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EDIZIONE WEB - Il Raccolto

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“Vieni, distendiamoci su questo letto.”<br />

Stettero abbracciate senza parlare. Brunilde accarezzava i capelli di<br />

Rosalba, deponeva sul suo viso piccoli baci.<br />

“Riposa” sussurrò infine “riposa sul mio seno.”<br />

Rosalba cominciò a sentire un gran senso di pace e di fiducia diffondersi<br />

nel suo animo come se una porzione di cielo azzurro fosse entrata<br />

dentro di lei infondendole serenità e distensione.<br />

“Sei più tranquilla ora?”<br />

“Sì.”<br />

“Forse hai soltanto sognato. Ma non devi temere. Io posso darti mille<br />

sensazioni diverse.”<br />

“Sei una fata?”<br />

“Magari! Ma non temere: un giorno, ti racconterò la mia storia.”<br />

Rosalba dimenticò rapidamente lo sconcertante episodio di quella sera<br />

e s’accorse che la sua infatuazione per la sua nuova amica andava<br />

aumentando.<strong>Il</strong> suo cuore era pieno di lei. Quando non erano insieme,<br />

le indirizzava i suoi pensieri in continuazione e, quando si incontravano,<br />

si sentiva felice e appagata. <strong>Il</strong> solo suo avvicinarsi le provocava un<br />

rimescolio, un dolce trasalimento. Ammirava la sua bellezza, la sua<br />

femminilità, la sua eleganza, il suo modo di muoversi e di camminare,<br />

la sua voce modulata e carezzevole. Nutriva per lei adorazione e cercava<br />

di imitarla. Ma, poiché non aveva alcuna esperienza delle cose<br />

d’amore, non riusciva ad analizzare il suo sentimento, né a dare ad esso<br />

un nome. Era forse amore? Ma era lecito ad una donna amare un’altra<br />

donna? Nella pur liberale Venezia, quel fatto sarebbe apparso sconveniente.<br />

Eppure, provava per lei un turbamento, un totale coinvolgimento<br />

che non aveva mai avvertito per qualsiasi altra persona e tantomeno<br />

per i giovanotti che la corteggiavano. Quella donna la dominava<br />

con la sua magnetica presenza e l’affascinava col racconto dei suoi<br />

viaggi e delle sue avventure. Rosalba sgranava gli occhi alle sue<br />

descrizioni al punto che, un giorno, in novembre, Brunilde le chiese:<br />

“Faresti un viaggio con me?”<br />

“Mi piacerebbe. Ma i miei familiari non me lo consentiranno.”<br />

“Non hai detto che tuo padre e tuo fratello risiedono a Istanbul? Quale<br />

migliore motivo, allora, per andare in quella città. Questo ti sarà pos-<br />

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