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EDIZIONE WEB - Il Raccolto

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so fra noi. Credete che potremo un giorno riprenderlo?”.<br />

Vi era nelle sue parole una chiara allusione, un invito formulato paradossalmente<br />

ad un nemico il giorno prima dell’attacco. Qual era il suo<br />

scopo? Forse, quella donna amava giocare a rimpiattino con gli uomini<br />

oppure tentava di precostituirsi una posizione di sicurezza per il caso<br />

il castello fosse stato conquistato da Uberto. Interdetto ma anche attratto<br />

verso quella magica ragnatela, lui rispose:<br />

“Sarà per me un piacere riannodare le fila di quel discorso. Lo farò la<br />

prossima volta che vi vedrò.”<br />

Brunilde montò a cavallo, aiutata da lui, baciò sulla fronte Costanza e<br />

le accarezzò i capelli, quindi si avviò. Uberto guardò prima l’una poi<br />

l’altra donna mentre si inchinava per salutarle. Era incerto sul da farsi.<br />

<strong>Il</strong> suo dovere gli imponeva di riprendere, dopo la tregua, le operazioni<br />

contro il castello. Ma la presenza, all’interno, di quelle due donne lo<br />

rendeva riluttante. Si avvicinò alla linea di combattimento per impartire<br />

comunque degli ordini allorché fu raggiunto da un corriere a cavallo.<br />

<strong>Il</strong> messaggero, che appariva sfinito, gli consegnò un plico. Uberto<br />

lo aprì e constatò che proveniva da Lurate, un piccolo centro presso<br />

Como, ed era firmato dall’arcivescovo. Lesse: “Al conte Riccardo di<br />

Langosco ed al marchese Uberto Visconti. Dopo aver conquistato<br />

Castelseprio, ho dovuto sostenere l’attacco delle preponderanti forze<br />

milanesi comandate personalmente da Napo Torriani. Dopo due giorni<br />

di strenua battaglia, le nostre file sono state soverchiate e disperse. Per<br />

sottrarmi alla cattura, ho dovuto fuggire sui monti e mi sono rifugiato<br />

qui a Lurate presso l’abate di San Simpliciano. Ma non potrò rimanervi<br />

a lungo. Ricostituirò, ve lo prometto, il nostro esercito ma, per ora,<br />

è preferibile che voi facciate rientrare i vostri reparti nelle loro sedi.<br />

Rimanete in attesa di un mio nuovo appello e, soprattutto, rimanete<br />

fedeli alla causa”.<br />

Uberto convocò tutti gli ufficiali e, con mestizia, comunicò loro il contenuto<br />

del dispaccio. Quindi, ordinò di togliere la cintura dei posti di<br />

blocco collocata intorno al castello. Dispose poi che i guastatori, gli<br />

assaltatori e gli addetti alle macchine di assedio prendessero, dal loro<br />

comandante Riccardo di Langosco, gli ordini per il rientro a Pavia. Si<br />

riservò, infine, di indicare la data in cui la sua compagnia avrebbe<br />

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