più <strong>di</strong>gnitosa alle proprie famiglie. Di fronte a tutte<br />
queste istanze la reazione delle istituzioni è decisamente varia: nella<br />
stragrande maggioranza dei casi i commissariati <strong>di</strong> zona danno<br />
quasi sempre parere favorevole alla richiesta <strong>di</strong> revoca delle misure<br />
<strong>di</strong> sorveglianza, sia pure motivandola “a titolo <strong>di</strong> prova”. A fronte <strong>di</strong><br />
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