CRONACHE... IL <strong>TRAIL</strong> BANGHER del Viaggiare per correre o correre per viaggiare Testo di Daniela Banfi Foto © Archivio Maurizio Scilla SIAMO SEMPRE DI CORSA, CERCHIA- MO DI FARE TUTTO CELERMENTE, DA SEMPRE LA GIORNATA È COMPOSTA DI VENTIQUATTRO ORE. MA PARE CHE QUESTO TEMPO, IN QUESTO MILLENNIO E IN PARTE IN QUELLO APPENA TRASCORSO, NON SIA PIÙ SUFFICIENTE PER METTERE IN FILA TUTTE LE COSE CHE SI DEVONO E VOGLIONO FARE. SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE] - 11
Il "tutto, presto e subito" ci toglie il gusto di assaporare il contorno di un’esperienza che non è solo arrivare nel più breve tempo possibile, fare un giro su se stessi e tornare da dove si è partiti, per poter dire “c’ero”, “ho visto”, non solo con un’occhiata passeggera, effimera, ma anche con tutti gli altri sensi. L’infinità di colori, suoni, profumi, immagini sono il completamento dell’attimo che fugge, il cui ricordo non sapremo mai quando riaffiorerà e sotto quale aspetto e in quale momento, né tantomeno se sarà veritiero o falsato dalla memoria. Vale però sempre la pena soffermarsi anche sulle piccolezze. Così capita che, per andare dove devi andare, trovi un’uscita autostradale chiusa e sei costretto ad una deviazione. Domenica 27 luglio c’è il “Bangher”, corsa in montagna alla quale non voglio mancare quest’anno. Si parte da Piedicavallo, ultimo paesino della Val Cervo, qui la strada asfaltata finisce contro la montagna, oltre si va a piedi. Ho partecipato alla prima edizione nel 2006 con un percorso simile, ma con invertito il senso di marcia. Per questa occasione sono previste due partenze, la classica di gruppo alle 8.30 e un’altra più defilata, quasi silente, alle 7.00, per chi preferisce la frescura delle prime ore del mattino e sa che impiegherà un po’ più di tempo rispetto alla maggioranza. Io sono fra questi ultimi, un po’ adoro la quiete delle ore mattinali, la pace, la natura che si risveglia, gli animali che puoi incontrare, che in altri momenti se ne starebbero nascosti ad osservare noi bipedi variopinti e chiassosi; e poi metto in conto d’impiegare circa 1h-1h15’ in più rispetto al 2006, per cui arriverei veramente tardi. La sveglia suona, mentre un’ambulanza passa con le sirene spiegate è ancora notte, smette d’improvviso, e nel silenzio di una cittadina svuotata dall’incombere delle ferie ogni più piccolo rumore risuona come fosse accanto a te. Mi alzo, assonnata finisco di prepa- rare lo zaino, riempio il camel bag, mi vesto e in meno di mezz’ora sono pronta. I miei passi, seppur lievi, riecheggiano nella quiete notturna, quando non vuoi fare rumore ti capita di tutto, è sempre così, ti scivola qualcosa dalle mani che rimbalza sul pavimento e, nel tentativo di prenderlo al volo per evitare il tonfo, sbatti una porta o contro qualcos’altro, apri piano la porta che conduce ai garage, ma il basculante del box cigola più del solito e le portiere sembrano tuoni, quando le chiudi, anche se sei accorta nell’accostarle. Finalmente sono per strada, attraverso il centro del mio paese, non c’è nessuno in giro, dell’ambulanza neanche l’ombra. Accendo la radio, arrivo all‘entrata dell’autostrada, è ancora buio, prendo il biglietto e via per questa nuova avventura. Amo viaggiare quando ancora il sole non è ancora sorto. La musica si fonde con il rumore del motore, delle gomme che scivolano sull’asfalto appena rifatto, sembrano solleticar- SPIRITO<strong>TRAIL</strong> [SETTEMBRE 12-