ilCONCETTO ed il PROGETTO - Mauro Minniti

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Il comunitarismo settario perciò deve far posto un comunitarismo aperto. Occorre in questo contesto una doppia direzione nella quale muoversi: la prima verticale, volta a promuovere una sempre maggiore identificazione dei legami forti con la propria cultura e che conduce ad una integrazione bilanciata, poiché più si conoscono i propri legami tradizionali (e nel Capitolo dedicato alla Destra Unita ed Organizzata questo concetto sarà ancora più chiaro) più si accettano e si comprendono altre realtà comunitarie; l’altra orizzontale, che dispone la necessità di relazionarsi con le diverse comunità conviventi o coabitanti per trovare risposte comuni sia di fronte ai fattori interni che a quelli internazionali. Inoltre rinunciare ad un comunitarismo pluralista, quindi aperto al punto da riconoscere non solo l’esistenza ma anche i diritti di altre entità, può condurre verso discriminanti pesanti difficili da rendere innocue. È ovvio che di fronte a questo fenomeno deve imporsi una reciprocità, ovvero disporsi un tragitto a doppio senso di marcia che permetta alle realtà in viaggio di incontrarsi, ma non di scontrarsi. In questo senso devono operare tutte quelle entità comunitarie desiderose di procedere, ognuno per la propria direzione - laddove diventa difficile incamminarsi nella medesima - per giungere comunque alla stessa destinazione. Su tali considerazioni, la Destra altoatesina deve continuare a ragionare in maniera intelligente affinché da cosiddetto polo escluso della realtà politica locale, possa divenire quel polo incluso in cui ha saputo trasformarsi in campo nazionale AN. Rinunciare 32 Destra comunitaria ed identitaria
a questo significa sposare una mentalità perdente, che se una volta poteva essere simbiotica della Destra - quando essa nutriva, nella sua cultura storica, più un debole per i Vinti piuttosto che per i Vincitori (tant’è vero che amava schierarsi a fianco dei primi piuttosto che dei secondi) - oggi non può rappresentare quel senso di separazione vissuto con orgoglio dalla Destra quando essa viveva la durezza della democrazia che amava demonizzare la Destra stessa. La Destra allora si costruì addosso quell’abito mentale che nel rafforzare la cosiddetta visione di gruppo, coincideva spesso con l’auto emarginazione dalla società, tanto più se filoborghese. Ma oggi la Destra locale, pur mantenendo il suo istinto antagonista, deve saper essere protagonista; nella fierezza di avere come riferimento i suoi Valori, ma senza chiudersi in un integralismo ipocrita o di comodo perché più remunerativo elettoralmente, espresso magari attraverso quella retorica comiziale grintosa che trova sempre meno uditori allineati. La Destra altoatesina non deve concentrare la sua sfida culturale solo rivendicando la territorialità nazionale di questa nostra area geografica. Intendiamoci: è questa certamente l’essenza nella difesa più che di una Nazione, dello Stato; più che di una Comunità, di atti giuridici. Ma è anche stata l’essenza di una ragione di essere che per la Destra ha significato migliaia di consensi elettorali al grido „siamo in Italia, quindi si parla italiano“, nella denuncia contro il bilinguismo che altresì non può significare la ragion di essere unica, anche nel futuro come nel presente. Ci sono molte azioni propedeutiche alla salvaguardia di una cultura come Destra comunitaria ed identitaria 33
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Mauro Minniti, nato a Foligno (Pg)
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