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EDIZIONE WEB - Il Raccolto

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e si congedò facendo sventolare il suo berretto. E Brunilde fece a<br />

tempo a scorgere, nel suo unico occhio, un’espressione di disappunto<br />

che forse tradiva tutta la sua gelosia.<br />

In quel grande letto destinato alla futura marchesa Visconti, si amarono<br />

con una consapevolezza nuova. Lei non riusciva a trovare risentimento<br />

per lui nel suo cuore. Forse, ora lo stimava meno, non lo vedeva<br />

più circonfuso di aureole come nei primi tempi. Ma lo amava ugualmente<br />

con tutte le proprie forze. La sua vicinanza le riempiva di palpiti<br />

il cuore e le inebriava i sensi. Cercava di capire i pensieri ed i sentimenti<br />

che lo opprimevano. Vi era in lui una patina di malinconia che<br />

non gli impediva, però, di possederla con vigore e di indirizzarle frasi<br />

delicate. Alla foga baldanzosa di un tempo, si era adesso sostituito un<br />

atteggiamento tenero, un modo riguardoso di penetrare in lei, di carezzarle<br />

le tempie ed i capelli, di ricercare fra loro una comunione spirituale<br />

oltre che fisica. Era un modo più maturo d’amare che a lei non<br />

dispiaceva.<br />

Quando, due giorni dopo, trasognata, ritornò a Tradate, trovò il marito<br />

a letto, debilitato evidentemente dal veleno. Non le chiese giustificazioni<br />

sulla sua assenza ma le comunicò che era in arrivo, da Milano,<br />

sua madre Eleonora per assisterlo. Inoltre, la pregò di assumere il<br />

governo della signoria, in sua vece, fino a quando non si fosse ristabilito.<br />

L’annunciata visita della suocera turbò Brunilde. Era certa che l'anziana<br />

donna si sarebbe intromessa nella sua vita coniugale sconvolgendo<br />

i suoi piani. E, infatti, appena giunta, dopo aver appreso che il figlio<br />

soffriva di dolori addominali, lei ordinò che fosse spostato in una<br />

camera con due letti, in modo da dormire accanto a lui e assisterlo in<br />

continuazione. Fece anche venire un dottore da Milano per affiancarlo<br />

a quello di corte. Così, non fu più possibile, a Brunilde, continuare a<br />

somministrare a Obizzo la dose giornaliera di veleno che lo stava portando<br />

alla tomba. E, in conseguenza, dopo qualche giorno, i sintomi<br />

dolorosi si attenuarono e l’ammalato apparve in ripresa.<br />

Brunilde accolse quella novità con una furibonda esplosione d’ira. Con<br />

un attizzatoio, cominciò a lanciare fendenti furiosi contro i mobili e le<br />

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