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EDIZIONE WEB - Il Raccolto

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CAPITOLO UNDICESIMO<br />

Dieci giorni dopo essere giunto a Lekef, Uberto era stato assalito da<br />

violente febbri ed aveva dovuto mettersi a letto. Ciò nonostante, era<br />

riuscito, per qualche tempo, a mantenersi in contatto col comandante<br />

delle forze e ad inviare i suoi rapporti al principe. Inoltre, si era imposto<br />

di impiegare le ore di inattività leggendo il Vangelo ricevuto in<br />

dono dalla madre. Fin dalla decapitazione del padre, aveva avvertito in<br />

sé un cambiamento, una forma di ripulsa della guerra e della violenza.<br />

Le esortazioni all’amore fraterno contenute nelle sacre Scritture e le<br />

carneficine che le truppe del principe andavano compiendo per soffocare<br />

la ribellione avevano accentuato quel processo interiore, derivante,<br />

evidentemente, da una maturazione della sua coscienza. Sentiva, in<br />

maniera sempre più percettibile, avversione per la soppressione violenta<br />

del suo prossimo anche se militante in un campo avverso. E si era<br />

ripromesso, finché gli fosse stato possibile, di non intraprendere nuove<br />

guerre per soddisfare un sentimento dal quale si stava allontanando,<br />

quello dell’avidità del potere.<br />

Una notte, mentre una forte febbre gli martellava le tempie, fece un<br />

sogno: vide Costanza, dolce, candida, arrendevole, venirgli vicino,<br />

baciarlo e assisterlo nel suo male. Poi, la visione cambiò: erano insieme<br />

in campagna, di fronte ad un pallido, irreale plenilunio. Ed il suo<br />

viso splendeva mentre gli rivolgeva delicate parole d’amore. Si svegliò<br />

portando nella realtà la dolcezza di quell’immagine e pensò a Costanza<br />

con struggente rimpianto. Perché, sebbene travolto dal forte ascendente<br />

che Brunilde esercitava su di lui, non aveva, in verità, mai dimenticato<br />

Costanza. Era convinto che la sua morte fosse collegata al suo<br />

amore per lui. Questo pensiero lo tormentava e si interponeva come<br />

un’ombra nella sua passione per Brunilde.<br />

Era stata proprio l'inesperta Costanza a rivelargli inconsapevolmente la<br />

radicale differenza che intercorre fra un incontro esclusivamente carnale<br />

ed un vero rapporto d'amore. In genere, Uberto era abile nell'ac-<br />

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